[CN23 -2] La luce del drago

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Reinterpretazione del racconto di @Mina  -  Buon Natale, papà  https://www.costruttoridimondi.org/forum/viewtopic.php?p=57646#p57646
Genere: fantasy

Commento:  viewtopic.php?p=58050#p58050



Mi dispiace, non c'è futuro per noi

I calzari lunghi in pelle affondavano nella neve. Goccioline  rosse lasciavano una nitida traccia sul manto bianco, nella notte illuminata da una mezza luna. Adagiato sul dorso che ancora piangeva, il neonato smise dopo poco, cullato dal cadenzare dei passi e dal torpore dovuto alla perdita di sangue.
Piangeva anche l'uomo, per non avere avuto il coraggio di porre fine alle sofferenze della piccola creatura, suo figlio. Il gelo lo avrebbe accompagnato senza altri patimenti. All'uomo lo aspettava la punizione più dura: il tormento, che lo avrebbe perseguitato fino alla fine dei suoi giorni.
La madre se l'erano portata via: prima il cielo e poi i lupi. La sepoltura non era contemplata d'inverno, la morte per parto sì.
Adagiò il bambino dormiente ai piedi di un grande albero, nutrimento per la pianta e per l'anima e riprese il cammino verso casa seguendo la scia di sangue che non lo abbandonerà più.
La luna stava lentamente calando lasciando posto al buio restante, quando in lontananza lampi di luce che sembravano fiammate illuminarono l'orizzonte. Si fecero sempre più vicini fino a risvegliare dal sonno, che sembrava perpetuo, il piccolo neonato. Il calore lo destò dal torpore e l'istinto primario si riaffacciò prepotente. Il pianto riprese impetuoso nel silenzio della foresta mentre la vampa aumentava sempre più.
La creatura si acquietò alla vista di un poderoso drago, che sputava fuoco dalle fauci affilate. Una fiammata sul braccio monco della mano cauterizzò la ferita e il bambino smise di piangere. I morsi della fame vennero improvvisamente sopiti.
Prese con delicatezza tra i denti affilati, cullato dal caldo respiro, il corpicino avvolto da stracci e si avviò in volo.
Giunse nella caverna e adagiò il bambino nel giaciglio già pronto, come se lo aspettasse.
Non era solo.
Un piccolo draghetto si illuminò alla vista del neonato; dalla gioia provò a sbuffare fiamme, ma riuscì a produrre sole piccole colonne di fumo che fuoriuscivano dalle narici.
Dagli stracci che avvolgevano il bambino sbucava una piccola bisaccia che conteneva due biberon, ultimo lascito, quasi a presagio, del padre.
Bevvero d'un fiato. Presi da euforia giocarono rotolando nel giaciglio che aveva preparato la madre.
Rimase commossa alla vista del figlioletto che giocava con il fratellino, quello che aveva perso per  una rottura accidentale dell'uovo.
Sorvolavano di notte, felici, attaccati al dorso della madre. Il draghetto alla cresta con le sue zampette lunghe e affusolate; il bambino avvinghiato al corpicino del suo nuovo fratello, con la mano che stringeva l'avambraccio amputato.
Passava il tempo, crescevano sempre più, fino al giorno in cui accadde la disgrazia. Il giovane drago intento a stanare piccoli roditori lungo una facciata rocciosa, fu colto di sorpresa dal crollo di parte della montagna. Venne sepolto sotto gli occhi del ragazzo che si precipitò per cercare di salvarlo. Rimosse pietre su pietre fino a quando intravvide una lunga zampa affusolata con lunghi artigli. Era fredda, senza reazione. La accarezzò, in silenzio, con le lacrime agli occhi.

