[MI151] Domani

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Traccia di mezzogiorno
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Lo stomaco gli si attorcigliava come se avesse appena incassato un colpo d’incontro. Tutto quello che aveva sopportato e che aveva sacrificato era funzionale a quell’unico grande obiettivo, Brandon lo sapeva bene. Chiuse gli occhi, inspirò e – «professore, è il suo momento» – espirò. Quando sentì chiamare il suo nome dal palco si passò una mano tra i capelli bianchi, indossò un caloroso sorriso e uscì. Applausi. Dopo qualche breve presentazione – come se il mondo intero non avesse gli occhi puntati sulla sua ricerca – andò al punto.
«Ebbene, oggi sono qui con un messaggio per chi di voi ha creduto nel mio team fino in fondo: ce l’abbiamo fatta. Il trasferimento completo della mente umana in digitale è un processo efficace, sicuro e replicabile. Questo è il giorno in cui l’umanità esce vincitrice dallo scontro con il suo primo, grande rivale: la morte. Ognuno di voi-» Le parole gli morirono sulle labbra e indietreggiò d’istinto d’un passo dal microfono. Tra la folla esultante, un volto grigio con uno sguardo accusatore: Ernesto. Il mondo prese a roteare furiosamente attorno a Brandon e dovette reggersi all’asta del microfono per non cadere.
Un ricordo lontano, di quanto Ernesto era vivo. Brandon si fece largo tra i medici per raggiungere Ernesto che, liberato dai macchinari, a malapena si reggeva in piedi.
«Professore, non adesso», lo riprese uno dei medici.
«Ernesto, mi senti?»
«Smettila di gridare», biascicò lui. «Ci vuole altro per mettermi KO, lo sai».
Brandon lasciò i medici liberi di medicare l’amico. Tornò alla console, dove gli altri ricercatori stavano prendendo nota di tutto.
Lo aspettò a fine giornata all’uscita dell’università assieme ad Anna, stretta nel suo giubbotto mentre il vento le muoveva i capelli corvini e spostava le foglie di ginkgo a terra. Quando Ernesto uscì, Anna gli saltò al collo e nascose la testa tra le sue ampie spalle.
«Come ti senti?» Chiese Brandon.
«Benissimo», rispose lui. «Dai, andiamo». E senza aspettare risposta, si avviò lungo il marciapiede.
«Il solito locale?»
«Sì, il solito».
Seduti al tavolo del solito caffè, Ernesto chiese subito: «A che punto è la sincronizzazione?»
Brandon scosse la testa. «Nessun progresso. Credevamo di aver risolto il problema legato all’epifisi, ma l’abbiamo solo rimandato nel processo di lettura. Ernesto, non ti nascondo che comincio a preoccuparmi; normalmente avrei già fermato le sperimentazioni.»
«Non ho intenzione di tirarmi indietro alla prima difficoltà. È già scritto nella storia: io sono il primo essere umano che non morirà.»
«Non c’è bisogno che ti spinga a tanto, che sia tu il primo», Brandon abbassò lo sguardo. Le cose erano cambiate parecchio da quando il suo team aveva iniziato a seguirlo: Ernesto aveva scalato le classifiche mondiali della boxe e ora era nella top ten dei pesi medi.
«Proprio io? L’immortalità data dalla fama è un surrogato, quando la tua coscienza smetterà di esistere sparirà anch’essa.»
Brandon non aveva mai visto nessuno più vivo di Ernesto quando combatteva. Aveva una tecnica e una ferocia da fuori classe, ma soprattutto ogni volta che sembrava senza speranze si rialzava e tornava ad attaccare.
Aveva vinto lo scontro con il venezuelano Killer Oscar per KO al settimo round e tutto lo stadio si era messo a cantilenare il suo nome. Ernesto teneva il pugno alzato e sorrideva dietro la maschera di sangue. Il secondo era salito sul ring e anche Brandon era accorso per complimentarsi.
Era così fiero di essere amico di quel Dio greco. Aveva temuto non si sarebbe mai ripreso dall’abbandono di Anna, ma si sbagliava. Anna era stata la compagna di vita di Ernesto, almeno finché non era scappata assieme alla frontwoman della sua band. Brandon guardava con ammirazione la dolce dedizione che quel guerriero rivolgeva alla donna che amava.
