[MI 163] La parabola della fede
Posted: Sun Feb 20, 2022 9:55 pm
Traccia di mezzanotte: Amputazione.
La parabola della fede
Padre Beniamino perse la fede una mattina, appena sveglio.
Rimase un mistero come ciò fosse avvenuto. Fatto sta che il padre si era coricato la sera prima, come tutte le sere, dopo la cena e le preghiere, con la fede intatta e al mattino questa non c'era più.
Ciò che lasciava perplesso il sacerdote è che non fu solo la vocazione a sparire. Quello lo avrebbe anche capito. In fondo non l'aveva mai sentita veramente. Veniva da una famiglia di proprietari terrieri, né ricca né povera. I genitori avevano spartito l'eredità tra i figli maggiori, preoccupandosi di sistemare tra doti e lasciti, solo i primi quattro. Per gli altri la strada era segnata: il sacerdozio per lui e il convento per sua sorella minore. Questo, oltre ad evitare grane con la spartizione dei beni, avrebbe assicurato un posticino in Paradiso ai genitori. Un figlio prete e una figlia suora erano un'ottima riserva di preghiere.
Beniamino non si era mai ribellato al suo destino. Aveva un'indole bonaria e remissiva e inoltre la prospettiva di un lavoro tranquillo e ben remunerato non gli dispiaceva.
Ma quella mattina non fu solo la vocazione, o quel minimo sindacale di senso del dovere che gli aveva fatto prendere i voti, a dileguarsi. Fu la stessa fede in Dio.
Padre Beniamino non ne aveva mai messo in dubbio l'esistenza. Dio era un'entità forse un po' lontana dalle preoccupazioni di tutti i giorni, ma la sua esistenza era scontata. Tanto quanto quella della Terra che gira intorno al Sole. Una di quelle cose a cui magari si pensa poco ma che ci sono e che, senza di esse, nulla avrebbe più motivo e modo di essere.
Scese dabbasso a fare colazione. Ida, la sua perpetua, era già sveglia, come al solito. Gli preparò una tazza di latte caldo con i biscotti. Mentre lo serviva gli disse, come tutti i giorni: "Buongiorno, padre Beniamino. Come sta? Ha dormito bene?"
Il prete non rispose subito. Preferì concentrarsi su come un biscotto si disfacesse immerso nel latte. Fosse successo questo alla mia fede, lo capirei, pensava. La materia del biscotto, la farina, lo zucchero e le uova, rese solide dalla cottura, si stanno annacquando a contatto con un ente diverso da sé. Ma alla mia fede cosa è successo? Non è stata a contatto con nulla di diverso dal solito.
Della materialità della sua fede non aveva alcun dubbio. Essa era solida più del biscotto. Era sempre esistita, dapprima che lui nascesse, e gli era stata trasmessa dai genitori come una granitica certezza. La Fede si era passata così di generazione in generazione, intatta. Senza che nulla di esterno potesse corromperla.
Beniamino sapeva dell'esistenza degli atei, naturalmente, mica era uno sprovveduto. Ma non aveva avuto contatti con tali individui, tanto meno la sera prima.
Ida, nel vederlo così taciturno, insistette a parlargli:
"Padre Beniamino, sta bene?"
Il prete la guardò un momento. Gli passò per la mente di dire qualcosa a Ida, ma cambiò idea quasi subito. Escluse che fosse una buona iniziativa confidarsi con lei.
"Bene, bene. Non si preoccupi".
Dopo colazione andò in bagno. Si lavò la faccia più volte. Si guardò allo specchio per vedere se nel suo viso pulito scorgesse una risposta al mistero, ma non vide nulla.
Cercò di distrarsi un poco. Dedicò la mattinata alle solite commissioni. Pranzò con lo stesso stato d'animo della colazione e al pomeriggio si dedicò al giardinaggio, un'attività che gli aveva sempre giovato allo spirito.
Quando fu il momento di coricarsi, decise di farlo e basta. Magari la fede, così come se n'era andata senza spiegazioni, sarebbe ritornata intatta l'indomani.