Tre colpi sulla porta di casa

“Chi sarà, sotto questa tormenta?” si chiese il ragazzo in casa.
Aprì la porta e vide una figura con una spessa mantella nera, incappucciata.
“Entra, sarai tutto bagnato.”
“Grazie.”
“Chi è?” si sentì una voce dalla camera di sopra.
“Un signore che cerca riparo, papà, vieni giù.”
“Togliti pure la mantella e le scarpe, saranno inzuppate.”
Appena si sfilò il cappuccio, apparve il volto di un ragazzo bellissimo, con i capelli biondi fluenti.
Il giovane padrone di casa rimase impietrito. Anche il padre si bloccò mentre scendeva le scale.
“In questo villaggio ci assomigliamo un po' tutti” rispose lo straniero cercando di sciogliere l'imbarazzo.
“Non ti avevo mai visto. Da dove vieni?” chiese il padre.
“Dal bosco.”
“Non ci sono case nel bosco.”
“Io ci sono nato, anzi rinato.”
“Ci fai compagnia per questa semplice cena di Natale, stavamo giusto per apparecchiare.”
“Volentieri.”
Allestirono il tavolo con tre posti.
“Manca qualcuno in questa casa” disse lo straniero.
“Beh... sì.” Il ragazzo abbassò lo sguardo.
“Mi dispiace. L'unica colpa che non possiamo attribuire a questo uomo” indicò il padre.
“Cosa intendi dire?” chiese chiese stupefatto. Poi con tono duro: “Vieni qui, ti diamo ospitalità, ti salviamo dalla tormenta, e tu? Fai strane illazioni senza sapere nulla.”
“Non ci sono misfatti che possano sfuggire allo spirito della terra.”
Il padre raggelò, cadde a terra il piatto di ceramica che teneva fra le mani frantumandosi in pezzi.
“Ehi! Papà, tutto bene? Siediti.”
“Cos'è successo alla tua mano?” chiese al ragazzo osservando una grossolana protesi in legno.
“Non sono fatti tuoi” riprese subito il padre.
“Papà, stai calmo” cercò di placare la situazione il figlio: “Niente, una malformazione dalla nascita.”
“Che combinazione!” si tirò su la lunga manica che fino a quel momento copriva la mano.
“Ahhhh!” Urlò il ragazzo alla vista.
“Cosa c'è, non ti piace? Mano di vero drago, in pura pelle squamata.”
Il ragazzo sbiancò. “Come, di drago?” chiese con voce tremolante.
“Esatto!”
“Li hai visti? Come sono fatti?”
“Sono creature stupende, forti, invincibili, ci proteggono e realizzano i sogni. Ma bisogna saperli vedere, all'inizio appaiono come luce.”
“La vuoi finire! Come ti permetti di entrare in casa mia e dire fesserie di questo genere!”
“Questa, una volta era casa mia.”
“Ma chi sei? Come osi? Lascia stare mio figlio.”
“Proprio tu...”
“Ne ho abbastanza. Vai fuori subito. Sei venuto a rovinarci il Natale?” lo  prese per un bracciò e cercò di spintonarlo fuori. Ma lo straniero si girò di scatto e con la mano rettiliana in una mossa fulminea diede una sfregiata con i lunghi artigli al polso del padre. Il sangue iniziò a scorrere a fiotti.
“Fa male, vero?”
“Sei il demonio!” prese uno straccio e se lo avvolse intorno alla ferita, cercando di bloccare il flusso. Iniziò a piangere. “Io non volevo, figlio mio, perdonami” singhiozzò.

L'orologio è rotto

“Luce...” pronunciò il ragazzo. “La sogno da sempre. La vedo all'orizzonte, si avvicina e poi svanisce.”
“Ora sono qui.”
“Nooo! Non ti permetterò di portarmelo via!” urlò disperato il padre.
Lo straniero fece una risatina.
“Papà! Cosa succede? Ho paura! Non lasciarmi!”
“Vieni” si rivolse al ragazzo con calma fredda.
“Nooo! Non andare! Nooo!”
Spinto da un richiamo insondabile il ragazzo seguì lo straniero. Aprirono la porta, si presero per mano, osservarono la bufera.
“Non volevo! Perdonami. Figlio mio. Perdonami...”
Lentamente mossero dei passi; c'era un vento molto forte con grandi fiocchi di neve che vorticavano in ogni direzione, non si vedeva nulla. Il padre, inerme sull'uscio, accasciato a terra, stremato, osservava la scena.  Poi una fiammata, che dal basso si alzava verso il cielo, sempre più fioca, e niente più.

