[Cdp1] Respiro d’acqua, una storia vera

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Traccia nr 1: “Passaggio da persona libera a reclusa o viceversa."
Commento


Mercoledì. Sul calendario il giorno è cerchiato di rosso insieme al lunedì e al venerdì e al sabato.
Il borsone per l’allenamento è pronto. Riccardo fa la spola nel corridoio fissando l’orologio da polso. Si affaccia in cucina scuro in volto.
«Mamma, andiamo?» le porge il cappotto.
La donna lo guarda dritto negli occhi cercando il contatto con le sue mani.
«Amore, oggi la piscina è chiusa.»
«È tardi. Devo nuotare. Andiamo.»
«Non possiamo uscire di casa, tesoro.»
Il ragazzo esce dalla stanza per tornarci un attimo dopo col calendario in mano.
«Mamma, lo vedi?» le indica il cerchietto rosso. «Oggi devo spaccare. Andiamo.»
La donna sospira.
«Ascoltami bene. C’è una brutta malattia in giro, tutte le persone devono restare in casa. La piscina è chiusa. Non si allenerà nessuno oggi, stai tranquillo.»
Riccardo si tappa le orecchie con le mani, le sue grida sovrastano la voce della madre mentre raggiunge di corsa la cameretta. Si chiude dentro sbattendo la porta, si spoglia, indossa la cuffia, il costume, l’accappatoio e si butta sul letto restando immobile per ore a guardare il soffitto. 
La madre bussa invano, le nocche sanguinano come il cuore.
«Pronto, dottore… sì, sì gliel’ho detto. Ho cercato di spiegargli la situazione, ma non l’ha presa bene. Che devo fare? Non ce la faccio a vederlo così.» 
Due mesi, forse tre o, chissà, qualcuno in più. Senza cloro, senza nuoto, senza libertà, senza felicità. Il medico le ha consigliato un farmaco per aiutarlo a superare la crisi, ma lei preferisce non somministrarglielo. Non vuole vederlo stordito.

Nelle settimane successive Riccardo gira a vuoto nell’appartamento. Da quando non può andare in piscina vive in accappatoio e non parla quasi più. Neppure coi suoi piatti preferiti riesce a dargli sollievo.
A volte, riesce a calmarlo portandogli un secchiello pieno d’acqua come faceva quando era piccolo. Ancora adesso i suoi occhi s’illuminano di un sorriso obliquo quando immerge le mani a lungo, fino a farle raggrinzire. 
Riccardo, un siluro nelle corsie della piscina, un pesce fuor d’acqua nella vita.

“Dottore, è capitato perché sono troppo vecchia per avere un figlio?”
“L’età è un fattore di rischio, ma non è detto che sia proprio il suo caso. Non deve farsene una colpa.”
“Io voglio tenerlo lo stesso.”

La donna tira su col naso. Forse la soluzione per aiutarlo è proprio lì, davanti ai suoi occhi. Come ha fatto a non pensarci prima? Che peccato non avere una vasca in casa! Però… 

«Riccardo, vieni. Ti ho preparato la doccia.»
Lui s’illumina.
«Posso mettermi il costume, mamma?»
«Certo, tesoro.»
«E anche anche la cuffia?»
«Sì, se vuoi.»
Riccardo lascia scivolare il getto tiepido sul volto, ruota la testa per respirare mimando le bracciate. I piedi si muovono a ritmo, instancabili.
Un’ora quattro volte alla settimana indossando cuffia e costume, finché non potrà riprendere gli allenamenti in piscina. Magari non è il sistema più economico, ma grazie a quelle docce speciali, il figlio riesce a sopportare la clausura.
Guardarlo sorridere è come vederlo rinascere.

Il trillo del telefono le sembra quasi allegro. Dopo aver parlato con l’allenatore, la donna rovista nel cassetto in cerca di una matita rossa e si precipita nella camera del figlio. 
«Fai un bel cerchietto proprio qui» gli dice porgendogli il calendario.
Lui si alza di scatto. Non c’è bisogno di dirgli altro. Nel giro di pochi minuti, i giorni della settimana si riempiono di anelli colorati.
Il lunedì sembra non arrivare mai. Alle tre del pomeriggio il borsone del nuoto è già pronto.
«Mamma, partiamo?»
«È ancora troppo presto.»
«Mamma, devo nuotare. Andiamo.»
Manca più di un’ora all’inizio dell’allenamento.
La cuffia calata fino agli occhi, il costume verde fluorescente e le ciabatte blu, Riccardo siede nello spogliatoio fissando l’orologio sulla parete. 

