Così va il mondo!

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I quattro sedevano in una sala poco illuminata, attendendo in silenzio l’inizio della quotidiana riunione. 
La prima ad alzarsi fu Borea. I suoi occhi erano schegge di ghiaccio in un volto perennemente congelato in un’espressione di giudizioso distacco. Indossava un completo che passava dal grigio all’azzurro ogni volta che si muoveva. Sembrava di vedere il mare in movimento.
«Sopra il 60° parallelo le temperature si sono drasticamente abbassate: sta arrivando l’inverno. Ciononostante, i ghiacci polari oggi si sono ridotti di 2,1cm. Una coppia di foche, madre e figlio, è stata uccisa oggi dai cacciatori di pellicce. È tutto.» e si sedette senza aspettare la risposta degli altri.
«Così va il mondo!» risposero in coro gli altri tre.
Fu poi il turno di Euro, un uomo dagli zigomi alti e dallo sguardo felino. Era avvolto in una pomposa toga gialla che sembrava brillare di luce propria. 
«Si è tenuta oggi in Giappone la Tennō tanjōbi in onore dell’Imperatore Akihito. Inoltre, una barca, partita dal porto di Kandla, è stata assalita e affondata dai pirati nell’Oceano Indiano. Otto vittime. Parlando d’altro, la famiglia Il-Jin è riuscita dopo otto giorni di marcia ad attraversare il monte Baitou, tra Corea del Nord e Cina. Il nonno Ju non ce l’ha fatta. Non ho altro da aggiungere.»
«Così va il mondo!» risposero in coro gli altri tre.
Sedutosi Euro, fu poi il turno di Noto, il più anziano. Da seduto era curvo su sé stesso, vecchio e fragile, quasi fosse uno straccio bagnato o un foglio di carta piegato e ripiegato troppe volte, ma una volta alzatosi la sua testa sembrava sfiorare il soffitto. Portava in bocca un fiammifero spento.
«Anzitutto, i pirati di cui parlava Euro erano Somali, ergo di mia competenza. Chiedo che sia messo a verbale che è colpa mia se hanno trovato vento buono per la navigazione. Ad ogni modo, ho solamente due fatti degni di nota: in primis la siccità sarà clemente quest’anno; i contadini africani avranno un raccolto abbondante. Il secondo è che tredici persone sono state decapitate a Maiduguri perché praticavano la religione sbagliata. Non ricordo quale tra quelle che vanno di moda in questi anni. E questo è tutto.» e nel sedersi, la schiena gli scricchiolò.
«Così va il mondo!» risposero in coro gli altri tre.
L’ultimo a parlare fu Zéfiro, il più giovane dei quattro. Era un ragazzo dalla gestualità femminile che portava una camicia attillata, decorata con motivi floreali.
«Andrò dritto al sodo. In Sudamerica stanno sbocciando i primi fiori estivi e i primi sciami di farfalle monarca stanno arrivando in Messico, per cui confermo quanto detto prima da Borea: l’estate sta arrivando. Altro evento interessante: Jade Smith, Ontario, è morta oggi a causa di complicazioni durante il parto. Sua figlia Judie sta benissimo. Vivrà sana e felice fino a ottant’anni quando…»
«Non una parola di più!» lo interruppe bruscamente Noto. Il fiammifero nella sua bocca parve accendersi per un attimo. «Conosci le regole. Mai svelare il finale del racconto prima del dovuto.»
«Chiedo scusa.» continuò Zéfiro imbarazzato «Mi lascio sempre trasportare dalle emozioni. Ad ogni modo non ho altro da aggiungere.»
«Così va il mondo!» risposero in coro gli altri.
La seduta fu aggiornata.

Re: Così va il mondo!

