Re: [MI177] Diario di corsia

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Ciao @Poeta Zaza

A dir la verità, del tuo racconto non ho capito quasi nulla  :libro:  O_- , e sì che nei reparti di psichiatria ci ho passato la vita. Sarà per colpa di quegli A, B e C che non agevolano affatto la lettura. Per questo motivo mi risulta difficile fare un commento.
Quello che posso dire per ora è che quell'alternarsi di battute precedute da A: e B: sembrano far parte più di un testo teatrale e non di un racconto.
Il finale  l'ho trovato assolutamente inverosimile. In primo luogo nessun infermiere avrebbe mai le chiavi degli uffici amministrativi. Ogni dipendente viene assunto in base ai titoli che possiede. Nessuna impiegata dirà mai per telefono se la tale persona è stata ricoverata o meno (esistono leggi molto precise e severe sulla tutela della privacy), ma soprattutto;
Poeta Zaza ha scritto: A, è soddisfatto e attacca coi ringraziamenti.  "Ma" lo interrompe l'impiegata "da paziente".
Se A attacca, come può l'impiegata interromperlo?

Forse intendevi dire che A stava per attaccare, e allora avrebbe avuto un senso. Ma sono errori come questo che rendono un testo poco leggibile.

Ultima nota, se vuoi un po' polemica, ma ha a che fare con il lavoro e la lotta che mi ha impegnato per tutta la vita. Essere un paziente psichiatrico non è una condanna, anche se molte patologie dureranno per sempre. Dividere il mondo tra matti e sani è un modo crudele per emarginare chi è vittima di una malattia sicuramente terribile. In passato questo modo di vedere le cose aveva creato i manicomi che per fortuna con la legge Basaglia non ci sono più. Purtroppo però non basta una legge per abbattere i muri dei luoghi comuni e dei preconcetti.
Conosco alcuni colleghi che in un periodo della loro vita hanno avuto bisogno di cure psichiatriche, questo non ha diminuito la loro capacità, nel momento in cui si sono ripresi, di poter continuare a svolgere il loro lavoro.
La letteratura può essere molte cose: svago, divertimento, a volte anche riflessione. Ogni cosa che scriviamo ha comunque un significato di cui, anche nel piccolo ci prendiamo la responsabilità.
Se poi il tuo intento era diverso da quello che mi è sembrato di capire, prendi questo mio sfogo e mettilo da parte. Tieni però conto del fatto che comunque questa è stata la mia impressione.

Re: [MI177] Diario di corsia

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@Poldo
Poldo ha scritto: Dividere il mondo tra matti e sani è un modo crudele per emarginare chi è vittima di una malattia sicuramente terribile. In passato questo modo di vedere le cose aveva creato i manicomi che per fortuna con la legge Basaglia non ci sono più. Purtroppo però non basta una legge per abbattere i muri dei luoghi comuni e dei preconcetti.
Hai visto questo nel mio testo? Come hai potuto equivocare, mi domando.

Per esempio, B. qui dice:
Poeta Zaza ha scritto: B.: "Siamo qui per lavorare o per giudicare? C'è tanto così dallo scambiarci il posto tra noi e loro" afferma convinto mentre quasi accosta pollice e indice destro.
B. è stato un paziente psichiatrico anni prima, e quindi capisce meglio di altri la situazione da malato. Ciò non toglie che ora faccia regolarmente il suo lavoro di OSS, anzi, lo fa meglio di altri che non hanno fatto la sua esperienza diretta.
Poldo ha scritto: Quello che posso dire per ora è che quell'alternarsi di battute precedute da A: e B: sembrano far parte più di un testo teatrale e non di un racconto.
Proprio così! Ho anche messo la TAG teatro per evidenziarlo ma ti è sfuggita.
Ho voluto staccare i soggetti curanti dai soggetti curati: il mio intento era fare risaltare i comportamenti delle due "categorie" che si avvicinano in situazioni, reazioni e comunicazioni.


