[MI179 Fuori concorso] Bignè in salsa di noci

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commento
Traccia 2 "In cucina"


“La cucina è in ordine, posso cominciare.
Mi serve la bilancia; le ciotole, così preparo gli ingredienti; vediamo di fare un lavoro pulito. Preciso.
L'anno scorso Giorgio ha passato tutta la sera a compatire il mio soufflè che si era sgonfiato prima di arrivare in tavola. Dio, non lo sopporto. Con quell'aria strafottente è solo capace di criticare, ma questa volta il forno non mi deve tradire.
Cerchiamo di non distrarci; devo pesare il burro, la farina, mi serve il misurino per l'acqua, un pizzico di sale. Sì, così può bastare
Fuoco basso, devo far sciogliere il burro ma l'acqua non deve bollire.
Chissà se ad Arianna piacerà la salsa di noci? L'altra volta non l'avevo messa. Ci sono persone allergiche alle noci; per carità, non sarà che Arianna ...? Ma no, non mi sembra.
Comunque ormai è deciso, non posso cambiare menù. A proposito, devo controllare le noci.
Il cucchiaio di legno? Dove l'ho messo? Era qui un momento fa. Ah eccolo.
Calma, non ti innervosire. E' il momento, il burro è sciolto, dai, vai deciso, butta la farina, mescola, più forte, tieni il pentolino sul fuoco finché l'impasto non si asciuga e non si stacca dal cucchiaio. Ancora un po', così, ecco, ci siamo, perfetto, guarda come si stacca bene, via dal fuoco.
Adesso è meglio lasciarlo raffreddare prima di metterci le uova.
Intanto che si raffredda fammi controllare le noci. Sono scappato via dall'ufficio, mi sono preso mezza giornata di ferie per preparare la cena; almeno potevo prenderle già sgusciate? Ora ci devo perdere un sacco di tempo.
A volte sei poco pratico, Arianna me lo diceva sempre fin dai tempi del liceo. Guarda che al prof. gli devi dire solo quelle quattro stronzate che vuole lui, che ti frega di tutti questi ragionamenti?
E aveva ragione; lei, i professori, era capace di girarseli sulla punta delle dita; mica come Ugo.
Menomale che Ugo è di bocca buona. A lui i miei ragionamenti non dispiacevano, e nemmeno il sufflè dell'anno scorso. Ce ne vorrebbero di amici come lui. E' stato quando si è messo con Filomena che gli ho detto che era di bocca buona; è stata una cosa meschina e me ne vergogno, povera Filomena, però lui non me l'ha fatto mai pesare. Erano i due secchioni della classe, a vederli adesso sono rimasti così com'erano, l'unica coppia felice che conosco.
Devo sbrigarmi, ora si sarà raffreddato abbastanza. Sì, così va bene, cominciamo con le uova, una per volta. Il primo è sempre il più difficile, l'impasto è ancora duro e bisogna sbatterlo forte, quelli dopo sono più facili.
Ma che cavolo mi salta in testa? Sì è vero, anche con Arianna è stato così; la prima volta è stata un po' più dura, poi … però chissà se a lei piaceva davvero? No, non credo, ero un po' troppo ... rapido, non ci sapevo proprio fare; ma allora perché lo faceva?
A lei piaceva giocare, forse lo faceva un po' con tutti, chissà se c'è passato anche Gianni? Se stasera arriva prima degli altri quasi quasi glie lo chiedo.
Ma va, lascia perdere.
L'impasto ha la consistenza giusta, ora tutto nella sac a poche.
Mano ferma, pressione costante, tanti bei mucchietti sulla placca del forno a distanza regolare. Precisi. Tutti uguali, della grandezza giusta. Questa volta quello stronzo di Giorgio non deve trovare nulla da ridire.
No, Gianni no, era ancora più imbranato di me, c'avrebbe perso la testa per una come Arianna, e poi non sapeva nemmeno cucinare. Va beh, ma cosa c'entra.
Ok Il forno è caldo.
Dentro.
Lascio la luce accesa così li controllo, intanto prendo la fontina e le altre uova.
Beh, se è per questo nemmeno Giorgio sa cucinare, cioè, sì, magari ci prova, ma vorrei vederlo a fare una cosa del genere. Il suo massimo è stato quell'arrostino di maiale all'arancia; ma che ci vuole?
Mi sa Arianna che se vuoi mangiare qualcosa di decente devi cucinartelo da sola; se aspetti lui stai fresca. Dai, stasera puoi rifarti, ci penso io, vedrai.
