[MI179] All’inizio era terra

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Traccia La vita è meravigliosa

Sorrido. 
Mi affascina questa contrastante sensazione sul mio corpo. 
Seduta sulla panca di legno nell’aia, metà corpo al sole di aprile, l’altra metà all’ombra della casa.
Il sole è pallido, ma a quest’ora, appena più ad ovest dello zenith, mi riscalda la guancia sinistra, mentre a destra del mio naso, sento un frescore che attiva la pelle d’oca sul braccio dallo stesso lato. 
Un piacevole cortocircuito che si collega agli avvenimenti degli ultimi mesi.

Vedo mia madre venirmi incontro con il cesto di vimini pieno di uova.
Ha un baffo lilla sullo zigomo. È bellissima. Ha un aspetto totalmente diverso da prima. È irriconoscibile. Non sono solo i lineamenti più distesi, gli abiti comodi, i capelli accroccati in chignon rapidi e pratici che lasciano vie di fuga a ricci ribelli, nemmeno il viso abbronzato. 
È una questione di sguardo. Mi specchio nei suoi occhi, non più perennemente concentrati. 
C’è un’insolita leggerezza. Uno stupore di meravigliosa semplicità, di ciò che non si poteva immaginare possibile, invece è.
“Hai dipinto?” le chiedo facendo un cenno col mento verso lo zigomo.

Mi sorride. 
Inspira l’aria chiudendo gli occhi e allargando il sorriso. 
Mi dice che sta restaurando un mobiletto da bagno. 
Ammicca con gli occhi e stringendo le labbra, evidenziando due fossette birichine, a sottolineare l’incredulità di essere pagata per dei lavoretti artistici, di cui non avevo idea avesse talento, nella nostra vita precedente.

Sorrido anche io. 
Per un attimo fugace sento che mi scruta, strizza ancora un pochino gli occhi, quando cerca di  leggermi l’anima. 
Stenta ancora ad essere definitivamente rilassata.
 La paura di perdermi l’ha segnata. 
Ha continuamente bisogno che la rassicuri sulla mia voglia di vivere, parla sempre al futuro. 
Il presente ancora lo sente precario. 
Ma il futuro non è più scandito da liste di cose da fare, che generano nervosismo e apprensione. 
È un impegno a vivere al meglio, una promessa di buono.

Le stringo la spalla. 
Desidero rassicurarla, ma mi esce un sorriso sbilenco. 
Mi guarda interrogativa. La ringrazio. Stringe nuovamente gli occhi. 
Abbraccio con lo sguardo il nostro terreno, la stalla, la casa. 
Respiro questa nuova vita che mi ha cullata nella mia rinascita. 
Ora sorrido bene, pienamente. 
La ringrazio ancora e lei ha un’impercettibile sussulto. 
Il mio stare bene la commuove.
Le ricordo che ho degli impegni, faccio un salto dai pelosetti. 

Penso a papà, che per aiutarmi, ogni giorno impiega quasi due all’andata e altrettante al ritorno, perché non ha potuto lasciare il lavoro a Roma. 
Il senso di colpa non fa presa. 
Entrambi i miei genitori mi ripetono in continuazione che questo cambio di vita è stata la migliore scelta della loro vita. 
La mia serenità sembra costituire le fondamenta della loro esistenza. 
Dal mio canto, spero che anche la mia scelta, così fortemente voluta, di aprire un allevamento di cani, permetta a breve a papà di rimanere con noi. 
Desidero vedere anche sul suo volto la distensione  di mia madre.

Mi hanno strappata dalla scelta di farla finita, stravolgendo la nostra vita.

Scaccio via il ricordo delle mie urla, io che gli vomitavo addosso tutta la mia frustrazione, le mie delusioni, la mia resa, incolpandoli di condizionare la mia vita, accusandoli di volerlo fare ancora una volta, portandomi in campagna.

Io non avevo nulla, ma loro hanno rinunciato a tutto.