Re: [CN23 -2] La luce del drago

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Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmLa madre se l'erano portata via: prima il cielo e poi i lupi. La sepoltura non era contemplata d'inverno, la morte per parto sì.
I due punti li metterei dopo la parola lupi in quanto dai la spiegazione.
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]La madre se l’erano portata via prima il gelo e poi i lupi: la sepoltura non era ecc[/font]
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmAdagiato sul dorso che ancora piangeva
.piu che “adagiato” direi caricato (o simile) sul dorso. Adagiato sembra disteso
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmpiedi di un grande albero, nutrimento per la pianta e per l'anima
agghiacciante questa immagine 


Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmposto al buio restante, quando in lontananza lampi di luce che sembravano fiammate illuminarono l'orizzonte
Toglierei la parola restante e metterei l’inciso: quando, in lontananza, lampi di luce che sembravano fiammate illuminarono l’orizzonte.

Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmPrese con delicatezza tra i denti affilati, cullato dal caldo respiro, il corpicino avvolto da stracci e si avviò in volo.
Questo periodo non gira bene. Potrebbe essere così per es.

Il drago prese, con delicatezza, tra i denti affilati il corpicino avvolto da stracci cullandolo col caldo respiro e si avviò in volo 

Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmBevvero d'un fiato.
Ripeterei il soggetto. 

I due cuccioli (quello umano e quello di drago) bevvero d’un fiato.

Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmla madre.
Anche qui, leggendo, sentirei la necessità di aggiungere l’informazione: più che madre direi mamma drago per es.)

Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmCosa intendi dire?” chiese chiese stupefatto.
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmIl padre raggelò, cadde a terra il piatto di ceramica che teneva fra le mani
Il padre raggelò e il piatto di ceramica che teneva tra le mani cadde a terra.



Ciao @Kasimiro e complimenti per questa tua reinterpretazione del racconto. Un racconto a due tempi. Nella prima parte si avverte molto chiaramente l’atmosfera fantasy, la storia intriga e non si vede l’ora di proseguire la lettura. 
Hai fatto un ottimo lavoro e mi è piaciuto molto leggerti.  :sss:

Re: [CN23 -2] La luce del drago

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Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmAdagiò il bambino dormiente ai piedi di un grande albero, nutrimento per la pianta e per l'anima e riprese il cammino verso casa seguendo la scia di sangue che non lo abbandonerà più  non lo avrebbe più abbandonato.
preferibile
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmRimase commossa alla vista del figlioletto che giocava con il fratellino, al posto di quello che aveva perso per  una rottura accidentale dell'uovo.
Hai dimenticato "al posto di"?
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmSorvolavano di notte, felici, attaccati al dorso della madre. Il draghetto alla cresta con le sue zampette lunghe e affusolate; il bambino avvinghiato al corpicino del suo nuovo fratello, con la mano che stringeva l'avambraccio amputato.
Ecco le tue immagini fiabesche. Che fantasia! 
Un piccolo appunto: se usi il verbo sorvolare (volare sopra) dovresti indicare cosa sorvolano, su che luogo passano.

Una bella rivisitazione, con sorpresa finale! Piaciuto. Bravo @Kasimiro  (y)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CN23 -2] La luce del drago

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Bravo @Kasimiro,
a me è piaciuta molto, moltissimo la prima parte, quella con i draghi, la seconda anche, ma un po' di meno.

... e mentre leggevo mi è venuto in mente Grisù, il draghetto che voleva fare il pompiere... che tenerezza.  :)

Riscrivere un racconto è molto difficile, l'ho sperimentato anch'io in questo contest e muoversi in punta di piedi tra le parole avute in dono da un'altra persona non è facile per niente e tu ci sei riuscito. Bravo davvero.
Alla prossima Kasimiro.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [CN23 -2] La luce del drago