 Lungi da me dividere il mondo tra sani e malati, ed è particolarmente difficile farmi capire da chi ha letto il contrario del mio messaggio, Inoltre, aborro l'imperversare del politicamente corretto che, è questo il caso, non ti lascia fare un racconto sereno e propositivo (nelle intenzioni) senza far saltare la mosca al naso a qualcuno. Ormai non si può più dire niente con spontaneità: bisogna rileggere ogni frase cercando di vedere se può essere letta in un altro senso. 
A breve, al posto del correttore di bozze spopolerà l'A.I. correttrice. L'Intelligenza artificiale è già in noi. 
Poldo ha scritto: Il finale  l'ho trovato assolutamente inverosimile. In primo luogo nessun infermiere avrebbe mai le chiavi degli uffici amministrativi. Ogni dipendente viene assunto in base ai titoli che possiede. Nessuna impiegata dirà mai per telefono se la tale persona è stata ricoverata o meno (esistono leggi molto precise e severe sulla tutela della privacy),
Ovvio che sulla carta sia così! Mi offende che tu pensi che io non lo sappia.
Allora userò anch'io la stessa moneta con te, @Poldo:
Sappi che nella vita succede che le persone si comportino diversamente dal modo in cui dovrebbero comportarsi: Così la privacy viene aggirata, certe informazioni rivelate, certe abitudini sbagliate prese, eccetera eccetera.
Inoltre, è un racconto, e ne ho letti tanti qui, anche non fantasy, con delle cose non nella norma, non in quello che "dev'essere" nel funzionamento di cosa pubblica e cosa privata, e allora? Me ne sono stata, mi sono piaciuti o non piaciuti per altri motivi.

Riassumendo, il mio racconto non voleva certo prendere in giro la categoria di persone che in un certo momento della loro vita abbiano frequentato un reparto psichiatrico, anzi, tutto il contrario. Voleva evidenziare il labile confine tra il medico e il paziente, facendo meditare e, perché no, sorridere.

Il fatto che ci siano situazioni sconvolgenti e terribili, che capitano in qualunque reparto del genere impedisce, secondo la legge del politicamente corretto, di discettare, di scrivere di giornate senza sussulti gravi? Scrivere di qualcuno che dispensa e riceve sorrisi anche in quel contesto? Non si può più?
Mi potevi dire che sono stata banale (è la peggiore critica che io sopporti) e avrei capito. Ma questo tuo commento mi ha ferita troppo.

Sto piangendo dall'impotenza e dal dispiacere. 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI177] Diario di corsia

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Ma mica starai piangendo sul serio, @Poeta Zaza! @Poldo ha soltanto espresso la sua impressione e lo ha anche specificato.
Poldo ha scritto: Se poi il tuo intento era diverso da quello che mi è sembrato di capire, prendi questo mio sfogo e mettilo da parte. Tieni però conto del fatto che comunque questa è stata la mia impressione.
Personalmente, anche io ho trovato il racconto poco chiaro e ho dovuto leggerlo più volte per trovare un senso e un messaggio che bilanciasse la mancanza di una trama più strutturata. Penso che tu abbia voluto evidenziare l'eterogeneità dei personaggi e la loro diversa sensibilità nei confronti dei pazienti. Tra i tre protagonisti, sembra che soltanto uno di loro abbia empatia e amore per i pazienti, probabilmente perché ha personalmente affrontato situazioni simili in precedenza.
Tuttavia, sarebbe stato interessante se avessi approfondito ulteriormente la caratterizzazione dei personaggi e la loro evoluzione nel corso della storia. Ad esempio, avresti potuto narrare le motivazioni e le esperienze personali che hanno spinto i personaggi a prendersi cura dei pazienti psichiatrici. Questo avrebbe arricchito la trama, offrendo una comprensione più approfondita dell'atteggiamento dei personaggi nei confronti dei pazienti con disturbi mentali
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Re: [MI177] Diario di corsia

