[Lab2] Ciapum

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Ho paura! Non capisco.
Angelo Custode, per favore, fai arrivare la mia mamma come quella volta che mi sono chiuso nell’armadio. Per favore, per favore, per favore.
Mi hanno lasciato qui solo, e mi hanno legato al tavolo.
Prometto che non dico più parolacce e non stacco la coda alle lucertole.
Per favore fai qualcosa!
Grazie Angelo Custode, sono in tre. Fa che siano capaci di slegarmi.
“Mi portate dalla mamma?”
“Ci conferma che lei è il signor Enrico Grumelli?”
“Sono Rico e sto fermo.”
Hanno sorriso. La mamma ha ragione: sono un comico nato.
Grazie Angelo Custode!
“Bene Rico, ci vuole per cortesia raccontare cos’è successo a sua madre Maria Binetti?”
Fa che non le sia successo niente, Angelo Custode! Fa che sia guarita e venga subito qui ad aiutarmi! Guarda ho anche le spalle diritte e non mi mastico la guancia, proprio come vuole mamma quando mi dice che devo fare l’adulto.
“Rico, per favore, vuole raccontarci quando ha visto l’ultima volta sua madre?”
Angelo Custode, fammi dare la risposta giusta. Questo è come la dottoressa che voleva chiudermi nell’istituto per sempre, ma la mamma mi ha salvato. Dov’è la mamma?
Magari se gli racconto tutto quello che vuole sapere, mi riporta a casa.
Angelo Custode aiutami a non fargli vedere che ho paura.
“Non voglio, però te lo dico lo stesso, perché se rispondo giusto la mia mamma mi viene a prendere e ti fa vedere.”
“Bene, mi racconti allora.”
“Mia mamma è a casa con gli impacchi di ghiaccio.”
“Come mai ha gli impacchi di ghiaccio?”
“Non te l’ha detto?”
“No.”
“È caduta dalle scale per andare in cantina.”
“Capisco. Come mai è caduta? È inciampata?”
“No.”
“È stato lei a spingerla?”
“No!”
Io voglio bene alla mamma e lei vuole bene a me. Questo signore non mi piace. Angelo Custode fallo star zitto, finché torna la mamma.
“Allora, Rico, com’è andata?”
“Le ho fatto buh per scherzo e lei è caduta.”
“Poi?”
“Le ho portato il ghiaccio per le botte, però non mi piaceva che era lì sdraiata per terra. Allora l’ho portata nella poltrona di sopra.”
“Però non l’abbiamo trovata lì.”
“Hai trovato la mamma? No, perché da quando sono andato in macchina con i poliziotti, la mamma non l’ho più vista. Mi porti da lei, per favore?”
“Continui a raccontare.”
Non vuole proprio stare zitto, e quello di fianco a lui continua a scrivere. Angelo Custode, fai qualcosa che sono già stufo di parlare.
“Sono andato a prendere altro ghiaccio, ma lei continuava a cascare fuori dalla poltrona. Ho provato a legarla col filo, ma si spezzava sempre. Allora l’ho messa a letto, ma si era sciolto tutto il ghiaccio. Ho pensato che con quella caduta di botte ne ha prese tante e che ci voleva tanto, tanto ghiaccio. Allora sono andato al frigo dei gelati. Ho preso quello al cioccolato. Li dentro c’è tanto ghiaccio. Ho pensato che se tiro fuori tutto, la mamma ci sta e c’è abbastanza ghiaccio per farla guarire.”
Insomma, adesso dovrebbe bastare: cosa vogliono di più prima di chiamare la mamma?
“E poi cosa ha fatto?”
Angelo custode, adesso glielo devo dire. Si arrabbieranno, però la mamma dice che è sempre meglio la verità.
“Mi sono lavato i denti, ho messo il pigiama e sono andato a letto. Però prima ho preso il computer della mamma, ho guardato uno di quei film proibiti e … Non te lo voglio dire!”
“Si calmi, Rico, va bene così.”
“Non te lo dico, perché la mamma non se ne è accorta. Perché la mamma quando lo sa, è delusa, e dice che le faccio venire i capelli bianchi anche se imparo un sacco di cose.”
