Trivia

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Il sogno non appartiene al sognatore;
il sognatore è una sua funzione secondaria, ma non irrilevante.

La memoria dell’uguale; Alfredo Zucchi


Il produttore scorse rapidamente i fogli della sceneggiatura. Fissò l’ultima pagina, poi dispose il testo sopra la scrivania, tamburellando le dita sulla superficie.
“Allora?”
“Non lo so.”
“Che vuoi dire?”
“Non ci ho capito un cazzo.”
Come al solito.
“Ti chiedo un blockbuster e mi scrivi un arthouse.”
“Non è un arthouse.”
“Ah no? E sentiamo, tu come lo chiameresti un film dove la protagonista uccide tutti i supereroi delle maggiori case di produzione?”
“… onesto?”
“Dio, Benno,” esclamò il produttore. “Sto parlando seriamente.”
“Sono serio.”
“Vorrei poter dire altrettanto della tua sceneggiatura.”
“Cos’ha che non va?”
Il produttore sbuffò prima di riaprire l’ultima pagina picchiettandoci su con l’indice.
“«Scena finale. Dopo aver commesso l’ultimo omicidio, Trivia alza il medio e fa l’occhiolino al pubblico».”
“Buffo, no?”
“Buffo un corno. Fa schifo!”
“Ma sei stato tu a dirmi che il pubblico vuole umorismo in questi film.”
“Cinecomics, si chiamano cinecomics!”
“Quello che è…”
“Dimmi la verità: quanti ne hai visti?”
“Un paio.”
“Come no.”
“Senti,” disse Benno. “Smettiamola di girarci intorno. A me questa roba non piace, ma ho bisogno di soldi. Cerchiamo di trovare un accordo senza sputtanare la mia credibilità artistica.”
“Benno, Benno…” scoppiò a ridere il produttore. “Non sei certo nella posizione di avanzare richieste.”
“Lo so, ma—”
“Vedi,” disse il produttore, alzandosi. “Tu mi piaci.” Gli cinse la spalla. “Probabilmente sei il miglior sceneggiatore che abbia mai avuto. Ma i tempi sono cambiati.”
“Sbaglio, o Joker è stato un successo?”
“Sì, ma tu non sei Nolan.”
“È di Todd Phillips.”
“Quello che è!” sbottò il produttore. “Devi compiere una scelta, Benno: o accetti di fare qualche marchetta per finanziare i tuoi progetti di cui nessuno capisce un cazzo, oppure ritorni dal buco da dove sei venuto.”
“…”
“Il Sundance ti aspetta. Ammesso che tu abbia le idee per vincere di nuovo.”
Ora fu Benno a sbuffare.
“Chiamami domani. Cinque in punto,” disse il produttore strattonandolo verso l’uscita.
“Domani?!”
“Ciao, artista!” lo liquidò sbattendogli la porta in faccia.
Occhi arrossati, sigaretta in bocca. Benno ponderava la scelta riverso sul letto di una stanza sepolta da sceneggiature e avvisi di banche che lo declassavano a cattivo pagatore.
La risposta da dare al produttore era evidente, non avrebbe dovuto neanche pensarci, eppure cosa dire a Travis Bickle mentre ti applaude come se fossi il senatore Palantine? O al gigante di Twin Peaks che scuote la testa e agita le braccia per avvertirti del pericolo imminente prima di essere incenerito da un’esplosione di Michael Bay, o peggio, dissolto dallo squillo del telefono che interrompe una visione cinematografica, costringendoti a mettere in pausa lo schermo dell’inconscio.
“Pronto?”
“Artista!”
“Non avrei dovuto chiamarti io?”
“Sì, ma sono stato costretto ad accelerare i tempi. Sai, ho passato subito la sceneggiatura ai miei collaboratori.”
“Non ti faceva schifo?”
“Lascia fare,” tagliò corto il produttore. “Hanno indetto un sondaggio sui social e scoperto che parte della tua idea è in linea con gli indici di gradimento del pubblico.”
