[N2022R] Nashira

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amore, delitto, splatter

Le lente e calde serate estive sono un ricordo e niente più, ora hanno ceduto il passo a tramonti spesso intrisi di nebbia che in poco tempo si trasformano in buio notturno. Silenzioso, isolante.
Stasera non ho voglia di stare in casa. Fa freddo, ma esco lo stesso a fare due passi.
Magari trovo una Nashira, una stella che possa illuminare di nuovo questi giorni opachi.
Chiudo la porta di casa e mi avvio. Niente nebbia. Meglio così.

– Come hai detto che ti chiami? Forse non ho capito bene.
– Nashira.
– Ma che razza di nome è?
– Di origine araba, significa “fortunata” o “portatrice di buone notizie”.
– Ah… ma tu non sei araba, hai la pelle bianca come il latte.
Ridesti a questa mia affermazione.
– No, araba proprio no. Sono trentina.
Dolce sorriso sovrastato da occhi verdi. Rimasi incantato a osservarti cercando altre parole da dire.
Ti ronzavano intorno in parecchi, ma il dialogo lo accettavi con pochi fortunati e io ero tra questi.
– Di che segno sei? – chiesi.
Mi scrutasti a lungo prima di rispondere: – Sono nata il diciassette gennaio ed era venerdì. Anche per questo mio padre volle darmi quel nome, quasi come fatto scaramantico.
– Sei un capricorno…
– Non va bene? Vuoi che cambi segno?
– No, no… cioè… sì, scusa… non intendevo dire nulla, era una pura affermazione.
– Meno male… – provasti a trattenerti, ma alla fine ti partì una risata dal profondo e mi venne naturale fare altrettanto.
– Senti – dissi una volta che mi fui ripreso – io vado a fare una nuotata. Vieni?
– Perché no? Una rinfrescata non fa certo male.
Ti alzasti dalla sdraio e dopo aver deposto gli occhiali da sole ti incamminasti sulla sabbia rovente accelerando il passo man mano ti avvicinavi al mare. Vi entrasti correndo.
– Beh, non vieni?
– Sì, certo – risposi scuotendomi. Ero rimasto a guardare il tuo corpo avanzare verso l’acqua, dimenticandomi così di seguirti.

Il viale è alberato, ma le piante sono distanti tra loro quanto basta per farmi intravedere fette di cielo stellato. Come tanti piccoli quadri incredibilmente simili tra loro eppure tutti diversi, pezzi di un puzzle cosmico da ricomporre. Non volevo mi salisse la nostalgia, dannazione… e invece mi sta sopraffacendo. Ci fosse qualcuno a spaccare questo incanto, ne sarei felice, ma stasera pare che l’intera popolazione si sia barricata fra le mura di casa. A fare che, poi?

– Meno male che ho deciso di tagliarmi i capelli, altrimenti me li dovrei lavare ogni giorno per togliere sabbia e sale. E soprattutto li dovrei asciugare.
– Vero. Però secondo me staresti bene coi capelli lunghi.
Il tuo sorriso mi diede la conferma prima della voce: – Ti mostrerò una foto dello scorso anno.
– Stasera che fai? Sei qui da sola?
Esitasti un attimo, poi a lente bracciate ti dirigesti verso il largo. Tornai sul bagnasciuga e mi sedetti lasciando che l’acqua mi lambisse i piedi, indifferente a ogni cosa, compresi i bagnanti, che pure non mancavano. Vedevo solo te.
– Perché sei andato via? – chiedesti una volta uscita dall’acqua.
– Non so, mi pareva giusto così.
Il tuo sguardo mi scrutò per qualche istante, poi mi tendesti la mano: – Vieni, andiamo a farci una bella doccia.
Mi alzai, rincuorato ed emozionato al contempo. Mi tenevi per mano…
Raccogliemmo borse e asciugamani, poi venni dietro di te.
– Dove andiamo?
– Nel mio appartamento – rispondesti, sorpresa. – Non è quello che vuoi?
Stordito, balbettai: – Sì, certo – ma ogni certezza era lontana da me, praticamente ipnotizzato.

Dire che ogni cosa passa e può essere rimpiazzata non è vero del tutto. Ho provato spesso a farlo con te senza riuscirci; ogni volta pare quella buona, ma poi finisco sempre a cercare la tua stella, come se le altre non mi dessero luce sufficiente. E stasera è di nuovo così. Mi sento rimpicciolire a ogni passo, schiacciato tra un ricordo e la voglia di dimenticare.

