[Lab4] Corsa all'oro

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Laboratorio: Le descrizioni
Traccia: I metalli


[Lab4] Corsa all’oro

Scena nr 1

Primavera 1848 - California
Da San Francisco, Gil ha preso i suoi vent’anni e li ha portati qui, a esplorare ruscelli sulle pendici della Sierra Nevada, sulle rive del fiume Sacramento. A partecipare alla corsa all’oro.
D’altronde, è solo al mondo e di recente ha perso l’unico parente, il nonno materno, di origine tedesca, che l’ha allevato dopo la morte dei genitori. 
Parlando di oro e di donne, il caro vecchio  lo aveva incitato a partecipare all’avventura dei cercatori, dicendogli:
- L’avventura con la testa sul collo è quella che ti dà la gioia di vivere. Al bando la noia, rischia e osa… ma un po’ pianifica. E cerca bene, perché è rara come l’oro, una donna che condivida questo. E che in più ti sia necessaria come l’aria.

Comincia la sua corsa all'oro.

Gil viaggia leggero, e i piedi procedono frenetici, padroni del mondo che vanno a calpestare. Padroni di tutti i selciati.
Pensa all'oro, continuamente, a quando lo troverà, ma anche all'amore:
Sognerai di un viso dolce, con negli occhi la miccia per accendere i tuoi di un'altra luce.
Cerca e trova il tuo oro, ma cerca e trova la miccia che accenderà i tuoi domani.

Sul suo cammino di avvicinamento, ha avuto la ventura di imbattersi in un morto della sua misura, e così ha potuto rimediare all’assenza di due elementi essenziali per un cercatore d’oro alluvionale: gli stivaloni e il cappellaccio.

Una tendopoli qui, un’altra in lontananza, qualche baracca di legno e paglia, e tanta gente a mollo nelle acque calme dei rivi gli  fanno capire di essere arrivato. La gente è indigena, in prevalenza, e infatti riconosce persone di San Francisco che sapeva di trovare.
- Ben arrivato, Gil! Ce l’hai tenda e setaccio? -
Il ragazzo è ben lieto dell’accoglienza: quel primo giorno, assiste al lavoro altrui e fa domande sull’uso dei vagli, palette e picozze. Soprattutto, cerca di colmare le sue lacune sulla conoscenza delle pietre minori che confondono la ricerca dell’oro, come la pirite.
Ogni volta che vede scartarne un esemplare, lo recupera per studiarlo: è luccicante e il colore trae in inganno l’inesperto.
- Sai come la chiamano? L’oro degli stolti! - ride Tom, che, in cambio di un setaccio e delle lezioni, ha chiesto a Gil di aiutarlo con la baracca che sta tirando su e dove possono stare in due. - E sai… se vuoi essere sicuro, strisciala su un pezzo di legno: la pirite lascia una striscia nera…
- L’oro una striscia gialla! - conclude Gil, e Tom gli batte il cinque.
Sa che agli altri non piace far sapere quanto hanno raccolto sinora (lui non lo farebbe) e quindi non indaga.
Un vecchio gli rivela:
- Sai che l’oro non è di questo mondo? L'oro è arrivato sulla Terra dopo la collisione di due stelle di neutroni nello spazio, miliardi di anni fa.
Il ragazzo è scosso da un tremito: gli sembra una conoscenza straordinaria e significativa.
Col tempo, lui si integra nella comunità anche provvedendo al cibo in comune: gli riesce bene pescare salmoni e cucinarli, e procurarsi il miele senza
incidenti.

Sul masso di un ruscello, quel giorno di ottobre sta a setacciare pietrisco. Ha imparato la giusta tecnica di rotazione per non perdersi neppure le piccole pagliuzze dorate.
Cerca pietre che trattengono la luce delle stelle, perché non sono di questo mondo.
Il momento fatidico è fissato sul nastro della memoria.
Ecco la pepita: tre quarti della superficie sono di colore giallastro. La striscia sul pezzo di legno che si porta sempre appresso: striscia gialla. Si sente sorridere come non mai: in profondità.  Lui ha scavato mesi nel fiume per trovarla, ma lei gli scava dentro...
Fa il gesto di morderla, ma piano, con la delicatezza di un amante. 

