Terza traccia: Il pacco
— Signor Verdi, aspetti, c’è un pacco per lei.
— Un pacco per me? Io non ho ordinato niente. La signora tiene in mano un grosso pacco giallo, me lo porge dalla guardiola.
—Bene, vediamo. Mi avvicino e cerco di sbirciare la bolla, sicuramente si è sbagliata.
— È arrivato stamattina, lei mi ha dato l’autorizzazione per ritirare, si ricorda?
— Sì, mi ricordo, ma stavolta deve esserci uno sbaglio. Lo prendo lo stesso, risolverò la cosa al telefono.
— Ah, per me non c’è problema, faccia lei.
— Comunque, grazie Erminia, sei stata gentile.
È bello pesante, fragile, c’è scritto e ... C.E.R.C.O, chissà cosa significa. Mi mancava qualche altra incombenza, con tutto quello che ho da fare oggi. Uhff, che poi, fare le scale, anche se abito al primo piano, è fatica, con questo pacco poi, potrei perdere anche un paio etti in più.
Che scemo, stavo per suonare, invece di prendere le chiavi, non riuscirò mai a farci l’abitudine; ogni volta mi aspetto di trovarla a casa. Lo metto qui, sul tavolo da pranzo, altrimenti resta il pavimento, lì ora c’è tanto spazio.
Alla fine vivere da solo non mi dispiace, pochi mobili da spolverare, mangio quello che mi va e vado a dormire quando mi pare...
Devo lavarmi le mani, l'elastico rosso è ancora sul lavandino del bagno, prima o poi lo butto. Dai, è l’unica cosa che ha lasciato, si è portata via anche il divano e la tv. Vorrei dimenticare quanto l’amavo ma non quanto era stronza, l'elastico resta, mi asciugo e torno in cucina.
C.E.R.C.O, mai sentito, ma oltre al mio indirizzo non c’è scritto niente altro, nulla che indichi la provenienza. Lo apro. No, meglio di no, magari è qualosa di costoso che poi mi toccherà ripagare. Faccio un giro in rete, dopo mangiato però.
Delzioso, un panino superbo; pranzare in solitaria non è male, il cibo sembra più buono, senza chiacchiere assordanti riesco pure pensare e penso proprio che dovrò aprirlo quel pacco.
Ecco, non devo nemmeno lavare i piatti; che tanto poi toccava sempre a me. Potrei fare anche un riposino, cosa che con Teresa fra i piedi… ma è meglio di no. Devo sbrigarmi, invece, al lavoro aspettano la relazione. Bene, se faccio le cose con calma entro le diciannove avrò spedito la mail al capo e sistemato il pacco. Mi resterà tempo anche per guardare un po' di tennis. Ah, cazzo non ho la tv! Vabbè.
Ok, veniamo a noi, anonimo mittente. Gooogle, digito: C.E.R.C.O, invio e… niente, lo sapevo! solo annunci di lavoro e ricerche di alloggi. Ma possibile? Non c’è scritto nulla. Come dovrei fare adesso per restituirlo? Bah, lasciamo stare, pensiamo alla relazione che è meglio.
Dovrei cavarmela con poco, il copia e incolla è il mio campo, nessuno mi batte, che l’abbiano chiesto proprio a me mi gratifica. Aveva proprio ragione mamma: Devi fare ingegneria, è la tua materia. Povera, se sapesse che sfigato sono diventato!
Finita, pronta per la spedizione. Farò un figurone, sembra che io l'abbia scritta di mio pugno.
Oggetto: Norme: ancoraggi e giunti dei tubi innocenti.
Carico l’allegato e via, fatto. E ora… uh, il telefono, dove lo messo? Ah eccolo! sul tavolino e dove altro poteva stare?
— Pronto?
—Buongiorno, chiamo per conto dell’agenzia Viva gli Sposi, lei non ha ancora aperto il pacco che le abbiamo mandato, come mai?
— Ahm, ecco per fortuna che…
— Deve farlo entro le diciannove, altrimenti, perderà il diritto di poter essere reintegrato. Sono tenuta a dirle, inoltre, che lei ha un precedente e se non procede subito col reset, verrà espulso dal catalogo.
— Catalogo? Ma quale catalogo, chi è lei, quale precedente, e cosa significa C.E.R.C.O.
— Esattamente, Centro Entropico Riciclaggio Cervelli Ordinari. Lei non ha rispettato le attese della cliente. Teresa Hammer ha sporto reclamo. L’agenzia Viva gli Sposi si è rivolta a noi per resettare il suo cervello per essere riammesso sul catalogo.
— Coooosa?
— Le comunico che in caso di un suo rifiuto non avrà mai un’altra possibilità, nessuna agenzia la potrà mai reinserire in nessun’altra lista, ma tanto noi in quel caso, lo avremmo già riciclato. Per via del precedente.
