[MI 161] Bici e castagne

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il mio commento

Traccia di mezzogiorno: l'equivoco

Mi piacerebbe tu ascoltassi: Madrugada - Vocal
 “Io non ce l’ho con i ciclisti e nemmeno con le biciclette, anzi. Amo le biciclette e i ciclisti, mi stanno sul cazzo solo gli “alieni”. I ciclisti della domenica, quelli che si mettono i tutù e i caschi a uovo per fare 10 chilometri, li vedi che affollano la strade, in due, in tre, in gruppo, da soli e sudano e sculettano e hanno bici che costano milioni. Ma tu te li ricordi Coppi e Bartali quando si passavano la borraccia? Ti ricordi come erano vestiti? E quelli lo facevano per mestiere, una vita passata in sella, a macinar chilometri e star zitti, a farci credere che fosse possibile, a insegnarci cosa fosse la fatica del salire e scendere, non solo dalle montagne e questi di adesso… colori fluo, magliette attillate, pantaloni tecnici con imbottitura gel 3d, ma non si vergognano? E poi li trovi sulle statali, in montagna, in collina, sulla ghiaia, sull’asfalto. Ovunque. Io li odio”.

Questo è quello che dice Cristian ogni volta che lo incontro, tutte le volte. Ce l’ha a morte con i ciclisti della domenica. Forse perché da sempre ha questa gran passione per il ciclismo, quello vero. Non si è mai perso un giro d’Italia.
Siamo “amici di bar”, ma comunque siamo amici. Lo conosco da... boh, venti, trent’anni, da quando ancora stava con la moglie. Un giorno se ne è andata con un altro, ciclista e ciao.
Lui beve, è irascibile, a volte litiga con qualcuno, ma è un buon amico, quando ho avuto bisogno di un posto dove stare lui me lo ha dato senza chiedere nulla in cambio solo che... si fissa.
Ora vuole vendicare la memoria di Johan van der Velde che non è neanche morto, tra l’altro. Mi ha detto lui chi è Johan van der Velde, io nemmeno mi ricordavo dell’olandese coraggioso, quello che sembrava facesse alpinismo estremo tra le inviolate vette del Pamir. Cristian ripete come un disco rotto: “Cima Coppi, era una giornata freddissima nonostante fosse giugno, l’aria rarefatta, - 4 gradi, nevicava…”, ormai la so a memoria la storia. A volte per prenderlo in giro gli offriamo un bicchiere di più e gli diciamo:
«Dai raccontaci del “tuo” van der Velde».
Cristian non aspetta altro, si alza in piedi e attacca:
«Arrivò in cima per primo in maniche corte senza neanche il casco, salvo poi fermarsi non si sa bene dove a bere grappa e punch. Non hanno mai saputo cosa fece esattamente, di certo è che arrivò al traguardo con quarantasette minuti di ritardo. Ma io lo so invece cosa fece: bussò a una roulotte parcheggiata e un angelo biondo venne ad aprire. Van der Velde sembrava un pupazzo di neve. Non parlava, tremava e rischiava l’assideramento. La ragazza era sveglia, capì al volo. Lo fece accomodare, gli riempì una tazza di tè bollente, ma Johan tremava troppo per portarsela alla bocca, allora la ragazza gli si avvicinò e lo abbracciò. Cercò di scaldarlo con il calore del suo corpo e compì un gesto eroico: si sollevò il maglione e gli sussurrò: “Legen Sie Ihre Hände hier” e lui, sorpreso da quello spettacolo inaspettato rinvenne, il sangue cominciò a circolare, il corpo rispose e, infilò le mani sotto al maglione. La ragazza ebbe un brivido, ma non si spostò, anzi, gli si fece più vicino. Si sentì profumo di arancia e cannella, un Natale fuori stagione».