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Ciao @Zouks è la prima volta che leggo un tuo racconto e spero che il mio commento non ti infastidisca. Sai bene che qui cerchiamo di analizzare i testi con attenzione affinchè possano nascere osservazioni costruttive. Certo nessuno di noi è Dio in terra quindi prendi i miei appunti per quel che sono, cioè un'osservazione del tutto personale. 
Finita la premessa vediamo quali sono i punti cruciali:
Zouks ha scritto: I suoi occhi erano schegge di ghiaccio in un volto perennemente congelato in un’espressione di giudizioso distacco.
Qui, ad esempio, ghiaccio e congelato si sembra enfatizzino troppo l'immagine algida che vuoi mostrare al lettore, in più il "giudizioso distacco" sembra contraddire l'espressione appena descritta (giudizioso rimanda più agli aggettivi bonario, comprensivo, amorevole...) Ti suggerirei quindi di sostituire la parola congelato (o ghiaccio) con un altro aggettivo. Inoltre "gli occhi schegge di ghiaccio" è un'espressione molto sfruttata. Dobbiamo sempre sforzarci di cercare descrizioni innovative, calzanti e originali. (ok, mi dirai: hai scoperto l'America!)

Zouks ha scritto: sta arrivando l’inverno.
Borea è la prima a parlare e dice che sta arrivando l'inverno, ma in calce al racconto fai dire a Zefiro
Zouks ha scritto: per cui confermo quanto detto prima da Borea: l’estate sta arrivando.
è una svista oppure non ho afferrato io il concetto? (ti riferivi al fatto che comunque i ghiacciai si stanno scongelando? Non so.)
Zouks ha scritto: Ciononostante, i ghiacci polari oggi si sono ridotti di 2,1cm. Una coppia di foche, madre e figlio, è stata uccisa oggi dai cacciatori di pellicce.
La ripetizione che ho evidenziato in grassetto risulta troppo ravvicinata e crea disarmonia nel paragrafo.

Infine, a quale scopo si riuniscono i quattro? (Tre sono venti, mentre Noto no) Riportano notizie al pari di un giornale locale  (ognuno per il suo settore o territorio che sia), ma non portano soluzioni. Mi soffermo su questa domanda, rifletto e  rispondo che: Mi piace l'idea che hai avuto, fare raccontare ai venti ciò che accade nel mondo, però perchè non usare allora il quarto nome di un vento? Ho apprezzato anche la ripetizione "Così va il mondo" , un mantra che è il nucleo del racconto. I venti alla fine sono degli inermi osservatori, possono avere delle colpe come Zefiro con i Somali, ma...
E ancora, il finale 
Zouks ha scritto:
Mai svelare il finale del racconto prima del dovuto.»
«Chiedo scusa.» continuò Zéfiro imbarazzato «Mi lascio sempre trasportare dalle emozioni. Ad ogni modo non ho altro da aggiungere.»
mi pare rimandi a quei racconti dal finale aperto o senza una conclusione definitiva. È questo che volevi dirci?

Di certo hai saputo creare un'aurea misteriosa intorno ai personaggi, ma non saprei dire se si tratta di un racconto che affonda le radici nel tempo passato oppure in un futuro da fantascienza. 
Zouks ha scritto: Indossava un completo
Questo abbigliamento mi mantiene nel presente e io sbalestro (cioè non so bene in quale epoca collare il racconto). Per il passato avrei usato una tunica, per il futuro una tuta o simili. Ma parliamo di venti quindi il tempo è indefinibile. Il "completo" mi rimane strano lo stesso.
Zouks ha scritto: Portava in bocca un fiammifero spento.
Suppongo che con questo particolare tu abbia voluto caratterizzare il personaggio, ma la caratterizzazione serve a definire la personalità, il fiammifero spento quale aspetto del carattere dovrebbe suggerire al lettore? Ho controllato pensando che Noto potesse essere il nome di un vento estivo, afoso, che non conoscevo, ma non lo è; e allora? 

Riassumendo: Ho trovato originale e ben congegnata l'idea che i venti si riuniscano raccontandosi ciò che accade nel mondo, ma le molte piccole dissonanze mi hanno costretta a leggere e rileggere per capire, per apprezzare e infine raggiungere il tuo pensiero (sempre che ci sia riuscita). A prima lettura è un rompicapo da settimana enigmistica, poi si rivela. Mi rimane oscuro il finale 
Zouks ha scritto: «Non una parola di più!» lo interruppe bruscamente Noto. Il fiammifero nella sua bocca parve accendersi per un attimo. «Conosci le regole. Mai svelare il finale del racconto prima del dovuto.»
 spero tu possa spiegarmi il tuo intento e dirmi cosa ho capito e cosa no. 

