[MI 163] Terza media

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Commento

Traccia di mezzogiorno: Qualcosa di insolito. 

Che anno del cavolo quello della terza media. Gaia se l'era aspettato tutto diverso. Rassicurata dai racconti di Sveva che, avendo sette mesi in più, aveva già saltato il fosso ed era passata al liceo, si era immaginata che sarebbe cambiato tutto. In meglio, è ovvio.
Macché.
Sua madre continuava a mandarla in giro infagottata in certe felpe dai colori improponibili.
«Oh, ma l'hai presa da Padre Marella?»* aveva urlato una volta Tommaso. E aveva ragione. Sembrava una derelitta con i brufoli da nascondere sotto la frangia e la voglia di studiare che veniva soffiata via in un mulinello di polvere. Nessun ragazzo con il motorino l'aspettava fuori da scuola, ma quello che la mandava in bestia sopra ogni altra cosa era il fatto che tutti avessero un'opinione su di lei. Che pretendessero di decidere della sua vita e del futuro, come se la storia fosse già stata scritta. Come se lei non avesse capacità di decidere. Non che Gaia avesse da decidere chissà cosa, anche perché l'accusavano di avere sempre la testa fra le nuvole e le dicevano che doveva smetterla di sognare di fare grandi cose e di adeguarsi alla realtà. Che non sarebbe mai stata importante e che doveva pensare a cose concrete, come mettersi a lavorare in fretta per non pesare ancora sul bilancio di famiglia. Così i discorsi della Mattei, che ripeteva ossessiva quanto lei fosse portata per il disegno e che sarebbe dovuta andare al liceo artistico l'anno seguente, erano stati accartocciati e buttati via come un giornale vecchio.
Per completare il quadro desolante, era lunedì (cosa può esserci mai di buono nei lunedì mattina?) ed era in ritardo. Per andare a scuola, Gaia attraversava un parco, un sottopassaggio per evitare l'Asse Attrezzato e una serie di strade con i nomi di certi scrittori vissuti secoli prima. Fino all'anno precedente aveva fatto quel tragitto con Sveva, ma che fosse da sola o in compagnia la strada era sempre la stessa e anche diverse persone che incrociava in quei venti minuti di strada. Quel vecchio senza due denti davanti e i capelli a cespuglio, lunghi e indemoniati, che teneva per mano una bambina in età da scuola materna, per dire, era ormai una faccia nota. Discutibile, ma consueta. Come la gattara che si prendeva cura della colonia felina del parco e puzzava di scatolette vecchie già alle sette del mattino.
Mentre si avvicinava all'imboccatura del sottopassaggio, però, sentì dietro di sé un passo dal timbro particolare. Non erano scarpe con i tacchi, né il suono pesante di chi si trascina un paio di anfibi. Sembrava uno scalpiccio di qualcuno che camminava scalzo. Assurdo, come si poteva camminare scalzi su un marciapiede cittadino?
Restò in ascolto. Lo scalpiccio sembrava imitare alla perfezione il ritmo dei suoi passi a pochi metri di distanza. Si fermò interdetta e lo scalpiccio smise a sua volta in sincrono. Fece tre passi rapidi in avanti e lo scalpiccio risuonò per tre volte. Decise di fare finta di niente e di non voltarsi. In fondo, quella sincronia di passi poteva essere una coincidenza. Entrò nel sottopassaggio con la speranza che qualcuno arrivasse dalla parte opposta. Invece non si vedeva nessuno e lo scalpiccio dietro di lei era ripreso regolare. A metà percorso finse di frugare in una tasca per fare una nuova sosta. Di nuovo, lo scalpiccio imitò i suoi passi alla perfezione. L'angoscia si sostituì alla preoccupazione. Gaia percorse la seconda parte del sottopassaggio quasi di corsa. I passi dietro di lei non mutavano il loro andamento, si adattavano ai suoi come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Lo scalpiccio indefinibile aveva assunto un tono quasi irriverente, come se i passi si volessero prendere gioco della paura che la stava invadendo.
Comunque riuscì a percorrere il sottopassaggio senza incidenti e ad arrivare in corrispondenza di quattro bidoni per la raccolta differenziata. A quel punto decise che era giunto il momento di fronteggiare l'autore di quei rumori. Si girò pronta a qualsiasi spettacolo.
Insomma, quasi.
Dietro di lei, a qualche metro di distanza, c'era un dinosauro viola.
Ritto sulle zampe posteriori, in una delle due zampe anteriori stringeva qualcosa.
Lui e Gaia si fissarono per qualche secondo. Il dinosauro era alto poco più di lei, viola di un viola che non esiste in natura, con la bocca semi aperta e due file di dentoni che però non sembravano desiderosi di morderla. Anzi, i dentoni sembravano avere una consistenza gommosa. Come se davanti a lei ci fosse, semplicemente, una persona che se ne andava in giro con indosso un costume da dinosauro e un sacco giallo stretto in una zampa.
Sempre senza parlare, lo sconosciuto viola alzò la zampa destra e la sventolò per salutare in modo amichevole. Poi fece qualche passo con movimento ondeggiante e si avvicinò al bidone giallo, quello per la raccolta differenziata della plastica.
Il dinosauro buttò il sacchetto giallo nel bidone, si voltò di nuovo verso Gaia e fece ciao con la zampona. Poi ondeggiò scalpicciando e tornò sui suoi passi, in direzione del sottopassaggio.
Mentre lo guardava allontanarsi, la mente di Gaia si svegliò all'improvviso. Pensò che, se c'era qualcuno talmente matto da andare a buttare la plastica vestito da dinosauro, disinteressato di quello che avrebbe pensato chi lo avrebbe visto, non ci poteva essere niente di impossibile. Che quell'essere gommoso le aveva illuminato la strada. Magari il sogno di quella persona si era appena realizzato, lì, davanti a quel sottopassaggio. Dunque, lei per prima non doveva rinunciare ai sogni che coltivava. Anche solo a quello di rendere meno odioso quell'anno di scuola.
Scoppiò a ridere da sola e riprese camminare. All'intervallo avrebbe cercato la Mattei per farsi spiegare tutto sul liceo artistico.
Poi sperò che il dinosauro incontrasse anche la gattara. Avrebbe dato via la merenda pur di vedere la sua reazione.

