[CN23] L'ultimo Natale

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Traccia 4:  "Lo scampanellio"
Durante la cena di Natale, un insistente scampanellio interrompe il tranquillo clima festivo che avvolge la casa. Qualcosa trasforma radicalmente il corso di quella serata.
Genere: Fantasy

[CN23] L'ultimo Natale

Il padrone di casa non è mai solo alla cena di Natale: sulla tavola apparecchiata con dovizia di porcellane e suppellettili luccicanti rosso e oro, ci sono due coperti. Oltre al suo, c'è un posto-fantasma natalizio da tanti anni.
Pietro vede con gli occhi della mente l'occupante invitata e altro non si aspetta; pregusta i manicaretti, preparati dalla sua colf come tutto il resto prima di lasciarlo solo. Mentre quelli si scaldano nel microonde, lui brinda al presente fantasma con serena, arresa malinconia.
Lo scampanellio lo coglie impreparato: Chi può essere? si chiede mentre si avvia alla porta. Non aspetta nessuno. Non ha più nessuno da aspettare.
Dallo spioncino scorge una figura intabarrata e misteriosa. Le chiede di identificarsi e le parole Sai chi sono lo gelano più degli spifferi di vento che fa entrare insieme con chi ha parlato: la sua ex moglie.

Come un automa teleguidato da vicino, va a sedersi al suo posto, e l'ospite di fronte a lui, sulla sedia che le compete e che l'aspettava.
Pietro è come un uomo avvolto da corde e legato: non riesce a muoversi e ha il cuore in tumulto. Lei ha l'ultimo viso che aveva prima di lasciarlo, ma non la rabbia nei lineamenti, che ora sono rilassati e sereni. A suo agio, si è liberata del cappotto e della sciarpa.
Si guardano: Pietro a bocca semiaperta mentre la figura femminile, la sua Annamaria, morta da anni, esordisce:
"È tempo che noi due ci spieghiamo un po' di cose." Si protende verso di lui e lo avvolge in una cantilena a ritmo ipnotico:
"Doveva essere musica: note liete di cento e più sorrisi o note basse - dolori condivisi - la melodia di un lento stretti stretti, il sottofondo fisso degli affetti. Ma non è stato.
Dovevano essere note esaltanti o stridule e smorzate tra quelle non sentite o travisate. Sì e no: talvolta.
Dovevano  essere con te suoni stonati, toni segreti e toni indovinati, toccata e fuga, ritmi peculiari con echi desti o pigri, a volte amari. A volte: e i pIù tanti ... stonati... amari.
Alla fine no, non è stata una bella musica, la nostra marcia nuziale non riuscita."

