[MI162] Il senno di Poi

1
Traccia di mezzanotte: Debolezze e virtù.

[MI162] Il senno di Poi
Significo
il senso della vita.

Catartico
lo slancio di sollievo.

Fatidico
come qualunque un giorno.


Abbandonato in fasce in una chiesa, avrebbe dovuto chiamarsi Pio Trovato, nelle intenzioni delle suore.
Per un errore, venne registrato all’Anagrafe come Poi Trovato. E così poi rimase.
Ma il colpevole mezzemaniche dell’Anagrafe non lo adottò. Del resto, come lui, non lo fece un sacco di gente, poi.
Perché, nella campagna del novecento, una bocca in più da sfamare si prendeva se di buona costituzione fisica, e il piccolo era gracile e cagionevole di salute. In più (e anche l’occhio vuole la sua parte) era brutto e non cercava la compagnia degli altri, anche perché finivano sempre per prenderlo in giro.
“Giochi, Poi? Giochi poi?”
Le prime volte non capiva se lo chiamavano per giocare, e se doveva entrare in partita subito o dopo…
Quando tirava le sue conclusioni su una faccenda finita, gli altri si strizzavano l’occhio e si dicevano che il senno di Poi era prevedibile, e per lui era la peggiore offesa.
Bastava il senno di prima, sarebbe bastato. La colpa era del suo senno se era conosciuto “a posteriori”!
Le risse, nel collegio maschile, erano frequenti, ma Poi sapeva schivare un attacco irruente e frontale, in cui avrebbe avuto la peggio, con una finta e un passo indietro, a corpo inclinato, mentre il suo avversario incontrava il vuoto:  sgusciava via senza essere sfiorato.
Certo, in un orfanotrofio hai già da badare ai tuoi sensi di perdita per metterti a fare amicizia o a confortare
un altro essere tuo pari.
C’era una cosa su tutte che gli faceva bene: lo stupore del sapere, le risposte ai suoi perché.
A scuola era selettivo. Imparava le cose che lo stupivano.
A Scienze, aveva chiesto al prof come facevano gli uccelli a volare, visto che, a occhio, il loro peso doveva essere difficile da sollevare.
- Te lo spiego, Trovato. Per volare, le ossa non devono essere pesanti come quelle di un animale terrestre. Pertanto, ecco che le ossa degli uccelli pesano poco perché… sono cave e vuote.
Un’altra volta, dopo avere scoperto come gli anelli del tronco di un albero e delle corna di uno stambecco dicano entrambi l’età del soggetto, si chiese:
- E abbiamo anche noi degli anelli da contare sul cuore per le prove che lo ispessiscono?
O anelli che circondano il cervello con tutte le conoscenze che contano?
Poi cresceva senza amici. Era anche una scelta: a che pro avvicinarsi a qualcuno che poi va altrove e non lo vedrai mai più? I primi anni, soprattutto, invidiava i piccoli che venivano scelti e la rabbia di chi crede di avere subito un’ingiustizia montava, insieme alla paura del futuro  e alla convinzione di non essere attrezzato a farcela. Cosa potrà fare da grande?

