[MI156] Nell'IKB

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Traccia di mezzogiorno "Colori Primari"


Blu.
Era questa la sensazione che provava, in uno spazio senza riferimenti. La ricercava nel mare, nell'universo, in un sogno o in una notte stellata di Van Gogh. E quando riusciva a percepirla, si sentiva a suo agio.
Un blu che riusciva anche gustare: due morsi di cielo e uno di mare.
Il sapore del cielo gli sembrava ceruleo, dolce con un retrogusto da anidride e le papille gustative si gonfiavano, stimolate dall'atmosfera speziata.
Il sapore del mare lo sentiva meduseo, gelatinato e logicamente: salato.
Si era perso. Si perdeva spesso, e cosa c'era di meglio per perdersi? Il giallo o il rosso? Nel blu poteva volare o nuotare; nel rosso o nel giallo solo ardere.
Un giorno lo trovarono seduto su una panchina di un giardino di Fidenza, che guardava le magliette blu di una squadra di pallavolo.; un'altra volta al passaggio a livello della stazione di Molinella, a fissare la divisa del capostazione; poi, ancora, al cimitero di Poggibonsi, di fronte a una lapide di sodalite.
“Gino! Torniamo a casa” diceva Marco prendendolo sotto braccio.
Lui ogni volta si lasciava portare. Non aveva mai opposto resistenza. Voleva solo perdersi, nel blu. E se lo chiudevi, si perdeva lo stesso.
Gli avevano dipinto la stanza di blu, i piatti, i bicchieri, anche il lavandino e il water. Dalla doccia l'acqua usciva blu, colorando pelle, capelli ed ogni sorta di pelo. Gli occhi, naturalmente, lo erano anche quelli, così intensi dalla sua venuta al mondo. Un segno premonitore.
Nella sua stanza, su un tavolo, c'era un blocco di grandi fogli e alcuni flaconi di colori diversi, anche se ogni giorno dovevano ricomprarne solo uno. Finito provvisoriamente il blu, Gino, ostinatamente provava a ricrearlo, mescolando gli altri colori con fare alchemico, e una volta, quasi riuscì ad avvicinarsi.
È un colore primario e non si può ricreare” diceva Marco.
Quella frase lo aveva colpito: non si può ricreare... lui era convinto del contrario: per la sua legge tutto poteva diventare blu, anch'egli.
Quando entrava nella stanza non si percepiva più  la sua presenza: si appoggiava al muro diventandone un tutt'uno. Solo quando apriva gli occhi si perdeva l'inganno.
Avrebbe voluto essere ricco, aristocratico, nobile, solo per vedere se il sangue sarebbe risultato davvero blu come si diceva. Lui ci provava lo stesso, ma ogni volta che faceva la barba un po' più a fondo, rimaneva deluso.
Usciva di casa nell'ora di maggiore luce con un quaderno e una biro per appuntare le gradazioni del blu che la natura poteva offrire e segnarle in una sua personale scala di colore, sempre alla ricerca della perfezione. Ma rimaneva puntualmente deluso: anche il mare e il cielo risultavano sbiaditi. E allora li rinvigoriva con delle pennellate di colore dal barattolo che teneva nel taschino, quello che più si avvicinava alla sua idea, frutto di anni di esperienza e miscelazione per raggiungere la perfezione che però ancora sembrava sfuggirgli.
Dove passava lasciava il segno: un'arancia blu nel banco ortofrutta, lo spritz del bar del corso o il ragù della trattoria di piazza VIII agosto.
Ma tutto ciò non lo soddisfaceva ed iniziò a peregrinare per il mondo per scoprire altri luoghi, città, piazze e musei dove trovare se stesso.
Un giorno un vigilantes lo vide tuffarsi. Diede l'allarme e arrivò la polizia. Ma di Gino non si ebbe più traccia. Solo quando, il giorno dopo, un trafiletto del giornale a pagina nove intitolava: Mistero al museo d'arte moderna: sparisce di fronte a un quadro di Yves Klein, Marco capì che finalmente aveva trovato il suo posto.

