[MI 164] Il vaso scoperchiato

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Traccia di mezzogiorno: il segreto

Il vaso scoperchiato

Clara passò un fazzoletto umido sulla fronte di sua mamma Adele. Credeva che la freschezza del panno avrebbe dissipato la nebbia dalla sua mente. I pensieri le si affastellavano in un mosaico di immagini del passato e del presente e fuoriuscivano dalla sua bocca, indecifrabili ma incontrollati, in un'interrotta litania.
- Che fai, Clara? Lasciala stare, mica ha la febbre - le disse sua sorella Bianca.
- Le fa bene, le dà sollievo - rispose.
- Il dottore ha detto che non sta soffrendo. È il decorso normale della malattia.
- Che ne sanno i dottori? Non sono dentro la sua testa.
- Neanche tu, se è per questo. Senti, io vado in farmacia e a fare un po' di spesa. Tienila d'occhio, mi raccomando.
- E chi si muove?
Quando Bianca uscì si sentì subito sollevata. Andò in cucina a prepararsi un tè. Dall'altra stanza sentiva comunque la litania. Per lo più erano frasi sconnesse, riferite a gente che ormai manco c'era più.
Clara tornò da Adelina con la tazza fumante in mano. Sua madre aveva gli occhi chiusi, ma la bocca si muoveva sempre, adesso in un bisbiglio sommesso.
- Come stai, mamma? - le chiese.
Adelina spalancò gli occhi: - Chi sei? - disse.
- Come chi sono? Tua figlia Clara.
- Non dire sciocchezze, io non ho figli. Tu devi essere la zia Santina, ti ho riconosciuto, sai.
Ecco, ricominciava il delirio. La mente della mamma rivangava in un passato ormai remoto. La cosa assurda era che aveva cancellato entrambe le figlie dal suo nuovo orizzonte, ma non aveva dimenticato il segreto. E lo aveva già tirato fuori due volte, in modo del tutto inaspettato. Per fortuna nessuno aveva capito, o forse non ci avevano fatto caso. In fondo la malattia andava peggiorando e i discorsi di Adele, più che un confuso insieme di ricordi, sembravano le allucinazioni di una pazza.
La prima volta era successo con lei e Bianca presenti. Se Clara era raggelata al sentire pronunciare quella frase a sua madre, sua sorella non battè ciglio. Non aveva capito o non aveva collegato, chissà. Ma la seconda volta fu peggio. Successe quando Antonio, il figlio di Clara, venne a trovare sua nonna Adele. Quando Antonio si avvicinò a salutarla, la nonna esclamò: - Che ci fa qui il figlio di Augusto?
Clara era poco più in là, intenta a piegare i panni puliti. Le sue gambe tremarono e un grumo di dolore le si sciolse nel ventre.
- Chi è Augusto, nonna?
- Come chi è? - rispose prontamente lei, come se avesse riacquistato di colpo tutta la ragione - È tuo padre.
Clara li interruppe con dolcezza: - Lascia stare la nonna, Antonio. Non vedi che è stanca?
Anche quella volta l'accaduto scivolò via senza conseguenze. Ma fino a quando?
Clara sorseggiò il suo tè mentre insisteva a passarle il fazzoletto bagnato sulla fronte.
Adele riattaccò la litania: - Ho sempre preferito Augusto a tuo marito. Te l'ho mai detto?
Clara sentì di nuovo il grumo nel ventre, ma siccome era sola decise di indagare.
- Quindi io chi sarei? - le domandò.
- Zia Santina, ovvio.
Dunque Adele aveva cancellato l'esistenza delle sue figlie e aveva proiettato il segreto sulla defunta zia Santina, una vecchia parente che era stata ammazzata in un'oscura storia di gelosie e tradimenti.
Il segreto era rimasto sigillato nella sua mente per trent'anni. Clara non si era mai pentita di essersi confidata con sua madre dopo il parto. La stanca felicità che caratterizza le puerpere, lei non l'aveva conosciuta. Era scoppiata a piangere una mattina, davanti alla madre per quel figlio non legittimo che aveva appena messo al mondo. I seni gonfi e doloranti dalla montata lattea le sembravano una punizione per la sua colpa.
- Non dire niente a tuo marito - le aveva detto Adele. Mai miglior consiglio le era stato dato. Solo che adesso l'Alzheimer aveva scoperchiato il vaso di Pandora dei ricordi e il segreto era sgusciato via come un serpente velenoso.
La chiave girò nella toppa. Bianca era tornata con la spesa e le medicine.
- Come va? - chiese.
- Come vuoi che vada? Il solito delirio. Non fa che dire cose senza senso.
- È vero, - disse Bianca - non bisogna ascoltarla. Oltre a mischiare il passato con il futuro, sta confondendo la verità con la menzogna.
Clara guardò sua sorella negli occhi: - Sei sicura?
Il segreto si era insinuato nella mente di Bianca, forse, ma pareva di nuovo al sicuro, sigillato come era stato per tanti anni. Che avesse sentito tutto e capito? O forse ne era già al corrente?
Bianca le sorrise, poggiò la mano su quella della sorella. Poi prese il fazzoletto umido e iniziò anche lei a passarlo con dolcezza sulla fronte di Adele.

