[Lab11] Bobi

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Prime letture (6-7 anni)
Tema: giochi

Bobi era un orsacchiotto di pezza, il giocattolo preferito di Sabrina. Non se ne vantava con gli altri giochi, anche perché non poteva parlare: aveva un sorriso cucito con lo spago che a Sabrina piaceva un mondo.
Ogni sera, prima di andare a dormire, Sabrina e la mamma leggevano una fiaba, e tenevano Bobi stretto in mezzo a loro. Sabrina aveva iniziato ad andare a scuola, e amava le storie. Quando la bimba si addormentava, la mamma spegneva la luce e le dava il bacio della buonanotte. Poi infilava Bobi sotto le coperte, e accarezzava entrambi prima di uscire. Che bello essere coccolati così!
Sabrina a volte passava i pomeriggi a costruire coi mattoncini, o a disegnare con le matite colorate. Certi giorni giocava a palla, o suonava la chitarra che le avevano regalato per il compleanno.
Non giocava spesso con le bambole. Quando capitava, invece di vestirle e berci il tè insieme, Sabrina parlava loro di matematica perché voleva diventare una scienziata.
Bobi la guardava dallo scaffale, e sapeva di essere il suo giocattolo preferito perché lei ogni sera tornava da lui. Quante fiabe aveva imparato! Biancaneve, Cenerentola e La Sirenetta – quella vera, che era la preferita della mamma anche se era un po’ triste.
A Sabrina piaceva cambiare le storie. Cappuccetto Rosso non cadeva mai nella trappola del lupo: scopriva il travestimento, liberava la nonna e lo cacciava. Poi arrivava il cacciatore, e tutti insieme facevano le addizioni, perché anche Cappuccetto voleva diventare uno scienziato.
Ogni volta una nuova fiaba, ogni notte nuove coccole. E così Bobi era il giocattolo più felice del mondo.

Poi, una sera, Sabrina non venne in camera. E nemmeno le sere successive. Quando infine tornò, non accese la luce. Si mise a letto senza fiaba e senza bacio della buonanotte. Bobi era molto preoccupato: non le piaceva più?
La mattina seguente, mentre Sabrina era a scuola, i giocattoli si riunirono per discutere.
— Forse si è stancata perché Bobi è sempre uguale —, dissero in coro i mattoncini. — Con noi può costruire tante cose diverse. Con la mamma può cambiare le storie. Ma Bobi è sempre Bobi.
— Magari basta colorarlo un po’ —, proposero le matite.
— Dovrebbe imparare a rimbalzare, sarebbe più divertente —, suggerì la palla.
— Secondo me Bobi è troppo silenzioso —, li interruppe la chitarra, e gli domandò — Perché non ti scuci la bocca e provi a cantare?
Bobi si spaventò: scucire il suo sorriso di spago? Ma a Sabrina piaceva un mondo! Fece cenno di no con la sua testa di pezza.
— Peccato. Suonare invece?
— Macché. Rotolare, ecco cosa ci vuole!
— Testa di palla! Gli orsacchiotti non rotolano. Ci vuole più colore, forse un arancione zucca…
— La zucca ce l’avete vuota. Noi mattoncini possiamo costruirgli una tuta spaziale!
— No! Sì! Suoni! Colori! Salti!
E andarono avanti a litigare così per un bel pezzo. Poi presero la parola le bambole, che erano le più intelligenti perché Sabrina le trattava sempre da scienziate.
— Forse si è stancata di tutti —, dissero. — Non avete visto che ultimamente non gioca più con noi?
Gli altri giocattoli rimasero in silenzio. Sembravano preoccupati.
— Cosa possiamo fare, allora? —, chiesero alle bambole.
— Quello che facciamo sempre: aspettarla. In fondo siamo solo giocattoli.
Sabrina venne a casa da scuola, ma non giocò con nessuno di loro. Anche quella sera, e per molte altre sere, andò a dormire senza fiaba e senza bacio della buonanotte. A Bobi parve di sentirla singhiozzare, di tanto in tanto, sotto le coperte. Ma aveva le orecchie di stoffa, ed era troppo lontano per esserne sicuro.

