[H23] L’amo da morire

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Percorso: Traccia del mistero
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Ho un mal di testa atroce. Mi sento strana, ho i sensi ovattati. Cos’è questa umidità? Sono bagnata.

I miei occhi. Non riesco ad aprirli. In realtà non capisco se siano aperti o chiusi. Non è del tutto buio. Ma questa è una luce che si può percepire con gli occhi chiusi.

Si può vedere il nulla sdoppiato?
È un incubo, sicuramente un incubo.

Mi placo, ma il dolore alla testa non segue la direttiva.

Allungo la mano alla ricerca del fianco di Marco.

Non dormiamo più avvinghiati come prima. Quando gliel’ho fatto notare, mi ha detto di non rompere, perché lui mi ama da morire e queste cose non contano.

Marco non c’è. Mi sta prendendo il panico, neanche il tatto funziona, non sento le lenzuola, il letto.

Sono avviluppata in una sostanza vischiosa. Non riesco a svegliarmi. Sento l’impulso di gridare, la fame d’aria. Non capisco. Sento che mi sto agitando anche fisicamente, ma mi rendo conto di rimanere immobile.

“Marco?”
L’ho chiamato davvero? Penso di averlo urlato, ma non ho sentito la mia voce. Sento solo tuonare il mio cuore, anche questo pare sdoppiato, come la vista.
Mi rimbomba l’eco del battito. Non è possibile.

Devo svegliarmi.

Ho letto da qualche parte che non si può morire di paura nel sonno, il cervello reagisce e ci fa svegliare.
Sarà vero?

Seguo l’impulso primordiale a ranicchiarmi, stringo i pugni per aggrapparmi alla realtà, mi impegno per uscire da questo incubo.

Scartabello i ricordi in questo faldone della mia mente che sembra essere caduto a terra, spaginandosi rovinosamente.

Frammenti di vita.
Le amiche inseparabili, che non approvavano Marco e le ho allontanate.
Marco, sempre Marco in quasi tutte le immagini. Il dubbio che si era insinuato, mia madre che dice che un altro come lui non lo trovo, mio padre che lancia occhiatacce a mia madre. Neanche a papà piace Marco.
Marco che mi ama da morire.
Marco che mi dice che noi due ci bastiamo, che il mondo può starsene fuori.
Marco che mi protegge e non vuole che esca da sola, perché la città è pericolosa.
Marco che si arrabbia quando gli dico di volere finire l’università.

L’ho conosciuto in facoltà. Era l’assistente del professore di chimica. Siamo andati a vivere insieme in un mese.

Mi scoppia la testa cercando di ricordare il perché io abbia allentato gli studi, lui mi ha consigliato di sospendere l’università per non sprecare i soldi della retta.
Poi Marco ha cambiato lavoro e mi ha detto che era meglio che avessi smesso.

Si affaccia questo ricordo, che facevo fatica a mettere a fuoco anche nel mentre lui pronunciava la frase “l’università non fa per te, sono tutte zoccole.”

Abbiamo litigato, lui è uscito, sono andata a dormire sul divano e gli ho lasciato sul cuscino la ricevuta della retta di iscrizione.
Fiera di averlo fatto.

Sono più tranquilla, ora che ho ricomposto tutti quei frammenti di realtà che mi danzavano intorno. Non avevo consapevolezza che mi riguardassero.

Forse mi sto avvicinando al risveglio, mi sento fluttuare, leggera.

Ho la consistenza del vapore. È la paura ad avvolgermi e a tenermi forzatamente unità al mio corpo.

La mia essenza evanescente mi ingloba, fronte con fronte, petto su petto, pancia su pancia.

Ho un attimo di lucidità mentre provo, senza riuscirci, ad immaginare come possa questo secondo corpo aderire perfettamente a me, speculare, nella mia posizione ranicchiata.