Adesso viene il difficile, che Dio me la mandi buona. La fontina sembra al punto giusto, si è ammorbidita nel latte tutta la notte; la scolo bene e aggiungo i tuorli, poi sul fuoco a bagnomaria.
Mescola, mescola, non mollare mai la fonduta. Se taglia sono guai.
Ci vuole amore per certe cose, ma nonostante tutto ti possono sempre tradire. Girare lentamente il cucchiaio è come accarezzarla, e intanto la scruti, controlli e stai in ansia. La fontina lentamente si scioglie, si amalgama con l'uovo e il composto diventa liquido; allora guardi che non siano rimasti grumi, che sia omogeneo, ma non basta. Mescoli, e a ogni giro del cucchiaio controlli che la superficie rimanga liscia e vellutata, e temi di veder comparire quelle piccole increspature che segnano l'inizio del fallimento, quando la parte liquida e quella solida del composto si dividono. Se succede a quel punto ti agiti, cominci a mescolare più forte, speri di recuperare, ma ormai non c'è più nulla da fare.
Se proprio non vuoi buttare via tutto non ti resta che imbastardire la ricetta aggiungendo n po' di farina, ma non sempre funziona.
Se invece le cose vanno per il verso giusto, vedi la fonduta che si addensa e gradualmente prendere la consistenza di una crema: bella, gialla, liscia. E' un'emozione vera, una gioia.
Ugo e Filomena si sono sposati, ora lei è al quarto mese, la pancia si vede appena. Non so perché ma mi fanno venire in mente una fonduta come questa. Ottima, perfetta. Lasciamola raffreddare solo un po'.
Guarda, guarda come si sono gonfiati bene, dorati al punto giusto, posso sfornare i bignè.
Gianni non ci crederà, penserà che li abbia comperati già fatti, non ci credeva nemmeno quando gli raccontavo cosa succedeva nella mia camera le volte che Arianna veniva a studiare da me.
Povero Gianni, chissà se ha trovato una fidanzata? E' un anno che non ci sentiamo.
Non so più nemmeno che senso abbia continuare così, ci vediamo una volta all'anno, il primo giorno di scuola, noi sei a cena a casa mia. Per un anno intero capita di non sentirci, neanche per telefono, nemmeno gli auguri di Natale; ho incontrato per caso Filomena l'altro giorno che mi ha dato la bella notizia altrimenti non ne avrei saputo nulla. Ma il primo giorno di scuola tutti qui, da allora, per tutti questi anni.
Che ore sono? Quasi le sette, devo ancora riempire i bignè con la fonduta e mettere su la salsa di noci, meglio sbrigarsi.
Avanti con lo schiaccianoci; poi tutto nel mixer con la panna. Un po' d'aglio ce lo metto? No, meglio evitare, Arianna non lo sopporta proprio, anche se un po' ci vorrebbe.
Mi chiedo come faccia a sopportare quello spocchioso di Giorgio. Lui poi cosa c'entra con noi? Niente. E' un intruso, solo perché si è messo con Arianna. Cosa ci fa qui a casa mia? Giuro che se comincia, questa volta lo faccio volare dalle scale.
Ma che cosa stiamo facendo?
Basta ragazzi, è ora di smetterla con questa buffonata, l'abbiamo tirata in lungo fin troppo, è ora di crescere; che ognuno se ne vada per la sua strada. Perché tutti gli anni questa tortura?
A prenderli in mano i bignè sono leggeri, leggermene croccanti. Si capisce dal peso quando sono pieni, devo stare attento a non spingere troppo con la siringa. Sono venuti una meraviglia.
Guardali Arianna, te li ricordi? Sono ancora meglio di quella volta. Sai, gli anni, la pratica conta qualcosa. Non sono più un ragazzino inesperto come allora. Assaggiali. Se chiuderai gli occhi saprò che ti sono piaciuti, o se mi guarderai in quel modo ...
Ci siamo quasi. I bignè sono nella teglia, avvolti dalla salsa di noci. Non resta che infiocchettarli con il burro e gratinarli con un'ultima passata in forno.
Belli, insuperabili.
Devo solo ripulire la cucina. Mi si è chiuso lo stomaco, forse ne assaggerò uno solo, soltanto per capire come sono venuti.
Dopo la cena ve ne andrete tutti e mi lascerete da solo a sparecchiare e lavare i piatti.
Se li buttassi? Se li facessi cadere o bruciare nel forno?
Hanno suonato. Coraggio, un bel sorriso.
-Sì, Arianna, sei tu? Salite, è tutto pronto.”