Una sera Sabrina entrò in camera col papà, e come al solito si infilò nel letto. Lui le rimboccò le coperte, quindi prese l’orsacchiotto dallo scaffale. Bobi era tutto emozionato! Quando il papà l’ebbe posato sul letto, Sabrina disse:
— Non lo voglio.
Bobi sentì spezzarsi il suo cuore di pezza.
— Perché no? — chiese il papà.
Sabrina tacque. Invece di rispondere, scoppiò a piangere. Affondò il viso nel cuscino.
Il papà si sedette accanto, tenendo Bobi in grembo. Accarezzò i suoi capelli mentre piangeva, e piangeva, e piangeva. Bobi non l’aveva mai vista così.
Passò il tempo, e il papà non smise mai di accarezzarla, ma senza dir nulla. Poi Sabrina si tranquillizzò un poco e si mise a sedere: aveva le guance rosse di lacrime.
— Perché non vuoi Bobi? — chiese infine il papà. — È il tuo preferito.
E posò Bobi davanti a lei. I suoi occhi lucidi lo fissavano.
— Perché leggevamo insieme le fiabe con la mamma.
Il papà non disse niente. Sabrina cominciò di nuovo a singhiozzare.
— Non voglio Bobi se non c’è la mamma…
Goccioloni iniziarono a correrle giù per le guance. Il papà l’abbracciò, Bobi vide una lacrima anche nei suoi occhi. Rimasero stretti insieme per qualche tempo, fino a che il respiro di Sabrina si calmò. Si separarono, si asciugarono il viso, e il papà chiese:
— Che ne dici se ti racconto io una fiaba, questa sera?
Sabrina non rispose.
— Lo so, non sono la mamma. E non sono bravo a raccontare come lei —, le fece l’occhiolino. La bimba rise. — Però possiamo stare un po’ insieme.
Sabrina annuì e lo abbracciò forte.
— Allora metto via Bobi? — disse il papà.
— No, se leggiamo una fiaba può stare anche lui. — Prese Bobi e lo mise sul cuscino, in mezzo a loro. Che emozione!
— Quale leggiamo?
La Sirenetta. Quella vera però —, disse lei con decisione. Il papà tacque per un attimo.
— Lo so che è triste —, continuò Sabrina, — però era la preferita della mamma.
Il papà sorrise, prese il libro e iniziò a leggere:
— “In alto mare l’acqua è azzurra come i petali del più bel fiordaliso…”
Dopo tante sere, Bobi stava finalmente ascoltando una fiaba insieme a Sabrina, sistemato tra lei e il papà. Non fu come sempre: più e più volte le loro lacrime caddero sulla sua pelliccia di pezza. Ma poté sentire il loro calore, e questo fu abbastanza.
Finirono di leggere, quindi il papà spense la luce. Le diede il bacio della buonanotte, e infilò Bobi sotto le coperte. Sabrina lo strinse a sé. Quando il papà uscì dalla stanza, e nel buio furono soli, Sabrina pianse ancora un poco. Poi affondò il viso nel suo corpo di pezza, e a Bobi parve di udirla mormorare. Ma aveva le orecchie di stoffa, perciò non poteva esserne sicuro.
— Hai un po’ del profumo della mamma.

Re: [Lab11] Bobi

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Che bravo sei, @Mid anche coi racconti per bambini!  :)
Mid ha scritto: lun nov 20, 2023 9:15 pmNon giocava spesso con le bambole. Quando capitava, invece di vestirle e berci il tè insieme, Sabrina parlava loro di matematica perché voleva diventare una scienziata.
I tempi cambiano, e anche un gioco inalterabile, come le bambole per le bambine, acquista altri aspetti e dimensioni.
Mid ha scritto: lun nov 20, 2023 9:15 pmA Sabrina piaceva cambiare le storie. Cappuccetto Rosso non cadeva mai nella trappola del lupo: scopriva il travestimento, liberava la nonna e lo cacciava. Poi arrivava il cacciatore, e tutti insieme facevano le addizioni, perché anche Cappuccetto voleva diventare uno scienziato. 
Anche le rivisitazioni delle favole seguono i tempi moderni. E non ci sono più, quasi, le professioni esclusivamente maschili.
Hai saputo raccontare con leggerezza le giornate di una bambina serena fino a che il dramma entra nella sua famiglia.

