Afrodisiaca, bellissima e...terribile

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Afrodisiaca, bellissima e….terribile


Trapelava dal parabrezza un singolo raggio di sole. Vento da un finestrino appena socchiuso. Sui tuoi capelli si disegnava un intrico di luce di adorabile complessità.
Te ne stavi seduta e composta quasi a sfiorare il sedile, lo sguardo fisso sulla strada. Mi offrivi un solo lato del viso, sorridendo, mentre parlavi della tua quotidianità. 
Avevo sempre desiderato starti accanto. La circostanza imprevista riuniva frammenti di pensieri che accompagnavano le mie notti insonni. Sei sempre stata nella mia testa, l’ultima immagine della sera e la prima del mattino. Non avevo mai osato chiedere il permesso di sognarti, un rifiuto sarebbe stato insostenibile. Così continuai a farlo senza immaginarne le conseguenze.
Un passaggio in auto, solo questo. Il pretesto per dirti di sì. Forse avevo insistito per dartelo oppure eri stata tu a chiedermelo. Non ricordo. Ormai ero solo concentrato ad annullare me stesso per apparire neutro e distaccato. Non volevo tradirmi e farti capire cose che, forse, avevi già intuito.
Concentrato a guidare, mi giravo ogni tanto a guardarti, indeciso se essere rapito più dal taglio degli occhi o dall’angolo sfizioso che la tua bocca dipingeva sulla guancia. Fingevi di non accorgerti di nulla mentre continuavi a ignorarmi e io a pensare che eri bella come una giornata calda d’autunno.
L’auto procedeva sicura sulla strada affrontando una piccola curva. In quel momento ci girammo insieme e ci guardammo per un istante. Cercai di comunicare con i tuoi occhi per dimostrarti quanto sarebbe stato bello incrociare i nostri sguardi tutti i giorni e vivere l’uno per l’altra. Se mi avessi notato, avresti saputo che i cuori che non si toccano sono destinati ad essere per sempre il centro di galassie lontane. 
Afrodisiaca sarebbe stata la mano che stringeva la mia. Finalmente una sinapsi tra noi. Ma non successe, non poteva succedere tra due cellule così distanti. Eppure continuai a sentirmi come quel raggio di sole che ti aveva colpita disegnando un morbido cuscino su cui il tuo viso poteva riposare. Stupido, non potevo pensare a nulla di più sbagliato. Non avevo il diritto neanche di sfiorarti col pensiero e continuai a comportarmi con tenero distacco nei tuoi confronti. 
I miei sensi questa volta si concentrarono sulle parole che pronunciavi.
Bellissima la voce che invadeva il piccolo spazio dell’auto, riuscivo a filtrarla dall’ambiente circostante facendone un segreto da custodire, la perla da difendere. Mi accorsi, per la prima volta, di esserne totalmente dipendente. E aveva la stessa intensità di un’onda del mare che accarezzava la sabbia silenziosamente, inevitabile e sincera.
Le tue mani sottolineavano i discorsi che facevi con piccoli movimenti gentili quasi per non offendere l’aria che sfioravano e dare troppa enfasi alle parole. Le guardavo muoversi e avrei voluto trattenerle per ricoprirle di piccoli baci e inebriarmi del loro profumo. E poi, all’improvviso, chiudere gli occhi e lasciarmi trasportare in un universo parallelo e dolce dove saremmo esistiti solo noi due. Almeno per qualche secondo.
Continuai a guidare rammaricandomi perché presto avremmo raggiunto la meta e ti avrei lasciato andare come quel vento che ti sfiorava i capelli. 
C’era ancora della strada da percorrere e cercavi di essere gentile con me come per ripagarmi, in qualche modo, della mia disponibilità. Il capitano della nave va sempre assecondato.
Spesso l’indifferenza che mostravi mi aveva ferito, troppo. Alcune volte ti avevo evitato di proposito poiché pensavo mi odiassi profondamente. Altre, cercavo il tuo viso con l’impazienza di colui che ha tante frasi da dire ma nessuna voce per pronunciarle.
Il caso ci aveva fatti incontrare, colleghi in uno spazio troppo piccolo per stare lontani. Ricordo ancora la prima volta che ti conobbi. Notai gli occhi e i capelli lunghi e morbidi come il velluto che contornavano il tuo viso. Il suono di mille melodie che dovevo fingere di non percepire nonostante i miei sensi in estasi gridavano tutt’altro e una voce, dentro di me, mi diceva di abbracciarti e stringerti come il nastro che cingeva i tuoi capelli quando li legavi in una coda. Ondeggiava al ritmo del tuo cuore e così, piano piano, conoscevo qualcosa di nuovo di te. 
Rompere il silenzio, avrei dovuto farlo prima che il nostro breve viaggio volgesse al termine.
Terribile fu l’attimo in cui scendesti dalla vettura e mi salutasti in fretta come facevi di solito. Riuscii a prenderti la mano per un paio di secondi. Almeno quella volta. Piccola e calda. Mi accorsi del tuo sguardo fragile, troppo a lungo nascosto dietro l’aspetto da principessa che solitamente mi offrivi. Forse che anche tu avevi bisogno di essere amata e protetta come me?
Neanche allora riuscisti a notare il mio tormento e lo sguardo che ti inseguiva ad ogni passo.  
Ti lasciai andare consapevole che sarebbe stata l’ultima volta che avrei avuto l’occasione di starti così vicino e sentire la tua voce.
Ti lasciai andare restando in compagnia di una lacrima profonda come il mare d’amore che avevo nel cuore.
Ti lasciai andare gridando il tuo nome.
Dentro di me.

