[MI176] Taglia l'aria

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Traccia n. 2

"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci."
Salvor Hardin (Personaggio del ciclo della Fondazione di Isaac Asimov)

[MI176] Taglia l'aria

Un alito oscuro del male
ci serpeggia vicino da sempre,
e l’accoglie chi scaglia e chi sputa
le sue rabbie e il livore che ha in sé:

è quel male che devi sfidare
o da schiavo starai ai suoi piè.


"Zoccola"
Nel capitolo del sesso, era quello l'incipit di lui. I preliminari erano sinonimi che incitavano lei a interpretarli.

Anna ricordava un'altra storia, all'inizio della loro relazione. Aldo le aveva ispirato una sollecitudine materna per raccogliere le sue fragilità e trattarle con fermezza amabile. A proposito di guarirsi a vicenda le debolezze, gli diceva:
"Raccoglierò le forze per riuscirci. Raccoglierai le forze per le mie."
Ma si era sopravvalutata. Era un compito improbo: mission impossible. Peggioc'era un pericolo: le stava crescendo accanto un mostro.
Le debolezze di entrambi non erano scomparse: lui era diventato violento e lei succube.
Doveva accingersi a scrivere l'ultimo capitolo e poi chiudere quel libro.

"Basta! Stanotte alle due esco di casa armi e bagagli e tu mi porti all'Hotel Bellevue." 
Il marito, infatti, si addormentava come un sasso poco dopo la mezzanotte e riapriva gli occhi alle sei, minimo.

I particolari della fuga li aveva concordati in orario di lavoro col collega Carlo. C'era un'affettuosa amicizia tra loro, anche se stava diventando qualcosa di più.
Era bello sistemare i prodotti sugli scaffali, ciascuno da un lato diverso, ma uno di fronte all'altra, sino a sfiorarsi le dita con un barattolo a metà fila.
Lui si accorgeva sempre dal mattino e dagli occhiali da sole se aveva dormito o se era stata menata.
"Perché non lo lasci?" 
"Non voglio ancora dichiarare fallimento. Ci ho investito tanto, sai..."
"Ma ti sta intaccando il capitale, giorno dopo giorno. Non stai perdendo solo interessi..."
Infatti, da un anno la situazione era precipitata, anche perché lei aveva rinunciato a lottare da vittima che reagisce con affetto al suo carnefice. No, e sapeva anche, perché non viveva sulla Luna, che un uomo accanto che si comportava così era molto pericoloso, e le sue scuse per farsi perdonare non erano più credibili da un pezzo.
"Sono geloso perché ti amo troppo". 
"Ho visto sul lavoro che non hai chiuso lo scollo della camicetta abbottonando meglio la divisa. Ho frainteso"
Il lavoro di lui, monotono e senza scosse, almeno sino a quel momento, gli lasciava troppo tempo per rimuginare e per fare appostamenti strategici.

Il pugno ricevuto al mattino, quello che le aveva tolto il fiato, e le parole contro, il tono tagliente e crudele, ingiusto e per ingiusta causa, le avevano tolto la voglia di combattere per salvare il suo matrimonio: era chiaramente finito e lei sfinita dagli insulti e dalle botte "mirate": mai sul volto e sulle parti scoperte. 
Indietro non si torna: basta trascinarsi in quel tremendo tran tran quotidiano. Non era amore, non era libera di vivere: doveva rompere la gabbia.

Anna lavora solo al mattino. Il pomeriggio ha fatto i lavori di casa e adesso prepara la cena perché è l'ora del rientro del coniuge dal lavoro di guardia giurata.
Purtroppo, lui aveva perso il precedente lavoro di buttafuori in una discoteca, che almeno gli consentiva di scaricare in parte la rabbia e la tensione che gli si accumulavano dentro. Si sfogava in misura minore con lei, all'epoca, anche se la lingua saettava a ferirla e umiliarla con falsi sospetti e immeritate rampogne.
Aldo infatti entra poco dopo, con la faccia scura e andando dritto in bagno a cambiarsi, senza un saluto, senza una scusa per il pugno mattutino.
La reciproca indifferenza è un dato di fatto. 
Lui fuma in bagno, conscio che lei non lo tollera, e intanto trema per l'agitazione. 
Come un mantra quotidiano, si ripete le domande di una vita, pensando al padre e alla sua cinghia che ora stringe tra le mani: Perché non era capace di smettere di picchiarlo? O era lui, il figlio, incapace di farlo smettere? O la madre, incapace di amarlo abbastanza per fermare il marito e padre sadico che infieriva su di loro?
Per non sbagliare come il padre, Aldo non aveva voluto figli. Però si era sposato e l'unione aveva prodotto due infelici.
Non mi ama e perciò non mi merita. Devo liberarmi di lei. A qualsiasi costo.

