[MI166] La bellezza

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Commento a "L'insolito passatempo" di Mithrandir

Traccia di mezzogiorno.

Aveva i capelli corti, fini e neri. Un incarnato bianco e grandi occhi scuri. Non dimostrava più di venticinque anni. La vide in fila al supermercato, dove comprava un sacchetto di pesche bianche.
L’uomo non aveva mai fatto nulla del genere. Non pensava di essere quel tipo di persona. La seguì, a debita distanza, lungo le vie del centro. La ragazza entrò nel portone d’un palazzo. Sul citofono, c’era la targhetta della scuola di danza. L’uomo pensò che potesse essere un’istruttrice; indossava fuseaux neri e scarpe basse.

«Hai preso i petti di pollo?»
«Cosa?»
«I petti di pollo. Li hai presi?»
«Non so. Non ricordo» rispose l’uomo, poggiando la spesa sul tavolo della cucina.
«Come fai a non ricordare?»
«No, non li ho presi.»
«Erano in offerta.»
«Mi sono dimenticato.»
La moglie si passò i polpastrelli nelle occhiaie.
«Erano in offerta. Ti avevo detto di prenderli stamane.»
«Ho preso il merluzzo.»
«Il merluzzo non era in offerta.»
«Mi spiace.»
«Ti spiace, certo.»
La donna prese la borsa e il soprabito.
«Dove vai?»
«Al supermarket.»
Lasciò la casa sbattendo la porta. L’uomo si poggiò al divano, non sapendo bene che pensare. S’illudeva fosse un periodo. Sì, ma da quando quel periodo durava? Non ricordava più quando, nel loro matrimonio, non era stato così. Pochi sprazzi di gioia fra tanti giorni di malumore. 
Intanto il volto di quella ragazza continuava a tormentarlo. Cosa gli era preso? Un uomo sposato che s’interessava a una donna più giovane. Pensava di non essere così. Cercò sul cellulare il numero di telefono di quella scuola di danza. Telefonò.
«Sì?»
«Parlo con l’istruttrice?»
«Sono io.»
Avvertì che il cuore perdeva un colpo.
«Vorrei iscrivere mia figlia.»
«Le iscrizioni sono chiuse fino a settembre.»
«Vorrei parlare con voi. In vista di settembre.»
«Può passare domani, se vuole. Bisogna fare una tessera associativa. Quella può farla subito, se vuole.»
«Va bene.»
«Servono due foto-tessera.»
«Certo.»
L’uomo chiuse la telefonata. Si dedicò a sistemare il resto della spesa fra la dispensa e il frigorifero.