Pietro obietta: "Colpa di chi? Di tutti e due, mi pare..."
"Certo, si è in due a fare una coppia. Ma la convivenza va aiutata con la comprensione e la buona volontà, l'impegno verso chi si ama.
Come la mia mania dell'ordine era tale ai tuoi occhi perché la trovavi squilibrata rispetto alla tua confusione nelle cose: e più la facevi crescere più ti sembrava sproporzionata la mia mania, che invece stava ferma allo stesso punto: era il tuo caos a dilagare."
Pietro ridacchia: "Lo sai che mia madre era sempre un passo dietro di me, anche da adolescente, a raccogliere i vestiti, puliti o sporchi, che lasciavo in giro per casa?"
"Già, ti ha instillato il pensiero che ogni donna della tua vita sarebbe stata al tuo servizio, vero? Difficile abbattere la costruzione di un mito. Ah... I disastri che lei ha fatto nel tuo primo ventennio. Le madri hanno il potere di darti la vita e di impostartela con accanto l'esempio del prodotto finito che dovresti diventare... ma tu un padre non l'hai avuto... "
"Ti ho sposata per amore, Annamaria. Eravamo complici in una vita da ladri.  Ma, a un certo punto, mancava l'affetto da rubare e per l'amore non avevamo più la dinamite. Perché tu hai avvizzito il tuo carattere e la tua brillantezza con osservazioni caustiche, prediche e pretese di avere una vita libera come la mia. Ma per un uomo è diverso..."
"Diverso perché? Ho dimostrato, lasciandoti, di avere successo nella tua stessa professione."
"Eri già conosciuta per essere mia moglie; sei stata facilitata".
Ride Annamaria: "Perché i tuoi buoni conoscenti avrebbero dovuto favorirmi? E poi, ho cambiato città e mi hanno accolta col mio cognome, non col tuo."
"Io non ho dovuto cambiare paese per scrollarmi le ragnatele che mi crescevano addosso in casa." fa lui, caustico.
Lei scrolla le sue, di spalle:
"E poi, i tuoi tradimenti. Cominciati presto e proseguiti di gran carriera.
Fedifrago: non solo infedele. La grande cena con le tre coppie di amici. Una alla volta, le donne si sono alzate da tavola con una scusa. Combinazione, ogni volta tu non c'eri a tavola. Che si trattasse di assaggiare se era giusto di sale l'arrosto, o di giudicare una tua composizione floreale, la convocata ti raggiungeva per una somma di minuti bastanti all'occorrenza. L'ho capito sin dalla seconda, la Irma, con una traccia di salsa sulla schiena. E stavo per seguire la terza... Cosa rispondi?"
Pietro avvampa, e la voce trema:
"Tu hai smesso di dimostrarmi amore e io ho cercato palliativi e adrenalina altrove."
"Io soffrivo per i tuoi comportamenti ma non volevo fare soffrire te e diventare uggiosa dicendotelo. Mi mancavano le attenzioni, le dolcezze, le premure, il confronto costruttivo... E la parola amore che ingoiavo io e ingoiavi tu. Così mi sono sfinita."
Pietro è lapidario: "Anche tu mi hai tradito."
"Ho cercato un po' di piacere - e non solo sesso -  dopo che tu non l'hai più trovato con me: andavo a rifornirmene altrove."
"Io non ti avrei mai lasciato: sei stata tu a scappare da me."
"Sono andata a morirti lontana: quello è stato il mio ultimo dono."
"Sto sognando, vero?"
"Sì e no".
I lineamenti di lei si sciolgono in un ultimo sorriso, poi si deformano; si allargano a raggiera su un volto occupato da orbite cieche che lo guarda senza parlare e lo lascia senza respiro, mentre una nuova ospite si avvicina a lui e l'avvolge in un abbraccio conclusivo.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [CN23] L'ultimo Natale

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Un personaggio discutibile. Quasi in punto di morte fa i conti con la vita che sta per finire.
Che sia la morte stessa a metterlo in discussione riguardo agli errori, stona un pochino.  La morte non guarda in faccia a nessuno, è una livella come diceva Totò.
Almeno io ho immaginato che sia la morte a procurargli l'allucinazione di rivedere la sua ex in punto di morte.
Ho colto il messaggio che vuoi comunicare riguardo a certi uomini e certe donne. Anzi riguardo agli uomini e alle donne.
Un bel racconto in sostanza, che poteva essere svolto un po' di più nel presente. I caratteri li avevi. Avrei trasformato il protagonista in un vecchio misantropo, certo il riferimento a Scrooge sarebbe stato palese, io però lo avrei fatto. Un canto di Natale moderno forse ci manca, qualcuno dovrebbe scriverlo.
Complimenti per la tua prova @Poeta Zaza 
 

Re: [CN23] L'ultimo Natale

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Albascura ha scritto: sab dic 23, 2023 9:35 pm Un personaggio discutibile. Quasi in punto di morte fa i conti con la vita che sta per finire.
Che sia la morte stessa a metterlo in discussione riguardo agli errori, stona un pochino.  La morte non guarda in faccia a nessuno, è una livella come diceva Totò.
Almeno io ho immaginato che sia la morte a procurargli l'allucinazione di rivedere la sua ex in punto di morte.
Ci sta, ma non era la mia intenzione: ho immaginato quest'uomo anziano, che alla fine dei suoi giorni, prima di un arresto cardiaco, pensa all'unica importante donna che ha amato, pur tra tanti errori di relazione di entrambi. Negli istanti conclusivi, in una notte di Natale, realizza un dialogo sincero tra lui e lei, e la Morte lo coglie sovrapponendosi alla figura di lei.
Albascura ha scritto: sab dic 23, 2023 9:35 pmUn bel racconto in sostanza, che poteva essere svolto un po' di più nel presente. I caratteri li avevi. Avrei trasformato il protagonista in un vecchio misantropo, certo il riferimento a Scrooge sarebbe stato palese, io però lo avrei fatto. Un canto di Natale moderno forse ci manca, qualcuno dovrebbe scriverlo.
Complimenti per la tua prova @Poeta Zaza 
 