Caro @Mid  :)  alla fine del tuo racconto ero commossa, ma... è proprio questo il punto.

Io, ragazzina affranta dopo la lettura di "Incompreso", mi chiedo se questo sia un testo da far leggere a 6-7 anni, quando ancora non si ha il concetto della morte. Quella della propria madre, poi, è inimmaginabile.
Propendo per racconti gioiosi, e  tutti col lieto fine, per quell'età.

Nulla toglie alla tua bravura e a un finale magistrale:  (y)
Mid ha scritto: lun nov 20, 2023 9:15 pmPoi affondò il viso nel suo corpo di pezza, e a Bobi parve di udirla mormorare. Ma aveva le orecchie di stoffa, perciò non poteva esserne sicuro.
— Hai un po’ del profumo della mamma.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab11] Bobi

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Grazie per le gentilissime parole, @Poeta Zaza.
Poeta Zaza ha scritto: alla fine del tuo racconto ero commossa, ma... è proprio questo il punto.

Io, ragazzina affranta dopo la lettura di "Incompreso", mi chiedo se questo sia un testo da far leggere a 6-7 anni, quando ancora non si ha il concetto della morte. Quella della propria madre, poi, è inimmaginabile.
Propendo per racconti gioiosi, e che facciano pensare, per quell'età.
In realtà ho voluto trattare un tema come questo proprio dopo la discussione nell'altro topic. :P 

Credo che determinati argomenti possano essere trattati tranquillamente a qualsiasi età, purché la scrittura accompagni in maniera adeguata l'esperienza. Si può raccontare della morte anche a un bambino, se si trova il modo giusto di farlo.
Anzi, si dovrebbe parlare di certi temi, secondo me, sempre con l'aiuto dei genitori.

Meglio affrontarli prima in un libro, con un po' di distacco e un supporto alla comprensione, che direttamente nella vita quando l'emozione potrebbe impedire un approccio adeguato.
Ci sono testi bellissimi in questo senso, perfino per bambini più piccoli (penso al recente L'albero dei ricordi, si può trovare letto anche su YouTube).
Non parliamo poi di capolavori assoluti come Il piccolo principe, che viene di solito consigliato intorno ai 7-8 anni.

Io non sono un esperto, non so se il mio testo sia più adatto alla fascia 6-7 anni o a quella 8-9 anni, e infatti ero indeciso. Diciamo che è più sul 7 che sul 6.
In ogni caso ti ringrazio per i complimenti, e sono contento di essere riuscito a farti emozionare. :rosa: 

