L'uomo che si miscelava con l'acqua

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«Che ci fa il caimano nella mia stanza? Questa storia deve finire».
«Hai visto il caimano?» chiese al fratello.
«Sì, nella vasca da bagno».
«Grazie».
«Prego».
«Ma non c'è!»
«Dev'essere stato risucchiato dallo scarico».
«Com'è possibile?»
«È così. Finiremo tutti nello scarico».
«Sì, e poi nel mare, e il caimano morirà, sei contento?»
«Morirebbe comunque, oppure potrebbe adattarsi alla vita nell'acqua salata; o meglio ancora: potrebbe seguire le tue orme, vorrei tanto poterlo fare anch'io».
«È ora di cambiare stato, ciao».
«Aspetta!»
Il fratello si sciolse assumendo la consistenza di una gelatina.
«Ed ora cosa me ne faccio di un fratello di colla di pesce?»
«Mi puoi sempre spalmare su una crostata».
«Lo sai che diventerebbe immangiabile. L'ultima volta, con il cappuccino che sapeva di brodo di gallina ho avuto il voltastomaco per una settimana».
«Va bene, allora vado a cercare il caimano». Sparì facendo splash nell'acqua della tazza del water.
Il fratello maggiore aveva lo strano potere di cambiare forma e trasformare lo stato del suo corpo da solido a liquido e a volte anche a quello gassoso. Un giorno, divenuto una nuvoletta di vapore acqueo, si era mischiato con quello emanato da un pentolone di ragù e dove transitava faceva venire l'acquolina in bocca a chiunque.
Quand'era ragazzo si divertiva a farsi beffe del fratellino: una volta prese la forma di una supposta che appena la mamma l'ebbe infilata nel sedere del figlioletto, questi non riuscì a trattenerla e la espulse seduto sulla tazza del bagno. Lo ritrovarono le reti di un peschereccio, in mare aperto, insieme ad alici, sgombri e gamberetti. Nel frattempo si era trasformato in una sostanza gelatinosa confondibile con una medusa decomposta. Quando man mano riprese le sembianze umane, ai due pescatori venne un colpo vedere un ragazzo nudo e sporco impigliato nella rete. Pensarono alla solita disgrazia del mare e rimasero sbalorditi quando scoprirono che era vivo. Lo portarono in un centro di accoglienza e lì approfittò di un momento di distrazione per infilarsi nelle cucine e sciogliersi nel brodo del pranzo che, naturalmente, divenne immangiabile e fu rigettato nello scarico del cesso. Punto e a capo, di nuovo in mare.
Questa volta fu ripescato da una balenottera: una procace attempata milionaria russa che dal suo yacht, nelle calde acque del mediterraneo, cercava un modo per far passare il tempo tra caviale e champagne. Notata la sagoma, la caricò a bordo e ne fece un oggetto di piacere per il proprio corpo: lo obbligò a fare massaggi tutto il giorno se non voleva essere denunciato. Ma lui fece di più: assunse lo stato di crema idratante e venne assorbito dal languido corpo. Lei, non vedendolo più, non si strappò i capelli dalla disperazione, si fece un bagno, e così anche lui.
L'acqua lo attraeva; nel mare si sentiva a proprio agio, cullato da quella dolce pressione che aumentava a seconda della profondità. Non si sentiva mai solo: il grande oceano lo avvolgeva come un abbraccio.
Aveva trovato un modo originale per girare il mondo. L'ultima volta che era sparito, il fratello ricevette un'interurbana da Honolulu: un cocktail parlante, a bordo piscina, continuava a ripetere il numero di telefono di casa un attimo prima che fosse bevuto da un ricco nativo dell'isola, con il rischio di fare una brutta fine come l'attore nella scena di Alien.
Da piccolo fece lo scherzetto di miscelarsi con latte in polvere del biberon, sempre del fratellino, che puntualmente sputava all'istante poiché la bianca bevanda assumeva uno strano sapore di pesce fritto o di wurstel affumicato.