La mamma lo vede entrare nella vasca e alzare lo sguardo verso la balconata. Le sorride e le dice a voce alta:
«Oggi spacco tutto!» 
Lo vede tuffarsi e iniziare a nuotare con vigore. 
Scivola leggero nell’acqua, respiro dopo respiro, una bracciata dopo l’altra. L’allenatore lo segue lungo il bordo con il cronometro in mano.
«Bravo Ric! Vai così… Vai così!»
Un’ora di felicità liquida per quattro giorni alla settimana. Sedici ore al mese; ventidue sommando il tempo necessario per gli spostamenti in auto per raggiungere l’impianto sportivo. La mamma scuote la testa: Riccardo tiene il conto alla perfezione. 

Una foto grande quanto tutta la parete della cameretta suggella il giorno più bello. 
La medaglia al collo esibita con orgoglio: argento nei duecento farfalla a staffetta. La gioia limpida come un cristallo riluce sul suo volto. Riccardo, un bambino difettoso ieri, un giovane speciale oggi.

Re: [Cdp1] Respiro d’acqua, una storia vera

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Il fatto che sia una storia vera mi dà ancora più piacere all'averla letta.  :)  
Mi è piaciuto il tuo stile libero ma anche a farfalla, leggero ma che fila veloce e dritto al traguardo.
Hai dato valore all'importanza dello sport nel superamento di tanti disagi della crescita.
Secondo me, hai dimenticato solo una cosa, che potevi trarre agevolmente dalla cronaca e che avrebbe dato più valore ai fatti: l'età del bambino.

Brava @@Monica  :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Cdp1] Respiro d’acqua, una storia vera

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@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 7:40 pm Ciao @Poeta Zaza e grazie per il tuo gentile commento    :love3:
L’età del “bambino” l’ho omessa volutamente perché non si tratta più di un bambino. Nel testo ho disseminato vari elementi e pensavo che si capisse che si tratta di un “giovane” speciale. Ti confido che è più che maggiorenne. Nel fisico.
Un abbraccio 
L'avevo quasi capito dalla frase finale: ma parlavi anche di un bambino difettoso, ieri... e pensavo avesse cominciato presto a andare in piscina.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Cdp1] Respiro d’acqua, una storia vera

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ciao @@Monica

Diciamolo da subito che il tuo protagonista speciale soffre di autismo!  :D Si dice che queste persone vivano un mondo tutto loro e che siano molto intelligenti e sensibili. Che dire del racconto? descrivi uno spaccato familiare di una donna coraggiosa. Sono i genitori i veri eroi di oggi, mica quelli del Grande fratello! Bisogna comprendere le mille difficoltà che si hanno nel dover gestire quotidianamente una persona "speciale".
Questa è la vera sfida alla vita degli intrepidi genitori!  :D Altro che L'Isola dei famosi. Ciao Monica, complimenti.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Cdp1] Respiro d’acqua, una storia vera

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Complimenti @@Monica il tuo racconto mi è piaciuto davvero molto, l'ho trovato allo stesso tempo delicato e profondo.
@bestseller2020 secondo me non si tratta di autismo, perché la mamma con il dottore afferma che lo vuole tenere lo stesso e non è una frase che si pronuncia quando viene diagnosticato l'autismo, in genere dopo i 24 mesi.
Bella la storia, scritta molto bene, fluida.
Crea una bella empatia sia con la mamma, sia con il ragazzo.
Brava davvero.
<3

Re: [Cdp1] Respiro d’acqua, una storia vera

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Ciao @@Monica

Bel racconto, poetico e toccante.
Mi è piacito molto come tu sia riuscita a sfiorare il tema del problema del ragazzo autistico, descrivendo la vicenda del suo quotidiano nel contesto del passato lockdown, senza mai citarlo.
Un modo letterariamente elegante di fornire al lettore indizi che lo conducano a dedurre il fatto, senza averlo letto nello scritto.
Brava, bella prestazione.
Un abbraccio.

