[MI150] Deadline
Posted: Sun May 09, 2021 6:39 pm
Commento: viewtopic.php?p=15340#p15340
Traccia di Mezzogiorno di @L'illusoillusore "Padrone del tempo"
Deadline
Ancora non ci credeva che avessero preso proprio lui a lavorare per una delle corporazioni più ricche di Onium City. In fondo, era soltanto un ragazzino: quarantacinque anni, senza titoli accademici o ricerche scientifiche alle spalle, solo un paio di hackaton finiti a pizze e birra da offrire come curriculum. Quello, e un’etica così sporca che non ci avrebbero nemmeno pulito il vomito in uno di quei bar da psicodrogati nei bassifondi, dove il plutonio se lo mangiavano a colazione.
I suoi amici gli avevano detto che di tempo non ne aveva più, anche se lui si sentiva ancora nel fiore della sua gioventù; gli avevano detto che aveva sprecato i suoi anni migliori a rincorrere un fantasma, una persona che non esisteva più e che, per quanto si sforzasse, non sarebbe mai riuscito a raggiungere. Suo nonno, lui sì che aveva utilizzato il suo tempo nel migliore dei modi: un genio dell’informatica, le sue sinapsi erano circuiti elettronici, il suo sistema nervoso un ammasso di reti internet, e si diceva che nessun firewall potesse bloccarlo, che potesse passare attraverso i muri, reali o digitali. Come l’impiegatuccio Dutilleuil, però, aveva preso le pillole nel momento sbagliato, e c’era rimasto per sempre nel cyberspace, la sua testa al di là del mondo e il corpo al di qua, bloccato sulla sua sedia con un elettrocardiogramma piatto, neanche fosse uscito da uno dei libri di Gibson.
Ne aveva sprecato troppo, di tempo, di questo ne era sicuro, e perciò da quando l’avevano assunto come consulente per la sicurezza interna all’A.LA.R.A. aveva deciso di prendersi tutto il tempo necessario per…non fare un bel niente. ‘Che idioti’, aveva pensato, a cosa gli serviva un consulente umano quando più dell’ottanta percento dello staff era stato rimpiazzato da intelligentissime IA? Quasi gliel’aveva chiesto, quando il suo coolant, così venivano chiamati i dirigenti di terzo livello a Onium City – una sorta di colletti bianchi a cui avevano negato l’accesso alle aree pulite della città – gli aveva messo in mano uno stipendio di grado quattro, ma alla fine era stato zitto, si era acceso la sua sigaretta elettronica, aveva messo le sue sporche scarpe sopra la scrivania ed era rimasto in quella posizione, a metà tra l’ozio e l’inerzia, per quanto tempo ormai? Due anni? Neanche se lo ricordava più, e perché mai l’avrebbe dovuto ricordare?
Non era più uscito da quell’ufficio da quando l’avevano assunto, e non era mai stato meglio. Aveva cibo gratis, uno spazio per dormire, area pura al sessantasette percento e, soprattutto, la temperatura era fissa a diciannove gradi Celsius. Diciannove gradi! Chissà quanto gli costava, del resto però quei cervelloni automatici si nutrivano di aria fredda, e se il padrone vuole qualcosa, i servi si fanno in quattro per procurargliela. Erano loro, aveva scoperto qualche tempo dopo, a comandare A.L.A.R.A., erano loro a prendere le decisioni più importanti, ed erano stati loro a indicare il suo profilo come quello più adatto al lavoro che gli era stato proposto. Non così intelligenti, quelle macchine, eh?
Stava addentando l’ultimo pezzo di Pakora di pollo quando il suo terminale si illuminò: un nuovo messaggio, direttamente dalla direzione. Strano, che ore erano? Ah, ma che gli importava!
Oggetto: [#13235] Violazione del portale risorse umane
Testo: Impiegato #463, abbiamo rilevato una violazione del portale risorse umane. Abbiamo isolato i log di sistema dei due minuti precedenti al blocco del portale. Acceda al suo pannello di amministrazione e riporti cause e conseguenze della violazione entro due ore.