La pistola è pronta, carica e ha tolto la sicura: sotto il cuscino la stringe nel pugno sudato.
A mezzanotte, si girerà sul fianco sinistro col dito sul grilletto e sparerà. 
La luce di cortesia toglie le ombre più fitte: quando si volta senza l'impaccio del lenzuolo lui vede gli occhi di lei. Lo sguardo è quello della Nemesi. 
Si blocca come paralizzato mentre lei, muta e mite, gli prende con dolcezza il polso e gira l'angolazione dell'avambraccio.


Aveva previsto di lasciarlo, ma ancora in vita. Le cose sono andate diversamente.
Ha fatto bene a conservare quel biglietto firmato da lui, risalente a un giorno antico, dell'epoca in cui lui le chiedeva perdono per averla picchiata. 
Era chiaro: Perdonami per tutto, Anna. Non ti merito.
Ora le tornava utile. 









Dramma della gelosia in tre atti.

Taglia  l’aria
con parole sferzate,
taglia  l’aria
con le nocche serrate,
taglia  (ahia)…
il respiro in un pugno.
Piega il corpo
alla malcapitata.
Spiega il corso
della loro giornata.
Spiega il colpo
nella notte inoltrata.
Corre voce
che lei l’abbia tradito.
Scorre il sangue
su un amore finito.
Scorre il tempo
su un delitto impunito.

Immagine - Gabbia di Francesca Lafasciano.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI176] Taglia l'aria

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@Poeta Zaza ciao.

[MI176] Taglia l'aria

Un alito oscuro del male
ci serpeggia vicino da sempre,
e l’accoglie chi scaglia e chi sputa
le sue rabbie e il livore che ha in sé:

è quel male che devi sfidare
o da schiavo starai ai suoi piè.
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Con questi versi sveli tante cose:  Il succo della vicenda, i probabili protagonisti. Questi mi appaiono pronosticare qualcosa di intrigante e io mi dico: Zaza fa su serio! :D



