[Lab3] Transizione

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Transizione

Assegnato all'assistenza negli incidenti stradali.
Lugo aveva guardato il messaggio sul quadrante dello smart watch più volte. Non aveva battuto ciglio, ma una punta di delusione gli aveva stretto la bocca dello stomaco.
Un incarico vale l'altro, si era sempre detto. Più che altro la questione era averlo o no un incarico. 
Guardò l'orologio: le 19.35. Meglio procedere con la medicazione, ché poi la sera è il momento in cui gli incidenti si moltiplicano e rischiava di non avere tempo di disinfettare le ferite. Non bisognava saltare la medicazione neanche un giorno, non avevano fatto altro che ripeterglielo. Chissà perché, poi. Si sarebbero infettate come quelle di ogni comune mortale? Ma allora la faccenda era in contraddizione con quello che gli aveva assicurato il chirurgo. Ossia che la transizione era più che altro una questione estetica.
Andò in bagno a prendere il disinfettante, le garze sterili e il cerotto. Preparò tutto l'occorrente: spiegò le garze, tagliò tanti pezzetti di cerotto e imbevette di abbondante alcol denaturato il cotone idrofilo. Si tolse la maglietta e si posizionò di fronte allo specchio piccolo, sul quale si proiettava il riflesso di quello grande. Vide le fasciature che seguivano la linea delle scapole. Lugo sospirò e iniziò la parte più penosa dell'operazione. Staccò i cerotti che tenevano ferme le garze. La pelle già iniziava a tirare ma il fastidio era sopportabile. Le garze rimasero immobili, attaccate alla pelle. Non era un buon segno. Ne sollevò il lembo superiore. Pelle, ferite e garze erano un'unica poltiglia. Poi iniziò a tirare giù la garza. Per farlo doveva piegare il braccio in modo innaturale, quasi in una contorsione. Il bruciore era vivo, imperioso. Una volta tolte le garze si guardò curioso la schiena nuda, solcata da due righe scure di sangue rappreso, a loro volta attraversate da numerosi punti di sutura. Quei tagli spaventosi sembravano già puntellati da tante piccole escrescenze. Poteva essere già in atto la ricrescita di ciò che era stato asportato? Lugo optò in cuor suo per un'illusione della vista e proseguì con la medicazione.
Aveva appena finito di fasciare con la garza la prima ferita quando si accese la luce rossa del suo smart watch. Sotto la luce lampeggiante compariva la geolocalizzazione. Chilometro 36 dell'autostrada A7 in direzione Milano. Indossò la camicia sulla pelle nuda della scapola destra.

L'automobile era preceduta dai solchi neri delle gomme sull'asfalto, due linee parallele e ricurve disegnavano al suolo le frazioni di secondo anteriori all'impatto. Il muso della Mazda grigio metallizzato era tutt'uno con il guardrail. La carrozzeria, accartocciata come un foglio di carta stagnola, era un tripudio di lamiere arricciate. Lugo guardò l'interno dell'auto dal finestrino spaccato. Un ragazzo, solo. Ripiegato su se stesso, si vedeva la testa ciondoloni ricoperta da una folta chioma castana. Lugo fece un passo indietro, per dare il tempo al ragazzo di tirarsi su e di guardare verso di lui. Aveva gli occhi azzurri, le pupille erano due punte di spillo, abbagliate dall'aura di Lugo. 
- È bellissimo, - disse - questa luce è bellissima.
- Vieni - tagliò corto Lugo.
La parte traslucida del ragazzo si staccò dal corpo seduto al posto di guida e si fece prendere per mano. Guardava Lugo negli occhi mentre si dissolveva in minuscole particelle simili a vapore acqueo. E continuava a guardarlo estasiato mentre evaporava via.
Quando si dissolse del tutto, Lugo tornò a osservare il suo corpo terreno. Era più affascinato da quest'ultimo, dalle ferite da cui il sangue sgorgava impetuoso. Dalla carnalità che si celava sotto l'epidermide, così simile alla sue ferite.
Si toccò la scapola destra. La camicia era bagnata, incollata alla pelle. Un'altra luce rossa comparve sul display dell'orologio. Chilometro 114, SS 75. Il tempo di un sospiro e doveva già andare. Le sirene dei soccorsi si annunciavano in lontananza. Fu contento di non aver incrociato altri umani nella scena dell'incidente. Detestava le urla concitate, i pianti dei parenti, lo strazio in generale. L'operazione non aveva scalfito la corazza di indifferenza che lo ricopriva, né c'erano cure ormonali in grado di farlo. L'impassibilità lo avvolgeva come quelll'aura di luce abbagliante che incantava i morti. Aveva letto di trattamenti miracolosi a base di melatonina in grado di scurire il suo contorno luminescente, ma sapeva che erano palliativi, trucchi capaci di mascherare la sua natura per poche ore. E poi non gli importava, non era l'aura di noncuranza ciò che odiava della sua specie, ma la carnalità sbagliata: il candore del piumaggio, la pelle diafana priva di peluria, le ossa cave e, soprattutto, la mancanza dei genitali esterni. Invidiava quegli esseri fragili che accompagnava nel trapasso, ai quali un urto a velocità elevata era fatale, ma dotati di passione. Di quel fuoco cieco che come una fiaccola li guidava nella notte, nel buio di un destino sconosciuto. Tutto il contrario di quello che accadeva a lui, essere impastato di luce ma privo di destino e di morte, fatto di carne e piume sensibili al dolore ma indifferenti alle emozioni. Dotato di ali maestose che si potevano asportare, ma destinate a ricrescere come le code delle lucertole, a cui, sapeva bene, era maggiormente imparentato che agli esseri umani. Nella speciazione evolutiva, dai rettili si erano generati gli uccelli e poi gli angeli, ultimo ramo inerte di un albero genealogico che lo rendeva più simile alla fredda natura di un serpente che a quella di un qualsiasi mammifero superiore.

La luce penetrava dalle fessure della persiana abbassata e un raggio obliquo andò a scaldare una palpebra chiusa di Lugo. Aprì un occhio alla volta, come fanno gli uccelli. Dormiva ancora seduto, accoccolato sulle ginocchia. Il letto matrimoniale in noce era stata una spesa più simbolica che necessaria: dormire sdraiato sulla schiena gli era ancora impossibile. La camicia gli era rimasta appiccicata alla ferita e lo aspettava una medicazione più dolorosa del solito.
La luce rossa dello smart watch iniziò a lampeggiare. Maxi tamponamento tra un mezzo pesante e diverse vetture sul km 97 dell'autostrada del Sole. Sbuffò pensando alla confusione di morti e feriti. Si alzò e andò in bagno a lavarsi il viso. Si sfilò l'orologio dal polso e intravide allo specchio il suo sguardo ostile. "L'angelo caduto dal cielo", mormorò tra i denti, canzonando se stesso. Guardò di nuovo la luce lampeggiante, allarmata e inutile, che gli ammiccava dalla mano. Fu un attimo. Lugo comprese che bastava un attimo a far sì che la transizione si compisse. Con rabbia scagliò lo smart watch sullo specchio. Una ragnatela di crepe gli restituì l'immagine scomposta di quello che era stato un angelo. Fece in tempo a scorgere un lampo di passione nel suo occhio rifratto, quando una nube scura si materializzò alle sue spalle. I corpi traslucidi dei morti del maxi tamponamento erano venuti a cercarlo. Non lo guardavano estasiati, ma furiosi, pronti a dilaniarlo. Doveva fuggire. Fuggire e lottare. Aveva un destino anche lui, finalmente. Il prezzo da pagare perché la transizione fosse completa.