***
Un giorno, il Direttore di turno decide di istituire dei corsi di motivazione psicologica che tiene lui stesso.
Di una noia incredibile. Finché Poi Trovato, l’interno di più lungo corso, interviene.
Facendo violenza a se stesso, nel timore di un rifiuto annichilente per la sua autostima, si sente chiedere con voce chiara e ferma:
- Posso condurre questo corso io la prossima volta?
Il docente, sorpreso, acconsente per evitare di andare fuori tema con la faccenda della motivazione, ed è presente a seguire l’esordio di Poi.
Che sale in cattedra, in tutti i sensi, cambiando finanche l’espressione del viso.
Così esordisce:
- Noi sappiamo per esperienza che, se si ha la marea a favore, di solito si ha il vento contrario. Di rado riesci ad avere due positività su due insieme. -
- Salvo che la seconda non sia da virus. - interviene Esposito, che si è preso la “spagnola” l’anno prima.
Una salva di risate spezza la tensione di Poi.
- E sapete quanti tipi di strade esistono? No, non lo so neanch’io, ma ne ho viste tante tante e posso provare a parlarvene.
Strade che sbagliano e ti portano a sboccare in un corso e ricorso del centro storico. Strade che vogliono svoltare solo a destra, perché lì c’era una volta un angolo, dopo la fontana.
Strade che si inerpicano senza marciapiedi e le auto sopra ti seguono a tuo passo d’uomo; prima della cima rallentano per vedere la tua figura scendere normalmente piano piano e non di colpo, che vorrebbe dire
che la discesa è a rotta di collo per l’uomo e rischio cappottamento per l’auto. Strade a senso unico che vanno e non tornano mai: vicoli stretti, chiusi…  Dicci, Donato. -
- Se non le calpestiamo mai non facciamo andirivieni e loro si chiudono in se stesse. - dice questi, guardandosi in giro con un sorriso guardingo.
La platea abbozza il ricambio di un cauto sorriso e sembra che si sciolga nello scambio di battute dall’ironia surreale e sottotraccia.
- Dove hai trovato questa ironia? - gli chiede il Direttore.
Poi risponde:
- Sa che ho avuto i miei problemi col “senno di poi” ma anche Poi, io stesso, ho cercato il mio.
Ho letto l’Ariosto, e il suo Orlando furioso.
Ho sognato che correvo con Astolfo, in un ambiente lunare, e, mentre lui cercava il senno di Orlando, del mio non c’era traccia. -
- Vuol dire che non l’hai perduto. Cerca cos’altro ti può mancare - mi ha detto il mio compagno.
Poi, mi ha strizzato l’occhio, indicandomela: era la mia ironia. Che ho dissepolto. -

L’ironia
è uno sguardo di sguincio
ai problemi saliti di grado
che coglie la sostanza del vano
e l’assunto reale distorto.
Col sorriso del senno di prima.



Adesso, il direttore gli batte la mano sulla spalla:
- È una gran bella virtù, quella dell’ironia, e dell’autoironia. Bravo! Credo, Poi Trovato,  che tu abbia poi trovato cosa fare da grande. Qui, perché questo corso sarà tuo. -
Ultima modifica di Poeta Zaza il dom feb 06, 2022 7:37 pm, modificato 1 volta in totale.
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o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI162] Il senno di Poi

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Cara @Poeta Zaza  se non ti dispiace utilizzeró il tuo racconto per guadagnarmi il diritto alla partecipazione al contest.
Come prima cosa devo dirti che l'incipit della tua storia é bellissimo. È il genere di incipit che mi cattura e mi porta alle soglie di un mondo reale e al contempo fantastico. Mi piace l'equivoco del nome del tuo personaggio. Equivoco che lo definisce, accompagna e infine libera.
Le piccole e grandi disavventure, in un certo senso anticipate dalla scena all'Anagrafe, che gli capitano, sono descritte con pennellate precise che trasmettono con poche parole l'amtosfera e il sentire di Poi.
Il racconto é di lettura molto gradevole. Solo alla fine mi sono persa nel dialogo fra direttore, Poi e Donato, anche se la sensazione che mi é rimasta é stata di ricongiungimento con i suoi compagni da cui si era isolato. Una sensazione consolante data dal fatto che ognuno prima o Poi trova il proprio posto, e gli viene riconosicuto un compito da svolgere, un ruolo nella societá.
Tu sai che il tuo stile lieve e garbato mi piace un botto, leggerti é come fare una vacanza in un mondo piú gentile, anche se tratti di temi che gentili non sono, come l'abbandono, la solitudine, il non essere conforme.
Quindi il verdetto é che questo racconto delicato, nonostante lo smarrimento in quel dialogo finale, mi é molto piaciuto e mi ha dato grande soddisfazione.
Grazie, Poeta Zaza!