È la prima di tante. Gil diventa ricco e torna a stabilirsi in una San Francisco in piena espansione sulle colline che dominano la spettacolare baia. Il porto sta diventando piccolo. 
Quel giorno del 1852, Gil sale l'Alta Collina che, con la torre che domina la baia, simile a un mulino a vento, indica coi suoi bracci-pale l'arrivo in codice delle navi.
Seduta a gambe incrociate su una parte di terreno roccioso, con la gonna raccolta e le gambe scoperta, c'è una bella e semplice ragazza, con cappello di paglia a proteggersi dal sole. Ha un largo libro di fogli bianchi in grembo, su cui sta tratteggiando la torre a carboncino.
- Oh, che piacere quando la bellezza del corpo si accompagna a quella dell'arte! - sorride il giovane benvestito, apparendo nel suo campo visivo all'improvviso.
- Deh! Spostati, se apprezzi, ché mi copri il soggetto, forestiero.- replica lei, e prosegue, dando per scontato che lui non sia del posto:
- Sai cosa indica? Se arriva un cargo, un veliero, un brigantino? Cose che interessano a banchieri, mercanti e trafficanti. I bracci sono posizionati per farlo capire a chi non ha gli occhi sul mare. 
Lui annuisce e rilancia:
- Pensa se conoscessimo la segnalazione per una nave pirata! Avremmo la visione completa del finimondo, specie da quest'altro lato cieco della collina: gente che corre qui dal basso con le pance o le tette ballonzolanti,  gesticolanti e urlanti...
La ragazza rovescia indietro la testa, con la bocca aperta su una risata scrosciante e deliziosa.
- Mi posso informare. Ma tu avrai il coraggio di farlo?
- Ne possiamo parlare - il neo ricco Gil frena lo spericolato giovane che ha dentro. - Io Gil e tu?
- Aghata.
- Se dovessi descriverti, che parole useresti, Aghata?
- Mi fai sorridere, Gil. È una domanda che nessuno mi aveva ancora rivolto. 
- Perché non fai un ritratto completo con la torre e la baia?
- I miei quadri descrivono solo la proiezione di quello che vedo. Per disegnare quello che chiedi tu dovrei essere su un veliero ancorato nella baia. Quindi, per rispondere alla domanda su come descriverei me stessa, io non posso vedermi come mi vedi tu, dovresti avere uno specchio sulla pancia e immagino che non sia nelle tue tasche...
Il giovane ride e si siede come lei sul terreno, occhi negli occhi.  - Specchiati qui - le indica.
- Vedo una bella ragazza nelle tue iridi, ma è la stessa che altri occhi mi hanno lasciato scorgere. 
- Se invece dovessi descrivere quella che sei dentro, che parole useresti, Aghata?
-  Queste: sono una che vuole essere padrona delle sue scelte e mai serva di chi potesse chiedermi ciò che non voglio fare.
Gil ha trovato la miccia che accenderà i suoi domani.


Scena nr 2

2024 – Olimpiadi di Parigi. Medaglia d’oro alla ventenne maratoneta tedesca Ann. Pro-pronipote di Gil e Aghata.
Lunga e faticosa la corsa all’oro. Alla premiazione, morde il metallo che cela dentro qualche frammento della pepita d’oro di Gil.
Senza saperlo, lei viene a contatto con le particelle di luce della stella di un altro mondo, che, non da oggi, è della sua famiglia. 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab4] Corsa all'oro

2
Ciao @Poeta Zaza, ho letto con piacere il tuo racconto, mi è piaciuto il doppio binario oro e amore, uniti dalla medesima preziosità.
Ora provo con i suggerimenti
Poeta Zaza ha scritto: Cerca e trova il tuo oro, ma cerca e trova anche la miccia che accenderà i tuoi domani
Secondo me, se non aggiungi "anche", rimane solo l'avversativo, invece Gil c'era entrambi.
Poeta Zaza ha scritto: Il momento fatidico è fissato sul nastro della memoria
Questa frase in questo punto non la capisco. Sembra collocata in modo casuale. Immagino si riferisca  alla collisione delle stesse, ma non mi sembra significativa per quanto scrivi sopra, che ne trattengono la luce.
Poeta Zaza ha scritto: Sai cosa indica? Se arriva un cargo, un veliero, un brigantino? Cose che interessano a banchieri, mercanti e trafficanti. I bracci sono posizionati per farlo capire a chi non ha gli occhi sul mare. 
Questa descrizione fa riferimento alla torre? Perché scrivi di bracci? Non mi è chiaro.
Poeta Zaza ha scritto: Queste: sono una che vuole essere padrona delle sue scelte e mai serva di chi potesse chiedermi ciò che non voglio fare.
Avrei scelto "potrebbe" al posto di "potesse"
Poeta Zaza ha scritto: Alla premiazione, morde il metallo che cela dentro qualche frammento della pepita d’oro di Gil.
Senza saperlo, lei viene a contatto con le particelle di luce della stella di un altro mondo, che, non da oggi, è della sua famiglia.
Innanzitutto, mi piace tantissimo lo scenario diverso con il comune denominatore "corsa all'oro".
La continuità dei frammenti della pepita nella medaglia, invece, non mi convince, ma l'idea merita. Avrei scritto:
"Alla premiazione, morde il metallo che cela la luce della stella di un altro mondo,  il ricordo di stella della pepita d’oro di Gil.
Senza saperlo, sta saggiando la meraviglia dell'universo, che, non da oggi, è della sua famiglia."

