[N2022R] Torni quando il corner è presidiato

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Amore – delitto – situazione splatter



«Torni quando il corner è presidiato» risponde rapido il caporeparto, girandosi un poco.
In giro non ci sono commesse e Cloe ha chiesto a quell’uomo vestito di nero dove trovare sciarpe e cappelli adatti a una bambina di otto anni. 
L’uomo, senza fermarsi, risponde in quel modo. Non dice «attenda la commessa del settore», oppure «aspetti che le mando qualcuno» o, ancora, «c’è carenza di personale, abbia pazienza, l’aiuto io». Non medita su cosa rispondere né, guardandosi in giro, prende tempo per organizzare una battuta d’effetto. Quella frase è uscita dalla sua bocca insieme al respiro; non l’ha architettata per fare impressione.
«Scusi, una domanda» ha detto Cloe, e lui si è voltato e ha risposto così, senza rallentare il passo e voltando appena il capo verso di lei: «Torni quando il corner è presidiato».

Che frase magnifica, pensa Cloe. Ha la perfezione delle sculture classiche, la stessa proporzione divina. Se lo Zeus assiso di Fidia fosse una frase, riflette, sarebbe quella di sicuro. Vorrebbe, Cloe, dare al nerovestito una risposta all’altezza di quella meraviglia, ma non le viene fuori niente più di un «grazie». Come di consueto, segue con gli occhi il percorso dell’uomo: ha raggiunto una collega poco oltre, nel settore biancheria. Cloe, non vista, si avvicina.

I due stanno allestendo un letto matrimoniale. Posizionano lenzuola fiorate e piumini primaverili con movimenti precisi; gli occhi di lui continuano a muoversi vigili per il reparto, a tenere sotto controllo l’ambiente.
Cloe si è sistemata in disparte e oggi finge di scegliere le spugne nuove per il bagno. Sente che parlano di colleghi pretenziosi e delle novità nei colori del makeup, mentre sprimacciano i guanciali e sistemano i vari strati di lenzuola e coperte. 
La collega posiziona piccoli cuscini a forma di rullo per completare l’allestimento; lui si scosta dal letto e dà un’occhiata veloce per saggiare l’impatto sul cliente. Poi saluta la collega e corre via perché, spiega, il direttore ha bisogno di lui. La collega si allontana, dopo avergli sorriso a lungo.
Cloe è rimasta lì, sola; si sposta nel punto dov’era lui mentre osservava attento il letto preparato per la nuova stagione. Non ha avuto bisogno di conferme da parte della collega, pensa Cloe, e a ragione, perché il colpo d’occhio dei viola sfumati, dei verdi e dei grigi è così perfetto che pare giugno coi suoi tramonti, avvinghiato ai prati dei mattini d’aprile e a tutta la rugiada del mondo.

Torna qui, ti prego, sospira Cloe. Scegli per me un négligé nel colore che meglio si addice ai miei occhi, conducimi per mano tra le chemises de nuit e consigliami un abbinamento raffinato. Guarda anche me come hai fissato questo letto sul quale non dormirà mai nessuno, sussurra Cloe guardando il pavimento di linoleum.
Di nuovo ode la sua voce. Lui stavolta ha dato ascolto a una cliente e, anche se non compete al suo ruolo, l’accompagna nel reparto casa. Cloe lascia la spumosa fioritura della zona biancheria e li segue, con cautela.

Quella non è più giovane di me, né meglio vestita, pensa Cloe, e io sono senz’altro più attraente: perché lei ha avuto l’onore di un “sì”, mentre io devo tornare “quando il corner è presidiato”? Forse perché l’abbigliamento per bambini è per il nerovestito di pochissimo interesse, riflette Cloe, mentre allontana il fastidio con un gesto della mano. Quindi si apposta dietro una scaffalatura a giorno zeppa di gaiwan variopinte, meditando sul fatto che forse avrebbe dovuto fargli una domanda meno infantile.

