[MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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[MI 156] Un altro modo di vedere le cose

Traccia di Mezzogiorno. Colori primari: rosso.

Maria Pia cammina nel percorso dall'ufficio al supermercato e intanto dedica un retropensiero affettuoso all'uomo che per tre anni, fino a pochi mesi prima, ai suoi pensieri stava in cima.
Un periodo esaltante, appassionato, cui entrambi, nello stesso momento, avevano deciso di porre fine.
Un amore proibito, nato sotto il segno del pericolo,  perché entrambi sposati, e, se erano sempre riusciti a sfangarsela, non potevano rischiare ancora. Tutti e due tenevano a cuore i loro coniugi (e viceversa) e non volevano perdere le loro unioni. Anche se il loro amore non era finito, l'avrebbero cristallizzato così, nel tempo e nello spazio.

Solo la sua migliore amica, Lucia, sapeva. Le aveva detto, all'inizio:
- Stai recuperando adesso il tempo della giovinezza che hai passato da suora. Ma il momento non è giusto, come il contesto e le circostanze. 
E hai sbagliato stagione per rubare baci. -
Certo, era difficile mantenere la determinazione del distacco improvviso. Le crisi di astinenza dall'altro, in tutti i sensi, erano paragonabili a quella di una droga. La sofferenza c'era per tutti e due ma si leccavano le ferite da soli, senza contattarsi mai.
Però, i rapporti col coniuge, mai cessati e soddisfacenti nei tre anni di doppia vita, adesso, che si voleva dedicare in assoluto a Daniele, per assurdo erano meno coinvolgenti di prima, e, lei ne sapeva il motivo. Non erano più trainati dall'entusiasmo di vita che l'aveva dominata, e la lontananza dall'ex la lancinava ancora, in sottofondo.  Il marito le chiedeva, preoccupato:
- Cos'hai? Mi sembri triste...
- Niente, è il lavoro. Sono molto presa.

Ma la scelta era stata obbligata. Non si torna indietro. Anche se si fossero reincontrati (per caso, per lavoro, in compagnia di comuni conoscenti) visto che nessuno aveva mai saputo del loro legame, il loro reciproco rapportarsi sarebbe parso quello del passato.

Il colore dominante della sua vita era quello dell'azione, dei sentimenti forti: passione - pericolo - coraggio - fortezza - amore.
Adesso, era temperato e temprato dal senso di responsabilità.

Allunga la strada per fare i quarantacinque minuti minimo di camminata svelta giornaliera che si è prefissata, e va ad attraversare il parco pubblico cittadino. Le è sempre piaciuta la disposizione di specchi d'acqua, di arte topiaria, di piante e aiuole. Non si ferma a riposarsi su una invitante panchina e procede spedita nel vialetto centrale.

A un certo punto, girando lo sguardo verso l'arbusto di bosso lavorato a forma di elefante, vede, attraverso le fronde di un grande platano, le sagome di una coppia che si abbraccia. Riconosce Daniele, suo marito, la donna no. Il sangue le pompa più forte nelle vene. Vede rosso. Come un automa, continua a camminare. Non crede di essere stata vista da lui, perché ha intuito il movimento verso il retro della siepe. Probabilmente, non hanno resistito ad aspettare oltre.

Anche il resto è automatico: arriva al supermercato, fa la spesa e torna direttamente a casa.
Quella sera il marito è più allegro del solito. Le dice che cucina lui quello che ha comprato.
Le racconta un aneddoto spiritoso su un suo collega. Le chiede della sua giornata. Lei si impone un sorriso e una normalità semi spontanea. 
Lo ringrazia della buona cena. Lui più tardi la cerca, affettuoso. Lei ci sta, con partecipazione.

Quella notte si addormenta tardi. Distesa supina, immobile, riconosce la fase iniziale del suo amore. Turbata ma capace di comprendere la situazione, si rimprovera la sua "assenza" degli ultimi mesi. Il suo interludio amoroso le dona un altro modo di vedere le cose.

Il giorno dopo, la routine la prende: all'esterno è imperturbabile, mentre dentro, scombussolata, scopre la gelosia per il marito. Lei lo ama da sempre: Daniele è suo: quella donna deve restituirglielo!