Re: Afrodisiaca, bellissima e...terribile

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Salve, approfitto (scusami il termine) del tuo brano per commentare e postarne uno
Inizio dal dire che hai una buona proprietà linguistica, e il racconto scorre molto bene 
Mi dispiace, però, lo stile e il tono della storia non mi convincono del tutto: mi suonano spesso ampollosi e zuccherosi, con immagini troppo ricercate che descrivono in maniera molto stucchevole situazione anche molto semplici 
Atlab the Alchemist ha scritto: Te ne stavi seduta e composta quasi a sfiorare il sedile
Atlab the Alchemist ha scritto: indeciso se essere rapito più dal taglio degli occhi o dall’angolo sfizioso che la tua bocca dipingeva sulla guancia
Atlab the Alchemist ha scritto: Le tue mani sottolineavano i discorsi che facevi con piccoli movimenti gentili quasi per non offendere l’aria che sfioravano
Cito solo queste, ma mi paiono, come dicevo, davvero molto stucchevoli come descrizioni; capisco che l’intento sia forse quello di mostrare una persona follemente innamorata dell’altra, ma questo stile mi suona pesante e prolisso, che non descrive nel dettaglio nulla e si appoggia a frasi arzigogolate per esprimere concetti semplici 

Anche i personaggi, o meglio l’io narrante, sono tratteggiati a malapena, e dal testo si riescono a intuire solo sprazzi della loro personalità, anche contraddittori a volte
Atlab the Alchemist ha scritto: Non volevo tradirmi e farti capire cose che, forse, avevi già intuito
Questa frase, e molte altre dopo, fanno sorgere nel lettore il grande dubbio del “perché” i due non possano stare insieme: si capisce chiaramente che c’è una forte tensione dell’io narrante verso questo senso, ma non mi pare che presenti mai una motivazione “oggettiva” del suo non farsi avanti, sia essa il timore di essere respinto, o la consapevolezza che lei lo vede solo come un amico, parli sempre di lui che “non vuole”, senza mai approfondirlo 