Delle sue straordinarie doti, il primo ad accorgesi fu il ginecologo dopo una un'ecografia al quarto mese: «Mi dispiace signora, nella sua pancia non c'è traccia del suo bambino».
«Non è possibile! Lo sento che mi tira i calci, anche in questo momento».
«Purtroppo credo che sia solo suggestione, il fatto di non accettare una lutto così grande».
«La prego ricontrolli!».
«Se proprio ci tiene...»
Ma dopo qualche istante... «Non è possibile! Suo figlio sguazza vivace nella pancia. Eppure...»
«Disgraziato! Mi vuoi fare venire un infarto!» disse rincuorata, rivolgendo lo sguardo verso il ventre mentre lo accarezzava. «Ho la sensazione che non mi renderai la vita facile».
Si presentò al mondo: ueh blob ueh gluu ueh.
A scuola prendeva le difese dei più deboli ridicolizzando i bulletti trasformandosi in urina, per poi depositarsi sotto le loro sedie o facendola piombare dall'alto, come se uno pterosauro di passaggio avesse svuotato la vescica in quell'istante.
Dall'ultimo smarrimento erano ormai passati alcuni mesi e il timore di non ritrovarlo più si faceva sempre più concreto, anche se svariati studi dedicati al suo caso avevano stabilito che le sue cellule erano indistruttibili e si replicavano all'istante quando assumevano una sorta di forma liquida e, prima o poi, in qualche stato o aspetto sarebbe riapparso.
Un anno accadde un evento imprevisto: nell'ennesima gita in mare fu conteso da due pescecani che ingoiarono ciascuno metà del ragazzo allo stato gommoso. Fu così che le due parti vissero autonomamente, indipendenti, anche se mancanti dell'altra metà che potevano farlo ritornare alle sembianze umane. Un pescecane finì nelle cucine cinesi mentre l'altro morì perché doveva morire. Sgombri e merluzzi da sempre alimento dello spietato predatore, per una volta ebbero la possibilità di ridurlo a brandelli, riducendo la carcassa in una grossa lisca in pochi minuti.
Ma il destino era scritto e il mare li fece riunire: scarti con scarti nella grande discarica marina. Si ritrovarono sotto forma di placton nella bocca di una grande balena.
Dalla divisione a metà si era passati ad una frazione maggiore: quattro o dieci, cento o mille, milioni o miliardi; il fratello poteva essersi cosparso sul mondo intero; disciolto negli oceani in modo che ogni goccia ne contenesse una parte, o forse ha solo anticipato quello che succede a tutti dopo la morte?
Il fratello era tranquillo, sapeva che prima o poi si sarebbe ripresentato. Un giorno arrivò un temporale così forte che in poche ore allagò tutta la zona. I vigili del fuoco notarono un ragazzo riverso nell'acqua che sembrava morto, lo presero e lui aprì gli occhi come se si fosse appena svegliato: «Ci voleva proprio un po' di pioggia» esordì, e se ne andò nuotando.
Suonò il campanello di casa: «Ti stavo aspettando, hai trovato il caimano?»
«Sì, era evaporato su una nuvoletta e non voleva più scendere».
«Lo capisco, quando arrivi in alto...vorresti sempre rimanerci. Vuoi un tè caldo?»
«Grazie».
«Quanto ti fermerai?»
«Non lo so».
«Ma che te lo domando a fare! Ho finito lo shampoo. Mi fai un piccolo prestito di una parte di te e poi te la riprendi appena ho finito la doccia?”
«Certo, è il minimo per un fratello».
Il temporale non finiva più, la pioggia incessante andò avanti per giorni allagando tutto. La casa dei due fratelli fu completamente sommersa, e quando le acque si ritirarono ed il sole riprese a splendere, i loro corpi sembravano svaniti nel nulla; solo due piccole pozzanghere erano depositate sotto ai loro letti.

