Halloween

1
Commento a "Non vedrà affondare il sasso" di Kuno

Mi scuso per proporvi con tanto anticipo un racconto a tema "Halloween," ma dovrei pubblicarlo su una testata locale con la quale collaboro e volevo sentire il vostro prezioso parere! Grazie!

Il locale si stava via via riempiendo, per i festeggiamenti di Halloween, ma anche per la pioggia.
«E tu come ti chiameresti?» chiese la proprietaria, sollevando la benda nera da pirata, per vedere meglio la ragazza al bancone.
«September.»
«È il tuo nome d’arte?»
«No, è il mio nome vero» rispose.
«Ma dai? Se inglese?»
«D’origini irlandesi. Celtiche, a dirla tutta. Il vino con gli occhi che galleggiano sembra buono…» disse.
«Vorrai dire il disgustoso sangue umano…» rispose la barista vestita da pirata, sorridendo. Si era molto impegnata per preparare quel vin brûlé, in cui galleggiavano molti occhi. Servì un bicchiere alla ragazza, che indossava un bel maglioncino nero, a collo alto, aveva un incarnato molto pallido e un caschetto di capelli corvini.
«September. Credo sia eccentrico anche per un’irlandese. Mi piace.»
«Pensa che ho due sorelle. Si chiamano Rain e Victoria.»
«Fantastico. Sono qui con te?»
«Nooo, loro sono serie. Lavorano anche oggi.»
«Spero il sangue sia sufficientemente disgustoso.»
«Non male» disse September, sorseggiando il suo vino caldo, appartandosi un poco nel suo posto, come a volersi godere lo spettacolo inosservata.
La barista andò ad aiutare un collega nel servire un vassoio di birre a un tavolone pieno di universitari che giocavano a Brivido. Ridevano e parlavano a voce alta. Il locale era addobbato con zucche e festoni che rappresentavano streghe, fantasmi e calderoni magici. C’era un palco dove una band si stava preparando per suonare.
«Scusami se non ti sto dietro» disse la barista, camminando sulla sua protesi (vera) fino al bancone. «Non prevedevo questo afflusso.»
«È per via della pioggia.»
«Tu aspetti qualcuno?»
«No, avevo solo voglia di travestirmi e uscire. Di solito vado in giro con Rain e Victoria, ma stasera non volevo lavorare. Loro dicono sempre che sono una debosciata.»
«Sei la più piccola, vero?»
«Sì.»
«Che tesoro. Però non mi hai detto da che cosa ti sei travestita.»
«Da essere umano.»
La barista rise.
«Perché, di solito cosa sei?»
«Un vampiro» rispose September, sorridendo; ma non troppo.
«Mi fai morire. Vieni più spesso a trovarci.»
«Posso fare io una domanda a te?»
«Spara» disse la pirata, arrotolandosi una sigaretta.
«Come fai a lavorare con quella?» chiese, riferendosi alla protesi.
«Ti abitui a tutto.»
«Io prima facevo la cameriera. Se vuoi posso aiutarvi.»
«Ti rovineresti la serata. Hai detto che non volevi lavorare.»
«Non ti preoccupare. Sono da sola. Così mi passa.»
«L’hai già fatto prima?»
«Era il mio vecchio lavoro.»
La donna guardò il suo tubicino di tabacco, poi il locale sempre più pieno di avventori travestiti in modo macabro… sospirò.
«Va bene. Sta’ dietro il bancone mentre vado a fumare.»
«Fantastico!» esclamò September, battendo le mani, andando dietro il bar. La barista si mise a confabulare brevemente col collega, un ragazzone vestito da Frankestein, che alzò le spalle imbottite e continuò col lavoro.
September era evidentemente del mestiere. Spillava con rapidità le birre, serviva con gioia gli avventori (molti dei quali erano alquanto attratti dalla sua presenza al bancone…) ed era brava anche fra i tavoli.
«Anche tu non ti sei travestita?» chiese uno, grossomodo della stessa età dimostrata dalla ragazza, con pullover e occhialini.
«In realtà sì» rispose September, un po’ stancamente.
«Da cosa?»
«Da essere umano.»
«Perché, normalmente cosa saresti?»
«Un terribile vampiro.»
Il ragazzo rise.
«Per favore, non mordermi sul collo…» disse, mostrando una gola molto bianca, e a dire il vero, dall’aspetto alquanto succulento.
«Non ti preoccupare, preferisco quelli femminili.»
«Oh, capisco…» rispose e, dopo qualche altro convenevole, se ne tornò al suo posto con le pive nel sacco.