È bravo Cristian a raccontare storie.
Il mese scorso insisteva perché qualcuno di noi andasse su in collina a buttare giù qualche ciclista “del cazzo”.
Dice che non può accettare che quegli alieni salgano e sulla salita di Castelmonte (618 metri sul livello del mare) come fosse il Gavia che se ne sta lassù a 2.621 metri.
Vuole colpirne uno per educarne cento, unum castigabis, centum emendabis.
La sua idea è: saliamo in auto lassù, lui guida, affianca un ridicolo “ciclista” e qualcuno di noialtri apre la portiera e gli dà un colpetto.
Ne abbiamo riso di gusto l’altra sera. Abbiamo anche proposto soluzioni alternative: senza colpetto, solo con il risucchio della portiera che si chiude e taac… giù!
Oppure basterebbe suonare la tromba, quella dei camion. Oppure far partire a tutto volume: J feel good tararararararà, il coglione si spaventa, sbanda, la ruota va sul brecciolino e cade.
O meglio ancora: lanciare uno scoiattolo, così non restano le prove; ce ne sono in giro di scoiattoli. Prendi lo scoiattolo, lo metti in macchina e quando passi vicino all’alieno abbassi il finestrino e glielo lanci addosso. Se sei fortunato lo becchi in faccia…
Certo, prima bisogna un po’ allenarsi a catturare lo scoiattolo; poi allenarsi nel lancio dello stesso dal finestrino. Quanto può pesare uno scoiattolo? Duecento, quattrocento grammi? Compri 3 etti di mortadella e li prendi come esempio. Poi avvolgi della carta stagnola, stesso peso, stessa forma di uno scoiattolo e vai a fare le prove in campagna.
E giù a ridere.
Il vino ci rende socievoli e pieni di inventiva.
Anche Cristian rideva. Una bella serata, solo che lunedì scorso sul giornale c’era un articolo: ciclista cade sulla salita di Castelmonte. Ricoverato in gravi condizioni nel nosocomio Friulano.
Per curiosità ho chiesto a Cristian dove fosse andato domenica e lui con un sorrisetto mi ha risposto:
«A Castelmonte», e mi ha fatto l’occhiolino.
Alcuni giorni fa... altro incidente, sempre sul quella salita.
Glielo richiedo:
«Dove sei stato?»
«A Castelmonte».
«Ma sei andato...», lo guardo sottintendendo quello che sappiamo tutti e due e lui ridendo mi risponde:
«Sì, ovvio».
Porca miseria, sento un gran peso nel cuore. Pensavo scherzasse, ma forse gli è partita la brocca… che faccio, lo denuncio? Taccio? Glielo chiedo direttamente?
Ne parlo con Paolo, l’altro amico del bar. Lui ride, non crede sia possibile.
«E chiediglielo!».
«Chiediglielo tu».
Chiamo Cristian.
«Senti, cosa sei andato a fare a Castelmonte?»
Ride.
«Dai che lo sai», risponde.
«Da solo?»
«Sì».
«E non ti senti in colpa?»
«No, neanche un po’, tanto quelle rimangono a terra».
«No, se non le butti giù tu».
«Quelle cadono da sole. Ma la smetti di farmi la morale?»
Resto senza parole.
Io lo vado a denunciare, penso. Non posso far finta di non sapere. Ne parlo con Maurizio, Paolo, Antonio.
Antonio glielo richiede una sera al bar:
«Sei andato a Castelmonte a fare che?»
«A pregare», risponde e mi fa l’occhiolino.
Per me è troppo. Gli dico che non deve mettermi in mezzo, io non voglio quella responsabilità addosso. Cristian rimane stupito.
Gli urlo che quella cosa è grave. Si può morire così.
Lui basito mi risponde:
«Per due castagne?»
«Non sono castagne! Piantala. Lo so che sei stato tu» .
«A far che?»
«A buttar giù quelle due» .
«Ma chi?»
«Le cicliste» .
Ride, ma un secondo dopo si acciglia, cambia espressione e si fa scuro in volto.
«Sei un coglione», mi urla.
«E tu sei peggio di me. Ma come puoi…»
I toni si alzano, ci prendiamo a spintonate, lui scivola all’indietro, si aggrappa ad una vetrina e ci casca sopra frantumandola, nel parapiglia si taglia uno zigomo. Cerca di rialzarsi, servono due persone a fermarlo. Lo portano via sanguinante e incazzato.
Pensano sia fuori di testa e lo credo anch’io.
Al bar non è più il benvenuto.
Lui è inferocito.
Ieri, per caso, leggo un trafiletto sul giornale. Ciclista denuncia il comune di Prepotto. Sulla strada che porta a Castelmonte, ci sono avvallamenti pericolosi per i ciclisti. Già accaduti diversi incidenti, alcuni anche gravi.
Mi sento una merda.
Ho rovinato la vita al mio amico, non può più entrare al bar, voglio farmi perdonare.
Faccio un investimento e gli compro una storica Bianchi, è azzurra, bellissima; la parcheggio davanti alla casa di Cristian e sul grosso fiocco rosso appoggio un biglietto che dice così:
sono caduto
nel buco profondo di un errore.
Perdonami cavaliere
se puoi,
tu, tu che coltivi la malinconia
e la fatica di un buon colpo di pedale
monta sul tuo cavallo
e corri da me.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI 161] Bici e castagne