A rileggerti  :sss:

Re: Così va il mondo!

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Ciao! Grazie mille per il tuo commento! 
Adel J. Pellitteri ha scritto: spero che il mio commento non ti infastidisca

Non mi hai infastidito affatto, anzi, ho letto il tuo intervento con interesse e ho apprezzato tantissimo l’onestà, e sono fortemente convinto che siano più che altro le critiche a farci migliorare come essere umani.
Per cui non preoccuparti, anzi, spero che in futuro tu possa “commentarmi” ancora come hai fatto oggi ;

Inizio con una doverosa premessa (e mezza) che ho volutamente omesso quando ho postato il racconto. Volevo infatti vedere se il racconto si reggesse in piedi anche al di fuori del contesto in cui è stato scritto – e anche io sono d'accordo con te; penso che ci sia ancora  molto da migliorare.

Lascio la premessa qua sotto spoiler, così solamente chi è interessatə a me che tento di giustificarmi possa leggerla (ovviamente non ho modo per provarvi che sono sincero, per cui confido nella vostra fiducia).
Premessa (ovvero le scuse)Premessa (ovvero le scuse)Premessa (ovvero le scuse)Premessa (ovvero le scuse)
Così va il mondo!” (In originale “Il resoconto del vento”) è il primo racconto che ho scritto, oramai sei anni fa. È stato scritto per un concorso al quale ho partecipato (e poi vinto – Io sono "Andrea Zuccone") indetto Murubutu, professore e rapper che mischia narrativa a storia, filosofia, epica ed etica, e dall’associazione culturale Lèzere. 