Anche Ernesto, come Brandon, era ateo – anche per questo temeva la morte abbastanza per perseverare nelle ricerche – ma Brandon non poteva non leggere fede negli occhi con cui Ernesto guardava Anna. Diceva che sarebbero stati assieme per sempre, e Brandon non se la sentiva di dirgli che per sempre è un sacco di tempo.
Era solito parlare di lei come “la mia Kim Deal”, perché era la bassista di una band riot grrrl. Quando se n’era andata, e la realtà era crollata sulle spalle di Ernesto, Brandon l’aveva portato al solito caffè per offrirgli qualcosa da bere e una spalla su cui piangere.
S’erano conosciuti lì, in quel caffè. Quella notte si fissavano in silenzio, Brandon incuriosito ed Ernesto diffidente. «Vedi», Ernesto si decise di soddisfare la sua curiosità, «cinque giorni fa ho ucciso un uomo». Prese un lungo sorso di birra. «E la cosa peggiore è che la passerò liscia. Un colpo regolare, dicono, è stata solo sfortuna: il mio avversario ha picchiato la testa in modo anomalo sulle corde. Ma non sanno di che parlano: l’ho ammazzato, ti dico. E ora ho chiuso.»
«Ne vale la pena?» Chiese Brandon.
«Che?»
«Chiedo solo se sei sicuro. Per sempre è un sacco di tempo, e non mi sembra molto intelligente non darti la possibilità di cambiare idea.»
«Che differenza fa? Prima o poi-»
«E se ti dicessi di no?»
«Ti risponderei che non ti seguo».
Brandon si sporse sul tavolo. «Ho in mente una cosa. Un giorno avrò una cattedra e il mio gruppo di ricerca, e allora...»
Ernesto si era lasciato abbindolare dai sogni di cui Brandon stesso s’era ubriacato, ed era diventato il suo primo soggetto. Avevano passati decenni assieme e reso realtà pezzo per pezzo ciò che alcuni uomini non osavano neanche immaginare.
Era un giorno come un altro quello in cui Ernesto morì. Brandon era immerso nella lettura di un paio di documenti – non ricorda cosa, ma al momento gli sembravano le scartoffie più importanti al mondo – mentre si allontanava dall’università assieme a Ernesto.
Un camionista non aveva rispettato il rosso; gli altri pedoni se n’erano accorti, ma non Brandon, già sulle strisce pedonali. Quello di cui si rese conto fu invece una grande massa spingerlo in avanti, e quando si rialzò il camion era già passato ed Ernesto gli aveva già inesorabilmente salvato la vita.
Era stato il funerale più grandioso a cui Brandon avesse mai assistito e – si augurò – l’ultimo a cui avrebbe dovuto andare. Aveva tenuto un discorso in memoria dell’amico, aveva pianto. Mentre se ne andava, aveva incrociato gli occhi di una donna cerchiati dalle rughe. I capelli grigi rasati a spazzola, Anna gli si avvicinò, lasciando il braccio della compagna. Brandon aprì la bocca per dire qualcosa, ma lei lo precedette: «La sua vita è stata una barzelletta. La cosa più divertente è che è morto senza mai sapere se quello a cui si è sacrificato servirà a qualcosa o no. Ecco, solo...» Posò una mano sulla sua spalla. «Ti conviene riuscirci, okay?»
Ernesto aveva progettato la sua vita per i secoli a venire: posti da vedere, cose da imparare. E Brandon gliel’aveva portata via tanto facilmente quanto gliel’aveva salvata la notte che si erano conosciuti.
Stava tornando a casa dopo una nottata frenetica in laboratorio, quando aveva visto un’auto ferma in cima al cavalcavia e una sagoma stagliarsi sul parapetto contro la luce dei lampioni. Aveva accostato ed era sceso.
«Hey», aveva semplicemente detto. Aveva la testa troppo piena di formule d’informatica e nozioni di medicina per pensare a qualcosa di intelligente da dire. «Fa un po’ freddo ‘sta notte, non ti pare?»
Ernesto tacque brevemente, poi borbottò: «Molto freddo».
«Già, già. Conosco un caffè non troppo lontano, se scendi ti ci porto. Posso offrirti una birra?»