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paolasenzalai ha scritto: Lui beve, è irascibile, a volte litiga con qualcuno, ma è un buon amico, quando ho avuto bisogno di un posto dove stare lui me lo ha dato senza chiedere nulla in cambio solo che... si fissa.
Tra "amico" e "quando" ci vanno meglio i due punti, che premettono una spiegazione, un esempio.
paolasenzalai ha scritto: Ora vuole vendicare onorare la memoria di Johan van der Velde c
Non si vendica la memoria di qualcuno, magari la morte, le offese ricevute.
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmVuole colpirne uno per educarne cento, unum castigabis, centum emendabis.
Dopo "cento", meglio i due punti.
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmappoggio un biglietto che dice così:
sono caduto
nel buco profondo di un errore.
Sono va scritto con iniziale maiuscola.
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pm
sono caduto
nel buco profondo di un errore.
Perdonami cavaliere
se puoi,
tu, tu che coltivi la malinconia
e la fatica di un buon colpo di pedale
monta sul tuo cavallo
e corri da me.
Belli i versi conclusivi!

Piaciuta molto la tua storia di un malinteso tra due amici.

Brava brava, @paolasenzalai   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 161] Bici e castagne

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Cara @Poeta Zaza,
intanto grazie per la bella e stimolante traccia e poi grazie per i tuoi preziosi consigli. Li apprezzo moltissimo, anche le brevi spiegazioni.  <3
Poeta Zaza ha scritto: Non si vendica la memoria di qualcuno, magari la morte, le offese ricevute.
Grazie, hai ragione. 
Poeta Zaza ha scritto: Sono va scritto con iniziale maiuscola.
Non lo sapevo. Grazie  :)
Poeta Zaza ha scritto: Piaciuta molto la tua storia di un malinteso tra due amici.
Mi fa piacere ti sia piaciuta, visto che ad ispirarmela sei stata tu.
Grazie per la tua voglia e per la tua passione.  <3
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI 161] Bici e castagne

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Ciao @paolasenzalai,
paolasenzalai ha scritto: I ciclisti della domenica, quelli che si mettono i tutù e i caschi a uovo per fare
I tutù?
paolasenzalai ha scritto: Dai raccontaci del “tuo” van der Velde».
Cristian non aspetta altro, si alza in piedi e attacca:
«Arrivò in cima per primo in maniche corte senza
Questa parte mi è sembrata poco collegata al resto, cioè, sì, è una storia di quelle che racconta il personaggio e serve a caratterizzarlo, però l'ho trovata più debole rispetto alla parte precedente e seguente.
paolasenzalai ha scritto: meglio ancora: lanciare uno scoiattolo, così non restano le prove; ce ne sono in giro di scoiattoli. Prendi lo scoiattolo, lo metti in macchina e quando passi vicino all’alieno
Questa parte invece è fantastica!

Brava Paolasenzalai, la tua fantasia è come sempre notevole e il racconto è  molto divertente. 
Piaciuto!

Re: [MI 161] Bici e castagne

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ciao @paolasenzalai ... che strano! hai parlato di ciclismo con tutta quella passione che neanche un uomo a volte ha!! A questo punto devo riconoscere che sai costruire le tue storie sempre con un tema diverso. le mostruosità che i due si dicono a riguardo dei ciclisti della domenica e la voglia di buttarli giù per le scarpate  sono molto spinte. Ma l'eccesso è utile per creare quell'equivoco che ha portato i due a darsele... prova ottima.. (y)
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 161] Bici e castagne

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Ciao @paolasenzalai  
Hai avuto una bella idea, il racconto ha un bel ritmo, si legge d'un fiato.
i ciclisti e i motociclisti che vanno a fare le curve non li sopporto nemmeno io. Un giorno non ne cade uno affianco alla nostra macchina? la bici è finita sotto, lui si è sbucciato un pò, io ho stretto talmente forte le chiappe che sono stata male tre giorni. Accidenti a lui.
Bravissima come sempre.