La traccia chiedeva di scrivere un racconto di a tema “il vento” della lunghezza massima di 3000 battute per poi distribuirlo durante il tour di promozione dell’album “L’uomo che viaggiò nel vento”. 
Questo è il motivo per cui il racconto è così breve, poco approfondito e un po' fatto alla bell'e meglio senza troppo approfondire: perché doveva essere distribuito su degli A4 ad un concerto.
Sono cosciente che queste non siano delle scuse valide per un raconto un po' mediocre, aiutano a contestualizzarlo.
Detto ciò, apprezzo davvero infinitamente la tua sincerità; adesso so come impostarlo per far sì che abbia senso anche al di fuori di un concerto 
Ora, per quanto riguarda invece i tuoi commenti, domande e dubbi:
Adel J. Pellitteri ha scritto: mar gen 17, 2023 11:16 amInoltre "gli occhi schegge di ghiaccio" è un'espressione molto sfruttata. Dobbiamo sempre sforzarci di cercare descrizioni innovative, calzanti e originali. (ok, mi dirai: hai scoperto l'America!)
Hai ragionassimo! Anche a me fanno venire l'orticaria le metafore e i modi di dire triti e ritriti, per cui grazie mille! Questa mi era scappata! Ora cerco di a tutti i modi di evitarle! 
Adel J. Pellitteri ha scritto: mar gen 17, 2023 11:16 amBorea è la prima a parlare e dice che sta arrivando l'inverno
Il fatto che Borea dice che l’inverno sta arrivando, mentre Zéfiro conferma dicendo che sta arrivando l'estate, è dovuto alla questione delle stagioni invertite nei due emisferi (detto banalmente, quando è inverno a nord dell'equatore, è estate a sud e viceversa). Zéfiro fa riferimento alla porzione sud del continente americano che gli compete (Sudamerica), dove vede le farfalle migrare come fanno ad ogni estate. 
In retrospettiva avrebbe più senso che fosse Noto, sul quale torneremo, a menzionare l'arrivo dell'estate, creando l'opposizione con il nord, ma mi piaceva l'idea che fosse lo Zéfiro, il vento primaverile, a portare l'annuncio dell'arrivo della bella stagione.
Adel J. Pellitteri ha scritto: mar gen 17, 2023 11:16 amTre sono venti, mentre Noto no
In realtà Noto è un vento. "Noto" è il nome originale greco del vento del sud "Austro" , poi conosciuto come Ostro, ed infine impersonificato dai Romani come il ben più noto (gioco di parole voluto : P ) "Scirocco". È caratterizzato come un vecchio decrepito, altissimo  (come nel racconto, che quando si alza in piedi sembra sfiorare il soffitto), portatore di piogge e tempeste (da qui il fatto che da seduto sembra uno straccio bagnato) ma anche, secondo le leggende, di venti così caldi da ardere tutto (e qui entra il gioco il fiammifero spento che arde quando riprende Zéfiro).
Ho deciso di usare il suo nome più antico, Noto, anziché gli altri perché essendo nella mitologia caratterizzato come il più vecchio di tutti ho pensato che gli avrebbe fatto piacere sentirsi chiamato con il suo nome originale :  )
Adel J. Pellitteri ha scritto: mar gen 17, 2023 11:16 amSuppongo che con questo particolare tu abbia voluto caratterizzare il personaggio,
Yes : ) è quello che in gergo cinematografico e videoludico si definisce un Easter Egg , e spero che alla luce di quanto detto appena qua sopra abbia un po' più di senso. Non era nient'altro che un piccolo particolare strano, fuori luogo, così che i "malati" di mitologia che sanno unire i puntini possano fare "ah! Ma si riferiva a quello!". O almeno, quello era il mio intento.
Adel J. Pellitteri ha scritto: mar gen 17, 2023 11:16 amRiportano notizie al pari di un giornale locale  (ognuno per il suo settore o territorio che sia), ma non portano soluzioni.
Precisamente: loro sono dei venti, ma non sono delle divinità. Non possono intervenire nel mondo se non, beh, essendo venti. Per quello riporta Zéfiro che è colpa sua se i pirati hanno trovato vento buono, e per quello si limitano a riportare quello che succede nel mondo: perché possono solamente interagire con il loro soffio, in maniera più o meno involontaria, osservare e condividersi le notizie della giornata (e tentare di intervenire soffiando ancora, quando non è troppo tardi). 
Adel J. Pellitteri ha scritto: mar gen 17, 2023 11:16 amnon saprei dire se si tratta di un racconto che affonda le radici nel tempo passato oppure in un futuro da fantascienza.  
Adel J. Pellitteri ha scritto: mar gen 17, 2023 11:16 amQuesto abbigliamento mi mantiene nel presente e io sbalestro
Mi spiace se ti ho confusa, ma l'idea è proprio questa: che i venti sono in qualche modo una forza cosciente, viva nel mondo, anche nel nostro presente. Per cui, di nuovo: scusa se ti ho fatta sbarellare, ma sì, siamo "ai giorni nostri". Per questo gli abbigliamenti di Borea e Zéfiro sono contemporanei, anche se Noto e Euro preferiscono vestirsi come si vestivano tanto tempo fa :  )
Adel J. Pellitteri ha scritto: mar gen 17, 2023 11:16 ami pare rimandi a quei racconti dal finale aperto o senza una conclusione definitiva.
Sì, diciamo di sì. Il finale è aperto, non c'è alcuna conclusione definitiva, semplicemente la realizzazione della presenza di queste quattro forze elementali che osservano e, fin dove possono, intervengono nel nostro mondo, trovandosi ogni giorno a fine giornata per aggiornarsi e commentare il fatto che è così che va il mondo! e le sue storie…
Adel J. Pellitteri ha scritto: mar gen 17, 2023 11:16 amspero tu possa spiegarmi il tuo intento e dirmi cosa ho capito e cosa no. 
…senza mai farsi spoilerare il finale delle storie che si raccontano (nemmeno a loro piace che gli si racconti un finale prima che sia il momento giusto!). Confesso 
che il fatto che Noto sappia gia la fine dell'ultimo racconto di Zéfiro è un po' insensato, dato che si trovano ogni giorno per raccontarsi quello che succede nel loro territtorio, ma ho pensato che un simile dettaglio, in una storia dove i venti sono delle forze vive non avrebbe stonato. 
Per questo racconto mi sono ispirato a Ottobre sulla sedia, un racconto di Neil Gaiman (e uno dei miei preferiti, te lo straconsiglio!) dove i dodici mesi si riuniscono una volta ogni tot per  cimentarsi in una gara di favole. Nel raconto non succede nient'altro se non, beh, Ottobre che, arrivato il suo turno di racontare, racconta una storia agli altri mesi.