Re: [Lab11] Bobi

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@Mid ciao


Bobi era un orsacchiotto di pezza, il giocattolo preferito di Sabrina. Non se ne vantava con gli altri giochi, anche perché non poteva parlare: aveva un sorriso cucito con lo spago che a Sabrina piaceva un mondo.
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A parte che "Bobi" è il classico nome per un cane, almeno per gli ultra 60enni  :asd:  mi piace quel sorriso cucito con lo spago!
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Ogni sera, prima di andare a dormire, Sabrina e la mamma leggevano una fiaba, e tenevano Bobi stretto in mezzo a loro. Sabrina aveva iniziato ad andare a scuola, e amava le storie. Quando la bimba si addormentava, la mamma spegneva la luce e le dava il bacio della buonanotte. Poi infilava Bobi sotto le coperte, e accarezzava entrambi prima di uscire. Che bello essere coccolati così!
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Sabrina a volte passava i pomeriggi a costruire coi mattoncini, o a disegnare con le matite colorate. Certi giorni giocava a palla, o suonava la chitarra che le avevano regalato per il compleanno.
Non giocava spesso con le bambole. Quando capitava, invece di vestirle e berci il tè insieme, Sabrina parlava loro di matematica perché voleva diventare una scienziata.
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E perché no? A questa età già parlano di cosa saranno da grandi. Mi pare utile che tu l'abbia inserito.
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Poi, una sera, Sabrina non venne in camera. E nemmeno le sere successive. Quando infine tornò, non accese la luce. Si mise a letto senza fiaba e senza bacio della buonanotte. Bobi era molto preoccupato: non le piaceva più?
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Bello questo colpo di scena: attizza l'attenzione!
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La mattina seguente, mentre Sabrina era a scuola, i giocattoli si riunirono per discutere.
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Il mondo di mezzo si mette in allarme! bella trama
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— Dovrebbe imparare a rimbalzare, sarebbe più divertente —, suggerì la palla.
— Secondo me Bobi è troppo silenzioso —, li interruppe la chitarra, e gli domandò — Perché non ti scuci la bocca e provi a cantare?
Bobi si spaventò: scucire il suo sorriso di spago? Ma a Sabrina piaceva un mondo! Fece cenno di no con la sua testa di pezza.
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Ottima conduzione narrativa tra i soggetti reali e quelli non reali...fatati
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Gli altri giocattoli rimasero in silenzio. Sembravano preoccupati.
— Cosa possiamo fare, allora? —, chiesero alle bambole.
— Quello che facciamo sempre: aspettarla. In fondo siamo solo giocattoli.
Sabrina venne a casa da scuola, ma non giocò con nessuno di loro. Anche quella sera, e per molte altre sere, andò a dormire senza fiaba e senza bacio della buonanotte. A Bobi parve di sentirla singhiozzare, di tanto in tanto, sotto le coperte. Ma aveva le orecchie di stoffa, ed era troppo lontano per esserne sicuro.
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Forse qui vi è un ripetersi di discorsi già fatti. Un piccolo taglio?
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— Che ne dici se ti racconto io una fiaba, questa sera?
Sabrina non rispose.
— Lo so, non sono la mamma. E non sono bravo a raccontare come lei —, le fece l’occhiolino. La bimba rise. — Però possiamo stare un po’ insieme.
Sabrina annuì e lo abbracciò forte.
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Ecco che il mistero viene chiarito, anche se questa scomparsa della mamma, è alquanto chiaro, potrebbe essere morta, come potrebbe essere che sia scappata con un altro uomo! :D
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 Bobi sotto le coperte. Sabrina lo strinse a sé. Quando il papà uscì dalla stanza, e nel buio furono soli, Sabrina pianse ancora un poco. Poi affondò il viso nel suo corpo di pezza, e a Bobi parve di udirla mormorare. Ma aveva le orecchie di stoffa, perciò non poteva esserne sicuro.
— Hai un po’ del profumo della mamma.
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Allora. Perfetta conduzione e coerenza del lessico usato. Buona trama. L'idea della morte? Non mi pare importante, dato che, come già detto, si parla solo di mancanza della mamma, e questo può avvenire per tanti motivi. Buon lavoro @Mid 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab11] Bobi

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Mid ha scritto: Poi affondò il viso nel suo corpo di pezza, e a Bobi parve di udirla mormorare. Ma aveva le orecchie di stoffa, perciò non poteva esserne sicuro.
— Hai un po’ del profumo della mamma.
In questo caso,  avrei tolto il "parve".

"Mentre affondava il viso nel suo corpo di pezza, Bobi la udì mormorare; avendo però le orecchie di stoffa, non era sicuro di aver capito bene. Gli era però sembrato che dicesse: — Hai un po’ del profumo della mamma."