“Cosa?”
“Benvenuto nel futuro!”
“Ma non ha senso.”
“Proprio come il tuo conto in banca. Ascolta, l’idea di un personaggio che punisce i supereroi è interessante. C’è spazio per lei negli universi espansi e le varie continuity. Sarà il simbolo della giustizia divina a cui perfino Superman dovrà inchinarsi. Ovviamente, non ucciderà nessuno. Ovviamente, dovremmo levare la scena finale e aggiungerne una dopo i titoli di coda.”
“È tutto?”
“La protagonista sarà più bella di come l’hai descritta. Più sexy, più provocante. Tette, ragazzo. Tette. Se non si hanno le tette in un film non si va da nessuna parte.”
“Addio agli incassi degli under quattordici.”
“Sveglia! Quanto ha incassato Deadpool?”
“Ma con tutti questi cambi ci saranno un sacco di buchi nella trama.”
“Li risolveremo nei sequel.”
“Di già?”
“Quello di Batman è uscito dopo sei mesi.”
“…”
“Accetti o non accetti?”
“Almeno dimmi chi interpreterà Trivia.”
“Lana Dream.”
“L-la pornodiva?”
“L’ex pornodiva, caro mio. E comunque di cosa ti stupisci? È molto più brava di tutte quelle sciacquette che escono dalle scuole di recitazione.”
“Non si potrebbe provinare una di loro?”
“No. Lana è una santa ormai e piacerà a grandi e piccini. Pensa, si è anche convertita al Zeonismo.”
“Al che?”
“Poi sono io quello che non capisce un cazzo.”
“…”
“Allora, accetti o no?”
Benno guardò la stanza soffocata dalle carte, la parete con le locandine dei suoi film preferiti, poi rispose. Anni dopo si ritrovò a fissare una parete diversa, ricoperta di locandine dai colori sgargianti: Trivia I: Le origini, Trivia II: La vendetta, Trivia III: Il ritorno (la prima saga); 1via, 2via, 3via (la trilogia del nuovo reboot), e infine Threevia, il remake diretto da Benno e sua moglie Lana, ora intenti ad assolvere gli impegni coniugali in una villa di Beverly Hills. Impegni difficili da rispettare per lo sceneggiatore vista l’esperienza della compagna, un paradiso di tette siliconate e labbra devastate dal botulino che prosciugano il malcapitato, facendolo scivolare in un sogno dove rivive la telefonata con il produttore, il primo incontro con Lana, i red carpet in giro per il mondo…
“Ciao Benno.”
Lo sceneggiatore aprì gli occhi ancora impastati dal sonno. Quando si accorse chi aveva davanti, li spalancò, tremando.
“T-tu non puoi essere reale.”
“Lei non è reale,” disse Trivia, puntando una pistola contro Lana. “Come può esserlo? Ha le tette e la bocca di plastica.”
“Ehi carina, chi ti credi di―”
Il colpo esploso da Trivia impedì a Lana di finire la frase. Sangue (e un po’ di silicone) schizzarono sulla faccia di Benno.
“C-che cosa…?”
Trivia alzò il medio e fece l’occhiolino al suo creatore, lasciando risplendere la dentatura perfetta.
“Ops, mi sono sbagliata. Avrei dovuto farlo dopo? Mi spiace…
Sai, quel panzone aveva ragione. Se lo avessi fatto alla fine della tua sceneggiatura, sarebbe stato un finale scontato. Prevedibilissimo.”
“C-come fai a sapere queste cose?”
“Tu che dici?”
“C-come hai fatto a entrare?”
“Domande, domande…”
“C-cosa vuoi da me?”
“È ovvio.”
“?”
“Non ci hai capito un cazzo nemmeno tu, vero?”
“…”
“Come al solito.”
“Ma―
“Sono qui per migliorare il finale.”
“Quale finale?”
“Shh,” sussurrò Trivia portando un dito alle labbra mentre il suo creatore la fissava con gli occhi sbarrati. Sollevò la pistola e premé il grilletto.