Re: [MI162] Il senno di Poi

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Poeta Zaza ha scritto: Abbandonato in fasce in una chiesa, avrebbe dovuto chiamarsi Pio Trovato, nelle intenzioni delle suore.
Per un errore, venne registrato all’Anagrafe come Poi Trovato. E così poi rimase.
Bello, insinua curiosità e invita alla lettura-
Poeta Zaza ha scritto: Perché, nella campagna del novecento, una bocca in più da sfamare si prendeva se di buona costituzione fisica, e il piccolo era gracile e cagionevole di salute. In più (e anche l’occhio vuole la sua parte) era brutto e non cercava la compagnia degli altri, anche perché finivano sempre per prenderlo in giro.
“Giochi, Poi? Giochi poi?”
conosciamo subito il suo conflitto, la sua debolezza causata da quel nome sbagliato. Così si scrive un incipit, brava.
Poeta Zaza ha scritto: A scuola era selettivo. Imparava le cose che lo stupivano.
E quì, dalle sue debolezze, dal suo difetto trae subito virtù: il ragazzo studia, impara quello che lo attira, così facendo il suo Viaggio lo porterà verso un cambiamento: crescita del personaggio.
Poeta Zaza ha scritto: dom feb 06, 2022 7:28 pm- Posso condurre questo corso io la prossima volta?
Il protagonista ha di fatto superato i suoi complessi, parla ai compagni, Ce l'ha fatta, ha sfoderato il suo lato migliore.

Complimenti @Poeta Zaza  hai fatto un bel lavoro. Verso la fine ci vorrebbe un pò piu di precisione nella forma, ma il racconto regge benissimo. Hai toccato alcuni punti essenziali di una storia. La traccia che ho proposto prevedeva, secondo me, proprio questa costruzione:
Il conflitto.
trovare il modo per superarlo.
L'occasione da non sprecare
E il riconoscimento.
Bello, davvero. Anche i versi li ho apprezzati motissimo.

Re: [MI162] Il senno di Poi

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Almissima ha scritto: Mi piace l'equivoco del nome del tuo personaggio. Equivoco che lo definisce, accompagna e infine libera.

Tu sai che il tuo stile lieve e garbato mi piace un botto, leggerti é come fare una vacanza in un mondo piú gentile, anche se tratti di temi che gentili non sono, come l'abbandono, la solitudine, il non essere conforme.
Quindi il verdetto é che questo racconto delicato, nonostante lo smarrimento in quel dialogo finale, mi é molto piaciuto e mi ha dato grande soddisfazione.
Grazie, Poeta Zaza!
Ti sono grata e mi hai fatto un grande piacere per questo apprezzamento, cara @Almissima   :)
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o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI162] Il senno di Poi

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Alba359 ha scritto: Il protagonista ha di fatto superato i suoi complessi, parla ai compagni, Ce l'ha fatta, ha sfoderato il suo lato migliore.

Complimenti @Poeta Zaza  hai fatto un bel lavoro. Verso la fine ci vorrebbe un pò piu di precisione nella forma, ma il racconto regge benissimo. Hai toccato alcuni punti essenziali di una storia. La traccia che ho proposto prevedeva, secondo me, proprio questa costruzione:
Il conflitto.
trovare il modo per superarlo.
L'occasione da non sprecare
E il riconoscimento.

Bello, davvero. Anche i versi li ho apprezzati moltissimo.
Grazie, cara  @Alba359  :)

Avevo una gran bella traccia!  ;)

Ho seguito la tua scaletta.  :si:

 
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Re: [MI162] Il senno di Poi

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Brioso e pieno di leggerezza, ha il gusto sapido di una favola, con lieto fine e valido insegnamento. Ravviso però, anche in questo caso, quello che secondo me è la tua spina nel fianco riguardo ai racconti: un'eccessiva "furia" narrativa, dovuta forse al fatto che devi stare dietro alle idee che ti vengono. La sensazione che ho come lettore è quella di una corsa verso la conclusione.
Poeta Zaza ha scritto: Salvo che la seconda non sia da virus. - interviene Esposito, che si è preso la “spagnola” l’anno prima.
Mi pare inverosimile che ai tempi della spagnola un ragazzo avesse tale consapevolezza della "positività" ai virus. 
Ingegnoso e godibile il Pio/Poi.