Re: [MI 164] Il vaso scoperchiato

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@ivalibri 
Ciao.
Commento il tuo racconto per poter postare il mio.
Devo dire che mi è piaciuto anche se l’ho trovato meno preciso del tuo solito. Un po’ involuto, soprattutto nella parte finale.
Ho iniziato a leggere e mi sono spaventato: oh no, mi son detto, un’altra storia di sofferenza, mamma in letto di morte, sorelle in lite… e invece no! Meno male: hai costruito un'altra storia!

Provo ad andare con ordine.
“… un mosaico di immagini del passato e del presente e fuoriuscivano dalla sua bocca, indecifrabili ma incontrollati”
Su questa frase ho due considerazioni di forma: immagino che fosse “che fuoriuscivano” e poi, forse, avrebbe funzionato meglio “indecifrabili e incontrollati”, rafforzando anziché contrastare.

“- Neanche tu, se è per questo. Senti, io vado in farmacia e a fare un po' di spesa. Tienila d'occhio, mi raccomando.
- E chi si muove?”
Questo dialogo, a differenza degli altri, non mi convince. Mi sembra poco efficace. Forse funzionerebbe meglio una cosa tipo: “- Neanche tu, se è per questo.- mentre già usciva per andare in farmacia” ? boh…

“gente che ormai manco c'era più.”
“Manco” secondo me stona con il linguaggio usato nel resto del racconto, meglio un semplice ”non” ?

“Clara tornò da Adelina”: bello Adelina. Lo avrei usato anche all’inizio, più personale, più coinvolgente.

“Se Clara era raggelata al sentire pronunciare quella frase a sua madre, sua sorella non battè ciglio.”
Direi che dovrebbe essere “…sua sorella non aveva battuto ciglio.”

“Successe quando Antonio, il figlio di Clara, venne a trovare sua nonna Adele. Quando Antonio si avvicinò a salutarla…”
Mia pignoleria. Ma il doppio “quando Antonio” non mi piace. Penso che la seconda frase potrebbe iniziare tranquillamente da “Si avvicinò…”

“Clara sentì di nuovo il grumo nel ventre, ma siccome era sola decise di indagare.
- Quindi io chi sarei? - le domandò.
- Zia Santina, ovvio.
Dunque Adele aveva cancellato l'esistenza delle sue figlie e aveva proiettato il segreto sulla defunta zia Santina, una vecchia parente che era stata ammazzata in un'oscura storia di gelosie e tradimenti.
Il segreto era rimasto sigillato nella sua mente per trent'anni. Clara non si era mai pentita di essersi confidata con sua madre dopo il parto. La stanca felicità che caratterizza le puerpere, lei non l'aveva conosciuta. Era scoppiata a piangere una mattina, davanti alla madre per quel figlio non legittimo che aveva appena messo al mondo. I seni gonfi e doloranti dalla montata lattea le sembravano una punizione per la sua colpa.
- Non dire niente a tuo marito - le aveva detto Adele.”
Questa parte è il cuore del racconto: è qui che c’è il colpo di scena.
Credevo che il segreto riguardasse un tradimento della madre e invece e di Clara. Brava, però a un certo punto, dicendo, “…una vecchia parente che era stata ammazzata in un'oscura storia di gelosie e tradimenti.
Il segreto era rimasto sigillato nella sua mente per trent'anni.”, fai sembrare che il segreto riguardi questa fantomatica zia. Non so se è voluto, solo mi sembra un po’ ingarbugliato.

