[MI161] Rifiuti organici, ciabattine pelosette e litri di caffè

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Traccia di mezzogiorno: L'equivoco.




Gli lascio il caffè sul comodino e la tele accesa con il volume basso, come piace a lui. Esco piano, sto attenta a non far scattare la serratura. Amore mio, fai troppi straordinari e poi, quando torni non ce la fai nemmeno a metterti a letto e a…
Sul pianerottolo m’investe un odore nauseabondo: un sacchetto d’immondizia giace di fianco alla porta di Giorgio, il tipo è un po' strambo ma simpatico.
Devo sbrigarmi o perdo l’autobus. Ok, ripassiamo i buoni propositi per la giornata: non arrabbiarti con i colleghi stronzi, non perdere troppo tempo a pensare al tuo ragazzo, non mangiare dolci e bevi meno caffè.
Salgo sull’autobus, l’aria dentro è satura, l’odore d’umanità e la confusione che fanno alcuni studenti, mi danno sui nervi. Per fortuna sono solo tre fermate, cerco di non farci caso.
Scendo dal pullman, la serranda del negozio è ancora chiusa, forse Antonia è al bar. Dio, quanto vorrei un caffè anch’io. La vedo, sta arrivando.
— Buongiorno Carla, scusami, ti ho fatto aspettare, avresti dovuto raggiungermi, ti avrei offerto un caffè.
— Ciao Antonia, non preoccuparti sono appena arrivata, e poi è meglio che io non beva caffè.
La osservo mentre infila la chiave nel blocchetto: sorride, è felice, è bella e sicura di sé. Il suo ragazzo è proprietario di una catena di negozi, articoli per la casa; uno è quello che lei sta aprendo, lo stesso dove io lavoro. Di certo lui non fa straordinari e la sera ha il tempo per stare con la sua donna.

La serranda finisce la sua corsa, lei apre la vetrina. Entriamo e io vado ad accendere l’interruttore generale, Antonia va verso il suo ufficio, poi si gira e mi lancia uno sguardo complice.
— Dai, che verso le dieci andiamo a prenderci una brioche e un cappuccino, ho già fatto colazione a casa, ma ho di nuovo fame; spendo molte calorie la notte. Sai, Franco è una potenza della natura, insaziabile!
— Si, io magari prendo un orzo, ieri sera mentre aspettavo Matteo, per non addormentarmi mi sono preparata l’ennesimo caffè, non avrei dovuto: non ho dormito e ora non mi sento in forma.
— Cara, mi dispiace. Dai cominciamo, tu pensi a sistemare i turni, io vado a scrivere un paio di mail.
Se ne va. Fluttua avvolta dall’alone luminoso del sesso appagante. La barista canticchia dietro il bancone? Il fattorino fischietta e scherza con le commesse? Le persone sono felici e sognanti? Loro, la notte fanno sesso, lo so perché anche a me succede, di rado, ma capita anche a me.
Non solo lo straordinario, ma si è pure attardato a chiacchierare con Giorgio, e non è la prima volta che s’incontrano mentre vanno a portare fuori l’immondizia e…no aspetta, l'organico di Giorgio era sul pianerottolo stamattina. Matteo mi ha detto che Giorgio l’ha tenuto quasi un’ora a parlare davanti ai cassonetti, e io? Io lì come una scema ad aspettare due carezze? Perché mi ha detto che Giorgio era giù a buttare il sacchetto dell’umido? Questa è una bugia! O mio Dio… c’è qualcosa che non mi torna. Oddio mi sento male. Devo andare a casa.
— Antonia, scusami.
Si gira con grazia, la sua espressione serena stride con i crampi allo stomaco e il dolore che sto provando. Non sono invidiosa, sono incazzata con me stessa per essere stata così cieca.
—Cosa c’è Carla?
— Antonia, vorrei tornare a casa. Credo che mi stia venendo una delle mie coliche da caffè.
— Oh, cara mi dispiace. Vai, vai pure non preoccuparti, fammi sapere poi èh!
Attraverso la strada in preda alla rabbia, ci manca poco che finisco sotto un'auto...
…E meno male che l’autobus, a quest’ora, è vuoto!
Maledetto bugiardo, Ma io lo butto fuori di casa, e poi a Giorgio gliene dico quattro, ma certo, lui non lo nasconde che è gay, lo sanno tutti! Ma si andasse a cercare quelli come lui! il mio Matteo non è gay. Ci trasferiremo, andremo via, lontano.