Questo è tutto, spero ti sia utile.
Complimenti per il racconto, è stato un piacere leggerti.
<3

Re: [Lab4] Corsa all'oro

3
Cara @Poeta Zaza mi è piaciuta questa piccola “epopea” familiare che ha come filo conduttore l’oro.
Per contro, vista l’esiguità delle battute disponibili il tutto appare molto riassunto. Avrei dato maggior respiro alla descrizione della ricerca dell’oro. La fatica, il vagliare per giorni  il fiume, la stanchezza fisica i dolori, il disagio patito per piccole pagliuzze spesso preda di banditi. Insomma c’era molto da descrivere… 
Di fronte a uno scenario reale che proponi ho trovato del tutto fuori luogo la citazione del vecchio riguardo alla formazione dell’oro nell’universo. Te lo dico da astrofila divulgatrice da anni… Nettuno è stato scoperto nel 1846. Per arrivare a  capire che abitiamo in una galassia si deve arrivare al 1920 con le prime conferme dell’astronomo Hubble… Capisco che la citazione ti tornava comoda per il prosieguo della storia e per questo l’accetto ma è proprio una cosa sbagliata che salta all’occhio.
Comunque apprezzo sempre molto i tuoi scritti e la tua immensa passione che trasuda da ogni lavoro!

Re: [Lab4] Corsa all'oro

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Modea72 ha scritto: Ciao @Poeta Zaza, ho letto con piacere il tuo racconto, mi è piaciuto il doppio binario oro e amore, uniti dalla medesima preziosità.
Ora provo con i suggerimenti

Secondo me, se non aggiungi "anche", rimane solo l'avversativo, invece Gil c'era entrambi.
Ti ringrazio, hai perfettamente ragione. Ci avevo pensato da sola ma poi mi è passato il momento e ho dimenticato di aggiungerlo.
Modea72 ha scritto:
Questa frase in questo punto non la capisco. Sembra collocata in modo casuale. Immagino si riferisca  alla collisione delle stesse, ma non mi sembra significativa per quanto scrivi sopra, che ne trattengono la luce.

Mi riferivo al momento in cui Gil trova la sua prima pepita d'oro (descritto subito dopo): a me sembrava chiaro.   :facepalm:
L'attuale Telegraph Hill, all'epoca del mio racconto aveva 'aspetto di un mulino, per via dei bracci che somigliavano a pale (da mulino, appunto) e che,
a seconda della posizione in cui venivano spostati, segnalavano il tipo di imbarcazione che stava giungendo in porto.
  ha scritto: Avrei scelto "potrebbe" al posto di "potesse"
Avrei potuto scrivere "potrebbe", ma la frase avrebbe assunto un'altra sfumatura. Con "potesse" intendo dire che scelgo un uomo da me investito di questa facoltà, che me l'aspetto che mi dica: - Fai questo, fai quello - mentre con "potrebbe" sarebbe solo nell'ordine delle cose, un'eventualità, prevista
o meno. Negativa anch'essa, ma meno "forte" di quello che sottintende "potesse". Non so se sono riuscita a spiegare perché la frase è scritta così:
Poeta Zaza ha scritto: mar ago 16, 2022 3:11 pmsono una che vuole essere padrona delle sue scelte e mai serva di chi potesse chiedermi ciò che non voglio fare.
Modea72 ha scritto: mer ago 17, 2022 12:13 am
Innanzitutto, mi piace tantissimo lo scenario diverso con il comune denominatore "corsa all'oro".
La continuità dei frammenti della pepita nella medaglia, invece, non mi convince, ma l'idea merita. Avrei scritto:
"Alla premiazione, morde il metallo che cela la luce della stella di un altro mondo,  il ricordo di stella della pepita d’oro di Gil.
Senza saperlo, sta saggiando la meraviglia dell'universo, che, non da oggi, è della sua famiglia."

Questo è tutto, spero ti sia utile.
Complimenti per il racconto, è stato un piacere leggerti.
Bello anche il tuo suggerimento per il finale. Meglio del mio, però dal tuo non si evince con chiarezza, credo, quello che volevo dire:
la prima pepita di Gil, nel corso di lunghi 176 anni, venduta per fame, o rubata, trasformata in monili, fusa e riciclata, alla fine è stata forgiata 
in medaglia d'oro dalla Zecca ed è finita sulle labbra di una discendente di Gil.

Molto utili le tue considerazioni e grazie per le note positive che hai trovato, @Modea72  

:rosa:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab4] Corsa all'oro

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@Monica ha scritto: Cara @Poeta Zaza mi è piaciuta questa piccola “epopea” familiare che ha come filo conduttore l’oro.
Per contro, vista l’esiguità delle battute disponibili il tutto appare molto riassunto. Avrei dato maggior respiro alla descrizione della ricerca dell’oro. La fatica, il vagliare per giorni  il fiume, la stanchezza fisica i dolori, il disagio patito per piccole pagliuzze spesso preda di banditi. Insomma c’era molto da descrivere… 
Di fronte a uno scenario reale che proponi ho trovato del tutto fuori luogo la citazione del vecchio riguardo alla formazione dell’oro nell’universo. Te lo dico da astrofila divulgatrice da anni… Nettuno è stato scoperto nel 1846. Per arrivare a  capire che abitiamo in una galassia si deve arrivare al 1920 con le prime conferme dell’astronomo Hubble… Capisco che la citazione ti tornava comoda per il prosieguo della storia e per questo l’accetto ma è proprio una cosa sbagliata che salta all’occhio.
Comunque apprezzo sempre molto i tuoi scritti e la tua immensa passione che trasuda da ogni lavoro!
@@Monica  Grazie! :rosa:

Pensa che ho controllato un sacco di riferimenti temporali per il mio brano, tranne "quello". In effetti, volevo mettercelo a tutti i costi, e inconsciamente devo essermi vietata di controllare (il più che possibile) l'anacronismo.  :facepalm:

Seconda cosa che hai fatto bene a farmi notare è l'assenza di paragrafi sul duro lavoro del cercatore d'oro.
Appena ti ho letto, credimi, sono andata a controllare, dicendomi:
Figurati se non ho scritto una riga sulla fatica!
Ma hai ragione, ed è una omissione non da poco.  :(
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Re: [Lab4] Corsa all'oro

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Cara @Poeta Zaza  che bella storia!
Prima alcune piccole osservazioni. Avrei lasciato perdere i neutroni e mi sarei tenuta lo scontro fra stelle, qualcosa di semiscientifico ma molto, molto romantico, a mio avviso piú adeguato all'ambinte da te raccontato.
Nel dialogo fra Gil e Aghata ci avrei messo un pochino piú di tensione. Certamente lei é sfacciata per i suoi tempi, ma la scintilla che scocca fra i due é piú "raccontata" che percepita.
E infine la fine mi é sembrata affrettata, non ho sentito la fatica della maratona, la medaglia d'oro come una carota davanti agli occhi.
La trama mi é piaciuta moltissimo, l'idea delle due corse all'oro legate alla fatica del corpo e non a manovre finanziarie mi hanno davvero affascinato.Ho trovato il parallelismo fra due tipi di sacrificio diversi per due premi diversi molto azzecato: per i primi la ricchezza e il benessere, per la seconda la gloria e l'onore.
Complimenti!

Re: [Lab4] Corsa all'oro

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Almissima ha scritto: Cara @Poeta Zaza  che bella storia!
Prima alcune piccole osservazioni. Avrei lasciato perdere i neutroni e mi sarei tenuta lo scontro fra stelle, qualcosa di semiscientifico ma molto, molto romantico, a mio avviso piú adeguato all'ambinte da te raccontato.
Nel dialogo fra Gil e Aghata ci avrei messo un pochino piú di tensione. Certamente lei é sfacciata per i suoi tempi, ma la scintilla che scocca fra i due é piú "raccontata" che percepita.
E infine la fine mi é sembrata affrettata, non ho sentito la fatica della maratona, la medaglia d'oro come una carota davanti agli occhi.
La trama mi é piaciuta moltissimo, l'idea delle due corse all'oro legate alla fatica del corpo e non a manovre finanziarie mi hanno davvero affascinato.Ho trovato il parallelismo fra due tipi di sacrificio diversi per due premi diversi molto azzecato: per i primi la ricchezza e il benessere, per la seconda la gloria e l'onore.
Complimenti!
Grazie dei complimenti e delle giuste note e osservazioni che mi hai fatto, @Almissima  :rosa:

Almissima ha scritto:  l'idea delle due corse all'oro legate alla fatica del corpo e non a manovre finanziarie mi hanno davvero affascinato.
E legate (si è capito?) dal "mordere" le stesse particelle d'oro?
Di sabbia e catrame è la vita:
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Re: [Lab4] Corsa all'oro

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Ciao @Poeta Zaza
Poeta Zaza ha scritto: Da San Francisco, Gil ha preso i suoi vent’anni e li ha portati qui, a esplorare ruscelli sulle pendici della Sierra Nevada, sulle rive del fiume Sacramento. A partecipare alla corsa all’oro.
Un buon incipit.
Poeta Zaza ha scritto: Comincia la sua corsa all'oro.
Questo lo ometterei, mi sembra che non sia necessario. 
Poeta Zaza ha scritto: suo cammino di avvicinamento, ha avuto la ventura di imbattersi in un morto della sua misura, e così ha potuto rimediare all’assenza di due elementi essenziali per un cercatore d’oro alluvionale: gli stivaloni e il cappellaccio.
Bello questo passaggio. Introduce bene nell'atmosfera Western. Non mi convince invece il cammino di avvicinamento. 
Poeta Zaza ha scritto: e le gambe scoperta,
Scoperte.
Poeta Zaza ha scritto: Avremmo la visione completa del finimondo, specie da quest'altro lato cieco della collina: gente che corre qui dal basso con le pance o le tette ballonzolanti,  gesticolanti e urlanti...
L'immagine è bella, però mi pare poco naturale in un dialogo. 
Poeta Zaza ha scritto: Aghata
Credo che la grafia giusta sia Agatha.
Poeta Zaza ha scritto: Alla premiazione, morde il metallo che cela dentro qualche frammento della pepita d’oro di Gil.
Mi pare poco verosimile che ci siano frammenti della pepita d'oro di Gil proprio nella sua medaglia e forse non ce ne sarebbe nemmeno bisogno per creare il parallelismo tra le due corse all'oro. 
Un buon racconto, comunque, dove le descrizioni sono efficaci e ben amalgamate nel testo, senza strappi. La storia mi è piaciuta, in particolare la parte iniziale su Gil.
Una buona prova!