Per concludere: spero che questo mio papiro ti sia stato utile per capire un po' meglio la logica dietro alla storia. Come dicevo nello spoiler, la storia è forzatamente corta perché così mi è stata richiesta, ma sinceramente non saprei come espanderla per dargli più senso perdere troppo l'alone di magico mistero che ho tentato di darle. 
Ripeto: sono cosciente che queste mie parole possano sembrare delle scuse, e in un certo senso lo sono, ma sono anche consapevole che non sono una giustificazione per un raconto un po' confusionario, per cui rimango aperto a qualsiasi consiglio su come migliorare l'esposizione di quanto scritto finora.

Ti ringrazio ancora per il tuo commento, i tuoi pensieri e le preziose parole per la correzione di stile, sintassi e grammatica. 

Zouks 

Re: Così va il mondo!

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Zouks ha scritto: spero che questo mio papiro ti sia stato utile per capire un po' meglio la logica dietro alla storia. 
Assolutamente sì, adesso anche Noto con il suo cerino in bocca ha acquisito tutto il suo significato, d'altronde lo avevo intuito ma non lo avevo trovato come vento su Google. 
Zouks ha scritto: È stato scritto per un concorso al quale ho partecipato (e poi vinto – Io sono "Andrea Zuccone") indetto Murubutu, professore e rapper che mischia narrativa a storia, filosofia, epica ed etica, e dall’associazione culturale Lèzere
Caspita! Ecco perché! In pratica è un testo di alto livello, da qui la mia difficoltà a cogliere tutto al volo, però ci sono andata molto vicina. Complimenti. Ti rileggere volentieri. Ciao e alla prossima

Re: Così va il mondo!

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Adel J. Pellitteri ha scritto: In pratica è un testo di alto livello,
No beh dai, non volevo far trasparire nulla di simile, volevo solo contestualizzare. Se ho dato quest’impressione chiedo scusa, non era mia intenzione. 
Adel J. Pellitteri ha scritto: i. Ti rileggere volentieri
Grazie mille! Spero accada presto :  ) io dal canto mio appena avrò due secondi mi cercherò qualcosa scritto da te (e se hai da consigliarmi sono aperto a qualsiasi proposta :   ) )

Re: Così va il mondo!

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 I quattro sedevano in una sala poco illuminata, attendendo in silenzio l’inizio della quotidiana riunione. 
Meglio “riunione quotidiana”.
 
 
I suoi occhi erano schegge di ghiaccio in un volto perennemente congelato in un’espressione di giudizioso distacco.
La frase così non funziona come dovrebbe: gli occhi erano schegge in un volto congelato in un’espressione…
Sempre meglio evitare l’effetto matrioska all’interno delle frasi. Si può ovviare semplicemente con la punteggiatura.
“I suoi occhi erano schegge di ghiaccio; il suo volto perennemente congelato in un’espressione di giudizioso distacco.”
 
 
 
 
«Sopra il 60° parallelo le temperature si sono drasticamente abbassate: sta arrivando l’inverno. Ciononostante, i ghiacci polari oggi si sono ridotti di 2,1cm. Una coppia di foche, madre e figlio, è stata uccisa oggi dai cacciatori di pellicce. È tutto.» e si sedette senza aspettare la risposta degli altri.
Eliminerei il primo “oggi”, per evitare la ripetizione successiva e perché non serve; il secondo “oggi” lo anticiperei: “oggi è stata uccisa”.
Dopo l’ultima chiusura dei caporali non va la minuscola: c’è il punto che chiude la frase all’interno del dialogato.
La minuscola dopo i caporali va in casi come: «Ciao» disse l’uomo.
In questo caso, puoi riprendere con:
 “…tutto.» Si sedette senza…”
O con
“…tutto.» Detto questo, si sedette senza…”
 
