[MI164] In lotta per Eden

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Traccia di mezzogiorno: Il segreto

In lotta per Eden
20 minuti fa.
Il cicalio di un messaggio in entrata sorprese Drey.
Si affrettò verso la tuta da combattimento, premette un pulsante e la stanza si riempì del fruscio di scariche statiche.
Una voce metallica gracchiò concitata:
–…non seguire… ripeto… non seguire uomo… tuta. Pericolo… destino Eden…
Un’altra serie di scariche d’energia statica, poi silenzio.
Drey fissò il comunicatore perplesso, e lo sconcerto crebbe perché il sistema non potè tracciare da chi provenisse quel messaggio.
Ma sulla Bestet II era una cosa impossibile. Qui tutto era monitorato e codificato: lui lo sapeva bene perché era un comandante della Forza di Sicurezza.
La perplessità divenne preoccupazione.
Si chiese se i terroristi del Fronte Indipendentista Spazio Terra fossero riusciti ad aggirare i controlli. Forse quel messaggio non era destinato a lui e gli era arrivato per un caso fortuito.
Scosse il capo e si avvicinò alla vetrata, sulla città avvolta dalle tenebre.
Il suo alloggio era nella poppa dell’astronave e davanti a esso si estendeva il chilometro di abitazioni, strade e parchi che accoglieva gli abitati di quell’arca, la seconda delle tre che cinquant’anni prima erano partite dal Portale 1.3.2 in diverse direzioni. Ciascuna col suo viaggio di mezzo secolo da percorrere.
Drey aveva trent’anni e della Terra, da cui gli anziani provenivano, non aveva sentito altro che racconti. Distava 75 anni/luce e la Bestet II aveva raggiunto al massimo metà di quella velocità. Eppure, se tutto procedeva come da programma, tra tre giorni terresti tutti loro sarebbero stati scaldati dall'agognato Sole: grazie al Portale 1.3.2.2 che avevano assemblato e che stava per entrare in funzione.
Era così che procedeva l’espansione dell’umanità. I viaggi da un Portale all’altro erano pressoché istantanei, ma questi andavano costruiti. Quindi navi-arca viaggiavano a metà velocità della luce per cinquant’anni a partire dal Portale più remoto.
Gli equipaggi assemblavano un nuovo Portale e, non appena attivo, astronavi più moderne arrivavano per proseguire il viaggio o colonizzare i pianeti come quello trovato da loro: Eden.
“Ma quei fanatici del FIST mirano a distruggere il Portale e insediarsi su Eden tagliando ogni legame con la Terra…” si disse e, come se il pensiero prendesse sostanza, una figura in tuta da combattimento volò davanti ai suoi occhi. Scendeva verso la città.
… non seguire uomo… tuta, dunque il messaggio si riferiva a una persona vera. Ma perché ammoniva di non seguirla? Citava Eden e un pericolo.
Doveva scoprire cosa stesse accadendo.
Drey s’infilò rapido nella sua tuta e salì sul tetto per iniziare l’inseguimento.

15 minuti fa.
Drey se ne stava nascosto dietro un parapetto. Dall’alto della sua postazione osservava la preda, anch’essa ferma per spiare qualcosa.
Era brava.
In quei pochi minuti aveva temuto più volte d’esser stato notato. Aveva dovuto ricorrere a tutta la sua abilità: l’avversario non era un terrorista che si era impadronito della tuta, ma un soldato vero.
Il sospetto che il FIST si fosse infiltrato nelle Forze di Difesa era giusto. Quei bastardi avevano boicottato senza successo la costruzione del Portale e adesso alzavano il tiro con infiltrati nell’esercito.
–Merda!– esclamò, abbassandosi dietro al parapetto. Il suo bersaglio si era voltato di scatto verso di lui; pensava di aver fatto in tempo a non essere scoperto, ma era mancato veramente poco: –È davvero in gamba…
Alzò lo sguardo.
Sopra di lui, oltre la volta trasparente che racchiudeva la città, svettava l’immenso anello del Portale: l’unico legame con il resto dell’umanità.
“Non ve lo lascerò distruggere”.
A denti stretti si riaffacciò, ma del terrorista non v’era traccia.
Con un’imprecazione, balzò dove si era trovato.
S’acquattò a spiare.
A lungo cercò e temette d’averlo perduto, finché non lo vide, proprio sotto un murales inneggiante il FIST.
La soddisfazione fu breve, perché lo trafisse la sensazione d’essere a sua volta osservato.
Si voltò di scatto verso il tetto da cui era sceso e percepì un movimento. Un istante, ma non ebbe dubbi: qualcuno lo seguiva.
Adesso gli avversari erano due.