Questo è proprio voler trovare il pelo nell'uovo, perché ho trovato il racconto ben scritto e narrato. Soprattutto trovo azzeccato il parlare della morte della mamma non dicendolo, ma facendolo capire attraverso le immagini. Certo, è una storia triste, ma la morte non guarda in faccia a nessuno e alle volte è crudele, specie se toglie a una bambina la propria madre. Sono d'accordo con te quando dici:
Mid ha scritto: Credo che determinati argomenti possano essere trattati tranquillamente a qualsiasi età, purché la scrittura accompagni in maniera adeguata l'esperienza. Si può raccontare della morte anche a un bambino, se si trova il modo giusto di farlo.
Anzi, si dovrebbe parlare di certi temi, secondo me, sempre con l'aiuto dei genitori.
Meglio affrontarli prima in un libro, con un po' di distacco e un supporto alla comprensione, che direttamente nella vita quando l'emozione potrebbe impedire un approccio adeguato.
Mid ha scritto: Non parliamo poi di capolavori assoluti come Il piccolo principe, che viene di solito consigliato intorno ai 7-8 anni.
é un libro che può essere letto a qualsiasi età. Un po' come Momo e La Storia Infinita.
Mid ha scritto: Io non sono un esperto, non so se il mio testo sia più adatto alla fascia 6-7 anni o a quella 8-9 anni, e infatti ero indeciso. Diciamo che è più sul 7 che sul 6.
Penso che questo dipenda dalla maturità del bambino e da com'è stato educato: in certe famiglie la morte non viene mai discussa, si cerca di proteggere il figlio il più possibile non facendogli affrontare certi argomenti o peggio, tenendogli nascosti anche fatti della vita reale (che può però essere fatto fino a un certo punto).
Un bel racconto, complimenti.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
https://www.lestradedeimondi.com/

Re: [Lab11] Bobi

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Ciao @Mid è un gran piacere leggerti. Parto.
Mid ha scritto: Bobi era un orsacchiotto di pezza, il giocattolo preferito di Sabrina. (Ma) Non se ne vantava con gli altri giochi, anche perché non poteva parlare: aveva un sorriso cucito con lo spago che a Sabrina piaceva un mondo.
Toglierei "con gli altri giochi" (gusto personale) lasciando che il verbo vantare rimanga generico, astratto.
Mid ha scritto: Non giocava spesso con le bambole. Quando capitava, invece di vestirle e berci il tè insieme, Sabrina parlava loro di matematica perché voleva diventare una scienziata.
Forse abbinare la matematica alla scienza per una bambina di sei anni potrebbe essere ardito. Il concetto di matematica ancora non è sviluppato. A quell'età si inizia ad avere il fascino per le astronavi che vanno nello spazio o qualcosa di più legato alla fantasia.
Mid ha scritto: Quante fiabe aveva imparato! Biancaneve, Cenerentola e La Sirenetta – quella vera, che era la preferita della mamma anche se era un po’ triste.
Sostituirei il punto esclamativo dopo imparato con i due punti. Il tranello che potrebbe scaturire dopo l'elenco delle tre grandi fiabe è che si possa pensare a Disney, ai suoi capolavori di animazione, tanto che sono in molti a credere che le abbia scritte lui. Ma questo non è un nostro problema. Mi sembra un ottimo spunto quello di citare la fiaba originale. Ormai se ne ha persa conoscenza, almeno fra i bambini. Vengono adattate e trascritte delle semplificazioni anche banali a seconda dell'edizione. D'altronde le fiabe non sono proprio per i piccoli, quelle originali, per esempio quelle di Andersen.

Mid ha scritto: A Sabrina piaceva cambiare le storie. Cappuccetto Rosso non cadeva mai nella trappola del lupo: scopriva il travestimento, liberava la nonna e lo cacciava. Poi arrivava il cacciatore, e tutti insieme facevano le addizioni, perché anche Cappuccetto voleva diventare uno scienziato.



