[Mi 169] Giulio e Pamela

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Traccia di mezzogiorno: Gender

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Considerato il tema delicato e doloroso per molti, mi scuso se dovessi aver trattato con troppa leggerezza e superficialità l'argomento
C'era un signore che sembrava una signora e una signora che sembrava un signore. Si incontrarono su una panchina a parlare di more.
“Fra meno di un mese saranno pronte.”
“Già, non vedo l'ora.”
“Le marmellate sono squisite.”
Il signore che sembrava una signora provava un'attrazione per la signora che sembrava un signore.
Il primo chiese alla seconda: “Come ti chiami?”
“Giulio e tu?”
“Pamela, piacere.”

Scusate, forse sarebbe meglio dire così: c'era una signora che una volta era un signore e un signore che una volta era una signora. Oppure, c'era un signore che si era sempre sentito una signora e viceversa. O sarebbe più giusto: c'era un signore che a un certo punto della vita non sentiva più quel suo corpo. E lo stesso avvenne per la signora.

“Da quanto sei Pamela?”
“Da quasi cinque anni. E tu? Da quanto Giulio?”
“Da sempre.”
“A pensarci, anch'io mi sento da sempre Pamela. Ma, effettivamente, da quanto lo sei diventato?”
“Cosa intendi?”
“L'operazione!”
“Sono ancora in attesa.”
“È vero, l'importante è come ci si sente dentro. Quindi sei nata Giulia?”
“Già, e tu?”
“Pamelo.”
“Però! Ne sarebbe valsa la pena solo per il nome.”
“Scherzavo, ci hai creduto?”
“Tendo a credere a tutto quello che mi si dice.”
“Se tutti facessimo così...”

“Ho paura!”
“Di cosa?”
“Dell'operazione!”
“Stai tranquillo, basta rivolgersi a un bravo professionista.”
“Già, ma ho paura lo stesso. Tu cos'hai provato?”
“Un dolore pazzesco per diversi mesi.”
“Incoraggiante.”
“Ma poi...”
“Poi?”
“Come vedere realizzato il sogno che hai sempre desiderato. Lo potremmo sperimentare assieme quando sarai pronto.”
“Due invertiti che si innamorano. Pensa che scalpore.”
“Macché! Non gliene frega niente a nessuno.”
“Nel programma pomeridiano, di fronte alle vecchiette, spaccheremmo!”

Arrivò il giorno. Pamela lo accompagnò. Gli avevano riferito che poteva portare un disco da ascoltare durante l'intervento. Scelse i grandi successi di Mina.
Sedici ore di sala operatoria.

Al risveglio lo colse una sensazione di spaesamento, poi lo sguardo si concentrò verso la parte bassa: tubi e tubicini fuoriuscivano dal suo corpo e, a parte un forte dolore, non riusciva a percepire nulla.
Pamela gli rimase sempre accanto. E superati i primi mesi di convalescenza... un giorno Giulio esordì: “Ma... hai mai provato a farlo dopo che hai fatto l'operazione?”
“Beh, no. Ma ho sperimentato con vari oggetti.”
“Ebbene? Com'è andata?”
“Ricordi quell'orrendo souvenir della torre di Pisa? A qualcosa è servito.”
“Ma no! Dai!”
“Scherzavo, secondo te farei una cosa del genere? E poi era anche glitterato.”
“Del genere no, ma di genere sì.”
“Ah, ah, che battuta.”
“Quindi, dopo, si prova ancora piacere?”
“Certo, e anche tu lo proverai. Anzi, lo proveremo.”
“Con quello che mi ritrovo, non so.”
“Lascia perdere, conta tutto il resto. E non dobbiamo neanche prendere precauzioni.”
“Già. Tu, però, un figlio lo hai già.”
“Lo potremmo sempre adottare.”
“Sì, proprio noi.”
“Vieni.”
Pamela lo accompagnò di fronte al grande specchio nella camera da letto.
“Cosa abbiamo di diverso da una normale coppia?” gli disse.
Giulio rimase fermo a guardare la sua immagine accanto a quella di Pamela.
“Qualcosa lo abbiamo: siamo bellissimi!”

Re: [Mi 169] Giulio e Pamela

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@Kasimiro ciao. Prima di tutto ti ringrazio per aver aderito alla mia proposta "gender". Devo anche fare una premessa.  La traccia poteva essere sviluppata in svariati modi.  I personaggi potevano essere i più disparati. Uno poteva essere quello in stile Amanda Lear. In fin dei conti mai avrebbe cambiato sesso. Il fatto di insinuare nella gente che era un ex uomo risultò una semplice manovra pubblicitaria. Cosa che funzionò perfettamente.
Invece tu sei andato dritto alla questione gender, quella da affrontare con molta cautela. Ti sei scusato pure se nel caso qualcuno si fosse sentito messo in imbarazzo. Come ti capisco! :D Credimi però, non hai creato nessun imbarazzo e sei stato anche troppo trattenuto, come qualcuno ha già detto. Sei stato coraggioso solo per il fatto di aver scelto la vita di due persone autenticamente gender. Ci hai messo anche una buona dose di naturalezza. Non sei mai drammatico, ma sfoggi la tua vena da favola. Sento questo timbro che ti contraddistingue. In effetti la storia è raccontata come se fosse un'avventura fantastica, onirica. Un viaggio verso una nuova identità! Manca qualcosa al tuo racconto? Forse sì!  Ma se tu avessi aperto all'indagine intima dei due protagonisti, la favola si sarebbe risolta in una storia di sofferenza pura. Invece hai deciso questo timbro leggero e per niente invasivo. Grazie di aver partecipato al mio primo MI da giudice... (y)
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Mi 169] Giulio e Pamela

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Grazie @Otta@Almissima@bestseller2020,, @Monica@Poeta Zaza per le vostre parole.
Sì, ero intimorito nell'affrontare il testo. Ho letto di esperienze drammatiche e di sofferenza, ma anche di storie bellissime. Penso che chi sia al di fuori da questa condizione, difficilmente possa comprendere a fondo. Mi sono tenuto in una sfera  sospesa, come mi fanno notare spesso anche in altre occasioni. Forse è un mio difetto ma, evidentemente, anche una mia caratteristica, sulla quale dovrò lavorare. 
Alla prossima.