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Cara @Poeta Zaza
Come ho detto alla fine del mio commento è possibile che io abbia frainteso il senso del tuo racconto, ma se questo è avvenuto è soprattutto a causa di una mancanza di chiarezza in ciò che hai scritto.
Scusami se sono franco, ma preferisco dire le cose come le penso senza tanti giri di parole, e spero che gli altri facciano lo stesso nei miei confronti.
Quello che leggo non è nemmeno un dialogo plausibile, ma una serie di affermazioni slegate le une dalle altre di cui è difficile cogliere il senso.
Da lettore di narrativa (non di poesia) pretendo di riuscire a comprendere un testo, di poterlo visualizzare, di potermi immergere in esso senza essere costretto a tornare a rileggere più volte le stesse righe. Forse sarò un lettore impaziente, ma per me questo è il requisito minimo perché un testo sia leggibile. Sono esigente? Sì lo sono, e ho buttato a mare libri ben più blasonati per questo motivo.
Per quanto riguarda il fraintendimento, questo è scaturito da qui:
Poeta Zaza ha scritto: A. ha delle perplessità su B. che decide di togliersi quella sera.
E quali sarebbero queste perplessità? Forse il fatto che lo ha giudicato troppo empatico con i pazienti? Un po' matterello anche lui? La questione merita un'indagine più approfondita. Chissà perché. E guarda, alla fine aveva proprio ragione. B in realtà è un paziente psichiatrico.
Se non era questo ciò che intendevi dire, forse nel testo manca qualcosa.
Poeta Zaza ha scritto: aborro l'imperversare del politicamente corretto
Sono d'accordo con te, ma non è questo il problema.
Poeta Zaza ha scritto: bisogna rileggere ogni frase cercando di vedere se può essere letta in un altro senso. 
Questo mi sembra raccomandabile. Chiedersi cosa possa capire il lettore di quello che abbiamo scritto è fondamentale.
Poeta Zaza ha scritto: Sappi che nella vita succede che le persone si comportino diversamente dal modo in cui dovrebbero comportarsi: Così la privacy viene aggirata, certe informazioni rivelate, certe abitudini sbagliate prese, eccetera eccetera.
Certo che questo avviene, ma avviene dentro a un contesto dove le regole esistono e per aggirarle servono stratagemmi ben più complessi. Il problema non è ciò che succede, ma se succede in un modo credibile.
Poeta Zaza ha scritto: Il fatto che ci siano situazioni sconvolgenti e terribili, che capitano in qualunque reparto del genere impedisce, secondo la legge del politicamente corretto, di discettare, di scrivere di giornate senza sussulti gravi? Scrivere di qualcuno che dispensa e riceve sorrisi anche in quel contesto? Non si può più?
Certo che si può, anzi, me lo auguro. Quello che sto cercando di dirti è di fare molta più attenzione a come si costruisce un racconto. Un racconto non è una poesia che si scrive seguendo l'onda delle emozioni (scusami, forse ho detto una sciocchezza, ma di poesia non capisco un tubo). Un racconto va costruito con calma su solide basi perché alla fine deve stare in piedi.
E per favore, non metterti a piangere. Se sono qui a spendere la mia serata con te non è certo per ferirti. Se mi do da fare per organizzare un laboratorio di scrittura e dedico il mio tempo a contribuire a tener vivo questo forum non è certo per farmene un vanto.
Darti in modo sincero e senza infingimenti il mio punto di vista è l'unica cosa concreta che posso fare ed è quello che apprezzo di più se viene fatta a me. Se voglio migliorare non mi servono lodi e apprezzamenti.
Come ho detto, questo è il mio punto di vista, e io sono solo uno. Può darsi che altri valutino il tuo racconto in modo diverso.
 