Mi piego sulle ginocchia. Lascio scorrere la terra tra le dita. Lo faccio in continuazione. Mi genera un benessere inspiegabile. 
Sento l’odore umido di terra e erba. L’aria è diventata frizzante. 
Mi immergo nelle sensazioni che mi regala la natura.
Nella mia vita precedente non riuscivo a vedere il mio posto nel mondo. 
Tutto mi sembrava inutile, la mia stessa esistenza.

Non so come abbiano fatto ad intuire la soluzione. Mai stati tipi da campagna noi.

Mia madre ha rinunciato ad un impiego di prestigio. Ha mollato tutto. 
Anche l’idea che aveva sulla mia realizzazione lavorativa. 
Si è rimessa totalmente in gioco. 
La certezza che la soluzione fosse nella terra, negli animali, nella semplicità.

Papà era scettico, solo il terrore nel trovarmi in fin di vita lo ha fatto vacillare. 
La mia roccia è crollata in un attimo. 
I dottori dicono che non è possibile che io abbia dei ricordi in quello stato di incoscienza, ma quando mi torna in mente l’ululato di mio padre e i singhiozzi che lo sconquassavano, devo impegnarmi per pensare ad altro.

Quando sono stata fuori pericolo, se mia madre avesse detto ‘andiamo sulla luna’, lui l’avrebbe seguita senza battere ciglio.

Io, proprio io, mi sono impuntata per non muovermi e crogiolarmi nel mio dolore, per dimostrare quanto la vita facesse schifo.

La scorsa settimana ho visto nascere un agnello. 
Sono scoppiata a piangere. 
I miei si sono subito preoccupati. 
Non smettevo di singhiozzare. 
Quando ho ripreso fiato, non ho fatto altro che ripetere quanto tutto fosse meraviglioso.

Questa vita, questa terra, queste sfumature di verde, mi riempiono anima, cuore e bocca dello stomaco. 
Mi chiedo come potesse definirsi vita quella di prima. 
Inspiro l’aria felice.

Vorrei urlarlo a tutti, che stanno indossando una maschera, che le sbarre delle loro prigioni sono fatte di paure, che la vita è altra.
<3

Re: [MI179] All’inizio era terra

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@Modea72 

Commosso. Ho chiuso la lettura con vera e genuina commozione.
Il tuo racconto è altalenante, qui e la un po' involuto, ma chi se ne frega: la tua genuina rappresentazione è efficace, con me ha funzionato assai!
Brava!

Mi tocca commentare oltre per il mio post, quindi ecco un po' di dettagli:

Modea72 ha scritto: Il sole è pallido, ma a quest’ora, appena più ad ovest dello zenith, mi riscalda la guancia sinistra, mentre a destra del mio naso, sento un frescore che attiva la pelle d’oca sul braccio dallo stesso lato. 
Due commenti qui: per mio gusto, la parola zenith stona un po', mi sembra fuori luogo. Io toglierei l'intero inciso. Così come taglierei "sul braccio dello stesso lato" che non aggiunge nulla al concetto della pelle d'oca. Credo che la frase scorrerebbe meglio.


Modea72 ha scritto: Ha un baffo lilla sullo zigomo
Bello, genera curiosità e interesse. 
Modea72 ha scritto: Non sono solo i lineamenti più distesi, gli abiti comodi, i capelli accroccati in chignon rapidi e pratici che lasciano vie di fuga a ricci ribelli, nemmeno il viso abbronzato. 

Forse, vista la lunghezza della frase con il dettaglio dei ricci (riccioli?) ribelli che allontana dal "Non solo solo" iniziale, si potrebbe mettere "e non è nemmeno il viso abbronzato"

Modea72 ha scritto: Ammicca con gli occhi e stringendo le labbra, evidenziando due fossette birichine, a sottolineare l’incredulità...
Uhm... due gerundi così appesantiscono un po': "Ammicca con gli occhi e stringe le labbra, con due fossette birichine a sottolineare l’incredulità..." che ne dici?