Re: Afrodisiaca, bellissima e...terribile

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@Atlab the Alchemist

Bentrovato. È la prima volta che leggo un tuo scritto che non sia paratattico, e ciò mi ha piacevolmente colpita. Non è certo un argomento di nicchia quello che tratti: nonostante questo, sei riuscito a trovare una tua cifra narrativa. In alcuni punti lasci la semplicità (che pure addosso ti sta così bene) e torni a quei concetti astrusi di cui in un commento, tempo fa, abbiamo avuto modo di parlare; nonostante questo, il testo non perde di vista il messaggio che vuole condividere e riesce nell'intento.
Ti sei concentrato su una minima porzione di tempo, un breve passaggio in macchina che l'io narrante offre a una ragazza. Una manciata di minuti e due soli personaggi: una scelta perfetta che ti ha permesso di vivisezionare immagini e pensieri. E in questo modo sei riuscito a veicolare la pienezza e la tragicità di un innamoramento non corrisposto. In tal senso hai molti augusti predecessori: quando hai fatto riferimento alla mancanza di voce, non ho potuto non pensare all'ode di Saffo in cui la poetessa esamina nel dettaglio tutti i sintomi fisici che la sommergono non appena scorge l'amata:

(...) E questo il cuore
mi fa scoppiare in petto: se ti guardo
per un istante, non mi esce un solo
filo di voce,

ma la lingua è spezzata, scorre esile
sotto la pelle subito una fiamma,
non vedo più con gli occhi, mi rimbombano
forte le orecchie,

e mi inonda un sudore freddo, un tremito
mi scuote tutta, e sono anche più pallida
dell'erba, e sento che non è lontana
per me la morte.


Non solo a Saffo; ho pensato anche a Werther e ai suoi dolori d'amore, così laceranti da condurlo al suicidio. Insomma: il tormento dell'io narrante affiora con evidenza dal tuo scritto e si coagula intorno a ogni parola. 
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmAfrodisiaca, bellissima e….terribile
Attenzione a puntini di sospensione, che non devono essere mai più di tre.
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmTrapelava dal parabrezza un singolo raggio di sole. Vento da un finestrino appena socchiuso. Sui tuoi capelli si disegnava un intrico di luce di adorabile complessità.
Un singolo raggio di sole non riesce da solo a generare un intrico di luce così ingarbugliato. "Adorabile complessità" sa di pubblicità e lo toglierei. Se aggiungi qualche raggio di sole e termini con "intrico di luce", è perfetto.
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmTe ne stavi seduta e composta quasi a sfiorare il sedile
Eccellente. Lei esiste ed è come una statua da adorare. Come nell'ode di Saffo.
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmAvevo sempre desiderato starti accanto. (...) Sei sempre stata nella mia testa, l’ultima immagine della sera e la prima del mattino. Non avevo mai osato chiedere il permesso di sognarti
L'amore e le sue manifestazioni sono sempre le stesse eppure ogni volta nuove.
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmForse avevo insistito per dartelo oppure eri stata tu a chiedermelo. Non ricordo. Ormai ero solo concentrato ad annullare me stesso per apparire neutro e distaccato.
La confusione mentale ("non vedo più con gli occhi, mi rimbombano / forte le orecchie", Saffo), tipica dellinnamoramento, è ben rappresentata. 
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pme io a pensare che eri bella come una giornata calda d’autunno.
Sono d'accordo: le belle giornate d'autunno possono superare in bellezza (senz'altro in struggimento) le belle giornate di primavera.
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmSe mi avessi notato, avresti saputo che i cuori che non si toccano sono destinati ad essere per sempre il centro di galassie lontane. 
Ecco, qui sopra proprio non capisco cosa intendi dire.
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmNon avevo il diritto neanche di sfiorarti col pensiero
Delicatezza e rispetto sono rappresentativi di un amore autentico.
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmBellissima la voce che invadeva il piccolo spazio dell’auto, riuscivo a filtrarla dall’ambiente circostante facendone un segreto da custodire, la perla da difendere. Mi accorsi, per la prima volta, di esserne totalmente dipendente. E aveva la stessa intensità di un’onda del mare che accarezzava la sabbia silenziosamente, inevitabile e sincera.
La dilatazione dell'istante e della sensazione dà la misura di quanto sia prezioso il sentimento.
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmLe tue mani sottolineavano i discorsi che facevi con piccoli movimenti gentili quasi per non offendere l’aria che sfioravano e dare troppa enfasi alle parole. Le guardavo muoversi e avrei voluto trattenerle per ricoprirle di piccoli baci e inebriarmi del loro profumo.
Ogni gesto dell'amata, anche il più scontato, genera stupore e ammirazione.
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmAltre, cercavo il tuo viso con l’impazienza di colui che ha tante frasi da dire ma nessuna voce per pronunciarle.
La mancanza della voce, rappresentata anche da Saffo ("se ti guardo / per un istante, non mi esce un solo / filo di voce"), aiuta a comprendere la profondità della passione. 
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmTerribile fu l’attimo in cui scendesti dalla vettura e mi salutasti in fretta come facevi di solito. Riuscii a prenderti la mano per un paio di secondi. Almeno quella volta. Piccola e calda. Mi accorsi del tuo sguardo fragile
Davvero terribile il momento della separazione. Essa pare eterna, anche quando si tratta di un banale saluto dopo un passaggio in macchina. Mi ricordi ancora Werther e Charlotte.
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmForse che anche tu avevi bisogno di essere amata e protetta come me?
Anche lei, come Charlotte.
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmTi lasciai andare (...)
Ti lasciai andare (...)
Ti lasciai andare gridando il tuo nome.
Dentro di me.
L'anafora, figura retorica tipicamente poetica, sottolinea l'angoscia ritenuta.