Re: [Mi 169] Giulio e Pamela

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Lo spoiler e il tuo commento individuano giustamente i "limiti" del racconto. Che comunque riesce simpatico e, appunto, favolistico. Scrittura efficace e scorrevole. Ah, mi sono chiesta se una coppia siffatta, sistemati gli aspetti burocratici, sia ritenuta idonea all'adozione. Dovrebbe, in effetti.
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: [Mi 169] Giulio e Pamela

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Ciao @Kasimiro 
Ti dirò che, contrariamente a tanti altri tuoi testi, questa volta non riesco a vederci la tua vena favolistica, un po' disincantata... magari sono solo io a non vederla, e faccio ammenda,  sono un vecchio residuato.
Non vado pazzo per questo genere di racconti, la mia generazione ragionava diversamente,  per quanto io me ne tenessi alla larga. Ma riconosco che tutto abbia la sua importanza e tutto meriti di essere raccontato.
Mi è venuto in mente tanto tempo fa nel WD, quando ero staffer con il nome di Unius, che commentai un racconto che aveva per argomento proprio il gender... Il racconto parlava di un uomo che si sentiva donna e in un occasione di pericolo, dove era l'unico uomo o ex uomo, dove si trattava di usare la forza fisica per salvare delle persone, delle donne mi pare, lui usò quella forza fisica da uomo e salvò le persone.
Io commentai dicendo che probabilmente quell'uomo, istintivamente si era comportato come un uomo, accantonando la sua femminilità che se l'avesse seguita stoicamente fino all'ultimo avrebbe causato una tragedia...  Mi sembrava anche una cosa bella da dire... Scoppiò il caos.
Da allora mi astengo dal dire la mia quando ci sono argomenti del XXI secolo. 
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Mi 169] Giulio e Pamela

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Ciao @Kasimiro, il commento che ti avevo fatto era assai stringato per mancanza di tempo, e in effetti sono fuori dal MI, ma mi sembrava giusto dedicare più tempo all'analisi. 

Ho riletto il tuo racconto. Confermo che mi è piaciuto.
Bella l'atmosfera da favola. Complimenti per aver trattato un tema difficile con leggerezza e delicatezza.
Sei bravo nei dialoghi, poche parole ma che arrivano al punto.
Forse le parti didascaliche sono un po' troppo sbrigative come qui:
Kasimiro ha scritto: Pamela gli rimase sempre accanto. E superati i primi mesi di convalescenza... un giorno Giulio esordì:
Gli unici dubbi che mi vengono da dire sono più che altro tecnici (quindi in una favola forse hanno poco senso) e sono questi:

- Un'operazione così delicata e difficile e che dura 16 ore non si fa in anestesia totale? Che senso ha il disco di Mina?

- Già provano attrazione ancora prima dell'operazione, si conoscono da mesi,  esplicitano l'interesse uno per l'altra e sono innamorati. Perché continuano fino all'ultimo a fare discorsi come se non fossero intimi?

Efficace l'incipit. Molto efficace la parte delle frasi che esplicitano la confusione dei ruoli:
Kasimiro ha scritto: Scusate, forse sarebbe meglio dire così: c'era una signora che una volta era un signore e un signore che una volta era una signora. Oppure, c'era un signore che si era sempre sentito una signora e viceversa. O sarebbe più giusto: c'era un signore che a un certo punto della vita non sentiva più quel suo corpo. E lo stesso avvenne per la signora.
Che è confusione solo negli occhi di chi li guarda, perché invece tra loro due questa confusione non c'è. C'è l'attrazione e poi amore. 

Bella la battuta finale.

Re: [Mi 169] Giulio e Pamela

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Ciao, @Otta un vero peccato per il MI. Ho letto da subito il tuo racconto e mi è sembrato molto interessante, quando lo ripesco lo commento.
Grazie per l'approfondimento. Hai ragione, ci sarebbero diverse cose che non quadrano se entriamo nello specifico.
Diciamo che mi sono concesso diverse ingenuità, considerando appunto l'approccio favolistico.
In effetti 16 ore di operazione... Pensa se il chirurgo avesse ascoltato ad libitum le canzoni di Mina mentre operava...sarebbe impazzito.
Mi piaceva l'idea che un evento così importante, quasi come una rinascita fosse stato accompagnato dalle canzoni che più amava. . Più come un fatto ideale o simbolico. Mi era venuto in mente che anche in alcuni funerali, è successo che sia stato messo il pezzo che più era stato amato. Come una sorta di testimonianza del trapasso... tutto qui.
Nell'altro punto, è come se i due aspettassero di essere completamente pronti...per concedersi all'amore.
Poi, già a distanza di poche ore mi erano venuti in mente un sacco di idee per arricchire e modificare il testo. Vediamo in fase di revisione.
Grazie, a rileggerci
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