“Quindi è rimasto da solo per una settimana.”
“Si. Sono stato proprio bravo. Adesso sono un uomo, ho appena compiuto 42 anni.”
“Certo, Rico. Ma sua madre intanto cosa faceva?”
“Mentre la mamma si curava, ho cucinato e lavato i piatti, ho rifatto i letti e anche spolverato. Forse ho ancora guardato un film, forse. Ho anche bagnato i fiori: poco i cactus e tanto i gerani.”
“E la signora Sorgelli?”
“L’ho vista dalla finestra e l’ho invitata a prendere un tè, come fa la mamma. Lei ha portato i biscotti che mi piacciono. Ho messo il tavolo vicino al frigo del gelato, così anche la mamma poteva prendere il tè mentre si curava col ghiaccio. Però lei si è messa a urlare e non si fa così quando si è ospiti, anche se avevamo appena giocato a ciapum.”
Mi è scappato, Angelo Custode, dici che si arrabbia se lo dico?
“Mi scusi signor Grumelli, non ho capito.”
“Ho promesso di non dirlo a nessuno se no la signora Sorgelli non mi fa più giocare a ciapum anche se dice che gioco meglio di suo marito, e la mamma si arrabbia. Prometti di non dire niente?”
“Certo Rico, non si preoccupi, farò in modo che non si sappia in giro.”
“Però forse fa lo stesso, perché piace anche alla signora Luini, alla signora Maldotti, alla signorina Garziletti, alla professoressa De Pions. La mia mamma mi dice sempre che sono bello come un angelo e per questo le sue amiche prima di bere il tè con lei, fanno ciapum come me. A me piace, perché è un gioco da grandi, si fa nudi, sai. E poi sono così contente che regalano sempre dei soldi alla mamma.  Dici che adesso mi viene a prendere?”
“Rico, vediamo. Ma quando la signora Sorgelli si è messa a urlare, lei cosa ha fatto?”
“Le ho dato uno schiaffo forte, come fa la mamma quando faccio i capricci. Lei è stata zitta, e io l’ho aiutata ad alzarsi, ma non voleva stare composta a tavola. La testa cadeva, le braccia le teneva sotto al tavolo. Allora l’ho aiutata con l’asse da stiro. Un po’ di scotch da pacchi e stava seduta dritta con le mani di fianco alla tazzina.”
“Dopo cos’è successo?”
“Ho servito il tè e le ho lasciate sole a chiacchierare. Poi ho preparato la cena, perché la signora Sorgelli non voleva andare a casa. Hanno proprio tante cose da dirsi, lei e la mamma, perché ho preparato anche la colazione, e il pranzo, e un’altra cena.”
“Fino a quando è arrivato il postino, vero?”
“Il postino è molto maleducato. Mi ha detto che puzzo. Invece non ero io, ma la signora Sorgelli; e non è colpa mia se si lava poco. Invece lui ha dato la colpa a me e poi ha telefonato. E poi è arrivata la polizia e mi ha portato via senza farmi prendere niente. E non è giusto, perché la mia mamma mi ha detto che la polizia non mi porta via, anche se alle volte puzzo o grido. Nemmeno se sbircio dalle finestre degli altri, la polizia mi può portare via, perché io sono speciale e ho l’Angelo Custode dalla mia. E adesso devo andare a casa, perché la mia mamma sicuramente è guarita con tutto quel ghiaccio e sarà stufa della signora Sorgelli.”
“Rico, mi spiace deve rimanere qui.”
“Io non voglio rimanere qui. Voglio tornare a casa dalla mia mamma. E se non mi fate andare via, arriva l’Angelo Custode e vi fa vedere lui. La chiama lui la mia mamma che mi riporta a casa!”
“Rico, adesso arriva l’avvocatessa Rita Mainardi. Lei si occuperà di te.”
“Ma oggi non tocca a lei, oggi tocca alla professoressa De Pions fare ciapum.”
 