Cammina, vigile al mondo esterno, anche se meditabonda. D'improvviso, con la coda dell'occhio, vede un incidente stradale. Scorge di sfuggita un passeggino colpito di lato da una macchina , e, davanti ai suoi occhi, si materializza un bambino piccolo, pare una bambola. L'afferra al volo, d'impulso, e se lo ritrova al petto, illeso.
Una signora anziana corre da lei, forse la nonna, e abbraccia lei e il bimbo, con le lacrime agli occhi. Intorno a loro, il traffico è bloccato; c'è già un vigile, il passeggino è sul marciapiede. Un automobilista, quello che ha urtato il passeggino, ha lasciato l'auto e parla col vigile, allargando le braccia, ma si vede che tutti sono sollevati.

Poi, lei dice che deve avviarsi al lavoro, ma prima deve lasciare il suo numero di telefono alla nonna che vuole rivederla presto. Intanto, arriva un'ambulanza che porta il bimbo in ospedale con la nonna, per accertamenti.
Maria Pia non sente nulla per il contraccolpo, ha fatto i gesti giusti per ammortizzare l'impatto.
Prima di uscire dall'ufficio, riceve una chiamata da una donna riconoscente del fatto che le ha salvato il figlio e che vuole ringraziarla di persona. Le chiede a che ora finisce di lavorare e l'indirizzo.
 
Quando esce, si trova di fronte "l'altra", la donna che abbracciava Daniele. Ne è sicura: ha lo stesso tailleur rosso fuoco del giorno prima e la coda di cavallo col nastro rosso. Maria Pia pensa: "clandestina principiante", certa che fosse stato un lampo di rosso a stornare la sua attenzione dal vialetto che stava percorrendo.
Senza far trapelare nulla, accetta serena le feste che le fa la mamma felice e riconoscente.
Arrivano al vicino bar-pasticceria e si accomodano a un tavolo d'angolo.
La donna, che si è presentata come Carolina, è simpatica e brillante e le chiede di sé, del suo lavoro eccetera.
Chiacchierano come due amiche, dandosi già del tu.
Alla fine, Carolina le dice, con enfasi:
- Ci sarà mai qualcosa con cui ricambiare in parte quello che tu hai fatto per me: restituirmi mio figlio?
Lei sospira e fa cenno di sì con la testa:
- Che cosa? - chiede l'altra, sorpresa, e arrossendo trasalisce alla risposta.
- Restituiscimi mio marito.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Ciao @Poeta Zaza

Fino a un certo punto ho seguito il tuo racconto pensando a un tema caro a Tinto Brass, ovvero quello del tradimento che rivitalizza un rapporto amoroso. Tutto filava liscio nella narrazione e, devo dire, anche in modo piacevole.
Quello che non mi ha convinto invece è tutta la parte del "salvataggio" del bambino, costruita un po' troppo macchinosamente per arrivare alla battuta finale che, messa così, in quel contesto, suona irrealistica.
Ho notato che il racconto si snoda in tre momenti: Il tempo della storia con il suo amante, Il tempo della scoperta del tradimento del marito e il tempo dell'incidente, del salvataggio e dell'incontro con la sua rivale.
Hai utilizzato il tempo presente nell'incipit, nel quale Maria Pia cammina dall'ufficio al supermercato.
Nel tempo del ricordo hai utilizzato correttamente l'imperfetto. Torni al presente quando dici "Allunga la strada per fare i quarantacinque minuti minimo di camminata ..." ovvero nel momento che prelude alla scoperta del tradimento. Poi continui con il presente anche per il resto della narrazione anche se l'azione non sembra essere continua.
Quando riprendi con:"Cammina, vigile al mondo esterno ..." Non so più se quel presente dell'incipit si riferiva a questo o a quell'altro momento.
Non so se sono riuscito a spiegarmi.

Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Poldo ha scritto: Hai utilizzato il tempo presente nell'incipit, nel quale Maria Pia cammina dall'ufficio al supermercato.
Nel tempo del ricordo hai utilizzato correttamente l'imperfetto. Torni al presente quando dici "Allunga la strada per fare i quarantacinque minuti minimo di camminata ..." ovvero nel momento che prelude alla scoperta del tradimento. Poi continui con il presente anche per il resto della narrazione anche se l'azione non sembra essere continua.
Quando riprendi con:"Cammina, vigile al mondo esterno ..." Non so più se quel presente dell'incipit si riferiva a questo o a quell'altro momento.
Non so se sono riuscito a spiegarmi.
Grazie del tuo commento, @Poldo   :)

La vicenda del racconto, narrata al presente, si svolge nell'arco di due giorni.
Nel primo giorno, Maria Pia scopre che il marito la tradisce.
Nel secondo giorno, salva la vita a un bambino e scopre che la madre è l'amante del marito.

