[MI179] Dopo le esequie

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Traccia 1: La vita è meravigliosa

Dopo le esequie

La prova arriva
ti si para davanti
e ti chiede di farne
esperienza.
Reagisci
col tuo mondo interiore
accogliendola come un
valore.


Elvira corre con una busta in mano e il cuore che batte al ritmo di un presagio.
Deve arrivare all'albero che svetta, lassù sulla collina.
Vuole sedersi con la schiena al tronco dov'era lui la prima volta che si sono incontrati: Il "loro dove".

Aldo aveva un libro in mano e studiava per l'esame di maturità. Lei cercava la sua capretta, che le era scappata da sotto il naso e doveva essersi inerpicata lì vicino. Gli aveva chiesto se l'avesse vista. Lui l'aveva presa in giro: "Una capretta bianca, con le orecchie spalancate e la barbetta a punta?" Lei aveva battuto le mani: "Sì sì!" 
"No, non l'ho vista." aveva detto lui, serio, con la base del naso arricciata.
Dalla rabbia, lei gli aveva strappato il libro dalle mani, facendolo volare lontano, scompaginato.
Lui le aveva arruffato i capelli, chiamandola: Bella scontrosa pastorella. E poi l'aveva aiutata nella sua ricerca, con successo.
La ragazzina gli aveva indicato la fattoria dei genitori, alle pendici del colle.
Dopo la maturità, Aldo si era iscritto a Lettere in una città dove aveva parenti presso cui alloggiare.
Raramente Elvira lo rivedeva in paese, ma quando accadeva si sorridevano amichevolmente e null'altro.
Poi, per la festa di laurea di lui, i due si ritrovarono a dividere lo stesso locale da lei scelto per la festa dei diciott'anni coi parenti e amici.
Aldo era rimasto a bocca aperta, quando lei lo aveva salutato e aggiunto: "Sono Elvira della capretta!"

Poi, una vita in due che scorre e rotola intorno alla collina. La grande fattoria ospita quattro gruppi familiari:
i genitori di lei e le famiglie novelle di Elvira e delle sue sorelle, tutte sposate nel giro di pochi anni.
Aldo insegna in una scuola del capoluogo. Lui l'aiuta nella cascina al pomeriggio e alla domenica riescono a ritagliarsi il tempo di una gita nei paraggi.
Passa il tempo e l'agognato figlio non arriva. Ma si vogliono bene e Elvira è contenta del suo matrimonio.
Come le diceva lui, era come se stessero scrivendo un libro in due, la storia dei loro giorni, ed ecco che  accendevano gli accenti in qualche capitolo e mettevano le parentesi al posto giusto per stare da soli e fare solo immaginare, a chi leggeva, il dopo.
E quanti due punti per introdurre i memorabili discorsi diretti, con domanda e risposta in un continuo corrispondersi. E anche battibeccare, e quanti litigi! Fortificanti questi, visti in retrospettiva.
E puntini puntini, le diceva, per un diario che resterà nostro: il "nostro dove".

Una cosa particolare è l'aver riservato, a un certo punto del loro rapporto, almeno un giorno al mese esclusivo per lui e per lei. Elvira va a giocare a carte o a fare un giro nel capoluogo con le amiche, o a una cena. Cosa faccia lui non lo sa e viceversa. 
Festeggiano le nozze d'argento nello stesso ristorante dei diciott'anni di lei e della laurea di lui, circondati dai parenti e dai bambini che adorano gli zii.

Poi, l'incidente. Una sera, tornando a casa dal lavoro, un'auto contromano investe e uccide Aldo.
Lei è col veterinario chiamato per la capra gravida quando viene avvisata, con una pietosa bugia, di recarsi all'ospedale civico dove il marito è stato trasportato, ferito. 
La sorella maggiore l'accompagna con la sua macchina: Elvira sente i sensi dilatati e offuscati insieme. Una nebbia sottile aleggia su tutti i paraggi dei suoi pensieri. Aldo è il fulcro del suo pensiero: lui e le sue condizioni.
Lo vede per l'ultima volta ed è come se le si strappasse il cuore. Si ritrova di colpo a terra, rannicchiata in posizione fetale, in bocca due parole che non riescono a farsi sentire: noooooooo... Aldooooo...
Inghiotte muco e lacrime.
Nulla sarà più come prima, nella sua vita.
Ma anche nel suo mondo, quello di lui:
Manchi alla Terra, tu, e manchi al Sole, perché i suoi raggi non ti trovano più.
Aldo ha scritto la parola fine sul loro diario, seguita dall'ultimo punto fermo.

