[MI 155] Sindrome da raggio di sole

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Traccia di mezzanotte: climax


 
Mille anime: si dice anche così per definire gli abitanti di un paese. In questo caso l'espressione è più che appropriata perché le persone facevano fatica a vedersi oltre la distanza di pochi metri: la nebbia regnava perenne, giorno e notte.
Le case erano dotate di lampeggianti ad intermittenza variabile e colorati, in modo che gli abitanti potessero riconoscerle per evitare di infilarsi in casa di qualcun altro.
Le avevano provate tutte per ridurre il fenomeno: mega ventilatori e aspiratori per far circolare l'aria; ghiacciare le goccioline sospese con azoto liquido in modo che potessero cadere a terra e liberare la vista. Ma ogni tentativo aveva la durata di un tempo limitato e in breve la situazione tornava nebbiosa più di prima.
Giuseppe si aggirava con un trapano, convinto di poter praticare dei forellini nell'aria per farla scorrere con effetto scolapasta. Molti si consolavano con i bagni solari all'interno di cabine claustrofobiche e con crema di protezione 30. Il baseball era sempre stato praticato al chiuso, così come il calcio, il golf e le corse coi cavalli: tutto in mini. I ciechi erano quelli che si sentivano più a proprio agio e non avevano nessuna ripercussione psicologica anzi, vedevano migliorata la propria autostima al punto che il paese divenne un polo di attrazione per non vedenti. Le rane erano gli animali che se la godevano di più, se non finivano in padella, specialità tipica del paese. Le luminarie dominavano tutto l'anno, per la gioia dei pochi bambini.
Ogni casa aveva un doppio ingresso, perché una volta aperta la porta esterna, la nebbia veniva risucchiata anche all'interno delle stanze.
Una vita non facile soprattutto per i vecchi, emigrati in quella terra per cercar fortuna; giunti da luoghi dove regnava il sole, hanno trovato qualche euro e tanta umidità.
Non si poteva tornare indietro, una volta entrati nella nebbia si rimaneva impantanati, si veniva risucchiati come in un vortice con una forza di gravità superiore a quella terrestre. Un micro mondo dove non c'era possibilità d'uscita: niente aerei, treni, autobus a lunga percorrenza, perché oltre l'ultima casa c'era l'ignoto, una coltre fitta, un suolo paludoso e nulla più. Un posto così iniziò a far gola a chi aveva necessità di nascondersi: latitanti, perseguitati e un traffico illecito prese piede in maniera crescente, E nessuno se ne rese conto.
Un giorno un bambino con una lente d'ingrandimento osservava sull'albero del giardino delle formiche; in quel punto si focalizzò un raggio di sole creando una spaccatura nella barriera di nebbia e mandando in fumo la corteccia dell'albero. Per un attimo un fascio di luce accecante  destò l'attenzione di tutti quelli che si trovavano all'aperto ma anche di quelli in casa, tanto era la potenza: “Avete visto?” disse un passante. “Gli extraterrestri!” rispose un altro.
“Arriva dalla casa dei Codrigori, andiamo a vedere” riprese un signore coinvolgendo il folto gruppetto creatosi.
Il bambino se ne tornò in casa come se nulla fosse, mentre una folla si avvicinava al cancello della casa.
“Che succede?” chiese stupita la mamma con la testa fuori dall'uscio.
“Qualcuno è atterrato nel vostro giardino.” “Guardi, c'è ancora del fumo.” “Gli extraterrestri, un fascio di luce mai visto è giunto proprio qui.” commentarono a turno gli astanti.
Una signora finemente vestita e aggraziata nelle movenze, improvvisamente urlò: “Voglio andare via con loro! Portatemi via! Non voglio più restare qui in questa prigione!”
“Stia calma signora Adele, l'accompagniamo a casa e con una calda tisana andrà meglio.”
“Nooo! Nooo! Portatemi su Marte!”
Intanto la folla ispezionò i dintorni ma non trovò nulla di anomalo, nessuna presenza aliena.
Il bambino uscì dalla sua camera: “Forse cercate questa” disse mostrando la lente d'ingrandimento.
“Non è il momento di giocare, torna in camera tua” rispose la mamma.
“Ci scusi, dev'essere stata un'allucinazione, succede spesso. Anche il secondo ospedale è già pieno prima ancora di essere ultimato.”
Arrivò la sera e le strade già vuote di giorno lo sembravano ancora di più. Il silenzio fu rotto solo da qualche voce delirante che nel tempo aumentava di numero.
Più di qualcuno aveva giurato di aver rivisto quel fascio di luce. Il numero sempre maggiore diede ai medici l'opportunità di diagnosticare un nuovo tipo di disturbo: sindrome da raggio di sole.
Il bambino cresceva con il suo segreto fino al giorno in cui lo stesso fenomeno apparve ai suoi occhi. Lo confidò alla mamma che subito lo portò dal medico.
“Questo è il caso numero 248” proclamò “Gli dia queste gocce due volte al giorno e non lo faccia uscire per una settimana.”