Quel "Cammina, vigile al mondo esterno" si riferisce all'inizio del secondo giorno, di mattina, mentre sta andando al lavoro.
Mi pareva di avere correttamente concluso il primo giorno con la notte insonne, e ripreso la narrazione del secondo giorno con:
Poeta Zaza ha scritto: Il giorno dopo, la routine la prende: all'esterno è imperturbabile, mentre dentro, scombussolata, scopre la gelosia per il marito. Lei lo ama da sempre: Daniele è suo: quella donna deve restituirglielo!

Cammina, vigile al mondo esterno, anche se meditabonda. 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Ciao @Poeta Zaza ,
ho letto con piacere il tuo racconto. Un tradimento e il salvataggio "inconsapevole" del figlio dell'amante. Mi sono chiesto: il bimbo è frutto dell'amore tra il marito della protagonista e la sua amante? O sono due cose slegate? Perché, se così fosse, ci sarebbe un doppio significato, se vogliamo.
In sostanza: Maria Pia tradiva il marito. Ora è il marito che tradisce lei, per di più con una madre. Non sappiamo da quanto va avanti il tradimento del marito, e nemmeno ci serve saperlo. Certo, forse un po' forzato che il bimbo in pericolo fosse proprio il figlio della rivale, ma il colpo di scena, tutto sommato, ci sta tutto. Bello come hai curato la reazione di Maria Pia all'infedeltà del coniuge.
La scrittura, come di consueto, è molto elegante e scorrevole. Piaciuto!
Ciao

Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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m.q.s. ha scritto: Ciao @Poeta Zaza ,
ho letto con piacere il tuo racconto. Un tradimento e il salvataggio "inconsapevole" del figlio dell'amante. Mi sono chiesto: il bimbo è frutto dell'amore tra il marito della protagonista e la sua amante? O sono due cose slegate? Perché, se così fosse, ci sarebbe un doppio significato, se vogliamo.
In sostanza: Maria Pia tradiva il marito. Ora è il marito che tradisce lei, per di più con una madre. Non sappiamo da quanto va avanti il tradimento del marito, e nemmeno ci serve saperlo. Certo, forse un po' forzato che il bimbo in pericolo fosse proprio il figlio della rivale, ma il colpo di scena, tutto sommato, ci sta tutto. Bello come hai curato la reazione di Maria Pia all'infedeltà del coniuge.
La scrittura, come di consueto, è molto elegante e scorrevole. Piaciuto!
Ciao
Grazie @m.q.s.   :)

Ti preciso subito che il bambino era del marito di Carolina, non dell'amante. Tutto regolare, non ci avevo nemmeno pensato ad
attribuirlo a Daniele. Già ho tirato la corda con la battuta dell'epilogo, come mi ha detto @Poldo .  Quindi ti ringrazio per avermi detto che il colpo di scena "ci sta tutto". E per il tuo giudizio positivo.  
Di sabbia e catrame è la vita:
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Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Ciao @Poeta Zaza, il tuo racconto ha un ottimo incipit e la scrittura è gradevole, ma ciò che non mi convince è l'evoluzione della trama. Quando hai inserito l'incidente mi sono chiesta quale sarebbe stato l'innesto nella storia e, sinceramente, mi aspettavo una "sorpresa" convincente, capace di stupirmi, ma così non è stato; per il finale hai creato una casualità che mi è sembrata più una forzatura.  Forse se avessi mantenuto la battuta immaginando che tutte le donne vestite di rosso potessero essere l'amante del marito, sarebbe stato più credibile. Non so, peccato perché avevi creato un bell'impianto. 

Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Ciao @Poeta Zaza,
Un'intensa declinazione del colore rosso la tua. Anche a me è piaciuta molto tutta la prima parte del racconto. Sia per come viene fuori il colore che per la non banale descrizione dei sentimenti della moglie adultera. Quando la situazione si ribalta ci si aspetta un'evoluzione più incisiva. Il problema a mio parere è dato dalla coincidenza del fatto che il bambino sia dell'altra donna. Se infatti nella vita le coincidenze avvengono eccome, ma noi le interpretiamo appunto come coincidenze, in letteratura possono apparire inverosimili.
Un'evoluzione diversa farebbe di questo racconto un ottimo testo.
Alla prossima!

Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Ciao! Il racconto scandaglia con molta originalità le dinamiche di un tradimento arrecato e poi subito. Per ⅔ scorre in modo molto dinamico e si fa leggere. Il finale vira verso coincidenze un po' troppo chiamate, ma forse bastava che le due donne si incontrassero e che noi vedessimo l'evoluzione di lei da carnefice a vittima. Molto interessante e piaciuto in larga parte <3

Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Adel J. Pellitteri ha scritto: Ciao @Poeta Zaza, il tuo racconto ha un ottimo incipit e la scrittura è gradevole, ma ciò che non mi convince è l'evoluzione della trama. Quando hai inserito l'incidente mi sono chiesta quale sarebbe stato l'innesto nella storia e, sinceramente, mi aspettavo una "sorpresa" convincente, capace di stupirmi, ma così non è stato; per il finale hai creato una casualità che mi è sembrata più una forzatura.
Nella vita succedono cose casuali più forzate del mio epilogo. La chiamano "realtà romanzesca". Perché nell'invenzione
letteraria non viene digerita?

Comunque grazie delle tue parole, cara @Adel J. Pellitteri  :)
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Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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ivalibri ha scritto: Ciao @Poeta Zaza,
Un'intensa declinazione del colore rosso la tua. Anche a me è piaciuta molto tutta la prima parte del racconto. Sia per come viene fuori il colore che per la non banale descrizione dei sentimenti della moglie adultera. Quando la situazione si ribalta ci si aspetta un'evoluzione più incisiva. Il problema a mio parere è dato dalla coincidenza del fatto che il bambino sia dell'altra donna. Se infatti nella vita le coincidenze avvengono eccome, ma noi le interpretiamo appunto come coincidenze, in letteratura possono apparire inverosimili.
Un'evoluzione diversa farebbe di questo racconto un ottimo testo.
Alla prossima!
Lo dico anche  te, cara  @ivalibri   :) 

@La vita ci presenta spesso realtà romanzesche che in un racconto possono apparire inverosimili. :si:
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Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Loscrittoreincolore ha scritto: Ciao! Il racconto scandaglia con molta originalità le dinamiche di un tradimento arrecato e poi subito. Per ⅔ scorre in modo molto dinamico e si fa leggere. Il finale vira verso coincidenze un po' troppo chiamate, ma forse bastava che le due donne si incontrassero e che noi vedessimo l'evoluzione di lei da carnefice a vittima. Molto interessante e piaciuto in larga parte <3
@Loscrittoreincolore   :)

Grazie del tuo commento positivo e dei tuoi consigli. 
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Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Poeta Zaza ha scritto: Nella vita succedono cose casuali più forzate del mio epilogo. La chiamano "realtà romanzesca". Perché nell'invenzione
letteraria non viene digerita?
Perchè nella vita si vive l'evento straordinario (o assurdo, impensabile...) in prima persona (e già quando lo si racconta, chi ci ascolta pensa che stiamo esagerando un po', figuriamoci quindi nella narrativa). Sono convinta che il numero di battute abbia rappresentato il vero limite per lo sviluppo della trama. L'epilogo è anche interessante e valido, ma l'inserimento della scena donna=amante arriva al lettore come il deus ex machina. Se la tizia fosse stata, non so, la farmascista del quartiere, e già al parco la tua protagonoista avresse avuto un vago dubbio (una sensazione a pelle) al vederla con il tailleur rosso che indossava al parco e a un palmo di distanza con la stessa faccia di quando serve le medicine il tutto sarebbe diventato il 2 + 2 della storia. A quel punto si sarebbe risolto anche il motivo per il quale non l'aveva riconosciuta: abituata a vederla in camice bianco non era facile collegare. Non ti sto suggerendo un cambiamento di trama ma una dinamica più chiara e credibile. Gli eventi rimarrebbero assolutamente gli stessi. So perfettamente che quando si fanno appunti del genere infastidiscono (esperienza vissuta in prima persona con la mia editor), ma è sempre uno spunto per riflettere sulla costruzione delle trame.