"Zoccola"
Nel capitolo del sesso, era quello l'incipit di lui. I preliminari erano sinonimi che incitavano lei a interpretarli.
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Quando vuoi essere cruda riesci a superarmi!
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Anna ricordava un'altra storia, all'inizio della loro relazione. Aldo le aveva ispirato una sollecitudine materna per raccogliere le sue fragilità e trattarle con fermezza amabile. A proposito di guarirsi a vicenda le debolezze, gli diceva:
"Raccoglierò le forze per riuscirci. Raccoglierai le forze per le mie."
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La tua protagonista viene dipinta con sani propositi, idealista, innamorata.
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Ma si era sopravvalutata. Era un compito improbo: mission impossible. Peggioc'era un pericolo: le stava crescendo accanto un mostro.
Le debolezze di entrambi non erano scomparse: lui era diventato violento e lei succube.
Doveva accingersi a scrivere l'ultimo capitolo e poi chiudere quel libro.
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Anche gli ideali sfumano di fronte a certe esperienze. L'amore si tramuta in indifferenza. Si fanno i conti con gli errori.
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"Basta! Stanotte alle due esco di casa armi e bagagli e tu mi porti all'Hotel Bellevue." 
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Questa frase è rivolta al collega Carlo? Pare di capire questo, anche se lo ritrovo dopo.
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I particolari della fuga li aveva concordati in orario di lavoro col collega Carlo. C'era un'affettuosa amicizia tra loro, anche se stava diventando qualcosa di più.
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Quando hai un marito del genere mi pare ovvio che il cuore vada da altre parti: normale reazione umana.
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"Non voglio ancora dichiarare fallimento. Ci ho investito tanto, sai..."
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Complimenti, bellissima frase che dice tante cose di lei. 
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"Ma ti sta intaccando il capitale, giorno dopo giorno. Non stai perdendo solo interessi..."
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Idem. Altrettanto bella e pure di effetto. Peccato che non se ne trovino altre.
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"Sono geloso perché ti amo troppo". 
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Da frasi del genere bisognerebbe stare lontani da chi le propina.
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"Ho visto sul lavoro che non hai chiuso lo scollo della camicetta abbottonando meglio la divisa. Ho frainteso"
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Lui mi pare un tipo poco simpatico.. o forse sei tu, Zaza, che lo fai apparire in questo modo con queste allusioni...
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Anna lavora solo al mattino. Il pomeriggio ha fatto i lavori di casa e adesso prepara la cena perché è l'ora del rientro del coniuge dal lavoro di guardia giurata.
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Finalmente conosciamo meglio lui. Il suo mestiere dirige verso l'idea di un finale drammatico. Quando ci sono armi in casa, ci sono anche uomini armati: ne so qualcosa. Conosco bene cosa si prova a sapere che quell'arma può essere usata in famiglia.
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Purtroppo, lui aveva perso il precedente lavoro di buttafuori in una discoteca, che almeno gli consentiva di scaricare in parte la rabbia e la tensione che gli si accumulavano dentro. Si sfogava in misura minore con lei, all'epoca, anche se la lingua saettava a ferirla e umiliarla con falsi sospetti e immeritate rampogne.
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Qui cerchi di descrivere il suo vissuto, quasi a giustificare quel brutto modo che ha di fare. Però devo riconoscere che molti uomini armati hanno un brutto carattere e sono sempre ansiosi e nervosi. Il rapporto che hanno con la propria arma vorrebbe una pagina intera per descriverlo.
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Per non sbagliare come il padre, Aldo non aveva voluto figli. Però si era sposato e l'unione aveva prodotto due infelici.
Non mi ama e perciò non mi merita. Devo liberarmi di lei. A qualsiasi costo.
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Questo passo mi piace. Forse la ragione dei figli mai arrivati la cambierei, non mi convince.
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La pistola è pronta, carica e ha tolto la sicura: sotto il cuscino la stringe nel pugno sudato.
A mezzanotte, si girerà sul fianco sinistro col dito sul grilletto e sparerà. 
La luce di cortesia toglie le ombre più fitte: quando si volta senza l'impaccio del lenzuolo lui vede gli occhi di lei. Lo sguardo è quello della Nemesi. 
Si blocca come paralizzato mentre lei, muta e mite, gli prende con dolcezza il polso e gira l'angolazione dell'avambraccio.
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Questo passo andrebbe modificato. Sembrerebbe che lei già sapesse della pistola e dell'uso contro di lei. L'azione non è convincente, mi pare gettata così per chiudere la storia.
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Aveva previsto di lasciarlo, ma ancora in vita. Le cose sono andate diversamente.
Ha fatto bene a conservare quel biglietto firmato da lui, risalente a un giorno antico, dell'epoca in cui lui le chiedeva perdono per averla picchiata. 
Era chiaro: Perdonami per tutto, Anna. Non ti merito.
Ora le tornava utile. 
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Il biglietto può tornare utile, ma come la mettiamo con la prova della polvere da sparo sulla sua mano? La incastrerebbero in zero secondi. A mio avviso, sarebbe più credibile il colpo accidentale che parte durante la colluttazione. Poi lui è recidivo alla violenza e questo elemento l'agevolerebbe nel farla franca. Devo dire che anche se vi è qualche buco nella azione, hai cercato di elaborare un finale diverso dal solito, questo te lo devo riconoscere. :P
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Concludo dicendoti che i versi sotto sono molto belli. Mi piace l'idea di questa rappresentazione in tre atti della gelosia. Ma mi domando: perché non  hai dato un taglio del genere a tutto il racconto? Domanda... :P









Dramma della gelosia in tre atti.
Taglia  l’aria
con parole sferzate,
taglia  l’aria
con le nocche serrate,
taglia  (ahia)…
il respiro in un pugno.
Piega il corpo
alla malcapitata.
Spiega il corso
della loro giornata.
Spiega il colpo
nella notte inoltrata.
Corre voce
che lei l’abbia tradito.
Scorre il sangue
su un amore finito.
Scorre il tempo
su un delitto impunito.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI176] Taglia l'aria