Re: [MI177] Diario di corsia

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Poldo ha scritto: Cara @Poeta Zaza
Come ho detto alla fine del mio commento è possibile che io abbia frainteso il senso del tuo racconto, ma se questo è avvenuto è soprattutto a causa di una mancanza di chiarezza in ciò che hai scritto.
Scusami se sono franco, ma preferisco dire le cose come le penso senza tanti giri di parole, e spero che gli altri facciano lo stesso nei miei confronti.
Quello che leggo non è nemmeno un dialogo plausibile, ma una serie di affermazioni slegate le une dalle altre di cui è difficile cogliere il senso.
Da lettore di narrativa (non di poesia) pretendo di riuscire a comprendere un testo, di poterlo visualizzare, di potermi immergere in esso senza essere costretto a tornare a rileggere più volte le stesse righe. Forse sarò un lettore impaziente, ma per me questo è il requisito minimo perché un testo sia leggibile. Sono esigente? Sì lo sono, e ho buttato a mare libri ben più blasonati per questo motivo.
Per quanto riguarda il fraintendimento, questo è scaturito da qui:



E quali sarebbero queste perplessità? Forse il fatto che lo ha giudicato troppo empatico con i pazienti? Un po' matterello anche lui? La questione merita un'indagine più approfondita. Chissà perché. E guarda, alla fine aveva proprio ragione. B in realtà è un paziente psichiatrico.
Se non era questo ciò che intendevi dire, forse nel testo manca qualcosa.
Questa la mia frase: 
Poeta Zaza ha scritto: mar lug 18, 2023 2:55 pmA. ha delle perplessità su B. che decide di togliersi quella sera.
Ci ho dormito sopra e, leggendo il tuo secondo commento, @Poldo, ti do atto che un po' di ragione (poca di fronte al tacciarmi di un cattivissimo e stupido luogo comune) sul fraintendimento del mio (confuso) testo ce la puoi avere avuta. 
Hai ragione sulla frase sopra che può indurre qualcuno ad arrivare a fraintendere il finale, partendo dal fraintendere le perplessità di A. 
Io certo non volevo indurre questa deduzione finale del lettore: 
Un po’ matto? Straparla? Ah, ecco perché… B. è stato un paziente psichiatrico!
Ma questa, di fronte alla scoperta finale:
Ah… Anche lui c’è stato. Ecco perché B. è il più bravo di tutti in corsia!

Però, la mia scelta è stata di concludere col colpo di scena, senza pensare alla discrezionalità dell’impatto sui lettori.
Potevo lavorare di più sulle corde dei personaggi e sul concetto di traumi della psiche da cui si può guarire, specie se hai la fortuna di entrare per farti curare in un buon reparto ospedaliero, mentre la stragrande maggioranza dei traumatizzati resta fuori, con poche speranze.
Spiegare meglio, come dici tu, le perplessità di A.
A. ha dei dubbi su B., per meglio dire delle curiosità. Da dove venga, che contesto ha vissuto. Anche quelle considerazioni pseudo filosofiche sui propri colori, sugli spazi di cielo e divagazioni assurde gli danno da pensare. A. vuole indagare sul passato di B., ma di nascosto, perché A. non ha un approccio schietto e diretto con le persone.

Il contesto in cui si colloca B. è quello di un reparto ospedaliero nella sua quotidianità. Si tratta dell’ultimo arrivato che si fa notare anche per come parla (dice: io penso e mi parlo sopra”) ma il collega A., del nord e più pragmatico di lui, ha dei dubbi, delle curiosità da quale vissuto provenga.
E tutto pensa tranne che B. abbia fatto qualche brutta esperienza o abbia affrontato un dolore che lo hanno portato, per qualche tempo, in un reparto psichiatrico. Pensa che potrebbe scambiare due parole con qualche collega che abbia lavorato con lui, se esiste. Perché il contratto non è di trasferimento.

Insomma, la scelta del contesto è stata infelice e ho sottovalutato la sua importanza.