Re: [Lab2] Ciapum

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devo dire che mi ha messo un pò a disagio e in fondo questa è una buona cosa, perchè vuol dire che il tuo scritto è riuscito. Mi pare siano ben costruito rimanendo in equilibrio tra l'ambiguità iniziale e quelle tinte di dark humor che si palesano nella seconda parte. Non ho appunti specifici da muovere, per cui, ottimo lavoro!

p.s. non so se uno dei temi del racconta possa essere il fatto che a volte facciamo male alle persone a cui vogliamo bene più o meno volontariamente, ma in fondo è sempre "colpa" di ciò che siamo... 

Re: [Lab2] Ciapum

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Complimenti, @Almissima:)

Il Covid non può nulla contro la tua verve letteraria... e la classe non è acqua:si:

Il racconto "prende" chi legge, facendolo "parteggiare" da subito con la logica e la simpatia del Pov di Rico. Che non ha colpe per essere com'è
ed ha saputo trovare  in sé la forza di sopravvivere agli stimoli dell'ambiente, adeguandovisi senza inutili perché.

Qualche sbavatura di punteggiatura (ma stai migliorando!) e ti suggerisco di mettere il termine "ciapum" (bella trovata linguistica! appropriata) in corsivo. 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab2] Ciapum

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Ciao @Almissima
Come stai?
Il tuo racconto presenta la tua consueta verve, una bella inventiva che mette insieme tinte fosche e humour. 
Lo spaesamento iniziale che si prova nel capire chi è la voce narrante è uno dei punti di forza del racconto e, secondo me, si inserisce a pieno titolo nel tema del contest, ossia l'identità. Chi legge infatti si chiede chi sia questo personaggio, un bambino? Un bambino divenuto un assassino una volta cresciuto? Poi la nebbia si dipana e si capisce che la confusione è dovuta dalla particolare natura, e quindi forse identità, del protagonista. Un affascinante mix di innocenza e crudeltà, di infantilismo e di cattiveria, sui quali si basano gli equivoci assurdi e crudeli che l'uomo causa. Molto indovinato, in questo senso, è il ciapum del titolo, un'onomatopea che vale tutto il racconto. 
Tuttavia, a mio parere, questo punto di forza del racconto è anche un punto che mi crea perplessità. La richiesta del contest era di usare la prima persona e quindi anche il relativo POV. Qui invece mi pare che si salti di continuo tra un pov in prima persona a tutti gli effetti, quello in cui lui descrive le sue peripezie e la sua particolare visione del mondo, e le parti di dialogo in cui mi pare che il pov sia esterno al personaggio. È vero che si tratta di dialoghi e, tra l'altro, di dialoghi privi di tag, ma la visione oggettiva che da questi si evince, non può corrispondere al punto di vista naif di Rino.
Questo cambio di pov, inoltre, mi pare che non sia proprio voluto e consapevole e ha quindi un effetto un po' stridente. 
Ovviamente questo appunto va tenuto in considerazione nell'ambito di questo contest, altrimenti è possibile costruire un racconto con un pov alternato e, anzi, in questo caso mi pare più che giustificato. 
Non so, magari sbaglio, ma leggendo il racconto ho avuto la sensazione di assistere a un continuo dentro-fuori del pov.
Oggi voglio fare proprio la rompiscatole e ti faccio un'ulteriore "critica". Leggo da un po' i tuoi racconti e ti apprezzo molto. Vedo che hai una tua particolare voce riconoscibile fatta da questo mix di umorismo e horror e fai bene a esercitarti su questo. Mi piacerebbe però anche vederti cimentare al di fuori della tua confort zone, un po' per curiosità e un po' perché credo che verrebbe fuori qualcosa di molto interessante. 
Ciao!