– Non ti ho neppure chiesto come ti chiami – esordisti dopo aver fatto l’amore, – me lo dici?
– Nino. Antonio, veramente, ma qui nessuno tiene buono il proprio nome – risposi, felice per quanto appena accaduto. – Se ti interessa sono del leone.
Bello, il tuo sorriso. Meno le parole: – A letto non ancora. Sei alle prime armi, vero?
Mi sentii infiammare le gote. – Sì. Non…
– Tranquillo, ti impraticherai sul campo. Ho parecchi anni più di te, ci sono passata anch’io.
Ti alzasti prendendo da un mobiletto una bottiglia di whisky e proponendomelo.
– Non bevo.
– Nino, nino… devi imparare tante cose ancora.
Annuii.
– Hai tempo – riprendesti sedendoti accanto a me. Il profumo del liquore mi piaceva e te ne accorgesti.
– Assaggialo, poi ti dico qualcosa su di me.
Bevvi un sorso.
[font=Calibri", "sans-serif] – Buono.
Mentre ne versavi un poco in un altro bicchiere, osservai il tuo corpo e notai dietro la spalla destra un piccolo tatuaggio.
– Cos’è? – e lo indicai.
– Quello di cui ti voglio parlare.
– Cioè?
– Beh, l’origine del mio nome è un po’ più complessa di quanto ti avevo detto.
– Spiegati meglio…
– Ehi, lo sto facendo. Rilassati.
Rimasi in silenzio ad aspettare la tua voce, che puntualmente arrivò.
– Mio padre era un astronomo, lavorava per l’ESA. Quando seppe che mia madre era incinta decise di darmi il nome di una stella. Vi furono discussioni notevoli su questo, prima e dopo la mia nascita, e credo sia uno dei motivi per cui lei lo lasciò.
– Possibile? Per un nome?
– Di certo non fu solo quello, diciamo che fu la scusa principale. In realtà mia madre era una donna amante del sesso mentre lui pensava solo ai corpi celesti e ignorava spesso il suo. Così a un certo punto se ne andò.
– E ti portò con sé…
– No, le sarei stata di peso. Aveva idee tutte sue sulla vita e tagliò ogni ponte recandosi in Costarica, dove sta tutt’ora. In ogni caso, nei giorni precedenti la mia nascita mio padre stava facendo studi sulla costellazione del Capricorno e quando arrivai decise di chiamarmi Nashira. È la stella più luminosa del gruppo e visto la mia data d’entrata al mondo, il significato di quel nome gli parve un ottimo scacciaguai. A me piace, così me lo sono fatta tatuare nella lingua originale.
Rimasi muto. Ti avevo ascoltato tanto volentieri che mi spiaceva avessi terminato. Bevvi un altro sorso e sentii la gola bruciare. Non ero abituato.
– E tu, Nino? Che mi racconti di te?
Deposi il bicchiere e ti baciai.

Sto camminando da almeno mezzora e ancora non so dove andare. Ho passato le vie del paese senza incrociare nessuno, neanche uno come me, neanche un ubriaco. È una sera tutta mia. Vado verso il mare, m’è salita la voglia di vederlo e ascoltarlo.

Fu la prima sbornia della mia vita. Doppia, oltretutto. Sbornia d’amore e di whisky. Non so come, ma riuscii a tornare a casa, pur se devastato. Per fortuna abitavo poco distante, altrimenti sarei rimasto per strada. O forse da te.
Ti rividi in spiaggia il pomeriggio successivo.
– Nashira…
– Ciao, Nino. Che c’è, non ti senti bene? – dicesti ridacchiando.
– Ho un po’ di mal di testa. Al lavoro ho reso poco, oggi.
– Passerà, non temere.
– Non bevo più, sta sicura.
Il tuo sguardo parlava diversamente. – Vedremo, Nino, vedremo.
Passammo insieme ogni sera, sempre nella tua camera, sempre a divertirci e amarci. Almeno credevo.
– Domani parto.
Rimasi allibito. Non avevo considerato questo fatto, cioè che prima o poi te ne saresti andata. Del resto eri qui in vacanza, non per lavoro.
Fu un attimo: – Vengo con te.
Ridesti, e la risata aveva un che di beffardo. Magari non voluto, ma c’era.
– Non dire sciocchezze, Nino. Non sai neppure che lavoro faccio, dove vivo. Non sai se sono sposata…
– Ma io ti amo.
Mi guardasti con tenerezza. – Io no, Nino. Ho passato con te tante belle serate, niente più.
– Credevo…
– Cosa? Non devi credere, devi fare. Nino, hai poco più di vent’anni e io ho passato i trenta. Avrai storie con altre donne e poi troverai quella della tua vita, forse. Io non cerco legami, sono una stella che vaga nel cosmo di questa terra e ogni tanto incontra altre stelle, come te. Ma sono incontri fugaci, attimi della vita e non fermate definitive.
– Non puoi farmi questo.
– Non ti sto facendo un bel niente, Nino.
– Ma dove andrai?
– Non ti deve importare. Comunque torno a casa.
– Vengo con te, Nashira.
– Piantala, da bravo. Ho detto no e basta. Piuttosto, siccome è l’ultima sera, dimostrami quanto sei migliorato a letto. Vieni qua, dai…
Lo feci e la mia delusione divenne a poco a poco rabbia, che sfruttai con violenza sul tuo corpo, tanto da lasciarti soddisfatta e sorpresa.
Come ogni volta prendesti poi la bottiglia, versando due dita in ogni bicchiere.
– Cin cin, Nino. Piacere d’averti conosciuto.
– Il piacere è stato mio. Grazie di tutto, Nashira.
– Vedo che hai capito. Bene, così non avrò rimpianti.
– Buono, questo whisky. Mi passi la bottiglia?
– Se ricordo bene qualche giorno fa hai detto che non avresti più bevuto – dicesti mentre me la passavi.
– Sbagliavo.
Presi la bottiglia e osservai l’etichetta. Scozzese.
La presi per il collo, mi alzai e ti colpii alla testa.
– No… cosa fai?
Ancora, ancora, ancora… fino a mescolare il tuo sangue, il whisky e le mie lacrime, fino a vederti morire.