Il giorno seguente, dopo il lavoro, andò alla scuola di danza. Salendo le scale, sentì una musica incantevole, gli pareva di ricordare che provenisse da un balletto russo.
Anche la donna che aprì la porta era molto bella, ma aveva la sua stessa età.
«Lei è qui per?»
«Fare la tessera associativa. Per mia figlia. Ho parlato al telefono con lei o qualcun’altra.»
«Mi segua.»
Musica. Rumore di passi di danza dall’altra stanza. Vide, forse, il volto della ragazza dai capelli neri riflesso nei vetri della palestra, o forse non era lei.
Andarono nell’ufficio. I lineamenti della signora erano marcati. Aveva occhi azzurri e un capelli biondi pettinati all’indietro. Aveva un aspetto fuori moda.
«Settembre è distante» disse la donna.
«Mi piace la vostra scuola.»
«Come ci ha conosciuti?»
«Ho trovato un volantino.»
«Non ne facciamo.»
«No, infatti. Mia figlia mi ha chiesto di iscriversi. Ne ha sentito parlare da un’amica.»
«Perché sua figlia non è con lei?»
L’uomo si portò la mano sulla fronte. Farfugliò qualcosa, poi disse:
«Mi perdoni. Ho commesso qualcosa di stupido.»
«Non capisco.»
«Non ho alcuna figlia.»
«Perché è qui?»
La giovane istruttrice di danza s’affacciò alla porta della segreteria. Prese una bottiglia d’acqua da un piccolo frigo. Sorseggiò dalla bottiglia e tornò dalle allieve.
«Capisco» disse la donna. «È qui per la mia, di figlia.»
«Il mio matrimonio è in crisi.»
«Da quando?»
«È sempre stato così. Non avremmo mai dovuto sposarci in primo luogo.»
«Non avete prole?»
«No.»
«La lasci.»
«Lei è sposata?»
«Vedova.»
«Cosa faccio, dopo che l’ho lasciata?»
«Lei è interessato in donne troppo giovani per lei. Raramente funziona, nonostante quel che si vede nei film.»
«Non so che mi è preso.»
«Una sbandata. Può capitare. Lasci perdere mia figlia, non è per lei. A settembre, venga di nuovo qui.»
«Non ho alcuna figlia da iscrivere.»
«Lei trovo che io sia bella?»
«Sì.»
«Credo anche di avere l’età giusta. Da quando mio marito è morto, però, faccio fatica ad aver una vita sentimentale. Sono troppo giovane per essere una vedova, e troppo in là perché qualcuno mi approcci. A lei posso interessare?»
«Perché mi dice questo? Ci conosciamo appena.»
«Mi dà l’idea di essere una persona gentile. E ha bei lineamenti.»
«Le piaccio?»
«Sì.»
«Ora mi sento confuso.»
«Torni a settembre. Prima delle ferie estive siamo tutti stanchi e confusi.»
L’uomo vide il paio di scarpe ballerina nera appese vicino alle targhe argentee dei premi dei saggi di danza. In quello scorcio comprese tutto, delle due donne che conducevano la palestra: il talento, il sacrificio, il duro tentativo di condurre una vita artistica in una città di provincia. Il dovere della bellezza. Lasciò quella scuola di danza deciso a non tornare più. Lui lì non apparteneva.

«Dove sei stato?» chiese la moglie, entrando in casa.
«In palestra» rispose l’uomo, spegnendo il televisore.
«Stasera ti cucino i petti di pollo. Li faccio col limone, come piacciono a te.»
«Grazie.»
«Stai pensando di iscriverti in palestra?»
«Sì.»
«Dovresti. Ti farebbe bene.»
«Dici?»
«Sei sempre di cattivo umore.»
La donna cucinò i petti di pollo in padella. Nonostante avessero la cappa, l’odore si spanse dalla cucina in soggiorno, risvegliando il suo appetito. Pensava di non avere fame.
Si poggiò all’entrata della cucina. Sua moglie non era bella e non curava molto il suo aspetto. Oltre a quello, si chiedeva cosa non andasse in lei. Lei aveva ragione, doveva badare maggiormente alle economie domestiche. Era sempre distratto, trascurato, di cattivo umore. Prendere i petti di pollo in offerta. Andara a fare benzina dove costava di meno. Di quelle cose litigavano. Per il resto, cosa non andava, per davvero, nel loro matrimonio? Decise di adattarsi a lei. Forse era per colpa sua, se le cose andavano male.
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Re: [MI166] La bellezza

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Domenico S. ha scritto: La giovane istruttrice di danza s’affacciò alla porta della segreteria. Prese una bottiglia d’acqua da un piccolo frigo. Sorseggiò dalla bottiglia e tornò dalle allieve.
«Capisco» disse la donna. «È qui per la mia, di figlia.»
«Il mio matrimonio è in crisi.»
Potevi far girare il protagonista verso la giovane donna, fargli mostrare un minimo di interesse davanti alla madre, altrimenti, come fa a capire al volo quella donna? Inoltre trovo inverosimile che lui confessi all'istante. Poteva mettere qualsiasi scusa e andarsene via. Dire a una sconosciuta, Il mio matrimonio è in crisi mi pare eccessivo.
Domenico S. ha scritto: dom apr 10, 2022 3:55 pm«Credo anche di avere l’età giusta. Da quando mio marito è morto, però, faccio fatica ad aver una vita sentimentale. Sono troppo giovane per essere una vedova, e troppo in là perché qualcuno mi approcci. A lei posso interessare?»
«Perché mi dice questo? Ci conosciamo appena.»
Credo che nessuna donna elemosini attenzioni in questo modo, e poi, perchè a settembre?
Ciao @Domenico S.  Stavolta ho trovato il racconto un pò spento, privo di qualcosa che ho sempre riscontrato nei tuoi testi. inoltre non ho visto la benchè minima traccia della traccia di mezzogiorno. Può essere che sia stordita io èh. Nel caso mi spiegherai.


