[MI151] alliraB
Posted: Sun May 23, 2021 10:50 pm
Il mio commento
Traccia di mezzogiorno
L’uomo a tre teste urlò e sorprendentemente il suono che ne venne fuori non fu in nulla uguale a un coro di urla di tre uomini distinti. Fu più stridente. Molto di più.
E cosa più importante, non fu umano.
Saltò in groppa al cavallo con la pelle squamata e si lanciò nel cuore della battaglia. Il purosangue freddo alternava nitriti e colpi di lingua biforcuta, mentre veniva incitato dal proprio cavaliere.
I militari lo aspettavano al centro di quello che doveva essere stato il parcheggio di un’Esselunga tempo fa.
Non appena fu più vicino, un AK-47 aprì una fittissima raffica di colpi.
Un proiettile attraversò da parte a parte la testa a destra e quello continuò a cavalcare.
Un altro bucò l’occhio sinistro del cavallo, facendo schizzare il sangue sulle squame e sulla cresta ispida.
Solo un terzo arrestò la corsa dell’uomo a tre teste. Quello che lo colpì in petto, facendo fermare i suoi due cuori.
Il cavallo cadde un attimo dopo, raggiunto da una seconda raffica tutta per lui.
La vita di altri due alliraB era stata spezzata.
Quel giorno la stessa sorte sarebbe toccata ad altri migliaia come loro.
Marina tamponò il sudore sulla fronte con il dorso della mano. Una sfacchinata bella e buona, ma era soddisfatta. Aveva sistemato tutte le medicine della suocera nella credenza, in un pratico contenitore di metallo, e aveva pulito a fondo, dopo mesi di incrostature, la specchiera ricamata sullo sportello.
Finalmente la cucina aveva di nuovo degli standard di pulizia accettabili.
Ora poteva mandare un brodo di gallina in cottura lenta e trasferirsi in bagno, dove la vasca riempita con acqua calda e olii essenziali la stava aspettando.
Mise il coperchio sulla pentola e lasciò la stanza.
Era nel pieno del bagno rigenerante, quando uno schianto fortissimo la fece scattare in piedi nella vasca.
La suocera allettata aveva provato ad alzarsi ed era caduta?
Si coprì con l’asciugamano e tremante di freddo e paura attraversò il corridoio. La madre del marito dormiva della grossa, nella sua stanza. Non si era minimamente scomposta. Marina allora entrò in cucina, il punto da cui le sembrava che fosse venuto il frastuono.
Quando aprì la porta lo spettacolo che le si parò davanti agli occhi la fece vacillare e sospirò scoraggiata.
Il pensile a cui aveva dedicato una giornata intera si era staccato di netto dal muro ed era caduto a fianco al piano cottura. Il suo contenuto si era riversato ovunque e la specchiera sullo sportello era andata in frantumi.
La cosa incredibile fu trovare la pentola del brodo di gallina intatta sul fuoco, che procedeva tranquillamente nella sua cottura. Solo il coperchio si era spostato di lato.
La donna allora, quasi aggrappandosi all’unica cosa scampata alla tragedia domestica, prese il cucchiaio di legno dal cassetto e fece per dare una girata alla pietanza.
Quando mise a fuoco il contenuto della pentola una risata isterica risuonò per la cucina.
Metà delle scatole di medicine della suocera erano cadute nel brodo e il forte bollore aveva disciolto il tutto in un miscuglio omogeneo di grasso, gallina, cartone e compresse.
Marina non si fece scoraggiare.
Prese il cellulare e scattò un paio di foto al pensile crollato e al brodo farmaceutico, quindi le pubblicò sul gruppo Facebook “cucinaremale”.
I commenti l’avrebbero fatta ridere e le avrebbero tenuto compagnia nel secondo tempo di pulizia della giornata. Ma avrebbe aspettato il marito questa volta. Pensare di affrontare da sola quel disastro era una follia.
Guardò il pensile spaccato sul piano della cucina un’ultima volta, quindi si voltò e tornò al bagno caldo e rilassante. Ora ne aveva doppiamente bisogno.
Marina non poté mai ripulire quel piano cottura.
Né poté mai rimuovere la brodaglia dalla pentola o sistemare il pensile.
Non poté nemmeno pensarlo lontanamente.
La reazione cominciò qualche minuto dopo, ipotizzarono gli scienziati. O forse era già cominciata. Non ne ebbero mai la certezza assoluta. Come non riuscirono mai a ricostruire la sequenza esatta con la quale vennero fuori le creature. E quali di esse uccisero o mangiarono Marina e la suocera, perché i corpi non vennero mai trovati.
«In quella casa è stato ricreato un secondo brodo primordiale, che si è sviluppato in modo molto più rapido del primo» dichiarò infine il team di esperti che si era dedicato allo studio del fenomeno.
Ma gli effetti erano ormai ben visibili a tutto il genere umano.
