[H23] L'ultravivente (Revisionato)

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[H23] L'ultravivente

Hanno dimenticato di infilarmi le calze. Fa male camminare sulle ossa... vorrei lo provassero anche loro. Bastardi. Io non ho quasi più pelle né carne, ma loro sono senza midollo spinale e senza cervello. Maledetto il giorno che ho accettato di fare da cavia all'esperimento di questa clinica universitaria, nel reparto della suprema longevità: l'imperitura cazzata. L'artefice del procedimento a elisir continuato mi diceva di non essersi voluto sottoporre al procedimento per assistere chi vi sottoponeva con la sua migliore competenza. In pratica, lui è morto il secolo scorso e io gli sopravvivo in mano a quella banda di dottorucoli che vivono e vivranno sempre a mio carico.
Hanno interrotto dialisi e endovenose per nutrirmi e elisirarmi, accennando a denti stretti a un fantomatico "piano B". Combinazione: è successo in coincidenza con il decesso dell'uomo più longevo della terra, che adesso sono io, coi parametri vitali registrati il giorno dopo il decesso del precedente detentore del primato di ultravivente.
Ho rabbrividito e udito le arcate dei miei denti sbattere l'una contro l'altra.

Adesso, a distanza di tempo, che non so più misurare, mi hanno anche cambiato camera e sono al gelo col solo pigiama e un lenzuolo. Tra l'altro è una doppia. Quello nel letto accanto - peraltro nemmeno centenario, a occhio e croce - dev'essere una cavia del programma che non ha superato gli esami di ammissione.
Sono decenni che non ricevo visite da parenti: tutti morti.
Il mio cuore (mio?) pompa ancora il mio sangue (o d'altrui?) nelle arterie che lo portano in giro e nelle vene che glielo rendono per pulirlo. Ma manca troppa pelle a protezione di tutto il sistema. Questa è la verità.
Dagli occhi occhi super infossati riesco ancora a vedere con la coda dell'occhio.
Da macerati arti si sta squamando, con la pelle, anche il primo strato di carne.

La donna che entra e si accosta  al letto del mio vicino è in lacrime mentre gli accarezza il viso immobile. Poi, alza lo sguardo verso di me, mi si avvicina e urla, facendo un salto, mentre la sua borsetta si rovescia sul mio letto, mentre io cerco di alzarmi per educazione. Lei fugge e la mia visione laterale cade sugli oggetti e sul binomio borsetta - specchietto. Infatti, eccolo, lo prendo: un cammeo incornicia una superficie riflettente. Da non so quanti lustri non vedo il mio volto. Gli specchi sono banditi in questo reparto.
Mi urlo dentro dal terrore di scorgere il mio teschio ma il grido non trova più né laringe né lingua per uscire né il fiato si articola dai polmoni collassati. I globi oculari sono così infossati nelle orbite che devo piegare innaturalmente il cranio per vedere bene. Bene... un eufemismo che non rende la chiarezza del messaggio che mi arriva, e una doppia consapevole paura.
Mi hanno spostato dalla corsia all'obitorio. Sono un cadavere ambulante donato alla scienza, da cavia viva e consapevole. Sono condannato a vivere? Sarò il primo cadavere sepolto vivo?
Un abisso di disperazione mi scuote tutto, pur restando immobile visto dall'esterno, lo so,  inchiodato al mio letto di dolore.   
Neppure i miei denti a vista riescono a sbattere e a farsi sentire. Non mi muovo più e sono vivo... voglio morire, aiutatemi. Ahhhhh.
Il mio corpo non verrà cremato, questa era l'intesa, ma adesso me ne pento. Ho firmato che lasciavo il mio corpo alla scienza ma così chi può impedire loro di seguitare a monitorarmi da cadavere tenuto in vita?
O verrò davvero sepolto vivo? Questo è il mio terrore... Il raccapriccio mi monta dentro e mi gela il sangue, che già faticava a scorrere.
Dopo essermi visto allo specchio, l'orrore mi ha bloccato tutto. Non posso nemmeno piangere o pisciarmi addosso. Come posso far capire che sono ancora vivo?
Il collaterale dramma di non avere voce è rappresentato dal mio strazio muto quando torna la vedova aggrappata a un infermiere, e mi indica articolando lamentosi mugolii.
Voglio morire, aiutami!  Aiu...
Cerco di tirarmi su ma sento la schiena collassare tra anello e anello della spina dorsale. Intanto, l'efficacia contro il dolore della narcosi indotta dall'elisir va scemando, e già mi prefiguro uno scenario di cruento dolore senza voce.