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* Padre Olinto Marella è stato un sacerdote in attività a Bologna fino alla fine degli anni 60. Ha dedicato la sua vita al servizio degli ultimi, fondando tra le altre cose la "Città dei ragazzi", che ha accolto molti giovani sbandati e orfani e continua tuttora la sua attività, con migranti e senza fissa dimora. Tutti i bolognesi con più di 60 anni se lo ricordano mentre, con il berretto in mano, chiedeva l'elemosina ai passanti in un angolo specifico delle strade del centro (dove ora c'è un bassorilievo che lo raffigura). È stato beatificato nel 2020. 
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)

Re: [MI 163] Terza media

3
Qualcosa di insolito che vale a far percepire all'adolescente del racconto che c'è un orizzonte proprio, un modo suo di vedere le cose e di credere in quello che la gratifica che le spetta di diritto.
Detto bene qui:
pale star ha scritto: Mentre lo guardava allontanarsi, la mente di Gaia si svegliò all'improvviso. Pensò che, se c'era qualcuno talmente matto da andare a buttare la plastica vestito da dinosauro, disinteressato di quello che avrebbe pensato chi lo avrebbe visto, non ci poteva essere niente di impossibile. Che quell'essere gommoso le aveva illuminato la strada. Magari il sogno di quella persona si era appena realizzato, lì, davanti a quel sottopassaggio. Dunque, lei per prima non doveva rinunciare ai sogni che coltivava.
Racconto simpatico e che mi ha fatto sorridere. Brava e grazie, @pale star   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 163] Terza media

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@pale star ciao ex socia... :P

A sangue freddo dico che sai trovare sempre il fatto con cui rompi la monotonia e ti inventi qualcosa di eclatante... siamo stati compagni di contest e ho capito che sai tirare fuori qualche chicca!... la cosa che non mi convince è il perché non hai dato una identità al tuo dinosauro. Poteva essere la sua amica Sveva a farle una sorpresa o magari la gattara o il mendicante burlone.... insomma, hai lasciato qualcosa da finire... però credo che hai voluto lasciarlo così questo racconto, soddisfatta dell'effetto a sorpresa... ma chiediti se forse era meglio andare oltre... Rispondimi se vuoi... ciao cara... :love:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 163] Terza media

