[MI169] Di verze, sintropia e cervelli fritti

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Terza traccia: Il pacco



— Signor Verdi, aspetti, c’è un pacco per lei.
— Un pacco per me? Io non ho ordinato niente. La signora tiene in mano un grosso pacco giallo, me lo porge dalla guardiola.
—Bene, vediamo. Mi avvicino e cerco di sbirciare la bolla, sicuramente si è sbagliata.
— È arrivato stamattina, lei mi ha dato l’autorizzazione per ritirare, si ricorda?
— Sì, mi ricordo, ma stavolta deve esserci uno sbaglio. Lo prendo lo stesso, risolverò la cosa al telefono.
— Ah, per me non c’è problema, faccia lei.
— Comunque, grazie Erminia, sei stata gentile.
È bello pesante, fragile, c’è scritto e ... C.E.R.C.O, chissà cosa significa. Mi mancava qualche altra incombenza, con tutto quello che ho da fare oggi. Uhff, che poi, fare le scale, anche se abito al primo piano, è fatica, con questo pacco poi, potrei perdere anche un paio etti in più.
Che scemo, stavo per suonare, invece di prendere le chiavi, non riuscirò mai a farci l’abitudine; ogni volta mi aspetto di trovarla a casa. Lo metto qui, sul tavolo da pranzo, altrimenti resta il pavimento, lì ora c’è tanto spazio.
Alla fine vivere da solo non mi dispiace, pochi mobili da spolverare, mangio quello che mi va e vado a dormire quando mi pare...
Devo lavarmi le mani, l'elastico rosso è ancora sul lavandino del bagno, prima o poi lo butto. Dai, è l’unica cosa che ha lasciato, si è portata via anche il divano e la tv. Vorrei dimenticare quanto l’amavo ma non quanto era stronza, l'elastico resta, mi asciugo e torno in cucina.
C.E.R.C.O, mai sentito, ma oltre al mio indirizzo non c’è scritto niente altro, nulla che indichi la provenienza. Lo apro. No, meglio di no, magari è qualosa di costoso che poi mi toccherà ripagare. Faccio un giro in rete, dopo mangiato però.
Delzioso, un panino superbo; pranzare in solitaria non è male, il cibo sembra più buono, senza chiacchiere assordanti riesco pure pensare e penso proprio che dovrò aprirlo quel pacco.
Ecco, non devo nemmeno lavare i piatti; che tanto poi toccava sempre a me. Potrei fare anche un riposino, cosa che con Teresa fra i piedi… ma è meglio di no. Devo sbrigarmi, invece, al lavoro aspettano la relazione. Bene, se faccio le cose con calma entro le diciannove avrò spedito la mail al capo e sistemato il pacco. Mi resterà tempo anche per guardare un po' di tennis. Ah, cazzo non ho la tv! Vabbè.

Ok, veniamo a noi, anonimo mittente. Gooogle, digito: C.E.R.C.O, invio e… niente, lo sapevo! solo annunci di lavoro e ricerche di alloggi. Ma possibile? Non c’è scritto nulla. Come dovrei fare adesso per restituirlo? Bah, lasciamo stare, pensiamo alla relazione che è meglio.
Dovrei cavarmela con poco, il copia e incolla è il mio campo, nessuno mi batte, che l’abbiano chiesto proprio a me mi gratifica. Aveva proprio ragione mamma: Devi fare ingegneria, è la tua materia. Povera, se sapesse che sfigato sono diventato!