“Clara guardò sua sorella negli occhi: - Sei sicura?
Il segreto si era insinuato nella mente di Bianca, forse, ma pareva di nuovo al sicuro, sigillato come era stato per tanti anni. Che avesse sentito tutto e capito? O forse ne era già al corrente?
Bianca le sorrise, poggiò la mano su quella della sorella. Poi prese il fazzoletto umido e iniziò anche lei a passarlo con dolcezza sulla fronte di Adele.”
Il finale, per come l’ho inteso io, è un geniale secondo colpo di scena: anche Bianca ha il medesimo segreto di Clara!
Se ho capito giusto, allora solo un piccolissimo suggerimento: inserire da qualche parte uno “sguardo complice” tra le due, creerebbe empatia.

Ecco, la mia pignoleria è giunta al termine…
Se trovi qualche spunto utile ne sono felice, altrimenti butta tutto, perché il racconto e l’idea sono davvero belli!

A rileggerti!

Re: [MI 164] Il vaso scoperchiato

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ivalibri ha scritto: Poi prese il fazzoletto umido e iniziò anche lei a passarlo con dolcezza sulla fronte di Adele.
Fino all'ultimo ho creduto che Clara avrebbe ucciso la madre, magari con l'aiuto di Bianca, affinché il segreto rimanesse tale. Ho pensato che la mano sarebbe scesa dalla fronte alla bocca, per soffocarla. Solo dopo ho riflettuto che il morto voluto dalla traccia già c'era. 
Con la tua consueta scrittura agile e pulita, sei riuscita a creare una notevole suspense. 
Nel finale mi pare di capire che Clara avrà per sempre anche il supporto della sorella. Un bel racconto, che vedrei benissimo parte di un lavoro più lungo. Grazie, @ivalibri.
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Re: [MI 164] Il vaso scoperchiato

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@ivalibri ciao... mi hai fatto piacere che sei riuscita a buttare giù qualcosa con il tuo stato d'animo  :D

In effetti sei stata meno precisa, in genere sfoggi una trama senza scampo.. però credo che la traccia che hai scelto l'hai ben sfruttata con la maestra delle scene: una vecchia che delira e rinvanga il suo passato.. comunque prova superata... :love:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 164] Il vaso scoperchiato

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Ciao @L
Grazie per Il tuo commento e i tuoi suggerimenti, che condivido. Ho avuto poco tempo domenica, ho buttato giù il racconto un po' in fretta. 
L ha scritto: colpo di scena: anche Bianca ha il medesimo segreto di Clara!
Se ho capito giusto, allora solo un piccolissimo suggerimento: inserire da qualche parte uno “sguardo complice” tra le due, creerebbe empatia
Lasciato all'interpretazione del lettore. Sicuramente Bianca sarà solidale con sua sorella e non rivelerà il segreto.
Ciao!
Grazie cara @Alba359 per il tuo commento e anche per la bella traccia che hai proposto. 

