Per fortuna che c'è Flicker

1
Link al racconto


Ogni storia che si rispetti dovrebbe cominciare con una premessa. La mia è che mi sono lasciata con Giuseppe, il mio fidanzato del liceo.
Per ritrovare l’autostima ho pensato di iscrivermi in palestra, cosa che poi non ho fatto, e siccome tutti mi ripetevano di trovare il lato positivo ho deciso di consultare la mia migliore amica Irene, che ha studiato filosofia.
«Sociologia» ha puntualizzato accendendosi una sigaretta nel salotto.
«E poi Veronica, la vera consolazione è che vi siete lasciati nel 2010. Dovresti guardare avanti...Peppe l'anno prossimo si sposa pure»
«Ma come si sposa?» le dico, sgranando gli occhi, mentre lei espira una nuvola di fumo.
«Eh sì, me lo ha detto una mia collega del negozio, amica della fidanzata. Si sposa anche in chiesa. Ma so già come puoi rimediare»

Per questo ora siamo sul divano ad armeggiare con il cellulare. L’idea di Irene è di istruirmi sull’ultimo prodigio della modernità: Flicker, la nuova app di incontri.
«Guarda che la usiamo tutti.» mi dice con il suo tono professionale da venditrice di cosmetici «È comoda perché puoi filtrare le preferenze, se una sera vuoi andare in discoteca puoi trovare una persona che vuole fare le stesse cose. O andare al ristorante, e puoi filtrare anche in base alla dieta»
Ottovolante, la mia cocorita, si è appollaiato sulla mia spalla e guarda curioso la vetrina di Flicker. Non ero convinta di portarlo con me perché è un pappagallo ansioso, quando non è in un ambiente familiare ha gli attacchi di panico e urla. Per fortuna Irene è vegana, quindi ama gli animali.
Gli mostro la foto del primo ragazzo apparso nella bacheca.
«Che ne pensi di questo, Ottovolante? È veterinario»
«Che schifo!Che schifo!»
«Ok non ti chiedo più niente».
Passiamo dieci minuti a scorrere foto, metto in tutto una dozzina di mi piace. Cerco Irene che armeggia in cucina.
«Ireneee, ora che faccio? Ho messo venti like» uso il termine inglese perché lei è all’avanguardia.
«Nulla, aspetti»
«Quindi funziona come quando invio un curriculum, lo mando e attendo una chiamata?»
«Più o meno, vieni a darmi una mano»
Lascio il telefono e vado in cucina dove la aiuto a marinare e friggere un po’ di tofu e verdure.
Plin!
«Cosa è questo rumore? Il citofono?» mi giro verso il divano, Ottovolante svolazza allontananadosi dal cellulare.
Irene mi sorride.
«Qualcuno ti ha risposto!»
Scopro che un ragazzo ha ricambiato il mio cuoricino con un altro cuoricino, quindi ci piacciamo. Guardo la foto: ha la pelle chiara e i capelli scuri ma il viso coperto dagli occhiali da sole, non mi è familiare.
«Non ricordo di aver messo mi piace a questo qua!» mi volto verso Ottovolante che si è rifugiato sul lampadario e mi spia con la coda dell’occhio e l'aria colpevole.
«Ma che cosa combini maledetto pappagallo!»
Irene si avvicina a guardare.
«Si chiama Francesco» le mormoro, porgendole il telefono
«Sembra carino!» commenta, sorridente.
«Sì, e studia ingegneria, però un momento, aspetta: gli piace la musica pop italiana»
«Quale? Tiziano Ferro, Nek?»
«Non lo specifica, ma non posso uscire con qualcuno con questi gusti, ti ricordi quando frequentavo quel ragazzo che mi costringeva ad ascoltare i Modà? Che tortuta!»
«Giusto, e chi se lo scorda...allora dovresti filtrare meglio le tue preferenze, vuoi che lo faccia io per te?»
Le porgo il telefono e lascio che armeggi con il mio profilo. Forse questo Flicker non è così male, riesce a farti scoprire subito chi è adatto a te e chi no risparmiandoti la trafila di cene e appuntamenti imbarazzanti con annessa delusione.
Mi avvicino a Ottovolante, ha lo sguardo dolce di chi vuole farsi perdonare.
«Dai va bene, non l’hai fatto apposta. Ma non giocare più col telefono».
Gli do un bacino, mentre si ritrae, guardingo.

---



Intanto a cinque chilometri di distanza, in un’altra casa di fuorisede con camere a 600 euro e cucina a gas al di sotto degli standard di sicurezza.

«Milla, che hai fatto!»
Milla vola sulla testa di Francesco, la usa come rifugio ogni volta che percepisce di aver fatto qualcosa di sbagliato.
«Che è successo?» Marco, il coinquilino fuori corso, sporge la testa oltre al divano senza togliere lo sguardo da PES.
«Si è appollaiata sul cellulare e per sbaglio ha messo mi piace a una tizia su Flicker...lei ha ricambiato!»
«Oh no, ma è carina almeno?»
«Mh»
Francesco controlla velocemente le foto: castana e pelle chiara, naso un po’ grosso. Si sofferma sulla biografia, mentre la cocorita gli si appollaia sulla spalla per giochicchiare con la barba.
«Non è male, però ascolta musica indie e le piace letteralmente “bere la birra e viaggiare”. Chi scrive una cosa del genere se vuole rimorchiare? Poi studia scienze politiche»
«Vabbè Frà, a te piace la politica, no? Scrivile, avresti con chi parlare delle cose che ti interessano, tipo il Trattato di Roma... la finanziaria...quel referendum che c'è stato l'anno scorso...»
Dà un’ultima occhiata al profilo di Veronica. Osservandone le foto si direbbe che non sia neanche così carina.
«Mah, secondo me sarebbe tempo sprecato, leggo che non abbiamo niente in comune. E poi voglio una ragazza coi capelli chiari e gli occhi azzurri».
Mette il cellulare in standby, lasciandolo sul letto insieme al caricatore. Ha già passato un'ora su Flicker e si era promesso di spenderci meno tempo. Non vorrebbe arrivare in ritardo all' appuntamento con Paula, una studentessa carina (e bionda) appena arrivata per l’erasmus.
Cerca Milla con la coda dell’occhio. La cocorita lo guarda con una dolcissima aria colpevole.
«Dai, non l’hai fatto apposta, ma non toccare più il telefono...dammi un bacino» alza la spalla per spronarla, cercando di avvicinare il naso al suo becco.