Ah, t’avessi ascoltata, stella mia, t’avessi capita. Ero giovane, innamorato e deluso. Non l’ho fatto e ora è inutile pentirsi.
Negli anni passati in galera ti ho pensata spesso, piangendoti e maledicendo quel che avevo fatto. Ero convinto che prima o poi te ne saresti andata, come una cometa che attraversa il cielo, ma allo stesso modo periodicamente ritorni e mi torturi.
Del resto hai ragione a farlo. Ti piaceva la vita e io te l’ho tolta.
Sono arrivato al molo e l’odore di salsedine è forte, come sempre. Di solito mi inebria, stasera no.
Stasera sa di solitudine.
Di stelle ce ne sono parecchie lassù, chissà quale sei tu, Nashira.
Mi perdo un poco, poi chiudo gli occhi e ascolto. Lo sciabordio delle onde tende a ipnotizzarmi e mi ispira pessime intenzioni. Sarà tanto fredda l’acqua?
Meglio tornare a casa a farsi un goccio del tuo buon whisky.[/font]
Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

Re: [N2022R] Nashira

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arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amche in poco tempo si trasformano in buio notturno. Silenzioso, isolante.
Mi sembra suoni meglio "che in poco tempo si trasformano in buio silenzioso e isolante."
Fila, e che si riferisca alla notte è implicito
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amdimenticandomi così di seguirti.
è una piccolezza, ma per questioni  di ritmo puoi anche scrivere solo "dimenticando così di seguirti"
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amTornai sul bagnasciuga
Il termine più corretto sarebbe battigia
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amrisposi, felice per quanto appena accaduto.
"quanto appena accaduto" mi ha fatto abbastanza sorridere come eufemismo, mi sembra un po' fuori registro. Magari puoi mettere una cosa sulla linea del "risposi, sorridendo inebetito" o simili. Anche se poi ci sarebbe la ripetizione della parola "sorriso". Non so
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amMi sentii infiammare le gote.
"guance" è sufficiente. Anche qui, occhio al registro
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 am– Cos’è? – e lo indicai.
– Quello di cui ti voglio parlare.
– Cioè?
– Beh, l’origine del mio nome è un po’ più complessa di quanto ti avevo detto.
– Spiegati meglio…
– Ehi, lo sto facendo. Rilassati.
Bello questo passaggio. Il dialogo trasmette bene l'ansia di Nino ed è molto realistico con i vari "cioè?", "spiegati"
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amAveva idee tutte sue sulla vita e tagliò ogni ponte recandosi in Costarica, dove sta tutt’ora.
Recarsi mi sembra un verbo che difficilmente si usa nel parlato
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 am– Cosa? Non devi credere, devi fare. Nino, hai poco più di vent’anni e io ho passato i trenta. Avrai storie con altre donne e poi troverai quella della tua vita, forse. Io non cerco legami, sono una stella che vaga nel cosmo di questa terra e ogni tanto incontra altre stelle, come te. Ma sono incontri fugaci, attimi della vita e non fermate definitive.
Questa frase è molto bella, ma secondo me manca di qualcosa. Un punto forte del racconto sono i dialoghi realistici: ecco, questa battuta così non lo è. Prima di dire una frase del genere, anche la più confidente delle persone esita un istante. Spezzerei la frase: primo, darebbe un ritmo diverso a questa lunga linea di dialogo, e secondo, potresti inserire un'indicazione del fatto che Nashira stia attingendo a qualcosa di profondo. Esempio banale:
"... e poi troverai quella della tua vita, forse." Alzò lo sguardo al soffitto e prese un lungo respiro. "Io non cerco legami..."
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 am– No… cosa fai?
Toglierei questa linea di dialogo. Piuttosto che una frase così razionale, mi aspetterei urla, qui. Ma è più inquietante il silenzio, e funziona bene:
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amLa presi per il collo, mi alzai e ti colpii alla testa. Ancora, ancora, ancora… fino a mescolare il tuo sangue, il whisky e le mie lacrime, fino a vederti morire.
Mi è piaciuto molto. Costruito bene in tutte le sue parti, bella l'alternanza tra presente e futuro, buono il ritmo della narrazione e come delinei i personaggi. Mi sono piaciute alcune descrizioni che mi hanno portato fisicamente dentro la scena; d'altro canto, attenzione delle volte a non eccedere in descrizioni verbose, per numero di aggettivi o in generale di dettagli. Il personaggio di Nashira è interessantissimo, anche più di quello di Nino: a lei è affidato il punto di vista tematico, mentre Nino rappresenta il suo negativo, con il finale tragico per il rifiuto del punto di vista di Nashira. Punto di vista che a volte può essere duro, ma è giusto, come è la vita; mi ha colpito, tra i tanti passaggi, ad esempio questo:
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 am– Piantala, da bravo. Ho detto no e basta. Piuttosto, siccome è l’ultima sera, dimostrami quanto sei migliorato a letto. Vieni qua, dai…
"da bravo", come direbbe a un cane. L'imporre il proprio volere come un ordine a cui non può esistere replica. Subito dopo, il fregarsene dei sentimenti dell'altro e usarlo come oggetto per i propri desideri
Per quanto il punto di vista tematico del racconto sia con lei, e io non posso non condividere, ci sono anche aspetti della sua personalità molto manipolatori. Aggiunge complessità al personaggio e restituisce un'immagine non facile da rendere in un racconto così breve. Lasci un bel dilemma morale: delitto a parte, chi dei due aveva ragione?
Anche l'arco di Nino mi è piaciuto. Nella sua semplicità, non manca di niente: è chiaro quello che vuole, ed è chiara la parabola tragica, e il racconto non si perde in descrizioni inutili che deviano da questo arco.
Grande, è stato un piacere leggerti  :D