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Grazie socio @bestseller2020! L'identità del dinosauro resta ignota. Potrebbe essere qualcuno che lei conosce, o magari è il Boyler che ha abbandonato un attimo il suo bar con airone di qualche racconto fa ed è andato a fare un'incursione da un'altra parte. Ma è davvero così importante saperlo? L'importante alla fine è che lei sia consapevole che può realizzare un suo sogno, giusto?  :)
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)

Re: [MI 163] Terza media

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pale star ha scritto: Per completare il quadro desolante, era lunedì (cosa può esserci mai di buono nei lunedì mattina?) ed era in ritardo. Per andare a scuola, Gaia attraversava un parco, un sottopassaggio per evitare l'Asse Attrezzato e una serie di strade con i nomi di certi scrittori vissuti secoli prima. Fino all'anno precedente aveva fatto quel tragitto con Sveva, ma che fosse da sola o in compagnia la strada era sempre la stessa e anche diverse persone che incrociava in quei venti minuti di strada. Quel vecchio senza due denti davanti e i capelli a cespuglio, lunghi e indemoniati, che teneva per mano una bambina in età da scuola materna, per dire, era ormai una faccia nota. Discutibile, ma consueta. Come la gattara che si prendeva cura della colonia felina del parco e puzzava di scatolette vecchie già alle sette del mattino.
Eccola lì, la nostra piccola avventuriera, se ne va a scuola sconsolata e rassegnata.
pale star ha scritto: Mentre si avvicinava all'imboccatura del sottopassaggio, però, sentì dietro di sé un passo dal timbro particolare. Non erano scarpe con i tacchi, né il suono pesante di chi si trascina un paio di anfibi. Sembrava uno scalpiccio di qualcuno che camminava scalzo. Assurdo, come si poteva camminare scalzi su un marciapiede cittadino?
Ma la vita può assumere varie forme  per svegliarci, per indurci a combattere. Un dinosauro viola? Dei mulini a vento? Quasiasi cosa va bene, l'importante è la consapevolezza dei nostri desideri.

Guccini nella sua don chisciotte:

Preferisco le sorprese di quest'anima tiranna
Che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
Ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
Ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire...

Se non la conosci @pale star  ti consiglio di ascoltarla, è veramente bella.
pale star ha scritto:
All'intervallo avrebbe cercato la Mattei per farsi spiegare tutto sul liceo artistico.
Poi sperò che il dinosauro incontrasse anche la gattara. Avrebbe dato via la merenda pur di vedere la sua reazione.
Bellissimo il finale, come tutto il racconto del resto.
Bravissima!

Re: [MI 163] Terza media

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Alba359 ha scritto:

Guccini nella sua don chisciotte:

Preferisco le sorprese di quest'anima tiranna
Che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
Ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
Ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire...

Se non la conosci @pale star  ti consiglio di ascoltarla, è veramente bella.
Grazie @Alba359 , non ascoltavo Don Chisciotte da secoli! L'ho ripresa stamattina mentre venivo al lavoro e devo dire che è un testo incredibile, oltre che attualissimo. Grazie per questo bel consiglio e per il resto del tuo commento.  :)
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Re: [MI 163] Terza media

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Esatto @ivalibri , uno degli obiettivi che mi ero prefissata era proprio cercare di riprodurre le difficoltà che abbiamo vissuto un po' tutti, chi più chi meno (spero meno!), in quel periodo in cui tutto sembra enorme e insormontabile. Sono lieta che tu lo abbia colto e apprezzato.  :)
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Re: [MI 163] Terza media

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pale star ha scritto: Dunque, lei per prima non doveva rinunciare ai sogni che coltivava. Anche solo a quello di rendere meno odioso quell'anno di scuola.
Il racconto è simpatico e ben scritto; l'aspetto didascalico è un valore aggiunto, perché mi pare che il testo potrebbe inserirsi a buon diritto nella letteratura dedicata ai ragazzi, per l'ambientazione e l'età della protagonista in primis ma soprattutto in virtù dello svolgimento coerente e spigliato.
Forse proverei a tagliare la frase sopra citata, a mio avviso ridondante, in quanto già descrivi bene il cambiamento che si opera nella ragazzina e il realativo passo seguente. 
Grazie e un saluto, @pale star.
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Re: [MI 163] Terza media