Ti ringrazio della lettura e ti saluto.
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Re: Afrodisiaca, bellissima e...terribile

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@Atlab the Alchemist non farò un lungo commento, ma ci tengo a dirti che ho letto ed ho percepito il suono morbido e pur complesso del sentimento; le parole hanno fatto da cassa di risonanza a un amore che non poteva nascere. Chissà perché, tra i due ho immaginato una grande differenza di età.  La narrazione mi è arrivata con tutta la sua tenerzza e il suo dolore, bravo. Fermo restando l'utile consiglio di alleggerire qualche frase poco spontanea, nel complesso l'ho apprezzato molto.

Re: Afrodisiaca, bellissima e...terribile

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Atlab the Alchemist ha scritto: Bellissima la voce che invadeva il piccolo spazio dell’auto, riuscivo a filtrarla dall’ambiente circostante facendone un segreto da custodire, la una perla da difendere.
Invece di quella virgola dopo "auto" ti consiglio i due punti, che aprono alle spiegazioni che fai.
"Una" perla si raffronta con "un" segreto.
Atlab the Alchemist ha scritto: E aveva la stessa intensità di un’onda del mare che accarezzava la sabbia silenziosamente, inevitabile e sincera.
Dei due aggettivi riferiti all'onda, inevitabile ci sta ma sincera? Ti suggerirei "genuina".
Atlab the Alchemist ha scritto: presto avremmo avremo raggiunto la meta e ti avrei lasciato andare come quel vento che ti sfiorava i capelli. 
Ci vedo meglio il futuro, inevitabile. Molto bella l'espressione successiva che ti sottolineo: bravo!
Atlab the Alchemist ha scritto: Il capitano della nave va sempre assecondato.
Forse meglio "blandito", se capisco quello che vuoi dire: in fondo, chi viaggia per mare gli affida la vita. 
Atlab the Alchemist ha scritto: Altre, cercavo il tuo viso con l’impazienza di colui che chi ha tante frasi da dire ma nessuna voce per pronunciarle.
mi sembra scorra meglio
Atlab the Alchemist ha scritto: Il caso ci aveva fatti incontrare, colleghi in uno spazio troppo piccolo per evitarsi stare lontani.
Atlab the Alchemist ha scritto: Ricordo ancora la prima volta che ti conobbi t'incontrai.
La prima volta non conosciamo mai una persona: la incontriamo e basta. Ci lascia le prime sensazioni, le prime impressioni.
Il verbo "conoscere" si declina dopo un po' di tempo dal primo incontro. Non trovi? @Atlab the Alchemist ?
Atlab the Alchemist ha scritto: Il suono di mille melodie che dovevo fingere di non percepire nonostante i miei sensi in estasi gridavano gridassero tutt’altro e una voce, dentro di me, mi diceva dicesse di abbracciare
Occhio ai congiuntivi!
Atlab the Alchemist ha scritto: come il nastro che cingeva i tuoi capelli quando li legavi in una coda. Ondeggiava al ritmo del tuo cuore e così, piano piano, conoscevo qualcosa di nuovo di te. 
Mi sembra una metafora forzata e che il fatto in sé non dia alcuna conoscenza nuova di una persona che è tutta da conoscere, a quanto spieghi.
Atlab the Alchemist ha scritto: Rompere il silenzio, avrei dovuto farlo prima che il nostro breve viaggio volgesse al termine.
Anche qui, invece della solta virgola, quando apri a una spiegazione ti consiglio gli esplicativi due punti.