Lei perde quasi la  voglia di vivere: si impone di mettere la sveglia, di lavarsi, vestirsi, mangiare in compagnia, di svolgere le mansioni necessarie nel quotidiano. Avere animali da accudire ogni giorno e frutta e verdura da seguire le sono di grande aiuto per sopravvivere. Anche se non rincorre più le caprette che si perdono. 
I nipoti e le sorelle le sono costantemente vicini. 

A distanza di quindici giorni dalla morte del coniuge, Elvira viene convocata dal notaio del paese per comunicazioni che la riguardano. Lei si arrovella tutta la notte sul possibile contenuto delle ultime volontà del coniuge. Oltretutto, aveva solo cinquant'anni! A che età l'aveva scritto? E perché?
"Si accomodi signora. Suo marito mi ha consegnato questa busta un anno fa. 
Non si tratta di un testamento classico. Nemmeno io so il contenuto. Anche se ancora giovane e in forma, in caso di premorte, voleva comunicarle una sua volontà subordinata al suo giudizio. Io sono un semplice latore autorizzato. Devo anche riferirle che lui desiderava che aprisse questa busta, mi ha detto queste parole: - dal nostro albero -."

Schiena al tronco, le mani che tremano, la donna apre la busta e legge il primo foglio:


Amatissima Elvira,

pensami vicino a te, sotto il nostro albero, seduti abbracciati contro il tronco, nel "nostro dove".

Ti devo confessare un tradimento, l'unico, che non avrebbe avuto che conseguenze minori e che, ne sono certo, ti avrei un giorno confessato con vergogna, e che tu avresti perdonato.

Ma c'è stata una conseguenza che non avevo cercato, né previsto in quella circostanza: ho un figlio che oggi ha due anni, Enrico. 
La madre l'ha abbandonato di pochi mesi in un convento e si è resa irreperibile, lasciando un foglio con indicata la data del parto e il modo per rintracciare il padre. 
Capirai che sono io, quello, appena lo vedrai. La madre è (o era) di origine rumena. Non mi aveva messo al corrente della sua gravidanza e io l'ho frequentata pochissimo tempo per accorgermene. Ex drogata, non sto a dirti quell'unica circostanza che ci ha uniti e nemmeno ricordo bene il perché. Mi vergogno profondamente. Mi pento anche in prospettiva, perché, se mi leggi, non ho mai trovato il coraggio di presentarvi uno all'altra. L'ho iscritto a un istituto religioso, scappo da lui appena posso, e almeno un giorno al mese lo passo con lui.
Se mi stai leggendo, Enrico, che ho riconosciuto, adesso è solo. Come sai, ho un fratello che vive a New York e nessun altro. Ti allego il suo certificato di nascita e le indicazioni di come raggiungerlo.

Ecco quello che ti dico:
ti ho amato con tutto me stesso da quando ci siamo messi insieme. L'altra persona che amo di un amore totalizzante è mio figlio. Per amor tuo, non vi ho presentato l'uno all'altra. Forse ho sbagliato: non volendo ferirti, ti ho negato il privilegio di crescerlo con me, e a lui il privilegio di avere una famiglia.

Ora sei tu a decidere da sola.

So che farai la scelta giusta. 

Dal "mio dove", spero di vedervi insieme. Magari sotto il nostro albero, per un picnic. Perché la vita è meravigliosa.