«Birra...» disse il cantante, uno avanti con l’età per lavorare ancora in un locale del genere, o forse invecchiato precocemente dall’abbondante eye-liner.
«Cosa suonate?»
«Rock acrobatico.»
Risero.
«No, davvero.»
«Gothic rock.»
«Adatto alla serata» commentò September.
«Puoi dirlo.»
Cominciarono a indossare il loro pesante travestimento. La barista ufficiale, nel frattempo, era tornata dalla sua pausa sigaretta.
«Fra un po’ inizia il concerto. Possiamo riposarci un poco.»
«Ti piace il loro genere?» chiese September.
«No, ma mi sembrava adatto alla serata.»
«Tutti gli avventori dovrebbero essere in maschera. Dovevate metterlo come regola per l’ingresso.»
«Eh, ma tu sei giovane e utopista. Noi dobbiamo pure raggranellare qualcosa per pagare l’affitto.»
«Sì, capisco.»
Si poggiarono dietro il bancone, mentre la band finiva di travestirsi e imbracciava gli strumenti.
«Ti piace Halloween, vero?» chiese la barista.
«Certo, è di gran lunga la mia festa preferita. Intanto, è di origini irlandesi, come me. E poi trovo piacevole che uno, per una sera, possa diventare qualcosa che non è.»
«Come un essere umano, nel caso di un vampiro.»
«Esatto» disse September, che cominciò a ridere, ma si coprì la bocca con la mano, come fa a volte chi non ha bei denti.
«Alle tue sorelle non piace però.»
«Loro dicono che è la serata ideale per lavorare, ma non sono d’accordo.»
«Anch’io, se te lo devo confessare, sono un po’ come loro. Non vado matta per le feste importate dall’estero.»
«Sì, ma… pensaci su. Una notte di cambiamento e trasformazione. I vivi diventano come i defunti e i defunti, secondo la tradizione, girano liberamente per la terra. Soprattutto una notte in cui, per una volta all’anno, ma solo una volta, ci sentiamo in diritto di fare le cose al contrario. Però, dovrebbe essere solo una volta all’anno, altrimenti non ha senso.»
«Non so se capisco dove vuoi andare a parare…»
«Quel che voglio dire» disse September, sentendosi eccitata, rossa in volto, servendosi dell’altro vino «è che la vita dovrebbe essere speciale solo una volta all’anno. Adesso mi sembra che le persone vogliano che ogni giorno sia speciale. Che sia unico. Mi sembra come se ogni giorno sia Halloween, e nessuno più esca di casa senza travestimento. Ma se tutto diventa speciale…»
«Niente lo è. Capisco. Perciò intendi dire che indossiamo delle maschere ogni giorno?»
«Più o meno sì. Sono ubriaca, probabilmente dico sciocchezze.»
«No, c’è del vero in quello che dici. Però…»
«Sentiamo» disse September.
«Non pensi che le persone approfittino di queste feste per mostrare quel che sono realmente?»
Si guardarono intorno. Streghe, zombie, uomini lupo.
«Mostri?» chiese September, sorridendo e sfoggiando, così, un bel paio di canini aguzzi.
«Pensavo tu non fossi in maschera…» disse la barista, deglutendo. Non aveva mai visto un travestimento da vampiro più realistico.
September si coprì di nuovo la bocca con la mano. Si fece più seria.
«Non ti preoccupare. Non lavoro stasera.»
«No, certo, perché dovrei preoccuparmi? Maschere… hai mai letto Pirandello?»
«Lo conosco» rispose la ragazza.
Le due donne continuarono a parlare. La barista aveva studiato lettere all’università, era piuttosto colta. Provavano molto conversare, e continuarono fino a quando la band non si fu completamente travestita. Si erano trasformati in animali selvatici. Quando cominciarono coi loro suoni assordanti, September e la proprietaria uscirono fuori per poter continuare a discutere, protetti da un balcone dalla pioggia. Parlarono di Halloween, di Pirandello, del significato dell’esistenza e di tutto il resto. September aveva la passione di chi ha ancora davanti tutta una vita; ma, a volte, sembrava molto più saggia dell’età che mostrava. O viveva, forse, in un eterno presente.
Poi, dopo il termine del concerto, nonostante le proteste della proprietaria, restò ad aiutare a pulire e sistemare, per sparire, d’improvviso, poco prima dell’aurora.
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: Halloween

