Re: Bacon

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Ciao Kiarka! 
Avendo avuto un esperienza simile e avendo convissuto spesso con la compagna di mio padre riesco a percepire la tenerezza e la sincerità di questo tipo di rapporto. Anais pur non avendo un legame diretto con Laura, la protagonista, ci ha instaurato un legame intimo, che l'ha spinta ad andarla a trovare per il semplice piacere di farlo. 

E' il mio primo commento ma mi sembra che la filosofia di questa community sia quella di spronare a migliorarsi quindi ci tengo a sottolineare che le mie osservazioni sono frutto della mia personalissima opinione, quindi anche totalmente trascurabili. 

Inizio
Kiarka ha scritto: dom feb 26, 2023 4:39 pmIl guanciale sfrigola, sulla padella
Qui personalmente metterei un punto al posto della virgola. Darebbe alla frase un impatto più forte. 
"Il guanciale sfrigola. Sulla padella calda va alla deriva nel suo stesso grasso e ricorda il rumore del mare quando si infrange sulla riva. 

Kiarka ha scritto: dom feb 26, 2023 4:39 pmKiarkanon sta in zitto un attimo.
Qui mi sa che ti sei dimenticata un "in"
Kiarka ha scritto: dom feb 26, 2023 4:39 pm
«Laura…» bussò, chiamandomi con il suo lieve accento spagnolo che adesso si é dissolto. «Non fare così.»
«Va via!» le urlai «Non insistere, sembri mia madre e neanche lo sei, quindi finiscila! Devo mostrarti anche questo sul vocabolario?»
Adesso fuori ha smesso di piovere.
Prendo la giacca.
«Dai Anais, vestiamoci, ti mostro una cosa.»
In questa parte capisco che finisca un flashback e si ritorni al presente ma non è chiarissimo e ho dovuto rileggerlo un paio di volte. 
Forse la parte flashback la separerei in un paragrafo distinto. Da "Papà e Anais sono sposati da quasi dieci anni.." fino a "...Devo mostrarti anche questo sul vocabolario?"

Kiarka ha scritto: dom feb 26, 2023 4:39 pmLa mia insofferenza raggiunse culmine due anni dopo.
Qui manca un IL 


Per quanto riguarda il finale invece, secondo me ci starebbe bene una chiusa che va a riprendere la questione del guanciale che sfrigola. D'altronde il titolo del racconto è Bacon. Qualcosa che vada a sottolineare ulteriormente quella sensazione di solitudine che esprimi nel finale. 
Mi immagino qualcosa del tipo:
Quanti di noi camminano soli su questa terra, lo dicevano anche i poeti.
Tornai a casa e il grasso raffreddato del guanciale rimasto nella padella si era ormai trasformato in una densa pasta bianca. Scivolosa e difficile da lavare. 
E magari se sfrigolante ricordava il mare magari adesso ricorda la neve?


Per quanto riguarda l'apertira invece, potrebbe essere interessante invertire gli aggettivi per rendere l'immagine ancora più suggestiva:
Il guanciale scoppietta e frigge. Sulla padella calda va alla deriva nel suo stesso grasso e ricorda il rumore del mare quando sfrigola sulla riva.


Spero che i miei commenti ti siano utili e cercherò di recuperare anche altri tuoi racconti!
Ciao!!!





Re: Bacon

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Ciao @Kiarka 

 
E’ la prima volta che leggo qualcosa di tuo e mi scuso per il ritardo con cui lo faccio.

Questo racconto mi ha colpito perché è di una bellezza rara, naturalmente lo dico secondo il mio personalissimo gusto.
Ma ho gusti difficili in fatto di cose scritte, quindi all’interno del perimetro di chi legge e ha letto molte cose, ritienilo un pieno riconoscimento.
La storia possiede una indubbia qualità di scrittura, inutile dirti che la lettura risulta piacevole e trascinante.
Quello che ho molto apprezzato è il clima intimistico che pervade tutto il racconto, nonché la capacità di far espandere nella fantasia del lettore una variegata sensazione “tattile” di ambienti, sensazioni e sentimenti.

Non è facile ottenere questo risultato raccontando di una storia minimale, nella quale come una rappresentazione teatrale, tutto si svolge e gioca in un numero ristretto di ambiente e cambi di scena.
C’è nel racconto un’analisi dei sentimenti e delle situazioni che possiedono l’intimità poetica e rarefatta di un film di Éric Rohmer.

Un uno spazio limitato di caratteri riesci a condensare con sintesi e bravura storie incrociate di vite che si disseminano tra paesi e continenti tra loro distanti, mostrandoci la condizione dello spaesamento, della nostalgia, della solitudine.   
E’ commovente questa sensazione di malinconia che pervade il racconto, una malinconia dell’anima che trova riflesso nella deprimente immagine invernale presente nel paesaggio di questa città polacca.

Ci sono nella storia immagini, presentate come una sequenza storiografica d’istantanee che fissano momenti passati, che vanno dalle turbolenti aspirazioni giovanili, nutrite di propositi e sogni di vita, fino a quelle dell’età adulta, dove i sogni si stemperano o si perdono del tutto, alla luce cruda dell’esistenza quotidiana.

Il tuo è un racconto che, per ciò che regala al lettore, davvero vale il tempo della sua lettura.

Complimenti sinceri. Ciao alla prossima.

Re: Bacon

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@Kiarka complimenti, credo sia la prima volta che leggo un tuo testo e devo dire che sono rimasta affascinata. Queste sono le storie che piacciono a me, dove la vita con i suoi sentimenti diventa qualcosa di tangibile e concreto. I piccoli refusi te li hanno già segnalati, quindi passo a dirti ciò che mi è arrivato e piaciuto. Hai saputo delineare il rapporto tra la protagonista narrante e la seconda moglie del padre, specificando con grande garbo che la donna non aveva avuto alcun ruolo nella separazione dei suoi, mentre al contrario è vittima delle maldicenze gratuite (vedasi l'estratto che riporto sotto)
post_id=46857 ha scritto:Kiarka
La mia insofferenza raggiunse culmine due anni dopo. Mio padre andó con Anais ai colloqui coi professori, e gli insegnanti mi domandarono per tutta la settimana chi fosse quella bella e giovane donna, sorridevano ammiccanti perché esiste l’assioma della straniera che sposa un banchiere cinquantenne. 
«Avresti dovuto vederla, vent´anni di differenza.» sentii bisbigliare la prof di storia a quella di italiano, durante il cambio d´ora. 
«Che vuoi farci, certe straniere aspettano solo l´occasione.»

Oltre questo si evincono molti altri temi, ad esempio la voglia di "patria" della straniera  (e la diaspora di tante famiglie), quel punto fermo trovato in un uomo, una città e una "figlia". Altro tema interessante è la voglia di fuggire della ragazza giacché a quel tempo non c'era affetto nè intesa tra le due protagoniste. Anche la figura della madre, con piccolissimi acceni, viene delineata in modo chiaro e inequivoco, è madre solo biologicamente.
Hai fatto bene anche a non specificare il momento preciso in cui tra Anais e la ragazza sia nata l'intesa perchè un rapporto come quello si può creare solo con il tempo, giorno dopo giorno.

È stato un bel leggere, grazie
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