Re: [N2022R] Nashira

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Ciao @arunachala. È la prima volta che ti leggo da queste parti, quindi, prima di tutto, benvenuto.
Hai scelto tre ingredienti intriganti: amore, delitto e splatter.
Nella tua ricetta, l’amore pervade la gran parte del testo, tuttavia il delitto e lo splatter pur comparendo in poche righe danno un sapore deciso e “gustoso” alla narrazione.
Trovo che ci sia un buon equilibrio tra le parti narrate e dialogiche.  Felice anche la scelta della narrazione in prima persona che rende più facile entrare in sintonia coi protagonisti. 
Un plauso particolare per la gestione dei dialoghi davvero naturali.

Non manca un certo “graffio” poetico che hai saputo dosare come una buona spezia. La storia si “beve” e la trovo anche ben gestita nel rilascio delle informazioni.  Prendi il lettore per mano, gli fai ben visualizzare sia le scene che gli stati d’animo in un crescendo di tensione fino al climax e alla chiusa finale tutt’altro che scontata.  Molto bella anche la scelta del nome Nashira e il suo significato.
Personaggi ben caratterizzati. 

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]La scena splatter pur essendo poco più di un cameo, ha una eccezionale potenza evocativa. In punta di penna, senza strafare, il lettore immagina tutto quanto. [/font]
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amPresi la bottiglia e osservai l’etichetta. Scozzese.
La presi per il collo, mi alzai e ti colpii alla testa.
– No… cosa fai?
Ancora, ancora, ancora… fino a mescolare il tuo sangue, il whisky e le mie lacrime, fino a vederti morire.
Insomma è proprio un lavoro ottimo. Complimenti!

Re: [N2022R] Nashira

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@arunachala 
Ciao. Eccomi a commentare. Malgrado abbia cominciato dal forum precedente con commenti lunghissimi e puntigliosi, mi ritrovo oggi con una sorta di avversione per gli editing. D'altra parte, devo pur allungare il commento per partecipare al contest, e quindi avrai il dubbio onore, più dubbio che onore, di un'analisi più approfondita. Premetto che il racconto mi è piaciuto. Il soggetto e lo sviluppo rendono bene l'idea di quanto breve sia la distanza tra la lista dei buoni e quella dei cattivi, e soprattutto quanto sia arduo raccogliere i frutti migliori della vita senza rimanere intrappolati nella ragnatela di chi quella vita vorrebbe congelarla, fagocitarla, possederla, e tutto questo non per malvagità ma per quell'immaturità che permette alla propria emotività di offuscare lo sguardo sul mondo e sugli altri, accorciandolo entro il recinto dei propri desideri. Dinamiche sociali che poi sono all'ordine del giorno a prescindere dal grado di affettività (anzi, forse direttamente proporzionali ad esso) anche se su scala minore e con esiti meno cruenti.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amfarmi intravedere fette di cielo stellato. Come tanti piccoli quadri incredibilmente simili tra loro eppure tutti diversi, pezzi di un puzzle cosmico da ricomporre. Non volevo mi salisse la nostalgia, dannazione… e invece mi sta sopraffacendo. Ci fosse qualcuno a spaccare questo incanto, 
 "Fette di cielo, spaccare l'incanto" a me suonano un po' grezze, come scelte lessicali, ma è relativo. Ora che ho letto tutto il racconto, "nostalgia" non mi sembra il termine giusto. "Rimpianto" sarebbe meglio, credo. Voglio dire che il primo vocabolo forse si addice a periodi di tempo più lunghi e sicuramente non inquinati da un epilogo tanto cruento da rendere impossibile tenerne separato il ricordo, mentre il secondo si addice al desiderio che le cose potessero andare diversamente, cosa che in effetti è.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amDire che ogni cosa passa e può essere rimpiazzata non è vero del tutto. Ho provato spesso a farlo con te senza riuscirci; ogni volta pare quella buona, ma poi finisco sempre a cercare la tua stella, come se le altre non mi dessero luce sufficiente. E stasera è di nuovo così. Mi sento rimpicciolire a ogni passo, schiacciato tra un ricordo e la voglia di dimenticare.
Ottima l'ultima frase, ma la prima mi sembra non tenere conto di come sono andate effettivamente le cose. Visto che lui sta ricordando, possibile che riesca a discernere il piacere che provava in presenza della ragazza dal senso di colpa da cui in altri passaggi risulta chiaramente afflitto? Anche soltanto prendere in considerazione l'idea, dopo quello che ha fatto, che la questione possa vertere intorno al rimpiazzare o meno quella presenza, mi fa dubitare della sua lucidità mentale. La cosa da rimpiazzare, semmai, sarebbe una prospettiva di vita intonsa, non macchiata dalla colpa, ma con quella ci deve convivere, e questo è un tema sul quale avrei voluto leggere qualche parola in più.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amTi alzasti prendendo da un mobiletto una bottiglia di whisky e proponendomelo.
Vabbè, senz'altro tutti quei gerundi te li avranno già fatti notare. Non sono il massimo.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amIn realtà mia madre era una donna amante del sesso mentre lui pensava solo ai corpi celesti e ignorava spesso il suo.
Carina questa, però mi fermerei a "celesti". Più breve e incisiva, e dice già tutto.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 am– E tu, Nino? Che mi racconti di te?
Deposi il bicchiere e ti baciai.
Vorrei sapere perché non ne parla. Pensa di non essere all'altezza delle pittoresche origini di lei? Si vergogna delle proprie? Se ritieni non sia utile parlarne, allora meglio non mettere la pulce nell'orecchio.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amAh, t’avessi ascoltata, stella mia, t’avessi capita.
 Non sembra che la prigione o il senso di colpa gli abbiano insegnato molto in merito a quanto sia insana la possessività, o perlomeno l'ossessione amorosa. Mi viene in mente uno dei pochi e maggiori successi musicali di Raf, ovvero il brano "Ti pretendo" che qualcuno ai tempi aveva oculatamente ribattezzato "La canzone dello stalker", una canzone abbastanza tossica il cui antidoto sarebbe poi stato quella ben più solare e intelligente degli Aventura: No, no es amor lo que tu sientes se llama obsesion...   :rockeggiare:

Riepilogando, trovo il soggetto non banale e ben svolto. Mi sarebbe piaciuta qualche riflessione che andasse più a fondo agli stereotipi dell'amore (anche perché nello specifico mi pare che di tutto si possa parlare tranne che di quello) e affondasse più nel senso di colpa, argomento ben più intrigante, ma sono considerazioni personali. Ciao, alla prossima.  :super:

Re: [N2022R] Nashira

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arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 am  non intendevo dire nulla, era una pura affermazione constatazione.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amTi alzasti dalla sdraio e virgola dopo aver deposto gli occhiali da sole virgola ti incamminasti sulla sabbia rovente accelerando il passo man mano che ti avvicinavi al mare.
ti suggerisco l'inciso tra due virgole e la congiunzione "che",
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amEro rimasto a guardare il tuo corpo avanzare verso l’acqua, dimenticandomi così di seguirti.
superfluo
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amCi fosse qualcuno a spaccare rompere questo incanto, ne sarei felice, ma stasera pare che l’intera popolazione si sia barricata fra le mura di casa. A fare che, poi?

– Meno male che ho deciso di tagliarmi i capelli, altrimenti me li dovrei lavare ogni giorno per togliere sabbia e sale. E soprattutto li dovrei asciugare.
Secondo me, dovresti "staccare" il testo scritto al presente dal testo del ricordo con un diverso carattere di scrittura.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amschiacciato tra un il ricordo e la voglia di dimenticare.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amSe ti interessa sono del leone Leone.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 am– Nino, nino… devi imparare tante cose ancora.
Nino, Nino...
runachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amBevvi un sorso.
[font=Calibri", "sans-serif] – Buono.[/font]
[font=Calibri", "sans-serif]Ti suggerisco di farti correggere questi errori di formattazione tramite un M.P. a uno staffer.
[/font]
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 am[font=Calibri", "sans-serif]notai dietro la spalla destra un piccolo tatuaggio.
– Cos’è? – e lo indicai.
– Quello di cui ti voglio parlare.[/font]
[font=Calibri", "sans-serif]Se è dietro, come puoi indicarlo ai suoi occhi? Meglio toccarlo, o sfiorarlo, non credi?[/font]
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 am[font=Calibri", "sans-serif]mezzora [/font]
[font=Calibri", "sans-serif]meglio "mezz'ora"[/font]
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 am[font=Calibri", "sans-serif]Presi la bottiglia e osservai l’etichetta. Scozzese.
La presi per il collo, mi alzai e ti colpii alla testa.
– No… cosa fai?
Ancora, ancora, ancora… fino a mescolare il tuo sangue, il whisky e le mie lacrime, fino a vederti morire.[/font]
[font=Calibri", "sans-serif]Ho avuto un soprassalto alla lettura: non me l'aspettavo.
[/font]
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 am[font=Calibri", "sans-serif]Meglio tornare a casa a farsi un goccio del tuo buon whisky.[/font]
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 am
Stesso consiglio di sopra per la formattazione errata.