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bestseller2020 ha scritto: gli prende con dolcezza il polso e gira l'angolazione dell'avambraccio.
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Lei non tocca l'arma! 
bestseller2020 ha scritto: Il biglietto può tornare utile, ma come la mettiamo con la prova della polvere da sparo sulla sua mano? La incastrerebbero in zero secondi.
Lei non tocca l'arma! Gli tocca il polso per girare l'arma nella direzione di lui, mentre parte il colpo!
Supererebbe la prova del guanto di paraffina.
bestseller2020 ha scritto: Sembrerebbe che lei già sapesse della pistola e dell'uso contro di lei. L'azione non è convincente, mi pare gettata così per chiudere la storia.
No, lei non sa della pistola. Entrambi sono stati segnati dal pugno in petto dato da lui a lei.
Da quel fatto, accaduto al mattino, lui rimugina sino al rientro serale quando, in bagno, medita di ucciderla con la pistola di servizio.
Da quel fatto, lei si motiva ad andarsene di casa, a lasciarlo, prevedendo di farsi portare (essendo piena notte l'orario dell'uscita di casa) dall'amico
in hotel, per non essere rintracciata e per meditare le successive tappe.
Certo, ho scelto una difficile eventualità: di fare di lei la Nemesi che paralizza lui. Senza paura, "muta e mite", indifferente e fredda di fronte alla morte.
Questo sì, lo ammetto, è stato un azzardo narrativo.  ;)
bestseller2020 ha scritto: Concludo dicendoti che i versi sotto sono molto belli. Mi piace l'idea di questa rappresentazione in tre atti della gelosia. Ma mi domando: perché non  hai dato un taglio del genere a tutto il racconto? Domanda... :P
Ti spiego: sono partita dalla poesia, che ha il taglio teatrale del "dramma delle gelosia in tre atti". Da questi, ho narrato in prosa la stessa storia,
che, siccome mi conosci, sai che fa parte del mio zazaismo.
Poi ho deciso di lasciare la traccia poetica in fondo alla storia, con l'immagine che illustra lei (farfalla) che esce finalmente dalla gabbia.
Ho messo come incipit altri versi che ricalcano la traccia: La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci.
Poeta Zaza ha scritto: Un alito oscuro del male
ci serpeggia vicino da sempre,
e l’accoglie chi scaglia e chi sputa
le sue rabbie e il livore che ha in sé:

è quel male che devi sfidare
o da schiavo starai ai suoi piè.
Ti ringrazio per il commento, caro @bestseller2020    :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI176] Taglia l'aria

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Poeta Zaza ha scritto: "Basta! Stanotte alle due esco di casa armi e bagagli e tu mi porti all'Hotel Bellevue." 
Il marito, infatti, si addormentava come un sasso poco dopo la mezzanotte e riapriva gli occhi alle sei, minimo.
Se lei sta rivolgendosi a Carlo, quando dice tu mi porti, chi legge lo scopre troppo tardi devi introdurre il suo collega e il loro accordo prima di questa frase.
Poeta Zaza ha scritto: Lo sguardo è quello della Nemesi. 
Troppo vago. Avresti dovuto spenderci due parole sull'animo dell'uomo che cede, si lascia guidare il polso e tirare il grilletto senza reagire. Lui accetta dunque il suicidio? Sente che deve essere punito e lascia fare? La coscienza ha la meglio altrimenti lei non potrebbe farcela. È un momento catartico che hai liquidato con troppa facilità
Il tuo racconto, a parte i corsivi che trovo belli e significativi, ha qualcosa che non mi torna stavolta, forse troppo raccontato, seppure nel tuo stile l'ho trovato come se fosse stato scritto di fretta.
La trama non è molto originale, specialmente per il richiamo alla memoria di recenti fatti di cronaca. E quando si vuole scrivere di un tema così inflazionato, sarebbe meglio trovare il modo di non farlo notare al lettore. 
Insomma per me il racconto, come tutti quelli che scriviamo per il MI, ha delle potenzialità. Troverei modo di lavorare sulla psiche del marito, e quella potrebbe essere la strada per raccontarci una solita e, più originale storia, dal punto di vista del mostro. Ci vuole coraggio, lo so, non è facile portare i lettori dentro la testa di un uomo violento, farli empatizzare con una mente disturbata, lasciarli smarriti in un percorso di violenze subite e di vendette inconfessabili, fino allo scoppio del proiettile che, a sorpresa, toglierà la vita al personaggio negativo e non alla vittima delle sue violenze.
Dunque la trama c'è, riuscito al settanta per cento però.
Alla prossima lettura, Mariangela.

Re: [MI176] Taglia l'aria

6
Dici bene coi tuoi consigli, cara @Alba359  :si:

Vorrei solo spiegarmi meglio sul fatto cruciale finale. Lui non intende certo suicidarsi, ma si uccide perché tramortito, paralizzato dalla visione
della Nemesi di lei, che, fredda e lucida di fronte all'imprevisto (lui che vuole ucciderla) reagisce in frazioni di secondo, rivolgendo l'angolazione del tiro
verso di lui che, inconsapevole, si spara.