Quell’attimo di curiosità ha lacerato il manto di paura. Mi sento svuotare, capisco che il mio me, è solo l’involucro dell’essenza che si sta separando.
Ci guardiamo.
So di guardare me stessa, non può essere diversamente da così, ma ora io sono diventata l’essenza che si stacca e non riconosco il mio involucro.
Provo a ringlobarmi, solo le dita sono rimaste aggrappate a quelle strette a pugno.
Io essenza sto fluttuando.
Il mio involucro, ranicchiato, immobile, sembra finalmente sereno.

Spingo verso il basso, verso quella ritrovata serenità che bramo, ma se quello è l’incubo, io voglio svegliarmi.
Sono combattuta.
Vengo risucchiata in un’altra dimensione.
Anche le dita hanno ceduto ed io attraverso vorticosamente immagini, luoghi, voci.

Sono una corrente d’aria fredda che sferza le persone facendole rabbrividire per un attimo, ma non percorro gli spazi come il vento, faccio zapping da un luogo all’altro e mi fermo pochi attimi, non sempre aquisisco consapevolezza.

Ora sono a casa mia, ho riconosciuto il palazzo, la porta di casa, ma l’arredamento è totalmente cambiato, non capisco.
C’è una famiglia con due bambini. Non li conosco.

“SVEGLIATI MALEDIZIONE! SVEGLIATI!” Sto urlando a me stessa, mi chiedo se sono qui, se sono altrove ranicchiata, se sto dormendo, se sono morta.

Nero. Tutto nero.
Angoscia.
Non sono più aria, vapore, polvere.
Dolore atroce. Un attimo.
Meno di un attimo per forarmi il cranio. Al centro della fronte.
Ho sofferto? Solo un attimo.
Dormivo.
Non ho visto il mio assassino, vorrei non avere dubbi, ma so che è stato Marco.
Non lo ipotizzo. Lo so.
Ho la consapevolezza del mondo.
Ho una conoscenza tale da annientarmi. Mi limito a quel che mi concerne.
Vengo risucchiata nuovamente.
Altro canale.
Spazio stretto, angusto.
Sto inglobando il mio scheletro.
La mia memoria di studentessa mi dice che sono passati almeno dieci anni dalla mia morte. In tutta questa consapevolezza universale, non riesco a carpire il particolare.
Cosa mi sono persa?

E i miei genitori? Avranno reagito al dolore, almeno per Laura?
Mia sorella aveva solo sedici anni.
E Marco? Marco è morto.
Devo uscire da questa bara, ho sentito il suo alito gelido dietro l’orecchio “NON SEGUIRMI! Ti odio… come hai potuto… tu non mi amavi. Non è amore questo.”

Buio. Lampi di luce. Sono di nuovo aria, ma mi sento come l’acqua di un mulinello risucchiata dal buco del mondo.

Sono a casa di mia madre. Come è invecchiata. Sento la voce di papà, sta parlando con Laura.
Mi sposto in cucina. Papà le accarezza la pancia. Mi sento sciogliere.
Sarà almeno al sesto mese. È bellissima.
Sei bellissima mamma.
Eccomi, al mio posto.
Qui, ranicchiata, al sicuro.
Non sono solo involucro, sono pienamente io, in divenire.
Niente più mal di testa. Perché avevo dolore alla testa?
Galleggio in questo liquido caldo che scioglie il passato nell’amore che mi circonda.
Sensazioni, solo sensazioni.
Sono.
Sarò.
Pace.
Finalmente.
<3