Prima che il brodo potesse esaurire la sua forza creatrice erano venute fuori milioni di creature: rinoceronti con i pollici opponibili, uomini a tre teste, felini grandi come insetti, insetti grandi come felini, cavalli con la pelle e il sangue di rettile e così tanti altri esseri, da non essere mai neppure catalogati.
Mancava loro solo un nome.
E a questo proposito vennero in aiuto proprio le due foto scattate dalla compianta Marina, per poche ore oggetto di scherno sul gruppo “cucinaremale” e poi chiave cruciale di lettura del secondo brodo primordiale e della sua evoluzione.
In quella che ritraeva il disastro del piano cucina c’erano dei Grattoni all’uovo della Barilla, pronti per essere tuffati nel brodo. Il pacco era di spalle rispetto alla fotocamera, ma si vedeva il suo riflesso in una scheggia di specchiera spaccata. La scritta “alliraB” campeggiava al centro della foto e divenne da subito la catalogazione dell’incatalogabile.
I primi alliraB vennero perseguitati e molti vennero soppressi nelle loro prime ore sulla Terra. Specialmente gli uomini a tre teste venivano visti dai più religiosi come una deviazione demoniaca.
Alcuni di loro furono catturati vivi e studiati. In nessun modo il loro modo di comunicare era simile a quello degli esseri umani. Schioccavano le lingue da una parte all’altra, ma dalle bocche venivano fuori solo urla stridenti o suoni gutturali.
Qualcuno cercò di intavolare un tentativo di integrazione. Venne proposto alla comunità LGBTQIA+ di accettarli nelle loro fila e riconoscergli dei diritti, ma il progetto naufragò dopo pochi mesi: si capì che si riproducevano in modo esponenziale, con gravidanze di nove settimane e mangiavano tre volte tanto un essere umano normale.
I diritti vennero messi da parte per un discorso molto più semplice, di schietta sopravvivenza: o noi o loro.
Io personalmente sto dando il mio contributo nel distretto del sud Europa. Ogni mattina mi sveglio e so che potrebbe essere l’ultima. Solo ieri ho ucciso dieci uomini a tre teste e due rinoceronti con i pollici opponibili.
Ma adesso è tempo della preghiera al nostro unico Signore, affinché disastri come il brodo di Marina non si verifichino più:
Giallo Zafferano,
guida la mia mano,
mestolo e cucchiaio
niente più io sbaglio
dettami passaggi
tempi e dosaggi
Giallo Zafferano
guida la mia mano…
Traccia di mezzogiorno
L’uomo a tre teste urlò e sorprendentemente il suono che ne venne fuori non fu in nulla uguale a un coro di urla di tre uomini distinti. Fu più stridente. Molto di più.
E cosa più importante, non fu umano.
Saltò in groppa al cavallo con la pelle squamata e si lanciò nel cuore della battaglia. Il purosangue freddo alternava nitriti e colpi di lingua biforcuta, mentre veniva incitato dal proprio cavaliere.
I militari lo aspettavano al centro di quello che doveva essere stato il parcheggio di un’Esselunga tempo fa.
Non appena fu più vicino, un AK-47 aprì una fittissima raffica di colpi.
Un proiettile attraversò da parte a parte la testa a destra e quello continuò a cavalcare.
Un altro bucò l’occhio sinistro del cavallo, facendo schizzare il sangue sulle squame e sulla cresta ispida.
Solo un terzo arrestò la corsa dell’uomo a tre teste. Quello che lo colpì in petto, facendo fermare i suoi due cuori.
Il cavallo cadde un attimo dopo, raggiunto da una seconda raffica tutta per lui.
La vita di altri due alliraB era stata spezzata.
Quel giorno la stessa sorte sarebbe toccata ad altri migliaia come loro.
Marina tamponò il sudore sulla fronte con il dorso della mano. Una sfacchinata bella e buona, ma era soddisfatta. Aveva sistemato tutte le medicine della suocera nella credenza, in un pratico contenitore di metallo, e aveva pulito a fondo, dopo mesi di incrostature, la specchiera ricamata sullo sportello.
Finalmente la cucina aveva di nuovo degli standard di pulizia accettabili.
Ora poteva mandare un brodo di gallina in cottura lenta e trasferirsi in bagno, dove la vasca riempita con acqua calda e olii essenziali la stava aspettando.
Mise il coperchio sulla pentola e lasciò la stanza.
Era nel pieno del bagno rigenerante, quando uno schianto fortissimo la fece scattare in piedi nella vasca.
La suocera allettata aveva provato ad alzarsi ed era caduta?
Si coprì con l’asciugamano e tremante di freddo e paura attraversò il corridoio. La madre del marito dormiva della grossa, nella sua stanza. Non si era minimamente scomposta. Marina allora entrò in cucina, il punto da cui le sembrava che fosse venuto il frastuono.