Re: [Lab3] Transizione

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ivalibri ha scritto: Lugo aveva letto guardato il messaggio sul quadrante dello smart watch più volte. Non aveva battuto ciglio, ma una punta di delusione gli aveva stretto la bocca dello stomaco.
I termini stranieri meglio se in corsivo. Per lo stomaco, a racconto ultimato, mi domando se hai voluto la frase fatta.
ivalibri ha scritto: Un incarico vale l'altro, si era sempre detto.
Anche "prima"?
ivalibri ha scritto: e rischiava di non avere tempo di disinfettare del tutto le ferite. 
ivalibri ha scritto: Una volta tolte le garze si guardò curioso la schiena nuda, solcata da due righe scure di sangue rappreso, a loro volta attraversate da numerosi punti di sutura. 
A racconto letto, ti chiedo se non fosse meglio, qui, fare luce sul motivo della sua scelta di diventare un ex angelo.
ivalibri ha scritto: Lugo optò in cuor suo per un'illusione della vista e proseguì con la medicazione.
Perché non hai usato la solita frase: "illusione ottica"?
ivalibri ha scritto: Indossò la camicia sulla pelle nuda della scapola destra, senza garza.
ivalibri ha scritto: L'automobile distrutta era preceduta dai solchi neri delle gomme sull'asfalto, 
ivalibri ha scritto: La parte traslucida del ragazzo si staccò dal corpo seduto al posto di guida e si fece prendere per mano.
Non era già il lavoro che faceva "prima", da angelo?
ivalibri ha scritto: Guardava Lugo negli occhi mentre si dissolveva in minuscole particelle simili a vapore acqueo. E continuava a guardarlo estasiato mentre evaporava via.
Bella immagine.
ivalibri ha scritto: L'operazione non aveva scalfito la corazza di indifferenza che lo ricopriva, né c'erano cure ormonali in grado di farlo. L'impassibilità lo avvolgeva come quelll'aura di luce abbagliante che incantava i morti.
C'è una elle in più in quell'aura.

Più che indifferenza o impassibilità, parlerei di "atarassia" dell'angelo e "insensibilità" nell'ex angelo.
ivalibri ha scritto: non era l'aura di noncuranza indifferenza ciò che odiava della sua specie, ma la carnalità sbagliata: il candore del piumaggio, la pelle diafana priva di peluria, le ossa cave e
ivalibri ha scritto: È bellissimo, - disse - questa luce è bellissima.
L'effetto sui neomorti è comunque buono, come quello di un angelo vero!
ivalibri ha scritto: E poi non gli importava, non era l'aura di noncuranza ciò che odiava della sua specie, ma la carnalità sbagliata: il candore del piumaggio, la pelle diafana priva di peluria, le ossa cave e, soprattutto, la mancanza dei genitali esterni. Invidiava quegli esseri fragili che accompagnava nel trapasso, ai quali un urto a velocità elevata era fatale, ma dotati di passione.
Ma "prima" non aveva questi problemi. Perché ha accettato la transizione? Perché farsi tagliare e ali, il simbolo di ciò che era?
ivalibri ha scritto: Tutto il contrario di quello che accadeva a lui, essere impastato di luce ma privo di destino e di morte, fatto di carne e piume sensibili al dolore ma indifferenti alle emozioni.
Di nuovo mi chiedo perché...
ivalibri ha scritto: Dotato di ali maestose che si potevano asportare, ma destinate a ricrescere come le code delle lucertole, a cui, sapeva bene, era maggiormente imparentato che agli esseri umani.
Mah!
ivalibri ha scritto: Nella speciazione evolutiva,
Un termine che hai voluto?
ivalibri ha scritto: dai rettili si erano generati gli uccelli e poi gli angeli, ultimo ramo inerte di un albero genealogico che lo rendeva più simile alla fredda natura di un serpente che a quella di un qualsiasi mammifero superiore.
Interpretazione fantasy che ci sta.
ivalibri ha scritto: Fu un attimo. Lugo comprese che bastava un attimo a far sì che la transizione si compisse. Con rabbia scagliò lo smart watch sullo specchio. Una ragnatela di crepe gli restituì l'immagine scomposta di quello che era stato un angelo. Fece in tempo a scorgere un lampo di passione nel suo occhio rifratto, quando una nube scura si materializzò alle sue spalle. I corpi traslucidi dei morti del maxi tamponamento erano venuti a cercarlo. Non lo guardavano estasiati, ma furiosi, pronti a dilaniarlo. Doveva fuggire. Fuggire e lottare. 
Da ex angelo cosa sarebbe diventato una volta compiuta la transizione? Rifiutandola cosa gli sta succedendo? Ah sì: diventare diavolo!

Ah no! Qui ti contraddici:
ivalibri ha scritto: dom lug 17, 2022 7:02 pmAveva un destino anche lui, finalmente. Il prezzo da pagare perché la transizione fosse completa.
Se dianzi hai scritto che bastava un attimo perché la transizione fosse completa e Lugo l'ha interrotta bruscamente, perché finisci col dire qui che ha pagato il prezzo perché la transizione fosse completa? Ma se è diventato diavolo lo è stato perché all'ultimo momento si è ribellato alla transizione in corso... cosa sarebbe diventato se avesse accettato di ultimarla?

Comunque (e tieni presente che io sono dura a leggere il non scritto, l'intuibile per gli altri...):

"Show don't tell" e traccia (Mutamenti) rispettati entrambi!  (y)

@ivalibri    :)   Una buona prova, anche se, per me, resta una transizione che "non paga" quella di Lugo e che quindi non si capisce perché l'abbia incominciata.
Anche l'ipotesi di avercelo costretto non reggerebbe, essendo ancora più assurda. 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab3] Transizione

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Ciao cara @Poeta Zaza,
Grazie per le tue preziose annotazioni. Utilissimi i tuoi suggerimenti sulla forma. Mi piacciono molto i termini atarassia e insensibilità che hai proposto, mi sa proprio che te li rubo. 
Quanto ai tuoi dubbi sulla trama mi perdonerai se non ti rispondo subito, vorrei vedere se qualche altro lettore interpreterà in modo diverso la transizione, come era nelle mie intenzioni. Grazie per aver espresso i tuoi dubbi, evidentemente non sono stata abbastanza chiara...
A presto!