Re: [Lab2] Ciapum

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@ivalibri  
Sono una bambina scottata dl POV in prima persona e tu l'hai capito al volo!
Ci ho messo i dialoghi perché volevo che ci fosse qualcuno a sentire la storia di Rico, che ci fosse un motivo per cui lui fosse obbligato a dipanare la propria storia. Quindi hai ragione, anche se i dialoghi servono solo da puntello, forse non ho aderito del tutto alla traccia.
E qui aspetto il responso dei giudici.

Inoltre trovo molto interessante la tua proposta di far uscire Almissima dalla sua confort zone fatta di cattiveria e risate. Magari mi puoi aiutare dandomi un qualcosa di simile a un compito?
Perché sai alle volte cerco anche di raccontare una storia "normale", ma man mano che procedo almeno un personaggio mi fa sempre una sorpresa.

Re: [Lab2] Ciapum

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Almissima ha scritto: trovo molto interessante la tua proposta di far uscire Almissima dalla sua confort zone fatta di cattiveria e risate. Magari mi puoi aiutare dandomi un qualcosa di simile a un compito?
Perché sai alle volte cerco anche di raccontare una storia "normale", ma man mano che procedo almeno un personaggio mi fa sempre una sorpresa.
Beh, però se il personaggio ti fa una sorpresa è un peccato anche metterlo a tacere!
Vuol dire che la tua verve è proprio dirompente...
Magari puoi provare a costringerti a non far morire né a far male a nessuno. Chissà cosa combineranno i tuoi personaggi!

Re: [Lab2] Ciapum

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@Almissima ciao!
Complimenti per questo riuscitissimo Forrest Gump dark.
Il racconto fila via intrigante e divertente, con un crescendo di rivelazioni molto ben costruito.
Ai fini del contest ho avuto pensieri simili a quelli di Ivalibri, ma a livello di prodotto: bello bello!
Qualche inezia:
Almissima ha scritto: voleva chiudermi nell’istituto per sempre
Quel per sempre mi stride un po' rispetto alla consapevolezza e intelligenza di Rico
Almissima ha scritto: e rispondo giusto la mia mamma mi viene a prendere e ti fa vedere.
 Non ho capito il ti fa vedere, serve davvero nella frase?
Almissima ha scritto: No, perché da quando sono andato in macchina con i poliziotti, la mamma non l’ho più vista.
Forse questa frase nn serve, mi sembra che spezzi il ritmo.
Almissima ha scritto: “Però forse fa lo stesso, perché piace anche alla signora Luini, alla signora Maldotti, alla signorina Garziletti, alla professoressa De Pions. La mia mamma mi dice sempre che sono bello come un angelo e per questo le sue amiche prima di bere il tè con lei, fanno ciapum come me. A me piace, perché è un gioco da grandi, si fa nudi, sai. E poi sono così contente che regalano sempre dei soldi alla mamma.  Dici che adesso mi viene a prendere?”
“Rico, vediamo. Ma quando la signora Sorgelli si è messa a urlare, lei cosa ha fatto?”
Qui mi sembra un po' forzato che il poliziotto non domandi o non abbia reazioni sul ciapum.

Come dicevo, inezie per dare qualche spunto, ma di nuovo complimenti!

Re: [Lab2] Ciapum

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Almissima ha scritto: Prometto che non dico più parolacce e non stacco la coda alle lucertole.
La frase mi suonerebbe meglio così:
Prometto di non dire più parolacce e di non staccare la coda alle lucertole .

Almissima ha scritto: Grazie Angelo Custode, sono in tre. Fa che siano capaci di slegarmi.
Aggiusterei la punteggiatura. Ti propongo così:

Grazie, Angelo Custode. Sono in tre: fa che siano capaci di slegarmi. 