Non è chiarissimo il concetto della trappola, sempre considerando un bambino di sei, sette anni (parere personale). Per il resto è carinissimo questo passaggio. Forse mi ripeto ma anche in questo caso è un concetto che può associare più un adulto (che va benissimo), un bambino considera le addizioni come qualcosa di assolutamente inutile, almeno è la sensazione che ho percepito negli anni. L'idea dello scienziato per un bambino mi fa venire più in mente provette, esperimenti, reazioni chimiche.

Mid ha scritto: — Forse si è stancata perché Bobi è sempre uguale —, dissero in coro i mattoncini. — Con noi può costruire tante cose diverse. Con la mamma può cambiare le storie. Ma Bobi è sempre Bobi.
— Magari basta colorarlo un po’ —, proposero le matite.
— Dovrebbe imparare a rimbalzare, sarebbe più divertente —, suggerì la palla.
— Secondo me Bobi è troppo silenzioso —, li interruppe la chitarra, e gli domandò — Perché non ti scuci la bocca e provi a cantare?
Bobi si spaventò: scucire il suo sorriso di spago? Ma a Sabrina piaceva un mondo! Fece cenno di no con la sua testa di pezza.
— Peccato. Suonare invece?
— Macché. Rotolare, ecco cosa ci vuole!
— Testa di palla! Gli orsacchiotti non rotolano. Ci vuole più colore, forse un arancione zucca…
— La zucca ce l’avete vuota. Noi mattoncini possiamo costruirgli una tuta spaziale!
— No! Sì! Suoni! Colori! Salti!
Questo passaggio è fantastico. Complimenti.




A parte qualche piccolo dettaglio di poco conto, hai scritto un racconto molto bello. Fantasia e realtà si mescolano egregiamente con l'intento di trasmettere delle emozioni.
Dalla mia esperienza ho potuto constatare che sono più preoccupati gli adulti del concetto della morte. Il bambino spesso ne parla con naturalezza. Forse il primo pensiero  è quello di associare la morte alla vecchiaia, per cui gli può capitare di assistere soprattutto alla mancanza dei nonni. La morte improvvisa può essere più disorientante e l'elaborazione può avvenire a distanza di molti anni. Credo che al piccolo lettore possa essere importante affrontare la morte e penso che con la sua spontaneità possa affrontarla meglio rispetto a un adulto. I miei figli già mi fanno presente che tra un tempo non particolarmente lungo morirò e che loro faranno dei figli, e la cosa inquieta più me che loro.
Un racconto che si apprezza anche per il valore estetico della scrittura. Oltre che a trasmettere emozioni. Alla fine direi che potrebbe quasi far più presa in un adulto, come credo in fondo dovrebbe essere per tutti i racconti per l'infanzia. A volte ne ha più bisogno un adulto di sentire delle fiabe per evadere dalla realtà.
A rileggerti  

Re: [Lab11] Bobi

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Ciao @Mid

Secondo me hai scritto un racconto molto bello.
L'ho letto tutto d'un fiato, senza incespicare mai da nessuna parte, tranne qui:
Mid ha scritto: Finirono di leggere, quindi il papà spense la luce
Ho trovato l'inciso un po' pesante, questo "quindi" innaturale. cosa ne pensi di:
"Finito di leggere, il papà spense la luce?"
Mi sembra più naturale.
Però come capirai è davvero una sciocchezza.

Mi piace molto come hai caratterizzato Bobi e il suo dialogo con gli altri giochi, in un'atmosfera calda che mi ha convinto molto più di toy story. La perdita della mamma è straziante, ma è una cosa che può succedere ed è giusto provare a proporre il tema. Secondo me l'hai fatto splendidamente, anche perché il messaggio che passa è che la mamma, in ogni caso, rimane. Nei gesti (il papà che legge), nei profumi (Bobi), nei ricordi. Il linguaggio che hai adottato è perfetto.
Bravo bravo bravo.

A rileggerti.