La signora ha bisogno di un servizio da caffè per dodici, ma lo vuole spaiato, come la moda esige. Non si sente però del tutto sicura di come ha abbinato i pezzi presi qua e là nel reparto: ha bisogno di un esperto. Lui sorride di soddisfazione. Ha denti bianchissimi, che contrastano col nero di capelli e abito e gli danno l’allure sofisticata d’un pavimento a scacchi bianconeri. 
Guizza tra un tavolo e uno scaffale, ovunque cogliendo piattini e tazzine e assemblandoli – come un mazzo di fiori primaverili nelle mani di una sposa – in un tripudio di sfumature contrastanti, in un delirio irresistibile di forme.

Sono due settimane che vengo qui tutti i pomeriggi, e mai che mi abbia degnato di uno sguardo, sussurra tra sé Cloe, protetta da una pila di gaiwan. È anche vero, riflette, che solo oggi gli ho rivolto la parola. Devo continuare a pazientare, o è bene che mi faccia avanti?

Forse ha un’idea. Ha studiato con attenzione i movimenti del nerovestito, e sa che è uno degli ultimi a lasciare il negozio, la sera, dopo un rapido giro di controllo. Cloe ha anche notato che, quando una ventina di minuti prima della chiusura le luci vengono abbassate, la gente esce rapida o si dirige alle casse: forse perché s’intristisce, come quando tramonta il sole. Per uscire in strada, inoltre, non è necessario attraversare il reparto casa.
Cloe, pertanto, potrà contare su una manciata di minuti per rendere concreta la sua fantasia. Si emoziona e sorride di piacere. 
Ora deve impiegare con profitto la mezz’ora che la separa dal momento in cui le luci si abbasseranno.

Torna dov’è il letto a due piazze e lo osserva con attenzione. La testiera è una cassapanca di legno bianco decapato, con sopra ceste di vimini ricolme di edera in plastica che ricade a sbuffi scomposti, quasi a sfiorare i cuscini; ai lati del letto sono stati posizionati due graziosi comodini in ferro battuto verde scuro. Sopra ognuno di essi vi è un soprammobile, costituito da una base di cristallo – larga quanto il palmo di una mano – dalla quale nascono tre aculei sfaccettati, di cristallo anch’essi e di lunghezza differente. Cloe nota che riflettono le luci del reparto e le irradiano intorno. 

Sarà bello stendersi su questo prato di cotone, pensa Cloe, sarà bello avere lui accanto. Dove lasciare i vestiti, però? 
Cloe non vuole ammucchiarli su un comodino, perché ne rovinerebbe la simmetria luminosa dovuta alle punte di cristallo. Avvicina quindi un piccolo pouf di velluto malva e inizia, con lentezza, a spogliarsi. 
Ecco, le luci si abbassano e Cloe, che si è tolta foulard e soprabito, è in gonna e camicetta; si sfila gli stivali, poi le calze. Ora è a piedi nudi, ma non ha freddo, perché accanto ai lati del letto vi sono dei morbidi tappetini color crema. Qualcuno passa nel reparto, ma non nota Cloe, che adesso si è seduta sul letto e ha tirato a sé le gambe nude. Con un movimento audace s’infila sotto le coperte, e qui si spoglia del tutto. Fa fuoriuscire un braccio e sistema sul pouf gli abiti e la biancheria appallottolata. 
Si sente felice. Dalle coperte sbucano solo la testa piena di ricci scuri e gli occhi ridenti. 
Rimane così, in attesa di scorgere il nerovestito e accoglierlo tra le braccia. È certa che la sorpresa gli piacerà moltissimo. 
Cosa importa se si sono rivolti la parola una sola volta? A lei è bastata quella frase di risposta per saggiarne eleganza e profondità di sentire.