Aldo
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI179] Dopo le esequie

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@Poeta Zaza che bella storia! Mi è piaciuta. Devo ammettere però che la narrazione, in alcuni punti, mi è sembrata "velocizzata". Ho trovato uno dietro l'altro gli eventi in una stringatura quasi giornalistica, soprattutto dal momento dell'incidente in  poi; in ogni caso nel complesso la storia cattura. 
Un bel lascito, il tradimento compensato da una nuova vita per entrambi gli "eredi". Al figlio ha lasciato una madre e alla moglie ha lasciato un figlio, ad unirli sarà l'amore più sincero. 
(y)

Re: [MI179] Dopo le esequie

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Adel J. Pellitteri ha scritto: @Poeta Zaza che bella storia! Mi è piaciuta. Devo ammettere però che la narrazione, in alcuni punti, mi è sembrata "velocizzata". Ho trovato uno dietro l'altro gli eventi in una stringatura quasi giornalistica, soprattutto dal momento dell'incidente in  poi; in ogni caso nel complesso la storia cattura. 
Un bel lascito, il tradimento compensato da una nuova vita per entrambi gli "eredi". Al figlio ha lasciato una madre e alla moglie ha lasciato un figlio, ad unirli sarà l'amore più sincero. 
(y)
Hai ragione sulla narrazione "velocizzata" rispetto ai tempi  di un racconto, ma ho fatto una scelta. Contenere nello spazio di un racconto il materiale di un romanzo, giostrando sui punti salienti della vita di coppia e puntando sul finale a sorpresa. 

Lieta di vederti al MI, cara @Adel J. Pellitteri  e grazie dell'apprezzamento. :rosa:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI179] Dopo le esequie

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Ciao @Poeta Zaza 
Non ho letto i precedenti commenti per poter esprimere liberamente i miei pensieri, quindi, se trovassi delle ripetizioni, ti chiedo scusa in anticipo.

Comincio dal generico per dirti che il racconto mi è piaciuto. Ho apprezzato il finale che pone la protagonista davanti alla possibilità di essere e rendere qualcuno più felice.

Entrando nel dettaglio (mi serve come commento al mio racconto):
Poeta Zaza ha scritto: Elvira corre con una busta in mano e il cuore che batte al ritmo di un presagio.
Deve arrivare all'albero che svetta, lassù sulla collina.
Vuole sedersi con la schiena al tronco dov'era lui la prima volta che si sono incontrati: Il "loro dove".
Bell’incipit tre righe e c’è una busta, un presagio, una donna che trepida e un luogo “della memoria”: molto efficace.
Se posso: toglierei lui nell’ultima frase. Magari generi più attesa su chi abbia incontrato.
Poeta Zaza ha scritto: Aldo aveva un libro in mano e studiava per l'esame di maturità. Lei cercava la sua capretta, che le era scappata da sotto il naso e doveva essersi inerpicata lì vicino
Qui semplificherei togliendo alcune parti che poco aggiungono al discorso
Poeta Zaza ha scritto: No, non l'ho vista." aveva detto lui, serio, con la base del naso arricciata.
Dalla rabbia, lei gli aveva strappato il libro dalle mani, facendolo volare lontano, scompaginato.
Qui invece trovo superflui i lui e lei. Credo funzioni benissimo anche senza.
Poeta Zaza ha scritto: E poi l'aveva aiutata nella sua ricerca, con successo.
Penso che “con successo” non serva. Anzi, come inciso spezza il ritmo. Attenzione al POI, che diventa numericamente rilevante nel racconto.
Poeta Zaza ha scritto: Raramente Elvira lo rivedeva in paese, ma quando accadeva si sorridevano amichevolmente e null'altro.
Sostituirei MA con E che penso si adatti di più al concetto di indifferenza con cui si incrociavano per strada (almeno da parte dell’uomo), se ho ben capito.
Poeta Zaza ha scritto: Poi, per la festa di laurea di lui, i due si ritrovarono a dividere lo stesso locale da lei scelto per la festa dei diciott'anni coi parenti e amici.
POI.  Inoltre questa costruzione non mi convince: sembra che si trovino per la festa di laurea, mentre non è così: si trovano casualmente nel medesimo locale per due feste distinte
Poeta Zaza ha scritto: Poi, una vita in due che scorre e rotola intorno alla collina.
POI (e smetto qui). Secondo me la frase può funzionare benissimo senza il Poi iniziale
Poeta Zaza ha scritto: La grande fattoria ospita quattro gruppi familiari:
i genitori di lei e le famiglie novelle di Elvira e delle sue sorelle, tutte sposate nel giro di pochi anni.
Forse non servono questi dettagli, ma mi sembrano esposti in maniera un po’ didascalica

Poeta Zaza ha scritto: Lui l'aiuta nella cascina al pomeriggio e alla domenica riescono a ritagliarsi il tempo di una gita nei paraggi.
Passa il tempo e l'agognato figlio non arriva. Ma si vogliono bene e Elvira è contenta del suo matrimonio.
Tempo e Tempo. Bello l’accenno al figlio: in seconda lettura ho apprezzato molto l’apertura non sospetta del vero tema del racconto!

