[MI173] Dilatazioni impegnative

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Traccia di mezzogiorno
"L'ottavo giorno" 

Link al commento al racconto di Scimmia rossa
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Eleonora guardava sull’hologram Reader l’archivio foto di due hard disk che le aveva consegnato la madre, ora riversato negli hologram boxes e ricostruito tridimensionalmente.

La madre si sentiva osservata, senza pudore Eleonora le chiese come mai la nonna materna fosse più giovanile di lei. Stava guardando le immagini dei festeggiamenti per il mezzo secolo di nonna Flavia, che ora di anni ne aveva 85, e confrontandola con la madre, a pari età, le sembrava che quest’ultima ne dimostrasse di più.

La madre alzò gli occhi al cielo: “e tante grazie! La nonna fino ai 36 anni non aveva il tempodì, non puoi fare il confronto ora, fatti due calcoli e poi mi dici!”

Eleonora strinse gli occhi accentuando i due solchi verticali sulle sopracciglia: “ma che c’entra il tempodì?”

La madre prese al volo il suo Q12 dotato di calcolatrice: “Allora, dei 50 anni di nonna, solo 14 anni sono da 417 giorni, quindi corrisponde a 52 dei vecchi anni, mentre io avrei 57 dei vecchi anni. Ti assicuro che a questa età, cinque anni fanno tanta differenza! Dovresti confrontarmi con le mie foto di… più o meno quattro anni fa, poi ne riparliamo!”.

Eleonora guardava la madre mantenendo il viso corrucciato: “ma che cavolo stai dicendo?”

“Lo sai benissimo che ai tempi di tua nonna gli anni avevano solo 365 giorni e le ottomane si chiamavano settimane perché si concludevano in sette giorni! A te non interessano mai i miei discorsi.”

Eleonora la interruppe con impeto: “Ti prego non ricominciare con tutti i mali del mondo, il clima, la natura, il lavoro, il tempo… semplicemente non avevo pensato che prima gli anni non erano da 417 giorni. Ma poi, perché avreste aggiunto questo ottavo giorno?”

“È tutto collegato “ rispose la madre, “quando tua nonna frequentava l’Università, si erano create due fazioni violentemente contrapposte, si chiamavano civette e volpi”

Eleonora, con lo sguardo di chi la sa lunga intervenne: “di sicuro nonna era una volpe! Ancora oggi non gliela si fa!”

“Invece ti sbagli Ele, perché la nonna era una civetta, il gruppo era nato dapprima per difendere questo animale, che stava rischiando l’estinzione, dopo che sui social si era affermata un’antica diceria egizia che lo vedeva come uccello del malaugurio. Persone scaltre alimentarono la leggenda, dicendo che una civetta imbalsamata in casa, al contrario, portava fortuna, questo generò un massacro che fruttava moltissimi soldi…”

“Mamma ti prego, non divagare, ok, la nonna con altri hanno preso le parti della civetta, ma cosa c’entra con l’ottomana?”

“Era solo per spiegare il contesto” riprese la madre, “in sintesi, la civetta, simbolo di saggezza per i greci, era diventata anche il simbolo del gruppo, si battevano anche per l’uguaglianza, l’inclusività, l’accoglienza. L’altro gruppo aveva come simbolo la volpe, perché credevano in una meritocrazia, dove anche la scaltrezza a discapito di altri era un merito, ed anche perché è un animale che preda la civetta. Di questi nomi si appropriarono le due fazioni politiche contrapposte.”

“Mamma, non ti ho chiesto una lezione di storia!” Eppure Eleonora era sicuramente interessata, perché in altre occasioni, avrebbe già girato i tacchi.

“Ci arrivo subito” continuò la madre, “all’epoca, tra i tanti temi che contrapponevano le due fazioni, c’era quello del tempo. Le civette chiedevano a gran voce di avere maggiore tempo a disposizione, sostenevano che i ritmi di lavoro e tutto il sistema sociale era stato strutturato per dividere, per favorire l’individualismo, per annientare sul nascere il pensiero critico. Di contro, le volpi, accusavano le civette di essere dei parassiti, di non voler contribuire alle necessità di Stato, di non avere voglia di lavorare.”

Eleonora seguiva attenta “ok, quindi il nome del giorno tempodì, che ha ovviamente a che fare col tempo, parte da questa contrapposizione, giusto?”

