[CDP 1] - Colazione per due

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Traccia n. 1 - Passaggio da persona libera a reclusa o viceversa

 Li aveva fregati, ah, se li aveva fregati.
Si ricorda bene cosa fare. Prende le lenzuola, le annoda le une con le altre, ci aggiunge anche l’asciugamano grande. Le unisce in diagonale per sfruttare al massimo la lunghezza. Un’estremità la fissa alla gamba del letto. Spalanca la finestra e butta giù il resto.
Si sporge, il profumo della primavera gli viene incontro. Alla luce del lampione pare che manchi un metro o forse più. Pensa di potercela fare, è sempre andato in palestra dopo i fiocchi d’avena, quindi si sente in forze.
Scavalca il davanzale aggrappandosi bene. Avvolge una gamba attorno al tessuto e si lascia andare.
Il letto è troppo leggero e sbatte contro il muro sotto alla finestra. Cade di mezzo metro.
Che infarto! Meno male che non ha mollato la presa.
Si passa la lingua sui denti, per essere certo di avere la dentiera. Sugli occhiali non ha dubbi, ne sente il peso sul naso.
Si lascia scivolare come un ragazzino fino a toccare terra. Aveva ragione, sapeva di avere ancora il fisico per una fuga.
Domani mattina niente avena, niente padella, niente passeggiata sul linoleum.
 
La luna illuminava nell’erba le pantofole e il bastone. Una bella stretta alla vestaglia ed era pronto per la sua avventura in barba a tutti i guardiani che lo hanno sottovalutato.
Un po’ gli dispiace non aver salutato nessuno, ma una vera fuga deve essere clandestina e non far sorgere sospetti.
Appena fuori dal parco della casa di riposo, volta nella prima via a sinistra.
Passeggia con calma sotto ai tigli accompagnato solo dal battere del suo bastone sul marciapiedi.
Sa di avere tempo fino alle sei e mezza, poi si sarebbero accorti della sua assenza, ma sarebbe stato troppo tardi.
Costeggia un muro alto, fino ad un cancello. Prova, ma è chiuso. L’orario di apertura era dalle otto del mattino, troppo tardi per lui. Prosegue e gira l’angolo. Si ferma davanti a un cancelletto più piccolo, infila la mano fra le sbarre e apre.
Al terzo vialetto svolta a destra, seconda tomba a sinistra. Era stato fortunato perché di fianco c’era una panchina. Da quando lo avevano rinchiuso le visite al cimitero gli mancano molto, gli manca parlare con la sua Chicca che adesso riposa lì. Si siede e saluta sua moglie. Gli sembra di sentire la sua voce che lo sgrida. Non è mica quella l’ora di passeggiare in un cimitero, per di più scappando da una casa di riposo. Nei suoi pensieri cerca di interromperla con un ma cara buttato lì. Ma Chicca è proprio arrabbiata. Se fosse inciampato chi lo avrebbe trovato? E poi poteva anche prendere freddo. Una polmonite a quell’età era sicuramente fatale.
Lui la blandisce facendo uno sguardo colpevole e poi le confessa che stava morendo di nostalgia. Nessuno gli parla come lei, sono tutti così gentili, scandiscono le parole per chiedergli se vuole andare in bagno. Ma nessuno che gli da del cretino, perché secondo lui Botero è un pittore naif. Chicca adesso tace, lo guarda con quei suoi occhi profondi, allunga una mano e gli fa una carezza sul viso. Gli dice che sono vecchi. La contraddice subito. “No, tesoro, tu sei rimasta giovane, sono io che sono vecchio.” Lei ride cristallina “Il tempo passa per tutti, Luigi, anche per me.”
“Ma sei bellissima e sono venuto a prenderti per uscire con te. Un appuntamento speciale, una colazione in riva al mare.”
Chicca lo guarda perplessa, non è convinta. Uscire dopo così tanto tempo, e poi per una colazione.
“Ma si, amore, una colazione, di quelle con la spremuta d’arancio e le fette biscottate. Forse anche un uovo alla coque. Fatti tentare, vieni con me.” Non voleva confessarle che alla sera non lo facevano uscire, e che la colazione era possibile solo perché era evaso da quel postaccio.
Quando però la prende per mano e la bacia delicato dietro l’orecchio, Chicca si fa convincere.
Così assieme escono baldanzosi e passeggiando lungo la strada si avviano verso il mare.
Luigi respira a pieni polmoni l’aria salmastra.
Non gli fanno nemmeno male le giunture nonostante l’umidità. Si sente bene e agile mentre attraverso la pineta si intravvede la prima striscia di mare.
Quante volte erano stati qui a vedere l’alba, e oggi di nuovo dopo tanti anni.
Si volta verso Chicca e le legge l’emozione negli occhi. Le ruba un bacio dalle labbra con aria furba e le sussurra tutto il suo amore.
Gli aghi scricchiolano sotto alle ciabatte di Luigi rilasciando quell’odore pungente che tanto ricorda l’ombra dell’estate.
Subito dopo li accoglie il mare. Visto dalla scogliera sembra ancora più immenso tagliato in due dalla striscia di luce del sole sorgente.
È l’ora giusta. Saranno i primi clienti del bar.
Luigi sa di avere ancora un po’ di tempo prima che inizino a cercarlo e ancora un po’ prima che lo trovino.
Apre la porta ed entra nel locale.
“Buongiorno signor Luigi. Che piacere! Quanto tempo!”
“Ciao Max, come va?”
“Bene. Ma lei è sicuro che tutto è a posto?”
“No, Max , niente è a posto. Sono scappato dalla casa di riposo per fare colazione come si deve. Li mi ammazzano con le pappette.”
“Devo avvisare qualcuno? Sarà mica arrivato qui da solo a piedi?”
“Non fare la spia finché non ho finito la colazione. Per favore, me lo devi”
“Va bene signor Luigi, le porto il solito? Caffè americano, spremuta fresca, uovo alla coque, fette biscottate e marmellata all’arancio?”
“Si, Max, per due, grazie.”
Max annuisce, se il vecchio ha tanta fame che si strafoghi pure, non sarà quello a fare la differenza.
Luigi fa accomodare Chicca vicino alla vetrata, così può vedere bene i colori del mare che cambiano.
Durante la colazione chiacchierano amabilmente. Evitano la politica e il calcio. Parlano di Murakami e Marquez, poi di Parigi e del loro bellissimo viaggio. Si ricordano ancor di quando hanno perso il treno per baciarsi nei vicoli di Napoli. Ophelia il loro quadro preferito, e le gite in montagna solo perché era bello mangiare in baita.  Che bello parlare così, immersi nei ricordi come fosse successo ieri. Gli occhi di Chicca brillano e continua ad aggiungere dettagli di cui lui si era dimenticato
In men che non si dica la colazione era finita. Non avanza nulla, nemmeno le briciole per gli uccellini.
“Chicca, andiamo a fare ancora una passeggiata.” Certo risponde lei, andiamo a guardare il mare.
“Max, il conto.” Non gli par vero di poter dire ancora una volta questa frase.
Max si avvicina sorridendo “Al primo cliente della giornata offre la casa. Certo che aveva proprio una fame da lupo signor Luigi.”
“Max caro, si invecchia, ma gli appetiti non passano mai!” ridono assieme della battuta sgangherata.
“Grazie Max, è stato un vero piacere tornare qui.”
Appena fuori si prendono per mano e si avviano verso il mare.
Max al cellulare osserva Luigi che appoggiandosi al bastone cammina come se avesse in mano qualcosa. Il passo è incerto, ma non sembra sul punto di cadere.
“Buongiorno, sono Max del bar Agli Scogli. Se state cercando il signor Luigi è qui da me. Ha fatto colazione e adesso sta andando a guardare il panorama.”
 