 
 
 
Ad ogni modo, ho solamente due fatti degni di nota: in primis la siccità sarà clemente quest’anno; i contadini africani avranno un raccolto abbondante.
Virgola dopo “clemente”, forse aggiungerei un tocco di maggiore formalità alla frase con: “ho da riportare solo due fatti degni…”
 
Sua figlia Judie sta benissimo. Vivrà sana e felice fino a ottant’anni quando…»
Virgola prima di quando
 
 
Il fiammifero nella sua bocca parve accendersi per un attimo.
Inserirei il “per un attimo” a inizio frase.
 
«Chiedo scusa.» continuò Zéfiro imbarazzato «Mi lascio sempre trasportare dalle emozioni. Ad ogni modo non ho altro da aggiungere.»
Per il discorso di prima, la corretta punteggiatura qui sarebbe:
«Chiedo scusa» continuò Zéfiro, imbarazzato. «Mi lascio sempre trasportare dalle emozioni. Ad ogni modo non ho altro da aggiungere.»
 
 
Tutte queste cose, comunque, sono piccolezze.
Il vero problema del racconto, a mio avviso è nella confusione in cui si ritrova il lettore di fronte ai resoconti dei quattro Venti, che variano da cose importantissime (scioglimento ghiacciai) a fatti insignificanti.
Attenzione, però: questa è anche la forza del racconto.
Come si potrebbe strutturare il tutto in modo organico, restituendo anche un messaggio, un senso “forte”?
Il mio suggerimento sarebbe di dividere ogni intervento dei Venti in tre fasi: qualcosa che parli delle stagioni (l’estate/l’inverno sta arrivando perché), qualcosa che parli di fatti davvero importanti a livello globale, di cose impattanti per tutti (scioglimento dei ghiacciai va bene, in Africa si potrebbe parlare di guerre o di Isis, in Asia di uno tsunami da centinaia di migliaia di morti, in Sud America di un golpe o qualcosa del genere), qualcosa di assolutamente insignificante.
L’idea dovrebbe essere quella di far capire a chi legge che per le “divinità e affini” ciò che succede nel nostro mondo è talmente “lontano” (e quasi misero) che diecimila morti in un terremoto o il gatto della signora Mary che non sa come scendere dall’albero sono fatti che stanno più o meno sullo stesso piano.
In questo senso andrei a eliminare frasi come “Chiedo che sia messo a verbale che è colpa mia se hanno trovato vento buono per la navigazione”, in quanto i Venti (entità superiori) non si sentono certo in colpa perché dei pirati fanno i pirati.
 
Questa, naturalmente, è solo la mia opinione.
Un saluto!         

Re: Così va il mondo!

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Ciao Zouks! E' il tuo primo racconto che leggo ed è assolutamente nelle mie corde. 
Sempre stato appassionato di mitologia ma anche di narratori più moderni che utilizzano la personificazione di entità astratte come personaggi all'interno delle loro storie. Esempio migliore fra tutti Sandman e American Gods di Neil Gaiman. 

Leggo anche che il tuo racconto ha vinto un premio indetto da Murubuntu e riesco benissimo a capire il perché dato il tema e il tono. 
Una sera dopo un suo concerto, ubriaco fradicio, l'ho molestato raccontandogli di come l'avessi sognato mentre mi salvava da un nubifragio. Lui è stato molto gentile e disponibile, finché la mia ubriachezza non l'ha fatto giustamente fuggire. 

Comunque bando alle ciance e entro nel merito del racconto. 