10 minuti fa.
Drey piegò il polso e il pugnale laser si spense, ritraendosi nel dorso dell’avambraccio.
Ai suoi piedi giacevano due assalitori. Era difficile vederli perché i loro schermi camaleonte funzionavano ancora, ma non gli interessavano, non erano importanti.
Quello che contava era che la sua preda sapeva d’essere inseguita e aveva mandato quei due per fermarlo.
Doveva raggiungerla il più rapidamente possibile e al contempo seminare il terrorista che lo pedinava. Sbarazzarsene in fretta.
Fece un passo e… l’universo svanì.
La sensazione di un attimo, ma fu come se ogni cosa evaporasse per tornare subito al proprio posto. Era già successo una volta, pochi minuti prima, e si era detto che era un abbaglio, ma ora non poteva più ingannarsi: era sicuramente parte del piano del FIST.
Solo che non aveva idea di cosa tramassero e non osava chiamare rinforzi perché non sapeva quanti infiltrati ci fossero: era riuscito a vedere l’inseguitore e anche lui indossava una tuta da combattimento.
Era solo, e il Portale era in pericolo.
Alzò nuovamente lo sguardo all'anello nel vuoto e fu fortunato, perché vide la sua preda fluttuare all’esterno, in direzione del centro di controllo del Portale.
Drey s’avviò verso l’uscita stagna più vicina.
Doveva sbrigarsi, ma prima occorreva sistemare il suo inseguitore. Non poteva farsi incastrare tra due fuochi.
Così, quando vide due ceffi avvicinarsi, decise di usarli come la sua preda aveva fatto con lui. Sapeva che non avevano possibilità contro un soldato, ma gli bastava guadagnare tempo per dileguarsi e li convinse pagandoli lautamente.
Li lasciò mentre già attivavano gli schermi camaleonte per sorprendere il nemico.

5 minuti fa.
Dentro al centro di controllo del Portale i cadaveri non si contavano. Drey avanzò cauto, con entrambi i coltelli laser attivati. L’atmosfera era fuoriuscita da fori nella struttura, e dovette tenere il casco usato per la traversata nel vuoto.
Si arrestò dietro un angolo e sbirciò oltre. Un solo corpo. Un soldato.
Fece per avvicinarsi quando una porta si aprì dall’altro lato della stanza e ne uscì la sua preda.
Non poteva vederne il volto perché rinchiuso dal casco, ma vide che era un comandante suo pari.
Sentì odio per quel tradimento.
S’avvicino cauto mentre l’altro si piegava sul cadavere e, giunto alle sue spalle, lo trafisse senza esitazione.
Poi, per un istante, il mondo nuovamente svanì.
Percepì che la sorgente era oltre la porta da cui era uscita la sua vittima e si precipitò oltre essa. Sperava ancora di sventare il piano del FIST, ma trovò solo uno dei loro affiliati che piangeva disperato.
–Abbiamo sbagliato…– ripeteva in continuazione fissando uno schermo.
Lo spintonò via e guardò anche lui.

Ora.
Drey uscì intontito dalla stanza di comando. Incredulo che quei folli avessero architettato un piano simile.
Avevano lanciato un impulso temporale attraverso il Portale.
Volevano buttare indietro di venti minuti, in un loop continuo, tutto ciò che lo percorreva: così, nessuna nave sarebbe mai potuta arrivare lì da loro, ribalzando indietro all’infinito.
Ma l’impulso si era diffuso anche oltre il Portale e lo spazio nella sua portata riviveva di continuo gli ultimi venti minuti.
Lui compreso.
Anziché due cadaveri, ne trovò solo uno: il suo non c’era più, spazzato indietro prima che morisse.
Ecco cosa accadeva quando il mondo spariva: erano le onde temporali.
Cadde in ginocchio. Sapeva che tra poco sé stesso lo avrebbe trafitto, e sapeva che il messaggio che aveva registrato da dentro la stanza era inutile. Sarebbe scivolato indietro di venti minuti e lo avrebbe spinto a inseguire sé stesso, che a sua volta…. e a sua volta…
Finalmente il pugnale lo trafisse e stramazzò a terra.
Poi, per un istante, il mondo nuovamente svanì e…

20 minuti fa
Il cicalio di un messaggio in entrata sorprese Drey.
Si affrettò verso la tuta da combattimento, premette un pulsante e la stanza si riempì del fruscio di scariche statiche…

