In medio stat virtus

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Tutto cominciò dalla tesi di laurea di un certo Mezzani, Mediobaldo Mezzani.
Si era accorto che c’era una cittadina, Scalciapignazzo, in provincia di… , che era davvero singolare. O meglio: veramente normale.
Mediobaldo, brillante studente di Scienze statistiche all’università di… si era accorto quasi per caso che, censimento dopo censimento, i dati raccolti in questo comune si avvicinavano progressivamente ma inesorabilmente ai risultati su scala nazionale, fino a coincidervi esattamente nelle ultime due edizioni.
La cosa rimase materia per studiosi fino al censimento successivo, quando la precisione raggiunse anche l’ultimo decimale preso in considerazione. Allora furono proprio gli studiosi di statistica a lanciare la notizia, felicissimi di finire nuovamente sulle prime pagine dei giornali dopo decenni che non se li cagava più nessuno. Loro, le loro statistiche e tutti i censimenti.
Furono proprio loro ad affermarlo senza timore di smentite, questa volta: due volte sì, possiamo considerarlo un caso, del resto si sa, gli italiani son ben strani. Tre no. Tre volte vanno al di là di qualsiasi probabilità. Gli italiani saranno pure strani ma Scalciapignazzo è La Città dell'italiano medio.

È vero per davvero: la ripartizione di genere della popolazione è identica a quella nazionale, la natalità pure, la mortalità manco a dirlo. Sono identici i consumi, identiche le tendenze politiche per non parlare della suddivisione fra tifoserie calcistiche. A Scalciapignazzo c’è persino un tifoso della Novese che, fra il totale delle persone che tifano per una squadra di calcio fra i censiti nella cittadina, fa lo zero-virgola-zero… Ebbene, a livello nazionale i tifosi della Novese che, va da sé, ha uno zoccolo duro proprio a Novi Ligure, sono lo zero-virgola-zero…
Ormai qualsiasi cosa venga censita a Scalciapignazzo fa fede a livello nazionale: dai dati di mercato sul consumo di pasta dentifricia, agli incidenti a cavallo; dal gradimento per gli spettacoli circensi alla caduta di fulmini sui mandorli del territorio; Scalciapignazzo È l’Italia.

Oggi a Scalciapignazzo è iniziata la campagna elettorale. Sì perché gli italiani, stufi di essere chiamati alle urne ogni due anni nonostante le potenti colle messe a punto a Roma, presso Palazzo Madama (riconvertito in laboratorio scientifico d’avanguardia dove nei fine settimana i governatori delle regioni supervedono, gratuitamente, alla sperimentazione di ogni soluzione atta a far rimanere le persone attaccate ai cadreghini), gli italiani hanno scelto di delegare il voto agli Scalgiapignazzesi e i risultati delle elezioni che si tengono nella cittadina (unico posto in Italia dove ancora si vota) hanno valenza nazionale.
Così l’Italia è diventata l’unica democrazia rappresentativa perfetta al mondo. Non potendosi –  giammai! – toccare la Carta Costituzionale, le è stato aggiunto l’articolo zero che recita testualmente:
L’Italia è una Repubblica basata su ciò che succede e si decide a Scalciapignazzo.
Proprio così, senza neppure indicare la provincia, senza neppure dire il perché. Tanto basta e l’Italia intera ne è felicissima.
Che poi, diciamocelo, a questo stato di cose contribuisce anche un po’ la pigrizia dell’italiano medio. Sì, c’è del principio nella scelta di far decidere tutto a Scalciapignazzo, ma c’è anche tanto fancazzismo. Stemperato, mascherato da modernissima rivoluzione non cruenta che, secondo i suoi principali fautori, denota il livello di grande maturità della nostra democrazia. Ma c’è soprattutto la volontà di dire: pensateci voi, che a noi viene da ridere.
È iniziata la campagna elettorale ma i discorsi della gente, per strada, vertono piuttosto su un’altra questione.
«Anziché votare tutti sarebbe meglio delegare il voto ai residenti del quartiere Dimezzo dove la coincidenza con il risultato nazionale è risultata di uno su quattordici fantastilioni fin dal dodicesimo censimento nazionale!»
«Sì, lo avevo letto anch’io, questo, su La Settimana Statistica, e lo confermava lo stesso Professor Mezzani!»
«Ma no, ma no! Come facciamo a fidarci di quelli del Dimezzo?»
«Zitto tu, che lo dicevi anche quando ci hanno dato la Delega: “Come facciamo a fidarci, come italiani, che quello che succede qui vada bene per tutta l’Italia?” Sei troppo diffidente tu!»
«Certo: l’italiano medio è diffidente, ma meno di te. Taci, quindi, ché non sei statisticamente significativo!»

Così, mentre nei maxi schermi dei bar e nelle piazze, i proclamisti dei partiti stranno recitando i loro proclami mandati a memoria, con le loro facce di plastica, gli occhi spiritati e i loro sorrisi ebeti, i cittadini di Scalciapignazzo ragionano con la loro testa e continuano a parlare delle faccende che più sono di loro interesse.
Ma poi…
Poi voteranno come hanno sempre votato tutti gli italiani. Chi di qua, chi di là.  Perché alla fine, i proclamisti, presi uno alla volta, dicono delle cose talmente ovvie, medie e banali che entrando a forza, seppur non udite, nelle orecchie, si insinuano nei pensieri degli Scalciapignazzesi e girano, come tarli, e mangiano materia grigia laddove c’era pensiero indipendente e lasciano solo il ricordo dei discorsi elettorali, tutti uguali, tutti banali, tutti di plastica.
L’Italia non è cambiata per nulla.
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