Si accettano consigli anche su possibili destinazioni digitali come riviste online (Pensate possa essere adatto a spazi come La Nuova Carne o Spore?)
Grazie a tutti per l'attenzione.

Re: Trivia

2
@Iulius90


“«Scena finale. Dopo aver commesso l’ultimo omicidio, Trivia alza il medio e fa l’occhiolino al pubblico».”

qui, riportando una frase del copione, hai messo prima le virgolette alte e poi le caporali, mentre nella restante parte del testo, per il dialogo, hai sempre usato le vigolette alte. In realtà avresti dovuto fare l'esatto contrario: usare le caporali (o in alternativa il trattino lungo) per le battute dirette, e le virgolette alte per riportare la frase del copione.

“Lo so, ma—”
Questo trattino dopo il ma intende sostituire i puntini di sopsenzione?

Benno guardò la stanza soffocata dalle carte, la parete con le locandine dei suoi film preferiti, poi rispose. Anni dopo si ritrovò a fissare una parete diversa, ricoperta di locandine dai colori sgargianti: Trivia I:

Qui devi staccare con un rigo bianco il pezzo che comincia con Anni dopo

Ehi carina, chi ti credi di―
il trattino è il tuo stile?

Non so se il testo può andare bene per le riviste citate, non sapevo nemmeno esistessero. Ho dato uno sguardo in volata e, a occhio e croce, direi che questo è più adatto a Spore, giacché La nuova carne mi pare ci vada giù più pesante di Spore. Spore hai anche il fantasy (e un po' il tuo ci rientra) e il distopico, quindi...

Il testo mi è piaciuto molto, nonostante la tragicità finale, mi sembra piuttosto un pezzo ironico e divertente. Lo scenaggiatore che deve scendere a compromessi, il produttore che non capisce un c... di autori pregevoli, i compromessi della cinematografia e i social che adesso dettano legge su tutto. Questo è il calderone che costituisce la trama, e tu ci hai "mostrato" il tutto senza "dire" e, per me, sei stato molto bravo.
I personaggi si descrivono da sé tra una battuta e l'altra, l'intreccio scrorre senza intoppi e il finale lo trovo azzeccato quanto spiazzante rispetto a tutta l'ironia che lo precede.

Ti rileggerò con piacere

Re: Trivia

3
Adel J. Pellitteri ha scritto: mar feb 09, 2021 12:31 pm @Iulius90


“«Scena finale. Dopo aver commesso l’ultimo omicidio, Trivia alza il medio e fa l’occhiolino al pubblico».”

qui, riportando una frase del copione, hai messo prima le virgolette alte e poi le caporali, mentre nella restante parte del testo, per il dialogo, hai sempre usato le vigolette alte. In realtà avresti dovuto fare l'esatto contrario: usare le caporali (o in alternativa il trattino lungo) per le battute dirette, e le virgolette alte per riportare la frase del copione.

“Lo so, ma—”
Questo trattino dopo il ma intende sostituire i puntini di sopsenzione?

Benno guardò la stanza soffocata dalle carte, la parete con le locandine dei suoi film preferiti, poi rispose. Anni dopo si ritrovò a fissare una parete diversa, ricoperta di locandine dai colori sgargianti: Trivia I:

Qui devi staccare con un rigo bianco il pezzo che comincia con Anni dopo

Ehi carina, chi ti credi di―
il trattino è il tuo stile?

Non so se il testo può andare bene per le riviste citate, non sapevo nemmeno esistessero. Ho dato uno sguardo in volata e, a occhio e croce, direi che questo è più adatto a Spore, giacché La nuova carne mi pare ci vada giù più pesante di Spore. Spore hai anche il fantasy (e un po' il tuo ci rientra) e il distopico, quindi...