Riprendo le parole che ho scritto per @bestseller2020 :
Poeta Zaza ha scritto: Certo, ho scelto una difficile eventualità: di fare di lei la Nemesi che paralizza lui. Senza paura, "muta e mite", indifferente e fredda di fronte alla morte.
Questo sì, lo ammetto, è stato un azzardo narrativo.  ;)
Lei non tocca l'arma (per questo parlo di delitto impunito nei versi). 
M'era parsa, questa mia idea finale, distaccarsi dai fatti di cronaca nera di cui purtroppo leggiamo di frequente. Si distacca anche perché non è un femminicidio. 

Hai ragione sul resto. :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI176] Taglia l'aria

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Poeta Zaza ha scritto: M'era parsa, questa mia idea finale, distaccarsi dai fatti di cronaca nera di cui purtroppo leggiamo di frequente. Si distacca anche perché non è un femminicidio.
Infatti, l'idea è buona ma qui sta il punto da elaborare in maniera diversa. 
Quando lui paralizzato cede, l'autore dovrebbe rendere del tutto verosimile l'eventualità che lui non reagisca, e non solo con la parola Nemesi, ma con una scena dinamica. Il lampo nella mente di lui, la luce distorta negli occhi di lei, un secondo che pare una vita scandito da un battito di ciglia e poi lo sparo.

Re: [MI176] Taglia l'aria

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Poeta Zaza ha scritto: Anna ricordava un'altra storia, all'inizio della loro relazione. Aldo le aveva ispirato una sollecitudine materna per raccogliere le sue fragilità e trattarle con fermezza amabile. A proposito di guarirsi a vicenda le debolezze
Ciao @Poeta Zaza. Mi piace sempre il tuo spirito innovatore, l’Interdisciplinarietà (si dice?) che ormai costituiscono una tua cifra personale. Unire versi e prosa ha il pregio di “guidare” i sentimenti del lettore verso quello che andrà a leggere. La tua cifra poetica appare evidente anche nel testo (per esempio nella frase che ho citato qui sopra). Per una questione di gusto di lettore preferisco lasciare ai versi la funzione poetica a vantaggio di uno scritto più asciutto che mostri le qualità e le scene e non le racconti. Preferisco più show e meno tell, tanto per spiegarmi meglio.
Poeta Zaza ha scritto: Ma si era sopravvalutata. Era un compito improbo: mission impossible. Peggioc'era un pericolo: le stava crescendo accanto un mostro.
Le debolezze di entrambi non erano scomparse: lui era diventato violento e lei succube.
Doveva accingersi a scrivere l'ultimo capitolo e poi chiudere quel libro.
In questa frase anticipi tutto il contenuto del racconto. Per questo ti ho parlato di show. Se mi racconti tutto si perde un po’ il mordente della lettura. So già cosa aspettarmi (non so se mi spiego) Se avessi proposto delle azioni da cui si capiva la situazione sarei riuscita a entrare meglio nella testa di lei e nelle sue emozioni. Così sono già tutte fin troppo chiare e tolgono un po’ d’interesse al resto. Che prosegue sempre sulla falsariga di un tell molto accentuato.

Molto molto bella la parte dei versi finali. Li apprezzati nella forma e nel contenuto!  
Ottima l’aderenza alla traccia. Ben fatto!  :sss:

Re: [MI176] Taglia l'aria

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@Monica ha scritto: Se mi racconti tutto si perde un po’ il mordente della lettura. So già cosa aspettarmi (non so se mi spiego) Se avessi proposto delle azioni da cui si capiva la situazione sarei riuscita a entrare meglio nella testa di lei e nelle sue emozioni. Così sono già tutte fin troppo chiare e tolgono un po’ d’interesse al resto. Che prosegue sempre sulla falsariga di un tell molto accentuato.
Ho scelto di narrare lo status quo della coppia inframmezzato all'ultimo giorno di vita insieme in cui uso il presente e mostro in pratica solo il dramma finale. Secondo il mio punto di vista, lo "show don't tell" non va con tutti i testi (come i vestiti  :P ) e dilungarmi in dialoghi e descrizioni di maltrattamenti di coppia mi sembrava noioso e poco interessante. Il mio intento era di condurre il lettore a una "conclusione" diversa da come se l'aspettava (che è una delle caratteristiche dei miei testi, quasi sempre).
Quindi, il tuo "So già cosa aspettarmi" non lo capisco: ti sto raccontando il contesto, ma la conclusione "show" devi ancora vederla.  :libro:
@Monica ha scritto: Molto molto bella la parte dei versi finali. Li apprezzati nella forma e nel contenuto!  
Ottima l’aderenza alla traccia. Ben fatto!  :sss:
Grazie delle tue impressioni, cara @@Monica  :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI176] Taglia l'aria