2
Ciao Domenico

Non è la prima volta che leggo una cosa tua, mi pare anche che mi è sia già accaduto di commentare un tuo racconto, in ogni caso se così non fosse, perdona la confusione mentale e rimedio ora.
Anzitutto premetto che anche in questa nuova storia che ci proponi, quello che si evidenzia è l’indubbia qualità narrativa che possiedi.
In questo come nei precedenti è presente una scrittura fluida e la capacità descrittiva con cui metti a fuoco i tuoi personaggi e gli ambienti nei quali si muovono.
Il lettore si adagia bene nel ritmo del tuo racconto che risulta coinvolgente e stimolante da leggere.
Nei racconti precedenti ho apprezzato molto l’aspetto intimista ed esistenziale che li caratterizzava, questo racconto invece si muove nell’ambito della narrazine di fantasia, con un soggetto che guarda al genere del “mistero”, benché non toccare il colore “horror”.

Diciamo subito, che come per i precedenti racconti, anche in questo ho trovato una mano felice nella scrittura, la storia scorre ed è pervasa da una delicata e gradevole vena surreale, dove si inscena la simpatica ipotesi di una giovane e graziosa vampira, che decide nella serata di Halloween, in cui gli umani si travestono da macabri mostri, di travestirsi da umana.
Ci fa sorridere che nel muoversi tra gli umani lei dichiari candidamente la sua natura di vampira, sucitando con questo l’ilarità degli interlocutori che ovviamente pensano stia giocando in funzione del tema della serata.

Questa sua scelta ti consente come autore di toccare il tema (pirandelliano) della maschera che ogni individuo assume nel confrontarsi con la società in cui vive, mutandola sovente a seconda delle evenienze e delle persone con cui si relaziona.

Ora se permetti, al di là della indiscutibile qualità della tua scrittura, posso dirti che il racconto mi ha dato la sensazione di un colpo sparato a salve,
Per intenderci, mi pare che il racconto non faccia centro, è scritto assai bene ma resta debole nell’intento.
Per intento intendo il messaggio “morale”, ovvero l’obiettivo e la ragion d’essere del racconto che appare poco a fuoco, debole o appena sfiorata.

Resta ovviamente un appunto che muove da un mio strettissimo gusto personale, prima di lettore e poi di scribacchino che si diletta con le storie di “mistero”.
A mio modesto avviso, già partendo dal titolo, si apre un tacito contratto ta chi scrive e chi legge, ovvero in un titolo si crea una promessa semantica che in qualche modo deve essere rispettata da quanto si va a leggere.
Se questo non avviene o avviene in maniera debole, il racconto lascerà nel lettore un senso di insoddisfazione o la sensazione di aver equivocato nelle genere di attese che quel titolo gli suggeriva.
Un po’ come se uno si aspettasse di vedere un film porno in un cinema a luci rosse e poi sullo schermo si ritrovasse invece ad assistere alla fiaba della Bella Addormentata di Disney.

In altre parole, la storia che dovrebbe intessere un racconto che si muove sul tema del “mistero”, sebbene con un trattamento letterario da commedia leggera, alla fine ne diluisce il potenziale solo citandolo e senza dargli corpo.

Detto questo, resta il fatto che scrivi assai bene.

Un saluto e a presto rileggerti. Ciao.

Re: Halloween

3
Domenico S. ha scritto: Il locale si stava via via riempiendo, per i festeggiamenti di Halloween, ma anche per la pioggia.
La virgola dopo riempiendo non ci va, secondo me.
Domenico S. ha scritto: «Ma dai? Se inglese?»
Sei inglese?
Domenico S. ha scritto: «Scusami se non ti sto dietro» disse la barista, camminando sulla sua protesi (vera) fino al bancone. «Non prevedevo questo afflusso.»
Qui il lettore potrebbe non capire che si sta di nuovo rivolgendo a September.
Domenico S. ha scritto: Provavano molto conversare,
Non capisco questa costruzione della frase. Volevi dire: Conversarono a lungo, su diversi argomenti... ?
Domenico S. ha scritto: uscirono fuori per poter continuare a discutere  discorrere,
"Discutere" direi che abbia più una valenza di critica, di contraddizione.
Domenico S. ha scritto: Poi, dopo il termine del concerto, nonostante le proteste della proprietaria, restò ad aiutare a pulire e sistemare, per sparire, d’improvviso, poco prima dell’aurora.
Già, i vampiri si muovono di notte.
Un racconto di Halloween diverso dai soliti. Anche se September si è travestita da essere umano "troppo" buono  e servizievole, secondo me.
Comunque, un buon testo. Bravo, @Domenico S.  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: Halloween

4
@Nightafter
Ciao, ti ringrazio per il bel commento al mio piccolo testo. Sono molto contento che il mio modo di scrivere ti piaccia. Devo dire che non ero tanto convinto di questo racconto, "sentivo" che qualcosa non funzionava, per questo l'ho condiviso su Costruttori di mondi. Leggendo il tuo commento, e rileggendo il racconto, ho l'impressione che il climax, che arriva alla fine del terzo atto (quando la vampira scopre i denti) succeda troppo presto, e l'epilogo sia insensato e troppo moscio. Pensavo di eliminare l'epilogo (quando vanno fuori per discorrere) e terminare con lo "svelamento" della vera natura di September. Così, forse, il racconto si chiuderebbe su una nota maggiormente tenebrosa e minacciosa, tenendo fede alla sua natura di racconto di Halloween. Fammi sapere la tua opinione, se hai voglia. Grazie.

