Stella

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ex WD

Stella era pagata per questo: guardare con dolcezza intrigante i clienti e spillare loro la cartamoneta.
Un bicchiere, poi un altro, e tra luci soffuse essi si abbandonavano all'idea di certe carezze, al desiderio di particolari sussurri.
Chi le avesse insegnato il mestiere di femmina era impossibile da sapere, il suo passato non era noto ad alcuno.
La natura c'entrava ben poco perché il talento, se pure lo hai, deve essere preso e istruito. E allora maestra, a volte, è anche la vita. Quella di Stella non la si poteva immaginare nemmeno, l'avresti creduta nata in quel club.
Sembrava fosse stata assemblata insieme alle luci e all'arredo. Brillava nel suo abitino argentato ed era un tutt'uno con lo sgabello da dove si lasciava ammirare. La pelle liscia e desiderabile, un corpo tornito, ben fatto, una giovinezza che... avresti voluto rubarle.
Sembrava non avere altra storia al di fuori da là.
Ma Stella aveva ricordi di un mare azzurrissimo, docili onde e un futuro che aveva puntato col dito, "laggiù" s'era detta "sarà la mia vita", poi il mare aveva cambiato colore e, possente, aveva spezzato la barca. Ricordi di urla e di braccia che non erano riuscite a trattenere la vita.
Lei salva tra i morti.

A sedici anni era diventata la star di Cielo nero, il locale che apriva solo di notte.

Stella, che di nero aveva la pelle.

Re: Stella

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@Poeta Zaza ti ringrazio per il bel commento. Che dire? Devo ancora riprendermi dalla lettera di un'agenzia letteraria che mi consiglia di abbandonare del tutto i racconti brevi :bash: . Inutile dire che sono entrata in crisi. Quindi un grazie particolare per te (visto che per mille motivi non sto attraversando un buon periodo). Oggi mi sono detta: è da troppo tempo che non commento un racconto sul CdM ed ho trovato te! Grazie  :rosa:

Re: Stella

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Come viene esaminato o analizzato un dipinto, così si riesce ad immaginare Stella: talmente portata in quello che fa e grazie anche a come si approccia al mondo esterno, così dentro di sè porta un infinito circolo di emozioni e di vissuto. E' talentuosa in quello che fa, ma questo riflette solo il suo talento per la vita, più che per una professione. Stella pare un anima piegata dalla vita, ma non contorta su se stessa, non spenta. Lei punta in ogni caso a quello che viene "dopo", vivendo nonostante ciò anche il presente, tra un affetto e l'altro. Almeno tutto questo è quello che ho immaginato.
I miei complimenti, lavori molto per immagini che è cosa che mi soddisfa molto, ripeto, ho esperito tutto come fosse un quadro, un immagine. Poi da questa figura ho tratto un movimento, una storia. Questo spaccato nella vita di Stella è come una piccola finestra di vita che può anche insegnare molto.

<3

Re: Stella

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[font="Open Sans", sans-serif]Ciao Adel,[/font]
[font="Open Sans", sans-serif]è da un pò che non bazzico il forum e volevo lasciarti le mie impressioni nella speranza che possano esserti di qualche utilità.[/font]
[font="Open Sans", sans-serif]"Spillare loro la cartamoneta" è un'espressione che mi fa storcere il naso perché mi ricorda un perbenista che dà sfoggio di eloquenza, è peggio ancora dell'abusato "spillare quattrini".[/font]
[font="Open Sans", sans-serif]"[/font]Quella di Stella non la si poteva immaginare nemmeno, l'avresti creduta nata in quel club." Questa frase suggerisce al lettore cosa provare, non glielo fa provare tramite la qualità del racconto: è la solita storia del "show, don't tell".
"Sembrava fosse stata assemblata insieme alle luci e all'arredo" rende molto bene quello che hai appena dichiarato di voler mostrare. Il che rende superflua la frase precedente.
"Una giovinezza che... avresti voluto rubarle" mi stai ancora suggerendo cosa provare, tanto più che ti rivolgi proprio a me lettore. Lo toglierei.
"Ma Stella aveva ricordi di un mare azzurrissimo..." se finora eravamo osservatori esterni, da qui in poi entriamo nel punto di vista di lei. C'è un passaggio brusco. Valuterei se tenere magari per tutto il racconto una terza persona col pdv della ragazza, evitando i vari "nessuno capiva", "nessuno sapeva" ecc. , a meno che non identifichi chi sono queste persone che non sapevano, non potevano capire.
Il problema è che se un momento prima dici: "non la si poteva immaginare nemmeno", poi di colpo ce lo sveli dopo due righe: ma allora non vale la pena fare uno sforzo di generosità autoriale e farci entrare nella mente di lei dall'inizio, così viviamo per un pò nella sua pelle?
[font="Open Sans", sans-serif]"Ricordi di urla e di braccia che non erano riuscite a trattenere la vita. Lei salva tra i morti." Mi piace questo finale, che finalmente svela il mistero e ci fa capire cosa ci fa questa persona in questo posto. Questo colpo di scena lo puoi mantenere anche usando sin dall'inizio una maggiore coerenza nel punto di vista.[/font]
[font="Open Sans", sans-serif]Pareri personalissimi che non vogliono essere altro che un minimo spunto.[/font]
[font="Open Sans", sans-serif] [/font]
[font="Open Sans", sans-serif]A presto.[/font]
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