Zouks ha scritto: mer gen 11, 2023 7:53 pmI suoi occhi erano schegge di ghiaccio in un volto perennemente congelato in un’espressione di giudizioso distacco. Indossava un completo che passava dal grigio all’azzurro ogni volta che si muoveva. Sembrava di vedere il mare in movimento

Questa frase non è molto scorrevole. Penso sia colpa del doppio utilizzo della preposizione "in". 
Mi immagino qualcosa di questo tipo. "I suoi occhi schegge di ghiaccio. Il suo volto perennemente congelato in giudizioso distacco. Indossava un completo cangiante, che passava dal grigio all'azzurro ad ogni suo movimento. Osservandola sembrava di vedere il mare in movimento."

Come dicevo prima mi piace molto l'idea di trasformare i venti in personaggi divini, ma forse il loro modo di parlare dovrebbe rispettare maggiormente quest'aura divina che sottolinei attraverso le loro descrizioni. 
Zouks ha scritto: mer gen 11, 2023 7:53 pm«Sopra il 60° parallelo le temperature si sono drasticamente abbassate: sta arrivando l’inverno. Ciononostante, i ghiacci polari oggi si sono ridotti di 2,1cm. Una coppia di foche, madre e figlio, è stata uccisa oggi dai cacciatori di pellicce. È tutto.»
Qui se non sapessi che si tratta di Borea, sembrerebbe quasi uno sciorinare di notizie giornalistiche. Siamo sicuri che la personificazione di un vento parlerebbe di "60esimo parallelo" o di centimetri, esprimendosi con parole tipo "ciononostante" o "drasticamente abbassate".  Tra l'altro, se non sbaglio il sessantesimo parallelo può essere sia nord che sud. 
Il discorso di Euro, molto più specifico nei nomi e nelle situazioni mi sembra molto più adatto a un entità di questo tipo. E' molto più preciso e dettagliato. 
Zouks ha scritto: mer gen 11, 2023 7:53 pmParlando d’altro, la famiglia Il-Jin è riuscita dopo otto giorni di marcia ad attraversare il monte Baitou,
Qui però questo "parlando d'altro" non mi convince molto. In più aggiungerei una virgola. "Parlando d'altro, la famiglia Il-Jin è riuscita, dopo otto giorni di marcia, ad attraversare il monte Baitou"
Zouks ha scritto: mer gen 11, 2023 7:53 pmma una volta alzatosi la sua testa sembrava sfiorare il soffitto. Portava in bocca un fiammifero spento.
Mi piace la descrizione di Noto. Vecchio e fragile da seduto, alto ed imponente quando in piedi. Mi chiedo però perché "sembrava sfiorare il soffitto?"
Perchè non dire apertamente che lo sfiora il soffitto. Se tu avessi detto qualcosa del tipo: "Gli altri erano molto più bassi di lui e dalla loro prospettiva la sua testa sembrava quasi sfiorare il soffitto", allora capirei il sembrava sfiorare, ma in questo caso lo direi proprio. "Ma una volta alzatosi, anche se ancora leggermente ricurvo, sfiorava il soffitto con la testa."

Poi tendenzialmente ti direi che i miei commenti restano gli stessi anche per gli altri personaggi. Credo che il tono con cui parlano mi allontani un po' dall'idea della personificazione di un vento, di una sorta di divinità. In più non capisco bene perchè si concentrino su determinati dettagli tipo la morte delle foche o la morte di Jade Smith. In che modo sono importanti questi eventi? C'è un collegamento che forse non riesco a cogliere?
Capisco quando vengono citati degli eventi naturali, ma quando si entra più nel dettaglio, tipo la famiglia che riesce ad attraversare il monte (che poi si attraversa un monte? o si supera/scala) non capisco bene che rilevanza possano avere per le nostre personificazioni ventose. 
Immagino una sorta di effetto farfalla per cui possano poi trasformarsi in eventi di rilievo ma allora forse bisognerebbe sotto intenderlo in qualche modo. Ad esempio: "Come previsto, la famiglia Il-Jin a superato il monte Baitou. Tutto procede come previsto. 

Questo mi porta alla frase che viene ripetuta dai venti "Così va il mondo". Penso che rimpiazzandola con qualcosa che implichi più esplicitamente la onniscienza dei venti possa dare un significato più ampio a tutti gli eventi che si citano. " Tutto procede come previsto". 