Una voce sgraziata la distoglie dalla piacevolezza dei pensieri. Qualcuno le chiede cosa diamine stia facendo dentro al letto appena allestito. 
Il vigilante!
A Cloe è sfuggito del tutto che ogni tre o quattro giorni un vigilante fa il giro serale nel grande magazzino. Eppure, sere prima, lo aveva notato. L’eccitazione di quel pomeriggio gliel’ha fatto dimenticare. 
L’uomo continua a chiedere in modo sgarbato perché mai si sia infilata nel letto, e intanto si avvicina alla testa ricciuta di Cloe. 
Di lei si vedono solo i capelli, ormai: per l’agitazione si è coperta anche gli occhi. 
L’uomo, mentre si accosta, nota gli abiti sul pouf. Incredulo, afferra con una mano le coperte e le strappa via dal corpo nudo di Cloe. Rimane immobile a guardarla, in silenzio, anche quando vede che, rapida, si è seduta sul letto, con la schiena appoggiata alla cassapanca e le ginocchia strette al petto; rimane immobile a guardarla, anche quando nota il movimento di un braccio di lei e la mano che afferra qualcosa di luccicante.

Cloe, da quando l’uomo ha tirato via le lenzuola, l’ha fissato negli occhi, odiandolo dal profondo del cuore, e ora sa bene dove colpire. Scatta in avanti e gli conficca nelle orbite gli aculei di cristallo una, due volte, e poi ancora una volta, e di nuovo ancora, e spinge l’oggetto fin dentro la testa dell’uomo, fin dove sente che può arrivare. 
Non avverte le grida, non riconosce la morte. 
Si stende sul letto, sfinita e rossa di sangue, come un magnifico papavero tra i prati di giugno.
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Re: [N2022R] Torni quando il corner è presidiato

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Ciao @Ippolita

un racconto degno di un film di Tarantino, non tanto per la scena splatter della chiusa ma per l’atmosfera dark e surreale che permea l’intera narrazione.
Cloe, e lo spieghi dopo un terzo del racconto, è infatuata al limite dell’ossessione (amore?) di un commesso dei grandi magazzini.  Le piace sia fisicamente che, soprattutto, per la sua erudizione.  In questo si vede tutta la tua maestria nel caratterizzare con pochi tratti i tuoi protagonisti. Non sappiamo quasi niente di entrambi eppure la “mente” del lettore inizia a elaborare delle possibili soluzioni. Forse lui è un laureato che non ha trovato di meglio che fare il commesso, per esempio. Di lei si possono immaginare mille situazioni. È una donna disturbata, forse, è una donna di cultura considerati i suoi riferimenti alle statue greche. La vedo un po’ meno come donna innamorata o gelosa che controlla in modo ossessivo il proprio uomo. Cloe è un nome particolare, ci racconta già che non proviene da una famiglia “popolare”. 
Tieni ben saldo il pdv su lei che non conosce neppure il nome dell’oggetto dei suoi desideri. Il nerovestito resta una chimera, non si accorge neppure per un istante di Cloe. Non c’è alcuna vera interazione tra loro due. A farne le spese il povero vigilante che si trova una pazza dentro al letto in mostra nel negozio. 
Ottime le descrizioni che attingono alla tua capacità poetica. La chiusa finale, per certi aspetti, mi ha ricordato American beauty ma non manca di originalità. 
Uno stile peculiare il tuo, molto personale e audace. Il racconto non è di facile lettura, ma non vuol dire che non sia scorrevole, tutt’altro. Intendo che necessita di una lettura attenta. È uno di quei piatti gourmet di cui non riesci a capire appieno il gusto finché non li assapori. Allora tutti i profumi degli ingredienti “esplodono” in bocca e creano una sinfonia che lascia il segno. 
Complimenti e auguri di Buon Natale e Buone Feste 🎉 

Re: [N2022R] Torni quando il corner è presidiato

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un buon racconto, indubbiamente, con un finale piuttosto a sorpresa, inatteso.
ci sono delle descrizioni ottime, dove riesci a fare vedere la scena pienamente, e questo è un punto in più.