Re: [MI151] Domani

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Ciao @Mina
Interessante progetto di Brandon. Appena ho iniziato a leggere mi sono appassionata. 
Brandon prima salva la vita a Ernesto e poi lo sacrifica per i suoi esperimenti. Ernesto morirà inconsapevole di essersi immolato 
per far ottenere l’immortalità al resto degli uomini.
La storia è abbastanza corposa di eventi e non ti nascondo che ho fatto un po’ fatica a seguire gli eventi a ritroso.
Ad esempio la storia della separazione con Anna (scappata con il frontman) a mio avviso distoglie dal “filone principale” e potresti ridurla o rimuoverla.
Ci sono problemi di concordanza dei verbi (trapassato prossimo e passato remoto nelle stesse locuzioni a volte non rendono scorrevole la lettura, ma con una piccola revisione puoi facilmente sistemare. 
Nell’insieme è un buon lavoro che con qualche aggiustamento può diventare ottimo. 
Alla prossima. 👍



 

Re: [MI151] Domani

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Ciao! Un racconto molto denso in cui hai voluto inserire una grande storia, che è affascinante già solo per la rincorsa all'immortalità, ma vede nei suoi protagonisti e nei loro percorsi di vita più di qualche intoppo al fluire della narrazione. Tutta la storia di Ernesto campione di boxe per esempio ci dà una (ottima) idea di chi sia, ci fa anche appassionare al personaggio, ma smorza il fulcro della storia e distoglie l'attenzione da quello che vogliamo sapere di più: come Brandon raggiungerà l'immortalità. Secondo me c'è solo bisogno di più spazio, perché la storia e i personaggi meritano e gli devi un maggiore respiro! Bella prova nel complesso <3

Re: [MI151] Domani

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Ciao @Mina,
La storia mi pare interessante e anche i personaggi lo sono. Ti confesso però che ho faticato a ricostruire la storia, sia perché a ritroso, ma anche perché molto ricca di  sottostorie che mi hanno confusa. L'idea è senz'altro buona e anche l'ambientazione ma rivedrei i vari passaggi della storia, magari ampliandola, in modo da orientare meglio chi legge. Chiarirei meglio anche la questione del rapporto tra Ernesto e Brandon, non sono sicura di aver capito bene come si sono conosciuti (il finale?) e perché il loro rapporto è diventato così importante tanto da far sì che sia Ernesto il destinatario del progetto di immortalità.
Ciao!

Re: [MI151] Domani

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@Mina
Bellissima idea, bel racconto! Complimenti!
Qui di seguito 3 dubbi che vorrei condividere:
Mina ha scritto: Un ricordo lontano, di quanto Ernesto era vivo. Brandon si fece largo tra i medici per raggiungere Ernesto che, liberato dai macchinari, a malapena si reggeva in piedi.
Qui inizia il ricordo, forse faceva anzichè fece sarebbe stato più funzionale?
Una cosa che non capisco è come Anna possa aver atteso Ernesto fuori dalla clinica se nel proseguo (quindi prima, temporalmente) lo ha lasciato: help!  :facepalm:

Dubbi minimi, come vedo, per un ottimo racconto. Complimenti!

Re: [MI151] Domani

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Ciao @Mina, appena ho capito l'argomento, mi hai preso: è uno di quelli a me più cari e motore centrale del romanzo che ho scritto :D

Ti butto là alcune idee:

Avrei messo una riga di spazio tra il paragrafo della conferenza e quello in cui inizia il flashback.

Poi ti dico quello che di solito dicono a me: c'è un po' di infodump nel momento in cui racconti vita, morte e miracoli di Ernesto con la fidanzata. Anche a me piace essere esaustivo e dare un quadro generale dei personaggi, ma in 8000 caratteri e piazzato come un blocco, svia parecchio. So anche che non è facile spalmare ulteriori info lungo il racconto.
Mina ha scritto: stretta nel suo giubbotto mentre il vento le muoveva i capelli corvini e spostava le foglie di ginkgo a terra
metterei una virgola prima di mentre.
Mina ha scritto: «Benissimo», rispose lui. «Dai, andiamo»
Puoi scrivere: "Benissimo" rispose lui "dai, andiamo."
E' più fluido e comunque corretto. Vedo che come me sei fan dei discorsi diretti inseriti in periodi più grandi. :D
Mina ha scritto: «Non ho intenzione di tirarmi indietro alla prima difficoltà. È già scritto nella storia: io sono il primo essere umano che non morirà.»
avrei usato il futuro.
Mina ha scritto: Ernesto si decise di soddisfare la sua curiosità
'decise di' o 'si decise a'
Mina ha scritto: Avevano passati decenni assieme
passato
Mina ha scritto: Per sempre è un sacco di tempo
bell'aforisma (y)
Mina ha scritto: Ernesto si era lasciato abbindolare dai sogni di cui Brandon stesso s’era ubriacato
Qui ci hai preso, sicuramente :D

In generale mi è piaciuto il gergo della boxe applicato alla tenacia della vita e credo tu fossi sempre sul pezzo.
Inoltre l'ho trovato uno dei racconti strutturati meglio ed in modo più naturale, riguardo alla richiesta della traccia, con la rivelazione finale perfetta e senza forzature.

