[MI148] Cane da guarda

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Traccia di mezzogiorno 

«Dovresti dargli una lavata, ho tutte le dita nere». Gli sembrava che Anna lo avesse detto sorridendo, ma Guglielmo poteva solo immaginarlo. Teneva gli occhi chiusi, cercando di chiudere il mondo fuori, ma l’idea delle dita sporche gli si era infilata lo stesso sotto alle palpebre. Immaginava lo sporco e la polvere graffiargli il cristallino, addensarsi nella forma del cane da qualche parte sopra la pupilla, una coltre di pelo nero e sporco che raspava nel buio -unghie nere su pelo nero- fino ad aprire così un varco per il sole. Le idee gli avevano fatto spalancare le palpebre: era di nuovo costretto a guardare.
«Brutta giornata? Sto zitta?».
Ogni sillaba della donna veniva sminuzzata in morfemi, fonemi, foni, curve intonative.

«Oggi è ancora peggio».
«Lo vedo, hai una faccia da cane bastonato…» Cane, cane da guarda, gli dicevano a scuola, una vita fa. Anna non intendeva quello. 

Il cane vero, nero, sporco, lo guardava placido dalle gambe di lei.
 «Ti ho portato la spesa, comunque. Tutta roba da microonde, così non ti ci perdi troppo. E ho preso cose neutre, niente colori accesi. Zuppine monocromo, vanno bene?».
«Benissimo». Guglielmo aveva richiuso gli occhi, mentre l'idea del supermercato lo assaliva con il rosso dei pomodori, la forma dell’uva, lei con la giacca beige e i capelli corti setosi castani curati, con ciocca dietro le orecchie e il ciuffo un po' più lungo sulla destra sopra gli occhi, bistrati di kajal-eyeliner-matita, con le ciglia nere, allungate-infoltite, più ciglia, quante? E nella mente si apriva un’altra pagina, ipertesto, quante ciglia possiedono le donne umane? Ma donne umane non è come dire Anna.
«Microonde. Okay?». L'ha interrotto. Lui ha riaperto gli occhi.
Il cane non era più al suo posto. Guglielmo faticava a ritrovarlo, a isolarne l'immagine: doveva cercare l'idea del cane attraverso gli stimoli, disturbato dai mobili come dalle frasche in una battuta di caccia - una lepre, un fagiano in un campo, che raspa la terra con zampe unghiate, cardi bassi nell’erba, bestie che scappano dai cani, ecco! Il cane. 

Era solo saltato giù dalle gambe di Anna.
«Sì, okay», le dice.



Ora è solo, è un po' stanco. Le cose non si limitano a starsene lì, no, vogliono esistere. Lo fanno tutte insieme, sgomitando per farsi vedere, notare. Si sovrappongono, si richiamano tra loro, vieni, vieni! C'è Guglielmo che ci guarda, finalmente!
E si fa avanti l'idea del coltello: vasca, rubinetto, acqua calda, un timer uno due tre quattro cinque sei sette otto giri di lancetta prima di ridestarsi ancora in salotto, senza aver mosso un dito, poi un’altra idea, quella della corda che è giù in cantina, ma per prenderla dovrebbe scendere i gradini e guardare l’intrico dei mattoni, le muffe, i ragni-

Il vento ha fatto sbattere la finestra della terrazza. Sarebbero pochi passi, da fare a occhi chiusi, per vedere se le idee hanno il coraggio di inseguirlo fino in fondo, fino alla strada, e di mischiarsi alle cervella sfracellate, rosse sul grigio dell’asfalto mentre i denti se ne volano fino alle aiuole e rimbalzano contro il ferro della panchina. 
Già il primo passo viene fermato dal poggiolo. Il profumo dei fiori gli ha sbarrato la strada, fiori rosa, bianchi, con foglie carnose, che hanno bisogno di quindici giorni senza acqua e solo se il terreno è perfettamente secco, e forse se aprisse gli occhi vedrebbe le radici uscire dal vaso, andrebbe cambiato, e se non volesse morire - bara marrone lucida con fodero rosso e fiori bianchi e rosa e opere di bene e 

Sente un calore alla gamba che lo scuote, lo richiama.
È il cane, gli ha pisciato su una caviglia.
Guglielmo rimane immobile mentre la chiazza si allarga, l'azzurro dei jeans che si tinge di blu, il tepore che passa ai calzini, i peli che si impregnano di urina. Il cane non lo sta guardando. Fissa il mondo fuori, e basta.

Re: [MI148] Cane da guarda

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Garrula ha scritto: Cane, cane da guarda
Da guardia?