Il mattino seguente Beniamino si svegliò e, non appena aprì gli occhi e svanì la nebbia dell'incoscienza, si rese conto che la fede non era ricomparsa.
Passarono i giorni e decise che avrebbe affrontato la questione. Sarebbe andato dal monsignore e gliene avrebbe parlato.
Il monsignore non si scompose.
"È una cosa che può succedere, caro Beniamino", gli disse. "Non è la prima volta che accade, né sarà l'ultima".
"A lei è mai successo?" domandò.
"Anche a me è successo. Lo posso confessare. Ma poi la fede è tornata. Ho pregato e Dio mi ha concesso la grazia di credere ancora in lui".
"Il mio caso è diverso, monsignore. La fede mi è stata tolta come se mi avessero amputato un braccio. Non c'è più, semplicemente e non potrà mai tornare. Sento ancora la sensazione di averla, anche il dolore, ma non c'è più. Proprio come accade a chi ha perso un braccio o una gamba. Rimane la sensazione, forse, ma la materia è svanita".
"E come mai è sparita? Si è fatto un'idea a proposito?"
"Se credessi ancora, penserei che è stato il diavolo a togliermela. Penserei che il demonio è venuto di notte e me l'ha amputata".
"Il demonio... Potrebbe essere".
"Ma io non credo, monsignore. Né in Dio né nel diavolo".
"Devi pregare, Beniamino. L'unica soluzione è la preghiera".
Beniamino tornò a casa. Pregò, pregò tanto, come gli era stato detto. Ma la fede non tornava.
Passarono gli anni. Padre Beniamino continuò la sua vita di sempre. In fondo non era cambiata molto. Diceva la messa, preparava i sermoni per battesimi e funerali. Con o senza fede, la vita andava avanti. Non gli rimase che aspettare il momento estremo per capire se la fede sarebbe tornata. Si diceva che anche gli atei, prima del momento del trapasso, trovassero la fede. Quando fu il momento, c'era Ida accanto a lui, la compagna di tutta una vita a cui non si era mai confidato.
Le prese la mano e cercò i suoi occhi.
"Ida..." riuscì a dire. La fede, pensò. Provò a sentire se c'era. Ma non fece a tempo, il momento era già passato.
La parabola della fede
Padre Beniamino perse la fede una mattina, appena sveglio.
Rimase un mistero come ciò fosse avvenuto. Fatto sta che il padre si era coricato la sera prima, come tutte le sere, dopo la cena e le preghiere, con la fede intatta e al mattino questa non c'era più.
Ciò che lasciava perplesso il sacerdote è che non fu solo la vocazione a sparire. Quello lo avrebbe anche capito. In fondo non l'aveva mai sentita veramente. Veniva da una famiglia di proprietari terrieri, né ricca né povera. I genitori avevano spartito l'eredità tra i figli maggiori, preoccupandosi di sistemare tra doti e lasciti, solo i primi quattro. Per gli altri la strada era segnata: il sacerdozio per lui e il convento per sua sorella minore. Questo, oltre ad evitare grane con la spartizione dei beni, avrebbe assicurato un posticino in Paradiso ai genitori. Un figlio prete e una figlia suora erano un'ottima riserva di preghiere.
Beniamino non si era mai ribellato al suo destino. Aveva un'indole bonaria e remissiva e inoltre la prospettiva di un lavoro tranquillo e ben remunerato non gli dispiaceva.
Ma quella mattina non fu solo la vocazione, o quel minimo sindacale di senso del dovere che gli aveva fatto prendere i voti, a dileguarsi. Fu la stessa fede in Dio.
Padre Beniamino non ne aveva mai messo in dubbio l'esistenza. Dio era un'entità forse un po' lontana dalle preoccupazioni di tutti i giorni, ma la sua esistenza era scontata. Tanto quanto quella della Terra che gira intorno al Sole. Una di quelle cose a cui magari si pensa poco ma che ci sono e che, senza di esse, nulla avrebbe più motivo e modo di essere.
Scese dabbasso a fare colazione. Ida, la sua perpetua, era già sveglia, come al solito. Gli preparò una tazza di latte caldo con i biscotti. Mentre lo serviva gli disse, come tutti i giorni: "Buongiorno, padre Beniamino. Come sta? Ha dormito bene?"