Re: [Lab11] Bobi

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Ciao @Mid

Una fiaba tenera e commovente. Potrei ripetermi, perché leggo sempre i commenti che mi hanno preceduto, ma io dico che ci vuole delicatezza e maestria per inserire la Morte in una fiaba per bambini in maniera così soave, impalpabile eppure in maniera così umana, naturale e non paurosa, rappresentandola per quello che è, un evento naturale che accade a tutti, che deve accadere, che accadrà.
Commovente la solitudine dell'orsachiotto che non capisce il motivo per cui Sabrina non lo voglia più.
Bobi e gli altri giocattoli che parlano tra di loro risulta una scena bellissima, mi ha ricordato i burattini di Mangiafuoco che parlano con Pinocchio esprimendogli le loro paure e consigliandolo sul da farsi.
Delicatissimo e umano il padre di Sabrina nel proporsi con umiltà di sostituire la madre che non c’è più nel raccontare le fiabe come le raccontava lei, cambiando dolcemente lo svolgersi degli eventi.
Il finale fa venire i lacrimoni, con la felicità di Sabrina che torna ad abbracciare il suo orsetto di pezza. Molto bello.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab11] Bobi

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Ringrazio tutti coloro che hanno commentato: @bestseller2020, @M.T., @Kasimiro, @Sineddoche, @Alberto Tosciri.

Grazie per la vostra gentilezza, e ho preso nota di tutti gli appunti che avete menzionato, ne terrò conto quando farò la revisione, ci sono un paio di note con cui sono d'accordo al 100% e punti che vanno sistemati.

Grazie anche per le parole di appezzamento. Scriviamo tutti per trasmettere qualcosa, sapere di esserci riuscito è un incentivo a continuare, a condividere altro.

Grazie ancora a tutti. :)

Re: [Lab11] Bobi

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Mi associo a tutti gli  altri commenti. @Mid 
La storia è delicata e allo stesso tempo triste, davvero triste.  L'hai raccontata in modo magistrale, come ti hanno detto. Ho notato solo una cosa che forse si potrebbe migliorare: La sensazione di vuoto riempita da un alito di profumo, a me sembra una cosa troppo vaga, e quando il profumo svanisce? Ci vorrebbe un'idea che imprimesse quel profumo sull'orsetto per sempre.
Hai affrontato un tema molto importante, io non saprei come fare, la morte per i bambini è un concetto ancora tutto da elaborare. Forse io l'avrei affrontato in modo meno diretto, per un problema mio, certo, non dico che è sbagliato far morire la madre della piccola protagonista. C'è una lunga lista di mamme cadavere in letteratura. 

Qui mi permetto una riflessione:
Ci avete fatto caso che nelle storie sono quasi sempre la mamme a morire?
La madre di Bambi, di Biancaneve, di Cenerentola, la moglie di Geppetto, la mamma di Dumbo, di Nemo...
E quando non sono morte, non ci sono proprio. Avete per caso idea della madre di Belle, della principessa Jasmine, della Sirenetta...
Ma abbiamo chiare in mente tutte le matrigne e le streghe, non capisco per quale motivo, però, non me lo spiego. 

Re: [Lab11] Bobi

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Grazie per il commento, @Albascura. :) 
Albascura ha scritto: La sensazione di vuoto riempita da un alito di profumo, a me sembra una cosa troppo vaga, e quando il profumo svanisce? Ci vorrebbe un'idea che imprimesse quel profumo sull'orsetto per sempre.
Avevo pensato a questo aspetto.
Il "memento della madre" è cambiato durante la stesura.
All'inizio era qualcosa di "permanente": invece del profumo doveva essere un disegno, motivo per cui avevo chiesto nell'Off Topic se si potevano usare illustrazioni (nell'idea originale la storia era un po' diversa, invece di leggere fiabe madre e figlia si divertivano a disegnare insieme, e Bobi era il soggetto di alcuni disegni). Ma anche in quel caso il "memento" non sarebbe stato permanente del tutto. Un disegno sbiadisce, dopotutto.
Poi, dovendo cambiare storia, ho optato per il profumo proprio perché rendeva meglio questo carattere effimero.