Re: [MI156] Nell'IKB

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Kasimiro ha scritto: Un blu che riusciva anche gustare
Un blu che riusciva anche a gustare
Kasimiro ha scritto: Il sapore del mare lo sentiva meduseo, gelatinato e logicamente: salato.
Il sapore del mare lo sentiva meduseo, gelatinato e, logicamente, salato
Kasimiro ha scritto: Il giallo o il rosso?
Il giallo, il rosso?
Kasimiro ha scritto: capelli ed ogni sorta
capelli e ogni sorta

Kasimiro ha scritto: Ma tutto ciò non lo soddisfaceva ed iniziò a peregrinare
Ma tutto ciò non lo soddisfaceva e iniziò a peregrinare
Kasimiro ha scritto: Un giorno un vigilantes lo vide tuffarsi. Diede l'allarme e arrivò la polizia. Ma di Gino non si ebbe più traccia. Solo quando, il giorno dopo, un trafiletto del giornale a pagina nove intitolava: Mistero al museo d'arte moderna: sparisce di fronte a un quadro di Yves Klein,
Capisco la sua sparizione, ma non capisco quel tuffarsi: da dove si è tuffato? Verso dove si è tuffato?
Per il resto, ho apprezzato il brano, ben riuscito.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
https://www.lestradedeimondi.com/

Re: [MI156] Nell'IKB

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Grazie di cuore per le belle parole @Loscrittoreincolore@m.q.s.@ivalibri, mi fa molto piacere che abbiate apprezzato.
Grazie @M.T. per le correzioni e per esserti soffermato.
M.T. ha scritto: Capisco la sua sparizione, ma non capisco quel tuffarsi: da dove si è tuffato? Verso dove si è tuffato?
Per il resto, ho apprezzato il brano, ben riuscito.
Il giornale riferiva che era sparito di fronte a un quadro di Yves Klein...

Grazie, alla prossima

Re: [MI156] Nell'IKB

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Kasimiro ha scritto: Un blu che riusciva anche gustare: due morsi di cielo e uno di mare.
Il sapore del cielo gli sembrava ceruleo, dolce con un retrogusto da anidride e le papille gustative si gonfiavano, stimolate dall'atmosfera speziata.
Il sapore del mare lo sentiva meduseo, gelatinato e logicamente: salato.
Ciao @Kasimiro.
Confesso di aver dovuto leggere due volte il tuo racconto per capire che quello che a prima vista mi sembravano strafalcioni, in realtà si era una preziosa ricerca. Ma poi l'ho capito e l'ho apprezzato.
Il racconto, a tratti surreale, conserva un ritmo lento e pacato che bene si adatta al personaggio.
Chi sia poi veramente questo Gino non è dato saperlo. Lo chiamiamo Gino solo perché Marco lo chiama così. Forse lui non avrebbe nemmeno bisogno di un nome. Se fosse stato veramente Gino non sarebbe potuto scomparire in un quadro.

Re: [MI156] Nell'IKB

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@Kasimiro un gran bel racconto, l'idea di fondo mi è sembrata molto originale, questo personaggio indistinto che vive in funzione di un colore mi ha appassionato.
Molinella! Ci andavo tutti i sabati pomeriggio per le strade basse per andare a provare con la mia ultima band di scalcagnati.  :D
Fidenza invece meriterebbe un passaggio per il bel Duomo (che però non è blu, quindi qua non ci poteva stare).
Belli anche i riferimenti alla "mia" Emilia, e grazie per avermi fatto conoscere Klein, vado a documentarmi. 
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)

Re: [MI156] Nell'IKB

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@Kasimiro   :)  Ciao e ancora auguri per il tuo compleanno! :flower:


Che bello festeggiarlo con noi del MI! Con un racconto - favola dei tuoi, scritto con delicatezza originalità e poesia. Bravo!

Col finale indovinato del tuffo in un quadro del pittore del Blu. Quello del titolo - International  Klein blu - IKB che, ho appreso,
è una tonalità particolare di blu oltremare molto profondo, messa a punto proprio da lui.   :si:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI156] Nell'IKB

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Grazie per il commento @pale star, si può intuire che anch'io sono stato trapiantato in Emilia.

Grazie @bestseller2020 per il passaggio e l'apprezzamento.

Grazie ancora per gli auguri @Poeta Zaza.
In qualche modo Klein e Gino si assomigliano: portano avanti la loro idea d ricerca profonda con determinazione e poi si incontrano al raggiungimento di questa.
Grazie ancora, alla prossima.

Re: [MI156] Nell'IKB

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Kasimiro ha scritto: dom ott 17, 2021 11:37 pmNel blu poteva volare o nuotare; nel rosso o nel giallo solo ardere.
Si percepisce nel racconto tutta la tua perizia nello scrivere favole. Vi sono insieme profondità e leggerezza, incanto e tristezza. L'ho trovato delizioso.
Kasimiro ha scritto: dom ott 17, 2021 11:37 pmUn giorno un vigilantes lo vide tuffarsi. Diede l'allarme e arrivò la polizia. Ma di Gino non si ebbe più traccia
Nel finale, forse, sei stato un po' troppo contratto; si potrebbe aggiungere una specificazione, come ad esempio: "Un giorno, mentre girovagava tra i dipinti, un vigilantes...". Oppure hai di proposito omesso ogni riferimento?
Grazie e complimenti, @kasimiro.
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