Scorgo con la coda dell'occhio un lampo di soddisfazione nello sguardo dell'infermiere.

Il team è convinto: s'è vinta l'impresa.
La morte sbadiglia: s'allunga l'attesa.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [H23] L'ultravivente (Revisionato)

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@Poeta Zaza, era ben riuscito il precedente, e questo è anche meglio. :) 

Pulci, cimici e insetti vari:
Poeta Zaza ha scritto: L'artefice del procedimento a elisir continuato mi diceva di non essersi voluto sottoporre al procedimento per assistere chi vi sottoponeva con la sua migliore competenza. [frase un po' convoluta, e le ripetizioni non suonano benissimo. Forse sarebbe meglio: "L'artefice del procedimento a elisir continuato mi diceva di non esservisi sottoposto per assistere invece chi lo affrontava con la sua migliore competenza."]
[...]
Combinazione: è successo in coincidenza con il decesso dell'uomo più longevo della terra, che adesso sono io, coi parametri vitali registrati il giorno dopo il decesso del precedente detentore del primato di ultravivente. [altra ripetizione, forse si può usare "trapasso" o "dipartita"]
[...]
Il mio cuore (mio?) pompa ancora il mio sangue (o altrui?) nelle arterie che lo portano in giro e nelle vene che glielo rendono per pulirlo. Ma manca troppa pelle a protezione di tutto il sistema. Questa è la verità.
Dagli occhi occhi super infossati riesco ancora a vedere con la coda dell'occhio. [la prima ripetizione è probabilmente un refuso, la seconda non suona bene. Preferirei qualcosa tipo: "Nonostante gli occhi super infossati ho ancora un po' di visione laterale"]
[...]
Poi [,] alza lo sguardo verso di me, mi si avvicina e urla, facendo un salto, mentre la sua borsetta si rovescia sul mio letto, mentre io cerco di alzarmi per educazione. [altra ripetizione, il primo "mentre" può essere eliminato, secondo me]
[...]
Mi urlo dentro dal terrore di scorgere il mio teschio ma il grido non trova più né laringe né lingua per uscire, né il fiato si articola dai polmoni collassati. [virgola mancante]
Vale ancora quanto avevo scritto nel topic del contest, ma devo dire che dopo la sistemazione sono riuscito ad apprezzare il racconto molto di più.

In particolare ho notato che hai asciugato la prosa, eliminando soprattutto gli inserti retorici come anche quel puzzone di @Stregone  ti aveva suggerito. E la differenza si sente, eccome.
Ora il testo è secco e diretto, proprio come un'osso strofinato sulla pelle del lettore, senza lo spessore di muscoli e vestiti. Si percepisce un tono più angoscioso e opprimente, quasi di ineluttabilità, mentre assistiamo alle scene che descrivi. Adesso riesco a immedesimarmi meglio nel protagonista, e a sentire la sua inquietudine senza filtri.

Non sono ancora convinto al 100% dei due versi finali, ma posso capire il motivo per cui li hai inseriti, e ci possono stare. Smorzano inoltre un po' di tensione "pura", facendo del racconto quasi un horror filosofico, che ritengo fosse il tuo obiettivo, dato il soggetto.

Insomma, ottima revisione. :) 
Ma avevi comunque un buon materiale di partenza.

A rileggerti. :D

Re: [H23] L'ultravivente (Revisionato)

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Mid ha scritto: In particolare ho notato che hai asciugato la prosa, eliminando soprattutto gli inserti retorici come anche quel puzzone di @Stregone  ti aveva suggerito. E la differenza si sente, eccome.
Ora il testo è secco e diretto, proprio come un'osso strofinato sulla pelle del lettore, senza lo spessore di muscoli e vestiti. Si percepisce un tono più angoscioso e opprimente, quasi di ineluttabilità, mentre assistiamo alle scene che descrivi. Adesso riesco a immedesimarmi meglio nel protagonista, e a sentire la sua inquietudine senza filtri.