Re: [Lab3] Transizione

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ivalibri ha scritto: Lugo aveva guardato il messaggio sul quadrante dello smart watch più volte. Non aveva battuto ciglio, ma una punta di delusione gli aveva stretto la bocca dello stomaco.
Un incarico vale l'altro, si era sempre detto. Più che altro la questione era averlo o no un incarico. 
Guardò l'orologio: le 19.35.
Solo per segnalarti la consecutio. Inizi col trapassato prossimo e proseguì col remoto. Mi stona un po’.
ivalibri ha scritto: La parte traslucida del ragazzo si staccò dal corpo seduto al posto di guida e si fece prendere per mano. Guardava Lugo negli occhi mentre si dissolveva in minuscole particelle simili a vapore acqueo. E continuava a guardarlo estasiato mentre evaporava via.
Cambio di pov. Perché? Finora stavi su Lugo. Perché portarci sul ragazzo?  (Non so se mi sono spiegata)
ivalibri ha scritto: Di quel fuoco cieco che come una fiaccola li guidava nella notte, nel buio di un destino sconosciuto.
Questa è un po’ troppo “carica” 
ivalibri ha scritto: Tutto il contrario di quello che accadeva a lui, essere impastato di luce ma privo di destino e di morte, fatto di carne e piume sensibili al dolore ma indifferenti alle emozioni. Dotato di ali maestose che si potevano asportare, ma destinate a ricrescere come le code delle lucertole, a cui, sapeva bene, era maggiormente imparentato che agli esseri umani. Nella speciazione evolutiva, dai rettili si erano generati gli uccelli e poi gli angeli, ultimo ramo inerte di un albero genealogico che lo rendeva più simile alla fredda natura di un serpente che a quella di un qualsiasi mammifero superiore.
Questa la taglierei tutta. Guarda che si capiva benissimo tutto anche senza questa spiegazione. Anzi, l’immagine iniziale delle ferite dovute all’asportazione delle ali era già molto potente. Non avevi parlato di ali ma tutto era chiarissimo. Perché non dare fiducia al lettore? Perché questo infodump?
ivalibri ha scritto: Il letto matrimoniale in noce
A che serve specificare il materiale del letto?
ivalibri ha scritto: Una ragnatela di crepe gli restituì l'immagine scomposta di quello che era stato un angelo.
Di nuovo… precisazione inutile secondo me.
ivalibri ha scritto: Doveva fuggire. Fuggire e lottare. Aveva un destino anche lui, finalmente. Il prezzo da pagare perché la transizione fosse completa.
La chiusa finale davvero non l’ho capita. Adesso però cerco di spiegarti perché.

ciao  @ivalibri

Racconto riuscito a metà, come la trasformazione del tuo angelo. Ho apprezzato moltissimo tutta la prima parte, quando, in effetti, mostri molto senza raccontare. Si crea un’atmosfera di attesa e viene voglia di proseguire la lettura. Il fatto che siamo di fronte a un angelo che si è fatto asportare le ali è ben chiaro. Il desiderio che lo ha spinto a una decisione simile è quello di riuscire probabilmente a provare emozioni, ma la trasformazione è ancora incompleta. Cosa deve fare per affrancarsi dal proprio destino?
Dal momento in cui si reca nel luogo dell’incidente per accompagnare il ragazzo morente, tutto diventa didascalico. Quel cambio di pov che ti ho segnalato destabilizza un attimo durante la lettura. Iniziano ad arrivare le spiegazioni e il testo si appiattisce. 
il gesto finale di rompere lo specchio e (decidere di non curarsi le ferite?) cosa porta? Cosa succede all’Angelo? Perché i morti vengono a cercarlo? 
Non trovo una spiegazione che mi soddisfi. Provo a ricostruire in base a quello che ho capito.
L’angelo si è fatto asportare le ali immagino, come ti ho detto poco fa, per il desiderio di riuscire a provare le emozioni che gli sono precluse da sempre.
Nonostante l’operazione fatta, l’angelo continua a svolgere la propria mansione “celeste”. (Accompagna i morti da incidenti stradali)
L’angelo decide di non curarsi le ferite e getta via lo smart watch oggetto col quale comunica “col cielo” . Questo è un elemento di disturbo, cioè il fatto che un oggetto così terreno serva per le comunicazioni divine. Lo cambierei in qualcos’altro.
Gettare lo smart watch è l’ultimo atto di ribellione, quello che sancisce la sua trasformazione in un altro essere. Ma non diventa umano… vede i morti. Però prova paura e sa che deve scappare per salvarsi. Mah… Resto coi miei dubbi fino a quando non mi spiegherai. 🌺🌼

Re: [Lab3] Transizione

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Grazie cara @@Monica
Le tue osservazioni sono sempre acute e utilissime.
@Monica ha scritto: Cambio di pov. Perché? Finora stavi su Lugo. Perché portarci sul ragazzo?
Sinceramente non mi sembrava un cambio di pov. Lugo sta guardando il ragazzo e vede quello che gli succede. Ma forse è formulato male e sembra un cambio di pov. 
@Monica ha scritto: Questa la taglierei tutta. Guarda che si capiva benissimo tutto anche senza questa spiegazione. Anzi, l’immagine iniziale delle ferite dovute all’asportazione delle ali era già molto potente. Non avevi parlato di ali ma tutto era chiarissimo. Perché non dare fiducia al lettore? Perché questo infodump?
In effetti ero indecisa su questa parte. Grazie. 
@Monica ha scritto: che serve specificare il materiale del letto?
Un letto di materiale pregiato ma inutilizzato.
@Monica ha scritto: getta via lo smart watch oggetto col quale comunica “col cielo” . Questo è un elemento di disturbo, cioè il fatto che un oggetto così terreno serva per le comunicazioni divine. Lo cambierei in qualcos’altro.
Nell'idea di partenza la tecnologia è un elemento portato sulla Terra dagli angeli. Da lì anche la freddezza come loro caratteristica. Non ho avuto spazio per sviluppare questa parte...
@Monica ha scritto: La chiusa finale davvero non l’ho capita.
Vediamo se qualche altro lettore lo svela. Nelle mie intenzioni nella chiusa c'è la spiegazione per tutto. Che due lettrici siano rimaste col dubbio mi fa già capire che c'è qualcosa che non va nel testo! Alla fine comunque ripasserò a spiegare...
Grazie ancora!