Re: [MI164] In lotta per Eden

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Nonostante sia pieno d'insidie affrontare trame fantascientifiche in così pochi caratteri, in quanto è di norma difficilissimo fornire al lettore coordinate utili a fargli comprendere mondi e dinamiche nuovi, sei comunque riuscito, caro Davide, a tessere una storia compatta e comprensibile, arricchendola inoltre del fascino del "paradosso temporale". Non era impresa facile, almeno per me, che non saprei davvero da dove cominciare. Quindi ti faccio i miei complimenti. Grazie e un saluto, @L'illusoillusore.
L ha scritto: dom mar 06, 2022 11:07 pmDrey fissò il comunicatore perplesso,
Anticiperei l'aggettivo: "Drey, perplesso, fissò..."
L ha scritto: dom mar 06, 2022 11:07 pmMa sulla Bestet II era una cosa impossibile
Qui sopra non mi è chiaro cosa sia impossibile.
L ha scritto: dom mar 06, 2022 11:07 pmla seconda delle tre che cinquant’anni prima erano partite dal Portale 1.3.2 
Come le Caravelle!
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Re: [MI164] In lotta per Eden

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@Ippolita ciao e grazie per il commento.
Nello scorrere dei MI cerco di toccare generi diversi, di cimentarmi in contenuti nuovi, ed era da un po' che mi pungeva vaghezza di fantascienza... quindi mi son buttato!
Son contento che t abbia apprezzato.
Ippolita ha scritto: Anticiperei l'aggettivo: "Drey, perplesso, fissò..."
Ha ragione!
Ippolita ha scritto: Qui sopra non mi è chiaro cosa sia impossibile
Intendevo che era impossibile quel che era scritto alla fine della frase prima: "il sistema non potè tracciare da chi provenisse quel messaggio."

Ippolita ha scritto: Come le Caravelle!
E' vero, non ci avevo pensato!

Temo che la realtà sia molto più prosaica: all'inizio erano "cinque", ma "tre" mi ha fatto risparmiare tre caratteri  :facepalm: 

A rileggerti! 

Re: [MI164] In lotta per Eden

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Inquietante, @L'illusoillusore    finire in un loop temporale e rendersene conto soltanto quando sai che stai per morire, e tutto ricomincia. Sai, non faccio che pensare a come potrebbe uscirne, e il fatto di non trovare una soluzione mi da ansia. Dovresti scriverlo con più caratteri e dargli una  possibilità. Comunque quando ricomincia il ciclo lui non ricorda niente, rimarrà per sempre imprigionato li. A meno che...Mannaggietta mi farà impazzire una settimana.
Mi hai colpito nell'immaginazione, anche la descrizione dell' astronave mi è piaciuta molto e l'idea dei portali contigui è fantastica.
 

Re: [MI164] In lotta per Eden

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@L'illusoillusore  
Storia interessante con una trama avvincente e ricca di azione e un intrigante colpo di scena finale. Ci sono tuttavia delle incongruenze che mi permetto di correggere:
L ha scritto: dom mar 06, 2022 11:07 pmDistava 75 anni/luce e la Bestet II aveva raggiunto al massimo metà di quella velocità. Eppure, se tutto procedeva come da programma, tra tre giorni terresti tutti loro sarebbero stati scaldati dall'agognato Sole: grazie al Portale 1.3.2.2 che avevano assemblato e che stava per entrare in funzione.
Era così che procedeva l’espansione dell’umanità. I viaggi da un Portale all’altro erano pressoché istantanei, ma questi andavano costruiti. Quindi navi-arca viaggiavano a metà velocità della luce per cinquant’anni a partire dal Portale più remoto.
C'è una confusione di grandezze fisiche, tra distanza e velocità. Le distanze spaziali si esprimono esattamente in anni luce, non anni/luce che da l'idea di un anno diviso la luce e in questo senso non ha senso perché luce non è una grandezza. Un anno luce è dunque la distanza che la luce percorre in un anno (non una velocità né un tempo) e si usa al posto delle grandezze convenzionali (metri, chilometri, ecc.) perché enorme. La velocità invece si esprime in metri al secondo (m/s) o in chilometri orari (km/h) ma ovviamente poiché l'astronave è un oggetto presumibilmente molto veloce si esprime in chilometri al secondo (km/s). Se segue le leggi della fisica classica non può superare la velocità della luce (circa 300 000 km/s). Se segue leggi fantascientifiche potrebbe superarla e addirittura si potrebbero definire velocità quali anni luce all'anno, al mense, al giorno, all'ora, al secondo, ecc. Ma non sembra questo il caso della Bestet II: più avanti è specificato che viaggiava alla metà della velocità della luce (150 000 km/s) ma questa cosa non era chiara all'inizio. In cinquant'anni ha percorso dunque la distanza di 25 anni luce, da qui intuisco che era il terzo viaggio dalla Terra e che erano stati dunque costruiti tre portali.