Il portone è aperto, Matteo sta parlando con qualcuno sul pianerottolo, faccio la prima rampa sulle punte dei piedi per non farmi sentire, giro verso il primo gradino della seconda e… non è possibile, sto per svenire: Giorgio in vestaglia fucsia, ciabattine pelosette col tacco e foulard sui capelli, Matteo in mutande sulla porta; si salutano e Giorgio, con enfasi teatrale, loda la gentilezza del mio ragazzo mentre sta per sparire nel suo appartamento.
La testa mi gira, sento fischiare le orecchie, ma non cedo. Prima che Matteo chiuda la porta, urlo.
— Aspetta, pezzo di merda non chiudere!
Faccio le ultime scale con le mani e i piedi, lui non fa in tempo a reagire che già lo sto massacrando di colpi. Si para dietro gli avambracci
— Carla, ma sei impazzita? Che stai facendo, calmati.
— Maledetto, bugiardo!
Mi trascina in casa e chiude la porta. Ansima.
Io sono stremata, piango che neanche il diluvio universale. Mi lascio andare su una sedia, non riesco guardarlo in faccia, oddio che dolore, che immensa delusione.
— Perché? — Alzo lo sguardo. Tra le lacrime lo vedo inerme, preoccupato, sembra sia in ansia. Ma certo, ora ha capito che ho scoperto la sua tresca…
— tesoro, che è successo, perché sei così disperata, Hai perso il lavoro?
Niente, non ha capito niente, brutto scemo. Mi accarezza i capelli, mi asciuga le lacrime che vanno scemando e io…
— E così, te la fai con gli uomini èh? La storiella dell’incontro fortuito vicino ai cassonetti, dovevi raccontarmi? E che sono cretina io? Facevi meglio a dirmi che le ore di straordinario da fare erano due e non una.
E mentre lo dico mi sento scema, ma non in senso figurato, no, mi sento proprio come quei pupazzi a molla che escono a sproposito dalle loro scatoline.
Matteo è paonazzo, stringe i pugni, le vene del collo stanno per esplodere.
Lo guardo, abbasso gli occhi, poi lo guardo di nuovo; credo di avere un’espressione comica perché lui si rilassa.
— Dimmi com’è andata Carla, con calma.
— Ecco io, noi non facciamo sesso! Va beh si lo facciamo ma… poi lui in vestaglia e tu mezzo nudo sulla porta, insomma io, poi troppi caffè mi fanno male, lo sai.
— Con calma, Carla, perché hai detto che io vado con gli uomini?
— ieri sera hai detto che hai incontrato Giorgio vicino ai cassonetti, ma il suo sacchetto dell’umido stamattina era sul pianerottolo, l’ho visto mentre andavo via. Perché mi hai detto una bugia? Se ti piace Giorgio o hai altri uomini devi dirmelo, io potrei, noi potremmo...
Si avvicina, sto per piangere di nuovo. Mi bacia la fronte, un’onda di calore mi avvolge, ma io…
— Devi dirmi la verità Matteo, perché quella bugia?
— Non ti ho raccontato nessuna bugia, tesoro.
E mi bacia il collo, mi accarezza le spalle, il seno ma io…
— Matteo che stai facendo, io voglio, esigo…
— Sesso, tanto sesso, un buon caffè e poi ti spiego.
Le sue mani, la sua bocca, il respiro profumato e tiepido, ma io, io lo voglio, lo voglio e non m’importa più di niente.