A parte queste piccole cose non ho altro da segnalarti. Il racconto si legge d’un fiato. All’inizio non si riesce a inquadrare subito il soggetto ed ė un bene perché la curiosità spinge il lettore a proseguire. 
Le identità dei vari personaggi emergono poco a poco come l’orrore che viene attutito dalla vena quasi ironica della narrazione. 
Per quanto riguarda la voce narrante di Rico, forse potrebbe essere utile differenziare i pensieri utilizzando il corsivo.  Sarebbe più facile seguire, a mio avviso.
Per quanto riguarda il pov in prima persona, penso tu sia riuscita a fare un buon lavoro. In effetti c’è il flusso di pensiero dato dal dialogo serrato con l’angelo custode e il racconto degli eventi alla polizia.  
Certo man mani che si legge si intravede una situazione familiare disastrosa e perversa. Non meraviglia che il “ragazzone” sia cresciuto con delle turbe così importanti. 
Una sorta di psico rivisitato, un horror che non osa fino in fondo ma che arriva allo scopo attraverso una penna elegante.

Re: [Lab2] Ciapum

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Ciao @Almissima
Anche io ho provato un po’ di disagio leggendo; fatti così credo che ne avvengono più di quanto non si immagini, certo in gradazioni diverse, come tutto il malsano del mondo del resto. Più che la situazione di Rico, poveretto, mi ha un po’ fatto pensare la metodologia adottata per l’interrogatorio della polizia. 
A mio parere la polizia appena resasi conto dello stato mentale di Rico avrebbe dovuto chiamare uno psicologo di supporto, ne hanno di ottimi che lavorano per loro, il quale avrebbe avuto un approccio diverso. Ma chiunque accorgendosi delle condizioni mentali di Rico dovrebbe parlargli in modo diverso.
Questo per dire che i poliziotti avrebbero dovuto usare un linguaggio meno formale, per far si che Rico fosse a suo agio, non che non lo sia in ogni caso, ma presumo che tutti gli abbiano sempre dato del tu e sentirsi dare del lei improvvisamente potrebbe preoccuparlo e non renderlo così collaborativo.
Sono solo miei pensieri, ho avuto a che fare in passato con ragazzi andati fuori di testa e armati, che bisognava innanzi tutto disarmare. In quei momenti non pensavo minimamente di rivolgermi a loro con il lei, che avrebbe aumentato le distanze e l’autorevolezza, interloquivo con il tu, chiamando il ragazzo per nome, più colloquiale e confidenziale. Per fortuna è andata sempre bene.
Le barriere formali devono cadere in certi casi.
Mi ha colpito anche l’amoralità, l’anaffettività della madre di Rico e la situazione in cui lo costringeva a vivere. E che dire delle sue amiche? Il tutto lo hai reso drammaticamente bene facendolo risaltare nei dialoghi e nei pensieri di Rico, nelle sue inconsapevoli, innocenti ammissioni, nei particolari della sua vita. Alla fine uno normale impazzirebbe e se già ha dei problemi allora per uscirne si metterebbe “innocentemente” a uccidere e non lo si potrebbe certo biasimare o accusare. Non è Rico il colpevole, ma coloro che gli sono stati attorno, a cominciare dalla madre.
Un racconto che non si dimentica facilmente.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab2] Ciapum

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@Alberto Tosciri  
Sul linguaggio dei poliziotti ho avuto le mie perplessitá anch'io.
In un primo momento gli davano del tu, ma mi sembrava poco rispettoso rispetto ac una persone di per sé mite e adulta. Quindi li ho fati parlare con la forma di cortesia anche per aumentare la sensazione di straniazione rispetto alle sue risposte.
È anche vero che non ho molto esperienza per quanto riguarda interrogatori e simili. Come vedi non ci ho nemmeno messo un avvocato. Nella mia fantasia doveva essere solo un colloquio preliminare, non la confessione di un colpevole.

Re: [Lab2] Ciapum

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Alberto Tosciri ha scritto: A mio parere la polizia appena resasi conto dello stato mentale di Rico avrebbe dovuto chiamare uno psicologo di supporto,
Sì, @Almissima , era la prima cosa da fare, addirittura legarlo al tavolo.
Però, capisco che si smonta tutto il racconto e mi dispiace, ma l'ho notato subito.
Potresti far gestire l'interrogatorio da uno psicologo, senza poliziotti in giro. Rico ha bisogno di sostegno subito, non serve nemmeno intimidirlo. Poi, i fatti, una volta entrati in casa, saranno stati chiari agli occhi degli agenti.
comunque l'idea non è da scartare.