Perdonami se sono tornata sull'argomento, ho voluto precisare che la mia non era una vera e propria bocciatura, e nel primo commento non lo spiegavo affatto.

Un abbraccio e alla prossima. 

Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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@Poeta Zaza per prima cosa sono d'accordo con te sul fatto che spesso abbiamo nel nostro quotidiano tante di quelle "coincidenze" (chiamiamole così per fare prima) che sembrano veramente determinate da una casualità che non ci sappiamo spiegare, e più ci arrovelliamo, meno le capiamo. Quindi trovo il finale del racconto del tutto plausibile, come spiegava anche Battisti con quel verso "E siccome è facile incontrarsi anche in una grande città" e così via.
Le sole cose che ti potrei dire sono che, forse, avrei aggiunto qualche altro dettaglio legato al colore (che ne so, il colore del passeggino, o di una ipotetica copertina che ha il bimbo, o un giocattolo), e che magari la prima parte del racconto, in cui spieghi la situazione di Maria Pia, è un pochino troppo lunga rispetto allo svolgimento degli eventi successivi. Ma forse è voluto, nel senso che il salvataggio del bambino e l'incontro con l'amante in effetti sono avvenimenti più dinamici rispetto alla staticità della situazione coniugale dell'inizio?
Anche il nome Maria Pia non è casuale, immagino? Cioè, una con un nome così da "brava ragazza" che ha il coraggio di rompere la relazione e di affrontare l'amante del marito, è un bel capovolgimento di prospettiva. 
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)

Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Ti ringrazio delle precisazioni e dei consigli aggiunti, cara @Adel J. Pellitteri    :)
pale star ha scritto: @Poeta Zaza per prima cosa sono d'accordo con te sul fatto che spesso abbiamo nel nostro quotidiano tante di quelle "coincidenze" (chiamiamole così per fare prima) che sembrano veramente determinate da una casualità che non ci sappiamo spiegare, e più ci arrovelliamo, meno le capiamo. Quindi trovo il finale del racconto del tutto plausibile, come spiegava anche Battisti con quel verso "E siccome è facile incontrarsi anche in una grande città" e così via.
Le sole cose che ti potrei dire sono che, forse, avrei aggiunto qualche altro dettaglio legato al colore (che ne so, il colore del passeggino, o di una ipotetica copertina che ha il bimbo, o un giocattolo), e che magari la prima parte del racconto, in cui spieghi la situazione di Maria Pia, è un pochino troppo lunga rispetto allo svolgimento degli eventi successivi. Ma forse è voluto, nel senso che il salvataggio del bambino e l'incontro con l'amante in effetti sono avvenimenti più dinamici rispetto alla staticità della situazione coniugale dell'inizio?
Anche il nome Maria Pia non è casuale, immagino? Cioè, una con un nome così da "brava ragazza" che ha il coraggio di rompere la relazione e di affrontare l'amante del marito, è un bel capovolgimento di prospettiva. 
@pale star  Grazie!   :)

Molto utile il tuo passaggio, e le tue considerazioni. 
Per rispondere alle tue domande, ho indugiato nell'approfondire la situazione e i pensieri di Maria Pia (un nome scelto solo perché si ricordi meglio)
per spiegare il "modo diverso di vedere le cose" che lei ha maturato con l'altra esperienza amorosa, con la coscienza della sua responsabilità, e col riscoprire l'amore per il marito.
Volevo far capire la sua comprensione per Carolina. 
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Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Poeta Zaza ha scritto: - Ci sarà mai qualcosa con cui ricambiare in parte quello che tu hai fatto per me: restituirmi mio figlio?
questo pezzo puoi evitare di metterlo.

Il brano mette insieme due motti, ovvero che la vita rende quello che si fa (chi tradisce viene poi tradito) e che le coincidenze non esistono (non accade nulla per caso, anche se non se ne è consapevoli). Una buona prova.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
https://www.lestradedeimondi.com/

Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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@M.T. Grazie!  :)
M.T. ha scritto: questo pezzo puoi evitare di metterlo.