Re: L'uomo che si miscelava con l'acqua

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Lo ritrovarono le reti di un peschereccio
Uno dei due refusi è questo: sostituire le con nelle. L'altro refuso non lo vedo, però ci sono un paio di ed cocofoniche che dovresti trasformare in e.
Il fratello maggiore ha una vita avventurosa, a quanto leggo. Storia molto simpatica e fantasiosa. La capacità di trasformarsi da solido a liqido e pure in gassoso mi pare davvero una gran bella novià (e comodità, anche). Sono sicura che nessuno dei due fratelli è morto. La pozzanghera sarebbe comunque un elemento dove potrebbe sguazzarci tranquillameente il maggiore mentre il fratello mi sa che ha preso un po' dei poteri del grande, magari quando quest'ultimo gli ha prestato un po' del suo corpo per la doccia. Ogni tanto mi sono persa e non capivo chi diceva la battuta. Una storia che non ha fine può anche non avere il capo e fare pure a meno della coda. Scrivi cose davvero strane, ma che si leggono con il sorriso in bocca. E ti pare poco?

Ciao e alla prossima

Re: L'uomo che si miscelava con l'acqua

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Sono d'accordo con Adel: racconto molto particolare. Scrivere cose strane in modo così naturale non è da tutti.
Mi pare tu abbia già una "voce" autoriale riconoscibile. La lettura è stata scorrevole e divertente.
Ti consiglierei solo di rivedere questo passaggio:

"Notata la sagoma, la caricò a bordo e ne fece un oggetto di piacere per il proprio corpo."

Il doppio "la" è da evitare (o almeno questo è ciò che mi hanno insegnato al corso di editoria che ho frequentato). Basta riscrivere la frase e ti risparmi una ripetizione ;).

Grazie per la piacevole lettura. A rileggerti!

Re: L'uomo che si miscelava con l'acqua

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Grazie @Adel J. Pellitteri per la lettura e il commento. Mi fa molto piacere che alcune riflessioni che hai rilevato corrispondano al mio intento. Si tratta di un raccontino nel quale ho cercato di esprimere un mix di emozioni legate anche a sogni e legami familiari senza prestare molta attenzione alla trama (su questo ci devo lavorare), pensando anche al fatto che il nostro corpo è soprattutto composto da acqua.
Grazie ancora e a presto.

Grazie @Iulius90 per la lettura e il consiglio.
A presto

Re: L'uomo che si miscelava con l'acqua

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La tua scrittura pare avere un timbro "tuo", qualcosa di originale collocabile forse tra Rodari, Milani, Campanile.
Mi piace tanto perché, al di là - credo - del mio gusto personale, mantiene un tono composto nonostante la vena surreale. Non sbatte in faccia l'ironia, anzi, l'arguzia stimola il lettore a un'interpretazione che non è e non può essere univoca.
La pluralità o l'assenza dei significati apre alle domande, e un lettore che non si fa domande è poco più che un registratore visivo delle parole. In questo il tuo maggiore merito.
Spingere a riannodare i fili.

La sintassi la trovo perfetta.
Bene, bravo, bis!
Scrivo qui: https://www.facebook.com/MilanistiLeopardiani
Pubblico qui: urly.it/393fb

In genere dormo.

Re: L'uomo che si miscelava con l'acqua

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Bel racconto e bellissima idea, molto originale, complimenti!
Mi piace come il ragazzo assuma le più svariate forme, oltre che per fare scherzi e marachelle, anche per difendere i più deboli e dare una bella lezione ai bulli.
Credo che sarebbe meglio fare un pochino più di chiarezza nei dialoghi, perché a volte non è immediato capire chi sta parlando.
Quando parli della morte del pescecane, aggiungerei una virgola alla frase "morí, perché doveva morire", per creare una piccola pausa. Secondo me ci può stare bene.
Trovo infine molto bello il finale, con i due fratelli finalmente insieme, entrambi pozzanghere.
La tua idea secondo me si addice bene ad ampliata in un eventuale seguito

Re: L'uomo che si miscelava con l'acqua

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Grazie @danfit per le belle parole. Ricordo di aver letto dei tuoi racconti molto interessanti su WD.
Quindi a rileggerti presto.

Ma grazie @LunaNuova per l'apprezzamento. Sui dialoghi mi capita spesso di non citare chi sta parlando per non essere troppo ripetitivo, ma evidentemente se non è chiaro vale la pena di aggiungerlo.
Un'idea un po' strana a cui ho pensato scrivendolo è data dal fatto che essendo composti dal 60% da acqua, perché si dice sempre che diventeremo polvere?
Grazie per il suggerimento finale, ci penserò.
Alla prossima

Re: L'uomo che si miscelava con l'acqua

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Ciao @Kasimiro, piacere di leggerti!
Mi sono divertita a leggere il tuo racconto, mi piacciono le storie surreali. Allo stesso tempo ho trovato alcuni punti più difficoltosi, mi sono permessa di farti un po’ di pulci. Spero possano esserti utili :D

«Che ci fa il caimano nella mia stanza? Questa storia deve finire».
Questa frase iniziale credo si possa evitare, partendo direttamente da «Hai visto il caimano?», visto che sembrano due situazioni diverse e già c’è un caimano di mezzo :lol:
Aggiungerei anche uno stacco tra «Prego» e «Ma non c’è!», perché immagino che il fratello vada a controllare in bagno.