Re: [MI 155] Sindrome da raggio di sole

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Ciao! Ho adorato questo raccontino dai toni fiabeschi. L'incipit sulle mille anime è davvero gustoso. Trovo che la traccia sia stata rispettata egregiamente e che tutta la descrizione su come la nebbia influenzi le vite dei presenti è precisa e puntuale. Mi hai portato in quel paesino mentre leggevo e ho potuto "toccare con mano" come è vivere in un paese del genere. Complimenti vivissimi <3

Re: [MI 155] Sindrome da raggio di sole

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Ciao @Kasimiro, credo sia la prima volta che ti leggo. Ti avverto che sono un criticone in primis con me stesso, quindi prendi ciò che dirò con il giusto spirito.
A me il tuo racconto non è piaciuto troppo, sostanzialmente per due motivi: il primo è la scrittura che ho trovato parecchio acerba, imprecisa e sconnessa. In particolare sui tempi verbali ci sono un po' di problemini... se ti va magari con più calma ripasso e ti segnalo quella che secondo me è la forma corretta nei vari passaggi. Spero di non passare per il professorino di turno, se te lo propongo è solo perché credo che magari sia poco tempo che ti cimenti nella scrittura. Quando ero agli inizi ti assicuro che i commenti che più apprezzavo (e che mi erano utili) erano quelli critici.
Il secondo motivo è più concettuale: non ho trovato uno sviluppo vero e proprio della storia, un personaggio che la conducesse da qualche parte. Così com'è mi pare una descrizione di una particolare comunità (almeno in questo ho apprezzato la minuzia con la quale hai tratteggiato le caratteristiche peculiari di una cittadina nella nebbia perenne) un po' fine a se stessa. Anche l'evento inaspettato mi ha convinto poco, il raggio di sole che filtra attraverso una lente di ingrandimento e addirittura brucia una corteccia... non lo so. :)
Alla prossima!

Re: [MI 155] Sindrome da raggio di sole

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Ma grazie @Loscrittoreincolore!

Ciao @Joyopi grazie per esserti soffermato. Concordo che le critiche costruttive sono sempre le più utili
Joyopi ha scritto: A me il tuo racconto non è piaciuto troppo, sostanzialmente per due motivi: il primo è la scrittura che ho trovato parecchio acerba, imprecisa e sconnessa.
Non è la prima volta che mi fanno notare che la scrittura risulti acerba e sconnessa. Lo prendo come un buon auspicio per migliorare, sarebbe stato peggio se fosse risultata troppo matura.
Joyopi ha scritto: se ti va magari con più calma ripasso e ti segnalo quella che secondo me è la forma corretta nei vari passaggi.
Molto volentieri!

Diciamo che la traccia l'ho trovata molto intrigante e volevo provare mettermi in gioco anche se non era facile. Per me è comunque un buon esercizio, era da un po' che non provavo a iniziare e finire qualcosa in mezza giornata. Di solito scrivo a pezzettini, anche testi brevi e probabilmente questo facilita la sconnessione.
Riguardo l'evento inaspettato concordo che è un po' forzato. Mi trovo a scrivere per lo più verso un pubblico di bambini e ragazzi e mi viene spontaneo forzare con facilità.
Grazie, alla prossima