Re: [Lab4] Corsa all'oro

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@ivalibri Grazie del passaggio e dell'apprezzamento! :rosa:
ivalibri ha scritto: Credo che la grafia giusta sia Agatha.
Ho cercato tra i nomi tedeschi, per via delle origini di Gil e ho trovato lui e Aghata, anche se lei non doveva  essere tedesca per forza.  ;)

Grazie anche delle utili note di cui faccio tesoro.  :si:
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Re: [Lab4] Corsa all'oro

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Poeta Zaza ha scritto: Scena nr 1
Toglierei le intestazioni, scena 1 e scena 2, è sufficiente lasciare la riga bianca, tanto poi indichi l'anno a scanso di equivoci. Lo trovo più efficace
Poeta Zaza ha scritto: Da San Francisco, Gil ha preso i suoi vent’anni e li ha portati qui, a esplorare ruscelli sulle pendici della Sierra Nevada, sulle rive del fiume Sacramento. A partecipare alla corsa all’oro.
D’altronde, è solo al mondo e di recente ha perso l’unico parente, il nonno materno, di origine tedesca, che l’ha allevato dopo la morte dei genitori.
Questo paragrafo è abbastanza infodump, così all'inizio
Poeta Zaza ha scritto: il caro vecchio  lo aveva incitato
doppio spazio
Poeta Zaza ha scritto: Sognerai di un viso dolce, con negli occhi la miccia per accendere i tuoi di un'altra luce.
Cerca e trova il tuo oro, ma cerca e trova la miccia che accenderà i tuoi domani.
Metterei un altro riferimento al nonno, prima o dopo questa frase, per lasciar intendere che siano parole sue
Poeta Zaza ha scritto: ha avuto la ventura di imbattersi in un morto della sua misura
Molto bello, messo così. Crudo, reale
Poeta Zaza ha scritto: dei rivi gli  fanno
doppio spazio
Poeta Zaza ha scritto: E sai… se vuoi essere sicuro, strisciala su un pezzo di legno: la pirite lascia una striscia nera…
- L’oro una striscia gialla! - conclude Gil, e Tom gli batte il cinque.
Mi ha fatto tornare a mente le lezioni di mineralogia  :D
Poeta Zaza ha scritto: - Sai che l’oro non è di questo mondo? L'oro è arrivato sulla Terra dopo la collisione di due stelle di neutroni nello spazio, miliardi di anni fa.
Stelle di neutroni nel 1848? Non si sapeva neanche cosa fossero i neutroni, la riformulerei in modo più astratto:
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]L'oro è arrivato sulla Terra dalle stelle, all'origine dei tempi[/font][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif].[/font]
Poeta Zaza ha scritto: Il momento fatidico è fissato sul nastro della memoria.
Anche parlare di nastro, nell'accezione di nastro di registrazione, è un po' anacronistico
Poeta Zaza ha scritto: e le gambe scoperta
Refuso
Poeta Zaza ha scritto: c'è una bella e semplice ragazza, con cappello di paglia a proteggersi dal sole.
Taglierei, perché la semplicità e la delicatezza di quello che stai raccontando emergono dalla narrazione, non è necessario appesantire esplicitando qui
Poeta Zaza ha scritto: il neo ricco Gil frena lo spericolato giovane che ha dentro.
Metterei un trattino, neo-ricco... più che altro perché io ci ho messo un attimo a capire cosa intendessi  :asd:
Poeta Zaza ha scritto: 2024 – Olimpiadi di Parigi. Medaglia d’oro alla ventenne maratoneta tedesca Ann. Pro-pronipote di Gil e Aghata.
Lunga e faticosa la corsa all’oro. Alla premiazione, morde il metallo che cela dentro qualche frammento della pepita d’oro di Gil.
Senza saperlo, lei viene a contatto con le particelle di luce della stella di un altro mondo, che, non da oggi, è della sua famiglia. 
Bellissimo questo parallelismo con la prima parte, e il doppio senso di corsa all'oro. Molto toccante.

Una storia semplice e dolce, ben scritta in ogni sua parte, dai dialoghi (in linea con i tempi in cui è ambientato il racconto) alle descrizioni. A proposito di descrizioni, ai fini del contest penso avresti potuto calcare la mano di più, ma ai fini del racconto è perfetto così. Magari avrei cercato di caratterizzare meglio alcuni termini generici
Poeta Zaza ha scritto: c'è una bella e semplice ragazza
scendendo nei dettagli (bella come?)
e avrei usato di più gli altri sensi oltre alla vista. Dipingi delle immagini molto belle, ma è un racconto, scritto, perciò si può andare ben oltre alle immagini. Gil cerca l'oro nei torrenti: l'acqua è fredda? La corrente è forte? Che rumore fa? Che sapore ha mordere la pirite? Quanto è scomodo dormire in una baracca? Gil è su un promontorio in riva al mare: c'è vento? C'è odore di salsedine? Si sente il suono delle onde, o il rumore della città in fermento? Se sei lì assieme a lui mentre scrivi, le risposte vengono da sé.
Comunque sia, un'ottima prova, mi è piaciuto parecchio. Grande  :D

Re: [Lab4] Corsa all'oro

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Ciao @Poeta Zaza , mia dolce amica.