Re: [Cdp1] Respiro d’acqua, una storia vera

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Ringrazio tutti @Poeta Zaza @Ippolita @Canis @Kasimiro @Nightafter @Edu  @Modea72 @bestseller2020 per i bei commenti.
Il merito è tutto di *** (Riccardo) e della sua fantastica mamma che ha saputo affrontare la situazione così pensosa del lock down per il proprio figlio affetto da una grave disabilità. È un omaggio al coraggio e all’amore di quella donna che voglio estendere a tutti coloro che si trovano a vivere situazioni così pesanti. Grazie a voi tutti per averlo letto e apprezzato 🙏💕

Re: [Cdp1] Respiro d’acqua, una storia vera

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Ciao @@Monica eccomi per il commento, scusa il ritardo  :)

Partiamo dal titolo che ho trovato subito molto suggestivo nella contrapposizione tra l'aria del respiro e l'acqua. La prima parte del titolo a me fa pensare a qualcosa di magico, di altro, un impossibile reso possibile. Poi, però, il titolo si completa dopo la virgola. Sono molto combattuta perché da una parte apprezzo il contrasto, dall'altro non tanto. In funzione della storia che hai scritto credo che determini il tono di attualità che vuoi dare alla tua narrazione.
@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 amSul calendario il giorno è cerchiato di rosso insieme al lunedì e al venerdì e al sabato.
preferirei delle virgole al posto di e per snellire una frase che potrebbe diventare più d'impatto. È una bella entrata questa, porta curiosità e insieme informazioni sulla trama, anche se il lettore non è ancora consapevole di quello che sta scoprendo.
@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 am«Mamma, andiamo?» le porge il cappotto.
Le porge, maiuscolo
@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 amLa donna lo guarda dritto negli occhi cercando il contatto con le sue mani.
cercando e trovando oppure no? È una strana frase questa, descrivi un'azione ma senza dare una conclusione, riesce questa mamma a prendere le mani del figlio per attirare la sua ttenzione? Oppure lui sfila le mani da quelle della madre perché è troppo inquieto per ascoltare? Oppure questo è il gesto chiave che hanno per stabilire un momento di pausa in cui lui ha imparato che deve fermarsi e ascoltare? Qualunque sia la soluzione, secondo me sarebbe meglio che si vedesse
@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 am«Non possiamo uscire di casa, tesoro.»
Il ragazzo esce dalla stanza per tornarci un attimo dopo col calendario in mano.
Attenzione alle ripetizioni, qui hai: uscire, esce, ma anche le mani che sono nelle frasi subito prima di queste. Inoltre, puoi alleggerire ulteriormente trasformando tornarci in tornare
@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 amle indica il cerchietto rosso. 
Le indica, maiuscolo
@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 amNon si allenerà nessuno oggi, stai tranquillo.
questa frase mi salta all'occhio però solo perché sono alla seconda lettura e, sapendo che il tuo protagonista ha necessità particolari, mi chiedo perché qui venga messo l'accento sul fatto che nessuno si allenerà, come se lui fosse in competizione con gli altri nuotatori, invece che sottolineare il movimento che io credevo fosse l'importante per lui. Il movimento, l'acqua e la routine, immagino, ma comunque il fatto di essere nell'acqua a nuotare e dare il meglio di sé, non la competizione con gli altri in cui lo poni con questa frase. Probabilmente questa è una percezione falsata mia.
@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 amRiccardo si tappa le orecchie con le mani, le sue grida sovrastano la voce della madre mentre raggiunge di corsa la cameretta.
Attenzione di nuovo alle mani. 
@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 amDue mesi, forse tre o, chissà, qualcuno in più. Senza cloro, senza nuoto, senza libertà, senza felicità. Il medico le ha consigliato un farmaco per aiutarlo a superare la crisi, ma lei preferisce non somministrarglielo. Non vuole vederlo stordito.
Mi limiterei a parlare del dottore e della soluzione che propone per poi continuare la narrazione seguendo la linea cronologica come hai fatto fino a questo momento. La prima frase, quella dei mesi, insieme alla seconda, avanzano nella linea temporale e ci portano la soluzione a quello che sta succedendo. Secondo me, puoi eliminare ed evitare. Magari le puoi inserire più avanti, prima che riaprano la piscina, per esempio.
@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 amNeppure coi suoi piatti preferiti riesce a dargli sollievo.
Hai dimenticato il soggetto che è sempre stato esplicito, lo inserirei anche qui
@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 amil figlio riesce a sopportare la clausura.
Perché il figlio? Non siamo nel punto di vista della madre, fattore tra l'altro positivo, secondo me, perché ti ha evitato di cadere nel pietismo e ti ha permesso di muoverti sui fatti. Chiamalo con il suo nome, il lettore sa di chi stai parlando e, eliminando il nome, lo allontani e lo spersonalizzi.

@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 amgli dice porgendogli il calendario.
elimina gli

@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 amNon c’è bisogno di dirgli altro. Nel giro di pochi minuti, i giorni della settimana si riempiono di anelli colorati.
non c'è bisogno di dire altro.