Molto contento che ti sia piaciuto @ilaris  (ogni volta che incrocio il tuo nome mi viene una gran voglia di guardare quei due nel cerchietto)

Re: [MI 155] Sindrome da raggio di sole

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A me è piaciuta l'idea della lente d'ingrandimento che cattura un raggio di sole ramingo che buca la corteccia,  e tutta la trama che le hai costruito intorno, con la  vita delle mille anime immerse nella nebbia. 
L'ottusità del pregiudizio di chi non ascolta quello che dicono i bambini o le persone che riferiscono cose troppo "diverse" dal solito per essere credute.
Una bella lettura, grazie @Kasimiro  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 155] Sindrome da raggio di sole

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ciao @Kasimiro . Il timbro fiabesco sta nelle tue corde: lo ritrovo anche in questo racconto.
Direi un inizio che mi ha fatto gridare alla tua originalità: ma poi, il racconto si spegne...
Trovo buona l'idea del raggio di luce, ma viene inserita senza alcuna presentazione iniziale. I mille abitanti  aspettavano un raggio di sole da una eternità? se questo fosse stato presente nel racconto, questo raggio poteva suscitare un sconvolgimento all'interno della comunità. Invece finisce come una sorta di allucinazione archiviata con un numero. Però devo riconoscere che anche la tua chiusa sia in linea con la visione distopica che si potrebbe ritrovare in una realtà così nebbiosa... forse dovevi valorizzare di più l'una o l'altra scelta... cia a presto  (y)
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 155] Sindrome da raggio di sole

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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Giuseppe si aggirava con un trapano, convinto di poter praticare dei forellini nell'aria per farla scorrere con effetto scolapasta.[/font]

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Scusa, non riesco a citare, copio e incollo. Molto bello sto passaggio.[/font]


[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif] si veniva risucchiati come in un vortice con una forza di gravità superiore a quella terrestre. [/font][/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]e perché mai? Nella nebbia non aumenta la forza di gravità. Ok, nel racconto tutto può essere... ma è consapevolmente un elemento magico? Io non ho avuto questa impressione, ma magari mi sbaglio. Se posso permettermi un consiglio, magari chiediti, quando crei un immaginario, se trasporti il lettore verso la tua fantasia o se lo lasci ancorato a terra e tu vai per conto tuo. La nebbia, per me, bagna, ma non appesantisce. Per te magari sì, ma per me no. Magari puoi dire che è una nebbia che inzuppa, e allora appesantisce anche per me... insomma... facci caso  ;)[/font][/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Un giorno un bambino con una lente d'ingrandimento osservava sull'albero del giardino delle formiche; in quel punto si focalizzò un raggio di sole creando una spaccatura nella barriera di nebbia e mandando in fumo la corteccia dell'albero. Per un attimo un fascio di luce accecante  destò l'attenzione di tutti quelli che si trovavano all'aperto ma anche di quelli in casa, tanto era la potenza: “Avete visto?” disse un passante. “Gli extraterrestri!” rispose un altro.[/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]“Arriva dalla casa dei Codrigori, andiamo a vedere” riprese un signore coinvolgendo il folto gruppetto creatosi.[/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Il bambino se ne tornò in casa come se nulla fosse, mentre una folla si avvicinava al cancello della casa.[/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]“Che succede?” chiese stupita la mamma con la testa fuori dall'uscio.[/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]“Qualcuno è atterrato nel vostro giardino.” “Guardi, c'è ancora del fumo.” “Gli extraterrestri, un fascio di luce mai visto è giunto proprio qui.” commentarono a turno gli astanti.[/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Una signora finemente vestita e aggraziata nelle movenze, improvvisamente urlò: “Voglio andare via con loro! Portatemi via! Non voglio più restare qui in questa prigione!”[/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]“Stia calma signora Adele, l'accompagniamo a casa e con una calda tisana andrà meglio.”[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]“Nooo! Nooo! Portatemi su Marte!”[/font][/font][/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Oh, qui mi piace. Qui combini ironia, realismo magico (il bagliore che vedono tutti) e satira. Bravo![/font][/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]“Gli dia queste gocce due volte al giorno e non lo faccia uscire per una settimana.”[/font][/font][/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]A mio parere chiusa magistrale. E ti becchi il mio pollice in su  (y) nonostante la prima parte non mi abbia convinto.[/font][/font][/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Mi spiace, Kasimiro, che tu non riceva grandi soddisfazioni dai contest, perché secondo me il quid ce l'hai. Davvero. Va a finire che soffri la concorrenza di chi è più scafato e non ti becchi manco il mio voto, che pure ti apprezzo. Ma ti puoi rifare. Hai belle idee. Continua a cimentarti e a raffinarti. rivedrei la prima parte introduttiva in cui pare che pensi più al contest che al racconto. Nella seconda riconosco la tua voce: ti eri liberato dall'ansia di dover soddisfare le aspettative. Questa è la mia opinione, magari sbagliata. Comunque ribadisco: bella idea e pollice in su![/font][/font][/font]
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 155] Sindrome da raggio di sole

