[MI145] Autoschediasma

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Traccia di mezzogiorno

Mi telefoni a mezzogiorno, mentre sto lavorando, e faccio fatica a mettere a fuoco i tuoi gemiti. Ti invito a ridurre il volume emotivo. Prova a spiegarmi cosa è successo, senza quel rumore di naso che cola. Non trovi le chiavi di casa. Potrei risponderti che non me ne frega niente, che hai trent'anni e non hai bisogno di un badante, ma siccome stiamo insieme da poco ti dico prova a cercarle con calma. E vedi di essere più ordinata, penso senza dirtelo, o almeno fai lo sforzo di non cambiare una borsetta al giorno. La scorsa settimana non trovavi più il cellulare e hai buttato mezza mattina per la denuncia, più gli strilli perché avevi perso le foto dei viaggi. Che poi sono tutte uguali. La sera lo hai ripescato per caso nello zainetto di pelle verde, e ridacchiavi.
Tra i singhiozzi mi spieghi che non trovi neppure le chiavi della macchina e non puoi andare in ufficio. Vai coi mezzi, organizzati, chiama una collega, usa i piedi, cerca un taxi, datti malata: perché devi chiamare me, che al negozio sto da solo? Sì, lo sai che mi stai disturbando, ma a qualcuno lo devi pur far sapere che sei tanto in agitazione per via della gomma della macchina bucata. Ti si è bucata la gomma? E non me lo dici? Ma perché non hai chiesto aiuto a qualcuno per strada? Non c'era nessuno, mi spieghi, ma anche se ci fosse stato qualcuno certo non gli avresti chiesto di aiutarti, perché lo sai bene che a cambiare una ruota ci si sporca tanto e si fatica. Ma come lo sai, se non l'hai mai cambiata in vita tua? Ora non mi umiliare, aiutami, mi dici. Sei salita a casa per telefonare al meccanico, ti senti tutta imbambolata, non riesci a trovare le chiavi, ti tremano le mani. Non capisco perché non hai chiamato il meccanico dalla strada, col cellulare. Ah, ieri sera ti sei dimenticata di caricarlo. Esco dal negozio e metto il cartello "Torno subito".

Proviamo a ripercorrere insieme tutti i movimenti che hai fatto quando sei salita. Controlla se hai lasciato le chiavi di casa attaccate alla porta. Ci hai già pensato da sola? Ottimo, vuol dire che non sei del tutto idiota. Ora rovescia il contenuto della borsa sul tavolo. Lo hai già fatto, e le chiavi non ci sono. Però hai ritrovato il cornetto di corallo rosso che ti ha regalato tua sorella per l'onomastico. Bene. Sono notizie che cambiano una giornata in meglio. In quale camera sei stata? In cucina, al bagno? Controlla sopra le credenze, sul pavimento, dentro al cesso, sotto al letto, per la miseria! Sì, mi rendo conto che hai la macchina parcheggiata male con la ruota bucata, il meccanico non può venire e tu non trovi più nessuna chiave. Riprendiamo da dove ci eravamo fermati. Ragiona con calma, non costringermi a chiudere il negozio per venire a soccorrerti. Già gli affari vanno da schifo.
Sei stata in cucina e hai bevuto un bicchiere d'acqua perché ti sentivi svenire, e non ricordi se avevi in mano i mazzi di chiavi. Ma se hai aperto la porta di casa e le chiavi le hai sfilate dalla toppa, devono per forza stare dentro casa, sei d'accordo? Allora cercale! Le hai certo poggiate insieme a quelle della macchina da qualche parte, senza farci caso. Ripercorri tutte le stanze una a una, dai. Guarda in tutte le tasche. Cerca sulle sedie in cucina, forse mentre bevevi ti sei seduta. Prova a guardare sul lavandino, sopra il frigorifero. E non piangere! Fai le cose con criterio, smetti di girare in tondo, segui quello che ti dico, e le troveremo. Non è una situazione senza via d'uscita, anche se può sembrarti così: calmati. Fai un bel respiro profondo, brava. Allora: lasci la macchina, sali le scale. No, hai preso l'ascensore, d'accordo, ma non cambia nulla. Apri la porta di casa (ma la macchina l'hai chiusa con le chiavi, o per caso le hai lasciate dentro? Ti ricordi di averla chiusa, già è molto), sfili le chiavi, chiudi la porta alle tue spalle. Forza, ricominciamo. Non ti hanno fatto il malocchio, piantala. Torna in bagno. Hai tirato la catena? Forse le avevi in mano, e ti sono cadute accanto allo scopino, controlla. Guarda bene sotto gli asciugamani, accanto al bidet. Ok, non ci sono. Torna in camera da letto, magari le hai poggiate sul comodino, accanto al telefono fisso. Va bene, hai chiamato dall'apparecchio in salotto. Allora guarda bene in salotto, accidenti! Sopra i cuscini, sotto il divano, accanto al telefono, sul tappeto. Niente. Torniamo in cucina. Per caso hai aperto il frigorifero? Guardaci dentro, controlla pure nel freezer. Tu fallo, non si può mai sapere che combiniamo quando il cervello va per conto suo. Sei stanca, mi dici, e ti batte forte il cuore. Siediti, e bevi un po' d'acqua. Ne usciremo, vedrai.
Come, nella borsa? Ma se è la prima cosa che hai fatto. L'hai rovesciata tutta sul tavolo e non c'erano, come fanno a esserci ora? Eri troppo agitata e non le hai notate: ora, grazie a me, le hai viste. Anzi, sono loro che ti hanno chiamato, forse si erano nascoste per farci uno scherzo. Ti amo tanto, mi dici.