— Ma che sta dicendo? Io non sono iscritto da nessuna parte, io sto ben…
— Signore, questa è una azione governativa, il suo cervello non evolve? Il governo da l’autorizzazione: lei verrà riciclato
— Riciclato, riciclato, eh, si fa presto a dire, io non voglio essere riciclato.
— Allora apra il pacco e segua le istruzioni. Si distenda e infili lo spinotto dietro l’orecchio, lo so, che se lo sta chiedendo e no, quella non è una ciste sottocutanea.
Mi tocco la ciste dietro l’orecchio, mi sento mancare, che sta succedendo?
— Ok, ok. Aspetti un attimo, un momento e che diamine! Io non mi ricordo un cazzo e quando mi sarei iscritto?
— Controllo subito. Lei è stato iscritto da sua madre. Nel 1978.
— Mia madre? Io non ne so niente! Come, che diav…1978? Nel marzo del 1978?
— Sì, proprio così, mi dispiace ma è tutto legale. Lei era minorenne e sua madre ha scelto di iscriverla al nostro programma di evoluzione; programma che prevede, in età adulta, l’iscrizione all’agenzia matrimoniale Viva gli Sposi.
— Ooooh, Ecchecazzo! Nel 1978 andavo al liceo, fumavo, bevevo, suonavo la chitarra e il basso, avevo un gruppo metal; sono stati gli anni più belli della mia vita. Ora che ci penso, non ho più visto nessuno di loro dopo l’incidente, non sono venuti nemmeno a trovarmi. E che strano incidente poi, non me lo sono mai spiegato, a mia madre sfuggì la padella di mano e mi prese in piena fronte, solo un incidente ripeteva, ma io sono stato in coma due giorni,
— Signor Verdi, stiamo perdendo tempo, sono le diciotto e cinquanta. Non avrà mai più un’altra possibilità.
— Ma aspetti, lei ha parlato di un precedente, se io fino a oggi non sapevo nemmeno di essere iscritto, perché non mi ricordo di nessun altro episodio simile a questo?
— Adesso controllo.
— Grazie.
— Sua madre. Lei compie gli anni il diciassette marzo vero?
— Sì.
— Il quindici marzo del 1980, lei stava per diventare maggiorenne, è stato richiesto un intervento al C.E.R.C.O: correzione sintropica numero 0300: Amore giovanile indesiderato.
— Cazzo, Mamma, che hai fatto! Io non posso crederci! Mi sento male, mia madre mi ha rovinato, amavo quella ragazzina e ho sempre odiato ingegneria.
— Le modalità che usano i genitori, per far aderire i propri figli, non sono nostra competenza. Sono le diciotto e cinquantacinque. Si decida, apra il pacco, inserisca lo spinotto e resti disteso. Il reset è automatizzato nell’apparecchio in dotazione. Domani, lei stesso, provvederà a restituire il pacco alle poste.
Poggio il telefono sul tavolo. Apro il pacco, tiro fuori un piccolo dispositivo, per lo più era imballaggio. Ho le mani bagnate di sudore, il cavetto mi scilvola a terra, lo raccolgo, sembra sciogliersi tra le dita: mi friggeranno il cervello? Che mi succederà? Cazzo mamma, che ha combinato.
— Io, non lo so, davvero, perché dovrei farlo? batto i denti, all'improvviso ho freddo, il cuore… mi prenderà un infarto, sì credo proprio che mi sdraierò. Oddio che incubo. Sto sognando.
— No, glielo assicuro. Questa è la realtà, mi spiace.
— Signorina, è ancora lì?
— Sì, visto il caso straordinario preferisco restare.
— Grazie, davvero la ringrazio, lei molto carina a non lasciarmi.
— Va bene, ma ora decida, alle diciannove e un minuto verranno a prelevarla, faccia presto, si sbrighi.
— No, non lo farò. Mi parli, lei dove si trova ora? È fidanzata?
— Sarebbe vietato dal reglolamento —
— In questo momento sono in ufficio, a pochi passi da casa sua e no, non sono fidanzata.
— Lavori qui vicino? Ci siamo visti qualche volta? Ti prego dammi del tu, fammi sentire che sei mia amica prima che —
— Hai una melanzana in frigo?
— Cosa?
— Una melanzana oppure una verza, sbrigati!
— Devo prendere una verza dal frigo? Ma, per…
— Spicciati o non farai in tempo, manca un minuto, corri!
— Eccola, ecco ho la verza in mano, che devo fare.
— Ficcaci lo spinotto, lascia la verza sul letto e corri al parco sotto casa. Io ti aspetto sull’altalena.
— Quindi ora stanno resettando una verza?
— Già!
— Ma perché l’hai fatto?
— Oh! Ma per la sintropia, è ovvio.