Scrivi bene, @Atlab the Alchemist e ti ringrazio della lettura del tuo testo  :libro:  che vedrei bene come primo capitolo di una storia d'amore dal nascere al divenire, scritta in prima persona da che è stato preda di un colpo di fulmine.
Ti consiglio di essere più naturale e spontaneo quando fai similitudini e metafore con la natura e la figura dell'amata.
Per l'epilogo del brano, mi è piaciuta l'enfasidelle tre anafore.
Atlab the Alchemist ha scritto: mer feb 07, 2024 6:20 pmTi lasciai andare consapevole che sarebbe stata l’ultima volta che avrei avuto l’occasione di starti così vicino e sentire la tua voce.
Ti lasciai andare restando in compagnia di una lacrima profonda come il mare d’amore che avevo nel cuore.
Ti lasciai andare gridando il tuo nome.
Dentro di me.
A rileggerti!  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: Afrodisiaca, bellissima e...terribile

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Ciao @Atlab the Alchemist , è la prima volta che leggo un tuo scritto. Prima di farne un’analisi vera e propria, ci tengo a condividere con te un’emozione che mi ha suscitato di primo impatto: profonda inquietudine. E non per l’amore non corrisposto che traspare dalle tue righe, ma per la mistificazione dell’amata e l’ossessione che l’io narrante sembra avere nei suoi confronti. Da donna, mi ha messo un po’ a disagio, non sarei contenta di essere così al centro dei pensieri di una persona che, da quanto è scritto, non mi conosce per davvero, e mi idolatra soprattutto per il mio aspetto fisico -> sono infatti molte numerose le descrizioni del viso, del corpo e della bellezza emanata da questa figura femminile. L’inquietudine è stata amplificata quando anch’io, come altri commentatori qua sopra, ho avuto l’impressione che l’oggetto del desiderio potesse essere molto giovane, quasi un’adolescente (nonostante venga scritto che i due lavorano assieme).

Ma l’inquietudine non è di per sé negativa: anzi, sei riuscito a suscitarmi delle emozioni, a insinuare dei dubbi, e credo che questo sia uno dei compiti della letteratura.
Un consiglio che mi sentirei di darti è quello di utilizzare la scrittura non solo come sfogatoio personale, ma di pensare anche a come poter “conquistare” il lettore, non nel senso di arruffianamento, ma per invogliarlo a proseguire nella lettura e magari cercare altri tuoi scritti. Mi spiego meglio: in questo testo mi sembra che manchi un po’ la molla narrativa, quel qualcosa che aspetti che si concluda o succeda. Sì okay, c’è il passaggio in auto, il tocco tra le due mani… ma per tutto il tragitto l’io narrante mi sembra perso nelle sue elucubrazioni (e qui mi ritorna l’inquietudine: non c’è vera attenzione per l’altra persona), mentre potrebbe “architettare” meglio un approccio, o un avvicinamento, proprio per rendere il lettore più partecipe e portandolo a fare il tifo per lui.