Re: [H23] L’amo da morire

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Ciao @Modea72 !
Devo dire che trovo il tuo racconto molto, molto difficile da commentare.
Questo a causa del suo andamento contraddittorio, altalenante, che in molti punti non funziona come costruzione ma che, globalmente, lo fa emotivamente.
È una reincranzione? Il ricordo di un omicidio? È il Sogno di un feto? La sorella Laura è morta o non lo è? Perché la protagonista fa Zapping da una realtà all’altra? Marco, chi era veramente Marco?
L’ho riletto più volte e ancora galleggio in un senso di indeterminazione. E mi dico che forse è proprio quello che volevi ottenere: il caos pre-natale?
Mi spiazzano i repentini cambi di registro espressivo, la scelta di alcuni vocaboli (direttiva, scartabello i ricordi del faldone) molto distanti dal lessico globale del racconto. E poi ci sono passaggi che non capisco, come perchè “spinge in basso verso la serenità” oppure quandi si agita fisicamente ma rimane immobile… e quindi?
Quindi rimane la sensazione di galleggiare nel caos primordiale del liquido amniotico! Dove passato, divenire e futuro si mescolano vorticosi.
E rimane il coinvolgimento emotivo di un racconto che, forse, non poteva che essere così!

A rileggerti!

Re: [H23] L’amo da morire

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Ciao @Modea72,
Innanzitutto bel titolo!
Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pmHo un mal di testa atroce. Mi sento strana, ho i sensi ovattati. Cos’è questa umidità?
Nai un proiettile in testa, baby  :gun: Quello, lo @Stregone , è uno str@#>ç
Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pmMarco non c’è. Mi sta prendendo il panico, neanche il tatto funziona, non sento le lenzuola, il letto.

Sono avviluppata in una sostanza vischiosa. Non riesco a svegliarmi. Sento l’impulso di gridare, la fame d’aria. Non capisco. Sento che mi sto agitando anche fisicamente, ma mi rendo conto di rimanere immobile.

“Marco?”
L’ho chiamato davvero? Penso di averlo urlato, ma non ho sentito la mia voce. Sento solo tuonare il mio cuore, anche questo pare sdoppiato, come la vista.
Mi rimbomba l’eco del battito. Non è possibile.

Devo svegliarmi.
 Ok, mi manca l'aria, vuol dire che funziona.

Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pmLe amiche inseparabili, che non approvavano Marco e le ho allontanate.
direi "e che ho allontanate"
Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pmLa mia essenza evanescente mi ingloba, fronte con fronte, petto su petto, pancia su pancia.

Ho un attimo di lucidità mentre provo, senza riuscirci, ad immaginare come possa questo secondo corpo aderire perfettamente a me, speculare, nella mia posizione ranicchiata.
bella questa immagine del corpo che combacia con il corpo. Suggerisce la sensazione che prima non lo facesse, ed è una sensaione, credo, che ognuno di noi sperimenta.

Molto bello, @Modea72 , questo racconto che all'inizio sembra allucinato, ma poi si rivela qualcosa di più, e qualcosa che ho apprezzato particolarmente.
Immaginando una morta hai provato a intavolare il discorso non sulla razionalità dei viventi, ma sull'irrazionalità dei non più vivi, sui, ricordi, sulle sensazioni sensoriali. Il mondo e la realtà si fa più evanescente, fino a che non scopriamo che è la realtà ricostruita da una persona morta. Tutti i bordi sono sfumati. Il corpo che si stacca dal corpo forse segna il confine vita/morte: siamo noi stessi ma non siamo più no stessi come prima, le strutture solide le dobbiamo abbandonare. Cosa resta? Gli affetti, quelli familiari in primo luogo, dove il "fantasma" ritrova casa. 

Molto particolare la costruzione a singole frasi isolate.
Mi è piaciuto, brava!
Scrittore maledetto due volte

Re: [H23] L’amo da morire

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Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pmEccomi, al mio posto.
Qui, ranicchiata, al sicuro.
Non sono solo involucro, sono pienamente io, in divenire.
Niente più mal di testa. Perché avevo dolore alla testa?
Galleggio in questo liquido caldo che scioglie il passato nell’amore che mi circonda.
Sensazioni, solo sensazioni.
Sono.
Sarò.
Pace.
Finalmente.
È la storia di un viaggio @Modea72 
La sua anima elabora per dieci anni la sua morte e poi trova finalmente il suo posto, al sicuro. Dimenticherà tutto, l'amore sarà la sua ricompensa.
Molto bello, una storia avvincente che potrebbe diventare un bellissimo Film.
Complimenti. Non ho avuto ne paura ne angoscia, orrore ancora meno, però, la trama mi ha preso.