Perché gli anelli sono colorati? Pensavo fossero tutti rossi
@Monica ha scritto: mer apr 12, 2023 8:12 amRiccardo, un bambino difettoso ieri, un giovane speciale oggi.

questa è una frase pericolosa a mio avviso perché suggerisce che Riccardo sia diventato speciale in funzione della sua vittoria. Dico suggerisce e lo ripeto, probabilmente non è questo il messaggio che tu volevi far passare e l'accento che vuoi porre è sull'esperienza di questa famiglia e l'importanza dello sport. Ma c'è da fare molta attenzione su questi argomenti. Esiste una discussione eterna, soprattutto all'interno della letteratura per ragazzi, in cui questo discorso viene dibatutto moltissimo, come potrai ben immaginare; ora, so che questo racconto non è per ragazzi, ma credo che il principio valga lo stesso. Perché una persona (con disabilità) deve riscattarsi solo attraverso una vittoria? Perché deve essere definita speciale se diventa un vincitore? Qual è la necessità di base che spinge a dover definire qualcuno speciale? È una domanda che ti lascio perché me la sono posta spesso anche io e continuo a farlo, la trovo interessante e niente affatto scontata. Si racconta sempre di casi speciali, diversi dagli altri, la maggioranza, quella fatta di persone difettose normali e magari meno fortunate dal punto di vista famigliare, rimane indietro. È solo una riflessione questa, ma fai attenzione alle parole, soprattutto il difettoso e lo speciale riferiti a una ragazzo con una qualche disabilità.

Per quanto riguarda il punto di vista, invece, c'è bisogno di chiarezza, secondo me, fai delle puntatine nella madre senza mai avventurarti troppo, rimani in superficie tenendo lo sguardo su entrambi. Con il tipo di narrazione che hai fatto, credo che potresti entrare nella madre un po' più a fondo senza rischiare di eccedere.
Secondo me, potresti ammorbidire le frasi evitando di farle così corte e magari aggiungendo qualcosa. Mi pare che questo racconto abbia spazio per un respiro più ampio, ci sono diversi punti che puoi sviluppare, per esempio potresti raccontare di più della quotidianità di Riccardo. Il racconto che hai scritto assomiglia molto a un resoconto, quasi a un articolo di giornale; dai l'impressione di voler mantenere la distanza, questo penalizza perché non si arriva mai a empatizzare del tutto con la madre o a sentire del tutto Riccardo, ma come ho già detto prima, è anche una scelta fortunata perché ti aiuta a non cadere nei clichè e nel pietismo.
Parlare di covid è ancora troppo presto nel mercato editoriale, ma è qualcosa che si può aggirare trasformando il covid e il lockdown in altro, dalla narrazione distopica fino a trovare una qualsiasi altra scusa che funzioni dal punto di vista narrativo. Già il fatto che non lo nomini esplicitamente va benissimo, tutti capiscono e tutti sanno di cosa stai parlando, ma questo accade nell'ottica del forum, non in un'ottica narrativa. Se io fossi un lettore futuro potrei benissimo non comprendere i riferimenti con l'immediatezza con cui avviene ora qui.
Per concludere, a me pare che tu abbia scritto un racconto che ti sta a cuore e credo che abbia tutte le carte in regola per crescere ancora e trasformarsi in qualcosa di più lungo.
https://www.edizioniel.com/prodotto/lan ... 866568070/
https://www.edizionipiuma.com/it/i-disobbedienti/
Linda e la montagna di fuoco

Re: [Cdp1] Respiro d’acqua, una storia vera

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Grazie @Kikki,  la tua analisi mi aiuta moltissimo e spero di fare buon uso dei tuoi suggerimenti e spunti di riflessione. In particolare mi ha colpito l’analisi della chiusa finale: hai ragione, rischia di non essere interpretata come vorrei. Qualcuno diceva che “uccide più la lingua che la spada” e in questo caso non vorrei in alcun modo urtare la sensibilità di chicchessia.  Non è affatto facile far passare  le proprie idee attraverso la scrittura, c’è sempre il rischio di essere fraintesi.questo significa che devo ancora lavorare molto… Per quanto riguarda l’effetto “articolo di giornale” un po’ l’ho voluto proprio per evitare l’aspetto captatio benevolentiae che una storia di questo tipo potrebbe facilmente essere accusata di fare. Oltretutto si tratta proprio di una storia vera.
Cercherò di arrotondare i personaggi e approfondire un po’ di più. Grazie di cuore a te e a @Sira per la bella “sorpresa”.
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