“Esattamente”, rispose la madre, “nel periodo delle elezioni, non mancarono colpi bassi, le volpi pubblicavano sui social tutti i loro slogan, le civette provarono ad adeguarsi per raggiungere un elettorato più ampio, ma snaturandosi. Le volpi avevano capito che la questione tempo era quella determinante e con lo slogan ‘più salute, più sport, più tempo per tutti’, sfondarono. Una volta vinte le elezioni, cercarono il modo di dare seguito allo slogan”.
Eleonora era da poco diventata abile al voto, sembrava scettica, ma guardava fissa la madre, invitandola a continuare.
“insomma, come già sai, la loro soluzione per dare più tempo ai cittadini, è stata cambiare le settimane in ottomane, inserendo, tra il mercoledì e il giovedì, il tempodì. Un giorno in più rigidamente disciplinato: sport per almeno quattro ore, esercizi di resistenza e per altre quattro, così da accontentare anche chi voleva ripristinare il servizio militare.”

“Ma stai scherzando mamma? Ci sarà stata la rivoluzione! Mica chiedevano il tempo per questo!”.

La mamma abbassò gli occhi, ricordando i racconti di sua madre, perché lei era appena nata a quei tempi: “per motivi di ordine pubblico erano state vietate le manifestazioni, si potevano solo compilare un’infinità di moduli. Si giustificava la violenza per sedare possibili disordini”

“Ma è terribile! Non potevano farlo!”

“Lo hanno fatto eccome. Chiedi a tua nonna se ti racconta, lei ha aiutato l’opposizione”.

“Mamma ti prego dimmelo tu, raccontami.”

“È una lunga storia, e non hai idea delle altre implicazioni, dei costi per cambiare tutte le impostazioni dei programmi, per la riorganizzazione, il disastro sui calendari, fu un periodo di grande confusione, serpeggiava lo scontento, ma era tutto sotto traccia”.

“Avranno perso alle elezioni successive!”

“Ora andiamo al compleanno di tua cugina.”

“No mamma, ti prego, continua a dirmi mentre ci prepariamo e andiamo!”

“Alle successive elezioni non c’erano più né volpi, né civette, ma i personaggi di maggior rilievo si erano riciclati nel partito Blu, nel partito Arcobaleno e, per la prima volta dopo decenni, in un terzo polo, Gli Scontenti. I Blu non rinnegavano assolutamente il tempodì, ma proponevano per quel giorno anche, come opzione di scelta, il tirocinio gratuito presso delle aziende per imparare a lavorare. Gli Arcobaleno sostenevano di non poter più tornare alla settimana, perché già la prima riprogrammazione dell’intera società aveva avuto dei costi insostenibili, rifarlo significava andare in bancarotta, ma proponevano il volontariato, che avrebbe dato punteggio nella ricerca di un lavoro, o la disponibilità a dedicarsi per almeno quattro ore a fare attività per la comunità, incentivando la creazione di reti sociali. Gli Scontenti invece, volevano sostenere il lavoro, aumentare la produttività, quindi lo volevano equiparare ad un qualsiasi altro giorno feriale, perché andava rilanciata l’economia, e per la scuola, la proposta era di usare il tempodì per fare i compiti, che sia mai impariate qualcosa in più, lasciandovi con un solo insegnante per piano.”

“Ma non è possibile, quindi hanno vinto Gli Scontenti? Questo è quello che è ora! Ma perché hanno votato loro e non gli Arcobaleno?”

“Perché puntano sulla paura, sul terrore di perdere il lavoro, come se le aziende potessero esistere senza i dipendenti! Ti fanno credere di essere un privilegiato, ti fanno desiderare cose inutili, minacciano licenziamenti e via dicendo”

“Ma è assurdo, perché la gente fa così?”

“Tu finora ci hai mai riflettuto? Ne hai mai parlato con i tuoi amici? Quanto ti fa comodo avere tutti gli hologram programs e i virtual games gratuiti?”

“Ma che c’entra questo? Sei fissata con queste cose.”

“No cara, hanno capito che darvi a disposizione, gratuitamente, tutte queste distrazioni, per le poche ore che avete libere, vi tiene buoni, non vi fanno lamentare, discutere, aspirare a un cambiamento.”

Eleonora ricacciò in gola la sua protesta, guardò la madre intristita “però io mamma, tutte queste cose non le sapevo.”

La madre la guardò comprensiva: La prigione dorata confonde, con la conoscenza potete liberarvi. Non è mai tardi per cambiare. Ora andiamo.”
<3

Re: [MI173] Dilatazioni impegnative

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Modea72 ha scritto: hanno capito che darvi a disposizione, gratuitamente, tutte queste distrazioni, per le poche ore che avete libere, vi tiene buoni, non vi fanno lamentare, discutere, aspirare a un cambiamento
Il popolo ha fame, diamogli le brioche!

È sempre stato così, senza disagio non c'è rivoluzione e la gente si assopisce .