Matteo ha aperto la finestra, osserva fuori, la mattinata è fresca; un alito di vento screzia la pelle del mio corpo nudo, mi tiro su a sedere sul letto sfatto.
— Matteo, io devo sapere, il sesso non farà sparire i miei dubbi.
— Vieni qui, vieni sul balcone a vedere.
Mi alzo, ho le gambe molli e la testa ovattata.
— Mi hai promesso un caffè, ricordi? — Mi avvicino alla finestra, lui mi passa un braccio intorno alla vita. Mi fa cenno con l’indice sulle labbra.
— Guarda sul balcone di Giorgio, senza farti notare.
Una donna, giovane e avvenente, è seduta su una poltroncina di vimini, sta sorseggiando una bevanda. Assorta nei suoi pensieri guarda il vuoto e non si accorge di me che la osservo.
— Chi è? Non la conosco, e tu?
Matteo mi spinge piano verso l’interno mentre sorride.
— È Il signor Mancini, l’inquilino del piano di sopra.
— Il signor Mancini? Ma, non puo essere! Ommioddio ma è truccato!
— Sssssh, ti farai scoprire.
— È vestito da donna!
— Era sua l’immondizia che hai visto, sua moglie è fuori per lavoro, sono tre giorni che se la spassano. Giorgio sa che li ho visti e mi ha chiesto di mantenere il segreto. E noi lo manterremo vero?
— Oh sì, la signora Mancini mi sta pure antipatica.
— Carla,
ascolta con gli occhi aperti,
guarda con le mani chi sono io,
fidati di me, sempre.

—Matteo, ti amo tanto, ma ora vorrei...
— Un caffè!

Re: [MI161] Rifiuti organici, ciabattine pelosette e litri di caffè

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@Alba359 ciao, 
con un ritardo mostruoso, e approfittando dell'ora in più, commento questo tuo delizioso racconto per poter postare il mio
Inizio con i complimenti per l'equilibrio della storia, narrata con la consueta grazia che riesce a sopperire a un "baco" della traccia: sappiamo tutti che le deduzioni della protagonista sono un equivoco, no?
Comunque, la trama funziona, il ritmo è sostenuto e l'odore della monnezza arriva sin qui (ma possibile che no trovano proprio il tempo di buttarla via?)
Alcune annotazioni didascaliche:
Alba359 ha scritto:
— Dai, che verso le dieci andiamo a prenderci una brioche e un cappuccino, ho già fatto colazione a casa, ma ho di nuovo fame; spendo molte calorie la notte. Sai, Franco è una potenza della natura, insaziabile!
— Si, io magari prendo un orzo, ieri sera mentre aspettavo Matteo, per non addormentarmi mi sono preparata l’ennesimo caffè, non avrei dovuto: non ho dormito e ora non mi sento in forma.
Bello questo passaggio: caffè VS orzo = sesso VS astinenza. Non ho capito perché deve aspettare le dieci, però :-)
Alba359 ha scritto:
Fluttua avvolta dall’alone luminoso del sesso appagante. La barista canticchia dietro il bancone? Il fattorino fischietta e scherza con le commesse? Le persone sono felici e sognanti? Loro, la notte fanno sesso, lo so perché anche a me succede, di rado, ma capita anche a me.
Un po' esagerato, forse, perché si spera che la gente sia felice anche senza sesso, ma si capisce che a parlare sono gli ormoni della protagonista.
Alba359 ha scritto:
il mio Matteo non è gay.
o bisex?
Alba359 ha scritto:
Giorgio in vestaglia fucsia, ciabattine pelosette col tacco e foulard sui capelli
Questo l'ho trovato un po' stereotipato.
Alba359 ha scritto: e sue mani, la sua bocca, il respiro profumato e tiepido, ma io, io lo voglio, lo voglio e non m’importa più di niente.
finalmente!