Il testo mi è piaciuto molto, nonostante la tragicità finale, mi sembra piuttosto un pezzo ironico e divertente. Lo scenaggiatore che deve scendere a compromessi, il produttore che non capisce un c... di autori pregevoli, i compromessi della cinematografia e i social che adesso dettano legge su tutto. Questo è il calderone che costituisce la trama, e tu ci hai "mostrato" il tutto senza "dire" e, per me, sei stato molto bravo.
I personaggi si descrivono da sé tra una battuta e l'altra, l'intreccio scrorre senza intoppi e il finale lo trovo azzeccato quanto spiazzante rispetto a tutta l'ironia che lo precede.

Ti rileggerò con piacere
Ciao Adel. Grazie per aver letto e commentato il mio racconto. Sono felice che ti sia piaciuto. I tuoi consigli sono stati preziosi e ne farò tesoro.
Utilizzo il trattino lungo per interrompere le battute di dialogo invece dei puntini di sospensione che preferisco in altre situazioni.
Grazie anche per aver risolto il problema caporali\virgolette alte. Uso sempre le ultime per i dialoghi ma, come mi hai fatto giustamente notare, possono creare accostamenti tipografici discutibili.

Spero di leggere presto qualcosa di tuo (cercherò nel forum).

Un saluto,

Iulius90

Re: Trivia

4
Ciao @Iulius90, un incipit interessante, mi sono soffermato a riflettere un po'.

"Il produttore scorse rapidamente i fogli della sceneggiatura. Fissò l’ultima pagina, poi dispose il testo sopra la scrivania, tamburellando le dita sulla superficie."
Bell'inizio, si intuisce già di che stoffa sono i produttori.

“Allora?”
“Non lo so.”
“Che vuoi dire?”
“Non ci ho capito un cazzo.”
Come al solito.
“Ti chiedo un blockbuster e mi scrivi un arthouse.”
“Non è un arthouse.”
“Ah no? E sentiamo, tu come lo chiameresti un film dove la protagonista uccide tutti i supereroi delle maggiori case di produzione?”
“… onesto?”
“Dio, Benno,” esclamò il produttore. “Sto parlando seriamente.”
“Sono serio.”
“Vorrei poter dire altrettanto della tua sceneggiatura.”
“Cos’ha che non va?”
Il produttore sbuffò prima di riaprire l’ultima pagina picchiettandoci su con l’indice.
“«Scena finale. Dopo aver commesso l’ultimo omicidio, Trivia alza il medio e fa l’occhiolino al pubblico».”
“Buffo, no?”
“Buffo un corno. Fa schifo!”
Ottimi dialoghi, essenziali, calzanti, capaci di farti entrare nella situazione immediatamente. Sembra che tu voglia continuare a sottolineare l'ignoranza del produttore, che sottilmente, ma neanche tanto, viene fuori. Mi è sorto un dubbio: come si sarebbe posta Trivia di fronte alle supereroine? Ci sarebbe stata una sorta di solidarietà femminile oppure non le avrebbe prese in considerazione perché meno rilevanti dei corrispettivi maschietti? O le avrebbe fatte fuori comunque senza pietà?

“Vedi,” disse il produttore, alzandosi. “Tu mi piaci.” Gli cinse la spalla. “Probabilmente sei il miglior sceneggiatore che abbia mai avuto. Ma i tempi sono cambiati.”
“Sbaglio, o Joker è stato un successo?”
“Sì, ma tu non sei Nolan.”
“È di Todd Phillips.”
“Quello che è!” sbottò il produttore. “Devi compiere una scelta, Benno: o accetti di fare qualche marchetta per finanziare i tuoi progetti di cui nessuno capisce un cazzo, oppure ritorni dal buco da dove sei venuto.”
Forse qui è esagerato: un produttore che non ricorda la paternità di Joker... Anche quel ripetere la frase "Quello che è" di fronte a dei vuoti è esemplificativo della persona che si ha di fronte.