Il pollo riacquistò la capacità di volare quando uscì prepotentemente dalla bocca dell’uomo, così incredulo da aver perso per un momento la capacità di deglutire. Due ore, stavano forse scherzando? Di solito, gli chiedevano di agire in tempi che variavano da una a tre settimane per compiti che richiedevano al massimo cinque minuti, ma cercare di capire per quale diavolo di motivo qualcuno si era preso la briga di violare il sistema dell’A.L.A.R.A. ci sarebbero voluti giorni, se non mesi! Decise che la cosa migliore da fare sarebbe stata aspettare, sicuramente si trattava di un errore, presto gli avrebbero inviato un altro messaggio chiarendo il malinteso. Aveva tutto il tempo del mondo, una cosa del genere avrebbe avuto una deadline di sei o sette mesi, e per questo mise su un po' di musica, che uscì violentemente dalle casse del suo terminale. Pandemic Metal, così chiamavano quel genere musicale nato tra il 2019 e il 2021, ormai quasi cinquant’anni fa, quando il mondo aveva provato per la prima volta uno degli accessori indispensabili per ogni abitante di Onium City: le mascherine.
La musica si interruppe con la stessa violenza con cui era iniziata, e un altro messaggio si animò nel terminale:
Oggetto: [#13235] Violazione del portale risorse umane – Cambio di priorità
Testo: Impiegato #463, si colleghi al cyberspace e inizi le indagini subito. Una sua risposta è attesa in trenta minuti.
Lesse il messaggio con una smorfia d’orrore sul viso, e qualche istante dopo le grandi ventole che pompavano aria fredda nel suo ufficio fermarono di girare, e la porta che lo separava dal resto dell’edificio si chiuse. Scattò in piedi e corse verso la porta, strofinando velocemente la sua tessera sul pannello di controllo, ma la porta non si aprì.
«Accesso negato, impiegato #463. Il suo tentativo di accedere ad un’area riservata è stato registrato nel sistema». Disse la voce meccanica dell’edificio, modellata su quella di una donna dall’accento americano.
Non gli rimaneva altro che collegarsi al cyberspace e guadagnarsi la sua paga, almeno per questa volta. Incredibile, fino a pochi minuti fa aveva tutto il tempo del mondo, e ora ne aveva soltanto trenta, di minuti. Cosa avrebbe fatto suo nonno? Ah, che si fotta, non c’era spazio per genialate nel suo cervello.
Si sdraiò sulla sua postazione, collegandosi al terminale grazie ad una particolare presa che aveva dietro la nuca; questo gli iniettò un po' della juice prodotta dalla stessa corporazione per cui lavorava, e in un frammento di secondo la sua coscienza fu traslata in un piano esistenziale molto più profondo di quello in cui era prima.
Informazioni, flussi di scambio dati, transazioni illimitate di criptovalute, vite appese a circuiti sintetici, tutto questo era il cyberspace, un labirinto in cui adesso si agitava, esplorando piramidi di dati con la sua mente, incapace di trovare la fonte di quella dannata violazione. Quanto tempo era passato? Non ne aveva idea, questa era la brutale realtà, era incapace di misurare il tempo perché aveva passato la sua vita a sprecarlo, e ora era il tempo a erodere la sua, di esistenza. Tic toc, i secondi erano una giostra impazzita, e anche se era lontano anni luce dal suo corpo sentiva che si stava spegnendo, schiacciato dal calore della sua gabbia aziendale. Chiunque avesse bucato il sistema era bravo, troppo bravo per essere beccato in…qualsiasi fosse il tempo che aveva a disposizione. Pensa, pensa, pensa! Idiota, pensa! Tic toc, la pietanza era quasi cotta a puntino, che buono odore di carne arrosto in questo ufficio, non credi? Stava perdendo il controllo della sua mente, ma non avrebbe fatto la fine di suo nonno, no, qualcuno avrebbe pagato per lui, in fondo mors tua vita mea era il paradigma su cui si fondava Onium City.
Corse con la sua mente verso i terminali degli altri impiegati, e ne individuò uno acceso, e poco protetto. Non aveva nemmeno il tempo di controllare di chi fosse, e nemmeno se ne curò, era il suo bersaglio, e l’avrebbe affondato. Piazzò una copia del virus a cui stava lavorando da…quanto tempo era passato ormai? Scosse virtualmente la sua testa, completò l’upload e si catapultò fuori dal cyberpsace.
Oggetto: Re: [#13235] Violazione del portale risorse umane – Cambio di priorità
Testo: Vulnerabilità individuata nella postazione 982b, terminale dell’impiegato #641.