L’incipit del racconto è assai gradevole, questo Gil mi rammenta il “con la lieta furia d’un uomo di vent’anni” con cui il Manzoni illustra la figura di Renzo Tramaglino nei Promessi Sposi.
(Porta pazienza, sono condizionato da quel poco di letture classiche della mia giovinezza.)

“Da San Francisco, Gil ha preso i suoi vent’anni e li ha portati qui, a esplorare ruscelli sulle pendici della Sierra Nevada, sulle rive del fiume Sacramento. A partecipare alla corsa all’oro”

Mia dolce amica, mi perdonerai se per una volta ho l’ardire di offrirti un mio consiglio: non trovi che quel punto fermo prima di “ A partecipare alla corsa all’oro”, interrompa in modo troppo brusco e forse no giustificato il periodo?
Non vedresti meglio i due punti a chiudere il paragrafo?

“Da San Francisco, Gil ha preso i suoi vent’anni e li ha portati qui, a esplorare ruscelli sulle pendici della Sierra Nevada, sulle rive del fiume Sacramento: a ( o/per ) partecipare alla corsa all’oro”

Ok mi attendo una corposa dose di bacchettate sulle mani per aver impunemente osato tanto.

Tornando al racconto, la storia è piacevole e a tratti didattica, entrando senza risultare oziosa nelle modalità con cui avveniva la ricerca dell’oro sulle rive californiane del Sacramento.

Mi è però sorto un dubbio a proposito di questa frase:

“Un vecchio gli rivela:
- Sai che l’oro non è di questo mondo? L'oro è arrivato sulla Terra dopo la collisione di due stelle di neutroni nello spazio, miliardi di anni fa.”

Ora mi sono posto il quesito sulla plausibilità che un vecchio cercatore d’oro, fosse a conoscenza in quel tempo e in quel luogo di un’informazione scientifica che riguardasse:
“ la collisione di due stelle di neutroni nello spazio, miliardi di anni fa.”

In ogni caso il racconto s’illumina anche di una delicata storia d’amore tra il protagonista e una bella giovane artista dotata di grazioso cappello di paglia, che inserisce una nota romantica nella vicenda.

A gusto mio (quindi del tutto gratuito e ininfluente) mi sarei fermato lì, senza riprendere con la gloriosoa sportiva pronipote insignita della medaglia del prezioso metallo proveniente dalle stelle.
Un happy end leggermente calante.

Complimenti, perdona le mie note a capocchia.
Un grande bacione.  <3

Re: [Lab4] Corsa all'oro

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ightafter ha scritto: L’incipit del racconto è assai gradevole, questo Gil mi rammenta il “con la lieta furia d’un uomo di vent’anni” con cui il Manzoni illustra la figura di Renzo Tramaglino nei Promessi Sposi.
(Porta pazienza, sono condizionato da quel poco di letture classiche della mia giovinezza.)
Ma scherzi? L'ho gradito moltissimo!  :si:
Nightafter ha scritto: Mia dolce amica, mi perdonerai se per una volta ho l’ardire di offrirti un mio consiglio: non trovi che quel punto fermo prima di “ A partecipare alla corsa all’oro”, interrompa in modo troppo brusco e forse no giustificato il periodo?
Non vedresti meglio i due punti a chiudere il paragrafo?
In me, leggendo questa tua "giusta" critica, cresce l'orgoglio di avertela un po' insegnata anch'io, e mi fa tanto piacere.   :) :)
Ti spiego la mia scelta di infrangere questa regola (perché sì, ho una giustificazione):
Usando una frase a parte, staccandola, intendevo darle più enfasi, perché il lettore assimilasse meglio l'accostamento con il finale:
Poeta Zaza ha scritto: Lunga e faticosa la corsa all’oro.
Due modi di correre per lo stesso metallo.   :si:

Mi spiace solo che tu abbia trovata superflua la seconda parte.
Nightafter ha scritto: ven ago 26, 2022 7:33 pmOk mi attendo una corposa dose di bacchettate sulle mani per aver impunemente osato tanto.
Come ti ho spiegato, sono fiera di te.  Scusa se un po' mi prendo il merito.   :sss:
Nightafter ha scritto: ven ago 26, 2022 7:33 pmMi è però sorto un dubbio a proposito di questa frase:

“Un vecchio gli rivela:
- Sai che l’oro non è di questo mondo? L'oro è arrivato sulla Terra dopo la collisione di due stelle di neutroni nello spazio, miliardi di anni fa.”

Ora mi sono posto il quesito sulla plausibilità che un vecchio cercatore d’oro, fosse a conoscenza in quel tempo e in quel luogo di un’informazione scientifica che riguardasse:
“ la collisione di due stelle di neutroni nello spazio, miliardi di anni fa.”
Hai perfettamente ragione! :facepalm:  La prima a farmelo notare è stata  @@Monica. 