Un'altro dettaglio. Noto dice 
Zouks ha scritto: mer gen 11, 2023 7:53 pmChiedo che sia messo a verbale che è colpa
Però non è mai stato specificato che ci sia uno dei personaggi che mette a verbale le cose. Idealmente sarebbe figo che fosse proprio Noto a farlo con il suo fiammifero spento. 

Mi rendo conto che alcuni dettagli sono poco importanti ma penso che siano proprio i dettagli a rendere una storia migliore. 
Mi rendo anche conto che è molto più semplice individuare i dettagli mancanti nei racconti piuttosto che nei nostri, perchè con i nostri lavori l'idea l'abbiamo già tutta prefigurata nella testa. 

Ad esempio mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più su quello che avviene nella stanza e magari avere subito una veloce descrizione dei partecipanti. " Nella sala stavano seduti un vecchio, una donna, un uomo e un ragazzo." Cosi il lettore ha subito una visione d'insieme dei personaggi e di quello che succede. 

Spero i miei commenti possano esserti utili e di leggere qualche altro tuo racconto!

Re: Così va il mondo!

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@Zouks 

Nel testo vi sono molti riferimenti alla mitologia e ho letto attentamente le tue parole, nei commenti e nello spoiler, che mi aiutassero a comprendere meglio. Non sempre si ha a disposizione chi possa chiarire che quello che il lettore vede sia rispondente alla realtà o visione della realtà, a ciò che si pensa, a quello che è arrivato,  a quello che ha colpito del racconto. Per quello che riguarda i contenuti, cioè quella che chiamo la trama, ho dato una mia interpretazione e quindi, secondo me, la storia funziona,  sta in piedi, mostra una volontà di mettere in allarme,  far riflettere, indurre alla discussione e questo può essere un pregio.
Secondo me, il racconto è ambientato ad oggi, e ha avuto tanto successo per le tematiche attuali: scioglimento dei ghiacci, uccisioni delle foche per le pellicce, di cui si parla tanto, fonte di scontro fra generazioni.
 Il finale aperto - ma poi, lo è? - può essere una scelta come il fatto non usuale, di non raccontare.
 Anche Carver aveva poco tempo e preso da impegni di lavoro e di famiglia, aveva scelto di non scrivere  romanzi ma foto di realtà che gli crescevano o stavano intorno, corti che rappresentassero dei mondi; leggerlo ti farà  bene. Lo stile e l'esposizione risentono di tutte le prime volte, per esempio qui:

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I suoi occhi erano schegge di ghiaccio
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o qui  :

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Si metta a verbale
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che, a una rilettura o revisione in questo momento, rivedrai.
  Stai, qui, andando verso la tua direzione. I dialoghi e i personaggi risentono ancora della tua insicurezza e paura di sbagliare. Sintassi e grammatica appropriate.
Il racconto ha vinto un premio per l'originalità della storia, il modo di esporla, il finale e il titolo  "Così va il mondo", frase ribadita dai protagonisti, all'interno della narrazione, secondo me. Emerge, forse non voluta, una sorta di rassegnazione da quelle parole che forniscono, tra il resto, il pregio della narrazione.
 Ribadisco che la tua scrittura, veloce e incisiva, mi piace. A rileggerti! 

Re: Così va il mondo!

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Ciao @confusa Grazie per le belle parole! 
Effettivametne questo è il primo racconto che ho scritto, oramai quasi (credo) dieci anni fa, quindi è la prima volta :)
Sì, con il senno di poi (e senza la limitazione di una cartella per il concorso) rifarei molte cose diversamente. Hai ragione anche quando dici che senza riferimenti esterni può essere confuso, senza conoscenza di cosa o chi sta parlando (per fortuna nel contesto del concorso e del cantante che l'aveva imbandito mi è andata bene! :P ) 
Il "Così va il mondo" più che rassegnazione è un po' il punto di vista dei venti: nel senso, l'idea è che il vento, intangibile per natura, non potesse interagire con il mondo, solo "raccontarlo". 

A rileggerci! 
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