“…”
Non sono sicuro, ma quei puntini di sospensione virgolettati mi lasciano perplesso (ma forse è il senso che volevi dare) ho notato che li ripeti più volte, forse è una tua caratteristica?

"La risposta da dare al produttore era evidente, non avrebbe dovuto neanche pensarci, eppure cosa dire a Travis Bickle mentre ti applaude come se fossi il senatore Palantine? O al gigante di Twin Peaks che scuote la testa e agita le braccia per avvertirti del pericolo imminente prima di essere incenerito da un’esplosione di Michael Bay, o peggio, dissolto dallo squillo del telefono che interrompe una visione cinematografica, costringendoti a mettere in pausa lo schermo dell’inconscio."
Bella riflessione, sottile; si intuisce tutta la tua passione per il cinema.

Si prosegue con degli ottimi dialoghi che si leggono d'un fiato che evidenziano la volubilità puramente a scopo commerciale del produttore (ma credo sia così per tutti) fino alla scelta azzeccata dell'ex porno diva.

“No. Lana è una santa ormai e piacerà a grandi e piccini. Pensa, si è anche convertita al Zeonismo.”
Perdonami, ma credo di non sapere anch'io cosa sia lo Zeonismo.

"ricoperta di locandine dai colori sgargianti: Trivia I: Le origini, Trivia II: La vendetta, Trivia III: Il ritorno (la prima saga);"
A me sarebbe venuto da mettere il punto e virgola invece della virgola, per dividere i titoli, con un punto finale.

“T-tu non puoi essere reale.”
“Lei non è reale,” disse Trivia, puntando una pistola contro Lana. “Come può esserlo? Ha le tette e la bocca di plastica.”
Sarcastica, mi è già molto simpatica.

Non male il finale! Forse qui posso cogliere il riferimento con l'incipit iniziale.

Un bel racconto, scritto bene, non ho colto problemi di scrittura (ma non sono un tecnico). I dialoghi, ripeto, mi sono piaciuti molto. Sono verosimili senza artifici, potrebbero essere stati registrati durante una conversazione. Penso che sia un gran pregio.
Metti in luce alcuni semplici aspetti che possono essere rappresentativi del mondo del cinema, ma credo che valgano per qualsiasi forma d'arte: L'opera d'arte vista solo come un prodotto da vendere dal "mercante" e l'integrità morale dell'artista che ha il dubbio se abbassarsi solo per scopi commerciali. (scelta che molti possono permettersi di non fare)
Il finale pur con la sua sarcastica irruenza mi sembra che entra nelle sfere di un grande classico: l'immaginario che prende forma reale.
Complimenti e a rileggerti

Re: Trivia

5
Kasimiro ha scritto: lun feb 15, 2021 9:47 pm Ciao @Iulius90, un incipit interessante, mi sono soffermato a riflettere un po'.

"Il produttore scorse rapidamente i fogli della sceneggiatura. Fissò l’ultima pagina, poi dispose il testo sopra la scrivania, tamburellando le dita sulla superficie."
Bell'inizio, si intuisce già di che stoffa sono i produttori.