Modea72 ha scritto: Per un attimo fugace sento che mi scruta, strizza ancora un pochino gli occhi, quando cerca di  leggermi l’anima. 
Stenta ancora ad essere definitivamente rilassata.
 La paura di perdermi l’ha segnata. 
Bum! Ecco la sfida della vita, trasmessa attraverso la paura di che resta (sarebbe restata): funziona.

Modea72 ha scritto: Le stringo la spalla. 
Desidero rassicurarla, ma mi esce un sorriso sbilenco. 
Mi guarda interrogativa. La ringrazio. Stringe nuovamente gli occhi. 
Abbraccio con lo sguardo il nostro terreno, la stalla, la casa. 
Respiro questa nuova vita che mi ha cullata nella mia rinascita. 
Ora sorrido bene, pienamente. 
La ringrazio ancora e lei ha un’impercettibile sussulto. 
Il mio stare bene la commuove.
Le ricordo che ho degli impegni, faccio un salto dai pelosetti.
Wow! Adoro le micro descrizioni che fanno l'insieme. Sono come i tratti singoli di un quadro impressionista. 

Mio gusto: pelosetti non è in linea con il resto. Forse bastava scrivere un esplicito: dai cani.

Modea72 ha scritto: così fortemente voluta,
eliminerei, non aggiunge valore


Modea72 ha scritto: Mi hanno strappata dalla scelta di farla finita, stravolgendo la nostra vita.

Scaccio via il ricordo delle mie urla, io che gli vomitavo addosso tutta la mia frustrazione, le mie delusioni, la mia resa, incolpandoli di condizionare la mia vita, accusandoli di volerlo fare ancora una volta, portandomi in campagna.

Io non avevo nulla, ma loro hanno rinunciato a tutto.
Molto belle queste immagini! Secondo me un po' altalenanti nel flusso del ragionamento. Forse cambiandone l'ordine diventa più efficace?


"Scaccio via il ricordo delle mie urla, io che gli vomitavo addosso tutta la mia frustrazione, le mie delusioni, la mia resa, incolpandoli di condizionare la mia vita, accusandoli di volerlo fare ancora una volta, portandomi in campagna.
Mi hanno strappata dalla scelta di farla finita. Io non avevo nulla, ma loro hanno rinunciato a tutto."


Modea72 ha scritto: Mi piego sulle ginocchia...
Da qui in avanti, la parte migliore del tuo racconto, dove le immagini mischiano passato e presente, poesia e dolore, disperazione e speranza.
Da questo punto è efficace davvero. Ci sarebbero altri dettagli tecnici che ho notato, ma non importano. Funziona come un flusso in maniera indipendente dal tecnicismo. E' spontaneo, vero.

<3

Re: [MI179] All’inizio era terra

3
Caro @L'illusoillusore grazie, davvero.
Il tuo commento mi ha colpita.
Mi ha emozionata leggere che hai provato commozione.
Grazie anche per tutti i consigli.
L'appesantimento del braccio dallo stesso lato mi stonava tantissimo già quando lo scrivevo, ma non ero riuscita a migliorarlo.
La ricostruzione senza i due gerundi che mi consigli, mi piace e la preferisco alla mia versione, grazie.
Pelosetti mi appartiene, chiamo così il mio gatto, il mio cane e quando ancora c'era il mio cricetino, ci tengo :)
Capisco la riflessione sui ragionamenti che risultano altalenanti, l'intento era trasmettere il flusso di emozioni che travolgono la protagonista. Volevo sottolineare la distanza tra i ragionamenti incanalati a cui siamo abituati e le sensazioni che può trasmettere l'immersione nella natura, ma forse non mi è riuscito benissimo.