Brava @Modea72 ! Mi è piaciuto davvero molto il tuo racconto, sia nei contenuti che nella forma (piacevolissima e fresca). Poi mi è sembrato di sentirci eco di cose note, di intravedere personaggi che già conosco, sarà che si avvicina il tempo di elezioni... ;)

Talia

Re: [MI173] Dilatazioni impegnative

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@Modea72  Hologram reader, hologram boxes, civette, volpi, scontenti, blu, arcobaleno, ottomane... nel tuo racconto c'è molto da scoprire. Non me la sento di farti i complimenti per la fantasia, perché nonostante le tante parole nuove non ti inventi nulla. Ed era questo il tuo intento, mostrarci il nostro mondo attraverso il filtro grottesco della distopia. Forse la fretta e la necessità di contenere il tutto in 8000 caratteri hanno portato a una involontaria banalizzazione (se è la parola giusta) dei temi trattati: un esempio è la predica finale, che apre e chiude il capitolo panem et circenses nel giro di due frasi. 
Il MI è crudele.

Grazie per la lettura, ciao. 

Re: [MI173] Dilatazioni impegnative

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Ciao Modea! Come già ti ha anticipato Kuno, hai scelto di mostrarci un universo "altro" dal nostro, con cui non abbiamo nessuna dimestichezza, una delle sfide principali del genere fantasy (e in parte anche del romanzo storico, per ragioni di distanza di epoche). Il che già è un compito difficile, in più ti hai dovuto farlo in meno di 12 ore e con un numero di caratteri molto ridotto. 
Insomma, hai fatto il passo più lungo della gamba secondo me.
Infatti sei caduta più volte nell'infodump. Purtroppo questo dialogo madre-figlia altro non è, alla fine, che un unico grande "spiegone". 

E credo che sia proprio per questo motivo che anche i dialoghi risultano poco naturali, artificiosi. Come una specie di grande "riassuntone".
Ti segnalo qui i punti che, a mio parere, sono più critici sotto questo aspetto:
Modea72 ha scritto: Persone scaltre alimentarono la leggenda...
Persone scaltre? Non suona innaturale anche a te questa definizione? Praticamente non dice nulla, rimane molto fumosa. Prova a immaginare di avere una figlia 18 enne che ti chiedesse che so...di spiegargli chi erano i membri delle BR. 
Tu le definiresti "persone scaltre" o "persone cattive"? 
Non credo. Li definiresti molto probabilmente terroristi, che è una definizione molto più adatta, e le parleresti del contesto politico di quell'epoca.
Modea72 ha scritto: la nonna con altri hanno preso le parti della civetta,
Piccola svista: La nonna con altri HA preso parte...
Modea72 ha scritto: Le civette chiedevano a gran voce di avere maggiore tempo a disposizione, sostenevano che i ritmi di lavoro e tutto il sistema sociale era stato strutturato per dividere, per favorire l’individualismo
Anche qui la spiegazione è molto didascalica.
Modea72 ha scritto: No cara, hanno capito che darvi a disposizione, gratuitamente, tutte queste distrazioni, per le poche ore che avete libere, vi tiene buoni, non vi fanno lamentare, discutere...
Qui ci ho visto un parellelismo con i nostri social media. I social come "armi di distrazione di massa" ecc... Ecco io, personalmente, non sono d'accordo e trovo questo finale del racconto un po' troppo moralista. Ma è una mia opinione, probabilmente molti altri apprezzeranno. 
Modea72 ha scritto: La prigione dorata confonde, con la conoscenza potete liberarvi. Non è mai tardi per cambiare.
Ecco. Anche qui, dialogo un po' artificioso e superficiale e vale il discorso di prima sul parallelismo un po' moralista con la società dei giorni nostri. 

Insomma, il tuo racconto non mi ha convinta molto. L'idea è originale e devo ammettere che la fantasia non ti manca. Originale anche il modo in cui hai inserito la boa della "civetta". Però forse andava sviluppata meglio questa idea...

A rileggerci 

Re: [MI173] Dilatazioni impegnative

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Grazie @Talia, @Kuno@ScimmiaRossa
per avere dedicato del tempo a commentarmi.
Trovo interessanti le vostre considerazioni. In parte credo che, per l'argomento trattato, in questo periodo, siano molto influenzate dai valori sociali di ognuno di voi in maggior misura rispetto al racconto in sé.
Mi chiedevo come sarebbe stato accolto un racconto con queste tematiche e non ero certa di aver fatto la scelta giusta, ma la curiosità sociologica ha prevalso.
Con questo non voglio dire che le critiche non siano corrette, sicuramente saranno spunto di riflessione per migliorarmi.
Credo che, in base alla personale agenda setting, ci si orienti con una propensione più positiva, o più negativa, travalicando il racconto in sé e agganciandosi a valori personali di rilievo.
Spero non vi disturbi la condivisione di questi miei pensieri.
Alla prossima.
<3

Re: [MI173] Dilatazioni impegnative

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@Modea72   :)

Sono contenta che ce l'hai fatta a partecipare! Brava. (y)

Hai scelto di declinare la traccia in modo originale, per me, anche se non mi è piaciuto molto lo stile didascalico usato.
Perché la figlia solo adesso si pone certe domande (sembra in grado di intendere e volere da qualche tempo) e perché solo adesso la madre
le fa il predicozzo e le insegna cose per il loro mondo fondamentali?