Piaciuto. Direi traccia perfettamente centrata. Trasmetti bene l'angoscia quotidiana del protagonista affetto da questa singolare condizione, lo stile è ottimo e veicola benissimo le descrizioni - mi è sembrato di vedere fisicamente le immagini. Forse un po' troppo sbilanciato verso la vista rispetto agli altri sensi? Ma non so, è questione di gusto personale. In ogni caso funziona, il dramma mi ha coinvolto e mi ha messo ansia, tanto che arrivo a capire il suo pensare al gesto estremo - mi ha messo ansia dopo un racconto, non immagino come sia una vita così. Ironico e amaro come anche le conseguenze del suo gesto debbano affiorargli alla mente nei minimi dettagli - la sua morte, la sua bara.
Oltre alla riflessione sulla morte, ho apprezzato particolarmente questo passaggio:
Garrula ha scritto: Ma donne umane non è come dire Anna.
è interessante perché suggerisce come lui percepisca gli altri.
Interessante il finale, in cui il cane gli dimostra di essere riuscito a fare qualcosa che lui non può neanche capire: fare un gesto con noncuranza, perché sì, e basta.
Ottimo pezzo e scritto molto bene insomma  :cool:

Re: [MI148] Cane da guarda

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ciao @Garrula 
Il ritmo dei tuoi testi è inconfondibile.
Non posso dire nulla sulla forma perchè è curata alla perfezione, anche quando ti soffermi sulla "scansione del volto di Anna, io l'avevo intenso come un flusso unico senza virgole e invece ci sono e scandiscono il respiro e le immagini.
Secondo me non solo la traccia è perfettamente centrata, ma è anche un testo denso di immagini e che ha una solida trama alle spalle.
Garrula ha scritto: C'è Guglielmo che ci guarda, finalmente!
Stavo per dirti "c'è un refuso, forse nel titolo intendevi -CANE DA GUARDIA- " poi questa frase è rivelatrice. 
Perché hai presentato un personaggio con un disturbo forse assimilabile alla Sindrome di Asperger, o all'autismo, ma senza dirlo, mostrandolo (complimenti!) e la sensazione che ho avuto è che le cose in casa hanno un significato nel momento in cui Guglielmo le guarda.
Garrula ha scritto: Tutta roba da microonde, così non ti ci perdi troppo. E ho preso cose neutre, niente colori accesi. Zuppine monocromo,
Altra frase splendida, delicata e che crea un'immagine di calma quotidianità, utile per capire la caratterizzazione del personaggio.

Faccio solo un'ammissione di colpa, non so perché ma all'inizio pensavo che il cane fosse di peluches, non un cane vero.

bel testo.

Re: [MI148] Cane da guarda

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Uno scavare nella psiche compulsiva del protagonista che preferisce non guardare in faccia ciò che fa parte del suo mondo, ma, a occhi chiusi, cercarne l'idea.
Fino all'idea di come morire, forse fermato alla fine dal profumo di fiori che chiedono acqua e...
Garrula ha scritto: Sente un calore alla gamba che lo scuote, lo richiama.
È il cane, gli ha pisciato su una caviglia.
Guglielmo rimane immobile mentre la chiazza si allarga, l'azzurro dei jeans che si tinge di blu, il tepore che passa ai calzini, i peli che si impregnano di urina. Il cane non lo sta guardando. Fissa il mondo fuori, e basta.
Maestria nello stile e profondità di contenuto. Capacità di veicolare il messaggio voluto.
Brava e grazie di esserci anche adesso, @Garrula   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI148] Cane da guarda

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ciao, @Garrula 
Garrula ha scritto: una coltre di pelo nero e sporco che raspava nel buio -unghie nere su pelo nero-
tre nero su una riga forse è troppo
una coltre di pelo scuro/simile al catrame o cose così

Bel pezzo, breve e intenso. titolo delizioso che già da solo aiuta ad immergersi nell'atmosfera che hai creato. Sei riuscito/a a farmi empatizzare col protagonista con poche righe in cui succede poco ma si avverte tanto. Scritto bene, traccia pienamente soddisfatta.
A rileggerti.
Barone sbracato che non chiede dazio né gabella.

Re: [MI148] Cane da guarda

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Garrula ha scritto: Le cose non si limitano a starsene lì, no, vogliono esistere. Lo fanno tutte insieme, sgomitando per farsi vedere, notare. Si sovrappongono, si richiamano tra loro, vieni, vieni! C'è Guglielmo che ci guarda, finalmente!
Poche righe che esprimono il bombardamento di stimoli visivi che permeano il racconto.
Brava, bel racconto e ben costruito. Grazie anche per il cane, che ci salva dalla sofferenza del protagonista con un sorriso. (y)
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI148] Cane da guarda

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Garrula ha scritto: Le cose non si limitano a starsene lì, no, vogliono esistere. Lo fanno tutte insieme, sgomitando per farsi vedere, notare
La molteplicità è di una bellezza lacerante: ha ragione il tuo Guglielmo. La luce che colpisce le cose del mondo e le colora può non essere sopportabile. 
Racconto eccellente a mio avviso, originale e penetrante. Notevole la lieve sfumatura ironica che mi è parso di intravedere nelle parole di lei.
Sono contenta di aver ritrovato il tuo cane nero, mio amico di MI.
Un saluto e grazie, @Garrula.
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Re: [MI148] Cane da guarda

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Garrula ha scritto: Fissa il mondo fuori, e basta
Magari Guglielmo potesse, ma la sua malattia è una bastardata e una tortura.
Avevo scritto un bel commento, almeno credo, ma è sparito nel nulla. Comunque...
Bellissimo racconto, @Garrula, scritto in modo perfetto nella sua concisione: perché le cose non dette, ma che si immaginano facilmente, superano l'evidenza delle parole.
Una riduzione degna di un grande chef.
Se leggi bene questa riga non hai bisogno degli occhiali da vista
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