Re: [Lab3] Transizione

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@ivalibri ciao. Un angelo ribelle come incipit alla mutazione. Come idea mi pare buona. Nello specifico della prova dello show- don't tell non vedo niente di travolgente. Col passare dei giorni mi sono reso conto che non è per niente facile e credo che la tecnica migliore da usarsi era quella di scrivere il paradigma, o struttura della trama, avere i personaggi e scrivere una bozza e poi riscriverlo adattandolo allo scopo. Così come ha fatto qualcuna, da come ha riferito: un lavoro impegnativo  richiedente giorni. Il punto forte è l'ambientazione metropolitana alla Blade runner, cosa non facile da mettere in scena. Ciao  <3
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab3] Transizione

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Ciao @bestseller2020,
Grazie per essere passato a leggere e a commentare. Mi sa che hai ragione: sarebbe stato più saggio buttare giù un bozza e poi riscrivere provando a usare lo show don't tell il più possibile. Con il senno di poi sarebbe stata la strategia migliore. Per questa volta è andata così... Mi accontento di aver partecipato e di aver creato un'atmosfera alla Blade Runner, film cult della mia giovinezza. 
Grazie ancora, carissimo!

Re: [Lab3] Transizione

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Ciao @ivalibri 

Bello e intenso questo racconto.

Mi è molto piaciuto il taglio che hai conferito a questo angelo.

In effetti, o sempre pensato che gli angeli, dando ipoteticamente per buona la loro esistenza, fossero delle specie di alieni.
Nulla a che vedere con l'icona che ci viene tramandata dalla tradizione cristiana.
A ben vedere sono esseri creati ad oc con caratteristiche fisiche, attitudini e compiti ben diversi da qualli di un essere umano.
Intanto, nulla a ragion veduta ci induce a pensare che siano buoni di natura, tolta la consolatoria favola infantile del nostro personale angelo custode.
Per quel che ne sappiamo sono degli esseri aggressivi, portati alla violenza e alla pratica dello sterminio (su commissione dello stesso Padreterno), gente malfida, che mal sopporta di sottostare agli ordini divini.
Non a caso la prima rivolta della storia del creato è avvenuta a mano di un drappello d'angeli ribelli capitanati da tal Lucifero.
Quindi questi angeli sono capaci di sentimenti, di passioni e di eventuali colpi di testa.
Il tuo angelo, piovuto sulla terra, ha il pallino di diventare umano, sfuggire all'ingrato compito di «angelo della morte» che gli è stato assegnato e quindi alla stessa eternità.
Giustamente l'operazione non è facile ne priva di dolore, ben lo sanno tutti gli angeli terrestri che anelano a mutare il loro sesso, per sfuggire alla prigione biologica che li ha imprigionati dalla nascita.

Bel racconto, complimenti amica mia.  <3

Re: [Lab3] Transizione

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ivalibri ha scritto: Pelle, ferite e garze erano un'unica poltiglia. Poi iniziò a tirare giù la garza. Per farlo doveva piegare il braccio in modo innaturale, quasi in una contorsione. Il bruciore era vivo, imperioso. Una volta tolte le garze si guardò curioso la schiena nuda, solcata da due righe scure di sangue rappreso, a loro volta attraversate da numerosi punti di sutura. Quei tagli spaventosi sembravano già puntellati da tante piccole escrescenze.
Ciao @ivalibri, sin dalle prime battute riesco a vedere ciò che mostri, con dovizia di particolari, ma senza eccedere. Hai saputo bilanciare molto bene lo "show" con la parte narrata, e questo si evince soprattutto in nell'ultima frase che ho riportato sotto e che chiude l'immagine di lui, intento a medicarsi le ferite. La frase è sì un'informazione per il lettore, ma ben "mascherata" con una domanda alla quale lo stesso Lugo cerca di dare risposta, quindi hai utilizzato la sua mente, i suoi pensieri, per portare avanti la trama senza che la narrazione diventasse prevalente rispetto al mostrato. Complimenti. 
ivalibri ha scritto: Poteva essere già in atto la ricrescita di ciò che era stato asportato? Lugo optò in cuor suo per un'illusione della vista e proseguì con la medicazione.
ivalibri ha scritto: L'automobile era preceduta dai solchi neri delle gomme sull'asfalto, due linee parallele e ricurve disegnavano al suolo le frazioni di secondo anteriori all'impatto. Il muso della Mazda grigio metallizzato era tutt'uno con il guardrail. La carrozzeria, accartocciata come un foglio di carta stagnola, era un tripudio di lamiere arricciate. Lugo guardò l'interno dell'auto dal finestrino spaccato. Un ragazzo, solo. Ripiegato su se stesso, si vedeva la testa ciondoloni ricoperta da una folta chioma castana. Lugo fece un passo indietro, per dare il tempo al ragazzo di tirarsi su e di guardare verso di lui. Aveva gli occhi azzurri, le pupille erano due punte di spillo, abbagliate dall'aura di Lugo. 
- È bellissimo, - disse - questa luce è bellissima.
- Vieni - tagliò corto Lugo.
La parte traslucida del ragazzo si staccò dal corpo seduto al posto di guida e si fece prendere per mano. Guardava Lugo negli occhi mentre si dissolveva in minuscole particelle simili a vapore acqueo. E continuava a guardarlo estasiato mentre evaporava via.
Quando si dissolse del tutto, Lugo tornò a osservare il suo corpo terreno. Era più affascinato da quest'ultimo, dalle ferite da cui il sangue sgorgava impetuoso. Dalla carnalità che si celava sotto l'epidermide, così simile alla sue ferite.
Trovo che sia decisamente la parte più bella del tuo brano, sei riuscita a mostrare il trapasso attraverso un'immagine molto efficace: la dissolvenza di un corpo materiale in particelle impalpabili; e anche qui ritrovo un'altra informazione (necessaria alla trama, e quindi al mutamento di Lugo)  sapientemente mimetizzata utilizzando parole evocative, dal forte impatto immaginifico: "la carnalità che si cela sotto l'epidermide". Mi complimento per l'espressività. 
ivalibri ha scritto: L'impassibilità lo avvolgeva come quelll'aura di luce abbagliante che incantava i morti. Aveva letto di trattamenti miracolosi a base di melatonina in grado di scurire il suo contorno luminescente, ma sapeva che erano palliativi, trucchi capaci di mascherare la sua natura per poche ore. E poi non gli importava, non era l'aura di noncuranza ciò che odiava della sua specie, ma la carnalità sbagliata: il candore del piumaggio, la pelle diafana priva di peluria, le ossa cave e, soprattutto, la mancanza dei genitali esterni. Invidiava quegli esseri fragili che accompagnava nel trapasso, ai quali un urto a velocità elevata era fatale, ma dotati di passione. Di quel fuoco cieco che come una fiaccola li guidava nella notte, nel buio di un destino sconosciuto. Tutto il contrario di quello che accadeva a lui, essere impastato di luce ma privo di destino e di morte, fatto di carne e piume sensibili al dolore ma indifferenti alle emozioni. Dotato di ali maestose che si potevano asportare, ma destinate a ricrescere come le code delle lucertole, a cui, sapeva bene, era maggiormente imparentato che agli esseri umani. Nella speciazione evolutiva, dai rettili si erano generati gli uccelli e poi gli angeli, ultimo ramo inerte di un albero genealogico che lo rendeva più simile alla fredda natura di un serpente che a quella di un qualsiasi mammifero superiore.
Qui invece ti concentri sul tema richiesto da questo Labocontest, ovvero il mutamento; ne spieghi le ragioni ma anche in questo caso lasci che siano le immagini a prevalere sul narrato, e secondo me hai rispettato e applicato molto bene la tecnica dello "show, don't tell", mostrando come si sente Lugo: un angelo intriso di luce ma vuoto di emozioni. Brava!
ivalibri ha scritto: "L'angelo caduto dal cielo", mormorò tra i denti, canzonando se stesso. Guardò di nuovo la luce lampeggiante, allarmata e inutile, che gli ammiccava dalla mano. Fu un attimo. Lugo comprese che bastava un attimo a far sì che la transizione si compisse. Con rabbia scagliò lo smart watch sullo specchio. Una ragnatela di crepe gli restituì l'immagine scomposta di quello che era stato un angelo. Fece in tempo a scorgere un lampo di passione nel suo occhio rifratto, quando una nube scura si materializzò alle sue spalle. I corpi traslucidi dei morti del maxi tamponamento erano venuti a cercarlo. Non lo guardavano estasiati, ma furiosi, pronti a dilaniarlo. Doveva fuggire. Fuggire e lottare. Aveva un destino anche lui, finalmente. Il prezzo da pagare perché la transizione fosse completa.
Il finale: l'attimo di rabbia e la ribellione che, per la prima volta, lo fa sentire "vivo". E poco importa se quei morti vorranno linciarlo, perché ora Lugo ha un destino, e questo lo renderà un essere terreno. Molto efficace l'immagine che mostri: lo specchio crepato, un ex angelo scomposto. Questo è "show"! 