Poi @Mina  mi ha suggerito una riformulazione astratta, come una riflessione del vecchio, tipo questa:
- l'oro è arrivato sulla Terra dalle stelle, all'origine dei tempi -
user_id=235 ha scritto:
Grazie @Nightafter. Ricambio  <3
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab4] Corsa all'oro

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Poeta Zaza ha scritto: Da San Francisco, Gil ha preso i suoi vent’anni e li ha portati qui, a esplorare ruscelli sulle pendici della Sierra Nevada, sulle rive del fiume Sacramento. A partecipare alla corsa all’oro.
D’altronde, è solo al mondo e di recente ha perso l’unico parente, il nonno materno, di origine tedesca, che l’ha allevato dopo la morte dei genitori. 
Parlando di oro e di donne, il caro vecchio  lo aveva incitato a partecipare all’avventura dei cercatori, dicendogli:
Mi piace il tuo incipit, ma taglierei la parte che ho evidenziato. Mi sa di piccolo, minuscolo, comunque perdonabile infodump. In un racconto così breve credo non sia indispensabile farci sapere che Gil è orfano e tedesco per metà (o un quarto). 
Taglierei anche quel "Parlando di oro e di donne", visto che poi riporti le parole del vecchio che parla, appunto, di oro e di donne. Eviterei di anticipare le sue parole. Scriverei solo:
Suo nonno lo aveva incitato a partecipare...
Poeta Zaza ha scritto: Comincia la sua corsa all'oro.
Taglierei questa frase. Subito dopo ci dici che Gil viaggia, capiamo che la sua avventura è iniziata.
Poeta Zaza ha scritto: Sognerai di un viso dolce, con negli occhi la miccia per accendere i tuoi di un'altra luce.
Cerca e trova il tuo oro, ma cerca e trova la miccia che accenderà i tuoi domani.
Di chi sono queste parole in corsivo? Del nonno? Sembrano comunque troppo "poetiche", innaturali, costruite. Non credo il nonno parlasse così.
Poeta Zaza ha scritto: un morto della sua misura
Un'immagine cruda e diretta, mi piace. Sinceramente, in un racconto del genere mi sarei aspettato qualche spigolo in più.
Poeta Zaza ha scritto: La gente è indigena, in prevalenza, e infatti riconosce persone di San Francisco che sapeva di trovare.
Se ho capito la frase, mi verrebbe da sostituire quel "e" con un "ma". In prevalenza la gente è indigena, ma ci sono anche persone di San Francisco.
Poeta Zaza ha scritto: L'oro è arrivato sulla Terra dopo la collisione di due stelle di neutroni nello spazio, miliardi di anni fa.
Ho letto di fretta un paio di commenti e so che ti hanno già fatto notare questo inciampo.
Poeta Zaza ha scritto: Ecco la pepita: tre quarti della superficie sono di colore giallastro. La striscia sul pezzo di legno che si porta sempre appresso: striscia gialla. Si sente sorridere come non mai: in profondità. 
A me i due punti piacciono tanto. Alzerei un momento ai due punti. In tre frasi consecutive, però, mi spezzano un po' il ritmo.
Poeta Zaza ha scritto: Pensa se conoscessimo la segnalazione per una nave pirata! Avremmo la visione completa del finimondo, specie da quest'altro lato cieco della collina: gente che corre qui dal basso con le pance o le tette ballonzolanti,  gesticolanti e urlanti...
Non ho capito questa frase. Che cosa vorrebbe dire Gil?
Poeta Zaza ha scritto: il neo ricco Gil
Ci hai già detto che Gil si è arricchito con l'oro, definirlo di nuovo "neo ricco" mi sembra poco utile e un pelo inelegante.

Ciao @Poeta Zaza. Il tuo è un racconto leggero, su un ragazzo che diventa cercatore d'oro e infine trova l'amore. Mi lascia perplesso proprio questa leggerezza. Il lavoro di Gil è un lavoro duro, molto duro, invece sembra quasi che vada in campeggio o in gita scolastica. Gil è un ragazzo giovane ed entusiasta, vive la cosa come un'avventura eccitante, quasi un gioco, ma mi aspettavo che col procedere della storia questa sua visione spensierata si scontrasse con la dura realtà. Fare il cercatore d'oro nell'800 non è roba da tutti. Una vita piena di fatiche, di sacrifici, di dolore. Per Gil invece sembra tutto facile: arriva, trova solo amici, striscia pietre su un legno e diventa ricco. In questo modo secondo me si perde anche il contrasto tra le due fasi della vita di Gil: quella della povertà e del duro lavoro, dei sacrifici appunto, con quella più mite e facile del suo ritorno a San Francisco. Mi aspettavo di leggere qualche riga in più sull'ambiente in cui fatica Gil: la polvere, il buio, il caldo, il freddo, gli infortuni, qualche compagno un po' burbero che lo maltratta...
Mancano colori, suoni, odori. Mancano le descrizioni.
Hai scelto di soffermarti, invece, sulla meraviglia di Gil, che impara cose nuove sull'oro, e sulla soddisfazione che prova quando trova la prima pepita.
Parti con un Gil quasi bambino che resta questo, un bambino con gli occhi pieni di stupore e un po' fuori dal mondo.