Il suo lavoro era finito, e aveva di nuovo tutto il tempo del mondo a disposizione.
Traccia di Mezzogiorno di @L'illusoillusore "Padrone del tempo"
Deadline
Ancora non ci credeva che avessero preso proprio lui a lavorare per una delle corporazioni più ricche di Onium City. In fondo, era soltanto un ragazzino: quarantacinque anni, senza titoli accademici o ricerche scientifiche alle spalle, solo un paio di hackaton finiti a pizze e birra da offrire come curriculum. Quello, e un’etica così sporca che non ci avrebbero nemmeno pulito il vomito in uno di quei bar da psicodrogati nei bassifondi, dove il plutonio se lo mangiavano a colazione.
I suoi amici gli avevano detto che di tempo non ne aveva più, anche se lui si sentiva ancora nel fiore della sua gioventù; gli avevano detto che aveva sprecato i suoi anni migliori a rincorrere un fantasma, una persona che non esisteva più e che, per quanto si sforzasse, non sarebbe mai riuscito a raggiungere. Suo nonno, lui sì che aveva utilizzato il suo tempo nel migliore dei modi: un genio dell’informatica, le sue sinapsi erano circuiti elettronici, il suo sistema nervoso un ammasso di reti internet, e si diceva che nessun firewall potesse bloccarlo, che potesse passare attraverso i muri, reali o digitali. Come l’impiegatuccio Dutilleuil, però, aveva preso le pillole nel momento sbagliato, e c’era rimasto per sempre nel cyberspace, la sua testa al di là del mondo e il corpo al di qua, bloccato sulla sua sedia con un elettrocardiogramma piatto, neanche fosse uscito da uno dei libri di Gibson.
Ne aveva sprecato troppo, di tempo, di questo ne era sicuro, e perciò da quando l’avevano assunto come consulente per la sicurezza interna all’A.LA.R.A. aveva deciso di prendersi tutto il tempo necessario per…non fare un bel niente. ‘Che idioti’, aveva pensato, a cosa gli serviva un consulente umano quando più dell’ottanta percento dello staff era stato rimpiazzato da intelligentissime IA? Quasi gliel’aveva chiesto, quando il suo coolant, così venivano chiamati i dirigenti di terzo livello a Onium City – una sorta di colletti bianchi a cui avevano negato l’accesso alle aree pulite della città – gli aveva messo in mano uno stipendio di grado quattro, ma alla fine era stato zitto, si era acceso la sua sigaretta elettronica, aveva messo le sue sporche scarpe sopra la scrivania ed era rimasto in quella posizione, a metà tra l’ozio e l’inerzia, per quanto tempo ormai? Due anni? Neanche se lo ricordava più, e perché mai l’avrebbe dovuto ricordare?
Non era più uscito da quell’ufficio da quando l’avevano assunto, e non era mai stato meglio. Aveva cibo gratis, uno spazio per dormire, area pura al sessantasette percento e, soprattutto, la temperatura era fissa a diciannove gradi Celsius. Diciannove gradi! Chissà quanto gli costava, del resto però quei cervelloni automatici si nutrivano di aria fredda, e se il padrone vuole qualcosa, i servi si fanno in quattro per procurargliela. Erano loro, aveva scoperto qualche tempo dopo, a comandare A.L.A.R.A., erano loro a prendere le decisioni più importanti, ed erano stati loro a indicare il suo profilo come quello più adatto al lavoro che gli era stato proposto. Non così intelligenti, quelle macchine, eh?
Stava addentando l’ultimo pezzo di Pakora di pollo quando il suo terminale si illuminò: un nuovo messaggio, direttamente dalla direzione. Strano, che ore erano? Ah, ma che gli importava!
Oggetto: [#13235] Violazione del portale risorse umane
Testo: Impiegato #463, abbiamo rilevato una violazione del portale risorse umane. Abbiamo isolato i log di sistema dei due minuti precedenti al blocco del portale. Acceda al suo pannello di amministrazione e riporti cause e conseguenze della violazione entro due ore.