Più che “il fratello si sciolse” direi “uno dei due fratelli/il maggiore dei due fratelli si sciolse”.

“si era mischiato con quello emanato da un pentolone di ragù e : dove transitava faceva venire l'acquolina in bocca a chiunque.” (Sostituirei la congiunzione con i due punti). Il verbo “transitava” mi sembra molto tecnico, perché non “passava”? Ma probabilmente è una questione di gusto personale.

“ ai due pescatori venne un colpo a vedere ” (mancava la preposizione) o “ ai due pescatori fece prendere un colpo vedere”.

“ una procace e attempata milionaria russa che dal suo yacht” ci sono molti aggettivi, aggiungerei una congiunzione.

“lo obbligò a fare massaggi tutto il giorno se non voleva essere denunciato.“ la riformulerei: “se non voleva essere denunciato, avrebbe dovuto massaggiarla per tutto il giorno”.

“Aveva trovato un modo originale per girare il mondo. L'ultima volta che era sparito, il fratellino ricevette un'interurbana da Honolulu” ci sono molti dettagli, specificherei che è il minore a ricevere la chiamata (visto che “fratello” può indicare sia uno che l’altro).

“un cocktail parlante, a bordo piscina, continuava a ripetere il numero di telefono di casa un attimo prima che fosse bevuto da un ricco nativo dell'isola, con il rischio di fare una brutta fine come l'attore nella scena di Alien.” Bellissima idea, ma i soggetti si accavallano un po’
“un cocktail parlante, a bordo piscina, continuava a ripetere il numero di telefono di casa un attimo prima di essere bevuto da un ricco nativo dell'isola, che aveva rischiato di fare una brutta fine come l'attore nella scena di Alien.”

“Delle sue straordinarie doti, il primo ad accorgesi fu il ginecologo”
“Il primo ad accorgeRsi delle sue straordinarie doti fu il ginecologo”.

E mi è piaciuta moltissimo la scena dell’ecografia, ben pensata è originalissima.

«La prego,ricontrolli!» qui credo vada aggiunta una virgola.

“Dall'ultimo smarrimento erano ormai passati alcuni mesi e il timore di non ritrovarlo più si faceva sempre più concreto, anche se svariati studi dedicati al suo caso avevano stabilito che le sue cellule erano indistruttibili e si replicavano all'istante quando assumevano una sorta di forma liquida (frase molto lunga) e : prima o poi, in qualche stato o aspetto sarebbe riapparso.” Le prime due frasi sono molto lunghe e articolate, cercherei di mettere qualche pausa in più. Sostituirei anche la congiunzione con i due punti.

“Sgombri e merluzzi, da sempre alimento dello spietato predatore,“ manca la prima virgola dell’inciso

“Dalla divisione a metà si era passati ad (via questa d eufonica) una frazione maggiore:”

“ il fratello poteva essersi cosparso sul mondo intero; disciolto negli oceani in modo che ogni goccia ne contenesse una parte, o forse ha solo anticipato quello che succede a tutti dopo la morte?” Qui mi sembra ci sia un problema di consecutio:
“Il fratello poteva essersi cosparso/disperso sul mondo intero; disciolto negli oceani, in modo che ogni goccia ne contenesse una parte, o aveva anticipato quello che succede a tutti dopo la morte?”

“Il fratellino era tranquillo, sapeva che prima o poi si sarebbe ripresentato.” Di nuovo specificherei, perché nel periodo prima ti riferisci a un “fratello” diverso.

Ho dovuto rileggere il dialogo successivo un paio di volte per capire chi dicesse cosa (complice anche l’impianto surreale). Aggiusterei con un solo chiarimento, visto che poi le battute si alternano.
“Suonò il campanello di casa: «Ti stavo aspettando, hai trovato il caimano?» gli disse il fratellino/fratello minore
«Sì, era evaporato su una nuvoletta e non voleva più scendere».
«Lo capisco, quando arrivi in alto...vorresti sempre rimanerci. Vuoi un tè caldo?»
«Grazie».
«Quanto ti fermerai?»
«Non lo so».”

Come già detto, il testo già così mi ha divertita molto, con una limata potrebbe diventare ancora più efficace.

Alla prossima!
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