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Kasimiro ha scritto: Le rane erano gli animali che se la godevano di più, se non finivano in padella, specialità tipica del paese.
Che crudeltà, povere rane  :aka:
Kasimiro ha scritto: Il bambino cresceva con il suo segreto fino al giorno in cui lo stesso fenomeno apparve ai suoi occhi.
 Non ho capito benissimo questo passaggio. Qualcun altro ha scoperto il trucchetto della lente?

Il racconto mi è piaciuto, porta il lettore dentro il paese descritto, lo fa sentire uno degli abitanti grigi, malinconici e paranoici. Fantastico. L'ambientazione mi ha ricordato The mist di King

Re: [MI 155] Sindrome da raggio di sole

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Eccomi! 
Almissima ha scritto: Per me é un buon racconto, che a tratti pare incompleto, soprattutto nel personaggio bambino che brucia la corteccia dell'albero.
Forse avrei dato più spazio all'essere impantanati in contrasto col traffico illecito.
Ciao@Almissima,sì, è molto sintetico e poteva avere un po' di spazio. Se per te è comunque un buon racconto, sono molto lieto.
Ciao
Poeta Zaza ha scritto: A me è piaciuta l'idea della lente d'ingrandimento che cattura un raggio di sole ramingo che buca la corteccia,  e tutta la trama che le hai costruito intorno, con la  vita delle mille anime immerse nella nebbia. 
L'ottusità del pregiudizio di chi non ascolta quello che dicono i bambini o le persone che riferiscono cose troppo "diverse" dal solito per essere credute.
Una bella lettura, grazie @Kasimiro  :)
Grazie @Poeta Zaza per le belle parole.

Piacere di risentirti @bestseller2020, commenti sempre taglienti che fanno senz'altro riflettere. Ciao, grazie, alle prossima.
Edu ha scritto:  si veniva risucchiati come in un vortice con una forza di gravità superiore a quella terrestre. [/font][/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]e perché mai? Nella nebbia non aumenta la forza di gravità. Ok, nel racconto tutto può essere... ma è consapevolmente un elemento magico? Io non ho avuto questa impressione, ma magari mi sbaglio. Se posso permettermi un consiglio, magari chiediti, quando crei un immaginario, se trasporti il lettore verso la tua fantasia o se lo lasci ancorato a terra e tu vai per conto tuo. La nebbia, per me, bagna, ma non appesantisce. Per te magari sì, ma per me no. Magari puoi dire che è una nebbia che inzuppa, e allora appesantisce anche per me... insomma... facci caso  ;)[/font][/font]
Ciao @edu giusta riflessione. sono andato di getto senza troppo pensare, immaginandomi metaforicamente la nebbia una condizione in cui non si ha più la forza di uscire, paura dell'ignoto; per questo si rimane ancorati nelle proprie certezze delle anguste quattro mura. Un'attrazione più psicologica.
Grazie per le parole e i consigli
Mina ha scritto:  Non ho capito benissimo questo passaggio. Qualcun altro ha scoperto il trucchetto della lente?
Ciao @mina Hai ragione, non è chiaro. Mi capita spesso di lasciare i finali aperti dove ognuno può immaginare secondo il proprio sentire. Può essere che abbiano scoperto il trucchetto oppure il bambino è vittima di un'illusione? Forse come gli altri?
Grazie per l'apprezzamento
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