Comunque, ti ringrazio per la lettura, che scorre piacevolmente.  :libro:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI173] Dilatazioni impegnative

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L'idea di inserire un ottavo giorno per legge mi é piaciuto molto, mi é anche piaciuto come ricalchi la nostra attualità con la mirabolante girandola di partiti che arrivano e scompaiono, e la descrizione della pochezza e ristrettezza di veduta delle persona. Traspare anche la sensazione di non potersi davvero ribellare, di non essere certi di fare la differenza e di poter cambiare le cose. Nel complesso la trama mi é piaciuta.
Per i miei gusti la mamma ha parlato troppo e forse in maniera troppo didascalica.

Re: [MI173] Dilatazioni impegnative

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@Modea72 ciao e complimenti!
Sicuramente alcuni dialoghi sono da rivedere perché non molto efficaci (in alcuni passaggi irrealistici), ma nel complesso la trovo una prova di valore. Bella l'dea di istituzionalizzare l'ottavo giorno, ho temuto che ti impantanassi in un alveo di banalità tra progressisti e reazionari. Invece lo sforzo che hai fatto per inserire (io l'ho interpretato così) elementi di estrema attualità italiana lo hanno reso interessante.
Se possibile, mi hai fatto preoccupare ancor di più per quel che accadrà dopo le elezioni politiche....

Re: [MI173] Dilatazioni impegnative

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Ciao @Modea72 
Una distopia interessante, che riporta al declino dei nostri tempi, della nostra società. La madre di Eleonora la trovo un po’ troppo didascalica, come qualcuno ti ha già fatto notare, il tipico “spiegone” elisabettiano dove un attore parlava rivolto agli spettatori per narrare antefatti e azioni degli altri attori protagonisti affinché il contesto nel quale si muovevano e agivano fosse chiaro al pubblico.
Nel racconto Eleonora dovrebbe già sapere, essere compenetrata nel suo mondo e non necessitare di spiegazioni così particolareggiate da parte della madre. Potevi, secondo me, risolvere in altri sottili modi il bisogno di esplicitare le regole di quel mondo, perché ad ogni modo il lettore non lo conosce e deve sapere per potersi muovere. Deve ricevere le informazioni necessarie quasi in modo che non se ne accorga, magari sotto una forma introspettiva o nei ricordi di Eleonora, calibrando il tutto per non pesare troppo sulla struttura del racconto.
Comunque mi è piaciuta l’introduzione del tempodì, una bella invenzione, adatta a rappresentare contrasti generazionali e sociali.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI173] Dilatazioni impegnative

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Grazie @Poeta Zaza@Almissima@L'illusoillusore@Alberto Tosciri,
trovo le vostre riflessioni estremamente interessanti per ampliare e migliorare il mio racconto, mi fa piacere che ci abbiate trovato qualcosa di buono.
Devo assolutamente imparare a gestire la sintesi.
Poeta Zaza ha scritto: Perché la figlia solo adesso si pone certe domande (sembra in grado di intendere e volere da qualche tempo) e perché solo adesso la madre
le fa il predicozzo e le insegna cose per il loro mondo fondamentali?
Prima dei tagli per eccesso di caratteri, avevo scritto che Eleonora era prossima ad esprimere per la prima volta il voto elettorale, avendo da poco raggiunto la maggiore età. Pensavo poi di essere riuscita a fare percepire l'insofferenza della ragazza ai tentativi della madre di fornire spiegazioni sulla società e la politica, ma di contro essere questa volta interessata, perché la nonna era protagonista del racconto.
Dovrò farlo meglio.
Almissima ha scritto: Per i miei gusti la mamma ha parlato troppo e forse in maniera troppo didascalica
Verissimo, avrei voluto viaggiare di più nei ricordi e ampliare il dialogo dando più spazio alla figlia e magari inserendo anche la nonna, per rendere il tutto meno moralistico. Mi vengono in mente milioni di cose da scrivere e quando taglio, pur di lasciarne almeno un assaggio, finisco per appesantire l'insieme.
L ha scritto: Se possibile, mi hai fatto preoccupare ancor di più per quel che accadrà dopo le elezioni politiche....
La mia stessa preoccupazione, che ha generato questo racconto.
Alberto Tosciri ha scritto: Deve ricevere le informazioni necessarie quasi in modo che non se ne accorga,
Apprezzo molto questo consiglio. Voglio lavorarci sopra.

Ancora grazie a tutti.
<3
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