Chiudo con un piccolissimo dubbio: ma se la storia tra i due vicini è così segreta, perché uno dei due va sul balcone?


Inezie, per un racconto davvero bello!

Re: [MI161] Rifiuti organici, ciabattine pelosette e litri di caffè

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L ha scritto: un "baco" della traccia: sappiamo tutti che le deduzioni della protagonista sono un equivoco, no?
E infatti ne ho parlato con @Poeta Zaza  
L ha scritto: Non ho capito perché deve aspettare le dieci, però
Perchè prima c'è del lavoro da sbrigare, Ha gia mangiato a casa, ha preso il caffè al bar, verso le dieci ci sta la seconda colazione. Credo che sia una abitudine, io prima della pandemia avevo una attività e per me era una routine,
L ha scritto: perché si spera che la gente sia felice anche senza sesso, ma si capisce che a parlare sono gli ormoni della protagonista.
Alba359 ha scritto:
Ma certamente! spero si capisca, dalla voce della protagonista, che è molto giovane e pazzerella, povera figlia.

L ha scritto: Questo l'ho trovato un po' stereotipato
Questo è vero. Avrei voluto cambiare qualcosa ma, taglia e rifila a beneficio di quei due versi, per non rovinare tutto ho lasciato come veniva,
L ha scritto: cini è così segreta, perché uno dei due va sul balcone?
infatti Carla non riconosce il signor Mancini seduta sulla poltroncina di vimini, lei si palesa fuori solo vesita e truccata da donna,
come abbia fatto Matteo a vederli e capire chi fosse, è rimasto tra i suddetti ritagli, sempre a beneficio dei versi. Il racconto sfiora gli ottomila, dovevo decidere se mettere i versi o prendermi una penalità. Il resto è storia.
Grazie @L'illusoillusore  per i complimenti e per le belle parole, ci vediamo presto tra le tue righe,

Re: [MI161] Rifiuti organici, ciabattine pelosette e litri di caffè

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Alba359 ha scritto: che fanno alcuni studenti, mi danno sui nervi
Togli quella virgola. Peraltro, è l'unico inciampo nella punteggiatura, a quanto ho visto.  :)

Un bel racconto, sulla linea del doppio equivoco. Lei ha un sospetto forte su di lui, lui glielo toglie con abilità, ma l'equivoco resta anche se lei ancora non lo sa. 

Brava, @Alba359 - Bella idea!  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI161] Rifiuti organici, ciabattine pelosette e litri di caffè

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ciao @Alba359 .  Io non ho trovato verosimile che Carla abbia avuto questo tremendo dubbio solamente per qualche notte non andata come pensava..

Non trovo verosimile che poi abbia un immediato sentore che il suo compagno sia gay....   Se non fosse che è la stessa Carla che racconta, non avresti appigli validi per far passare questa storia.  Però, però! anche questo è l'ennesimo racconto scritto in prima persona e che va ad aggiungersi agli altri 4 che ho già letto. Solo il racconto di @Edu ha una voce esterna, grazie alla quale riesce a far passare qualsiasi cosa...  Quindi, io direi che forse un finale degno per eliminare questa lacuna poteva essere che lei si riconosce  come  una schizzata di testa a causa dei troppi caffè!! :P ciao e a presto
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Re: [MI161] Rifiuti organici, ciabattine pelosette e litri di caffè

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@Alba359 .
Cara Alba359
primo: bellissimo titolo;
secondo: se mi dai l'indirizzo passo da lì e butto io l'immondizia. E' un peccato che un sacco nero rovini una così bella liaison.  :D
Tutto bello, piaciuto, anche il tuo stile, tutto, ma come fa a pensare Carla in un tic e un tac che il suo maledetto bugiardo di Matteo sia gay? Io mi immedesimo nei personaggi, a me non verrebbe mai un pensiero del genere ma, io non sono Carla, in effetti  ;)
Brava, Alba359, 
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.
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