Grazie ancora davvero 
<3

Re: [MI179] All’inizio era terra

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Modea72 ha scritto: ogni giorno impiega quasi due all’andata e altrettante al ritorno,
suppongo che dopo la parola due manchi la parola ore
Modea72 ha scritto: Modea72questo cambio di vita è stata la migliore scelta della loro vita. 
Qui eviterei la ripetizione vita, le alternative ci sono.
Che bel racconto! Complimenti. Se posso farti un solo appunto è quello di essera andata a capo ad ogni frase ottenendo l'effetto lista (che è l'opposto dell'effetto muro). Questa pratica, a noi autori – lo so perchè l'ho praticata anch'io – dà la sensazione di scandire bene e mettere in evidenza ogni singola frase immortalandola lì nero su bianco. Immaginiamo di "costringere" il lettore a mettere a fuoco ogni rigo senza distrarsi. Ma è pur vero che un discorso di fila diventa più morbido e fluido nella lettura. Sono scelte insindacabili che comunque non inficiano la sostanza del testo. Il tuo è breve ma intenso, come quelli che piacciono a me.
Capeau! 

Re: [MI179] All’inizio era terra

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Modea72 ha scritto: mentre a destra del mio naso, sento un frescore che attiva la pelle d’oca sul braccio dallo stesso lato. 
metti la virgola dopo "mentre" per aprire l'inciso
Modea72 ha scritto: Uno stupore di meravigliosa semplicità, di ciò che non si poteva immaginare possibile, invece è.
e invece lo è
Modea72 ha scritto: Ha continuamente bisogno che la rassicuri sulla mia voglia di vivere, parla sempre al futuro. 
Il presente ancora lo sente precario. 
Ma il futuro non è più scandito da liste di cose da fare, che generano nervosismo e apprensione. 
È un impegno a vivere al meglio, una promessa di buono.
Belle queste espressioni su presente e futuro.
Modea72 ha scritto: Penso a papà, che per aiutarmi, ogni giorno impiega quasi due
anche qui non hai aperto l'inciso: metti la virgola dopo "che"
Modea72 ha scritto: Entrambi i miei genitori mi ripetono in continuazione che questo cambio di vita è stata la migliore scelta della loro vita
Cambia una "vita" con un sinonimo come "esistenza".
Modea72 ha scritto: Io non avevo nulla, ma loro hanno rinunciato a tutto.
Bellissimo.  (y)
Modea72 ha scritto: Si è rimessa totalmente in gioco. 
La certezza che la soluzione fosse nella terra, negli animali, nella semplicità.
Aggiungerei, dopo gli animali: : in un restauro "fai da te", nella semplicità.
Modea72 ha scritto: Questa vita, questa terra, queste sfumature di verde, mi riempiono anima, cuore e bocca dello stomaco. 
Mi chiedo come potesse definirsi vita quella di prima. 
Inspiro l’aria felice.

Vorrei urlarlo a tutti, che stanno indossando una maschera, che le sbarre delle loro prigioni sono fatte di paure, che la vita è altra.
Brava, @Modea72  (y)

Mi piace lo stile che hai usato: frasi brevi, fitte di pensieri interiori interrotti e ripresi da un nuovo punto di vista. Una prova terribile superata e rielaborata.

Mi hai fatto commuovere. Una prova dolorosa, superata col supporto dei genitori, il cui sacrificio per il cambiamento di vita essenziale alla figlia è al contempo doloroso ma catartico anche per loro, per una rinascita collettiva.

Grazie di esserci, grazie per la lettura.  :libro:

 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI179] All’inizio era terra

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@Modea72 

 Questa è la prima volta che commento un tuo testo. Lo è davvero? Non vorrei fare paragoni con altri tuoi ma leggerò qualcos'altro, per confrontarli. 
Dirò cosa ne penso e cosa ne ho ricavato. La scrittura, molto personale, mi fa pensare a una ricerca formale. Ti dirò che quell'andare a capo non disturba, a me, la lettura. Parlo per me e lo specifico. Ci vedo una cura nella costruzione della storia.  A me non ha commosso. Spiego perché. L'ho trovato, fuori dal reale, dal mio reale e chiunque può dire la sua opinione in proposito. C'è poco approfondimento dei pensieri della suicida e la trama, in prima persona o nella testa, è stata condotta piuttosto superficialmente. Secondo me tu hai ottime possibilità e quindi dovresti approfondire di più gli argomenti. Se ho capito male, dillo. Buona scrittura e buon divertimento!