Ciao e grazie, @Poeta Zaza
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Re: [MI162] Il senno di Poi

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ciao @Poeta Zaza 
ho letto con piacere il tuo racconto. La cosa che mi ha colpito di più è lo stile adottato. La scrittura mi pare poetica, ragionata, e nel suo insieme il ritmo creato ha il sapore della filastrocca. La prima parte gioca molto sul nome del protagonista. Sembra quasi un gioco metanarrativo, un enigma dato in dono al lettore, al solo scopo di divertirlo. Ho apprezzato molto.
La seconda parte è un po' più precipitosa, passami il termine. Nel complesso, un bel racconto. ti segnalo solo due cosine, che secondo me potresti migliorare:
Poeta Zaza ha scritto: Un giorno, il Direttore di turno decide di istituire dei corsi di motivazione psicologica che tiene lui stesso.
questa frase mi sembra un po' involuta. Secondo me la puoi scrivere meglio.
Poeta Zaza ha scritto: In più (e anche l’occhio vuole la sua parte) 
eliminerei la parte tra parentesi. A cosa ci serve? Mi sembra un po' uno spiegozzo del narratore, un'intrusione non richiesta :) Lo so da me, per conoscenza acquisita, che anche l'occhio vuole la sua parte, non serve che me lo specifichi :)

A parte queste due considerazioni, di natura personale, un bel lavoro!
Piaciuto
Ciao

Re: [MI162] Il senno di Poi

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@Ippolita  hai ragione sulla "positività" alla "spagnola" - misconosciuta come termine nel novecento.

Forse c'è un po' di fretta nella parte conclusiva.  :si:
Ippolita ha scritto: Brioso e pieno di leggerezza, ha il gusto sapido di una favola, con lieto fine e valido insegnamento
Grazie, cara Ippolita!  :)
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Re: [MI162] Il senno di Poi

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m.q.s. ha scritto: ciao @Poeta Zaza 
ho letto con piacere il tuo racconto. La cosa che mi ha colpito di più è lo stile adottato. La scrittura mi pare poetica, ragionata, e nel suo insieme il ritmo creato ha il sapore della filastrocca. La prima parte gioca molto sul nome del protagonista. Sembra quasi un gioco metanarrativo, un enigma dato in dono al lettore, al solo scopo di divertirlo. Ho apprezzato molto.
La seconda parte è un po' più precipitosa, passami il termine.
Sempre utili le tue considerazioni, di cui ti ringrazio, caro @m.q.s.   :)
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Re: [MI162] Il senno di Poi

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Poeta Zaza ha scritto: Abbandonato in fasce in una chiesa, avrebbe dovuto chiamarsi Pio Trovato, nelle intenzioni delle suore.
Per un errore, venne registrato all’Anagrafe come Poi Trovato. E così poi rimase.
Che crudeltà! Da entrambi.
Ciao @Poeta Zaza letto con piacere. Ha il sapore di una favola, raccontata con delicatezza e sensibilità come spesso ho riscontrato nei tuo scritti.
Poeta Zaza ha scritto: Un giorno, il Direttore di turno decide di istituire dei corsi di motivazione psicologica che tiene lui stesso.
Mi ha colpito. Mi sembra molto avanti questo direttore.