:ciaociao:  @arunachala - Benvenuto al Contest di Natale!  :)

Un discreto esordio, una discreta penna, secondo me.
A rileggerti.  :libro:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [N2022R] Nashira

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Ciao @arunachala piacere di leggerti
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amLe lente e calde serate estive sono un ricordo e niente più, ora hanno ceduto il passo a tramonti spesso intrisi di nebbia che in poco tempo si trasformano in buio notturno. Silenzioso, isolante.
Stasera non ho voglia di stare in casa. Fa freddo, ma esco lo stesso a fare due passi.
Magari trovo una Nashira, una stella che possa illuminare di nuovo questi giorni opachi.
Chiudo la porta di casa e mi avvio. Niente nebbia. Meglio così.

– Come hai detto che ti chiami? Forse non ho capito bene.
– Nashira.
– Ma che razza di nome è?
– Di origine araba, significa “fortunata” o “portatrice di buone notizie”.
– Ah… ma tu non sei araba, hai la pelle bianca come il latte.
Il dialogo entra nel mezzo del discorso e mi piace l'idea. Però la domanda di lui: Ma che razza di nome è? non mi convince. Più sopra sembrava sperare di incontrare una Nashira, che evidentemente ne conosce le caratteristiche, e poi reagisce con stupore?
Non è neanche molto galante verso una persona appena conosciuta. O forse era voluto?
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amDi che segno sei? – chiesi.
Mi scrutasti a lungo prima di rispondere: – Sono nata il diciassette gennaio ed era venerdì. Anche per questo mio padre volle darmi quel nome, quasi come fatto scaramantico.
– Sei un capricorno…
Non va bene? Vuoi che cambi segno?
Anche la risposta di lei mi sembra troppo impulsiva per due che si sono appena conosciuti.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amSenti – dissi una volta che mi fui ripreso – io vado a fare una nuotata. Vieni?
– Perché no? Una rinfrescata non fa certo male.
Ti alzasti dalla sdraio e dopo aver deposto gli occhiali da sole ti incamminasti sulla sabbia rovente accelerando il passo man mano ti avvicinavi al mare. Vi entrasti correndo.
– Beh, non vieni?
Mm... mi sfugge qualcosa. Mi sembrava dall'intro che lui era uscito a fare due passi di sera. Ma non mi stupirei se non ho capito io qualcosa.

arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amBello, il tuo sorriso. Meno le parole: – A letto non ancora. Sei alle prime armi, vero?
Mi sentii infiammare le gote. – Sì. Non…
– Tranquillo, ti impraticherai sul campo. Ho parecchi anni più di te, ci sono passata anch’io.
Ti alzasti prendendo da un mobiletto una bottiglia di whisky e proponendomelo.
– Non bevo.
– Nino, nino… devi imparare tante cose ancora.
Però! Simpatica la tipa!
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amDomani parto.
Rimasi allibito. Non avevo considerato questo fatto, cioè che prima o poi te ne saresti andata. Del resto eri qui in vacanza, non per lavoro.
Fu un attimo: – Vengo con te.
Ridesti, e la risata aveva un che di beffardo. Magari non voluto, ma c’era.
– Non dire sciocchezze, Nino. Non sai neppure che lavoro faccio, dove vivo. Non sai se sono sposata…
– Ma io ti amo.
Mi guardasti con tenerezza. – Io no, Nino. Ho passato con te tante belle serate, niente più.
– Credevo…
Cosa? Non devi credere, devi fare. Nino, hai poco più di vent’anni e io ho passato i trenta. Avrai storie con altre donne e poi troverai quella della tua vita, forse. Io non cerco legami, sono una stella che vaga nel cosmo di questa terra e ogni tanto incontra altre stelle, come te. Ma sono incontri fugaci, attimi della vita e non fermate definitive.
L'ultima parte mi piace meno, un po' troppo articolato come dialogo e un che di moralistico.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amVengo con te, Nashira.
– Piantala, da bravo. Ho detto no e basta. Piuttosto, siccome è l’ultima sera, dimostrami quanto sei migliorato a letto. Vieni qua, dai…
Lo feci e la mia delusione divenne a poco a poco rabbia, che sfruttai con violenza sul tuo corpo, tanto da lasciarti soddisfatta e sorpresa.
Come ogni volta prendesti poi la bottiglia, versando due dita in ogni bicchiere.
– Cin cin, Nino. Piacere d’averti conosciuto.
– Il piacere è stato mio. Grazie di tutto, Nashira.
– Vedo che hai capito. Bene, così non avrò rimpianti.
– Buono, questo whisky. Mi passi la bottiglia?
– Se ricordo bene qualche giorno fa hai detto che non avresti più bevuto – dicesti mentre me la passavi.
– Sbagliavo.
Presi la bottiglia e osservai l’etichetta. Scozzese.
La presi per il collo, mi alzai e ti colpii alla testa.
– No… cosa fai?
Ancora, ancora, ancora… fino a mescolare il tuo sangue, il whisky e le mie lacrime, fino a vederti morire.
Un finale senza dubbio spiazzante. Però mi sembra troppo improvviso. Certo, è una reazione di impeto, ma con una persona conosciuta da poco è poco verosimile. A meno che il ragazzo soffra di disturbi psichici e allora ci può stare, dalla descrizione che ne fai , invece, sembra più una ragazzo malinconico e sensibile, che non beve. Portarlo a compiere un delitto forse è azzardato. Ma rientra bene nella trama. 
La riflessione finale è in linea con la sensibilità del ragazzo ma più come pensiero in riferimento a una persona che è sparita, non verso un omicidio.
Nel complesso mi è piaciuto il modo che hai nelle descrizioni. L'alternanza delle riflessioni con i dialoghi è una bella idea. Anche nei dialoghi c'è una bella freschezza.
Forse la trama mi ha convinto di meno, ma è stata una piacevole lettura.
A rileggerti

Re: [N2022R] Nashira

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Poeta Zaza ha scritto: lun dic 26, 2022 8:39 pm Secondo me, dovresti "staccare" il testo scritto al presente dal testo del ricordo con un diverso carattere di scrittura.