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Ciao @Kasimiro, è un piacere leggerti
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmAdagiò il bambino dormiente ai piedi di un grande albero, nutrimento per la pianta e per l'anima (virgola, per l'inciso) e riprese il cammino verso casa seguendo la scia di sangue che non lo abbandonerà ("avrebbe abbandonato"?) più.
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmLa luna stava lentamente calando lasciando posto al buio restante
"buio restante" non è un espressione elegantissima
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmIl giovane drago (come prima, virgola per l'inciso) intento a stanare piccoli roditori lungo una facciata rocciosa, fu colto di sorpresa dal crollo di parte della montagna.
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pm“Ci fai compagnia per questa semplice cena di Natale (?), stavamo giusto per apparecchiare.”
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pm“Mi dispiace. L'unica colpa che non possiamo attribuire a questo uomo” indicò il padre.
“Cosa intendi dire?” chiese chiese stupefatto. Poi con tono duro: “Vieni qui, ti diamo ospitalità, ti salviamo dalla tormenta, e tu? Fai strane illazioni senza sapere nulla.”
Questo passaggio è un po' confuso. Non è chiaro chi è a dire la prima linea di dialogo. Inoltre, la risposta adirata del padre risulta un po' ingiustificata e sopra le righe
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pmIl padre raggelò, cadde a terra il piatto di ceramica che teneva fra le mani frantumandosi in pezzi.
Questa frase ha una costruzione un po' strana. Perché non: "Il padre raggelò e [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]il piatto di ceramica che teneva fra le mani[/font] cadde a terra frantumandosi in pezzi"?
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pm“La vuoi finire! (?) Come ti permetti di entrare in casa mia e dire fesserie di questo genere!”
Kasimiro ha scritto: dom gen 07, 2024 5:43 pm“Questa, una volta (virgola) era casa mia.”
Racconto molto interessante e complesso, che sei riuscito a contenere in un numero limitato di caratteri. Alcuni passaggi ho dovuto rileggerli più volte, quindi forse dilungarsi un po' di più avrebbe giovato alla chiarezza, ma in generale direi che è riuscito. Per quanto riguarda i personaggi, ho fatto fatica a empatizzare con le loro reazioni umane, a causa dei diversi e repentini cambi di scena. Alcune strutture sintattiche mi sono sembrate un po' strane, dando un effetto anti-immersivo. Anche il tema e il messaggio del racconto mi sembra emergere un po' a fatica, nel finale; sicuramente, però, c'è grandissimo fascino in quest'idea di mondi paralleli che si toccano. Hai rotto la linea temporale unica introdotta nel mio racconto e ricollocato il tutto in un contesto più realistico e plausibile con gli universi paralleli. Mi ha stupito parecchio in positivo, non era quello che mi sarei aspettato; se avessi dovuto scrivere il seguito io stesso, probabilmente avrei parlato di cosa succede al figlio-mentore dopo che il figlio che ha cresciuto torna indietro sulla singola linea (a proposito, poi dimmi anche tu come avresti continuato il tuo, naturalmente).
Insomma, sicuramente un ottimo racconto e reinterpretazione, mi è piaciuto parecchio (e lo dico senza essere di parte :) )
A rileggerci!

Re: [CN23 -2] La luce del drago

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Grazie a tutti per i commenti e i consigli.
Il racconto di @Mina l'ho trovato geniale: la voce narrante, la simultaneità del tempo, la drammaticità degli eventi. Non facile da proseguire. Ho provato a riscriverlo tenendo care tutte le sensazioni che mi ha trasmesso.
Mina  ha scritto: ven gen 12, 2024 9:38 am(a proposito, poi dimmi anche tu come avresti continuato il tuo, naturalmente).
Non so, forse avrei dato uno stampo favolistico-fantastico, in cui tutti i personaggi potevano essere trasformati in "altro". Oppure avrei mantenuto la sfera realistica, dove niente cambia, dove il tempo si ferma e ogni giorno è identico all'altro.

Re: [CN23 -2] La luce del drago

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Kasimiro ha scritto: sab gen 13, 2024 11:04 amGrazie a tutti per i commenti e i consigli.
Il racconto di @Mina l'ho trovato geniale: la voce narrante, la simultaneità del tempo, la drammaticità degli eventi. Non facile da proseguire. Ho provato a riscriverlo tenendo care tutte le sensazioni che mi ha trasmesso. Non so, forse avrei dato uno stampo favolistico-fantastico, in cui tutti i personaggi potevano essere trasformati in "altro". Oppure avrei mantenuto la sfera realistica, dove niente cambia, dove il tempo si ferma e ogni giorno è identico all'altro.
:love3: io sono contentissimo di come l'hai continuato, è una bomba
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