Non sono ancora convinto al 100% dei due versi finali, ma posso capire il motivo per cui li hai inseriti, e ci possono stare. Smorzano inoltre un po' di tensione "pura", facendo del racconto quasi un horror filosofico, che ritengo fosse il tuo obiettivo, dato il soggetto.

Insomma, ottima revisione. :) 
Ma avevi comunque un buon materiale di partenza.
Grazie di  <3 @Mid 

Però...
Non riesco a credere di avere fatto tutte quelle  cacofoniche ripetizioni dell'inizio, che credevo di avere riletto bene... accidenti a me.  :facepalm:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [H23] L'ultravivente (Revisionato)

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Questo avrebbe dovuto essere scritto:  :si:

[H23] L'ultravivente

Hanno dimenticato di infilarmi le calze. Fa male camminare sulle ossa... vorrei lo provassero anche loro. Bastardi. Io non ho quasi più pelle né carne, ma loro sono senza midollo spinale e senza cervello. Maledetto il giorno che ho accettato di fare da cavia all'esperimento di questa clinica universitaria, nel reparto della suprema longevità: l'imperitura cazzata. L'artefice del procedimento a elisir continuato mi diceva di non essersi voluto sottoporre direttamente per assistere gli interessati con la sua migliore competenza. In pratica, lui è morto il secolo scorso e io gli sopravvivo in mano a quella banda di dottorucoli che vivono e vivranno sempre a mio carico.
Hanno interrotto dialisi e endovenose per nutrirmi e elisirarmi, accennando a denti stretti a un fantomatico "piano B". Combinazione: è successo in coincidenza con il decesso dell'uomo più longevo della terra, che adesso sono io, coi parametri vitali registrati il giorno dopo la morte del precedente detentore del primato di ultravivente.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [H23] L'ultravivente (Revisionato)

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Letto. 
Anche nel caso di questo racconto, mi scoccia alquanto ammettere che trovavo condivisibile il senso dei rilievi del puzzone. (I suoi modi sono discutibili, ma quando commenta non vaneggia soltanto). 
Comunque, ben fatto: ora il racconto è molto più efficace.
Credo addirittura che, per i miei gusti, qualche ulteriore taglio non ci starebbe male. Oltre alle giuste note di Mid, mi sembra di avere qualche altra piccola perplessità... 
Rileggo, ci penso, poi ti dico... 

Re: [H23] L'ultravivente (Revisionato)

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@Poeta Zaza bel testo, non ho letto il precedente quindi non posso fare un paragone, ma il tutto è abbastanza macabro e ben congegnato. Forse asciugherei ancora un po' questa frase, che risulta un po' arzigogolata. 
Poeta Zaza ha scritto:  Combinazione: è successo in coincidenza con il decesso dell'uomo più longevo della terra, che adesso sono io, coi parametri vitali registrati il giorno dopo il decesso del precedente detentore del primato di ultravivente.
Per il verso della chiusa dire che è azzeccato il concetto, ma stride la rima. Eppure, rientra nel tuo stile, e lo stile non si discute. 
Bella lettura  (y)

Re: [H23] L'ultravivente (Revisionato)

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queffe ha scritto: Comunque, ben fatto: ora il racconto è molto più efficace.
Credo addirittura che, per i miei gusti, qualche ulteriore taglio non ci starebbe male. Oltre alle giuste note di Mid, mi sembra di avere qualche altra piccola perplessità... 
Rileggo, ci penso, poi ti dico... 
Grazie del passaggio, @queffe,  e ti aspetto per il resto.  :libro:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [H23] L'ultravivente (Revisionato)

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Adel J. Pellitteri ha scritto: @Poeta Zaza bel testo, non ho letto il precedente quindi non posso fare un paragone, ma il tutto è abbastanza macabro e ben congegnato. Forse asciugherei ancora un po' questa frase, che risulta un po' arzigogolata.  Per il verso della chiusa dire che è azzeccato il concetto, ma stride la rima. Eppure, rientra nel tuo stile, e lo stile non si discute. 
Bella lettura  (y)
Grazie per le tue considerazioni e per il gradimento, cara @Adel J. Pellitteri :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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