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Ciao @pale star ho trovato il tuo racconto una chicca. Fresco, delicato, con una bella trovata. I dinosauri sono creature perfette per stimolare l'immaginario. Forse, ma è un'inezia, il dinosauro potrebbe apparire troppo generico se ne avevi in mente uno preciso. Pensavo ai dentoni.
E poi... con Padre Marella mi apri un mondo. E' un posto incredibile che solo chi ci è stato può capire. Ci ho passato e passo tanto di quel tempo ancora... quando voglio rilassarmi vado lì, e incontri delle persone con storie pazzesche.
Credo che siamo delle stesse parti.
A risentirci

Re: [MI 163] Terza media

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Kasimiro ha scritto: E poi... con Padre Marella mi apri un mondo. E' un posto incredibile che solo chi ci è stato può capire. Ci ho passato e passo tanto di quel tempo ancora... quando voglio rilassarmi vado lì, e incontri delle persone con storie pazzesche.
Credo che siamo delle stesse parti.
A risentirci
Eh sì, mi sa proprio che siamo delle stesse parti; ma lo avevo già pensato quando in un altro racconto hai citato Molinella, mi pare.  :)
Grazie per gli apprezzamenti!
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Re: [MI 163] Terza media

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Ippolita ha scritto:
Forse proverei a tagliare la frase sopra citata, a mio avviso ridondante, in quanto già descrivi bene il cambiamento che si opera nella ragazzina e il realativo passo seguente. 
Grazie e un saluto, @pale star.
Sì, forse sì, potrebbe bastare anche senza quella spiegazione, dici bene. Grazie @Ippolita !
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Re: [MI 163] Terza media

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Ciao  @pale star 

Simpatica Gaia, ci si affeziona subito, ho sempre una predilezione per chi  nell'adolescenza ha avuto problemi nei rapporti con gli altri...
Mi è piaciuto l'incontro con il dinosauro, penso un tipo/a particolare e simpatico che vive la vita in allegria e dà una mano e coraggio a chi è sconsolato  con la sua sola presenza. Tanto è vero che Gaia cambia subito il suo atteggiamento verso la vita, ne esce cambiata, fiduciosa nelle sue possibilità, nel suo futuro e anche verso gli altri. Un bellissimo messaggio.
Mi è molto piaciuto anche il riferimento a padre Olinto Marella che non conoscevo e sono andato a cercare. Una vita degna di ammirazione.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 163] Terza media

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Grazie @Alberto Tosciri ! Sai che, apprezzando molto il tuo modo di scrivere, tengo anche al tuo giudizio. Mi fa piacere in particolare che ti sia piaciuto il messaggio del racconto.  :) Se vuoi approfondire la figura di Padre Marella (personaggio veramente anticonformista per il periodo in cui è vissuto, non a caso fu anche scomunicato e poi riabilitato) e soprattutto il suo messaggio nel mondo attuale, un paio di anni fa è uscito un film documentario (che mi pare abbiano realizzato dei ragazzi delle scuole superiori) intitolato "Beati! La gioia non è mai al singolare", molto interessante. 
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Re: [MI 163] Terza media

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Ciao @pale star, sono andato a ripescare questo racconto perché devo regolarizzare un commento per il contest. Mi pare di capire che sia un racconto per il MI "vecchio stile", dove la fretta la faceva da padrone, ma ciò nonostante hai tirato fuori un racconto piacevole. Lo stile è vivace e la scrittura scorrevole. Mostri buone capacità di descrizione, il lettore riesce a immaginare chiaramente l'ambiente e gli eventi. L'utilizzo di dialoghi contribuisce a rendere il racconto dinamico. La combinazione tra i momenti di riflessione di Gaia e situazioni più leggere, come l'incontro con la persona travestita da dinosauro, crea un equilibrio piacevole. Il lessico che hai utilizzato è in linea con l'età del protagonista, ma non per questo è privo di stile. 
L'utilizzo di espressioni colloquiali contribuisce a rendere la narrazione più autentica e vicina al lettore.