@Ippolita
La collega posiziona piccoli cuscini a forma di rullo per completare l’allestimento; lui si scosta dal letto e dà un’occhiata veloce per saggiare l’impatto sul cliente. Poi saluta la collega e corre via perché, spiega, il direttore ha bisogno di lui. La collega si allontana, dopo avergli sorriso a lungo. Cloe è rimasta lì, sola; si sposta nel punto dov’era lui mentre osservava attento il letto preparato per la nuova stagione. Non ha avuto bisogno di conferme da parte della collega, pensa Cloe, e a ragione, perché il colpo d’occhio dei viola sfumati, dei verdi e dei grigi è così perfetto che pare giugno coi suoi tramonti, avvinghiato ai prati dei mattini d’aprile e a tutta la rugiada del mondo. ha scritto:
qui ci sono delle ripetizioni.
la parola "collega", soprattutto.

nel complesso la storia non mi dispiace, anzi...
certo, la signora è un poco strana, eh, e mi chiedo come faccia a essere ancora in circolazione, se questo non è il primo omicidio. e mi pare di capire che non lo sia.
riesci comunque a mantenere in sospeso la situazione fino all'ultimo, e anche questo è un pregio. io non credo ci sarei riuscito.

complimenti
Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

Re: [N2022R] Torni quando il corner è presidiato

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ciao @Ippolita. Prima di tutto buone feste! Vengo a commentarti, sperando di conservare ancora un briciolo di lucidità, dopo lo sforzo di inventarmi qualcosa da postare in questo contest natalizio :P


Partiamo! Hai scelto dei temi  che tra loro, si potrebbero inquadrare nel super collaudato rapporto amore-odio. Ma con quale salsa hai condito?


«Torni quando il corner è presidiato» risponde rapido il caporeparto, girandosi un poco.
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A questo frase non hai dato spiegazione, benché Cloe ne rimane affascinata. Io ho pensato alla parola "corner" in senso calcistico. Ma non mi tornava la cosa. La soluzione l'ho trovata andando a leggermi un altro significato, quello commerciale. Da lì ho capito che il nerovestito, intendeva dire di ritornare quando nel reparto vi era la persona giusta. Quel corner vi aveva spiazzato proprio e messo in corner  :D
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Che frase magnifica, pensa Cloe. Ha la perfezione delle sculture classiche, la stessa proporzione divina. Se lo Zeus assiso di Fidia fosse una frase, riflette, sarebbe quella di sicuro. Vorrebbe, Cloe, dare al nerovestito una risposta all’altezza di quella meraviglia, ma non le viene fuori niente più di un «grazie». Come di consueto, segue con gli occhi il percorso dell’uomo: ha raggiunto una collega poco oltre, nel settore biancheria. Cloe, non vista, si avvicina.
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Devo confessarti che questo tuo approccio non mi ha sorpreso per niente. L'affidarti a figure della letteratura classica mi riporta a pensare a quello che ho letto di un tuo lavoro.
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. Non ha avuto bisogno di conferme da parte della collega, pensa Cloe, e a ragione, perché il colpo d’occhio dei viola sfumati, dei verdi e dei grigi è così perfetto che pare giugno coi suoi tramonti, avvinghiato ai prati dei mattini d’aprile e a tutta la rugiada del mondo.
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Anche questo passo mi riporta a quanto detto sopra
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La signora ha bisogno di un servizio da caffè per dodici, ma lo vuole spaiato, come la moda esige. Non si sente però del tutto sicura di come ha abbinato i pezzi presi qua e là nel reparto: ha bisogno di un esperto. Lui sorride di soddisfazione. Ha denti bianchissimi, che contrastano col nero di capelli e abito e gli danno l’allure sofisticata d’un pavimento a scacchi bianconeri. 
Guizza tra un tavolo e uno scaffale, ovunque cogliendo piattini e tazzine e assemblandoli – come un mazzo di fiori primaverili nelle mani di una sposa – in un tripudio di sfumature contrastanti, in un delirio irresistibile di forme.
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Adesso te lo dico chiaro. Ho dato una sbirciata al tuo libro dal titolo che non ricordo, ma che parla di rose spinoze! Interessante, direi, a riguardo di riuscire a vedere nelle imperfezioni qualcosa di grande dal punto artistico. Concordo pienamente. In tante cose, l'imperfezione è sinonimo di pregio. Guarda un tappeto persiano: è tutto pieno di difetti, ma essendo fatto a mano, il suo valore sta nell'averlo realizzato punto per punto. Ho notato in questo racconto la cura delle descrizioni che danno al testo un gusto ricercato.
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Sarà bello stendersi su questo prato di cotone, pensa Cloe, sarà bello avere lui accanto. Dove lasciare i vestiti, però? 
Cloe non vuole ammucchiarli su un comodino, perché ne rovinerebbe la simmetria luminosa dovuta alle punte di cristallo. Avvicina quindi un piccolo pouf di velluto malva e inizia, con lentezza, a spogliarsi. 
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Dopo averci fatto inquadrare Cloe in una certa sfera di personalità, adesso ce la ritroviamo disinibita e spericolata: questo è un salto esagerato  :D
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Ecco, le luci si abbassano e Cloe, che si è tolta foulard e soprabito, è in gonna e camicetta; si sfila gli stivali, poi le calze. Ora è a piedi nudi, ma non ha freddo, perché accanto ai lati del letto vi sono dei morbidi tappetini color crema. Qualcuno passa nel reparto, ma non nota Cloe, che adesso si è seduta sul letto e ha tirato a sé le gambe nude. Con un movimento audace s’infila sotto le coperte, e qui si spoglia del tutto. Fa fuoriuscire un braccio e sistema sul pouf gli abiti e la biancheria appallottolata. 
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Sì! Sì! proprio spericolata.
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Cloe, da quando l’uomo ha tirato via le lenzuola, l’ha fissato negli occhi, odiandolo dal profondo del cuore, e ora sa bene dove colpire. Scatta in avanti e gli conficca nelle orbite gli aculei di cristallo una, due volte, e poi ancora una volta, e di nuovo ancora, e spinge l’oggetto fin dentro la testa dell’uomo, fin dove sente che può arrivare. 
Non avverte le grida, non riconosce la morte. 
Si stende sul letto, sfinita e rossa di sangue, come un magnifico papavero tra i prati di giugno.
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Questo tema splatter è molto contaminato dal timbro quasi poetico della voce narrante. Come se tu avessi voluto dare delle emozioni meno cupe al delitto, che a tutti gli effetti risulta molto sanguinoso. Però quel corollario di richiami alla lirica, ne fanno un connubio che definirlo splatter non sarebbe proprio esatto. Ripeto, è un giudizio sulla totalità del racconto, a lavoro finito, senza distinguere i tre temi. Forse la trama non ti dava la possibilità di elaborare i tre temi in modo distinto. Mi appare troppo limitata e limitante, nella  possibilità di coprire i varchi con qualche cosa in più. Però devo dire che sei stata brava a costruire una certa atmosfera. A curare il dettaglio e il percorso narrativo. Qui riesci a rendere quasi vana la trama. Peccato! Con una trama più incisiva sarebbe venuto meglio.
Ciao carissima. <3
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [N2022R] Torni quando il corner è presidiato