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Re: [MI166] La bellezza

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@Alba359 Mi spiace la storia non ti sia piaciuta. L'infinito racchiuso nel piccolo è l'epifania che ha il protagonista quando guarda le scarpe appese alla parete.
Domenico S. ha scritto: L’uomo vide il paio di scarpe ballerina nera appese vicino alle targhe argentee dei premi dei saggi di danza. In quello scorcio comprese tutto, delle due donne che conducevano la palestra: il talento, il sacrificio, il duro tentativo di condurre una vita artistica in una città di provincia. Il dovere della bellezza. Lasciò quella scuola di danza deciso a non tornare più. Lui lì non apparteneva
Speravo di essere rimasto così nella traccia, ahimè...
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Re: [MI166] La bellezza

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Domenico S. ha scritto: L’uomo vide il paio di scarpe ballerina nera appese vicino alle targhe argentee dei premi dei saggi di danza. In quello scorcio comprese tutto, delle due donne che conducevano la palestra: il talento, il sacrificio, il duro tentativo di condurre una vita artistica in una città di provincia. Il dovere della bellezza. Lasciò quella scuola di danza deciso a non tornare più. Lui lì non apparteneva.
Scusami, no ho colto per niente. Te lavevo detto che sono stordita. Non è che non mi sia piaciuta, mi è sembrato che manchi qualcosa.

Re: [MI166] La bellezza

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@Domenico S. anch'io ho trovato che la traccia non sia stata rispettata, questa deve tradursi nel nucleo del racconto, non può essere rappresentato da un elemento appena citato, messo lì quasi per caso.  Un elemento inserito come hai fatto tu con le scarpette sfugge facilmente al lettore. La storia inoltre pecca nel dialogo tra la madre della ragazza e il tuo protagonista. La donna pronuncia un perentorio "La lasci"  (senza conoscere minimamente la storia dei due coniugi) che con il seguito delle altre battute diventa poco verosimile. Andrebbe rivisto questo pezzo.
Traccia a parte e riformulato il dialogo che mi ha fatto sorgere i dubbi, il tuo racconto non sarebbe affatto male, si percepisce questa malinconia e questa attrazione verso la ragazza che non è quella di un vecchio bavoso, piuttosto di un uomo che ha ancora sete di vita e di bellezza. Racconto decisamente recuperabile. 
Ciao e alla prossima

Re: [MI166] La bellezza

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Ciao @Domenico S.
Intanto voglio dirti che mi dispiace per averti assegnato mezzo punto di penalità! È vero che nella traccia c'era scritto di svolgerla liberamente, ma non mi era chiaro che lo svolgimento della traccia fosse nel dettaglio delle scarpette, cosa che poi ho letto in una risposta ad un commento che esprimeva la mia stessa perplessità.
Poi io penso che al di là della traccia l'importante è avere uno spunto da cui partire e scrivere un bel racconto, e su questo  tu non hai certo problemi.
Il racconto infatti è scritto con uno stile scorrevole e coinvolgente. Da rivedere secondo me è la parte in cui il protagonista e la donna della scuola di danza si fanno delle confessioni molto intime. Non perché questo non sia possibile, sia nella vita che nella finzione possono succedere cose incredibili, ma è come se mancasse qualcosa che abbia provocato un comportamento così insolito. Se tu inserisci un elemento scatenante, anche in un dettaglio,  quella parte allora risulterebbe più "accettabile" agli occhi del lettore.
Perché il racconto merita, a mio avviso, vi ritrovo la tua consueta attenzione ai dettagli e alle emozioni dei personaggi, in una chiave intimistica e un po' malinconica.
Grazie per aver partecipato e alla prossima!