 Da questo punto e fino alla lettura della lettera non faccio commenti di dettaglio perché trovo più importante segnalarti l’impressione di un incedere freddo, quasi giornalistico e non emotivamente ingaggiante. Immagino tu lo abbia fatto apposta, ma visto il contenuto del tuo racconto la cosa mi ha un po’ spiazzato.

 Sulla lettera finale, ho trovato un po’ di luoghi comuni (rumena, drogata) che avresti avuto lo spazio per dilatare in qualcosa di meno “scontato” e, soprattutto, trovo che Lui sia un vero bastardo: non solo ha tradito, non solo ha allevato un figlio di nascosto, ma adesso scarica su sua moglie la responsabilità di fare “la scelta giusta”! Per fortuna lei è una donna e la saprà fare!!!

Ok, mi fermo qui. E ci tengo a precisare ancora una volta che ho apprezzato il racconto, l’idea e il suo valore morale!!

 A rileggerti

Re: [MI179] Dopo le esequie

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@Poeta Zaza 
 
Un bel testo che lascia spazio a valori morali Ho letto con curiosità. I versi all'inizio sono veri,  non immagini quanto! Sono universali, cioè validi per tutti, in ogni situazione. La prosa e la poesia: sono diventati punti di forza. In netto miglioramento il raccontare. Ci sono degli scivoloni sulla terminologia, il defiinire l'altra drogata e rumena, ma rimediabili e non voluti. L'unico appunto sulla trama, che contiene, secondo me, delle ingenuità, ma appartenenti  alla tua natura. Io stessa ho conosciuto una donna che ha allevato la figlia del marito, avuta con un'altra donna,  ma a quale prezzo, anche per la bambina! A rileggerti!

Re: [MI179] Dopo le esequie

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Poesia anche questa. :)

Sulla prosa non mi soffermo, i pochi appunti che avevo li ha già toccati @L'illusoillusore.

La storia è bellissima, profonda.
Ma secondo me soffre in una forma così breve. Come hai detto tu stessa, hai compresso un romanzo in un racconto.
Io non sono un estimatore dello "show don't tell", perché nel "tell" ci può essere una poesia che lo "show" non potrà mai eguagliare. Ma per raccontare due vite sarebbero forse necessarie alcune scene in più, e quindi una forma più lunga.
Il problema principale è che Aldo compare solo nella scena iniziale, quindi è difficile provare empatia nei suoi confronti. Elvira ha un paio di scene in più, e già questo è sufficiente per farla emergere meglio, e da lettore mi ci sono riuscito ad affezionare. Se si potessero avere un paio di scene "mostrate" con Aldo, secondo me il racconto sarebbe perfetto.

Sarebbe bello poi spendere due parole in più sul tradimento. Così risulta un po' forzato: cosa può aver spinto Aldo, che sembra essere una persona sensibile e un marito perfetto, a tradire una moglie perfetta con una ex tossicodipendente? Cose come queste succedono, è chiaro. Ma c'è sempre un motivo, che può essere profondo o superficiale, però non manca mai. Il fatto che qui il motivo non venga neanche accennato o anticipato suona un po' strano. Bastava legare il tradimento a uno dei "litigi" menzionati in precedenza, e sarebbe stato sufficiente, a mio avviso... anche perché quella è l'unica frase che mostra una breccia nella coppia: per il resto sono la coppia ideale, da come li hai descritti. :) Ma lui aveva un bel po' di segreti e sotterfugi che andavano avanti. 

In ogni caso, una prova solida. Non mi aspettavo niente di meno, bel lavoro e grande sensibilità.