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Ippolita ha scritto: ven dic 23, 2022 12:48 amCloe si è sistemata in disparte e oggi finge di scegliere le spugne nuove per il bagno. 
"Oggi" mi pare superfluo, anche perché sin qui non hai detto da quanto Cloe frequenta il negozio.
Ippolita ha scritto: ven dic 23, 2022 12:48 amlui si scosta dal letto e dà un’occhiata veloce per saggiare l’impatto dell'insieme. sul cliente.
Mi pare ovvio e superfluo "sul cliente".
Ippolita ha scritto: ven dic 23, 2022 12:48 amil colpo d’occhio dei viola sfumati, dei verdi e dei grigi è così perfetto che pare giugno coi suoi tramonti, avvinghiato ai prati dei mattini d’aprile e a tutta la rugiada del mondo.
Bella e poetica resa del colpo d'occhio sull'insieme.
Ippolita ha scritto: ven dic 23, 2022 12:48 amQuella non è più giovane di me, né meglio vestita, pensa Cloe, e io sono senz’altro più attraente: perché lei ha avuto l’onore di un “sì”,
Qui come altrove, hai scelto di non staccare, con il corsivo, ad esempio, i caratteri dei pensieri di Cloe dal resto. Ti suggerisco di farlo, ma è solo un mio gusto di lettura.