Faccio un po' le pulci al racconto
pale star ha scritto: Che anno del cavolo quello della terza media. Gaia se l'era aspettato tutto diverso. Rassicurata dai racconti di Sveva che, avendo sette mesi in più, aveva già saltato il fosso ed era passata al liceo, si era immaginata che sarebbe cambiato tutto. In meglio, è ovvio.
Macché.
Eviterei di specificare con precisione la differenza di età con Sveva, capisco che i ragazzini amano sottolineare anche i mesi di differenza e che stai riportando i pensieri di Gaia, ma trovo che spezzi il ritmo. Inoltre non mi è chiarissimo cosa Gaia si era aspetto diverso: l'ultimo anno delle medie? quando sarebbe cambiato tutto? con l'inizio del liceo? Non mi convince del tutto questo passaggio. 
pale star ha scritto: Che pretendessero di decidere della sua vita e del futuro, come se la storia fosse già stata scritta. Come se lei non avesse capacità di decidere. Non che Gaia avesse da decidere chissà cosa, anche perché L'accusavano di avere sempre la testa fra le nuvole e le dicevano che doveva smetterla di sognare di fare grandi cose e di adeguarsi alla realtà. Che Non sarebbe mai stata importante.  e che Doveva pensare a cose concrete, come mettersi a lavorare in fretta per non pesare ancora sul bilancio di famiglia.
A prima lettura ho avuto l'impressione che, in questo parte, ribadissi eccessivamente lo stesso concetto. Poi, proseguendo, mi sono reso conto che, proprio su questo concetto, si basa l'intero racconto. Tuttavia, la sensazione di ridondanza lo avvertita anche rileggendo il testo una seconda volta. Forse una soluzione potrebbe essere spezzettare ulteriormente le frasi, per rendere il testo più ritmico. Mi sono permesso di avanzare una proposta.
pale star ha scritto: Per completare il quadro desolante, era lunedì. (cosa può esserci mai di buono nei lunedì mattina?) Ed era in ritardo
pale star ha scritto: Quel vecchio senza due denti davanti e i capelli a cespuglio, lunghi e indemoniati, che teneva per mano una bambina in età da scuola materna, per dire, era ormai una faccia nota.
Faccia nota era il vecchio? o era nota l'immagine del vecchio con la bambina in età da scuola materna? Se parli di facce note io mi limiterei al vecchio, per permettere che il lettore si concentri su cosa Gaia trovi "noto". Immagino che siano facce note perché le ha viste per i tre anni di scuole medie, non ricordo precisamente l'ordinamento scolastico italiano, ma mi viene da chiedere, una bambina può essere in età da scuola materna per tre anni? e poi, i tre anni coincidono proprio con i tre anni di scuola media di Gaia? 
pale star ha scritto: L'angoscia si sostituì  soppiantò la preoccupazione.
pale star ha scritto: A quel punto decise che era giunto il momento di fronteggiare l'autore di quei rumori
Credo ci vada meglio fosse. 
pale star ha scritto: Insomma, Quasi.
pale star ha scritto: Lui e Gaia si fissarono per qualche secondo. Il dinosauro era alto poco più di lei, viola. Di un viola che non esiste in natura, con la bocca semi aperta e due file di dentoni che, però, non sembravano desiderosi di morderla.
Rivedrei qualcosa nella punteggiatura. I due "viola" vicini stonano un po', anche visivamente. Metterei un punto. 
pale star ha scritto: Come se davanti a lei ci fosse, semplicemente, una persona che se ne andava in giro con indosso un costume da dinosauro e un sacco giallo stretto in una zampa.
Semplicemente mica tanto. Non è proprio semplice andare in giro vestito da dinosauro. Anche perché il travestimento le da lo spunto per riflessioni più profonde, non è opportuno introdurlo con un "semplicemente". [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Proverei con qualcos'altro. [/font]
pale star ha scritto: Pensò che, se c'era qualcuno talmente matto da andare a buttare la plastica vestito da dinosauro, disinteressato di quello che avrebbe pensato chi lo avrebbe avesse visto, non ci poteva essere sarebbe potuto essere niente di impossibile. Che Quell'essere gommoso le aveva illuminato la strada.
pale star ha scritto: Scoppiò a ridere da sola. Poi riprese camminare.
Inserirei il punto per dare enfasi all'immagine. 

A rileggerti.
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