Re: [MI166] La bellezza

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@ivalibri Ciao, mi scuso per non aver aderito in pieno alla traccia, io sinceramente pensavo che il dettaglio delle scarpe fosse importante per il racconto, perché aiuta il protagonista a comprendere il vissuto della donna che ha di fronte e, perciò, a comprendere come egli non appartiene a un posto in cui, in fondo, è un intruso. Prendo atto che il dialogo fra la donna e il protagonista ha ricevuto molte critiche. Io credo che volessi rappresentare una donna che, dopo una certa età, con poco tempo da perdere, si sente libera di parlare liberamente e anche in modo audace. Questo non è stato colto: per colpa mia, perché ho veicolato male il messaggio di fondo. Se mai dovessi pubblicare il racconto, sicuramente rivedrei questa parte. Ti ringrazio per aver colto ciò che di buono ho scritto, e mi scuso ancora per non aver compreso a fondo la traccia. A rileggersi!
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Re: [MI166] La bellezza

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Ciao @Domenico S., trovo il tuo racconto molto malinconico. Sia il protagonista che la madre della ragazza sono due persone depresse e insoddisfatte. Si aggrappano ad appigli sdrucciolevoli per sentirsi vivi: il protagonista si lancia nel contattare la scuola di danza come un colpo di testa di un disperato, la madre della ragazza si propone al primo arrivato come a un chicchessia...
Una possibile alternativa al rendere quei dialoghi più verosimili (in effetti inverosimili lo sono), potrebbe essere proprio quella di enfatizzare questa alienazione dei personaggi.
Ne verrebbe fuori un racconto surreale, ma d'altronde non è surreale la depressione?

Re: [MI166] La bellezza

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@Otta Ciao, in effetti non è un racconto allegro, ma se ci fai caso il finale è positivo. Come quando, alla fine di una giornata triste, ti succede qualcosa che te la fa rivalutare. Il protagonista decide che se vuole cambiare la sua vita deve cambiare il suo atteggiamento, e non provare cose disperate. Mi spiace questo messaggio non sia arrivato. Forse, sistemando la parte considerata inverosimile, il messaggio passerebbe maggiormente.  Ti ringrazio per l'utile feedback, a presto.
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Re: [MI166] La bellezza

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@Domenico S. ciao. Credo che sia la prima volta che ci incrociamo, ed è un piacere.
Riguardo al tuo racconto ho sentimenti contrastanti.
Da una parte mi piace l’idea e la malinconica dell’uomo di mezza età che s’invaghisce di una figura che rappresenta il passato, o meglio, che può farlo illudere che il tempo possa fermarsi.
Dall’altra parte, per quanto lo abbia letto più volte, il dialogo con la mamma mi risulta troppo inverosimile (lui che confessa tutto e l’altra che gli si offre…).
Belli e molto malinconici i petti di pollo!
A rileggerti! 

Re: [MI166] La bellezza

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Ciao @Domenico S. anche a me il racconto ha trasmesso una profonda tristezza e malinconia. Due nobili sentimenti ai quali non attribuirei un'accezione negativa. Cogli credo alcuni aspetti che possono derivare da una vita coniugale a lungo termine: la noia, l'adagiarsi su una sorta di sicurezza per paura di rimanere soli, litigare su questioni economiche, la perdita della passione. Ma la cosa che mette veramente tristezza è il fatto che la coppia sembra non avere figli. Il che non giustifica un atteggiamento del genere, ma è più probabile che possa venire a ridursi un legame tra i due per tutte le energie che vengono spese e il tempo ridotto che rimane per dedicarsi al partner.
Forse il punto debole è il dialogo con la mamma della ragazza nella scuola. Penso che sarebbe bastato indugiare un po' di più sui reciproci disagi senza manifestarli apertamente, lasciandoli intuire.
La scrittura è sempre fresca e godibile.
Alla prossima

Re: [MI166] La bellezza

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@Kasimiro 
@L'illusoillusore 

Ciao, volevo solo segnalarvi che il racconto, pur nella sua malinconia, ha un lieto fine: il protagonista, accettando radicalmente la realtà in cui si trova, comprende che per trovare l'agognata felicità, anziché affidarsi a improbabili fughe, dovrà cambiare egli stesso. Volevo solo farvelo notare, visto che nessuno ha colto quest'aspetto del racconto. Grazie per il commento.
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