Complimenti e a rileggerti! :D

Re: [MI151] Domani

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Mina ha scritto: Tra la folla esultante, un volto grigio con uno sguardo accusatore: Ernesto. Il mondo prese a roteare furiosamente attorno a Brandon e dovette reggersi all’asta del microfono per non cadere.
Questo avviene nell'ultima parte del racconto e tu stai usando il passato remoto.
Subito dopo (senza nemmeno staccare con un'interlinea o due. scrivi questo:
Mina ha scritto: Un ricordo lontano, di quanto Ernesto era vivo. Brandon si fece era fatto largo tra i medici per raggiungere Ernesto che, liberato dai macchinari, a malapena si reggeva in piedi.
Secondo me, dovesti passare al trapassato prossimo. E così il resto della storia a ritroso.

Originale e curioso svolgimento della traccia, anche se non all'altezza di altre tue grandi prove.
Ciao, @Mina   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI151] Domani

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Mina ha scritto:
«Non ho intenzione di tirarmi indietro alla prima difficoltà. È già scritto nella storia: io sono il primo essere umano che non morirà.»
«Non c’è bisogno che ti spinga a tanto, che sia tu il primo», Brandon abbassò lo sguardo. Le cose erano cambiate parecchio da quando il suo team aveva iniziato a seguirlo: Ernesto aveva scalato le classifiche mondiali della boxe e ora era nella top ten dei pesi medi.
«Proprio io? L’immortalità data dalla fama è un surrogato, quando la tua coscienza smetterà di esistere sparirà anch’essa.»
Ciao, @mina! Che piacere incontrarti.
Questo qui sopra è l'unico punto che non mi è chiaro; in particolare, non comprendo quel "Proprio io?".
Per il resto, ho trovato la storia molto interessante, anche perché ho un figlio pugile professionista e tutto ciò che riguarda il pugilato mi coinvolge sempre moltissimo. 
Mina ha scritto: spostava le foglie di ginkgo a terra.
Questo è un particolare molto raffinato. Il Ginkgo Biloba è un albero antichissimo, credo il più antico sulla Terra: un fossile vivente. Non escludo che vi sia un sottile riferimento alla ricerca dell'immortalità di cui parli. Bello. Mi è piaciuto anche come salti avanti e indietro: Anna prima ha i capelli corvini, e dopo i capelli grigi a spazzola. Un brano da leggere varie volte, perché molto stratificato. 
Un saluto, e grazie!
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Re: [MI151] Domani

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@Mina ciao. Anch'io mi accodo sulla linea dei commenti già fatti. Eppure siete stati in tanti che avete affrontato il tema temporale/mondo parallelo.
Ho letto di tutto con poco piacere  :D perché non mi piace il tema. Ma la cosa che deduco è l'evidente difficoltà dell'impostazione a rebours con questi racconti, che già di per se sono difficili da comprendere, figuriamoci scritti al contrario... ciao alla prossima
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI151] Domani

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Ciao @Mina  hai fatto un ottimo lavoro con la trama al contrario. Per quanto riguarda i personaggi non ho le idee chiare. Pensavo che Brandon fosse il protagonista avendolo presentato per primo, ma nello sviluppo della trama Ernesto ha un peso maggiore, anche a livello di coinvolgimento. Brandon, secondo me, ne esce un po' indebolito. Brandon emerge come riflesso di Ernesto e non so, nelle tue intenzioni, chi volevi che fosse il vero protagonista.

Credo poi che abbiano luogo troppi traumi in questo racconto, in ordine sparso: Ernesto convinto di aver ucciso, Ernesto che tenta il suicidio, Ernesto che muore sotto a un camion, Ernesto mollato da Anna, Ernesto che dopo 7 round di botte vince. Tutti ben inseriti a livello narrativo, ma che impediscono un approccio più profondo con il personaggio. Quindi i fatti si susseguono velocemente verso il finale senza suscitare in me il coinvolgimento che vorrei, pur nel rispetto del limite di caratteri e del percorso dettato alla traccia.