Re: [MI179] All’inizio era terra

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@confusa ciao, sì è vero, è la prima volta che ci incrociamo.
Ti ringrazio per il commento.
Capisco cosa intendi.
Penso ormai da tempo che molte letture, se scritte in modo almeno accettabile, possano coinvolgere totalmente alcuni e lasciare totalmente indifferenti altri e questo può stravolgersi nel corso della vita.
Dedicarsi alla lettura inevitabilmente ci pone dei quesiti, ci mette in discussione, può farci riaffiorare ricordi, o farci volare con la fantasia, ma dipende quasi totalmente dal nostro stato d'animo e dal nostro vissuto del momento. 
Penso quindi che siamo d'accordo, perché mi hai voluto specificare che è un giudizio che ovviamente risente della tua realtà.
Sull'approfondimento hai assolutamente ragione.
Partecipo sempre con tempi strettissimi. Non ringrazierò mai abbastanza Mezzogiorno di inchiostro, che mi piace così tanto da costringermi a fermarmi e a scrivere, quando mi sembra di non avere mai tempo.
Questa volta, rispetto alle mie altre partecipazioni, il testo è pensato come una parte di un testo più ampio, una bozza di libro che ho in testa. 
Forse anche per questo ho peccato nel non approfondire meglio gli argomenti.
Grazie ancora
Alle prossima 
<3

Re: [MI179] All’inizio era terra

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Sono una bestia metropolitana e questo probabilmente mi ha impedito di entrare in sintonia con il tuo racconto.
Detto questo, ho apprezzato molto lo stile, il ritmo della narrazione che procede con stacchi che sembrano respiri, quelli sì, in perfetta sintonia con l'ambiente che avvolge i pensieri dell'io narrante e ne diventa una specie di prolungamento misericordioso.
Perfetta la distanza di questa quiete dalla tempesta, così come dagli stati d'animo che sono visti, ma non guardati. Non credo sia questione di superficialità, piuttosto di quel lucido torpore che è quanto si può concedere chi è appena tornato dall'inferno.
Unico appunto: la chiusa.
Modea72 ha scritto: Vorrei urlarlo a tutti, che stanno indossando una maschera, che le sbarre delle loro prigioni sono fatte di paure, che la vita è altra.
E' un cambio di registro che non trovo intonato. Forse basterebbe che al guizzo di entusiasmo seguisse un ripiegamento, qualcosa che indichi come sulla faccenda della misura, la nostra eroina ha capito che deve lavorarci.
P.S.
Spero che la bozza diventi presto libro, se lo merita  ;)
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
https://www.facebook.com/profile.php?id=100063556664392
https://emanuelasommi.wixsite.com/manu

Re: [MI179] All’inizio era terra

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@aladicorvo grazie, ma grazie dal cuore.
Sulla chiusa non posso che darti totalmente ragione, anche secondo me è stata una scivolata rovinosa.
Ho un terribile rapporto con il tempo.
Per paura di non finire nei termini, scrivo a ritmo folle in uno spazio temporale che mi obbligo a dedicare a questa mia passione.
Lo avevo iniziato la sera, ma sono crollata con cellulare caduto in fronte.
Ho ripreso e concluso in mezz'ora di pausa pranzo.
Ho premuto invio storcendo la bocca sul finale. Non mi ha dato soddisfazione.