Riapro il negozio, per fortuna c'è un po' di fila.
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Re: [MI145] Autoschediasma

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Forte, @Ippolita . :)
E mi hai anche insegnato che il parlare a braccio, improvvisando, si dice autoschediasmo. Grazie.

Racconto della serie: quando una donna va nel panico. Hai inquadrato il punto di vista di lui, in modo attendibile. :si:
So dell'incidente tecnico che ti ha fatto perdere la versione più lunga, ma credo, per il tipo di narrazione, che sia questo il giusto limite di caratteri per
il suo contenuto, e il suo messaggio.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI145] Autoschediasma

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@Monica ha scritto: lun feb 22, 2021 2:00 pm Singolare la scelta del titolo.
Carissima, il titolo è dovuto al fatto che ho improvvisato il racconto in poco tempo perché l'originale si è suicidato. Mi ero talmente spremuta le meningi ed era talmente tardi per la cena che non avevo più energia per il titolo. A quel punto è intervenuto l'autoschediasma a trarmi d'impaccio. Grazie davvero per aver letto e per le belle parole. Ci sei mancata, @@Monica (mi dispiace, ma nel menu a tendina non riesco mai a trovarti).
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Re: [MI145] Autoschediasma

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@Ippolita, uao! Scritto proprio così :) Mi hai fatto venire l'ansia, il che è un fatto positivo perché vuol dire che mi hai "trasportata" all'interno della casa e mi avessi fatto assistere in diretta alla dinamica di questa giovane coppia. Io, lei, nevrotica, che arranca per casa, svuotando la borsa, gironzolando su e giù senza senso, in preda al panico, l'ho "vista". Me l'hai mostrata tacendo la voce di lei, ma senza "filtrarla" dal punto di vista di lui, che pure la narrava. Abilità di chi sa scrivere e può permettersi di "giocare" con le parole. E tu sai farlo. È stato davvero un piacere leggere questo frammento di vita a due. Tutto d'un fiato. Così a me piace. Quando leggo tutto d'un fiato e non trovo intoppi che mi distraggano. Lo riscrivo: uao!
Il partner a volte può diventare "labirinto", e non è affatto infrequente che l'altro possa subirlo, e sentirsi soffocato, provare fastidio, quasi l'orticaria. Ecco, esperimento riuscito, a mio parere.

Grazie! :) <3

Re: [MI145] Autoschediasma

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Allora, riprendiamo con santa pazienza.
Ti stavo scrivendo che, secondo me, l'inconveniente di dover riscrivere il racconto (a proposito: ma come scrivi direttamente sul forum? Ma è imperdonabile, da bacchettata laser sulle mani! Lo sai che la forma è sostanza, anche la composizione su un programma decente fa la sua parte, insomma!) qualche disattenzione ti è costato. Ad esempio lui dice a lei "non mi far chiudere il negozio" quando lo ha già chiso. E poi va pure a riaprirlo. Vabbé, ormai è fatta, lo aggiusterai.
Per il resto, il mio è un commento agrodolce.
Dolce: sei uscita dalla tua confort-zone, scrivendo una sorta di sit-com quando sappiamo che la tua cifra è nel lirismo, nell'erudizione, nell'intelligenza. Hai provato a farne a meno per cimentarti in qualcosa di leggero. Bene sempre bene uscire dalla confort zone! Inoltre hai scritto un racconto in seconda persona, che un ulteriore punticino nel coefficiente di difficoltà (a proposito: trovo sia questa, più che la location dell'appartamento, la similitudine maggiore dei nostri due racconti). Dunque un "brava" te lo prendi solo per questo.
Agro: uscire dalla confort zone porta a qualche impasse. Ma senza impasse non si progredisce. Di per sè, a mio avviso, l'idea della ricerca delle chiavi smarrite non regge un intero racconto. Va bene per qualche battuta ma poi stanca. Entrambi i personaggi ne vengono fuori un po' estremi. Ok, hai descritto un tipo di imbranataggine molto diffusa, ma a un certo punto pare che lei faccia la rinconiglionita apposta, e dà quasi ai nervi. Lui, invece, non si capisce perché stia insieme a una per la quale prova disprezzo... Sì, è questa la sensazione che ne ho ricavato: più che di pazienza qui si tratta di disprezzo e fastidio.
Posso darti un consiglino? Posso? (qui ti avrei messo un emoticon che porge un fiore, ma mi guardo bene dal farlo perché, facendolo, prima, mi sono cancellato tutto il commento).
La prossima volta che provi a scrivere un racconto leggero non accantonare del tutto le tue anime serie, erudite e malinconiche: camuffale. Manipolale nello scherzo, quasi a volerle nascondere, ma metticele dentro. Insomma, fai una sintesi tra confort e sconfort zone, non so se mi ho spiegato giusto... ne verrà fuori qualcosa che diverte, ma che lascia quel retrogusto che ti fa dire "però, aspetta un po'..." ;-)
Dunque, ho due pollici: uno in giù, perchéil racconto in sè non mi ha fatto saltare dalla sedia, ci hai abituato a molta più sostanza, un altro in su, perché se non osi, se non sbagli qualche passo, non vai da nessuna parte, e quindi fai bene a cimentarti, chissenefrega dei passi falsi.
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI145] Autoschediasma