A rileggerti.

Re: [MI179] Dopo le esequie

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L ha scritto: Comincio dal generico per dirti che il racconto mi è piaciuto. Ho apprezzato il finale che pone la protagonista davanti alla possibilità di essere e rendere qualcuno più felice.
Grazie, @L'illusoillusore  :)
L ha scritto: Bell’incipit tre righe e c’è una busta, un presagio, una donna che trepida e un luogo “della memoria”: molto efficace.
Se posso: toglierei lui nell’ultima frase. Magari generi più attesa su chi abbia incontrato.
Vero!
L ha scritto: Penso che “con successo” non serva. Anzi, come inciso spezza il ritmo. Attenzione al POI, che diventa numericamente rilevante nel racconto.
Pensa che tutti i POI che ho scritto sono stati "voluti"...  :facepalm:
L ha scritto: Sostituirei MA con E che penso si adatti di più al concetto di indifferenza con cui si incrociavano per strada (almeno da parte dell’uomo), se ho ben capito.
Molto giusto, grazie!
L ha scritto: POI.  Inoltre questa costruzione non mi convince: sembra che si trovino per la festa di laurea, mentre non è così: si trovano casualmente nel medesimo locale per due feste distinte
Pensavo si capisse che si trattava di due feste diverse, ma, in effetti, si può equivocare.
L ha scritto: trovo più importante segnalarti l’impressione di un incedere freddo, quasi giornalistico e non emotivamente ingaggiante. Immagino tu lo abbia fatto apposta, ma visto il contenuto del tuo racconto la cosa mi ha un po’ spiazzato.
Ti rispondo con quello che ho scritto a @Adel J. Pellitteri :
Poeta Zaza ha scritto: Hai ragione sulla narrazione "velocizzata" rispetto ai tempi  di un racconto, ma ho fatto una scelta. Contenere nello spazio di un racconto il materiale di un romanzo, giostrando sui punti salienti della vita di coppia e puntando sul finale a sorpresa. 
L ha scritto: Sulla lettera finale, ho trovato un po’ di luoghi comuni (rumena, drogata) che avresti avuto lo spazio per dilatare in qualcosa di meno “scontato” e, soprattutto, trovo che Lui sia un vero bastardo: non solo ha tradito, non solo ha allevato un figlio di nascosto, ma adesso scarica su sua moglie la responsabilità di fare “la scelta giusta”! Per fortuna lei è una donna e la saprà fare!!!

Ok, mi fermo qui. E ci tengo a precisare ancora una volta che ho apprezzato il racconto, l’idea e il suo valore morale!!
Sì, sono stata banale e stereotipata con la rumena ex drogata. Lui, più che bastardo, è stato un pavido smidollato.  :si:

Grazie dei suggerimenti utilissimi, @L'illusoillusore  e dell'apprezzamento!  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI179] Dopo le esequie

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confusa ha scritto: @Poeta Zaza 
 
Un bel testo che lascia spazio a valori morali Ho letto con curiosità. I versi all'inizio sono veri,  non immagini quanto! Sono universali, cioè validi per tutti, in ogni situazione. La prosa e la poesia: sono diventati punti di forza. In netto miglioramento il raccontare. Ci sono degli scivoloni sulla terminologia, il defiinire l'altra drogata e rumena, ma rimediabili e non voluti. L'unico appunto sulla trama, che contiene, secondo me, delle ingenuità, ma appartenenti  alla tua natura. Io stessa ho conosciuto una donna che ha allevato la figlia del marito, avuta con un'altra donna,  ma a quale prezzo, anche per la bambina! A rileggerti!
Grazie, @confusa - hai ragione su tutta la linea. :rosa:
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Re: [MI179] Dopo le esequie

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Mid ha scritto: Poesia anche questa. :)

Sulla prosa non mi soffermo, i pochi appunti che avevo li ha già toccati @L'illusoillusore.