Il pollo riacquistò la capacità di volare quando uscì prepotentemente dalla bocca dell’uomo, così incredulo da aver perso per un momento la capacità di deglutire. Due ore, stavano forse scherzando? Di solito, gli chiedevano di agire in tempi che variavano da una a tre settimane per compiti che richiedevano al massimo cinque minuti, ma cercare di capire per quale diavolo di motivo qualcuno si era preso la briga di violare il sistema dell’A.L.A.R.A. ci sarebbero voluti giorni, se non mesi! Decise che la cosa migliore da fare sarebbe stata aspettare, sicuramente si trattava di un errore, presto gli avrebbero inviato un altro messaggio chiarendo il malinteso. Aveva tutto il tempo del mondo, una cosa del genere avrebbe avuto una deadline di sei o sette mesi, e per questo mise su un po' di musica, che uscì violentemente dalle casse del suo terminale. Pandemic Metal, così chiamavano quel genere musicale nato tra il 2019 e il 2021, ormai quasi cinquant’anni fa, quando il mondo aveva provato per la prima volta uno degli accessori indispensabili per ogni abitante di Onium City: le mascherine.
La musica si interruppe con la stessa violenza con cui era iniziata, e un altro messaggio si animò nel terminale:
Oggetto: [#13235] Violazione del portale risorse umane – Cambio di priorità
Testo: Impiegato #463, si colleghi al cyberspace e inizi le indagini subito. Una sua risposta è attesa in trenta minuti.
Lesse il messaggio con una smorfia d’orrore sul viso, e qualche istante dopo le grandi ventole che pompavano aria fredda nel suo ufficio fermarono di girare, e la porta che lo separava dal resto dell’edificio si chiuse. Scattò in piedi e corse verso la porta, strofinando velocemente la sua tessera sul pannello di controllo, ma la porta non si aprì.
«Accesso negato, impiegato #463. Il suo tentativo di accedere ad un’area riservata è stato registrato nel sistema». Disse la voce meccanica dell’edificio, modellata su quella di una donna dall’accento americano.
Non gli rimaneva altro che collegarsi al cyberspace e guadagnarsi la sua paga, almeno per questa volta. Incredibile, fino a pochi minuti fa aveva tutto il tempo del mondo, e ora ne aveva soltanto trenta, di minuti. Cosa avrebbe fatto suo nonno? Ah, che si fotta, non c’era spazio per genialate nel suo cervello.
Si sdraiò sulla sua postazione, collegandosi al terminale grazie ad una particolare presa che aveva dietro la nuca; questo gli iniettò un po' della juice prodotta dalla stessa corporazione per cui lavorava, e in un frammento di secondo la sua coscienza fu traslata in un piano esistenziale molto più profondo di quello in cui era prima.
Informazioni, flussi di scambio dati, transazioni illimitate di criptovalute, vite appese a circuiti sintetici, tutto questo era il cyberspace, un labirinto in cui adesso si agitava, esplorando piramidi di dati con la sua mente, incapace di trovare la fonte di quella dannata violazione. Quanto tempo era passato? Non ne aveva idea, questa era la brutale realtà, era incapace di misurare il tempo perché aveva passato la sua vita a sprecarlo, e ora era il tempo a erodere la sua, di esistenza. Tic toc, i secondi erano una giostra impazzita, e anche se era lontano anni luce dal suo corpo sentiva che si stava spegnendo, schiacciato dal calore della sua gabbia aziendale. Chiunque avesse bucato il sistema era bravo, troppo bravo per essere beccato in…qualsiasi fosse il tempo che aveva a disposizione. Pensa, pensa, pensa! Idiota, pensa! Tic toc, la pietanza era quasi cotta a puntino, che buono odore di carne arrosto in questo ufficio, non credi? Stava perdendo il controllo della sua mente, ma non avrebbe fatto la fine di suo nonno, no, qualcuno avrebbe pagato per lui, in fondo mors tua vita mea era il paradigma su cui si fondava Onium City.
Corse con la sua mente verso i terminali degli altri impiegati, e ne individuò uno acceso, e poco protetto. Non aveva nemmeno il tempo di controllare di chi fosse, e nemmeno se ne curò, era il suo bersaglio, e l’avrebbe affondato. Piazzò una copia del virus a cui stava lavorando da…quanto tempo era passato ormai? Scosse virtualmente la sua testa, completò l’upload e si catapultò fuori dal cyberpsace.
Oggetto: Re: [#13235] Violazione del portale risorse umane – Cambio di priorità
Testo: Vulnerabilità individuata nella postazione 982b, terminale dell’impiegato #641.
Il suo lavoro era finito, e aveva di nuovo tutto il tempo del mondo a disposizione.