Arrivati alla ringhiera della scogliera Luigi si gira verso Chicca, la bacia e le dice piano ti amo in un orecchio. “Questa volta vengo con te, non voglio più stare rinchiuso là dentro.” Lei non dice niente, lo guarda con infinita compassione e sussurra un vieni che per Luigi significa tutto.
 
Anche se lo vede scavalcare la ringhiera con insospettata agilità, anche se lascia cadere il telefono per correre, Max non fa in tempo. Vede il vecchio con la vestaglia svolazzante precipitare come un gabbiano ammalato.
Non si sente nulla, nemmeno il rumore dei rimbalzi sulla roccia, che lo sbattono a destra e manca.
Rimane solo una figurina disarticolata sugli scogli bagnati dalla risacca.

Nessuno vede Luigi e Chicca che mano nella mano vanno verso il sole, eppure è l’unica cosa che conta.
 
 
 
 

Re: [CDP 1] - Colazione per due

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Brava, @Almissima   (y)
:libro:
Che bel racconto hai scritto! Ironico, dolce, romantico. Mi ha fatto bene leggerlo.  :libro:

Sono persino passata sopra alla scelta dei tempi dei verbi: mi sembra che, tranne il futuro, tu li abbia fatti passare tutti.  ;)

Ma va bene così: i protagonisti si ritrovano in due tempi diversi, e si riuniscono per un futuro in comune che non li separerà più.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CDP 1] - Colazione per due

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Ciao @Almissima 
 
Mi è piaciuto, un racconto tenero e delicato, Luigi mi ha preso il cuore. Ho avuto esperienza di conoscenti e parenti rinchiusi in case di riposo, io sono sempre stato contrario ma non potevo interferire con i voleri di altre famiglie. Però la mia idea l’avevo detta, infatti da allora quelle persone non mi rivolgono più la parola. Sono io ad aver ricevuto l’ostracismo, quando dovrebbero essere loro a essere banditi dalla società, ma la società è come loro, la follia odierna ha invaso tutto, anche i sentimenti più personali e intimi.
È un triste destino quello di Luigi, non è giusto finire così per la superficialità e io aggiungo la cattiveria con cui la società tratta i vecchi.
Non faccio lunghi discorsi su questo argomento, ma una civiltà, una società che si definisce civile e rinchiude i vecchi non è una cosa esemplare.
Luigi è un’anima candida, voleva bene a sua moglie, andava a trovarla al cimitero, bisognava lasciarlo in pace nella sua casa, con i suoi ricordi, le sue passeggiate, i dialoghi immaginari con sua moglie Chicca, hai ben rappresentato questo desiderio, questa tenera illusione di dialogo che per Luigi era la realtà che voleva assolutamente rivivere. Al limite lo si poteva assistere a casa sua se aveva qualche problema.
Sono molto sensibile a questi argomenti, hai ben rappresentato il dramma di Luigi, l’indifferenza di tutti gli altri, quelli che pensano, credono, sono convinti che loro non diventeranno mai vecchi, quelli che pensano che la vita sia così, ma all’ospizio ci vanno gli altri, non ci andranno certo loro, che non invecchieranno mai…
Non può finire così.
Una buona rappresentazione in un racconto breve.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CDP 1] - Colazione per due