Il brano mette insieme due motti, ovvero che la vita rende quello che si fa (chi tradisce viene poi tradito) e che le coincidenze non esistono (non accade nulla per caso, anche se non se ne è consapevoli). Una buona prova.
Hai ragione sul taglio: appesantisce. Anche se  l'ho scritto per "richiamarlo" con il successivo: "Restituiscimi mio marito".
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Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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ciao @Poeta Zaza . Ti sei impegnata davvero per tirare fuori una storia così "piena" di fatti. Credo che sia questa sovrabbondanza di fatti o eventi che ti hanno spinta ad una cronistoria veloce con dei tempi al presente che poi ti hanno obbligata al tempo passato, creando questo scontro non tanto piacevole. Credo che ci hai messo tutto quello che potevi, ma forse ci hai messo troppo come dicevo sopra. Ti scopro anche sentimentalista di stampo un po retrò, ma va bene così!! oggi le storie amoroso sono molto più intricate... :D ciao a presto :P <3
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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bestseller2020 ha scritto: ciao @Poeta Zaza . Ti sei impegnata davvero per tirare fuori una storia così "piena" di fatti. Credo che sia questa sovrabbondanza di fatti o eventi che ti hanno spinta ad una cronistoria veloce con dei tempi al presente che poi ti hanno obbligata al tempo passato, creando questo scontro non tanto piacevole. Credo che ci hai messo tutto quello che potevi, ma forse ci hai messo troppo come dicevo sopra. Ti scopro anche sentimentalista di stampo un po retrò, ma va bene così!! oggi le storie amoroso sono molto più intricate... :D ciao a presto :P <3
Ciao @bestseller2020   :)  - Non ho voluto scrivere una storia amorosa intricata, se no vedevi...  :P
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Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Cara Zaza, non mi meraviglia tanto il fatto che la donna intravista il giorno prima sia l'amante del marito (incredibili coincidenze capitano di continuo), quanto il volo del bambino che plana tra le braccia di Maria Pia. 
Complessivamente ho trovato la lettura gradevole, ma riscontro ancora nel tuo scrivere quello che secondo il mio umile parere è il "difetto" (perdonami il termine) dei tuoi racconti: la fretta. 
Condensi in (relativamente) pochi caratteri una grande quantità di emozioni, sentimenti, aneddoti, insegnamenti, fatti, descrizioni, senza però soffermarti sui particolari: si ha pertanto la sensazione di essere di fronte a un "riassunto", in cui di solito si condensano i fatti tralasciando le sfumature e i singoli dettagli. Si tratta, ovviamente, soltanto di un'impressione personale.
Passo a qualcosina che ho notato leggendo:
Poeta Zaza ha scritto: dom ott 17, 2021 6:58 pmfino a pochi mesi prima, ai suoi pensieri stava in cima
Eviterei sempre la rima in un racconto.
Poeta Zaza ha scritto: dom ott 17, 2021 6:58 pmAllunga la strada per fare i quarantacinque minuti minimo di camminata svelta giornaliera
Ripeterei il soggetto, che è piuttosto lontano: Maria Pia.
Poeta Zaza ha scritto: dom ott 17, 2021 6:58 pmdi arte topiaria
Eviterei il termine preciso, esagerato nel contesto.
Poeta Zaza ha scritto: dom ott 17, 2021 6:58 pmA un certo punto, girando lo sguardo verso l'arbusto di bosso
Eviterei il più possibile, in narrativa, espressioni quali "a un certo punto" o, più sotto, "all'improvviso", perché è come avvertire il lettore che sta per succedere qualcosa. Mi è capitato, da universitaria, di seguire molti ragazzi nei temi d'italiano e ricordo che era la prima cosa che dicevo loro: poi l'ho ritrovata tale e quale nei consigli degli editor.
Poeta Zaza ha scritto: dom ott 17, 2021 6:58 pmProbabilmente, non hanno resistito ad aspettare oltre
Qui sopra non mi è chiaro il senso.
Poeta Zaza ha scritto: dom ott 17, 2021 6:58 pmCammina, vigile al mondo esterno, anche se meditabonda. D'improvviso, con la coda dell'occhio, vede un incidente stradale.
Poeta Zaza ha scritto: dom ott 17, 2021 6:58 pmle chiede di sé, del suo lavoro eccetera.
Eviterei gli "eccetera" in un racconto, a meno che non siano funzionali.