Finita, pronta per la spedizione. Farò un figurone, sembra che io l'abbia scritta di mio pugno.
Oggetto: Norme: ancoraggi e giunti dei tubi innocenti.
Carico l’allegato e via, fatto. E ora… uh, il telefono, dove lo messo? Ah eccolo! sul tavolino e dove altro poteva stare?
— Pronto?
—Buongiorno, chiamo per conto dell’agenzia Viva gli Sposi, lei non ha ancora aperto il pacco che le abbiamo mandato, come mai?
— Ahm, ecco per fortuna che…
— Deve farlo entro le diciannove, altrimenti, perderà il diritto di poter essere reintegrato. Sono tenuta a dirle, inoltre, che lei ha un precedente e se non procede subito col reset, verrà espulso dal catalogo.
— Catalogo? Ma quale catalogo, chi è lei, quale precedente, e cosa significa C.E.R.C.O.
— Esattamente, Centro Entropico Riciclaggio Cervelli Ordinari. Lei non ha rispettato le attese della cliente. Teresa Hammer ha sporto reclamo. L’agenzia Viva gli Sposi si è rivolta a noi per resettare  il suo cervello per essere riammesso sul catalogo.
— Coooosa?
— Le comunico che in caso di un suo rifiuto non avrà mai un’altra possibilità, nessuna agenzia la potrà mai reinserire in nessun’altra lista, ma tanto noi in quel caso, lo avremmo già riciclato. Per via del precedente.
— Ma che sta dicendo? Io non sono iscritto da nessuna parte, io sto ben…
— Signore, questa è una azione governativa, il suo cervello non evolve? Il governo da l’autorizzazione: lei verrà riciclato
— Riciclato, riciclato, eh, si fa presto a dire, io non voglio essere riciclato.
— Allora apra il pacco e segua le istruzioni. Si distenda e infili lo spinotto dietro l’orecchio, lo so, che se lo sta chiedendo e no, quella non è una ciste sottocutanea.
Mi tocco la ciste dietro l’orecchio, mi sento mancare, che sta succedendo?
— Ok, ok. Aspetti un attimo, un momento e che diamine! Io non mi ricordo un cazzo e quando mi sarei iscritto?
— Controllo subito. Lei è stato iscritto da sua madre. Nel 1978.
— Mia madre? Io non ne so niente! Come, che diav…1978? Nel marzo del 1978?
— Sì, proprio così, mi dispiace ma è tutto legale. Lei era minorenne e sua madre ha scelto di iscriverla al nostro programma di evoluzione; programma che prevede, in età adulta, l’iscrizione all’agenzia matrimoniale Viva gli Sposi.
— Ooooh, Ecchecazzo! Nel 1978 andavo al liceo, fumavo, bevevo, suonavo la chitarra e il basso, avevo un gruppo metal; sono stati gli anni più belli della mia vita. Ora che ci penso, non ho più visto nessuno di loro dopo l’incidente, non sono venuti nemmeno a trovarmi. E che strano incidente poi, non me lo sono mai spiegato, a mia madre sfuggì la padella di mano e mi prese in piena fronte, solo un incidente ripeteva, ma io sono stato in coma due giorni,
— Signor Verdi, stiamo perdendo tempo, sono le diciotto e cinquanta. Non avrà mai più un’altra possibilità.
— Ma aspetti, lei ha parlato di un precedente, se io fino a oggi non sapevo nemmeno di essere iscritto, perché non mi ricordo di nessun altro episodio simile a questo?
— Adesso controllo.
— Grazie.
— Sua madre. Lei compie gli anni il diciassette marzo vero?
— Sì.
— Il quindici marzo del 1980, lei stava per diventare maggiorenne, è stato richiesto un intervento al C.E.R.C.O: correzione sintropica numero 0300: Amore giovanile indesiderato.
— Cazzo, Mamma, che hai fatto! Io non posso crederci! Mi sento male, mia madre mi ha rovinato, amavo quella ragazzina e ho sempre odiato ingegneria.
— Le modalità che usano i genitori, per far aderire i propri figli, non sono nostra competenza. Sono le diciotto e cinquantacinque. Si decida, apra il pacco, inserisca lo spinotto e resti disteso. Il reset è automatizzato nell’apparecchio in dotazione. Domani, lei stesso, provvederà a restituire il pacco alle poste.

Poggio il telefono sul tavolo. Apro il pacco, tiro fuori un piccolo dispositivo, per lo più era imballaggio. Ho le mani bagnate di sudore, il cavetto mi scilvola a terra, lo raccolgo, sembra sciogliersi tra le dita: mi friggeranno il cervello? Che mi succederà? Cazzo mamma, che ha combinato.
— Io, non lo so, davvero, perché dovrei farlo? batto i denti, all'improvviso ho freddo, il cuore… mi prenderà un infarto, sì credo proprio che mi sdraierò. Oddio che incubo. Sto sognando.
— No, glielo assicuro. Questa è la realtà, mi spiace.
— Signorina, è ancora lì?
— Sì, visto il caso straordinario preferisco restare.
— Grazie, davvero la ringrazio, lei molto carina a non lasciarmi.
— Va bene, ma ora decida, alle diciannove e un minuto verranno a prelevarla, faccia presto, si sbrighi.
— No, non lo farò. Mi parli, lei dove si trova ora? È fidanzata?
— Sarebbe vietato dal reglolamento —
— In questo momento sono in ufficio, a pochi passi da casa sua e no, non sono fidanzata.
— Lavori qui vicino? Ci siamo visti qualche volta? Ti prego dammi del tu, fammi sentire che sei mia amica prima che —
— Hai una melanzana in frigo?
— Cosa?
— Una melanzana oppure una verza, sbrigati!
— Devo prendere una verza dal frigo? Ma, per…
— Spicciati o non farai in tempo, manca un minuto, corri!
— Eccola, ecco ho la verza in mano, che devo fare.
— Ficcaci lo spinotto, lascia la verza sul letto e corri al parco sotto casa. Io ti aspetto sull’altalena.

— Quindi ora stanno resettando una verza?
— Già!
— Ma perché l’hai fatto?
— Oh! Ma per la sintropia, è ovvio.