Appunti da farti, davvero non ne ho. È un brano scritto molto bene, intenso, efficace, che, a mio parere, ha rispettato il senso del nostro "esperimento": mostrare un mutamento, ma senza rinunciare a qualche parte di "tell", che, rischio di ripetermi, hai gestito bene. 
Grazie per aver scritto!  <3

Re: [Lab3] Transizione

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ivalibri ha scritto: Lugo sospirò e iniziò la parte più penosa dell'operazione. Staccò i cerotti che tenevano ferme le garze. La pelle già iniziava a tirare ma il fastidio era sopportabile. Le garze rimasero immobili, attaccate alla pelle. Non era un buon segno. Ne sollevò il lembo superiore. Pelle, ferite e garze erano un'unica poltiglia.
Ciao Ivalibri, 
È la prima volta che ti leggo ma vedo che anche tu padroneggi molto bene la scrittura immersiva.
Per lo meno, in questo passaggio hai mostrato benissimo lo stato delle ferite di Lugo (perché hai deciso di chiamarlo così, poi? Per me esiste solo Lugo di Romagna 😂🤣). Ho provato abbastanza ribrezzo e soprattuto mi hai trasmesso chiaramente l'idea del dolore che il personaggio avrebbe dovuto provare. Ottimo!
ivalibri ha scritto: Un ragazzo, solo. Ripiegato su se stesso, si vedeva la testa ciondoloni ricoperta da una folta chioma castana.
Anche qui, riesci a mostrare bene la posizione innaturale della testa del ragazzo. Capiamo subito che è morto nell'incidente.
ivalibri ha scritto: Si toccò la scapola destra. La camicia era bagnata, incollata alla pelle.
Anche qui, hai saputo mostrare il dolore della carne viva che si attacca al tessuto. Complimenti perché, leggendo, sento dolore anche se non me lo dici.
ivalibri ha scritto: Aveva letto di trattamenti miracolosi a base di melatonina in grado di scurire il suo contorno luminescente, ma sapeva che erano palliativi, trucchi capaci di mascherare la sua natura per poche ore.
Questo passaggio è quasi interamente raccontato, ma ti faccio i complimenti per la fantasia. In effetti forse il tuo racconto è uno dei più originali di questo Lab. Dal titolo avevo immaginato tutt'altro.
ivalibri ha scritto: Dotato di ali maestose che si potevano asportare, ma destinate a ricrescere come le code delle lucertole, a cui, sapeva bene, era maggiormente imparentato che agli esseri umani.
Ecco qua sono rimasta un po' perplessa. Perché il chirurgo ha deciso di asportargli le ali se era chiaro che sarebbero ricresciute in poco tempo? Di solito i chirurghi non ragionano in questo modo quando devono valutare se operare o meno un paziente.
ivalibri ha scritto: Fu un attimo. Lugo comprese che bastava un attimo a far sì che la transizione si compisse. Con rabbia scagliò lo smart watch sullo specchio. Una ragnatela di crepe gli restituì l'immagine scomposta di quello che era stato un angelo
Questo è stato il passaggio che mi è piaciuto di più. Hai mostrato chiaramente che per Lugo la transizione vera e propria non è tanto estetica quanto emozionale. Un angelo non prova emozioni, soprattutto non prova rabbia, in effetti. 
ivalibri ha scritto: Non lo guardavano estasiati, ma furiosi, pronti a dilaniarlo.
Sul finale mi è rimasto un interrogativo. Perché le anime dei morti gli si rivoltano contro con tanta furia? Perché lui si rifiuta di accompagnarli in Paradiso negandogli la pace eterna? Io l'ho interpretata così questa scena, ma non sono sicura sia la spiegazione giusta.
Comunque un'ottima prova. Complimenti!

Re: [Lab3] Transizione

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Ciao @ivalibri,
il tuo racconto mi è piaciuto molto, in particolare l'idea di base. L'angelo che vuole diventare umano per poter provare sentimenti ed emozioni, l'idea discendenza dagli uccelli, l'utilizzo della chirurgia che crea un elemento realistico che si fonde con il fantastico.
Sei senz'altro tra quelli che hanno centrato meglio il tema mutamenti (devo ammettere che in diversi racconti che partecipano a questo contest non ho colto questa tematica) e abbastanza lo show don't tell, che nessuno di noi è riuscito a centrare al 100%, ma penso sia una sfida abbastanza impossibile.
ivalibri
Detestava le urla concitate, i pianti dei parenti, lo strazio in generale. L'operazione non aveva scalfito la corazza di indifferenza che lo ricopriva, né c'erano cure ormonali in grado di farlo. L'impassibilità lo avvolgeva come quelll'aura di luce abbagliante che incantava i morti. Aveva letto di trattamenti miracolosi a base di melatonina in grado di scurire il suo contorno luminescente, ma sapeva che erano palliativi, trucchi capaci di mascherare la sua natura per poche ore. E poi non gli importava, non era l'aura di noncuranza ciò che odiava della sua specie, ma la carnalità sbagliata: il candore del piumaggio, la pelle diafana priva di peluria, le ossa cave e, soprattutto, la mancanza dei genitali esterni. Invidiava quegli esseri fragili che accompagnava nel trapasso, ai quali un urto a velocità elevata era fatale, ma dotati di passione.
Qui ad esempio racconti il senso e la ragione del suo mutamento, spieghi il perché e il per come. Arrivati verso il finale abbandoni del tutto lo show don't tell per passare ad una spiegazione già preconfezionata, fornita nero su bianco. Secondo me avresti potuto creare una scena (volendo un flashback se funziona meglio con il layout del racconto) in cui far capire che ciò che lui di noi vuole, e ci invidia, è la capacitò di emozionarci, di appassionarci, di sentire. Al di là del tema della sfida, arricchirebbe il racconto dando emozioni e creando un senso di rivelazione a cui tu, in questo modo, un po' rinunci.