Tu, @Poldo, sei stato "reo" di avermi attribuito un luogo comune e dei preconcetti odiosi che, mi illudevo io, conoscendomi tu un minimo, non avresti dovuto imputarmi. Sarò superba, ma ieri ho davvero pianto dal dispiacere e dalla rabbia di non essere stata compresa.

Pace, caro Poldo.  :sss:

Zaza
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Re: [MI177] Diario di corsia

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Sira ha scritto: Personalmente, anche io ho trovato il racconto poco chiaro e ho dovuto leggerlo più volte per trovare un senso e un messaggio che bilanciasse la mancanza di una trama più strutturata. Penso che tu abbia voluto evidenziare l'eterogeneità dei personaggi e la loro diversa sensibilità nei confronti dei pazienti. Tra i tre protagonisti, sembra che soltanto uno di loro abbia empatia e amore per i pazienti, probabilmente perché ha personalmente affrontato situazioni simili in precedenza.
Tuttavia, sarebbe stato interessante se avessi approfondito ulteriormente la caratterizzazione dei personaggi e la loro evoluzione nel corso della storia. Ad esempio, avresti potuto narrare le motivazioni e le esperienze personali che hanno spinto i personaggi a prendersi cura dei pazienti psichiatrici. Questo avrebbe arricchito la trama, offrendo una comprensione più approfondita dell'atteggiamento dei personaggi nei confronti dei pazienti con disturbi mentali
Grazie, cara @Sira, degli utili suggerimenti.  :)
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Re: [MI177] Diario di corsia

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@Poeta Zaza ciao. Appena hai postato il racconto l'ho letto... @Poldo è stato sincero e schietto a mio avviso. Io mi sono chiesto subito: perché impostare un racconto costringendo il lettore a barcamenarsi in un percorso tortuoso e tutto da interpretare? Al lettore bisogna dare un prodotto facile da consumare se no ti manda a stendere :D  Io credo che tu abbia voluto creare una sorta atmosfera di elementi vari, tra cui, il mistero, il rapporto tra malato e medico, e alcune rappresentazioni border line che spesso avvengono in campo sanitario. Sai su cosa sono d'accordo con te? Hai parlato di sanità con una punta di critica velata. Io di malasanità me ne intendo e purtroppo per @Poldo , oggi è veramente difficile capire da che parte stia il medico. La questione è che non vi è stata chiarezza su cosa volessi parlare, e i tuoi personaggi, A e B, appaiono ancora di più incomprensibili senza un nome. Credo che anche questa volta tu abbia tentato il "colpo di scena", ma senza creare le basi per cogliere il lettore di sorpresa. Mi pare che ti sia affidata più al  tuo intuito che a tutti quei consigli che spesso ricevi a riguardo la costruzione di "una vera trama", cosa che qui c'è, in effetti, ma che manca di un percorso narrativo adeguato. Comunque hai un bel coraggio e sei tosta quando fai di testa tua.. Questo lo apprezzo. fatti una risata, per queste mie parole, perché se piangi, vado in depressione e mi tocca chiedere a @Poldo se mi prescrive qualcosa di forte.. :D
ciao Mariangela.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI177] Diario di corsia

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@bestseller2020   :P

grazie della vicinanza  :hug:

Casualmente, l'ho fatto leggere a una persona che è lontanissima dai racconti di questo tipo, e mi ha risposto, tra l'altro, con queste parole:

Fa molto riflettere sul fatto che tutto va osservato da diversi punti di vista...
Non esiste una sola Verità, ma la Verità è in chi osserva...
Socialmente ci impongono una verità che tutti tendiamo a seguire... Questo racconto è chiaro, che tutto dipende da dove inizi a osservare....
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Re: [MI177] Diario di corsia