Ciao @Almissima
Almissima ha scritto: Alla fine non ho capito chi é figlio di chi, e se sia Clara che la zia avevano un figlio illegittimo e se Bianca sa tutto oppure a sua volta ha un figlio illegittimo.
Mi sono persa
Sia Clara che la zia hanno avuto un figlio illegittimo, Bianca l'ha capito e decide di coprire sua sorella. Ma hai ragione, non sono stata abbastanza chiara. Ho scritto un po' di corsa
Grazie per il commento!
Ciao @Ippolita
Ippolita ha scritto: Fino all'ultimo ho creduto che Clara avrebbe ucciso la madre, magari con l'aiuto di Bianca, affinché il segreto rimanesse tale
L'idea iniziale era quella, ma mi è sembrata troppo lugubre e ho voluto alleggerire.
Grazie a te per le belle parole!
Ciao @bestseller2020
Sicuramente partecipare al MI migliora il mio umore!
Grazie e ci vediamo dal tuo racconto. 
Ciao 

Re: [MI 164] Il vaso scoperchiato

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ivalibri ha scritto: Solo che adesso l'Alzheimer aveva scoperchiato il vaso di Pandora dei ricordi e il segreto era sgusciato via come un serpente velenoso.
L'incubo di tanti: questa è la malattia che rivelerà il mio segreto?

Che la prenda l'interessato o qualcuno che sa, il risultato è lo stesso. Aggiunto alla gravità e alla tristezza della malattia in sé.

Primo: non prenderla.  :si:

Brava , @ivalibri   :)

Il tuo racconto ha toccato l'argomento con rispetto ed efficacia. 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 164] Il vaso scoperchiato

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Piaciuto parecchio, apprezzo questo genere di storie di menzogne e tradimenti e la tua l'ho trovata molto ben narrata, specialmente nel terrore della protagonista verso l'eventualità che la verità venga a galla. Lascia un po' con la bocca asciutta però, vorrei sapere di più. Chi è Augusto? Ad esempio sarebbe interessante se fosse il marito di Bianca. Cos'è successo a Santina? Ho quasi pensato a un possibile collegamento tra Santina e Bianca, qualcosa di paranormale. Magari poi il segreto viene esposto e gli altri iniziano a essere sospettosi? Quali sono le conseguenze dell'ansia di Clara? Magari nel suo spiralare nella paranoia la sfiora l'idea di far tacere sua madre per sempre e poi subito si pente di questo pensiero e si sente in colpa e non più lucida...
Insomma, mi aspettavo un qualche sviluppo della storia, invece la narrazione presenta un fatto e non succede molto di nuovo dall'antefatto. A parte questo, ho trovato la situazione descritta profondamente intrigante e con buon potenziale