La storia è bellissima, profonda.
Ma secondo me soffre in una forma così breve. Come hai detto tu stessa, hai compresso un romanzo in un racconto.
Io non sono un estimatore dello "show don't tell", perché nel "tell" ci può essere una poesia che lo "show" non potrà mai eguagliare. Ma per raccontare due vite sarebbero forse necessarie alcune scene in più, e quindi una forma più lunga.
Il problema principale è che Aldo compare solo nella scena iniziale, quindi è difficile provare empatia nei suoi confronti. Elvira ha un paio di scene in più, e già questo è sufficiente per farla emergere meglio, e da lettore mi ci sono riuscito ad affezionare. Se si potessero avere un paio di scene "mostrate" con Aldo, secondo me il racconto sarebbe perfetto.

Sarebbe bello poi spendere due parole in più sul tradimento. Così risulta un po' forzato: cosa può aver spinto Aldo, che sembra essere una persona sensibile e un marito perfetto, a tradire una moglie perfetta con una ex tossicodipendente? Cose come queste succedono, è chiaro. Ma c'è sempre un motivo, che può essere profondo o superficiale, però non manca mai. Il fatto che qui il motivo non venga neanche accennato o anticipato suona un po' strano. Bastava legare il tradimento a uno dei "litigi" menzionati in precedenza, e sarebbe stato sufficiente, a mio avviso... anche perché quella è l'unica frase che mostra una breccia nella coppia: per il resto sono la coppia ideale, da come li hai descritti. :) Ma lui aveva un bel po' di segreti e sotterfugi che andavano avanti. 

In ogni caso, una prova solida. Non mi aspettavo niente di meno, bel lavoro e grande sensibilità.

A rileggerti.
Tutte considerazioni utili e riserve che condivido. Col senno di poi, qualcosa di storto tra i due che potrebbe avere spinto Aldo a tradire, cedendo alla prima occasione? Sì, ci stava. Dovevo sforare nel racconto lungo, che a me non piace perché temo che il lettore si stanchi e, di norma, riesco meglio nel breve o nel brevissimo. Fare molto più show don't tell e meno quell'incedere freddo con taglio giornalistico.  :si:

Però, mi fa piacere che tu abbia comunque apprezzato, @Mid  :)
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Re: [MI179] Dopo le esequie

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bestseller2020 ha scritto: @Poeta Zaza ciao. Vedo che ultimamente ti sforzi di elaborare una trama con tanto movimento: bene (y)

Con questo pezzo mostri la parte romantica di te stessa: bene <3

Scusa se sono stringato: non stanchissimo e devo leggere tutti.  :ballo:   :libro:    
Ciao e complimenti...
Wow! Ti è piaciuta la mia cronistoria?  

Grazie,  @bestseller2020   <3
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Re: [MI179] Dopo le esequie

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Ciao @Poeta Zaza . Un bel racconto, breve e dal ritmo incalzante. Mi ricorda molto le canzoni di Murubutu, che in pochi versi riesce a racchiudere vite e storie, e così tu hai fatto. 
Mi piace molto l'uso del presente, trovo che dia un bel ritmo al racconto. 
Ho apprezzato tantissimo anche l'intrusione del narratore: 
Poeta Zaza ha scritto: Non si tratta di un testamento classico. Nemmeno io so il contenuto.
… mi da un nonsoché di coralità, di commento estemporaneo come appunto fa Murubutu.

Tutto sommato mi è piaciuto assai: uno squarcio di vita d'altri tempi ben organizzato.

A rileggerci : ) 

Re: [MI179] Dopo le esequie

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Zouks ha scritto: Ciao @Poeta Zaza . Un bel racconto, breve e dal ritmo incalzante. Mi ricorda molto le canzoni di Murubutu, che in pochi versi riesce a racchiudere vite e storie, e così tu hai fatto. 
Mi piace molto l'uso del presente, trovo che dia un bel ritmo al racconto. 
Ho apprezzato tantissimo anche l'intrusione del narratore:  … mi da un nonsoché di coralità, di commento estemporaneo come appunto fa Murubutu.

Tutto sommato mi è piaciuto assai: uno squarcio di vita d'altri tempi ben organizzato.