Re: [MI 161] Bici e castagne

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Ciao @ivalibri,
ivalibri ha scritto: I tutù?
Hai ragione, volevo scrivere tutine  :facepalm:
ivalibri ha scritto: Questa parte mi è sembrata poco collegata al resto
Tu hai ragione, ma il tempo è così poco che: pensa, scrivi, taglia, incolla, metti, aggiusta... è difficile  :)
ivalibri ha scritto: la tua fantasia è come sempre notevole
Che bel complimento.  :love: Invece io penso di non averne affatto. Mah! 
Grazie per essere passata.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI 161] Bici e castagne

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@bestseller2020,
bestseller2020 ha scritto: A questo punto devo riconoscere [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]che sai costruire le tue storie sempre con un tema diverso[/font]
:asd:  mi impegno...
bestseller2020 ha scritto: ... che strano! hai parlato di ciclismo con tutta quella passione che neanche un uomo a volte ha!!
pensa che di ciclismo non so assolutamente niente  ;)  ... è che ho sentito una canzone e mi è venuta l'ispirazione. A volte succede.
Grazie bestseller2020, mi è molto piaciuto il tuo commento genuino e spontaneo. Grazie davvero  :rosa:
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI 161] Bici e castagne

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paolasenzalai ha scritto: Ho rovinato la vita al mio amico, non può più entrare al bar, voglio farmi perdonare.
zaaaaack

Che ti devo dire a te che tu già non sai?
Magari pensi che voglio flirtare. E invece è amore platonico vero: la stessa sensibilità di Cjan in un racconto di noncjan. Con gran noncjalance, tra l'altro.
Sono d'accordo con Cristian: ma che ne sanno quelli vestiti in tutina fluo di che si prova a rischiare la vita con gioia inforcando il cavallo a pedali in città tutti i giorni? Ma che ne sanno di Coppi e Bartali?
Pollice in su, tu sei tu <3 
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 161] Bici e castagne

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Edu ha scritto: stessa sensibilità di Cjan in un racconto di noncjan. 
:D in effetti questo è un quasicjan. Cristian potrebbe essere Paron prima di Cjan, gli assomiglia parecchio... alla fine vien fuori che scrivo quella e sempre quella, uff...  :asd:

Edu ha scritto: che ne sanno di Coppi e Bartali?
Eccolo un bel titolo! Poi lo cambio, Posso?  ;)

Grazie cattivissimo @Edu per questa tua dolce carezza. <3
Un bacio.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI 161] Bici e castagne

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Ciao @paolasenzalai 
Bello il madornale equivoco, la storia, i dialoghi, gli amici del bar...
Bella la scrittura, molto fluida, chiara, spontanea.
Castelmonte... dove c'è in cima quel bellissimo e struggente santuario, a un tiro di schioppo dai boschi dalla vecchia Jugoslavia? Dopo Cividale? Ci andavo moltissimo con la mia vecchia Ritmo e un anno ci andai anche con mia madre e mio padre che già anziani vennero a trovarmi in Friuli. Bei ricordi.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 161] Bici e castagne

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Ciao @Alberto Tosciri
Grazie.
Alberto Tosciri ha scritto: e struggente santuario, a un tiro di schioppo dai boschi dalla vecchia Jugoslavia? Dopo Cividale?
Sì, proprio quel posto lì. Anche io ci vado spesso. In certi periodi dell'anno il venerdì non lavoro e allora vado lassù di mattina e ci siamo solo io, il silenzio, la chiesa, il cielo, le pietre. Credo sia il mio posto del cuore, da sempre. Da ragazzina ci andavo di notte, si vedevano tutte le luci, fino al mare.   :)
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI 161] Bici e castagne

