Mamme pro-DaD vs. mamme no-DaD

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MAMME PRO-DaD vs. MAMME NO-DaD

Quando De Luca annunciò la messa al bando definitiva della didattica in presenza, ciò che restava della rete collassò sotto il peso digitale dei due Gruppi WhatsApp che riunivano le mamme campane.

Ormai quasi nessuno ricordava l'origine della disputa tra le fazioni. A volte i più anziani, reduci dall’olocausto nucleare della Quinta Guerra, raccontavano di un tempo lontanissimo in cui la diffusione di un nuovo morbo aveva spinto il governatore a chiudere le scuole per la prima volta.

La leader delle mamme pro-DaD era una T-1000 nata in Estasia dalla relazione tra un umanoide e una Tesla CyberZ. Attraverso un trojan codificato nell’immagine di un girasole antropomorfo che augurava il Buongiornissimo, Carmela – questo era il suo nome – era riuscita ad autonominarsi Amministratore unico del Gruppo.
Il Gruppo delle mamme no-DaD era invece controllato dalla Brigata Coelho, che aveva imposto un’organizzazione collettivista del movimento basata su un algoritmo di generazione ricorsiva di aforismi sulle persone false.

Da quando gli oceani erano scomparsi, De Luca viveva nel profondo della Grotta Azzurra divorando i suoi figli per paura che gli succedessero. Ma, un giorno, una delle Erinni che gli si concedevano a turno partorì di nascosto a Caivano e offrì alla bocca di Vincenzo un sasso avvolto in fasce in luogo del neonato: così, lontano dal padre, poté crescere Tar.
Tar fu individuato nella soffitta di un rudere del Parco Verde quando aveva sei anni. Un drone di ricognizione no-DaD lo prelevò e il bimbo venne assimilato all’interno di uno dei cubi orbitali della Brigata, dove fu nutrito per mezzo di antichi testi di diritto amministrativo liofilizzati perché diventasse un’arma di distruzione burocratica.

Dopo l’ultima ordinanza di De Luca le mamme no-DaD fecero dunque ricorso a Tar che, al termine di una guerra decennale, riuscì a spedire suo padre negli inferi in autotutela. Ma il governatore, forte di una vecchia alleanza elettorale con Ade, riuscì ad emanare provvedimenti sulle scuole anche dall’aldilà.

La contesa era in stallo.

L’empasse durò per alcuni anni, finché, dopo un intenso quanto subdolo lavoro delle rispettive ambasciate, le parti sottoscrissero uno storico accordo di tregua presso l’Autogrill di Baronissi: le scuole sarebbero rimaste aperte salvo l’obbligo di indossare una tuta antiradiazioni all’ingresso.

Era il 7 febbraio 2647, una splendida domenica di sole.
La mattina seguente le scuole furono chiuse per allerta meteo.
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In genere dormo.
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