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@Poeta Zaza ciao.
Poeta Zaza ha scritto: Lei non tocca l'arma! Gli tocca il polso per girare l'arma nella direzione di lui, mentre parte il colpo!
Supererebbe la prova del guanto di paraffina.
Oggi ci sono dei test che individua la polvere da sparo all'interno del naso e sulla pelle, stabilendo la distanza che si aveva dallo sparo...
Questa donna finirebbe in gattabuia: quarto atto del dramma della gelosia... :asd:
Ciao cara... Non escogitare qualche omicidio, mi raccomando... :asd:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI176] Taglia l'aria

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bestseller2020 ha scritto: @Poeta Zaza ciao.

Oggi ci sono dei test che individua la polvere da sparo all'interno del naso e sulla pelle, stabilendo la distanza che si aveva dallo sparo...
Questa donna finirebbe in gattabuia: quarto atto del dramma della gelosia... :asd:
Ciao cara... Non escogitare qualche omicidio, mi raccomando... :asd:
Ma che discorsi fai, @bestseller2020   :aka:

Certo che era vicinissima all'arma! Lui si è volutamente coricato accanto a lei per sparare. A pochi centimetri!
Ma lei non ha tenuto l'arma in mano, le prove lo possono stabilire.

E come si fa a sparare senza toccare l'arma?  :D

P.S.: non metterti a parlare di guanti, eh? 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI176] Taglia l'aria

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@Poeta Zaza non mi hai capito. Come fa lei a dire che ha trovato il marito morto suicida con la polvere da sparo addosso? A meno che lei affermi che appena entrata in camera ha visto l'uomo con la pistola alla tempia e avrebbe tentato di strappargliela senza riuscirci. Ma a questo punto dovrebbe avere del sangue addosso! mmmmmmm.... 

Risponda signora!  :D :asd:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI176] Taglia l'aria

13
bestseller2020 ha scritto: @Poeta Zaza non mi hai capito. Come fa lei a dire che ha trovato il marito morto suicida con la polvere da sparo addosso? A meno che lei affermi che appena entrata in camera ha visto l'uomo con la pistola alla tempia e avrebbe tentato di strappargliela senza riuscirci. Ma a questo punto dovrebbe avere del sangue addosso! mmmmmmm.... 

Risponda signora!  :D :asd:
Ti spiego, caro @bestseller2020    :pat:

Dopo la giornata di grandi e drastiche decisioni prese (lei che se ne andrà di casa, lui che la ucciderà) vanno entrambi a dormire.
Lei che aspetta che il marito si addormenti a mezzanotte, lui che a quell'ora si girerà, col dito sul grilletto, per ucciderla.

Dopo il fatto di sangue, ovvio che lei sarà piena di sangue, stravolta e fuori di sé. Chiamerà la polizia. Dirà che lui le si è sparato accanto, che è la verità.
Lei non ha toccato la pistola. Gli esami lo diranno.
Il marito la trattava male e lei meditava di andarsene, sì. Lui le ha lasciato quel biglietto. Alla fine il rimorso e la disperazione hanno prevalso.
Alla fine giustizia è fatta.

Sono stata chiara, esaustiva?  :hug:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI176] Taglia l'aria

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Mina ha scritto: Sono senza parole  :hm: Piaciuto tanto, bravissima. Molto sobrio e lineare nella forma, l'immersione c'è parecchio, un motore che muove i personaggi anche. Finale amaro, ma si tratta di un gesto molto comprensibile. Non me l'aspettavo.