Dico brevemente un'ultima cosa. Hai voluto dividere in due, anzi in tre il racconto. Gil cacciatore d'oro, Gil cacciatore di femmine e la corsa di Ann. Tanta carne sul fuoco, forse troppa. È il solito problema, dopo quasi dieci anni di contest mi sento anche stupido a dirlo: lo spazio è poco, tocca arrangiarsi e trovare il modo di gestirlo. È ovvio che quelle scene di vita dura e amara che come dico sopra avrei voluto leggere, è ovvio che si sarebbero ciucciate tutti i tuoi preziosi 10.000 caratteri. Ti avrebbero permesso, però, di trasformare Gil in un uomo, di farlo crescere. Hai preferito seguire un'altra strada, che rispetto, ma il risultato a mio avviso è un ritratto un po' piatto, monocolore, senza contrasti.

Ciao :muu: 

Re: [Lab4] Corsa all'oro

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Poeta Zaza ha scritto: L'attuale Telegraph Hill, all'epoca del mio racconto aveva 'aspetto di un mulino, per via dei bracci che somigliavano a pale (da mulino, appunto) e che, a seconda della posizione in cui venivano spostati, segnalavano il tipo di imbarcazione che stava giungendo in porto.
@Kuno Sopra, ti cito una spiegazione del "mulino" segnaletico, che si trovava in cima alla collina più alta di San Francisco. La città è fatta su tante colline. Le strade quindi, anche oggi, sono tutte salite o discese. Immagina, in quell'epoca, che i due ragazzi sappiano fare la segnalazione di un pericolo via mare: quelli dall'altra parte della collina, che non possono vedere il mare (lato cieco), correrebbero verso la cima per rendersi conto. 
Kuno ha scritto: Non ho capito questa frase. Che cosa vorrebbe dire Gil?
Ti è chiaro adesso?  :muu:
Kuno ha scritto: Se ho capito la frase, mi verrebbe da sostituire quel "e" con un "ma". In prevalenza la gente è indigena, ma ci sono anche persone di San Francisco.
No, volevo dire il contrario di quello che hai inteso tu. Ho ragionato che le pendici la Sierra Nevada sono relativamente vicine a San Francisco. Quindi, parlando di gente indigena, vi comprendevo anche quelli di San Francisco.  :muu:
Kuno ha scritto: Di chi sono queste parole in corsivo? Del nonno? Sembrano comunque troppo "poetiche", innaturali, costruite. Non credo il nonno parlasse così.
Vero, hai ragione. Persino un vecchio del 2022 non parlerebbe così a suo nipote.  :facepalm:
Kuno ha scritto: Ciao @Poeta Zaza. Il tuo è un racconto leggero, su un ragazzo che diventa cercatore d'oro e infine trova l'amore. Mi lascia perplesso proprio questa leggerezza. Il lavoro di Gil è un lavoro duro, molto duro, invece sembra quasi che vada in campeggio o in gita scolastica. Gil è un ragazzo giovane ed entusiasta, vive la cosa come un'avventura eccitante, quasi un gioco, ma mi aspettavo che col procedere della storia questa sua visione spensierata si scontrasse con la dura realtà. Fare il cercatore d'oro nell'800 non è roba da tutti. Una vita piena di fatiche, di sacrifici, di dolore. Per Gil invece sembra tutto facile: arriva, trova solo amici, striscia pietre su un legno e diventa ricco. In questo modo secondo me si perde anche il contrasto tra le due fasi della vita di Gil: quella della povertà e del duro lavoro, dei sacrifici appunto, con quella più mite e facile del suo ritorno a San Francisco. Mi aspettavo di leggere qualche riga in più sull'ambiente in cui fatica Gil: la polvere, il buio, il caldo, il freddo, gli infortuni, qualche compagno un po' burbero che lo maltratta...
Mancano colori, suoni, odori. Mancano le descrizioni.

Hai scelto di soffermarti, invece, sulla meraviglia di Gil, che impara cose nuove sull'oro, e sulla soddisfazione che prova quando trova la prima pepita.
Parti con un Gil quasi bambino che resta questo, un bambino con gli occhi pieni di stupore e un po' fuori dal mondo.

Ciao :muu: 
Ho scurito la parte delle descrizioni mancanti che mi hai segnalato. Grazie di tutti i suggerimenti e le giuste critiche, che completano quanto mi hanno già fatto notare gli altri.   :)

Proprio nel laboratorio delle descrizioni, non ho descritto la vita (dura) del cercatore d'oro: il sudore, gli insuccessi, i logori arnesi, le sopraffazioni,
l'invidia. !Uno dei miei limiti è di far fare a ogni mio testo un tuffo nella melassa... :facepalm:

Onorata del tuo passaggio, @Kuno  Grazie!  :muu:
Kuno ha scritto: mer ago 31, 2022 6:28 pmHai voluto dividere in due, anzi in tre il racconto. Gil cacciatore d'oro, Gil cacciatore di femmine e la corsa di Ann. Tanta carne sul fuoco, forse troppa. 
Non è così! Ho voluto dividere le due corse all'oro. Dalle pepite dell'avo Gil del 1848 alla medaglia d'oro della pro-pro nipote Ann nel 2024. 
Questo volevo far rimarcare con le due parti.   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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