Mi è piaciuta molto la prima parte con il discorso di Brandon, che mi ha catturata agilmente. Mi è piaciuto il personaggio di Anna e come lo hai delineato con poche "pennellate" tra apparizioni e sparizioni. È comunque un bel racconto ed è scritto bene. Complimenti e alla prossima. :)
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI151] Domani

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Grazie a tutti del passaggio  <3 scusate l'assenza, sono giorni complessi
L ha scritto: Una cosa che non capisco è come Anna possa aver atteso Ernesto fuori dalla clinica se nel proseguo (quindi prima, temporalmente) lo ha lasciato: help!  :facepalm:
In quel momento erano ancora assieme, i ricordi sono in ordine abbastanza sparso, forse anche da qui la confusione
Shinobi ha scritto: appena ho capito l'argomento, mi hai preso: è uno di quelli a me più cari e motore centrale del romanzo che ho scritto :D
Che spettacolo  :love:
Ippolita ha scritto: anche perché ho un figlio pugile professionista
Bellissimo  :o posso solo immaginare l'ansia da parte di un genitore, ma bellissimo  :asd:

Ippolita ha scritto: Il Ginkgo Biloba è un albero antichissimo, credo il più antico sulla Terra: un fossile vivente. Non escludo che vi sia un sottile riferimento alla ricerca dell'immortalità di cui parli.

In effetti simboleggia la longevità, visto che vive parecchio; aggiungo anche che ci sono un paio di ginkgo davanti alla mia università, da qui l'idea  :D sul fatto che sia antichissimo c'è poco di nobile, secondo me, visto che non fosse per l'umanità sarebbe già estinto: la megafauna che ne disperdeva i semi ormai è estinta :P
ElmoInverso ha scritto: Brandon emerge come riflesso di Ernesto e non so, nelle tue intenzioni, chi volevi che fosse il vero protagonista.
In effetti era abbastanza nelle mie intenzioni la cosa; più che altro mi interessava il rapporto tra i due e come Brandon ripercorre la vita dell'amico
ElmoInverso ha scritto: Ernesto convinto di aver ucciso, Ernesto che tenta il suicidio, Ernesto che muore sotto a un camion, Ernesto mollato da Anna, Ernesto che dopo 7 round di botte vince.
Be', i primi due sono collegati: la notte che si conoscono, Brandon impedisce a Ernesto di suicidarsi e lo parto al caffè, dove racconta che voleva suicidarsi perché ha ucciso accidentalmente un avversario. E la vittoria dopo 7 round è solo uno degli incontri più significativi di Ernesto, che ne ha fatti parecchi; ma in generale okay, sono d'accordo con te - e con tutti gli altri che me l'hanno fatto notare: in 8000 caratteri questa storia è un po' troppo compressa

Re: [MI151] Domani

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Molto interessante @Mina mi ha subito appassionato. Il seguire la traccia a ritroso ha dato un tocco di originalità e con una attenta lettura si riesce a cogliere tutto. (io ne ho fatte tre). Forse la parte dell'immortalita, molto interessante, mi avrebbe più appassionato se fosse stata un poco più sviscerato. Così mi sembra solo accennata e mi sembra un peccato perché meriterebbe,. Ma capisco anche il limite dei caratteri.
Un racconto che con più respiro sarebbe ancora più interessante. Vale la pena di lavorarci sfondando il limite degli 8000.
Oppure, si potrebbe fare un esperimento opposto: asciugarlo e renderlo essenziale, allusivo, dargli una forma estetica che credo si presterebbe.
A rileggerti e magari a rileggerlo. 
Piaciuto comunque molto

Re: [MI151] Domani

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A me é piaciuto molto, ma ho capito tutto un'altra cosa rispetto ai lettori precedenti.
Per me Ernesto é morto, ma il trasferimento del suo cervello é riuscito. Quello che mi sfugge é come abbia fatto a ritrovare un corpo.

In ogni caso il tuo racconto mi ha coinvolto troppo, e fin dall'incipit ho pensato che il professore avesse la coscienza sporca rispetto ad Ernesto.
Brava!
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