Re: [MI169] Di verze, sintropia e cervelli fritti

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Che idea straordinaria!
Terribili mamme che impongono ai figli un futuro conformistico, mogli sodisfatte o rimborsate, il dubbio che non si stia parlando di una persona ma di un essere artificale.
Hai gestito benissimo la tensione, hai creato una quotidinitá disturbata da questo pacco inspettato e fastidioso, e poi si apre la voragine di anormalitá. Ecco la vera sorpresa per il lettore: Niente é come si crede e via, davanti allo specchio a controllarsi il rilievo dietro l'orecchio. Non si sa mai.
Ho aprezzato la tua ironia dolceamara, sulle relazioni, sul lavoro, sulla vita in generale. Magari non é il caso di prenderle tropo sul serio, che poi ci resettano quando meno ce l'aspettiamo.
Molto divertente che una melanzana/verza possa sostituire il cervello di un uomo.
Per le donne é diverso, vero?

Re: [MI169] Di verze, sintropia e cervelli fritti

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Alba359 ha scritto: E ora… uh, il telefono, dove lo messo?
refuso sfuggito - l'ho.
Alba359 ha scritto: Ah eccolo! sul tavolino e dove altro poteva stare?
dopo "tavolino" meglio aggiungere una virgola o tre puntini di sospensione.
Alba359 ha scritto: altrimenti, perderà il
non ci va quella virgola
Alba359 ha scritto: Ma quale catalogo, chi è lei, quale precedente, e cosa significa C.E.R.C.O.
punto interrogativo finale.
Alba359 ha scritto: —Bene, vediamo. Mi avvicino e cerco di sbirciare la bolla, sicuramente si è sbagliata.
Non puoi fare seguire il discorso indiretto al diretto senza prima chiuderlo con un trattino.
Alba359 ha scritto: ma tanto noi in quel caso, lo avremmo già riciclato. Per via del precedente
manca la virgola di apertura dell'inciso, dopo "noi".
Alba359 ha scritto: Il governo da l’autorizzazione:

Alba359 ha scritto: dom giu 05, 2022 10:17 pm-   Quindi ora stanno resettando una verza?
— Già!
— Ma perché l’hai fatto?
— Oh! Ma per la sintropia, è ovvio.
Che simpatico racconto, @Alba359:)

Molto, molto piaciuto!  Brava!
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI169] Di verze, sintropia e cervelli fritti

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Alba359 ha scritto: potrei perdere anche un paio etti in più.
di etti
Alba359 ha scritto: No, meglio di no, magari è qualosa di costoso che poi mi toccherà ripagare.
qualcosa
Alba359 ha scritto: senza chiacchiere assordanti riesco pure pensare
a pensare
Alba359 ha scritto: — Sarebbe vietato dal reglolamento —
— In questo momento sono in ufficio, a pochi passi da casa sua e no, non sono fidanzata.
Qui starei sulla stessa riga, visto che è lo stesso personaggio che parla


Molto bello. L'ambientazione mi ha ricordato abbastanza Eternal sunshine of the spotless mind. Che dolce anche il finale, mi ha lasciato con un sorriso.

Re: [MI169] Di verze, sintropia e cervelli fritti

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Complimenti  @Alba359 per l'originalità. Il racconto mi ha letteralmente catturato. Sei riuscita a dare un carattere di verosimiglianza all'idea, che lo ritengo  un valore aggiunto. All'inizio ho pensato che il 1978 fosse fuori luogo per un esperimento del genere, poi però ho pensato che quel periodo è stato l'inizio di una nuova era. Mi sembra che prenda il sopravvento la fantascienza a livello cinematografico: da Guerre Stellari, fino a Blade Runner.
E poi il finale...
Molto brava come sempre.

Re: [MI169] Di verze, sintropia e cervelli fritti

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Alba359 ha scritto: Hai una melanzana in frigo?
Qui ho temuto davvero il peggio!  :lol:
Grande, @Alba359!
Mi hai fatto scompisciare. Non so se hai presente, ma mi hai ricordato certi racconti di @Loscrittoreincolore  (grande Ink!) per la simpatia unità a una situazione potenzialmente terrificante, lo stile frizzante e l'idea visionaria. Insomma, brava! L'unico appunto che ti faccio è di fare più attenzione alla scrittura che in diversi punti presenta imprecisioni e poca cura. Magari è dettato dalla fretta, ma una ripulita è d'obbligo per evitare di disturbare la lettura. A rileggerti!

Re: [MI169] Di verze, sintropia e cervelli fritti

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Ciao @Alba359 

Mi ha colpito quell'inizio di tutto nel 1978. Per me quell'anno è stato l'inizio della fine dell'età dell'innocenza e della pace...
Il signor Verdi... è la prova vivente che è giusto che le colpe dei padri (o delle madri) le paghino i figli. Poveraccio, perché non c'entra nulla, è assolutamente inconsapevole. Mi ha colpito, piaciuto e divertito che nonostante la sua situazione disastrosa trovi il tempo per "provarci" con l'operatrice. E a quanto pare ci riesce pure.  Segno che l'inveterata abitudine degli italiani che ogni lasciata è persa non svanisce mai, nemmeno davanti alla fine... Sarà l'occasione per un prosieguo in un mondo migliore, cioè "normale"?
I caratteri erano pochi, da scarni indizi c'è una montagna di materiale per un proseguimento; però se ti venisse in mente un urban fantasy con punte di drammatica comicità e avventure sei sulla strada buona. 
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
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