Re: [H23] L’amo da morire

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Ciao @Modea72  :)

Bentrovata qui!

Comincio col dirti che ho avuto seri problemi a ricostruire la trama. 

Comincio dall'incipit:
Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pmHo un mal di testa atroce. Mi sento strana, ho i sensi ovattati. Cos’è questa umidità? Sono bagnata.
Dopo avere letto dall'inizio alla fine, mi chiedo ancora da dove venga quell'umidità.
Si tratta di una donna vittima di un femminicidio con un colpo di pistola alla testa.
Sul finale si parla di lei tornata come feto nel liquido amniotico- Ma allora è la sua vita che, giunta alla fine, ricomincia dall'inizio? Ma perché dovrebbe portarsi dietro il mal di testa metaforico della sua disgraziata fine?
Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pmSono a casa di mia madre. Come è invecchiata. Sento la voce di papà, sta parlando con Laura.
Mi sposto in cucina. Papà le accarezza la pancia. Mi sento sciogliere.
Sarà almeno al sesto mese. È bellissima.
Sei bellissima mamma.

Eccomi, al mio posto.
Qui, ranicchiata, al sicuro.  (rannicchiata)
Non sono solo involucro, sono pienamente io, in divenire.
Niente più mal di testa. Perché avevo dolore alla testa?
Galleggio in questo liquido caldo
Qui sono andata in confusione totale. Intanto, c'è un papà che parla con Laura in una stanza e che accarezza la pancia della moglie in un'altra stanza. C'è una madre vecchia? No, è una gestante al sesto mese. 
Qui il mal di testa, come ovvio (a differenza dell'inizio che c'era) non c'è. 
Torno a chiedere: che liquido era quello dell'incipit?

Scusami @Modea72  ma alle cose sottaciute che tutti capiscono io non ci arrivo.  :facepalm:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [H23] L’amo da morire

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Grazie @L'illusoillusore@Edu@Albascura@Poeta Zaza  per essere passati ed avere lasciato i vostri commenti.

Di solito rispondo singolarmente, questa volta ho voluto aspettare perché ho tentato una scrittura che lasciasse molto spazio all'immaginazione del lettore, ho cercato di dosare il mistero, volevo capire, leggendo più commenti senza dare spiegazioni, quanto della trama che avevo in mente, fosse arrivato.

Questo il mio racconto spiegato, volutamente confusionario, perché è in totale confusione l'io narrante:

La protagonista è stata uccisa dieci anni prima dal compagno, Marco, conosciuto all'Università, era un assistente di un suo docente. Si rivela un amore tossico, quando lui capisce di avere perso il controllo sulle sue scelte, la uccide nel sonno, un proiettile in fronte, come da carta ricevuta.
Se la morta abbia avuto una coscienza nei dieci anni da deceduta, non riguarda questa trama, il racconto inizia nel momento della sua rinascita, una creatura nel ventre materno con i ricordi confusi, spezzati, di quando era in vita. 
Inizialmente crede di vivere la sua vita precedente, ma non si trova nel suo corpo, galleggia nel liquido amniotico, non capisce assolutamente dove si trova, sente di essere bagnata e con i sensi ovattati.
Vuole svegliarsi, è convinta che sia un incubo. La vita precedente si stacca dall'attuale in un'esperienza extra corporea.
La protagonista ha paura, capisce che il corpo, che chiama involucro, immaginando che tutta la sua essenza si stia staccando, si trovi in un posto sicuro, è combattuta, da una parte vorrebbe rientrare nell'"involucro", dall'altra vuole svegliarsi, non trovando spiegazioni plausibili diverse dall'incubo, ma deve fare i conti con la sua vita precedente, un passaggio obbligato per non avere sospesi nella sua nuova vita.
Acquisisce la consapevolezza di quanto le è accaduto e di come Marco non l'amasse da morire, ma, piuttosto, avesse preferito vederla morta, che non possederla totalmente.
Passa dai ricordi, ad una nuova consapevolezza, allo spostamento dell'essenza nella propria bara, dove ogni residuo dubbio sulla sua fine scompare e in quel luogo comprende che anche Marco è morto (un omicidio/suicidio? Qualcuno l'ha vendicata? Questo non è importante per lo svolgimento, a libera interpretazione, volevo solo sottolineare il non pentimento di Marco, che ancora, nella morte, vorrebbe tormentarla, ma lui è bloccato nel cimitero, perché non riesce a seguirla, anche questo, a libera interpretazione per le motivazioni).
Il pensiero della protagonista va alla sua famiglia, scopriamo che ha una sorella che ora dovrebbe avere ventisei anni, la sua essenza sbircia a casa dei suoi genitori, vede la mamma, ovviamente invecchiata, sente il padre parlare con la sorella, li raggiunge, il papà accarezza la pancia di Laura, sua sorella, incinta almeno al sesto mese.
Qui c'è il passaggio, l'attrazione verso il suo nuovo corpo, la sua nuova vita, che non le fa più paura.
È reincarnazione nella figlia di sua sorella, si sente sicura nel posto che le appartiene dall'inizio della storia, ha chiuso i conti con il passato, può perderne memoria, finalmente svanisce il dolore del proiettile, si insinua il dubbio sul dolore, sta dimenticando, si fa cullare dall'amore che sente intorno a sé, il passato si scioglierà e andrà via con il liquido amniotico che ora l'avvolge.

Per me è stato un esperimento.
I vostri commenti mi hanno fatto molto piacere, sia quelli di chi ha colto nel segno, sia di chi lo ha trovato troppo criptico.

Ora dovrò capire come migliorarmi, perché devo dire che mi ha dato molta soddisfazione questo esercizio.

Grazie grazie
<3

Re: [H23] L’amo da morire

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Stramaledettissima Medea,
(ti assegno questo nomignolo per assonanza. Ti piace il terribile accostamento?)
non siamo lontani dal diritto di saltar fuori, come non-morti, dalla fossa comune dei racconti di questo contest, nella quale comunque scarico il tuo esperimento.

La frammentazione dei pensieri, rappresentata in modo coerente dalla brevità dei periodi, non mi è per nulla dispiaciuta.
Il vagare di luogo in luogo, di tempo in tempo, come vivendo un incubo mai vissuto prima e che solo a tratti è riconoscibile, è un'altra cosa giusta e potente, da usare per rappresentare la situazione della protagonista.
La consapevolezza del mondo, mi piace. E approvo anche, maledizione, il fatto che non ti ci soffermi troppo: meglio lasciare un po' di mistero sull'argomento e permettere che il lettore, se vuole, ci mediti da sé.

La razionalità con cui la trapassata pensa, invece, mi pare una desolante semplificazione della scribacchina che, per sfortuna, non è ancora nella condizione del personaggio, e non sa come meglio rappresentare il suo sentire. E non prova nemmeno a inventare qualcosa che possa sconvolgere il lettore. Hai usato la via più breve e confortevole. Ma brava! Butterei anche te, assiame al tuo racconto.
Il finale, così consolatorio, mi ha semplicemente disgusatato: un horror con una chiusura così è come un buon piatto - che so? una deliziosa trippa di coccodrillo - che hai cucinato e che poi butti via prima del banchetto, scellerata!

Hai avuto una buona idea per rappresentare la tua carta, hai usato strumenti giusti, ma li hai usati molto male, volendo spiegarmi troppo e facendomi sentire poco.

Re: [H23] L’amo da morire

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Caro il mio @Stregone
sei delizioso in questo commento, quale maledizione nascosta dovrò aspettarmi?