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In questo contest abbiamo due racconti nel cui focus c'è una casa di riposo, con impronte quasi contradditorie: qui una prigione vera e propria, là un modo per ricominciare a vivere, in barba all'età. Credo che entrambi nel loro piccolo siano "giusti". Uno non esclude l'altro.


Ad ogni modo, il racconto mi è piaciuto tantissimo. Mi ha profondamente commosso. Del resto come fa a non commuovere una tenerezza che attraversa la vita e la morte in questo modo?
Mi ha colpito in particolare il pezzo qui sotto:
Almissima ha scritto: ven apr 14, 2023 9:10 pmNessuno gli parla come lei, sono tutti così gentili, scandiscono le parole per chiedergli se vuole andare in bagno. Ma nessuno che gli da del cretino, perché secondo lui Botero è un pittore naif. Chicca adesso tace, lo guarda con quei suoi occhi profondi, allunga una mano e gli fa una carezza sul viso. Gli dice che sono vecchi. 
Un uomo che ha nostalgia di quando gli davano del cretino, perché allora la relazione era paritaria. Mentre ora la pietà rende il rapporto sbilanciato: nella gentilezza degli altri, si sente debole, viene sminuito. Questo pezzo mi colpisce perché è una cosa che mi pesa: io, quando parlo con alcune categorie di persone con cui non ho dimestichezza (bambini piccoli, persone con invalidità mentali e altri), ho proprio paura di fare questo effetto e insultarli involontariamente. Mi dò da sola della scema e mi dico di parlare come con chiunque altro, ma... va beh, sto divagando  :facepalm:

Ad ogni modo @Almissima non posso che farti i miei complimenti! Proprio scritto bene, dallo stile alla sequenza narrativa  :sss:

Re: [CDP 1] - Colazione per due

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Veramente brava @Almissima il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Buffo che entrambe abbiamo pensato alla casa di riposo.
Mi è piaciuta la trama, il tuo stile di scrittura, la descrizione delle sensazioni, molto bello.
Secondo me anche tu hai dato un'accezione positiva alla struttura, scrivi che tutti sono gentili, ma è la sua percezione, la sua condizione a farlo sentire imprigionato, perché spesso siamo imprigionati nei nostri corpi e nelle nostre capacità che vengono meno.
Anche il finale non mi dispiace, per quanto triste, è quello che Luigi desidera per sentirsi nuovamente libero ed è perfettamente inserito in un tenero romanticismo.
Piaciuto molto.
<3

Re: [CDP 1] - Colazione per due

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Ciao @Almissima 

Davvero bello questo racconto, scritto per altro con una mano lieve e brillante, una favola romantica e tenera, che si legge con un intimo piacere e lascia in bocca un sapore delizioso e profumato.

Nella forma favolistica c’è qualcosa di reale, ed è la capacità umana, quando si è in età avanzata, di saper talvolta recuperare quella spontanea fanciullezza dell’infanzia: dove liberi dal fardello di infrastrutture che la vita sociale ci impone come adulti, razionali e responsabili, a essere ossequiosi di obblighi e convenzioni, ritrovando una nuova libertà e purezza infantile.
Forse è a causa dei miei anni che trovo qualcosa che mi appartiene nella tua storia, poiché mi ci ritrovo in questa nuova condizione esistenziale che mi consente d’essere ribelle e anticonformista di quanto non fossi ai miei sedici anni.
Il racconto in una forma garbata e ironica ci conforta ed esorta a saper essere ancora presenti a noi stessi nell’affermare la nostra esistenza e la volontà di agire per ottenere ciò che ci sta a cuore.
E’ l’affermazione della possibilità per ognuno di poter essere ancora, se lo desideriamo, dei visonari che sanno sognare.
E’ davvero tenera la figura di questo vecchietto che sa fare appello alle sue poche forze per inseguire un sogno di libertà, che lo conduca a incontrare, in un una sorta di miraggio mentale, l’amore della sua vita perduto da molti anni.

“ Un appuntamento speciale, una colazione in riva al mare.”

Il finale è perfetto, non si percepisce la tragicità dell’ultimo gesto compiuto, ma la felice conclusione di una storia d’amore che lascia la realtà per celebrare un mito di eterna affettuosa fedeltà.

Complimenti davvero sentiti amica mia.
Un abbraccio, ciao e alla prossima.  <3
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