Infine, due piccole note stilistiche:
Atlab the Alchemist ha scritto: Sei sempre stata nella mia testa, l’ultima immagine della sera e la prima del mattino.
questa espressione la trovo un po’ da cliché
Atlab the Alchemist ha scritto: Un passaggio in auto, solo questo. Il pretesto per dirti di sì. Forse avevo insistito per dartelo oppure eri stata tu a chiedermelo
Questa non l’ho capita. Se è lui a dire di sì, significa che il passaggio gliel’aveva chiesto lei (comprendo che il tuo “sì” ha un significato più ampio, però scritto così fa un po’ confusione e distoglie l’attenzione dalla lettura).

Per il resto, mi sembra che tu scriva bene, anche se cercherei di sfrondare un po’ lo stile e renderlo meno mieloso e più incisivo. Per citarti: alla prossima, spiega le vele! :D

Re: Afrodisiaca, bellissima e...terribile

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Ciao @superju 

ti chiedo scusa per i tempi biblici che mi caratterizzano nelle risposte. Ho pochissimo tempo libero e, a volte, dimentico di guardare la posta.
Chiarisco subito che non ci sono adolescenti nel racconto ma si tratta di persone ben mature.
Colgo le tue perplessità e cerco di farne tesoro.
Uso l'officina come tale: esperimenti, nuovi stili, elucubrazioni varie. Il bello è che attraverso "voi" miglioro di molto la mia scrittura. Tutte le volte.

Grazie
Alle prossime vele spiegate.

Re: Afrodisiaca, bellissima e...terribile

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@Atlab the Alchemist stile lirico, ricercato, ma concordo con chi in prima battuta l'ha definito anche troppo ampolloso e a tratti stucchevole. Il lirismo va bene, ma concentrato come in questo testo, in cui ogni frase è una poesia, risulta decisamente eccessivo. I tempi sono lenti, il che non sarebbe un problema, ma questo unito allo stile rende il testo difficile da capire se non a una lettura attenta (e il lettore medio quasi mai è 100% attento a ciò che legge). 
Al di là dello stile, che poi in parte è anche a discrezione dell'autore, ciò che non mi convince è l'assenza di una spiegazione: perché non c'è contatto o tentativo di contatto? Perché la storia non può nascere tra i due? Hai scritto che si tratta di una vicenda autobiografica, e va benissimo, ma se la trasformi in una 'storia' per un 'pubblico', allora devi anche costruirci una trama (vera o finta che sia sta a te deciderlo) e, dunque, un motivo. 
Se non lo conosci, c'è un racconto di Calvino, molto breve e molto simpatico. Si intitola 'L'avventura di un soldato'. Racconta, dal punto di vista di tale soldato, di un viaggio in treno in cui il protagonista militare si trova seduto (schiacciato) accanto a una matrona molto avvenente. Tutto il racconto è una descrizione molto leggera e dai toni ironici della ricerca di un contatto tra il soldato e la matrona: prima allunga la mano, poi la ritira, sfiora il vestito, lei ricambia col ginocchio (o è solo l'impressione del soldato?) ecc... Anche lì c'è un viaggio, un tentativo di avvicinamento, una paura del rifiuto. In più, al di là dello stile che hai voglia ad avere lo stile di Calvino, là, nell'avventura del soldato, c'è il motivo: il soldato è attratto dalla bellezza della donna ma per la posizione sua e di lei e per la divisa che indossa non può permettersi uno scandalo pubblico. Nel tuo testo manca il motivo, quale che sia, e ciò lo rende un racconto incompleto e che lascia poco al lettore.
Scrivere è necessario
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