@Poeta Zaza Ciao, ti ringrazio per i tuoi commenti, sempre utili e sempre molto preziosi, perché evidenzi le tante debolezze del mio modo di scrivere. Sono contento che il racconto nel complesso ti sia piaciuto. Cercherò di rendere September più minacciosa! Grazie!
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: Halloween

5
Domenico S. ha scritto:
Ciao @Domenico S. ,
Domenico S. ha scritto: Servì un bicchiere alla ragazza, che indossava un bel maglioncino nero, a collo alto, aveva un incarnato molto pallido e un caschetto di capelli corvini
questo periodo non mi convince. Non che sia scorretto, tuttavia mi pare che l'inciso sul maglioncino spezzi, per così dire, il filo. Ho dovuto rileggere la frase più volte.

A mio avviso, filerebbe meglio così: "Servì un bicchiere alla ragazza, che aveva un incarnato molto pallido e un caschetto di capelli corvini e indossava un bel maglioncino nero, a collo alto.
Il mio è solo un piccolo suggerimento, sia chiaro :)

Domenico S. ha scritto: Fantastico!» esclamò September, battendo le mani, andando dietro il bar
un altro appunto, che puoi anche cassare, se ritieni.

Secondo me, sarebbe più corretto: esclamò September, battendo le mani, poi andò dietro il bar. 
Perché il gerundio fa pensare a due azioni compiute contemporaneamente (il battere le mani e l'andare dietro il bar), e, secondo me, come immagine non ci sta, o meglio, io fatico a raffigurarmela in maniera onesta. Molto meglio prima sbatte le mani e poi va dietro il bar (per me, eh!).

Domenico S. ha scritto: mostrando una gola molto bianca, e a dire il vero,
eliminerei quel "e a dire il vero". A dire il vero secondo chi? il narratore? mmm. 


Domenico S. ha scritto: Sono ubriaca, probabilmente dico sciocchezze
ehi ehi ehi, non si beve sul lavoro :D


Domenico S. ha scritto: Provavano molto conversare,
refuso.


In generale il racconto mi è piaciuto. Bella l'idea della vampira travestita da umana, bella la scrittura, che pennella ottime descrizioni disegnando un'atmosfera più che adeguata.
Starei solo attento, in qualche passaggio, alle intromissioni del narratore. Non che io sia contrario a priori, solo quando sono superflue e non servono al (il) testo.
Ciao

Re: Halloween

7
Domenico S. ha scritto: @m.q.s. Ciao! Ti ringrazio per il commento, pieno di correzioni e utili suggerimenti. A volte, come narratore, ho la tendenza a intervenire nella storia, ma capisco che sia da evitare. In questi giorni, per ovviare a questa tendenza, sto provando a scrivere in prima persona... grazie ancora, a presto!
Ciao, sì capisco e, davvero, non penso che un autore che intervenga nella storia sia Il Male, anzi, in certi contesti ci sta. Poi molto autori lo fanno, mi viene in mente Pynchon, ma anche Vollman, per citarne due a caso. Dico solo che in certi casi può essere evitato :)
In prima persona? Interessante, leggerò con piacere! 
Alla prossima, grazie per lo scambio :)

Re: Halloween

9
@Domenico S. il mio parere in generale è positivo. Mi sembra che l'ambientazione generale della festa sia fatta bene, poi il riferimento a Brivido è una piccola perla!  :) Anche il dialogo fra le due protagoniste è svolto bene, entrambi i personaggi sono caratterizzati nel modo giusto. La barista che deve giustamente attaccare discorso con chi non conosce, come ogni barista che si rispetti, e September che dice e non dice di sè stessa. Le tre sorelle mi hanno fatto venire in mente le tre sorelle del vecchio telefilm Streghe, che invece erano buone, ma non è un grosso problema, anche perchè le altre due sorelle restano sullo sfondo. Anche lo stile mi è piaciuto, tutto il racconto mi sembra scorrevole e discorsivo, senza punti morti. Forse, giusto il finale è un po' troppo "tranchant", nel senso che mi ha fatto piacere che la vampira se ne vada senza fare del male a nessuno, magari ci avrei aggiunto qualcosa. Non so, un pezzo dell'abbigliamento della vampira che rimane dopo che lei è scomparsa, un profumo, una scritta sul muro, che ne so... Però nemmeno questo è un grosso problema, la soluzione è corretta (il vampiro che se ne va prima dell'alba). Non sono una grande fan di Halloween, nè delle storie di vampiri, anche se certi testi li ho letti, classici e meno classici, ma mi pare che l'atmosfera della festa sia stata resa bene.
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)
Rispondi

Torna a “Racconti”

cron