“Allora?”
“Non lo so.”
“Che vuoi dire?”
“Non ci ho capito un cazzo.”
Come al solito.
“Ti chiedo un blockbuster e mi scrivi un arthouse.”
“Non è un arthouse.”
“Ah no? E sentiamo, tu come lo chiameresti un film dove la protagonista uccide tutti i supereroi delle maggiori case di produzione?”
“… onesto?”
“Dio, Benno,” esclamò il produttore. “Sto parlando seriamente.”
“Sono serio.”
“Vorrei poter dire altrettanto della tua sceneggiatura.”
“Cos’ha che non va?”
Il produttore sbuffò prima di riaprire l’ultima pagina picchiettandoci su con l’indice.
“«Scena finale. Dopo aver commesso l’ultimo omicidio, Trivia alza il medio e fa l’occhiolino al pubblico».”
“Buffo, no?”
“Buffo un corno. Fa schifo!”
Ottimi dialoghi, essenziali, calzanti, capaci di farti entrare nella situazione immediatamente. Sembra che tu voglia continuare a sottolineare l'ignoranza del produttore, che sottilmente, ma neanche tanto, viene fuori. Mi è sorto un dubbio: come si sarebbe posta Trivia di fronte alle supereroine? Ci sarebbe stata una sorta di solidarietà femminile oppure non le avrebbe prese in considerazione perché meno rilevanti dei corrispettivi maschietti? O le avrebbe fatte fuori comunque senza pietà?

“Vedi,” disse il produttore, alzandosi. “Tu mi piaci.” Gli cinse la spalla. “Probabilmente sei il miglior sceneggiatore che abbia mai avuto. Ma i tempi sono cambiati.”
“Sbaglio, o Joker è stato un successo?”
“Sì, ma tu non sei Nolan.”
“È di Todd Phillips.”
“Quello che è!” sbottò il produttore. “Devi compiere una scelta, Benno: o accetti di fare qualche marchetta per finanziare i tuoi progetti di cui nessuno capisce un cazzo, oppure ritorni dal buco da dove sei venuto.”
Forse qui è esagerato: un produttore che non ricorda la paternità di Joker... Anche quel ripetere la frase "Quello che è" di fronte a dei vuoti è esemplificativo della persona che si ha di fronte.

“…”
Non sono sicuro, ma quei puntini di sospensione virgolettati mi lasciano perplesso (ma forse è il senso che volevi dare) ho notato che li ripeti più volte, forse è una tua caratteristica?

"La risposta da dare al produttore era evidente, non avrebbe dovuto neanche pensarci, eppure cosa dire a Travis Bickle mentre ti applaude come se fossi il senatore Palantine? O al gigante di Twin Peaks che scuote la testa e agita le braccia per avvertirti del pericolo imminente prima di essere incenerito da un’esplosione di Michael Bay, o peggio, dissolto dallo squillo del telefono che interrompe una visione cinematografica, costringendoti a mettere in pausa lo schermo dell’inconscio."
Bella riflessione, sottile; si intuisce tutta la tua passione per il cinema.

Si prosegue con degli ottimi dialoghi che si leggono d'un fiato che evidenziano la volubilità puramente a scopo commerciale del produttore (ma credo sia così per tutti) fino alla scelta azzeccata dell'ex porno diva.

“No. Lana è una santa ormai e piacerà a grandi e piccini. Pensa, si è anche convertita al Zeonismo.”
Perdonami, ma credo di non sapere anch'io cosa sia lo Zeonismo.

"ricoperta di locandine dai colori sgargianti: Trivia I: Le origini, Trivia II: La vendetta, Trivia III: Il ritorno (la prima saga);"
A me sarebbe venuto da mettere il punto e virgola invece della virgola, per dividere i titoli, con un punto finale.

“T-tu non puoi essere reale.”
“Lei non è reale,” disse Trivia, puntando una pistola contro Lana. “Come può esserlo? Ha le tette e la bocca di plastica.”
Sarcastica, mi è già molto simpatica.

Non male il finale! Forse qui posso cogliere il riferimento con l'incipit iniziale.