Grazie dei tuoi consigli e del tuo giudizio positivo, cara @Albascura  :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [CN23] L'ultimo Natale

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@Poeta Zaza
molto bello il tuo racconto, l'ho letto davvero con molto piacere e curiosità. Ero davvero avvinto (si può scrivere? Boh) per capire dove saresti andata a parare.
In realtà l'aver dovuto dichiarare il genere (Fantasy) ha smorzato un po' la sorpresa. Se non lo avessi letto sarei stato piacevolmente colpito dalla virata "dark" che prende sul finale un racconto che mi era sembrato fin lì abbastanza ordinario e realistico.
Inoltre, scritto davvero davvero bene. Non è affatto scontato trattandosi per buona parte di un dialogo. L'ho trovato proprio realistico e azzeccato lo scambio di accuse (forse magari lui che si passa le amiche nella stessa cena, magari un po' troppo...).
Apprezzato molto anche il componimento con il quale lei gli fa la ramanzina. Insomma, tutto di ottimo livello.
Unico appunto personale:
Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pmI lineamenti di lei si sciolgono in un ultimo sorriso, poi si deformano; si allargano a raggiera su un volto occupato da orbite cieche che lo guarda senza parlare e lo lascia senza respiro, mentre una nuova ospite si avvicina a lui e l'avvolge in un abbraccio conclusivo
Ben scritta la frase finale, eppure c'ho messo un attimo in più per capire. Colpa mia, probabilmente, sarà la stanchezza.
In ogni caso, se fosse mio il racconto, taglierei ma non per scelta di stile, ma proprio concettuale: già fai scoprire che lei è "un'illusione", poi che è "morta". Mi fermerei qui e non farei arrivare anche la Morte a prendere il protagonista. Piuttosto mi piace pensare che lui dal principio abbia preparato il posto per lei perché consapevole che sarebbe apparsa, come tutti i Natale da quando è passata a miglior vita.
Scelte, comunque, nulla di più.
Complimenti, ti trovo sempre in miglior forma.
A presto!

Re: [CN23] L'ultimo Natale

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Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pmIl padrone di casa non è mai solo alla cena di Natale: sulla tavola apparecchiata con dovizia di porcellane e suppellettili luccicanti rosso e oro, ci sono due coperti. Oltre al suo, c'è un posto-fantasma natalizio da tanti anni.
Eliminerei fantasma, (e natalizio mi sembra superfluo) toglie suspence, credo che possa essere interessante lasciare un po' di mistero sull'altro posto.

Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pmPietro vede con gli occhi della mente l'occupante invitata e altro non si aspetta; pregusta i manicaretti, preparati dalla sua colf(,) come tutto il resto(,) prima di lasciarlo solo.
Toglierei per il motivo sopra citato.  Metterei virgola dopo colf e dopo resto.


Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pmMentre quelli si scaldano nel microonde, lui brinda al presente fantasma con serena, arresa malinconia.
Come sopra, non svelerei.


Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pmLo scampanellio lo coglie impreparato: Chi può essere? si chiede mentre si avvia alla porta. Non aspetta nessuno. Non ha più nessuno da aspettare.
Forse non ho bene compreso. Lui vede già di fronte a sé il suo ospite fantasma, per cui si stupisce dell'arrivo di un altro ospite, giustamente, deducendo che non ha più nessuno da aspettare. Però l'ospite che suona (La ex moglie) va a sedersi al posto che le compete e che aspettava. C'è qualcosa che non mi torna.


Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pmPietro è come un uomo avvolto da corde e legato: non riesce a muoversi e ha il cuore in tumulto. Lei ha l'ultimo viso che aveva prima di lasciarlo,
Bello questo passaggio, da questa frase si può già intuire il senso della figura di lei.


Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pmSi guardano: Pietro a bocca semiaperta mentre la figura femminile, la sua Annamaria, morta da anni, esordisce:
Eliminerei.


Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pm
"Doveva essere musica: note liete di cento e più sorrisi o note basse - dolori condivisi - la melodia di un lento stretti stretti, il sottofondo fisso degli affetti. Ma non è stato.
Dovevano essere note esaltanti o stridule e smorzate tra quelle non sentite o travisate. Sì e no: talvolta.
Dovevano  essere con te suoni stonati, toni segreti e toni indovinati, toccata e fuga, ritmi peculiari con echi desti o pigri, a volte amari. A volte: e i pIù tanti ... stonati... amari.
Alla fine no, non è stata una bella musica, la nostra marcia nuziale non riuscita."
Qui esce fuori tutta la tua penna. Mi è piaciuto questo passaggio, lirico e malinconico. Hai saputo trasmettere in modo poetico l'amarezza di un legame che si sfalda.


Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pm"Certo, si è in due a fare una coppia. Ma la convivenza va aiutata con la comprensione e la buona volontà, l'impegno verso chi si ama.
Gusto personale. Trovo il messaggio un po' ridondante.


Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pm"Ti ho sposata per amore, Annamaria. Eravamo complici in una vita da ladri.  Ma, a un certo punto, mancava l'affetto da rubare e per l'amore non avevamo più la dinamite. Perché tu hai avvizzito il tuo carattere e la tua brillantezza con osservazioni caustiche, prediche e pretese di avere una vita libera come la mia. Ma per un uomo è diverso..."
Molto bello questo passaggio, però questi termini in un dialogo li sento poco naturali.


Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pm"E poi, i tuoi tradimenti. Cominciati presto e proseguiti di gran carriera.
Fedifrago: non solo infedele. La grande cena con le tre coppie di amici. Una alla volta, le donne si sono alzate da tavola con una scusa. Combinazione, ogni volta tu non c'eri a tavola. Che si trattasse di assaggiare se era giusto di sale l'arrosto, o di giudicare una tua composizione floreale, la convocata ti raggiungeva per una somma di minuti bastanti all'occorrenza. L'ho capito sin dalla seconda, la Irma, con una traccia di salsa sulla schiena. E stavo per seguire la terza... Cosa rispondi?"
Questo passaggio non è male, mi sembra un po' grottesco. Bisogna ammettere che ci vuole una certa abilità per consumare con tre donne durante una cena. Forse il tuo intento voleva essere drammatico ma a me ricorda certe scene cult di commedie all'italiana anni '70/80.
Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pmI lineamenti di lei si sciolgono in un ultimo sorriso, poi si deformano; si allargano a raggiera su un volto occupato da orbite cieche che lo guarda senza parlare e lo lascia senza respiro, mentre una nuova ospite si avvicina a lui e l'avvolge in un abbraccio conclusivo.
Molto bello il finale.
Bella l'idea e scritto bene. Forse avrei mantenuto un po' più di mistero sull'ospite, anche sul fatto che sia un fantasma o reale, in modo da lasciare il lettore più in tensione. Alcuni passaggi della loro riflessione mi sono piaciuti molto, con delle punte liriche bellissime, altri li ho trovati più didascalici.
Una buona prova @Poeta Zaza
A presto.

Re: [CN23] L'ultimo Natale

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Poeta Zazac'è un posto-fantasma natalizio
Posto fantasma anticipa molto il contenuto. 
Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pmPietro vede con gli occhi della mente l'occupante invitata
Pietro immagina (comunque eviterei di dire questa cosa perché toglie suspence a ciò che accadrà)
Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pmi, sulla sedia che le compete e che l'aspettava.
Qui c’è qualcosa che non mi torna. Prima dici che Pietro è seduto di fronte al fantasma poi entra in scena la ex moglie (morta e dunque fantasma) e dici che siede sulla sedia che l’aspettava. Allora Pietro non doveva meravigliarsi dell’arrivo. 
Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pm
È tempo che noi due ci spieghiamo un po' di cose." Si protende verso di lui e lo avvolge in una cantilena a ritmo ipnotico:
"Doveva essere musica: note liete di cento e più sorrisi o note basse - dolori condivisi - la melodia di un lento stretti stretti, il sottofondo fisso degli affetti. Ma non è stato.
Dovevano essere note esaltanti o stridule e smorzate tra quelle non sentite o travisate. Sì e no: talvolta.
Dovevano  essere con te suoni stonati, toni segreti e toni indovinati, toccata e fuga, ritmi peculiari con echi desti o pigri, a volte amari. A volte: e i pIù tanti ... stonati... amari.
Alla fine no, non è stata una bella musica, la nostra marcia nuziale non riuscita."
Questo è proprio un bel passaggio. Complimenti!