Il profumo è solo una tappa durante l'elaborazione del lutto. Ma la bambina riuscirà a superare la perdita anche una volta che il profumo sarà svanito. Le resta il papà, le restano le fiabe, le resterà il ricordo della mamma. E le resterà anche Bobi. :) 

Io credo che il lutto sia una trasformazione interiore. Il fatto che il profumo svanisca (o che un disegno sbiadisca) dovrebbe simbolizzare quello. Non mi aspetto che un bambino a quell'età riesca a cogliere questo dettaglio, ma volevo inserirlo comunque perché è qualcosa in cui credo.
Albascura ha scritto: Ci avete fatto caso che nelle storie sono quasi sempre la mamme a morire?
La madre di Bambi, di Biancaneve, di Cenerentola, la moglie di Geppetto, la mamma di Dumbo, di Nemo...
E quando non sono morte, non ci sono proprio. Avete per caso idea della madre di Belle, della principessa Jasmine, della Sirenetta...
Ma abbiamo chiare in mente tutte le matrigne e le streghe, non capisco per quale motivo, però, non me lo spiego. 
Qui ci sarebbe da aprire un topic a parte. :asd: 
Devo essere sincero, non so il motivo per cui ho scelto di sviluppare la storia in quel modo. Semplicemente mi sembrava più forte dal punto di vista emozionale. Forse perché ero un po' mammone. :D 

Si dovrebbero fare degli studi in merito ma credo che, culturalmente, la figura della madre sia associata a una maggiore vicinanza ai figli.
Quindi una sua perdita (o la sostituzione con una figura dalle caratteristiche opposte, come la classica "matrigna cattiva") ha un impatto emotivo maggiore.
Stiamo parlando di storie che vengono da un mondo dove l'uomo era spesso un "amministratore della famiglia" più che una figura genitoriale in senso moderno.

Comunque esistono fiabe e storie in cui è il padre a morire, sebbene non così famose. Mi viene in mente Il compagno di viaggio di Andersen (sì, Andersen è il mio autore di fiabe preferito :P ).
In genere, però, in quelle storie la morte del padre (o la sua assenza) è un espediente narrativo per rompere l'equilibrio in favore dello sviluppo della trama più che un momento di impatto emotivo per la crescita dei personaggi: la famiglia diventa povera quindi il protagonista è costretto a trovare lavoro, o a partire per un viaggio, ecc.

Re: [Lab11] Bobi

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@Mid che storia commovente! Molto tenera. 
Secondo me, dovresti spostare la prima parte in un'altra posizione perché come incipit è poco d'impatto. Se non vuoi spostarla, potresti provare a metterla in presa diretta in maniera che risulti meno raccontata e più coinvolgente.
Stringerei ancora di più sul punto di vista dell'orsacchiotto che deve risultare limitato, certo, dalla pezza che ha in testa, ma anche dalla sensibilità che lui ha acquisito essendo  il giocattolo più vicino a Sabrina.
Forse, ma è solo un pensiero mio ovviamente, in concomitanza con la morte della mamma, potresti insistere sul rifiuto nei confronti di Bobi da parte di Sabrina. Invece che ignorarlo e basta, lei potrebbe proprio nasconderlo da qualche parte, magari dentro o sotto qualcosa per poi venire riscattato dagli altri giocattoli? Mi pare adeguato perché comunque lei ha ben chiaro sul finale la ragione per cui non voleva Bobi vicino, quindi non mi sembrerebbe fuori luogo. 
Mi piace molto la parte del dialogo tra i giocattoli che vengono caratterizzati nella loro umanizzazione dal rapporto che hanno con la bambina. Molto ben consegnato, per me.
Per quanto riguarda la parte tecnica, invece, dovresti accorciare un poco le frasi e andare a capo più spesso che puoi. Tieni conto che spesso ti dicono di scrivere come se stessi scrivendo una chat perché l'attenzione ha quella durata ormai!
https://www.edizioniel.com/prodotto/lan ... 866568070/
https://www.edizionipiuma.com/it/i-disobbedienti/
Linda e la montagna di fuoco
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