Ps è bella anche l'immagine, molto surrealista, mi ricorda un Dalí
Lasci me senza parole se non "grazie!" @Mina   :arrossire:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI176] Taglia l'aria

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Mi ritrovo in alcuni commenti lasciati prima di me, che diciamo non risolvono lo stesso i miei dubbi... Una persona che sa come maneggiare un'arma ha consapevolezza di quanto sta facendo, per sparare davvero bisogna togliere la sicura, armare il cane e ecc. Pure per spingere il grilletto devi esercitare una cerca pressione... Naturalmente, c'è la "sospensione di incredulità", ma per ottenerla occorre convincere il lettore, ad esempio, se si mostrava una scena del marito che spara in un poligono di tiro a una velocità repentina oppure che non si faceva scrupoli a sparare dei delinquenti, ecco, che facciamo di lui un pistolero senza scrupoli. Inoltre, trovo anch'io che la storia sia troppo "raccontata", il punto è che con l'avvento dei film e dello sviluppo dello mezzo visivo, dove le immagini si proiettano a grande velocità, anche il lettore vuole "vedere" e comprendere l'azione, senza che chi ci sia qualcuno a spiegarglielo. Ad esempio, "vedi che quello fa la guardia giurata" (ma mostralo in divisa) oppure vedi che il padre lo picchiava (ma mostra una cicatrice che gli rimandi per tutta la vita questo ricordo). Spero di averti dato degli spunti utili per migliorare il testo.
Diversamente dagli altri commenti, trovo invece che la scelta di non avere un finale con il "classico femminicidio" sia originale,  riesce a dare una svolta molto più coraggiosa al testo (si possono valutare anche finali meno cruenti), anche perché la fuga prima suggerita aveva il sapore della sconfitta. Questa é una parte che apprezzo.
Grazie.

Re: [MI176] Taglia l'aria

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Uanema ha scritto: Una persona che sa come maneggiare un'arma ha consapevolezza di quanto sta facendo, per sparare davvero bisogna togliere la sicura, armare il cane e ecc. Pure per spingere il grilletto devi esercitare una cerca pressione... Naturalmente, c'è la "sospensione di incredulità", ma per ottenerla occorre convincere il lettore, ad esempio, se si mostrava una scena del marito che spara in un poligono di tiro a una velocità repentina
Ho dato per scontato che, da guardia giurata, lui avesse abbastanza dimestichezza con l'arma da prepararla pronta all'uso, tale da dover solo premere il grilletto. Inoltre, credo che il suo lavoro  lo porti come obbligo, periodicamente, a un poligono di tiro.
Ma hai ragione, potevo farlo vedere a una sessione di tiro, a esercitarsi con grande bravura.
Ma forse, pensava di sopraffare la moglie senza un ah.
Per questi motivi, mi sono limitata a prepararlo così:
Poeta Zaza ha scritto: La pistola è pronta, carica e ha tolto la sicura: sotto il cuscino la stringe nel pugno sudato.
A mezzanotte, si girerà sul fianco sinistro col dito sul grilletto e sparerà. 
Uanema ha scritto: Ad esempio, "vedi che quello fa la guardia giurata" (ma mostralo in divisa) oppure vedi che il padre lo picchiava (ma mostra una cicatrice che gli rimandi per tutta la vita questo ricordo). Spero di averti dato degli spunti utili per migliorare il testo.
Sì e ti ringrazio @Uanema   :)
Uanema ha scritto: Diversamente dagli altri commenti, trovo invece che la scelta di non avere un finale con il "classico femminicidio" sia originale,  riesce a dare una svolta molto più coraggiosa al testo (si possono valutare anche finali meno cruenti), anche perché la fuga prima suggerita aveva il sapore della sconfitta. Questa é una parte che apprezzo.
Grazie.
:flower:  Piacere di conoscerti.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI176] Taglia l'aria

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@Poeta Zaza
Poeta Zaza ha scritto: Dopo il fatto di sangue, ovvio che lei sarà piena di sangue, stravolta e fuori di sé. Chiamerà la polizia. Dirà che lui le si è sparato accanto, che è la verità.
Lei non ha toccato la pistola. Gli esami lo diranno.
Il marito la trattava male e lei meditava di andarsene, sì. Lui le ha lasciato quel biglietto. Alla fine il rimorso e la disperazione hanno prevalso.
Alla fine giustizia è fatta.