Uscendo dal tema del contest, Io credo che questo racconto abbia molte potenzialità, che potrebbero essere sfruttate appieno se lo revisionassi in modo da sfruttare al meglio l'idea che hai avuto e rendere più lineare sia la trama, sia il messaggio.
ivalibri ha scritto:  I corpi traslucidi dei morti del maxi tamponamento erano venuti a cercarlo. Non lo guardavano estasiati, ma furiosi, pronti a dilaniarlo. Doveva fuggire. Fuggire e lottare. Aveva un destino anche lui, finalmente. Il prezzo da pagare perché la transizione fosse completa.
Ti parlavo di potenzialità. Sul finale tu dai 2 rivelazioni in due righe, entrambe interessanti, entrambe non sfruttate appieno.
Una è relativa al fatto che i morti ora non lo rispettino più, perché non è più un angelo. Ma se così è, perché lo vedono ancora?
L'altra è l'idea di destino collegata alla mortalità, che io trovo BELLISSIMA, ma che butti lì senza darle il giusto peso.
Come direbbe un mio collega, se insegui due lepri non ne prendi nessuna. 
Secondo me dovresti scegliere l'idea con cui chiudere il racconto, e sacrificare l'altra oppure spostare altrove l'altra.
Personalmente sceglierei il destino e toglierei l'altra (magari inserendo solo qualche accenno, in scene precedenti, al fatto che da quando non è più angelo del tutto le anime lo guardano storto e in modo sinistro), anche sulla base del fatto che è l'elemento che anche altri hanno citato come meno convincente.

Ciao Iva e grazie ancora per il racconto!

Re: [Lab3] Transizione

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Ciao @Nightafter,
Grazie per la tua analisi, hai colto perfettamente ciò che volevo comunicare con la figura dell'angelo e con la sua transizione verso la natura umana, che in qualche modo richiama le transizioni di sesso che alcuni affrontano. Grazie ancora!
Ciao @ioly78
Mi rincuora molto il tuo commento in merito allo show don't tell. Pensavo di avere sbilanciato troppo verso il tell nonostante gli sforzi...
Hai colto perfettamente il significato della transizione che volevo trasmettere nonché il significato del finale, che riporto anche come spiegazione per @Poeta Zaza@@Monica:
ioly78 ha scritto: finale: l'attimo di rabbia e la ribellione che, per la prima volta, lo fa sentire "vivo". E poco importa se quei morti vorranno linciarlo, perché ora Lugo ha un destino, e questo lo renderà un essere terreno.
Grazie a te per aver letto!

Re: [Lab3] Transizione

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Molto bello questo racconto, sia per come permetti al lettore di visualizzare immagini e contesto, sia per come riesci a far intuire cose senza dirle direttamente; all'inizio ero convinto che si trattasse di un medico o di un infermiere, mentre solo al dettaglio sul qualcosa che ricresce dalle spalle ho intuito potesse esserci una componente fantastica, molto bravo

Ho apprezzato anche la parte del "soccorso", anche se avrei voluto vedere meglio, più nel dettaglio, questo angelo caduto che fa il suo lavoro di psicopompo. Bella anche la riflessione sul suo rapporto sia con la razza umana che con gli altri angeli, che ti ammetto non avrei mai immaginato di accostare ai rettili

La parte finale ha dato anche a me un certo senso di liberazione, ed ho apprezzato come ti sia collegato al tema dei mutamenti anche se lasciandolo molto vago; il mio dubbio è se il personaggio voglia diventare un essere umano, togliendosi le ali, o se gli va bene qualsiasi cosa, pur di interrompere lo stato di sospensione in cui verte

Re: [Lab3] Transizione

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Bel racconto, @ivalibri. Mi piacerebbe tanto che ci lavorassi ancora, lo merita davvero.
L'idea dell'angelo che vuole diventare umano non è nuovissima, lo è invece il piglio impiegatizio delle incombenze a cui deve dar retta, la mancanza di qualsiasi afflato mistico.
Non mi sono dispiaciuti i tell con cui ha perimetrato la vicenda, ma l'incontro con il malconcio che si dissolve estasiato l'avrei lavorato di più
ivalibri ha scritto: Un ragazzo, solo. Ripiegato su se stesso, si vedeva la testa ciondoloni ricoperta da una folta chioma castana. Lugo fece un passo indietro, per dare il tempo al ragazzo di tirarsi su e di guardare verso di lui. Aveva gli occhi azzurri, le pupille erano due punte di spillo, abbagliate dall'aura di Lugo. 
- È bellissimo, - disse - questa luce è bellissima.
- Vieni - tagliò corto Lugo. 
E' un peccato, ci avrei visto bene un dialogo tra l'acido e il cinico.
ivalibri ha scritto: Detestava le urla concitate, i pianti dei parenti, lo strazio in generale. L'operazione non aveva scalfito la corazza di indifferenza che lo ricopriva, né c'erano cure ormonali in grado di farlo. L'impassibilità lo avvolgeva come quelll'aura di luce abbagliante che incantava i morti.
Idem. 
Lugo non è indifferente né impassibile piuttosto, con espressione elegante, lo definirei scoglionato. Magari ha una bella voce, magari avrebbe voluto far parte del Coro e invece lo hanno sbattuto per strada a raccattare frattaglie. Altrimenti non detesterebbe i piagnistei degli umani, non si sarebbe sottoposto a quello strazio chirurgico, tantomeno si sarebbe abbandonato al gesto violento di spaccare lo specchio con il lancio dello Smart Watch, così simile ai bracciali di certi detenuti.
Mettendo più a fuoco la sua personalità, non in modo introspettivo, ma attraverso le relazioni conflittuali con i suoi assistiti, anche la chiusa con le anime inferocite, abbandonate come in un ambulatorio di borgata, acquisterebbe maggior coerenza e chiarezza. 
E' un racconto interessante, @ivalibri . Intelligente e cattivo quanto basta.
Spero tanto che vorrai rimetterci mano. 
(y)
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
https://www.facebook.com/profile.php?id=100063556664392
https://emanuelasommi.wixsite.com/manu