Un racconto ben orchestrato, nel quale Pio trova un riscatto di alta levatura.
La poesia finale mi è molto piaciuta.
Ciao, alla prossima

Re: [MI162] Il senno di Poi

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Poeta Zaza ha scritto:
Un’altra volta, dopo avere scoperto come gli anelli del tronco di un albero e delle corna di uno stambecco dicano entrambi l’età del soggetto, si chiese:
- E abbiamo anche noi degli anelli da contare sul cuore per le prove che lo ispessiscono?
Questa domanda mi è piaciuta moltissimo!
Tu pensa, anche mia nonna fu "vittima" di una scrittura sbagliata del nome all'anagrafe; niente di troppo drammatico, però.
Mi è piaciuta l'idea del riscatto che emerge momento dopo momento, in modo graduale, una scoperta di sé che coincide in un certo senso con quella del mondo. Anche il cambio di tempo verbale, prima passato e poi presente, mi ha fatto pensare che ci sia un vero e proprio spartiacque fra un prima e un dopo nel modo di essere di Poi. Che forse si chiama così proprio perché riesce a guardare avanti e a sfruttare la sua curiosità selettiva per aprirsi agli altri? 
Non so, forse sto divagando, magari volevi fare solo un gioco di parole e io ci ho ricamato sopra chissà cosa. Comunque, il tuo stile diretto e poetico al tempo stesso mi piace sempre.  :)
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)

Re: [MI162] Il senno di Poi

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Kasimiro ha scritto: Che crudeltà! Da entrambi.
Ciao @Poeta Zaza letto con piacere. Ha il sapore di una favola, raccontata con delicatezza e sensibilità come spesso ho riscontrato nei tuo scritti. Mi ha colpito. Mi sembra molto avanti questo direttore.

Un racconto ben orchestrato, nel quale Pio trova un riscatto di alta levatura.
La poesia finale mi è molto piaciuta.
Ciao, alla prossima
Che piacere le tue considerazioni, caro   @Kasimiro   :)

E i  tuoi complimenti. Grazie!
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Re: [MI162] Il senno di Poi

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pale star ha scritto: Anche il cambio di tempo verbale, prima passato e poi presente, mi ha fatto pensare che ci sia un vero e proprio spartiacque fra un prima e un dopo nel modo di essere di Poi. Che forse si chiama così proprio perché riesce a guardare avanti e a sfruttare la sua curiosità selettiva per aprirsi agli altri? 
Sì! Con lo sguardo al futuro, all'oltre, e a guardare avanti, al poi.  
Ma tu l'hai detto meglio, Anna.

 Grazie dell'apprezzamento, cara @pale star   :)
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Re: [MI162] Il senno di Poi

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L ha scritto: @Poeta Zaza ciao!
Ho poco da aggiungere a quanto già scritto.
Mi è piaciuto molto lo stile semplice e ben ritmato che hai scelto. Bella la trama, un po' confusa la parte finale ma senza perdita di valore.
Mi è piaciuto assai il passaggio sui cerchi intorno al cuore e la iniezione di speranza alla fine.
Complimenti!
Le strade mi hanno fatto un po' perdere la direzione...  :D

Grazie del tuo apprezzamento, caro @L'illusoillusore    :)
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Re: [MI162] Il senno di Poi

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@Poeta Zaza ciao...ma allora tu hai letto la mia autobiografia? :D

scherzi a parte mi ci ritrovo tanto il quel Poi. Hai usato estro, questa volta! sì! hai evitato il percorso narrativo lineare e semplice cercando di stupire con qualcosa di architettonico.. :P

A mio parere ho visto un inizio al passato remoto e questo finale a presa diretta, con un bimbo che sale in cattedra... forse la questione della sua maturità è troppo strabusata, nel senso che mi diventa grande come se fosse nato già grande ( come il sottoscritto)... mmmmm!!!!!!!!!!!!
@Poeta Zaza questo racconto è un messaggio in codice.... Anche questa volta non hai rinunciato al corsivo poetico... fa un po a cazzotti con il racconto, ma d'altra parte è proprio bello... e su  questo sei bravissima :sss:  <3
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI162] Il senno di Poi

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bestseller2020 ha scritto: con un bimbo che sale in cattedra... forse la questione della sua maturità è troppo strabusata, nel senso che mi diventa grande come
L'episodio di condurre il corso succede a Poi all'età di sedici anni, come credevo di avere scritto e non c'è più.  :aka:
Comunque, dalle letture a dai soggetti letterari si dovrebbe capire che è alle superiori. Credo di avere narrato il suo crescere man mano nel collegio.
Certo, è sempre stato più maturo rispetto alla media dei coetanei.