Re: [MI 164] Il vaso scoperchiato

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@ivalibri Ciao, leggendo il tuo racconto mi è parso di capire che si tratta di un'interrogazione sulla verità. Che cos'è la verità? E' qualcosa di duro, oggettivo, che prima o poi verrà a galla, o dipende dalle situazioni e dai punti di vista dei protagonisti? Provo a commentare un po' più dettagliatamente, nella speranza di esserti utile.
ivalibri ha scritto: Clara passò un fazzoletto umido sulla fronte di sua mamma Adele. Credeva che la freschezza del panno avrebbe dissipato la nebbia dalla sua mente. I pensieri le si affastellavano in un mosaico di immagini del passato e del presente e fuoriuscivano dalla sua bocca, indecifrabili ma incontrollati, in un'interrotta litania.
Ti confesso che l'incipit della storia, con queste tante metafore, non mi ha molto convinto. Mi è sembrato inutilmente complesso, come se tu abbia voluto a tutti i costi colpire il lettore. Sicuramente la situazione che descrivi è interessante, ma può essere resa a mio modo con maggiore semplicità. Solo un suggerimento il mio, naturalmente poi ognuno ha il suo stile.
ivalibri ha scritto: Quando Bianca uscì si sentì subito sollevata. Andò in cucina a prepararsi un tè. Dall'altra stanza sentiva comunque la litania. Per lo più erano frasi sconnesse, riferite a gente che ormai manco c'era più.
D'altra parte, mi è sembrato corretto il ritmo da te usato nel dipanarsi della trama, infatti scopriremo a poco a poco qual è l'effetto della malattia su questa povera anziana e sulle persone che la circondano.
ivalibri ha scritto: Quando Antonio si avvicinò a salutarla, la nonna esclamò: - Che ci fa qui il figlio di Augusto?
Clara era poco più in là, intenta a piegare i panni puliti. Le sue gambe tremarono e un grumo di dolore le si sciolse nel ventre.
- Chi è Augusto, nonna?
Cominciamo a intuire qualcosa del segreto, ossia del vaso scoperchiato del titolo.
ivalibri ha scritto: Clara li interruppe con dolcezza: - Lascia stare la nonna, Antonio. Non vedi che è stanca?
Anche quella volta l'accaduto scivolò via senza conseguenze. Ma fino a quando?
Clara sorseggiò il suo tè mentre insisteva a passarle il fazzoletto bagnato sulla fronte.
Adele riattaccò la litania: - Ho sempre preferito Augusto a tuo marito. Te l'ho mai detto?
Clara sentì di nuovo il grumo nel ventre, ma siccome era sola decise di indagare.
Qui, mi pare di capire, il figlio di Clara ha un padre illegittimo, questo "Augusto" che la nonna ha sempre preferito. Ti prego di correggermi se sbaglio. L'angoscia che prova Clara al pensiero che il suo segreto stia per essere svelato è resa con un'immagine appropriata, però al lettore (almeno, a me) non è chiarissimo il "segreto" che sta alla base del racconto. Io ho dovuto leggere un paio di volte per capire, anche se magari è per via di una mia lentezza di comprensione, non per colpa tua.
ivalibri ha scritto: Dunque Adele aveva cancellato l'esistenza delle sue figlie e aveva proiettato il segreto sulla defunta zia Santina, una vecchia parente che era stata ammazzata in un'oscura storia di gelosie e tradimenti.
Il segreto era rimasto sigillato nella sua mente per trent'anni.
Se posso essere sincero, credo che la confusione nella mente del lettore (o almeno, nella mia mente) sia creato da questa "Zia Santina," che in un momento sembra importante per lo svolgersi della trama, ma poi scopriamo che è solo un fantasma nella mente dell'anziana malata. A mio avviso, eliminando questo personaggio, il racconto risulterebbe avere una trama molto più chiara, semplice e soddisfacente.
ivalibri ha scritto: Clara non si era mai pentita di essersi confidata con sua madre dopo il parto. La stanca felicità che caratterizza le puerpere, lei non l'aveva conosciuta. Era scoppiata a piangere una mattina, davanti alla madre per quel figlio non legittimo che aveva appena messo al mondo. I seni gonfi e doloranti dalla montata lattea le sembravano una punizione per la sua colpa.
Qui capiamo come e perché Clara confida il suo segreto. Ho trovato quest'immagine appropriata, possiamo immaginarci una situazione del genere. Avrei aggiunto il nome del vero padre per rendere più chiara la situazione.
ivalibri ha scritto: - Come vuoi che vada? Il solito delirio. Non fa che dire cose senza senso.
- È vero, - disse Bianca - non bisogna ascoltarla. Oltre a mischiare il passato con il futuro, sta confondendo la verità con la menzogna.
Clara guardò sua sorella negli occhi: - Sei sicura?
Il segreto si era insinuato nella mente di Bianca, forse, ma pareva di nuovo al sicuro, sigillato come era stato per tanti anni. Che avesse sentito tutto e capito? O forse ne era già al corrente?
Bianca le sorrise, poggiò la mano su quella della sorella. Poi prese il fazzoletto umido e iniziò anche lei a passarlo con dolcezza sulla fronte di Adele.
Mi è piaciuto molto il finale. Il segreto è all'aperto, ma nessuno sembra farci caso, non sappiamo in fondo se sia la verità o un delirio, e in fondo, sono passati tanti anni. Se anche serpeggia il dubbio nella mente di uno dei personaggi, prestò sarà cancellato dalle urgenze della vita. Questo finale, in cui la stessa parola di "verità" a un tempo acquista e perde di significato, mi ha ricordato una delle novelle di Pirandello.

Per concludere, racconto basto su un'idea e una tematica molto interessanti, ma che avrebbe a mio modesto avviso beneficiato da una trama più semplice e lineare, perché fosse di comprensione più immediata al lettore. Grazie per averlo condiviso.
https://domenicosantoro.art.blog/
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