Grazie davvero per il commento e per l'incoraggiamento sul libro.
<3

Re: [MI179] All’inizio era terra

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Modea72 ha scritto: Sorrido. 
Mi affascina questa contrastante sensazione sul mio corpo. 
Seduta sulla panca di legno nell’aia, metà corpo al sole di aprile, l’altra metà all’ombra della casa.
Il sole è pallido, ma a quest’ora, appena più ad ovest dello zenith, mi riscalda la guancia sinistra, mentre a destra del mio naso, sento un frescore che attiva la pelle d’oca sul braccio dallo stesso lato. 
Un piacevole cortocircuito che si collega agli avvenimenti degli ultimi mesi.
Bellissimo incipit.
Modea72 ha scritto: Sorrido anche io. 
Per un attimo fugace sento che mi scruta, strizza ancora un pochino gli occhi, quando cerca di  leggermi l’anima. 
Gusto assolutamente personale, ma quando sento “anima” trovo un attimo di rigetto. Mi sembra un termine del quale si abusa in tutte le salse, dai Cugini di campagna, ai salotti, ai contesti religiosi, spirituali, laici, ai sentimenti amorosi. Viene citata superficialmente per definire qualsiasi che è “dentro” di noi, trascurandone il vero significato. Scusami, non è il tuo caso, ma io ormai la trovo una parola infelice nell'uso quotidiano.
Modea72 ha scritto: Le stringo la spalla. 
Desidero rassicurarla, ma mi esce un sorriso sbilenco. 
Bellissimo. Rende molto bene la situazione in una parola.
Modea72 ha scritto: Entrambi i miei genitori mi ripetono in continuazione che questo cambio di vita è stata la migliore scelta della loro vita. 
La mia serenità sembra costituire le fondamenta della loro esistenza. 
Dal mio canto, spero che anche la mia scelta, così fortemente voluta, di aprire un allevamento di cani, permetta a breve a papà di rimanere con noi. 
Desidero vedere anche sul suo volto la distensione  di mia madre.

Mi hanno strappata dalla scelta di farla finita, stravolgendo la nostra vita.

Scaccio via il ricordo delle mie urla, io che gli vomitavo addosso tutta la mia frustrazione, le mie delusioni, la mia resa, incolpandoli di condizionare la mia vita, accusandoli di volerlo fare ancora una volta, portandomi in campagna.
Qui c'è qualcosa che non mi torna. Poco sopra la figlia descrive la volontà di aprire un allevamento per cani, che percepisco come un desiderio forte che vorrebbe condividere con la madre e soprattutto il padre, anzi parla di una scelta che sembra che si realizzi. Poi c'è uno sfogo verso i genitori che li accusa di condizionare la sua vita decidendo di portarla in campagna. Mi sfugge questo contrasto. (Ma sicuramente sono io che non ho capito qualcosa).


Un racconto con un messaggio forte e importante che condivido appieno. Anch'io ho adottato una scelta simile, (Che combinazione! Impiego quasi due ore di viaggio coi mezzi per andare in città) un po' per piacere ma anche per necessità, e non basterebbe un libro per descrivere il valore, le sensazioni, gli stimoli e il piacere che offre stare in mezzo alla natura.
Però questo passaggio è descritto come un salto temporale senza spiegazione. Mi sarebbe piaciuto ricevere qualche dettaglio in più, una elaborazione del perché di questa scelta in base al tragico passaggio della figlia. C'è un alone di mistero che ci sta benissimo, però questo passaggio dal tragico al bellissimo mi e sembrato troppo semplicistico.
In fondo anche vivere nella natura può presentare molte difficoltà: una delle principali potrebbe essere l'isolamento sociale. Se hai galline e pecore vuol dire svegliarsi alle 5. Poi gli inverni sono duri. Anche la nascita dell'agnellino, nell'immaginario collettivo rappresenta l'evento per antonomasia di tenerezza ed è naturale che possa essere commovente. Ma io personalmente mi sarei spinto nella ricerca di altre sensazioni meno comuni ma lo stesso strabilianti che può offrire la campagna e la natura.
Comunque mi è piaciuta molto la scrittura e le sensazioni che trasmetti con pochi tratti.
Brava
A rileggerti.

Re: [MI179] All’inizio era terra

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Grazie @Kasimiro per avermi dedicato del tempo, con i vostri commenti imparo sempre tantissimo.
Hai ragione, si abusa delnt termine Anima, ma anche rileggendo, mi piace come calza.
 