Re: [Lab2] Ciapum

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Ciao @Almissima 

Fra tanti racconti dai risvolti drammatici o distopici (mio compreso), la lettura del tuo è veramente una distensiva boccata d’aria fresca che invita al buon umore.
E’ una storia che entra con mano felice, grazia ed eleganza nel filone del cosiddetto “Umorismo nero” (in francese humour noir, in inglese black humor o black comedy)
Si tratta dell'espressione con cui si identifica un un sottogenere di umorismo che tratta di eventi o argomenti generalmente considerati molto seri o addirittura tabù, come : la guerra, la morte, la violenza, la religione, la malattia, la disabilità, la diversità culturale, e diversi ambiti criminali o para-criminali come il terrorismo, l'omicidio, la violenza sessuale, la droga o la pornografia; inscenandoli in maniera parodistica all'interno di contesti surreali o fantasiosi.

L'umorismo nero si differenzia dal genere della blue comedy, che si concentra più su argomenti grezzi e volgari, come la nudità, il sesso e i fluidi corporei. Nell'umorismo osceno, gran parte dell'elemento umoristico proviene da shock e repulsione, mentre la commedia nera include elementi di ironia e di fatalismo.

Fra gli scrittori che si sono distinti per l'uso dell'umorismo nero, si possono citare fra gli altri Mark Twain (famosa la battuta "Le voci sulla mia morte sono oltremodo esagerate"), Voltaire, Jonathan Swift, Kurt Vonnegut, William Faulkner, Ambrose Bierce, Luigi Pirandello, Thomas Pynchon, George Bernard Shaw. Al di fuori della letteratura esempi noti di umorismo nero sono le opere televisive e cinematografiche dei Monty Python.

Devo dire che il racconto mi è molto piaciuto, possiede un ottimo ritmo narrativo, lo hai congegnato in maniera perfetta nel suo meccanismo, il finale è spassosamente travolgente e la figura del povero Rico che si confronta col suo angelo custode è davvero irresistibile.

Complimenti amica mia.
Un abbraccio e buone cose.  <3

Re: [Lab2] Ciapum

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Ciao Almissima, l'umorismo nero mi piace.
Ho tardato con il commento perché volevo rileggere con calma il racconto. A prima scorsa non avevo tenuto in mente l'età del protagonista (associazione standard: angelo custode/ bambino) e sospettavo di aver  frainteso il senso del titolo e parte della storia.
Non sono una lettrice empatica, ma ho davvero parteggiato per il povero Rico: proprio un Forrest Gump dark, usato con cinica immoralità  in primis dalla madre perversa da cui dipende in tutto e poi dalle sue amiche/clienti. Viene (quasi) da compiacersi per la brutta fine delle due donne.
Non tutto fila alla perfezione, è inevitabile, ma  credo che le pecche siano già in evidenza: alcune sbavature del dialogo, lo psicologo mancante, il "lei" dei poliziotti, certo inusuale per il disabile, e altre cosucce. Ma a narrazione è vivace, il ritmo indovinato e la scrittura scorrevole: brava!
 
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: [Lab2] Ciapum

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Almissima ha scritto: Li dentro c’è tanto ghiaccio.
Lì dentro
Almissima ha scritto: Si.