Sono stata chiara, esaustiva?  :hug:
ciao @Poeta Zaza . Perdonami se oso ancora ma vorrei anch'io che la tua protagonista la facesse franca per davvero. :asd: Ma ti ricordo che gli schizzi di sangue che ti prendi frontalmente non possono essere identici a quelli che ti arriverebbero di spalle quando stai dormendo e magari sei sotto le coperte..  :si: :D :asd:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI176] Taglia l'aria

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bestseller2020 ha scritto: @Poeta Zaza

ciao @Poeta Zaza . Perdonami se oso ancora ma vorrei anch'io che la tua protagonista la facesse franca per davvero. :asd: Ma ti ricordo che gli schizzi di sangue che ti prendi frontalmente non possono essere identici a quelli che ti arriverebbero di spalle quando stai dormendo e magari sei sotto le coperte..  :si: :D :asd:
:D   :asd:   :P  E che? Una non si può rigirare nel letto dormendo e casualmente intercettare il momento dello sparo alla sua destra?  :P

:raggio:  per te, @bestseller2020    ;)
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Re: [MI176] Taglia l'aria

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@Poeta Zaza  
Meraviglioso racconto, proprio di mio gusto, dove alla fine la vittima si prende la sua rivincita fino in fondo, dove é una libera scelta iniziare una nuova relazione e non la via di fuga obbligata.
Mi é anche molto piaciuto il finale dove, come tessere del domino, si incastra tutto alla perfezione.
A mio gusto avrei tralasciato i versi finali, che vivono di vita propria e li percepisco come in piú.

Re: [MI176] Taglia l'aria

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Ciao @Poeta Zaza, narrato con una particolare sensibilità di scrittura verso i dettagli.
Poeta Zaza ha scritto: Era bello sistemare i prodotti sugli scaffali, ciascuno da un lato diverso, ma uno di fronte all'altra, sino a sfiorarsi le dita con un barattolo a metà fila.
Per esempio questo lo trovo molto bello.
Poeta Zaza ha scritto: Purtroppo, lui aveva perso il precedente lavoro di buttafuori in una discoteca, che almeno gli consentiva di scaricare in parte la rabbia e la tensione che gli si accumulavano dentro. Si sfogava in misura minore con lei, all'epoca, anche se la lingua saettava a ferirla e umiliarla con falsi sospetti e immeritate rampogne.
Ho un amico che faceva il buttafuori e, a differenza di quanto si pensi, è un lavoro che non scarica per niente. Devi mantenere una calma e compostezza anche di fronte ai più esagitati perché appena alzi un dito sei passabile di denuncia. Al massimo può accompagnare fuori dal locale chi crea disordini ma senza atteggiamenti violenti anche di fronte alle gesta provocatorie di chi ha esagerato con l'alcol o sostanze stupefacenti.
Meglio un bel sacco da box con cui sfogarsi.

Mi è piaciuto l'incipit iniziale. Diretto e immediato, contrapposto alla riflessione interiore successiva.
Il racconto mi pare che sviluppi a più riprese queste istantanee. Bella idea

Un racconto triste, in tutti i risvolti dei protagonisti. Hai saputo delinearli in poche righe con sensibilità.
Piaciuto.

Re: [MI176] Taglia l'aria

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Almissima ha scritto: @Poeta Zaza  
Meraviglioso racconto, proprio di mio gusto, dove alla fine la vittima si prende la sua rivincita fino in fondo, dove é una libera scelta iniziare una nuova relazione e non la via di fuga obbligata.
Mi é anche molto piaciuto il finale dove, come tessere del domino, si incastra tutto alla perfezione.
A mio gusto avrei tralasciato i versi finali, che vivono di vita propria e li percepisco come in piú.
Meraviglioso è un po' esagerato, ma me lo tengo, grazie cara @Almissima    :flower:
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Re: [MI176] Taglia l'aria

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Kasimiro ha scritto: Ciao @Poeta Zaza, narrato con una particolare sensibilità di scrittura verso i dettagli. Per esempio questo lo trovo molto bello. Ho un amico che faceva il buttafuori e, a differenza di quanto si pensi, è un lavoro che non scarica per niente. Devi mantenere una calma e compostezza anche di fronte ai più esagitati perché appena alzi un dito sei passabile di denuncia. Al massimo può accompagnare fuori dal locale chi crea disordini ma senza atteggiamenti violenti anche di fronte alle gesta provocatorie di chi ha esagerato con l'alcol o sostanze stupefacenti.
Meglio un bel sacco da box con cui sfogarsi.

Mi è piaciuto l'incipit iniziale. Diretto e immediato, contrapposto alla riflessione interiore successiva.
Il racconto mi pare che sviluppi a più riprese queste istantanee. Bella idea

Un racconto triste, in tutti i risvolti dei protagonisti. Hai saputo delinearli in poche righe con sensibilità.
Piaciuto.
Sono stata superficiale coi buttafuori, e ti ringrazio per l'utile osservazione.  @Kasimiro  :)

Sono lieta e onorata per il tuo riscontro positivo  :love:
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