Un bel racconto, scritto bene, non ho colto problemi di scrittura (ma non sono un tecnico). I dialoghi, ripeto, mi sono piaciuti molto. Sono verosimili senza artifici, potrebbero essere stati registrati durante una conversazione. Penso che sia un gran pregio.
Metti in luce alcuni semplici aspetti che possono essere rappresentativi del mondo del cinema, ma credo che valgano per qualsiasi forma d'arte: L'opera d'arte vista solo come un prodotto da vendere dal "mercante" e l'integrità morale dell'artista che ha il dubbio se abbassarsi solo per scopi commerciali. (scelta che molti possono permettersi di non fare)
Il finale pur con la sua sarcastica irruenza mi sembra che entra nelle sfere di un grande classico: l'immaginario che prende forma reale.
Complimenti e a rileggerti
Ciao Kasimiro, grazie infinite per aver letto il racconto e i tuoi commenti.

- Chiedendo come si sarebbe posta Trivia di fronte alle altre supereroine mi fai una domanda interessante. Immagino dipenda dall'intento con cui sono state create.

- Sì, ho volutamente esagerato la figura del produttore. Ho ripetuto "Quello che è" per creare una simmetria tra i due: nel caso di Benno si tratta di snobismo (chi lo dice che alcuni cinefumetti non possono essere arte?), nel caso del produttore di ignoranza (atteggiamenti per me da condannare).

- Mi piace utilizzare i puntini di sospensione "a vuoto" per segnalare la reazione scocciata di un personaggio. La trovo molto più d'impatto rispetto a un "tacque" o altre soluzioni.

- Nessuno sa cosa sia lo Zeonismo. Per questo Benno è perplesso quando lo sente nominare. E' un movimento che ho inventato per scopi ironici (Lana Dream incarna tutti gli stereotipi della futura diva, tra cui la conversione o l'adesione a sette improbabili).

- Sì, quello del punto è virgola è un ottimo consiglio.

Grazie ancora e spero di leggerti presto (cercherò nel forum!)

Re: Trivia

6
Ciao, ho letto il racconto e devo dire che mi è piaciuto. Soprattutto ha ritmo, fin dall'inizio, e questo trascina il lettore. Inoltre, cosa secondo me importante in un racconto, il conflitto è ben chiaro subito dall'inizio e poco importa che forse non sia originalissimo (l'artista spiantato a cui servono soldi). Anzi, forse è addirittura un bene, perché il lettore sa subito di cosa si parla.

Mi permetto solo alcune osservazioni:

1. Per quanto riguarda la trama. L'unica difficoltà che ho trovato è nel seguire il finale, che mi pare un po' confuso. Forse sarebbe meglio inserire, nel momento in cui Benno apre gli occhi, un "establishing shot" che chiarisca l'ambiente e, soprattutto, quali personaggi ci sono? Perché diciamo che il mio cervello è andato un attimo in confusione e mi sono un po' perso. Ovvio che questo spaesamento è ricercato, però forse è un po' troppo.
2. I dialoghi sono molti buoni, forse aggiungerei solo un po' di carne sulle ossa. Un po' di gestualità in più , qualche flash sull'ambiente circostante. Mi piace che il produttore scambi il regista di Joker. Forse implausible, ma rende l'idea di quanto sia un cialtrone.
3. I puntini: se a te piacciono tienili, io credo che in quelle battute di dialogo si potrebbero togliere, attaccando le due frasi del produttore, in modo da accelerare ancora di più il ritmo. Per quanto riguarda poi le frasi monche che finiscono con un trattino io preferisco chiuderle e basta, mettendo subito le virgolette, e poi aggiungere una frase che spieghi cosa è successo, ma visto lo stile del racconto credo la tua soluzione sia migliore.
4. Lo stacco fra la fine delle prima parte e "Anni dopo" è un po' brusco. O meglio ok, che sia brusco, è un racconto brusco, ma si perdono un po' troppo le coordinate. Forse potresti aggiungere qualche accenno al personaggio che è invecchiato: un dolore cronico che prima non c'era, rughe, o altro. Forse anche dare una nota d'ambiente: è davanti ai cartelloni di un cinema, tira un vento gelido che gli alza il bavero e spazza le cartacce (si, banale, ma ci sta).
5. Visto il tono e l'argomento, non credi che starebbe meglio narrato in prima persona?