Re: Per fortuna che c'è Flicker

2
Ciao @Kiarka, ti taggo e ti saluto nel commentare il tuo racconto, ma è da qualche tempo che non ti vedo da queste parti. Volendo fare un commento esaustivo per pubblicare, ho seguito il consiglio della nostra allegra voce dei contest e della chat - @Poeta Zaza! :super:  - e sono andato a riscoprire vecchi racconti. E devo dire che è stato un piacere, perché ho trovato questo racconto che definirei scanzonato e allegro, per niente banale.

Inizio con l'essere antipatico: secondo me la prima parte, l'introduzione, non serve a nulla. Si tratta di un elenco di fatti e cose che, in realtà, neanche ha molto a che vedere con il resto del racconto. Il racconto, infatti, si regge da sé ed è molto gradevole anche senza quella parentesi iniziale dove si riassume qualche anno di vita della prima protagonista. Inoltre, poi, nella seconda parte c'è il punto di vista del secondo protagonista, del quale non si dice nulla come prologo (e va bene così) e si crea anche un po' di disomogeneità, sotto questo punto di vista.
Per il resto, tolta questa prima opinione personale, trovo un racconto molto interessante in cui affronti varie tematiche di altrettanto interesse, per la gran parte relative alla differenza caratteriale (diciamo così) tra una ragazza e un ragazzo. La prima che basa le proprie scelte da vicissitudini, introspezione personale e ragionamenti più o meno ponderati, mentre per il secondo non gli importa "perché gli piacciono le ragazze con i capelli chiari e gli occhi azzurri", quindi via a prescindere. Dettagli su cui focalizzi l'attenzione, lei che è lì a rimuginare su ciò che è meglio o ciò che è peggio per gli incontri, lui che invece passa il tempo per il gusto di passarlo, con l'amico che gioca a PES (che non esiste più, ora) e una totale mancanza di interesse per la cosa perché tanto si vede già con una ragazza.
Anche la descrizione delle "spalle" dei due protagonisti: da una parte Irene, una mentore della stessa protagonista per i siti di incontri, dall'altra Marco, il "coinquilino fuori corso" - c'è anche questa differenza di realizzazione personale, la prima laureata, l'altro che sembra non abbia voglia di arrivarci, alla laurea - che sta lì a giocare a PES (che so, una master league o la modalità diventa un mito, questo sta a lui :P ).
Infine, la stessa descrizione dei pappagalli. Quello della ragazza è ansioso e risponde a tono, mentre quello del ragazzo è più allegro e senza troppi problemi personali, proprio come lui.
C'è un dettaglio che mi ha fatto sbellicare, che da una parte stona anche un po'
Kiarka wrote: le piace letteralmente “bere la birra e viaggiare”. Chi scrive una cosa del genere se vuole rimorchiare?
ma che interpreto come un momento di imbarazzo della ragazza nel registrarsi a questo sito d'incontri. Quindi un passo falso più che una questione di sciatteria generale, secondo me.

Comunque, qualche dettaglio.
Kiarka wrote: «Guarda che la usiamo tutti.» mi dice con il suo tono professionale da venditrice di cosmetici «È comoda perché puoi filtrare le preferenze, se una sera vuoi andare in discoteca puoi trovare una persona che vuole fare le stesse cose. O andare al ristorante, e puoi filtrare anche in base alla dieta»
A parte il punto che manca alla fine e quello di troppo dopo "tutti" alla fine della prima battuta, non mi convince la punteggiatura del resto del dialogo. "È comoda perché puoi filtrare le preferenze: se una sera vuoi andare in discoteca, puoi trovare una persona che vuole fare le stesse cose. Oppure andare al ristorante e filtrare anche in base alla dieta."
Comunque il punto a fine frase in un dialogo manca anche da altre parti.
Kiarka wrote: Per fortuna Irene è vegana, quindi ama gli animali.
Mi fa ridere questo passaggio, ma non credo che abbia senso: il pappagallo che non è ansioso perché sa che l'altra ragazza è vegana.
Kiarka wrote: «Che schifo!Che schifo!»
A parte lo spazio, metterei le frasi dette dal pappagallo in corsivo, per isolarle.
Kiarka wrote: «Quale? Tiziano Ferro, Nek?»
Premesso che mi piace solo la classica, ho idea che per un venticinquenne di oggi siano gusti un po' "antichi"...
Kiarka wrote: in un’altra casa di fuorisede con camere a 600 euro e cucina a gas al di sotto degli standard di sicurezza
Che bella frecciatina. :comedicitu:  

Comunque mi piace pensare che i due pappagalli abbiano avuto ragione, alla lunga. Alla prossima lettura.  :libro:
https://www.facebook.com/curiosamate

Return to “Racconti”