Re: [Lab3] Transizione

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Bel racconto, @ivalibri. Mi piacerebbe tanto che ci lavorassi ancora, lo merita davvero.
L'idea dell'angelo che vuole diventare umano non è nuovissima, lo è invece il piglio impiegatizio delle incombenze a cui deve dar retta, la mancanza di qualsiasi afflato mistico.
Non mi sono dispiaciuti i tell con cui ha perimetrato la vicenda, ma l'incontro con il malconcio che si dissolve estasiato l'avrei lavorato di più
ivalibri ha scritto: Un ragazzo, solo. Ripiegato su se stesso, si vedeva la testa ciondoloni ricoperta da una folta chioma castana. Lugo fece un passo indietro, per dare il tempo al ragazzo di tirarsi su e di guardare verso di lui. Aveva gli occhi azzurri, le pupille erano due punte di spillo, abbagliate dall'aura di Lugo. 
- È bellissimo, - disse - questa luce è bellissima.
- Vieni - tagliò corto Lugo. 
E' un peccato, ci avrei visto bene un dialogo tra l'acido e il cinico.
ivalibri ha scritto: Detestava le urla concitate, i pianti dei parenti, lo strazio in generale. L'operazione non aveva scalfito la corazza di indifferenza che lo ricopriva, né c'erano cure ormonali in grado di farlo. L'impassibilità lo avvolgeva come quelll'aura di luce abbagliante che incantava i morti.
Idem. 
Lugo non è indifferente né impassibile piuttosto, con espressione elegante, lo definirei scoglionato. Magari ha una bella voce, magari avrebbe voluto far parte del Coro e invece lo hanno sbattuto per strada a raccattare frattaglie. Altrimenti non detesterebbe i piagnistei degli umani, non si sarebbe sottoposto a quello strazio chirurgico, tantomeno si sarebbe abbandonato al gesto violento di spaccare lo specchio con il lancio dello Smart Watch, così simile ai bracciali di certi detenuti.
Mettendo più a fuoco la sua personalità, non in modo introspettivo, ma attraverso le relazioni conflittuali con i suoi assistiti, anche la chiusa con le anime inferocite, abbandonate come in un ambulatorio di borgata, acquisterebbe maggior coerenza e chiarezza. 
E' un racconto interessante, @ivalibri . Intelligente e cattivo quanto basta.
Spero tanto che vorrai rimetterci mano. 
(y)
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https://www.facebook.com/profile.php?id=100063556664392
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Re: [Lab3] Transizione

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Ciao @ivalibri, brava, il tuo racconto mi è piaciuto molto!

Fin dall'inizio fai capire bene che il lavoro di Lugo non lo soddisfa.
ivalibri ha scritto: Si sarebbero infettate come quelle di ogni comune mortale?
Ottimo introdurre con una domanda lo svelamento che il protagonista non è un comune mortale, dicendolo così, en passant.

Meno efficaci le due frasi successive:
ivalibri ha scritto: Ma allora la faccenda era in contraddizione con quello che gli aveva assicurato il chirurgo. Ossia che la transizione era più che altro una questione estetica.
Perché a Lugo preme che sia soltanto una questione estetica per cui ha avuto bisogno dell'assicurazione del chirurgo? Non lo capisco.
Lavorerei sulla costruzione di queste due frasi e sulle informazioni che vuoi dare qui (operazione chirurgica+transizione). Anche l'uso di "ossia" non è né show don't tell né un pensiero del protagonista, quindi fa uscire un po' lettore dall'immersione nella lettura.

Hai reso molto bene la descrizione della pulizia delle ferite. il lettore rimane incollato a leggere per capire di quali ferite si tratta. Sei stata molto brava a far capire piano piano che si tratta di ali che sono state asportate e che quindi Lugo è un angelo. E soprattutto che lui non vuole esserlo.

Molto efficace secondo me è la sequenza di battute del ragazzo incidentato che rimane abbagliato dalla luce, la sua meraviglia, mentre dall'altra parte Lugo taglia corto con freddezza, togliendo il ragazzo la poesia del momento.
Si capisce molto bene che a Lugo quel lavoro sta stretto. Questo concetto lo ribadirai oltre in più frasi, e secondo me dovresti lavorarci su perché ci sono delle ridondanze.
Molto bene fino a:
ivalibri ha scritto: Detestava le urla concitate, i pianti dei parenti, lo strazio in generale.
Già qui già si capisce molto bene la sua impassibilità.

La parte successiva, fino a:
ivalibri ha scritto: lo rendeva più simile alla fredda natura di un serpente che a quella di un qualsiasi mammifero superiore.
È una parte troppo lunga di tell, che secondo me, lavorandoci su, potresti rendere molto meglio. 

La parte da qui fino alla fine, invece, l'ho apprezzata molto, perché fai capire molto bene che la transizione vera non è tanto la parte estetica nell'asportazione delle ali (già fatta), ma è quella della sua ribellione (in atto).

Bel lavoro, complimenti!

Re: [Lab3] Transizione

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@ivalibri  
Arrivare a commentare fra gli ultimi ha lo svantaggio che molto é giá stato detto.
Ho apprezzato anch'io tuta la parte introduttiva con la descrizione delle ferite e la loro cura. Mi é piaciuto molto il dovre chee chiama l'angelo al primo incidente e il ragazzo che si dissolve come un'immagine senza spiegare ció che succede "dopo".
Proprio questa parte mi ha illustrato come mai gli angeli siano cosí algidi e superiori, privi di interesse verso ció che fanno.
Per contrasto il moto interiore del nostro angelo risalta acnora di piú. L'invidia per le emozioni e sentimenti, che lui prova in nuce dato che sente l'esigenza di ribellarsi apre una questione non da poco.
Rabbia, invidia, insoddisfazione sono moti del cuore e lui ne vuole di piú opure sono semplicemente frutto di osservazione e ragionamento?
Per me era chiaro che l'ultimo gesto della ribellione era liberarsi del mezzo di comunicazione con il capo. Non mi ha convinto la rabbia delle vittime imbufalite che lo vanno a cercare. Sará mica l'unico angelo responsabile per quella zona? 
Peró capisco che la transizione necessiti anche di quel tanto di violenza, aggressione e avventura compreso di fuga.
Personalmente avrei mandato un sostituto sul luogo dell'incidente e schiere di angeli a recuperare lui per impedire la transizione definitiva, come se il fatto di distruggere lo smart watch facesse partire allarmi celesti. Poi forse un angelo non tasformato, ma nemmeno fedele a quel dio cosí possessivo e geloso, che gli angli li vuole tutti e pure efficienti, alla fine lo aiuta nella parte finale della transizione con oscuramento dell'aura.
Ma poi dove vanno gli angeli caduti? Nei vicoli a spacciare oppure a vendere noci di cocco ai caraibi?
Insomma ho trovato il tuo racconto bello e intrigante, e mi ha fatto partire la fantasia. Secondo me c'é molto mnateriale per scrivere una cosa piú ampia.