Kasimiro ha scritto: Poco sopra la figlia descrive la volontà di aprire un allevamento per cani, che percepisco come un desiderio forte che vorrebbe condividere con la madre e soprattutto il padre, anzi parla di una scelta che sembra che si realizzi. Poi c'è uno sfogo verso i genitori che li accusa di condizionare la sua vita decidendo di portarla in campagna. Mi sfugge questo contrasto
L'idea dell'allevamento è il presente,  orientato ad un futuro buono. Lo sfogo fa riferimento al passato, cerca anche di togliersi dalla testa il ricordo delle sue urla.
Kasimiro ha scritto: Però questo passaggio è descritto come un salto temporale senza spiegazione. Mi sarebbe piaciuto ricevere qualche dettaglio in più, una elaborazione del perché di questa scelta in base al tragico passaggio della figlia
Pensavo di avere fornito una spiegazione scrivendo 
Modea72 ha scritto: Nella mia vita precedente non riuscivo a vedere il mio posto nel mondo. 
Tutto mi sembrava inutile, la mia stessa esistenza.
Modea72 ha scritto: Non so come abbiano fatto ad intuire la soluzione
Modea72 ha scritto: La certezza che la soluzione fosse nella terra, negli animali, nella semplicità.
personalmente pensavo alle pressioni sociali, alla frenesia, al lavoro fine a sé stesso, ma volevo lasciare ad ognuno l'aderenza alle proprie insofferenze.
Trovo che causa di molti mali sia proprio l'allonamtanarsi dalla natura, di quanto era già perfetto e che l'uomo vuole dominare e distruggere.
Modea72 ha scritto: La scorsa settimana ho visto nascere un agnello. 
Sono scoppiata a piangere
Hai ragione, probabilmente ho banalizzato lasciandomi andare a luoghi comuni

Grazie ancora 
<3

Re: [MI179] All’inizio era terra

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ciao @Modea72. Quello che mi ha colpito, al di la della storia, è come hai impostato le varie fasi del percorso narrativo. Piccole frasi per impostare un discorso, e poi fino in fondo a chiudere. Un racconto a pezzi, come a voler circoscrivere le fasi della vita. Attimi di respiro per riprendere il fiato, prima di scendere nell'abisso. Io avrei rovistato alla moda di Kafka, che scrisse " sei quel coltello con in quale frugo dentro di me". Ecco, in questa storia manca questo coltello.. Brava e coraggiosa, quando si compiono questi approcci alla esistenza io approvo! ciao <3
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI179] All’inizio era terra

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@Ciao Modea72,
devo confessarti di non essere troppo convinto.
La scrittura va bene, anche se ho trovato alcune frasi un po' inviluppate su se stesse.
Tipo questa
Modea72 ha scritto: Il sole è pallido, ma a quest’ora, appena più ad ovest dello zenith, mi riscalda la guancia sinistra, mentre a destra del mio naso, sento un frescore che attiva la pelle d’oca sul braccio dallo stesso lato. 
Semplificherei.
Ma il punto non è tanto quello, quanto essere rimasto con la sensazione che ci hai raccontato della gratitudine della protagonista nei confronti dei suoi, senza però sapere davvero perché. "La vita è altra". Ok, ma qual era esattamente la situazione di partenza e cosa, esattamente, del trasferimento in campagna, ha fatto la differenza? Qual era la vita sbagliata da abbandonare, e qual'è la vita  "altra" che adesso ha compreso la protagonista? Qual è il senso che ha trovato? Che sia bastato trasferirsi in campagna non mi lascia convinto, deve esserci dell'altro; temo che quando il male di vita si radica uscirne non sia una cosa banale e aproblematica.  
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI179] All’inizio era terra