Hai ragione, finale non horror, se pensi che questa vita sia un Happy end... E se invece stessimo tutti vivendo la peggiore delle punizioni?

Puoi fare di meglio, caro Stregone, ne sono certa. Ma al di qua del mio schermo sicuro, ti aspetto senza paura ..

Miiiiii quanto mi piace questo contest  :diavolo2:
<3

Re: [H23] L’amo da morire

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ciao @Modea72 Mi accodo a quanto ha detto quel stramaledetto. Inoltre devo dirti che sei stata coraggiosa a tentare una strada difficile. I flash back, nel racconto, non sono facili da gestire, figuriamoci quando sono tanti. In effetti si fa un po' di fatica a capire, a mettere in ordine le cose, ma ho apprezzato l'intento.. ciao a presto
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [H23] L’amo da morire

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Ciao.
Hai avuto davvero un'ottima idea, originale e ricca di fascino. tanto più che la carta scelta dallo stregone per te era alquanto banale, ha i gusti rancidi come le muffe che respira quotidianamente nella sua tana, quello là!
Ti confesso che la cosa del liquido amniotico e della reincarnazione nel feto leggendo non l'avevo assolutamente colta, avevo capito che il posticino sicuro in cui rannicchiarsi forse un cantuccio invisibile a casa dei suoi, a osservarli vivere. Ho avuto il dubbio solo leggendo ai commenti e solo dal tuo ho realizzato che diventava il figlio che sua sorella aspetta.
Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pmSono a casa di mia madre. Come è invecchiata. Sento la voce di papà, sta parlando con Laura.
Mi sposto in cucina. Papà le accarezza la pancia. Mi sento sciogliere.
Sarà almeno al sesto mese. È bellissima.
Sei bellissima mamma.
La rivelazione dovrebbe essere in questo paragrafo. Secondo me però è un po' breve, soprattutto perché viene dopo lunghi paragrafi dedicati a Marco, qui vediamo in fretta la famiglia di origine, in poche righe. "Sei bellissima, mamma" per me che leggevo era riferito o a sua madre, citata tre righe sopra, o alla sorella che scopriva incinta. Che fosse la sua mamma in divenire non l'avevo assolutamente colto. Ora, puoi dire che sono una lettrice tarda, e difficilmente potrei darti torto, ma questa è stata la mia ricezione del testo :)

Secondo me, in fase di revisione, potresti snellire di molto le parti in cui riassume i dettagli della vita con Marco. Bastano le allusioni che fanno capire al lettore che è stata vittima d'un compagno manipolatore e violento, il fatto che si sono conosciuti all'università eccetera formano una digressione che secondo me distrae un po dalla forza della situazione che hai creato, in cui seguiamo questa donna che dal nulla ritrova delle sensazioni e cerca di capire il "viaggio" che sta compiendo.
Per lo stesso motivo, mantenere credibile il punto di vista di lei e l'empatia del lettore che si affaccia alla vicenda e al mistero di questa situazione attraverso le sensazioni e percezioni di lei, dovresti evitare il più possibile i passaggi troppo descrittivi, in cui lei "spiega" cosa sta facendo o pensando al lettore. Cercare di restare il più possibile nell'immediato della protagonista che "vive" questo passaggio sconosciuto. Mostrarci i suoi gesti e sentimenti senza spiegarli.
Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pmMi placo,
Sono combattuta.
Ho un attimo di lucidità mentre provo
Quell’attimo di curiosità ha lacerato il manto di paura
Scartabello i ricordi in questo faldone
Ne ho citati alcuni, ma ce ne sono altri, per chiarire cosa intendo con passaggi in cui la protagonista "commenta" il proprio vissuto a beneficio del lettore invece di "viverlo". Descrive, come per spiegarle ad altri, le sensazioni e azioni, togliendo l'effetto immediatezza di qualcuno che affronta una situazione sconosciuta e terrificante ed è sommersa da emozioni, ricordi, ecc.