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Poeta Zaza ha scritto: Fa molto riflettere sul fatto che tutto va osservato da diversi punti di vista...
Non esiste una sola Verità, ma la Verità è in chi osserva...
Socialmente ci impongono una verità che tutti tendiamo a seguire... Questo racconto è chiaro, che tutto dipende da dove inizi a osservare....
Condivido l'idea che ciascun punto di vista possa portare a interpretazioni diverse dei fatti e che non esista una verità assoluta. Ogni lettore infatti ha un'esperienza e una prospettiva uniche che influenzano la sua interpretazione. Nonostante ciò, penso che sia fondamentale nella narrazione trasmettere chiarezza d'intenti per permettere ai lettori di comprendere appieno il messaggio. Una struttura narrativa e una chiarezza deboli potrebbero rendere difficile al lettore apprezzare appieno il significato del racconto, qualora ce ne fosse uno degno di apprezzamento. 
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Re: [MI177] Diario di corsia

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Sira ha scritto:
Condivido l'idea che ciascun punto di vista possa portare a interpretazioni diverse dei fatti e che non esista una verità assoluta. Ogni lettore infatti ha un'esperienza e una prospettiva uniche che influenzano la sua interpretazione. Nonostante ciò, penso che sia fondamentale nella narrazione trasmettere chiarezza d'intenti per permettere ai lettori di comprendere appieno il messaggio. Una struttura narrativa e una chiarezza deboli potrebbero rendere difficile al lettore apprezzare appieno il significato del racconto, qualora ce ne fosse uno degno di apprezzamento. 
 @Sira  Grazie anche per questo intervento.  :)

Ho difettato anche nella trasmissione di chiarezza d'intenti.  :indicare:   :si:
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Re: [MI177] Diario di corsia

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Ciao @Poeta Zaza
Eccomi qui dal tuo racconto!
Non so se ho compreso bene il testo, ma non mi è chiaro quale sia stato l'elemento scatenante che ha portato all'allontanamento di B. dalla struttura ospedaliera. All'inizio si descrive una notte turbolenta ma non ho capito se è stato quello a determinare la decisione.  Tra l'altro ho dovuto rileggere, perché a fine lettura avevo confuso A con B.
La scelta delle lettere al posto dei nomi, pur se suggestiva, non aiuta chi legge (che vuoi farci, sarà anche una questione di abitudine per cui in un testo breve non si ha molto tempo per mettere a fuoco i personaggi...) e probabilmente anche il personaggio di C con la sua strofa e il suo corso che sviano un po' l'attenzione e forse andrebbe inserito in modo più chiaro. 
Sono sicura che aggiustando questi aspetti il significato del testo uscirebbe fuori con maggiore forza. L'idea di descrivere gli avvenimenti di un reparto psichiatrico attraverso la routine di chi ci lavora mi pare un buon spunto. 
Ciao, Mariangela, a presto!

Re: [MI177] Diario di corsia

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ivalibri ha scritto: Ciao @Poeta Zaza
Eccomi qui dal tuo racconto!
Non so se ho compreso bene il testo, ma non mi è chiaro quale sia stato l'elemento scatenante che ha portato all'allontanamento di B. dalla struttura ospedaliera. All'inizio si descrive una notte turbolenta ma non ho capito se è stato quello a determinare la decisione.  Tra l'altro ho dovuto rileggere, perché a fine lettura avevo confuso A con B.
La scelta delle lettere al posto dei nomi, pur se suggestiva, non aiuta chi legge (che vuoi farci, sarà anche una questione di abitudine per cui in un testo breve non si ha molto tempo per mettere a fuoco i personaggi...) e probabilmente anche il personaggio di C con la sua strofa e il suo corso che sviano un po' l'attenzione e forse andrebbe inserito in modo più chiaro. 
Sono sicura che aggiustando questi aspetti il significato del testo uscirebbe fuori con maggiore forza. L'idea di descrivere gli avvenimenti di un reparto psichiatrico attraverso la routine di chi ci lavora mi pare un buon spunto. 
Ciao, Mariangela, a presto!
:sss:  Grazie che sei passata, cara @ivalibri, a farmi riflettere anche tu sugli aspetti poco chiari (eufemismo  :facepalm: ) del mio racconto.
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