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paolasenzalai ha scritto: Sì, proprio quel posto lì. Anche io ci vado spesso. In certi periodi dell'anno il venerdì non lavoro e allora vado lassù di mattina e ci siamo solo io, il silenzio, la chiesa, il cielo, le pietre. Credo sia il mio posto del cuore, da sempre. Da ragazzina ci andavo di notte, si vedevano tutte le luci, fino al mare.   :)
Non immagini l'emozione che mi hanno suscitato le tue parole. Dopo decenni sento un'altra persona che conosce e ama quel santuario, immerso in una natura bellissima che favorisce il raccoglimento e la preghiera   :)
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 161] Bici e castagne

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@paolasenzalai  ciao.
Che bel racconto. Mi ha divertito da morire.
Ricordo che avevi scelto la traccia dell'antipatico, se non sbaglio, e qua alla fine ce ne sono due, o almeno, due che si alternano: Cristian, fino al momento che non ne viene fuori l'innocenza che lo redime agli occhi del lettore, e dopo l'io narrante insieme al resto della ciurma.
Certo che Cristian ce l'ha messa tutta per attirarsi le antipatie degli amici. Ma è stato anche sfortunato, gli eventi gli hanno remato contro.
E lì sei stata abile tu a caratterizzarlo benissimo e a crostruirgli attorno l'impianto della storia che è un grosso equivoco. E con gli equivoci ci si va a nozze.
 Sono sempre una spezia che dà un'ulteriore spinta "al piatto".
A parte questo ci sono parecchi punti divertenti. Alcuni geniali
Ho notato anche qualche piccolo refuso che se riesco ti quoto (col telefono, anche se è nuovo, è un macello).
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmquelli che si mettono i tutù
Ahahah! D'ora in poi me li immaginerò così... 
Mancano le scarpette da ballo, però :asd:

A parte questa piccola sciocchezza, la prima parte la trovo molto bella. Si sente la passione vera per il ciclismo.
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmQuesto è quello che dice Cristian ogni volta che lo incontro, tutte le volte. Ce l’ha a morte con i ciclisti della domenica La questione dei ciclisti della domenica la ometterei: ne hai parlato poco prima. 
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmquesti di adesso…
Ecco fuori dai dialoghi i puntini di sospensione non mi piacciono troppo. 
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmForse perché da sempre ha questa gran passione per il ciclismo, quello vero.
Quello vero per chi? Per Cristian o per il narratore?
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmUn giorno se ne è andata con un altro, ciclista e ciao.
C'è la virgola fuori posto
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmLui beve, è irascibile, a volte litiga con qualcuno, ma è un buon amico, quando ho avuto bisogno di un posto dove stare, lui me lo ha dato senza chiedere nulla in cambio solo che... si fissa.
Vabbè, lì i puntini ci stanno. Forse è proprio una tua scelta stilistica. Ma io non esagererei...  :trollface:
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmCristian ripete come un disco rotto: “Cima Coppi, era una giornata freddissima nonostante fosse giugno, l’aria rarefatta, - 4 gradi, nevicava
Bello! È talmente appassionato che sembra un cronista. 
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmrispose e, infilò le mani sotto al il maglione.
C'è anche una virgola di troppo. 
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmVuole colpirne uno per educarne cento, unum castigabis, centum emendabis.
Da lì 
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmE giù a ridere.
a lì, è uno spettacolo. Bellissimo. Si ride di gusto. Per me è la parte più bella.
Anche la parte succesiva, quella dell'equivoco tiene la giusta tensione. Ha un bel piglio  ed è fresca.  Scritta benissimo.
paolasenzalai ha scritto: dom gen 23, 2022 11:27 pmCiclista denuncia il comune di Prepotto. Sulla strada che porta a Castelmonte, ci sono avvallamenti pericolosi per i ciclisti. Già accaduti diversi incidenti, alcuni anche gravi.
Nonostante la classe giornalistica italiana degli ultimi anni non brilli di grande luce, credo che questa breve parte andrebbe risistemata. A parte la ripetizione ciclista/ciclisti mi pare un po' tutto involuto, schiacciato. Ma si mette a posto in un attimo.

Come vedi ho trovato solo qualche sciocchezza che sicuramente ti è sfuggita per la fretta del contesto gara. Per il resto un racconto davvero bello, scorrevole, con spruzzate di genialità (quella dello scoiattolo è strepitosa) e costruito attorno a un equivoco ben congeniato.
Per me meriterebbe una piccola revisione.
Bravissima.
Ciao! :sss:
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