Stesso consiglio di sopra per la formattazione errata.

:ciaociao:  @arunachala - Benvenuto al Contest di Natale!  :)
concordo con la prima affermazione.
per quanto riguarda la seconda, non c'è alcuna formattazione del testo, non so cosa sia accaduto.
grazie di tutto
Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

Re: [N2022R] Nashira

8
@arunachala

I nostri testi si somigliano nell'acumen finale, forse troppo brusco in entrambi. Il tuo racconto mi è piaciuto: hai una scrittura pulita che rende piacevole la lettura e la capacità di delineare una situazione in pochi tratti. Riguardo al finale inaspettato, riflettevo sul perché mi è sembrato tale: negli "intarsi" in cui l'io narrante si riferisce al presente, ho sentito con più evidenza scorrere il sentimento della nostalgia che non quello del senso di colpa. Per questo, alla fine, non mi aspettavo il brutale omicidio. Il che non significa che esso non abbia una sua verosimiglianza, purtroppo. Tornando indietro nella lettura, ho capito qual è stata la frase che più mi ha portata fuori strada:
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amMagari trovo una Nashira, una stella che possa illuminare di nuovo questi giorni opachi.
Ecco, qui sopra mi è parso quasi di ravvisare un che di crudele e inquietante, quasi un dileggio alla memoria della morta. Se questa era la tua intenzione, allora va bene così.
Ti segnalo qui sotto un paio di minime imperfezioni che ho notato leggendo:
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amaccelerando il passo man mano ti avvicinavi al mare. Vi entrasti correndo.
Dopo "man mano" ti è sfuggito il "che".
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amNino, nino…
"Nino" con la maiuscola nella seconda occorrenza.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amsono una stella che vaga nel cosmo di questa terra e ogni tanto incontra altre stelle, come te.
Non mi pare si possa dire "cosmo di questa terra", dal momento che con la parola "cosmo" s'intende di norma l'universo intero, compresa la Terra. Mi sembra un'espressione poetica; forse, però, consona al contesto della frase (per me altisonante).

Grazie per essere qui con noi. Un saluto e auguri.
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Re: [N2022R] Nashira

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Ciao @arunachala 
È la prima volta che ti leggo, e non posso prima di tutto che apprezzare la tua scrittura. È una scrittura corretta, consapevole e matura. Sai come condurre le descrizioni e in dialoghi, sono sempre credibili. Non è un complimento da poco, né scontato.
Il racconto mi è piaciuto... Finché non hai dovuto snaturarlo per seguire gli ingredienti.
Nel senso, finché è stato la rievocazione romantica di un ricordo d'amore funzionava molto bene, hai ricostruito un'atmosfera sognante con cui viene da immedesimarsi; l'improvvisa svolta violenta si spiega solo con la necessità di inserire il momento splatter, ma se uno leggesse il racconto in sé sarebbe poco motivata. È un difetto che ho riscontrato in più di un racconto. A mio parere i racconti dovrebbero funzionare di per sé, meglio forzare il compito piuttosto... Vabbè, comunque la mia prima impressione, leggendoti, è fortemente positiva, non vorrei che questo cadesse in secondo piano
Scrittore maledetto due volte

Re: [N2022R] Nashira

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@arunachala ciao. Non ho l'abitudine di far notare i refusi, anche perché ne sono il maestro.:D
Però le regole per un degno commento dicono che la valutazione si deve indirizzare agli altri aspetti. 
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amNon ti ho neppure chiesto come ti chiami – esordisti dopo aver fatto l’amore, – 
Frase fatta e rifatta almeno un milione di volte.. cambiala.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amSe ti interessa sono del leone.
Non è credibile. Quelli del leone hanno un carattere che non si trova in Nino. Quando si tira in ballo il segno zodiacale, bisogna conoscerli bene.
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amTranquillo, ti impraticherai sul campo. Ho parecchi anni più di te, ci sono passata anch’io.
Lei è troppo stereotipata. Donne così non esistono nella realtà. Sono il frutto di una cultura femminista al contrario. 
arunachala ha scritto: mer dic 21, 2022 11:22 amPresi la bottiglia e osservai l’etichetta. Scozzese.
La presi per il collo, mi alzai e ti colpii alla testa.
– No… cosa fai?
Ancora, ancora, ancora… fino a mescolare il tuo sangue, il whisky e le mie lacrime, fino a vederti morire.