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@Edu ti ringrazio per il commento.
Questo gruppo mi ha insegnato tantissimo, ho sempre cercato di fare tesoro di tutti i suggerimenti ricevuti; molte volte mi hanno scritto di evitare gli spiegoni e con non poca fatica mi sono trattenuta.
Ho provato a dare degli indizi, sperando che ognuno immaginasse cosa non potesse andare nella vita di prima, specificando che si sentiva fuori posto, che si era arresa dopo le delusioni e che non trovava motivazioni.
Forse ho dato troppo per scontato il benessere di un ritorno alla natura, alla terra, all'essere parte di un tutto.
Le tue annotazioni, che ho ritrovato anche in altri commenti, mi hanno fatto riflettere su percezioni sicuramente diverse tra chi, come me, vive in una metropoli, e tutti i giorni si chiede che senso abbia il proprio stile di vita, e chi, invece, magari vive in un paesino con ritmi e distanze più a misura d'uomo.
Dovrò ragionare su come migliorarmi per rendere maggiormente evidenti certi miei ragionamenti, senza appesantire il racconto.
Ti ringrazio.
<3

Re: [MI179] All’inizio era terra

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Ciao @Modea72 ! Non ho molto da dire sul tuo racconto. L'ho trovato leggero e piacevole, uno spaccato della vita in serena campagna/provincia contrapposta a quella frenetica cittadina (e lo dico da campagnolo che ha vissuto per anni in grandi città europee).
Mi è piaciuta molto la freschezza – non saprei come altro descriverla – della scena: mi sembrava davvero di respirare quando hai descritto la vita della protagonista in campagna, contrapposta allo stress della vita precedente. 

Il commento sulla nascita dell'agnellino mi ha ravvivato il cuore: mi ha ricordato una scena dell'ultimo film della serie di Evangelion (non pretendo che lo si conosca), dove una delle protagoniste (che per motivi che non starò qua a spiegare) è un clone di una persona morta da tempo, ed è completamente apatica perché non riesce a comprendere le emozioni umane, prima tra tutte il concetto di gioia della vita perché lei tecnicamente non è mai nata. 
Arriverà a comprenderlo solamente pochi istanti prima che il suo corpo ceda perché oramai giusto alla fine del suo ciclo biologico, e lo comprenderà proprio vedendo la vita bucolica post-apocalisse, nello specifico nel vedere una gatta partorire.
(Sì, lo so che contorto, ma tutta la serie lo è : D ) 

A rileggerci! 

Re: [MI179] All’inizio era terra

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@Zouks grazie. Sono davvero felice di essere riuscita a trasmetterti quanto mi descrivi.
Alcuni commenti mi avevano fatto dubitare sulla scelta della nascita dell'agnellino per scuotere così fortemente la protagonista. Volevo creare un parallelo con la sua rinascita, ma sembrava un po' troppo stereotipato.
Il fatto che a te invece abbia colpito mi rasserena, anche se sicuramente, in un testo più lungo e strutturato, farei riferimento anche ad altri aspetti meno scontati dell'immaginario sulla vita bucolica 
Ti ringrazio
A presto 
<3

Re: [MI179] All’inizio era terra

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Finalmente ho tempo di lasciare un commento anche a te, @Modea72. Tra i racconti che non avevo ancora commentato questo era quello che mi premeva di più.

Ti dirò la verità: dopo il primo paragrafo pensavo che il tuo racconto non mi sarebbe piaciuto. Leggevo una prosa un po' involuta, non sempre chiara. Io tendo a dare molto peso alla tecnica, quindi non si partiva con il piede giusto.

Dopo due-tre paragrafi, i tecnicismi che avevo in mente li ho scordati. Bum, spariti del tutto. C'è qualcosa nel modo in cui hai scritto il racconto che mi ha catturato a un livello più profondo, che però mi viene difficile spiegare. Ho provato più empatia per la protagonista del tuo racconto che per quasi tutti i miei personaggi.

Le annotazioni stilistiche che altri ti hanno lasciato prima di me sono tutte valide. Però sono cambi che trovo meno necessari in questo testo che in altri che ho letto qui. E il motivo è proprio quello che ho menzionato sopra: sei stata in grado di connettere i personaggi con il lettore. Non è facile.

Quindi complimenti. :)
Da quel che ho potuto vedere nei risultati del contest, questa connessione non l'ho sentita solo io. ;) Bel lavoro.

A rileggerti.
Rispondi

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