A rileggerci : ) 
Grazie @Zouks ! Che belle parole per il mio racconto! :arrossire: Ora andrò a scoprire Murubuti e i suoi versi.  :)

Alla prossima occasione!  :libro:
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o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI179] Dopo le esequie

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@Poeta Zaza
Bel racconto, l'ho scalzato a fatica dai miei tre voti.
Il testo è ben scritto, prende subito, incuriosisce e accompagna nella storia che riserva colpi di scena. Bello.
Da una parte direi romantico, dall'altra... Che batosta!
Poeta Zaza ha scritto: Come le diceva lui, era come se stessero scrivendo un libro in due, la storia dei loro giorni, ed ecco che  accendevano gli accenti in qualche capitolo e mettevano le parentesi al posto giusto per stare da soli e fare solo immaginare, a chi leggeva, il dopo.
E quanti due punti per introdurre i memorabili discorsi diretti, con domanda e risposta in un continuo corrispondersi. E anche battibeccare, e quanti litigi! Fortificanti questi, visti in retrospettiva.
E puntini puntini, le diceva, per un diario che resterà nostro: il "nostro dove".
L'idea del diario della vita con le similitudini tra punteggiatura e accadimenti è estremamente interessante, particolare, ma temo ti abbia preso un po' la mano, facendola diventare "scomoda" da leggere.

In generale, il testo l'ho trovato assolutamente godibile e meritevole di approfondimenti.

A presto.
<3

Re: [MI179] Dopo le esequie

20
Ok, Mariangela, la storia c'è e mi è piaciuta.
Credo, però, che avresti avuto bisogno di più tempo per trovare il modo di mostrarcela  in maniera adatta a un racconto di pochi caratteri.
Il senso di quello che voglio dire è che qualsiasi romanzo, film o altro si può raccontare con meno parole senza stravolgere la trama. Il trucco che ho imparato io è questo:
Elvira scopre di essere stata tradita e di aver ricevuto in eredità il frutto del tradimento di suo marito.
Parto da qui, costruisco le scene più importanti senza dilungarmi nei dettagli.
L'amore 
Il matrimonio
La morte
La lettera
Per ogni parte decido quanti caratteri spendere cercando sempre di risparmiarne più possibile per costruire un buon finale.
Per me funziona bene, scrivo sapendo ciò che devo scrivere e ciò che non vale la pena usare. 
Ho notato un cambiamento in positivo nella tua scrittura, questo è, tra i tuoi racconti, quello che evidenzia la tua evoluzione nella scrittura.
Complimenti per l'idea, 

Re: [MI179] Dopo le esequie

21
Modea72 ha scritto: @Poeta Zaza
Bel racconto, l'ho scalzato a fatica dai miei tre voti.
Il testo è ben scritto, prende subito, incuriosisce e accompagna nella storia che riserva colpi di scena. Bello.
Da una parte direi romantico, dall'altra... Che batosta! L'idea del diario della vita con le similitudini tra punteggiatura e accadimenti è estremamente interessante, particolare, ma temo ti abbia preso un po' la mano, facendola diventare "scomoda" da leggere.

In generale, il testo l'ho trovato assolutamente godibile e meritevole di approfondimenti.

A presto.
Grazie, cara @Modea72 :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI179] Dopo le esequie

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Alba359 ha scritto: Ok, Mariangela, la storia c'è e mi è piaciuta.
Credo, però, che avresti avuto bisogno di più tempo per trovare il modo di mostrarcela  in maniera adatta a un racconto di pochi caratteri.
Il senso di quello che voglio dire è che qualsiasi romanzo, film o altro si può raccontare con meno parole senza stravolgere la trama. Il trucco che ho imparato io è questo:
Elvira scopre di essere stata tradita e di aver ricevuto in eredità il frutto del tradimento di suo marito.
Parto da qui, costruisco le scene più importanti senza dilungarmi nei dettagli.
L'amore 
Il matrimonio
La morte
La lettera
Per ogni parte decido quanti caratteri spendere cercando sempre di risparmiarne più possibile per costruire un buon finale.
Per me funziona bene, scrivo sapendo ciò che devo scrivere e ciò che non vale la pena usare. 
Ho notato un cambiamento in positivo nella tua scrittura, questo è, tra i tuoi racconti, quello che evidenzia la tua evoluzione nella scrittura.
Complimenti per l'idea, 
Grazie, @Alba359 , del passaggio e dei suggerimenti. :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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