bestseller2020 ha scritto: Hai usato estro, questa volta! sì! hai evitato il percorso narrativo lineare e semplice cercando di stupire con qualcosa di architettonico.. :P
Non pensavo fosse la prima volta! @bestseller2020  :P

Grazie, caro  :)
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Re: [MI162] Il senno di Poi

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Ciao @Poeta Zaza 

Si tende a simpatizzare subito con Poi. Lo trovo molto sensibile, molto buono e inizialmente molto solo nell'orfanotrofio. Sicuramente è di buon animo perché crescendo in solitudine, prese in giro e in un ambiente come un orfanotrofio non credo che sia così semplice essere ben disposti verso i propri simili.
Qualcuno ci riesce, ma molti no e non dimenticano le angherie subite. Non che si vendichino, ma non le dimenticano e crescono astiosi, sospettosi e scostanti verso i loro simili.
Ho notato anche io che la denominazione "virus" all'epoca dell'epidemia di spagnola  risenta dell'attualità anche se innegabilmente era un virus, per quanto non certo naturale...
Alla fine Pio da adolescente ha una sorta di "rivincita" trovando attenzione e considerazione, sia da parte dei suoi compagni che da parte degli adulti. Una storia esemplare, quasi da libro "Cuore" direi. Viene voglia di sapere davvero cosa abbia fatto da grande, considerando cha la spagnola imperversò per due anni dopo la prima Guerra Mondiale, cosa fece Pio nel 1920 e agli albori del 1922? E in seguito? Sarebbe interessante saperlo, ne sono sicuro. E Probabilmente, finita la guerra nel 1945 sarebbe stato uno dei padri fondatori della Costituzione. 
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI162] Il senno di Poi

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@Alberto Tosciri  Grazie del passaggio!  :)
Alberto Tosciri ha scritto: Una storia esemplare, quasi da libro "Cuore" direi. Viene voglia di sapere davvero cosa abbia fatto da grande, considerando cha la spagnola imperversò per due anni dopo la prima Guerra Mondiale, cosa fece Pio nel 1920 e agli albori del 1922? E in seguito? Sarebbe interessante saperlo, ne sono sicuro. 
M'invogli a dargli una continuazione... Ci penserò.  :si:
Alberto Tosciri ha scritto: Probabilmente, finita la guerra nel 1945 sarebbe stato uno dei padri fondatori della Costituzione. 
Dici, Alberto? Addirittura?  :umh:   
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Re: [MI162] Il senno di Poi

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Poeta Zaza ha scritto: Dici, Alberto? Addirittura?  :umh:  
Si dico davvero, io ci ho visto un buono spunto originale. Naturalmente per un romanzo  ambientato in quell'epoca, come per qualunque ambientazione, ci vuole  un certo lavoro di ricerca e stesura, sai bene... Al limite potresti ricavarne un romanzo breve, che talvolta è anche più laborioso.
Questo Poi Trovato ha tutte le caratteristiche per essere un organizzatore, uno che conosce la vita, ne ha esperienza e inizialmente lo vedrei  bene in certi ambienti politici dell'epoca, a cominciare dai socialisti di allora per confluire, come confluì  qualche altro che meglio non nomino... in altre storie politiche funeste... Una storia parallela e in sintonia all'inizio, ma che poi, con le imprese d'Africa e successive va incontro a disillusioni e passa platealmente dall'altra parte, sempre come organizzatore, capo, combattente... fino alla Liberazione, alla Costituente... Uno dei tanti piccoli grandi uomini che fecero l'Italia...
Tieni presente che amo sognare  trame a occhi aperti, ne ho tantissime in sospeso  e a stento riesco a fare qualcosa, perché ci dovrei lavorare tutti i giorni dell'anno come faceva Salgari,  troppo febbricitante per l'entusiasmo e il bisogno...
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
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