Questa lettura è stata come andare sulle montagne russe. Man mano che leggevo cercavo di capire come fossero andate le cose:
Almissima ha scritto: “È caduta dalle scale per andare in cantina.”
Okay, quindi il padre picchia la madre, e il bambino racconta la versione edulcorata della cosa... ma allora perché è lui a essere legato?
Almissima ha scritto: “Le ho fatto buh per scherzo e lei è caduta.”
“Poi?”
“Le ho portato il ghiaccio per le botte, però non mi piaceva che era lì sdraiata per terra. Allora l’ho portata nella poltrona di sopra.”
Okay, quindi è il figlio a essere violento contro la madre, e per avere questa forza deve essere un adulto rimasto con la mente di un bambino. Questa soluzione mi è piaciuta, mi ha ricordato Norman Bates
Almissima ha scritto: Però lei si è messa a urlare e non si fa così quando si è ospiti, anche se avevamo appena giocato a ciapum.”
Mi è scappato, Angelo Custode, dici che si arrabbia se lo dico?
“Mi scusi signor Grumelli, non ho capito.”
“Ho promesso di non dirlo a nessuno se no la signora Sorgelli non mi fa più giocare a ciapum anche se dice che gioco meglio di suo marito, e la mamma si arrabbia. Prometti di non dire niente?”
“Certo Rico, non si preoccupi, farò in modo che non si sappia in giro.”
“Però forse fa lo stesso, perché piace anche alla signora Luini, alla signora Maldotti, alla signorina Garziletti, alla professoressa De Pions. La mia mamma mi dice sempre che sono bello come un angelo e per questo le sue amiche prima di bere il tè con lei, fanno ciapum come me. A me piace, perché è un gioco da grandi, si fa nudi, sai. E poi sono così contente che regalano sempre dei soldi alla mamma.
Cazzo, terrificante questo ribaltamento. In poche battute ci mostri una situazione complessa, senza spiegoni racconti una realtà perversa e crudele. Piaciuto. Per aggiungere schifo allo schifo, avresti potuto inserire una mezza frase sul fatto che ogni tanto gioca a ciapum anche con la madre
Almissima ha scritto: “Ma oggi non tocca a lei, oggi tocca alla professoressa De Pions fare ciapum.”
Sul finale ho riso. Agghiacciante. Sarà un caso interessante per gli psichiatri che andranno a interrogarlo. Mi sarebbe piaciuto avere uno scorcio, anche piccolo, sul come la sua identità sia finita così. Anche solo una battuta in cui dice che la madre lo ha sempre costretto a fare ciapum sin da quando era bambino.
Insomma, piaciuto  (y)

Re: [Lab2] Ciapum

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Brava @Almissima
Questo tuo inno all'innocenza è un vero gioiellino.
Mi sono piaciute anche certe sfocature e quei modi che il mondo dei normali cerca inutilmente quando è costretto a relazionarsi con la follia.
Di Psyco ne hanno tentato svariati rifacimenti, alcuni davvero imbarazzanti. 
Il tuo se ne va per la sua strada e diverte molto
(y)
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
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https://emanuelasommi.wixsite.com/manu

Re: [Lab2] Ciapum

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Ciao @Almissima, il tuo racconto mi è piaciuto, la tua capacità di spiazzare il lettore è memorabile!

Pro:
- Il racconto prende subito e si vuole capire dove porta e come andrà a finire
- Brava a utilizzare l'angelo custode come escamotage per dare info indirettamente
- Brava a gestire il POV in una persona con ritardo mentale, non è mica semplice
- L'innocenza di Rico fa tenerezza, si parteggia per lui da subito e anche dopo che si scopre quello che ha fatto. Anzi, dopo doppiamente. E non si ha la minima simpatia per le due morte ammazzate
- Nonostante il tema, lo spirito del racconto è divertente e nonostante i fatti macabri e scabrosi il racconto è leggero
- E' un crescendo esilarante, fino al finale spumeggiante che aggiunge materia a ciò che sembrava già abbastanza pieno

Contro:
- Stona il Lei che danno a Rico, che gli parlino come persona adulta nonostante sia lampante che ha dei problemi
- La figura della madre non è ben definita


Il tema dell'identità?
Il POV in prima persona è perfetto


Sembra contraddittorio che una madre del genere si comporti da bigotta quando il figlio guarda un porno:
“Non te lo dico, perché la mamma non se ne è accorta. Perché la mamma quando lo sa, è delusa, e dice che le faccio venire i capelli bianchi anche se imparo un sacco di cose.”
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