Re: [Lab3] Transizione

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L'idea mi piace, ma mi sembra manchi qualcosa. Cioè, avrei letto il proseguo più che volentieri. Il finale poi arriva abbastanza inaspettato; non abbiamo elementi di lore del mondo, e questo non è per forza un male, ma penso lo sia se uno di questi elementi sconosciuti a noi lettori si rivela il punto di svolta nel finale. Non avevamo la minima idea del peso che l'orologio avesse. Non dico che dovevamo sapere tutto dalla prima riga: che è praticamente ciò che ti rende un angelo, che toglierlo significa attirare su di sé l'ira delle anime che avresti dovuto accompagnare all'aldilà, etc... Ma, almeno, avresti potuto farci capire quanto era importante. Poi perché non ha mai pensato prima di toglierselo? Bastano un paio di frasi qua o là, su come detesti quell'orologio, su lui che si chiede cosa succederebbe a toglierselo, etc etc.
Lo show don't tell non l'ho percepito moltissimo.
ivalibri ha scritto: una punta di delusione gli aveva stretto la bocca dello stomaco
ivalibri ha scritto: Una volta tolte le garze si guardò curioso la schiena nuda
ivalibri ha scritto: Lugo optò in cuor suo per un'illusione della vista e proseguì con la medicazione.
Esempi di espressioni che avresti potuto mostrarci di più

ivalibri ha scritto: dom lug 17, 2022 7:02 pm Nella speciazione evolutiva, dai rettili si erano generati gli uccelli e poi gli angeli, ultimo ramo inerte di un albero genealogico che lo rendeva più simile alla fredda natura di un serpente che a quella di un qualsiasi mammifero superiore.


Appunto che faccio non tanto come correzione, ma più che altro perché penso possa essere utile per il futuro a chiarire un po' di cose.
Nessun gruppo di esseri viventi "si è generato" da un altro gruppo oggi esistente. I rettili (= quelli che esistono oggi) e gli uccelli non sono gruppi che derivano l'uno dall'altro, sono gruppi che hanno avuto pari tempi evolutivi e che derivano da un antenato comune. Perciò, non c'è un gruppo più o meno evoluto, e non esistono gruppi "superiori". Sarebbe più corretto definire che gli uccelli "sono rettili", questo perché si trovano all'interno della radiazione evolutiva dei rettili, e non è possibile definire un gruppo dei rettili che escluda gli uccelli. Detta in modo più chiaro: non esiste alcun antenato comune a tutti i rettili che non lo sia anche agli uccelli.
Per la questione delle emozioni: non sono esclusive dei mammiferi, sono evolute anche nel gruppo dei rettili. In particolare, sono un carattere ancestrale del gruppo degli arcosauri, che comprende coccodrilli e uccelli.

Re: [Lab3] Transizione

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Eccomi qua a ringraziare per gli ultimi commenti.
Grazie, @ScimmiaRossa
ScimmiaRossa ha scritto: Lugo (perché hai deciso di chiamarlo così, poi? Per me esiste solo Lugo di Romagna 😂
È un omaggio all'attore Bela Lugosi, uno dei primi interpreti del ruolo di Dracula.
ScimmiaRossa ha scritto: Perché il chirurgo ha deciso di asportargli le ali se era chiaro che sarebbero ricresciute in poco tempo? Di solito i chirurghi non ragionano in questo modo quando devono valutare se
Hai ragione, ottima osservazione. 
ScimmiaRossa ha scritto: Perché le anime dei morti gli si rivoltano contro con tanta furia? Perché lui si rifiuta di accompagnarli in Paradiso negandogli la pace eterna? Io l'ho interpretata così questa scena, ma non sono sicura sia la spiegazione giusta.
Esattamente!
Grazie, @Raven
Raven ha scritto: Sul finale tu dai 2 rivelazioni in due righe, entrambe interessanti, entrambe non sfruttate appieno.
Una è relativa al fatto che i morti ora non lo rispettino più, perché non è più un angelo. Ma se così è, perché lo vedono ancora?
L'altra è l'idea di destino collegata alla mortalità, che io trovo BELLISSIMA, ma che butti lì senza darle il giusto peso.
Come direbbe un mio collega, se insegui due lepri non ne prendi nessuna. 
Secondo me dovresti scegliere l'idea con cui chiudere il racconto, e sacrificare l'altra oppure spostare altrove l'altra.
Un'osservazione che mi dà molto da riflettere..
Grazie ancora!
Grazie @Bardo96 per il tuo commento e l'apprezzamento!
Grazie anche a @aladicorvo sia per l'apprezzamento che per le ottime critiche e i preziosi consigli!
Grazie @Otta per le tue osservazioni su cui concordo in pieno!
Ciao cara @Almissima
Almissima ha scritto: poi dove vanno gli angeli caduti? Nei vicoli a spacciare oppure a vendere noci di cocco ai caraibi?
Mmmh, qui ci sono idee per un sequel! 
Grazie per il commento!
E grazie anche a @Mina per le tue utili osservazioni. 
Mina ha scritto: gruppo di esseri viventi "si è generato" da un altro gruppo oggi esistente. I rettili (= quelli che esistono oggi) e gli uccelli non sono gruppi che derivano l'uno dall'altro, sono gruppi che hanno avuto pari tempi evolutivi e che derivano da un antenato comune. Perciò, non c'è un gruppo più o meno evoluto, e non esistono gruppi "superiori". Sarebbe più corretto definire che gli uccelli "sono rettili", questo perché si trovano all'interno della radiazione evolutiva dei rettili, e non è possibile definire un gruppo dei rettili che escluda gli uccelli. Detta in modo più chiaro: non esiste alcun antenato comune a tutti i rettili che non lo sia anche agli uccelli.
Per la questione delle emozioni: non sono esclusive dei mammiferi, sono evolute anche nel gruppo dei rettili. In particolare, sono un carattere ancestrale del gruppo degli arcosauri, che comprende coccodrilli e uccelli.
Hai perfettamente ragione. In realtà ho scritto che il gruppo si è generato da un altro perché, sebbene scorretto da un punto di vista scientifico, è come viene percepita comunemente la teoria evoluzionista. Scrivere come invece hai suggerito tu mi pareva potesse risultare stridente agli occhi di molti lettori. Anche a proposito delle emozioni, ho preferito dare una lettura diciamo più "popolare", per cui i rettili sono visti come esseri freddi e privi di emozioni pur non essendolo. 
Grazie ancora!
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