Naturalmente la mia è tutta teoria, facile da esternare leggendo il testo di qualcun altro, ma sono le riflessioni che ho fatto leggendo e le ho condivise. Vedi tu se possono sembrarti sensate o inutili fisime cervellotiche.
Ribadisco l'ammirazione per l'idea e di base e lo sviluppo del racconto.
Un saluto
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [H23] L’amo da morire

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Grazie @bestseller2020 
e grazie @Bef 
adoro i commenti in questo gruppo, mi aiutate tantissimo.
Capisco di avere generato confusione, in buona parte mi sono impegnata per farlo ma avrei voluto che il finale fosse più comprensibile.
Seguirò sicuramente il tuo consiglio Bef, sono meno convinta di togliere alcuni dettagli della sua vita con Marco, mentre sarà una sfida evitare gli spiegoni che sei stata gentilissima ad elencarmi.

Grazie davvero 
<3

Re: [H23] L’amo da morire

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@Modea72, arrivo tardi ma arrivo. :)
Il problema di arrivare tardi è che altri hanno già detto quello che avrei voluto dire io.

Mi ritrovo al 100% in quanto detto da Bef e L'IllusoIllusore. Ho fatto fatica a capire "cosa" stesse accadendo, e senza leggere il tuo commento esplicativo devo dire che non sarei riuscito ad arrivarci. Ho intuito qualcosa, ma non tutto.
Questo non toglie che hai descritto molto bene "come" la protagonista vivesse ciò che accadeva. Ho letto solo 2 tuoi racconti finora, ma in entrambi hai mostrato una sensibilità sublime. Impossibile non provare empatia per i tuoi protagonisti.

Quindi, forse l'esperimento non è riuscito interamente per quanto riguarda la struttura. Ma il personaggio principale è indimenticabile. Ben fatto.

A rileggerti. :)

Re: [H23] L’amo da morire

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ncMi hai colta di sorpresa :D
All'inizio, non avevo assolutamente capito dove fosse diretto il racconto! Ho apprezzato il modo in cui sei riuscita a rendere l'idea di pensieri caotici, spaventati, frammentati.

  ha scritto: [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Non dormiamo più avvinghiati come prima. Quando gliel’ho fatto notare, mi ha detto di non rompere, perché lui mi ama da morire e queste cose non contano.[/font]
Questa frase attiva mille campanelli d'allarme. In due righe, riassume un'intera situazione.

La consapevolezza, poi, di quello che era realmente successo mi ha colpita come un pugno. Ho trovato commovente l'immagine di lei che aleggia sopra il suo corpo, tenendolo quasi per mano. Penso però che tu ti sia dilungata un po' troppo su questa parte, togliendole incisività: ti consiglio di asciugarla.

  ha scritto: [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]E i miei genitori? Avranno reagito al dolore, almeno per Laura?[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Mia sorella aveva solo sedici anni.[/font]
Qui sembra che anche la sorella sia morta, e non si capisce perché. Quando, più avanti nel testo, l'ho ritrovata viva, vegeta e incinta, ho dovuto rileggere un paio di volte prima di capire.


Il racconto mi è piaciuto: si è infilato tra gli altri horror celando il suo lieto (circa) fine fino alle ultime righe, e me l'ha proprio fatta :)

Re: [H23] L’amo da morire

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Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pmLe amiche inseparabili, che non approvavano Marco e le ho allontanate.
Direi: "e che ho allontanato"
Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pme a tenermi forzatamente unità al mio corpo
Refuso, "unita"
Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pmcapisco che il mio me, è solo l’involucro dell’essenza
Non ci va la virgola
Modea72 ha scritto: gio nov 02, 2023 7:51 pmLa mia memoria di studentessa mi dice che sono passati almeno dieci anni dalla mia morte.
Qui non ho capito. Perché "di studentessa"?