Il prete non rispose subito. Preferì concentrarsi su come un biscotto si disfacesse immerso nel latte. Fosse successo questo alla mia fede, lo capirei, pensava. La materia del biscotto, la farina, lo zucchero e le uova, rese solide dalla cottura, si stanno annacquando a contatto con un ente diverso da sé. Ma alla mia fede cosa è successo? Non è stata a contatto con nulla di diverso dal solito.
Della materialità della sua fede non aveva alcun dubbio. Essa era solida più del biscotto. Era sempre esistita, dapprima che lui nascesse, e gli era stata trasmessa dai genitori come una granitica certezza. La Fede si era passata così di generazione in generazione, intatta. Senza che nulla di esterno potesse corromperla.
Beniamino sapeva dell'esistenza degli atei, naturalmente, mica era uno sprovveduto. Ma non aveva avuto contatti con tali individui, tanto meno la sera prima.
Ida, nel vederlo così taciturno, insistette a parlargli:
"Padre Beniamino, sta bene?"
Il prete la guardò un momento. Gli passò per la mente di dire qualcosa a Ida, ma cambiò idea quasi subito. Escluse che fosse una buona iniziativa confidarsi con lei.
"Bene, bene. Non si preoccupi".
Dopo colazione andò in bagno. Si lavò la faccia più volte. Si guardò allo specchio per vedere se nel suo viso pulito scorgesse una risposta al mistero, ma non vide nulla.
Cercò di distrarsi un poco. Dedicò la mattinata alle solite commissioni. Pranzò con lo stesso stato d'animo della colazione e al pomeriggio si dedicò al giardinaggio, un'attività che gli aveva sempre giovato allo spirito.
Quando fu il momento di coricarsi, decise di farlo e basta. Magari la fede, così come se n'era andata senza spiegazioni, sarebbe ritornata intatta l'indomani.
Il mattino seguente Beniamino si svegliò e, non appena aprì gli occhi e svanì la nebbia dell'incoscienza, si rese conto che la fede non era ricomparsa.
Passarono i giorni e decise che avrebbe affrontato la questione. Sarebbe andato dal monsignore e gliene avrebbe parlato.
Il monsignore non si scompose.
"È una cosa che può succedere, caro Beniamino", gli disse. "Non è la prima volta che accade, né sarà l'ultima".
"A lei è mai successo?" domandò.
"Anche a me è successo. Lo posso confessare. Ma poi la fede è tornata. Ho pregato e Dio mi ha concesso la grazia di credere ancora in lui".
"Il mio caso è diverso, monsignore. La fede mi è stata tolta come se mi avessero amputato un braccio. Non c'è più, semplicemente e non potrà mai tornare. Sento ancora la sensazione di averla, anche il dolore, ma non c'è più. Proprio come accade a chi ha perso un braccio o una gamba. Rimane la sensazione, forse, ma la materia è svanita".
"E come mai è sparita? Si è fatto un'idea a proposito?"
"Se credessi ancora, penserei che è stato il diavolo a togliermela. Penserei che il demonio è venuto di notte e me l'ha amputata".
"Il demonio... Potrebbe essere".
"Ma io non credo, monsignore. Né in Dio né nel diavolo".
"Devi pregare, Beniamino. L'unica soluzione è la preghiera".
Beniamino tornò a casa. Pregò, pregò tanto, come gli era stato detto. Ma la fede non tornava.
Passarono gli anni. Padre Beniamino continuò la sua vita di sempre. In fondo non era cambiata molto. Diceva la messa, preparava i sermoni per battesimi e funerali. Con o senza fede, la vita andava avanti. Non gli rimase che aspettare il momento estremo per capire se la fede sarebbe tornata. Si diceva che anche gli atei, prima del momento del trapasso, trovassero la fede. Quando fu il momento, c'era Ida accanto a lui, la compagna di tutta una vita a cui non si era mai confidato.
Le prese la mano e cercò i suoi occhi.
"Ida..." riuscì a dire. La fede, pensò. Provò a sentire se c'era. Ma non fece a tempo, il momento era già passato.