Grazie, @Poeta Zaza!
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Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Ciao @Poeta Zaza in questo racconto, da quello che ho letto finora di te, si riconosce la tua penna. Mi sembra di aver letto altre storie con intrighi amorosi e di tradimenti. L'ho letto con piacere e scorreva via benissimo. Descrivi con leggerezza delle situazioni che potrebbero portare a delle tragedie al giorno d'oggi e lo fai sempre con garbo. Ti dirò che sarei curioso di vedere come descrivi dei personaggi fortemente incattiviti.
Ti segnalo un dettaglio che potrebbe essere insignificante ma anche di spunto: l'amante ha un bimbo piccolo mentre Maria Pia mi pare di no. Dicono che quando si ha un figlio, nei primi anni, le mamme sono solo concentrate sull'accudimento del piccolo e non ne vogliono sapere di mariti e di piaceri sessuali, dicono, (ma non credo sia sempre così) quindi di solito sono più i mariti che provvedono, in preda all'astinenza, a compensare con l'amante, forse. In questo caso mi vien da dire che deve avere avuto una crisi irrimediabile col partner per tradirlo quando si ha un bimbo piccolo, oppure si erano già lasciati e allora tutto si spiegherebbe comprensibilmente. (forse ho fatto un po' di casino con i verbi)
Ciao, alla prossima

Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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Kasimiro ha scritto: Ti segnalo un dettaglio che potrebbe essere insignificante ma anche di spunto: l'amante ha un bimbo piccolo mentre Maria Pia mi pare di no. Dicono che quando si ha un figlio, nei primi anni, le mamme sono solo concentrate sull'accudimento del piccolo e non ne vogliono sapere di mariti e di piaceri sessuali, dicono, (ma non credo sia sempre così) quindi di solito sono più i mariti che provvedono, in preda all'astinenza, a compensare con l'amante, forse. In questo caso mi vien da dire che deve avere avuto una crisi irrimediabile col partner per tradirlo quando si ha un bimbo piccolo, oppure si erano già lasciati e allora tutto si spiegherebbe comprensibilmente.
Hai ragione! Non ci avevo pensato al fatto della rilevanza dell'età del bambino... 
E no, i rapporti delle due donne coi loro rispettivi coniugi sono positivi. Lo dico qui:
Poeta Zaza ha scritto: Tutti e due tenevano a cuore i loro coniugi (e viceversa) e non volevano perdere le loro unioni. 
Kasimiro ha scritto: Ciao @Poeta Zaza in questo racconto, da quello che ho letto finora di te, si riconosce la tua penna. Mi sembra di aver letto altre storie con intrighi amorosi e di tradimenti. L'ho letto con piacere e scorreva via benissimo. Descrivi con leggerezza delle situazioni che potrebbero portare a delle tragedie al giorno d'oggi e lo fai sempre con garbo
Grazie del tuo giudizio, @Kasimiro   :)
Kasimiro ha scritto: Ti dirò che sarei curioso di vedere come descrivi dei personaggi fortemente incattiviti.
Temo che non sia nelle mie corde, anche se ne ho conosciuti.
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o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI 156] Un altro modo di vedere le cose

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@Ippolita   :sss:

perdonami se ho visto solo ora il tuo commento al mio ultimo MI.  

Hai fatto delle osservazioni puntuali e che condivido appieno. Hai anche ragione sulla fretta: non mi ha fatto riflettere abbastanza.

Per la faccenda che non capivi, questa:
Poeta Zaza ha scritto: Probabilmente, non hanno resistito ad aspettare oltre.
si spiega col fatto che gli amanti erano già abbracciati ancora prima di mettersi dietro un riparo.

Ippolita ha scritto: Cara Zaza, non mi meraviglia tanto il fatto che la donna intravista il giorno prima sia l'amante del marito (incredibili coincidenze capitano di continuo), quanto il volo del bambino che plana tra le braccia di Maria Pia. 
Complessivamente ho trovato la lettura gradevole, ma riscontro ancora nel tuo scrivere quello che secondo il mio umile parere è il "difetto" (perdonami il termine) dei tuoi racconti: la fretta. 
Condensi in (relativamente) pochi caratteri una grande quantità di emozioni, sentimenti, aneddoti, insegnamenti, fatti, descrizioni, senza però soffermarti sui particolari: si ha pertanto la sensazione di essere di fronte a un "riassunto", in cui di solito si condensano i fatti tralasciando le sfumature e i singoli dettagli. Si tratta, ovviamente, soltanto di un'impressione personale.
Grazie a te, per l'apprezzato contributo.  :hug:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi
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