Brava, @Ippolita , a cucinarci un delitto su una base splatter, anche se l'ingrediente dell'amore mi pare scarso.  Non s'addensa.  :D

Ma hai saputo presentare "il piatto" con colori e immagini da prosa poetica che staccano e esaltano lo splatter. Mi hanno colpita favorevolmente. Grazie della lettura! 

:libro:

Auguri di Buone Feste!  :vaccanatale:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [N2022R] Torni quando il corner è presidiato

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Ciao @Ippolita un gran bel pezzo. Trasmetti con sapienza la crescente follia della protagonista, immersa in questo tripudio di stoffe e arredi, li fai sentire quasi in maniera tattile.
Quando introduci le punte di cristallo, si intuisce  l'uso che ne verrà. D'altronde non si può scappare dagli ingredienti...
Il titolo mi lascia ancora un po' in sospeso. Nasconde qualcosa d'altro?
Eccellente scrittura, per il mio modesto parere.
A presto

Re: [N2022R] Torni quando il corner è presidiato

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Ciao @Ippolita .
Il racconto è scritto molto bene (e su questo non c'erano dubbi) e in maniera molto vivida. Le cose che citi si vedono.
Quello che mi è mancato un po' sono motivazioni credibili per l'agire della protagonista, buttarla in follia mi sembra un po' una scappatoia.
Ti avrei chiesto il numero di Cloe, ma la scena finale mi ha fatto un po' ricredere  :P
A rileggerci
Scrittore maledetto due volte

Re: [N2022R] Torni quando il corner è presidiato

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@arunachala

Benvenuto nel forum, come prima cosa, e complimenti per esserti buttato subito nella mischia.
Mi fa piacere che il racconto, tutto sommato, ti sia piaciuto, e ti ringrazio molto per la segnalazione delle ripetizioni. Lì, in particolare, avevo lasciato di proposito la parola "collega" per evitare fraintendimenti, ma altrove ho notato un bel po' di "girandosi" e "in giro" ravvicinati. 
Un saluto e auguri.
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [N2022R] Torni quando il corner è presidiato

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Grande @Ippolita, piaciuto tantissimo  (y) Oltre alla narrazione, allo stile e alla trama eccellenti, sono impressionato da quanto bene sei riuscita a delineare la psicologia della protagonista. Non solo con le azioni che fa: si capisce come ragiona in base alle parole e alle immagini che sceglie per formulare i suoi pensieri.
Ippolita ha scritto: ven dic 23, 2022 12:48 amChe frase magnifica, pensa Cloe. Ha la perfezione delle sculture classiche, la stessa proporzione divina. Se lo Zeus assiso di Fidia fosse una frase, riflette, sarebbe quella di sicuro. Vorrebbe, Cloe, dare al nerovestito una risposta all’altezza di quella meraviglia, ma non le viene fuori niente più di un «grazie»
Già da qui, ad esempio, è un semplice pensiero, ma contribuisce alla costruzione del personaggio in modo tale che il gesto estremo finale risulti del tutto naturale. Qui e diverse altre volte hai mostrato la sensibilità particolare del personaggio solo tramite le immagini che formula nella sua testa.
Il tutto risulta costruito molto bene perché, anche se c'è poca o nulla azione, l'arco del personaggio funziona benissimo.
Niente da dire  :D
Edu ha scritto: mer dic 28, 2022 5:18 pmTi avrei chiesto il numero di Cloe, ma la scena finale mi ha fatto un po' ricredere  :P
Io, visto il finale, mi sento di chiederlo a maggior ragione  :asd:

Re: [N2022R] Torni quando il corner è presidiato

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@Bob66@Kasimiro@Edu, vi ringrazio! Sono contenta che, tutto sommato, il racconto vi sia piaciuto.
Kasimiro ha scritto: mer dic 28, 2022 12:26 pmIl titolo mi lascia ancora un po' in sospeso. Nasconde qualcosa d'altro?
No, non nasconde niente: si tratta di una frase che ho sentito mentre facevo spese alla Coin. Grazie ancora e un saluto.
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