Re: Trivia

7
Tracker ha scritto: mer feb 17, 2021 10:02 pm Ciao, ho letto il racconto e devo dire che mi è piaciuto. Soprattutto ha ritmo, fin dall'inizio, e questo trascina il lettore. Inoltre, cosa secondo me importante in un racconto, il conflitto è ben chiaro subito dall'inizio e poco importa che forse non sia originalissimo (l'artista spiantato a cui servono soldi). Anzi, forse è addirittura un bene, perché il lettore sa subito di cosa si parla.

Mi permetto solo alcune osservazioni:

1. Per quanto riguarda la trama. L'unica difficoltà che ho trovato è nel seguire il finale, che mi pare un po' confuso. Forse sarebbe meglio inserire, nel momento in cui Benno apre gli occhi, un "establishing shot" che chiarisca l'ambiente e, soprattutto, quali personaggi ci sono? Perché diciamo che il mio cervello è andato un attimo in confusione e mi sono un po' perso. Ovvio che questo spaesamento è ricercato, però forse è un po' troppo.
2. I dialoghi sono molti buoni, forse aggiungerei solo un po' di carne sulle ossa. Un po' di gestualità in più , qualche flash sull'ambiente circostante. Mi piace che il produttore scambi il regista di Joker. Forse implausible, ma rende l'idea di quanto sia un cialtrone.
3. I puntini: se a te piacciono tienili, io credo che in quelle battute di dialogo si potrebbero togliere, attaccando le due frasi del produttore, in modo da accelerare ancora di più il ritmo. Per quanto riguarda poi le frasi monche che finiscono con un trattino io preferisco chiuderle e basta, mettendo subito le virgolette, e poi aggiungere una frase che spieghi cosa è successo, ma visto lo stile del racconto credo la tua soluzione sia migliore.
4. Lo stacco fra la fine delle prima parte e "Anni dopo" è un po' brusco. O meglio ok, che sia brusco, è un racconto brusco, ma si perdono un po' troppo le coordinate. Forse potresti aggiungere qualche accenno al personaggio che è invecchiato: un dolore cronico che prima non c'era, rughe, o altro. Forse anche dare una nota d'ambiente: è davanti ai cartelloni di un cinema, tira un vento gelido che gli alza il bavero e spazza le cartacce (si, banale, ma ci sta).
5. Visto il tono e l'argomento, non credi che starebbe meglio narrato in prima persona?
Ciao Tracker, grazie mille per aver letto il racconto e le tue osservazioni. Rispondo punto per punto.

1. L' establishing shot che chiarisce l'ambiente del finale è il passaggio che descrive "Benno e Lana intenti ad assolvere gli impegni coniugali in una villa di Beverly Hills". Credo che il resto sia desumibile dai dialoghi (se non è così, chiedo venia): i personaggi sono Benno, Lana e Trivia. Per quanto riguarda lo spaesamento, penso sia normale: forse Trivia è reale, forse fa ancora parte del sogno di Benno.

2. Esatto. Implausibile, ma volevo far risaltare la sua cialtroneria in modo caricaturale.

3. Giuste osservazioni.

4. Penso che le nuove locandine, la villa e la nuova compagna del protagonista siano coordinate sufficienti per far capire al lettore cosa abbia fatto Benno dopo l'incontro con il produttore e dove si trovi, ma potrei sbagliarmi (come mi hai fatto notare).

5. Se utilizzassi la prima persona, tutto quanto sarebbe raccontato da... un morto (reale o presunto). L'idea mi affascina e mi riporta a incipit di film che adoro come Sunset Boulevard o Carlito's Way, ma non penso sia la scelta giusta per questo racconto. Confesso inoltre di non amare molto la prima persona, ma mai dire mai.

Grazie ancora e spero di leggerti presto (cercherò nel forum!)
Rispondi

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