Quando aprì la porta lo spettacolo che le si parò davanti agli occhi la fece vacillare e sospirò scoraggiata.
Il pensile a cui aveva dedicato una giornata intera si era staccato di netto dal muro ed era caduto a fianco al piano cottura. Il suo contenuto si era riversato ovunque e la specchiera sullo sportello era andata in frantumi.
La cosa incredibile fu trovare la pentola del brodo di gallina intatta sul fuoco, che procedeva tranquillamente nella sua cottura. Solo il coperchio si era spostato di lato.
La donna allora, quasi aggrappandosi all’unica cosa scampata alla tragedia domestica, prese il cucchiaio di legno dal cassetto e fece per dare una girata alla pietanza.
Quando mise a fuoco il contenuto della pentola una risata isterica risuonò per la cucina.
Metà delle scatole di medicine della suocera erano cadute nel brodo e il forte bollore aveva disciolto il tutto in un miscuglio omogeneo di grasso, gallina, cartone e compresse.
Marina non si fece scoraggiare.
Prese il cellulare e scattò un paio di foto al pensile crollato e al brodo farmaceutico, quindi le pubblicò sul gruppo Facebook “cucinaremale”.
I commenti l’avrebbero fatta ridere e le avrebbero tenuto compagnia nel secondo tempo di pulizia della giornata. Ma avrebbe aspettato il marito questa volta. Pensare di affrontare da sola quel disastro era una follia.
Guardò il pensile spaccato sul piano della cucina un’ultima volta, quindi si voltò e tornò al bagno caldo e rilassante. Ora ne aveva doppiamente bisogno.
Marina non poté mai ripulire quel piano cottura.
Né poté mai rimuovere la brodaglia dalla pentola o sistemare il pensile.
Non poté nemmeno pensarlo lontanamente.
La reazione cominciò qualche minuto dopo, ipotizzarono gli scienziati. O forse era già cominciata. Non ne ebbero mai la certezza assoluta. Come non riuscirono mai a ricostruire la sequenza esatta con la quale vennero fuori le creature. E quali di esse uccisero o mangiarono Marina e la suocera, perché i corpi non vennero mai trovati.
«In quella casa è stato ricreato un secondo brodo primordiale, che si è sviluppato in modo molto più rapido del primo» dichiarò infine il team di esperti che si era dedicato allo studio del fenomeno.
Ma gli effetti erano ormai ben visibili a tutto il genere umano.
Prima che il brodo potesse esaurire la sua forza creatrice erano venute fuori milioni di creature: rinoceronti con i pollici opponibili, uomini a tre teste, felini grandi come insetti, insetti grandi come felini, cavalli con la pelle e il sangue di rettile e così tanti altri esseri, da non essere mai neppure catalogati.
Mancava loro solo un nome.
E a questo proposito vennero in aiuto proprio le due foto scattate dalla compianta Marina, per poche ore oggetto di scherno sul gruppo “cucinaremale” e poi chiave cruciale di lettura del secondo brodo primordiale e della sua evoluzione.
In quella che ritraeva il disastro del piano cucina c’erano dei Grattoni all’uovo della Barilla, pronti per essere tuffati nel brodo. Il pacco era di spalle rispetto alla fotocamera, ma si vedeva il suo riflesso in una scheggia di specchiera spaccata. La scritta “alliraB” campeggiava al centro della foto e divenne da subito la catalogazione dell’incatalogabile.
I primi alliraB vennero perseguitati e molti vennero soppressi nelle loro prime ore sulla Terra. Specialmente gli uomini a tre teste venivano visti dai più religiosi come una deviazione demoniaca.
Alcuni di loro furono catturati vivi e studiati. In nessun modo il loro modo di comunicare era simile a quello degli esseri umani. Schioccavano le lingue da una parte all’altra, ma dalle bocche venivano fuori solo urla stridenti o suoni gutturali.
Qualcuno cercò di intavolare un tentativo di integrazione. Venne proposto alla comunità LGBTQIA+ di accettarli nelle loro fila e riconoscergli dei diritti, ma il progetto naufragò dopo pochi mesi: si capì che si riproducevano in modo esponenziale, con gravidanze di nove settimane e mangiavano tre volte tanto un essere umano normale.
I diritti vennero messi da parte per un discorso molto più semplice, di schietta sopravvivenza: o noi o loro.
Io personalmente sto dando il mio contributo nel distretto del sud Europa. Ogni mattina mi sveglio e so che potrebbe essere l’ultima. Solo ieri ho ucciso dieci uomini a tre teste e due rinoceronti con i pollici opponibili.
Ma adesso è tempo della preghiera al nostro unico Signore, affinché disastri come il brodo di Marina non si verifichino più:
Giallo Zafferano,
guida la mia mano,
mestolo e cucchiaio
niente più io sbaglio
dettami passaggi
tempi e dosaggi
Giallo Zafferano
guida la mia mano…