Ah, t’avessi ascoltata, stella mia, t’avessi capita. Ero giovane, innamorato e deluso. Non l’ho fatto e ora è inutile
Questa chiusura non s'addice al tuo personaggio. Come ti ho già detto sopra, il segno per eccellenza per senso di giustizia non può fare simili cose. Avresti dovuto scegliere un segno d'aria. L'omicidio si consuma per un motivo banale e non è ben inserito nel contesto.
Per fortuna hai scritto in prima persona e quindi, Nino, è libero di raccontare di sé senza dover passare il vaglio di attendibilità.  Comunque hai una buona scrittura e pure tanto tempo da spendere, qui con noi. Ciao a presto
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [N2022R] Nashira

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bestseller2020 ha scritto: ven dic 30, 2022 4:52 pm Non è credibile. Quelli del leone hanno un carattere che non si trova in Nino. Quando si tira in ballo il segno zodiacale, bisogna conoscerli bene.
li conosco, li conosco. ho fatto un corso di astrologia e mio figlio è del leone
bestseller2020 ha scritto: ven dic 30, 2022 4:52 pm Lei è troppo stereotipata. Donne così non esistono nella realtà. Sono il frutto di una cultura femminista al contrario. 
ti posso garantire che esistono, ne conosco personalmente
bestseller2020 ha scritto: ven dic 30, 2022 4:52 pm Questa chiusura non s'addice al tuo personaggio. Come ti ho già detto sopra, il segno per eccellenza per senso di giustizia non può fare simili cose. Avresti dovuto scegliere un segno d'aria. L'omicidio si consuma per un motivo banale e non è ben inserito nel contesto.
Per fortuna hai scritto in prima persona e quindi, Nino, è libero di raccontare di sé senza dover passare il vaglio di attendibilità. 
ritengo che uno scatto d'ira possa capitare a chiunque. che l'omicidio si consumi per un motivo banale è vero, ma sta proprio qui il senso di colpa che poi lo accompagna per il resto della vita.
Nino si è innamorato ma, siccome lei è una donna libera e va dove vuole, si ribella e, esagerando, la uccide.
Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

Re: [N2022R] Nashira

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Ciao @arunachala 

E’ la prima volta che ti leggo e nel darti il benvenuto nel nostro forum, non posso che complimentarmi per la scelta assai evocativa del tuo nickname.
“Secondo la leggenda associata al Tempio che sorge sulla “Montagna Rossa”, si verificò una disputa tra Brahma il creatore e Vishnu il conservatore, su chi di loro fosse superiore. Per risolvere la questione, si dice che Shiva si sia manifestato come una colonna di luce, e poi la forma di Arunachala.”

Venendo al racconto, ho trovato che la sua scrittura risulta godibile e scorrevole, da questo si comprende che l’autore non sia alle prime armi nel cimentarsi con la narrativa.

Il racconto parla di un rimorso e un’ossessione.
Un amore sconvolgente che investe il giovane protagonista, travolto dalla passione per una affascinante e navigata ragazza più grande e più matura di lui.
Una di quelle passioni estive che accadono a molti e durano il tempo di una vacanza.
Il giovane viene iniziato dalla disinibita ragazza al sesso e al primo superalcolico.

Purtroppo lei ha la sua vita alla quale si appresta a ritornare, quindi comunica al ragazzo l’intenzione di partire il giorno seguente.
Lui che s’era fatto un “film” d’amore eterno, ci resta maluccio, quindi dopo l’ultima notte di sesso sfrenato, complice il whisky che gli ottenebra
la ragione, le spacca la testa con la bottiglia dell’ottimo liquore.
Questo dramma si rivela, con la tecnica del flashback, all’interno della narrazione di un ossessivo (e tardivo) rimorso del protagonista, che col senno di poi, si rende conto di aver spento quella che considera (solo ora) d’essere una “stella” insostituibile nella sua esistenza.
Quindi il leitmotiv del racconto è tutto imperniato di questo senso desolante di vuoto, rimpianto, nostalgia e drammatica assenza.
Ci sono tutti gli ingredienti di un bel drammone sul genere Dostoevskij.

Personalmente ho apprezzato la scrittura, ma ho qualche dubbio sulla vicenda.
Per intenderci, ho trovato il dramma di lui e i suoi ingredienti un po’ di maniera, poco empatici, realistici e coinvolgenti per il lettore.
Già muovendo dal fatto che scatena la reazione omicida, ci troviamo davanti a un ragazzo che alla prima delusione amorosa, per esprimere il proprio disappunto, non trova di meglio che fracassare il cranio dell’amata.
Reazione un filo impulsiva e surdimensionata a mio avviso, degna di una mente caratterialmente psicopatica.

Questo già di per sé getta una luce d’incredulità sui tormenti nostalgici del (non più tanto) giovane, che vaga nella notte e in riva al mare alla ricerca di una requie al proprio disagio.
L’insieme risulta un po’ moderno “romanzo d’appendice”, che tenta di muovere nel lettore emozioni e sentimenti con un tema drammatico affrontato sbrigativamente e ricorrendo al manierismo di genere.

Insomma, credo che una mano buona nello scrivere come quella che possiedi, potrebbe elaborare
qualcosa di maggiormente attento e raffinato.

Un saluto e a presto rileggerti. Ciao.
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