Re: [MI179 Fuori concorso] Bignè in salsa di noci

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@Poldo 
Visto che sei fuori gara e la cucina è una delle tue passioni, ti ho letto e commentato. Sono poco abile in cucina ma sono certa, rivolta alla mia personale esperienza, che Chi scrive vuole essere letto, e, non fa eccezione il tuo caso...O sì? I bignè sono difficili da cuocere nel forno di casa o sono io a non saperci fare? Tornando al testo, ne ho ricavato una bella lettura. Non annoia, è vivace e mi ha ricordato le mille storie frequenti nell'età degli studi. Non ho trovato ripetizioni e la scrittura trasmette sicurezza e apertura. Anche il contenuto sollecita. Il profumo arriva e l'amarezza del finale e di tutto il racconto non ne ha rovinato lo svolgersi. Ho visto un solo refuso (si scrive soufflé o sufflé?) ma io non faccio testo, quindi.... Ai complimenti ci si fa l'abitudine e quindi...
Ti seguo!

Re: [MI179 Fuori concorso] Bignè in salsa di noci

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@Poldo un racconto molto ben riuscito, direi quasi perfetto. La raffinatezza della cucina che si alterna con sapienza a nostalgici trascorsi in un equilibrio ben calibrato. Per un attimo mi ha ricordato Tognazzi, me lo sono immaginato  mentre descrive con questa ricercata cura per i particolari, al contempo alterna storie di vita vissuta con una nota di malinconia.
Piaciuto molto.

Re: [MI179 Fuori concorso] Bignè in salsa di noci

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Ti giuro, @Poldo,  mi è venuta voglia di assaggiare i tuoi bignè, non è che hai la ricetta?
Il racconto mi è piaciuto, un flusso di pensieri scandito sull'onda creativa del protagonista.
Il povero sembra un po' rancoroso verso i suoi amici ma, cucinare per loro, sembra una specie di rivincita, un modo per dimostrare il suo valore.
Ci tiene a fare bella figura davanti ad Arianna, legittimo. La storia è intuibile seguendo le idee, i pensieri del protagonista che sciorina tutto nel suo cervello. Chi legge intuisce il risentimento che prova il cuoco ed è un peccato perché in cucina ci vuole amore e passione, a Giorgio gli andranno di traverso, sicuro.  :D
Ho visto un paio di cosette che potresti correggere:
Poldo ha scritto: dom ott 15, 2023 11:30 pmE' stato quando si è messo con Filomena che gli ho detto che era di bocca buona; è stata una cosa meschina e me ne vergogn
La È: (Alt+0200 nel tastierino)
È stato... È stata... Troverei qualcosa di diverso: eliminerei il primo è stato e comincerei la frase con, Quando si è messo con Filomena gli ho detto che era di bocca buona...
 

 Li ho notati perché sono  sulla stessa riga, di solito odio fare le pulci ai racconti. Preferisco concentrarmi sulla trama, lavorarci di fantasia e scrutare i personaggi. 
Grazie per la lettura e per le belle sensazioni che mi ha lasciato la ricetta.
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