Accostare il tuo racconto a un moderno “Canto di Natale” è molto facile, ma a una lettura più approfondita si nota almeno una sostanziale differenza. Manca l’epifania del personaggio. Non c’è “redenzione” per entrambi. Ognuno lancia il  proprio j’accuse senza manifestare segno di un qualche pentimento. Tutto ciò dà una connotazione oscura alla storia e un colore nero che fa la virare verso l’horror. 
La tensione narrativa può essere amplificata eliminando i passaggi che anticipano al lettore cosa sta per succedere. Parlare prima di fantasmi mette già troppo sull’avviso chi legge e depotenzia l’effetto. 
per quanto riguarda i dialoghi, per mio gusto personale, li trovo poco naturali, fin troppo educati e carichi di espressioni che nel parlato comune non si addicono molto. Ma ripeto che si tratta di gusto personale, in fin dei conti il genere è fantasy e dunque può essere che la gente nel luogo che hai immaginato si esprima così. 
Nell’insieme il racconto si legge con piacere e il finale “oscuro” gli dona una certa originalità. Complimenti @Poeta Zaza

Re: [CN23] L'ultimo Natale

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ciao @Poeta Zaza 

Mi accodo ai commenti che hai già ricevuto. Noto che il tema "tradimento" ti è particolarmente gradito. Poca suspence e tensione. Troppe anticipazioni e un percorso narrativo troppo spiegato. In effetti si coglie un certo retrogusto, specialmente quando ti dai ai corsivi, di stampo lirico. Ma credo che non sia bastato a dare, alla storia, una chiara impronta. Come al solito ti esorto a curare meglio la trama, dando più azione e movimento ai personaggi.
Mio discutibile parere. :D
<3 ciao a presto
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CN23] L'ultimo Natale

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Cara @Poeta Zaza

racconto particolare, con ex moglie e morte che si mischiano nel finale (e forse anche nella vita vissuta insieme  ;) ). Bello!
Mi dispiace solo che, nonostante lui l'aspettasse e lei fosse giunta fino a lì per lui e, ritengo, i due si amassero in qualche modo non siano riusciti a dirselo nemmeno alla fine e abbiano preferito continuare il balletto del : "Ma io, ma tu...". Peccato!

Nessuno dovrebbe andarsene senza riuscire a dire quello che deve dire a chi lo deve dire, per questo esistono i fantasmi, io credo.  :)
Brava Poeta Zaza, sempre un grande piacere incontrarti e leggerti. Brava come sempre.
Grazie per questo racconto.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [CN23] L'ultimo Natale

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Devo farti una precisazione, cara @@Monica   :)

A proposito del tuo dubbio, qui:
@Monica ha scritto: mar dic 26, 2023 4:34 pmQui c’è qualcosa che non mi torna. Prima dici che Pietro è seduto di fronte al fantasma poi entra in scena la ex moglie (morta e dunque fantasma) e dici che siede sulla sedia che l’aspettava. Allora Pietro non doveva meravigliarsi dell’arrivo. 
Non è così. Chi entra è l'ex moglie ed è lei che occupa, come se fosse reale, il posto che le compete.
La Morte si sostituisce a questa figura dopo il dialogo chiarificatore tra i due (magari per un infarto da choc di Pietro).
Infatti, credo di averlo spiegato con chiarezza nel finale:
Poeta Zaza ha scritto: sab dic 23, 2023 6:16 pm
I lineamenti di lei si sciolgono in un ultimo sorriso, poi si deformano; si allargano a raggiera su un volto occupato da orbite cieche che lo guarda senza parlare e lo lascia senza respiro, mentre una nuova ospite si avvicina a lui e l'avvolge in un abbraccio conclusivo.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi
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