Poi ci sono delle cose controintuitive: se tutto tornava indietro di 20 minuti e così tutto lo spazio intorno al portale, allora il tutto si ripristinava e non potevano esserci dei suoi doppioni. Quindi tale loop riguardava solo le persone e non gli ambienti? Non tornava indietro di venti minuti, ma qualche minuto più avanti (cioè a quando era già uscito dalla sua cabina), ma con la memoria di venti minuti prima? C'è qualcosa che non torna e non è specificato bene come avviene questo loop temporale.
L ha scritto: dom mar 06, 2022 11:07 pmsapeva che il messaggio che aveva registrato da dentro la stanza era inutile
Quando era nella stanza non è specificato che aveva registrato il messaggio.

Re: [MI164] In lotta per Eden

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@Mithrandir ciao!
Piacere di incontrarti!
Innanzitutto grazie per le parole iniziali, riguardo al resto:
Mithrandir ha scritto: anni luce, non anni/luce
sì, non ho corretto l'errore di battitura, ma lungi da me aver pensato che fosse un "fratto"!
Riguardo al fatto che ho scritto che la Bestet II viaggiava a metà "di quella velocità", concordo che non è scientificamente corretto, ma non volevo ripetere luce così a stretto giro e non volevo utilizzare troppi caratteri per la parte esplicativa del racconto. Così ho cercato la formula che mi sembrava più snella e comprensibile.
Mithrandir ha scritto: Ma non sembra questo il caso della Bestet II: più avanti è specificato che viaggiava alla metà della velocità della luce (150 000 km/s) ma questa cosa non era chiara all'inizio.
Questo "slittamento" delle informazioni l'ho fatto per due motivi: il principale, come detto prima, per evitare di avere una parte esplicativa troppo lunga. La sentivo come lo scoglio del Titanic... o un mapazzone, se preferisci. Quindi l'ho diluita cercando di coinvolgere il lettore in un gioco di svelamento progressivo (seconda ragione).
Mithrandir ha scritto: In cinquant'anni ha percorso dunque la distanza di 25 anni luce, da qui intuisco che era il terzo viaggio dalla Terra e che erano stati dunque costruiti tre portali.
E' proprio come intendevo! Portale 1. da cui partono tre navi che dopo 50 anni luce (scritto giusto :) ) costruiscono i portali 1.1, 1.2 e 1.3.  Da ciascuno di questi partono tre navi (nove in tot), che costruiranno ciascuna un portale 1.1.1, 1.1.2, 1.1.3, 1.2.1, 1.2.2... 1.3.2... e da quest'ultimo parte la Bestet II
Mithrandir ha scritto: se tutto tornava indietro di 20 minuti e così tutto lo spazio intorno al portale, allora il tutto si ripristinava e non potevano esserci dei suoi doppioni. Quindi tale loop riguardava solo le persone e non gli ambienti? Non tornava indietro di venti minuti, ma qualche minuto più avanti (cioè a quando era già uscito dalla sua cabina), ma con la memoria di venti minuti prima? C'è qualcosa che non torna e non è specificato bene come avviene questo loop temporale.
merda... ho brasato tutta la risposta a questo pezzo... adesso è tardissimo: riprendo domani, perchè mi intriga...

Re: [MI164] In lotta per Eden

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Oltre al racconto che é davvero bello con tutte le sue imprecisioni, mi piace anche che hai brasato la risposta.
Ammetto che i giochetti spaziotemporali mi intrippano tantissimo, ma questo é anche ansiogeno dato che diventa una prigione spazio temporale da cui pare impossibile uscire.
A meno che non lasci la memoria ai personaggi che così non sono condannati a ripetere sempre gli stessi gesti.
Bravo!