Ciao @Modea72, è un piacere leggere qualcosa di tuo  :D Piaciuto tanto. A livello di forma l'ho trovato ben scritto, belle immagini e diversi passaggi che trasmettono tante emozioni. Forse per me il pregio maggiore del racconto è come riesce a far vivere le emozioni della protagonista: la trama non ha grossi elementi originali, ma ciononostante anche il finale, abbastanza telefonato, riesce a colpire come dovrebbe. Più che orrorifico, il genere mi sembra drammatico-sovrannaturale, che comunque apprezzo parecchio.
Modea72 ha scritto: sab nov 04, 2023 12:03 amOra dovrò capire come migliorarmi, perché devo dire che mi ha dato molta soddisfazione questo esercizio.
Se devo fare l'avvocato del diavolo, secondo me al tuo racconto mancano due grossi elementi che possono renderlo più accattivante. Primo, un tema forte e chiaro che vuoi esprimere: qual è il messaggio che vuoi comunicare? Può essere la cosa che dà una svolta di originalità. Secondo, un obiettivo per la protagonista: per tutto il racconto lei subisce gli eventi, ma potrebbe essere più incisivo se fosse lei a compiere azioni (specialmente in un racconto più lungo). Spero siano spunti utili.
Comunque ripeto, apprezzato. Grande. A rileggerci  :)

Re: [H23] L’amo da morire

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Grazie @Mina sei incoraggiante e di aiuto.
Mina ha scritto: mar nov 07, 2023 5:18 pmDirei: "e che ho allontanato"
Pensa che inizialmente lo avevo scritto così, poi modificato perché leggendolo mi sembrava riferito a Marco.

Mina ha scritto: mar nov 07, 2023 5:18 pmPerché "di studentessa"?
Io ho dovuto cercare su internet dopo quanti anni dalla morte i tessuti molli si decomponessero nella bara, ho approvato che nel racconto lei facesse l'università per giustificare la sua consapevolezza che fosse morta da circa dieci anni, facendo intuire che studiasse medicina, o biologia.


Mina ha scritto: mar nov 07, 2023 5:18 pmqual è il messaggio che vuoi comunicare? Può essere la cosa che dà una svolta di originalità. Secondo, un obiettivo per la protagonista: per tutto il racconto lei subisce gli eventi, ma potrebbe essere più incisivo se fosse lei a compiere azioni (specialmente in un racconto più lungo)
Ti ringrazio, è spunto di riflessione.


A presto 
<3

Re: [H23] L’amo da morire

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@Modea72 ho letto il racconto due volte per entrarci meglio. Ci tenevo a commentarlo, anche a gara finita. Il tema è riuscito ma il linguaggio e lo svolgimento non lo sono. Mi spiego meglio. Quando fai la descrizione di un personaggio, ne scegli anche il modo di esprimersi, di parlare. Sappiamo che sei brava a scrivere, non è necessario dimostrarlo con espressioni tipo : "mi placo" o "avvinghiata" o ancora "spaginandosi". Dall'altro lato spieghi troppo il comportamento di Marco nei confronti della ragazza - le amiche, l'università - Vengo allo svolgimento. Il testo, pur lasciando spazio all'immaginazione, senza la tua spiegazione non sta in piedi. Questa è un'interpretazione personale, da lettrice, quindi devi farne quel che ti pare. Vedo, nella tua scrittura, una ricerca che ti farà bene. Se non sono stata chiara, sono qui. Prima o poi, arrivo.         

Re: [H23] L’amo da morire

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Ciao @Modea72 

Il vortice generato da una coda di pavone che gira. E tutto ritorna.
La vita racconta, la vita dimentica. Ed è solo l'inizio di una lunga storia.
Frammenti a occhi incerti. Ma bello. Delizioso e terribile.
Forse una donna terribilmente deliziosa ha scritto questa storia. Ha vissuto e poi dimenticato.
Si è riappropriata di tutte le incertezze passate.
Poi tutto è divenuto uno splendido incubo.
In parte vissuto ma con qualcosa ancora da dire. Sola ed eterea. Verso la vita.

Alle prossime vele spiegate
Atlab
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