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ciao @Ippolita . Noto la tua solita capacità di scrivere sempre qualcosa di " diverso". Non sei mai banale. Donne come la tua protagonista ve ne sono a migliaia, come altrettanto ci sono uomini che ci stanno pure dietro. Certo la trama non emoziona, ma dato che hai scelto la traccia del labirinto mentale, alla fine sei stata coerente, rischiando il tutto per tutto. ciao e grazie a te per la tua presenza.. :sss:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI145] Autoschediasma

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ma siccome stiamo insieme da poco ti dico prova a cercarle con calma.
ti ho citato questa frase perché secondo me nasconde l'unico punto debole ma che indebolisce un po' tutto il resto. Nel senso che, se stanno insieme da poco, dovrebbero ancora essere nella fase dell'innamoramento o "luna di miele" come la chiamano, quando sei perso del partner, ne vedi solo i lati positivi e anche i difetti di inteneriscono, li trovi sfiziosi, tutto è roseo. Se lui già è così cosciente che lei è così, già avrebbe voglia di dirle che le serve la badante, o non è innamorato davvero, e allora perché si fa scrupoli a mandarla a quel paese? O è innamorato ma già acido e cosa sarà tra 15 anni?
Insomma, a me questa premessa di una coppia ancora agli inizi ma già in una tale situazione di bisogno da una parte e di semi esasperazione dall'altra ha inficiato un po' l'appassionarmi al tutto. È vero anche che forse è un po' lungo per un flusso di "stai calma, vediamo dove possono essere le chiavi", il che non aiuta a farsi trascinare dalle emozioni dei due. Che poi abbiamo solo la versione di lui, che di lei ci da un ritratto un po' parodico e con punte di "oddio, come la sopporto".
Però, ripeto, secondo me se fosse una coppia di vecchia data, con lui abituato alle sbadataggini e crisi di panico di lei e un finale più "fai sempre delle tragedie per nulla, come ti sopporto, ma lo sai che ti amo" reggerebbe meglio.
Sul negozio chiuso da non chiudere e eventuali cose da migliorare nella struttura, inutile parlarne cisto che hai dovuto re-improvvisarlo in extremis. Ma hai guardato bene, non è che il tuo racconto scomparso stava con le chiavi di quella là? :P
(per un racconto scritto in fretta e furia, in ogni caso, è un risultato più che positivo :love: )
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [MI145] Autoschediasma

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Grazie, @Ippolita, per avermi insegnato questa parola nuova che non sapevo. Sto parlando del titolo.
Mentre il resto già lo sapevo, sembra una mia mattina qualunque quando esco di casa. Perché pian piano si rincoglionisce e non si trovano più le cose, maledette loro, sembrano dotate di vita propria e si nascondono accuratamente.

Come, nella borsa? Ma se è la prima cosa che hai fatto. L'hai rovesciata tutta sul tavolo e non c'erano, come fanno a esserci ora? Eri troppo agitata e non le hai notate: ora, grazie a me, le hai viste.

Pure questo capita anche a me: sono convinto che non ci siano, poiché sono sicuro di averle perse, per cui anche se sono in bella vista, non le vedo.
Un labirinto casalingo più frequente di quanto si creda - anche mia moglie c'è dentro - e che hai descritto perfettamente.
Ma adesso, dove cazzo si è cacciato il mouse?
Se leggi bene questa riga non hai bisogno degli occhiali da vista

Re: [MI145] Autoschediasma

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@Almissima, @ioly78, @Poldo, @Edu, @bestseller2020, @Bef, @Kasimiro: grazie a tutti voi per il vostro tempo e i bei commenti.

Edu, riguardo alla chiusura del negozio, l'apparente incongruenza sta nel fatto che ho scritto per la fretta "chiudere" invece di "lasciare", dando per scontato, erroneamente, che il verbo "venire" (uscire quindi dal negozio) fosse esplicativo del contesto:
non costringermi a chiudere il negozio per venire a soccorrerti. Già gli affari vanno da schifo.
il tizio prima mette il cartello, rimanendo però nel locale; poi paventa di dover lasciare il negozio fisicamente per andare dalla rimbambita; infine toglie il cartello e riapre. Grazie mille, comunque, per averlo sottolineato. Di certo è preferibile "lasciare".

Bef, la tua osservazione è interessante: in verità è cosa a cui non ho pensato. Ho immaginato lui come "stanco" e infastidito indipendentemente da tutto. Grazie!
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