Re: [MI164] In lotta per Eden

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L ha scritto: Pericolo… destino Eden…
Il nuovo mondo fantascientifico l'hai chiamato Paradiso.  :si:
L ha scritto: Si chiese se i terroristi del Fronte Indipendentista Spazio Terra fossero riusciti ad aggirare i controlli
Divertente chiamare così i fanatici terrestri rimasti.   :D
L ha scritto: Drey aveva trent’anni e della Terra, da cui gli anziani provenivano, non aveva sentito altro che racconti. Distava 75 anni/luce e la Bestet II aveva raggiunto al massimo metà di quella velocità. Eppure, se tutto procedeva come da programma, tra tre giorni terresti tutti loro sarebbero stati scaldati dall'agognato Sole: grazie al Portale 1.3.2.2 che avevano assemblato e che stava per entrare in funzione.
Era così che procedeva l’espansione dell’umanità. I viaggi da un Portale all’altro erano pressoché istantanei, ma questi andavano costruiti. Quindi navi-arca viaggiavano a metà velocità della luce per cinquant’anni a partire dal Portale più remoto.
Mi piace come spieghi gli antefatti e la situazione del momento, e anche il quando scegli di dirlo.
L ha scritto: 20 minuti fa.
Bella questa scansione del tempo, che decrescerà per poi tornare dall'inizio temporale per ridiscendere in una continua spirale temporale. Bravo!  :)
L ha scritto: Sopra di lui, oltre la volta trasparente che racchiudeva la città, svettava l’immenso anello del Portale: l’unico legame con il resto dell’umanità.
“Non ve lo lascerò distruggere”.
Bel passaggio.
L ha scritto: Avevano lanciato un impulso temporale attraverso il Portale.
Volevano buttare indietro di venti minuti, in un loop continuo, tutto ciò che lo percorreva: così, nessuna nave sarebbe mai potuta arrivare lì da loro, ribalzando indietro all’infinito.
Ma l’impulso si era diffuso anche oltre il Portale e lo spazio nella sua portata riviveva di continuo gli ultimi venti minuti.
Lui compreso.
Eden si è resa causa del suo male, nell'intento di respingere i mali altrui.

Anche se non è un racconto del mio genere preferito, mi è piaciuto come lo hai orchestrato, condotto e concluso.
Complimenti e bentornato al MI, caro @L'illusoillusore    :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI164] In lotta per Eden

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Ciao @L'illusoillusore 
Ho sempre amato la fantascienza fin da bambino interpretandola però istintivamente, senza ancora conoscerne il significato, nel senso metafisico aristotelico, cioè basandomi sulla realtà materiale intorno a me e dopo accettare di oltrepassarla per un altra realtà inconoscibile, non dimostrabile,  non raggiungibile o almeno non facilmente raggiungibile e dimostrabile, ma non per questo inesistente, che comunque a me piaceva e tanto mi bastava e mi basta per sognare, andare oltre.
Questo soldato del futuro mi è piaciuto, non sono sicuro però se lotti contro sé stesso per l'Eden o per l'inferno, ad ogni modo il suo destino, la sua condanna nell'eternità immobile del tempo è eterna e pare che non avrà mai fine. O forse sì, acquisendo la consapevolezza e capacità di oltrepassare ulteriori limiti, per finire in altri giri temporali, in altre avventure e ambientazioni.
Una bella rappresentazione che fa pensare.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI164] In lotta per Eden

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Bravissimo @L
Mi è piaciuta un sacco questa prigione temporale che hai creato.
Il racconto soffre un poco il limite di caratteri, dato il genere scelto. Infatti, nonostante tu abbia cercato di evitare le spiegazioni, ci sono comunque delle parti esplicative ad uso del lettore, come questa:
L ha scritto: Era così che procedeva l’espansione dell’umanità. I viaggi da un Portale all’altro erano pressoché istantanei, ma questi andavano costruiti. Quindi navi-arca viaggiavano a metà velocità della luce per cinquant’anni a partire dal Portale più remoto.
Gli equipaggi assemblavano un nuovo Portale e, non appena attivo, astronavi più moderne arrivavano per proseguire il viaggio o colonizzare i pianeti come quello trovato da loro: Eden
Con più caratteri sono sicura che il racconto guadagnerebbe sia in scorrevolezza che in chiarezza. 
Anzi, credo che ne verrebbe fuori un bellissimo romanzo breve perché l'idea è ottima.
Ciao!

Re: [MI164] In lotta per Eden

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@L ciao e ben tornato... scusami per la brevità del commento ma ti posso dire che mi hai sorpreso con questo fantascientifico... mi ricorda un film con Tom CRuise dove ogni volta moriva ma veniva risucchiato dal loop.. anche lui era un soldato. sicuramente un bellissimo film. Credo che sia difficile rappresentare questi racconti anche perché hanno bisogno di una rappresentazione visiva, appunto. Con la mente se il genere non ti cattura non finisce bene. Gran lavoro di ingegno sulla manipolazione del tempo, grande meta ambita dall'uomo... ciao 
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