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[font="Segoe UI", sans-serif]Il sole sorge alle spalle della baita, scavalcando una cima rocciosa.[/font]
Dal camino esce fumo. Di fianco alla stufa un vecchio osserva dalla finestra la luce che, passo a passo, si fa strada.
Si infila il giaccone e si siede sulla rozza veranda. Osserva l'illuminarsi delle montagne di fronte a lui, bevendo un caffè nella tazza grande che gli hanno regalato i nipoti. Una certa tristezza gli vela gli occhi. È consapevole che forse sarà l'ultima primavera che potrà passare in baita da solo. I suoi figli insistono a dire che è troppo vecchio per stare a 2.000 m isolato dal mondo, ma lui ritiene che sia meglio che essere isolati nel mondo. Per come la vede lui, per i vecchi non c'è più posto in questa società. La gran parte dei suoi amici sono morti, come anche sua moglie. I suoi figli, con tutto l'amore che prova per loro, lo vogliono controllare per qualsiasi cosa. I vicini di casa nemmeno li vede più. Andare ai giardinetti lo intristisce, visto che basta salutare un bambino per sembrare un pedofilo. Ha anche provato a passare del tempo in parrocchia, ma i volontari trattano tutti i vecchi come se fossero rincoglioniti, facendo vedere sempre gli stessi film di Bud Spencer e Terence Hill, dopo aver giocato delle improbabili partite di scopa. Le sue coetanee vedove poi sono insopportabili. Il loro passatempo preferito è fare inverosimili proposte di matrimonio con il pretesto di farsi compagnia. Figurarsi se si mette in casa una di queste fastidiose e insistenti vecchiette, quando sa per certo che sono solo a caccia della reversibile, visto che lui di anni ne ha già ottantotto.
Comunque sia, lui nella sua baita ai margini del bosco si trova bene. È da otto anni almeno che ha rinunciato a passarci l'inverno, perché effettivamente era troppo pesante per lui, ma primavera, estate e autunno lassù non se li fa levare da nessuno.
Ai margini della radura vede il suo nuovo amico o forse un'amica: non è ancora riuscito a capirlo. È una meravigliosa volpe che negli ultimi tempi si avvicina sempre più. Ogni giorno lui le lascia un bocconcino di prosciutto sui gradini della veranda.
Le prime volte la volpe lo osservava e appena il vecchio rientrava, velocissima si prendeva il cibo. Adesso si avvicina cauta anche alla presenza del vecchio per mangiarsi quella prelibatezza.
Quando mette la zampa sul primo gradino il vecchio trattiene il fiato pur di non spaventarla e si accontenta di osservarla, anche se desidererebbe affondare la mano nel pelo ruvido. Anche stamattina appena preso il boccone la volpe si allontana e si infila nel bosco sempre nello stesso punto vicino ad un tronco ricoperto di muschio.
Oggi però il vecchio ha deciso di seguirla, per vedere se trova la sua tana. È un po' come se volesse ricambiare una visita di cortesia.
Così si avvia appoggiandosi al suo bastone.
Nel suo bosco si sente perfettamente a proprio agio. Il fruscio dei rami, i delicati giochi di luce sul terreno morbido, gli arabeschi delle radici che interrompono il sentiero, tutto lo riempie di serenità e pace. Altroché vita nella civiltà. Il vecchio studia ogni arbusto, valuta quanti mirtilli potrà raccogliere quest'estate, verifica anche che i suoi posti buoni da funghi siano intatti, pronti a trattenere l'umidità necessaria.
Alza gli occhi al cielo per bearsi dei rami che si cullano al vento strusciandosi l'uno contro l'altro. Proprio in quel momento un dolore atroce, come una cintura di fuoco, gli stringe il petto. Gli cedono le gambe e si ritrova sdraiato a contorcersi fra muschio e foglie cadute. Gli deve essere chiaro che è un infarto, un infarto letale, così si lascia andare e si riempie fin dove può i polmoni dell'aria speziata del terreno. Qualcosa di umido e caldo gli tocca la mano, gira gli occhi. È la volpe che per la prima volta si lascia toccare e il suo pelo non è affatto ruvido, ma soffice come la nuvola che si porta via l'anima del vecchio.
La volpe rimane ancora un momento di fianco a quello che avanza del vecchio e poi si allontana nel bosco con passo leggero.
Re: La volpe
2Almissima ha scritto: passo a passo, si fa strada.passo passo
Almissima ha scritto: Oggi però il vecchio ha deciso di seguirla, per vedere se trova la sua tana. È un po' come se volesse ricambiare una visita di cortesia.bello
Almissima ha scritto: Nel suo bosco si sente perfettamente a proprio agio.Riformulerei: Nel bosco si sente proprio a suo agio (eviteresti l'avverbio "perfettamente") e la frase risulterebbe più asciutta e pulita.
Racconto dai toni dolci e sommessi. La morte gli risulta "gradevole" agli occhi e al tatto. Agli occhi per la natura che ha intorno ed ha sempre amato, al tatto per l'amica volpe, ultimo contatto con un essere vivente.
Mi piace che tu non abbia calcato la mano più di tanto sul comportamento della volpe, in fondo, è un animale non può fare più di questo; sei rimasta nei limiti della realtà, bravissima.
Invecchiare non è affatto bello, non tanto per gli acciacchi quanto per l'assenza delle persone care che vanno via uno ad uno. È così che si diventa estranei al mondo.
In questo periodo ho anche capito perché molti vecchietti vestono "fuori moda", è per l'attaccamento al loro essere di prima, il loro tempo migliore. Dentro le cose nuove non si riconoscono, si smarriscono.
Complimenti, la tua scrittura è sempre gradevole e lucida.
Re: La volpe
4Ciao @Almissima
Un racconto bello e delicato sulla stagione finale della vita.
Un racconto sull’orgoglio di essere ancora padrone della propria mente, delle proprie convinzioni e del proprio corpo, a dispetto delle convenzioni e dei giudizi con cui una società stigmatizza la vecchiaia come un area di parcheggio di un arnese usurato e arrugginito che è diventato inutile.
La solitudine sociale dei vecchi, confinati ai giardinetti, alle sale parrocchiali, ai disadorni piccoli bar di quartiere e a osservare i lavori in corso dei cantieri stradali, soprattutto se vedovi, senza amici e con figli impegnati nelle loro frenetiche esistenze.
Questo uomo sa di essere al termine dei suoi giorni, ha un’età nella quale non si fanno più progetti, ma si guarda al giorno seguente come fosse una ripetuta vittoria sul destino il raggiungerlo.
Un uomo che ha vissuto e visto tutto ciò che desiderava nella sua vita, che conosce il valore delle piccole cose, del godimento che può regalare la natura fiorita, il sole tiepido di una nuova primavera.
Cose modeste che sa apprezzare e godere pienamente perché ne comprende la ricchezza, cosciente che in ogni momento dovrà essere pronto a separarsene.
C’è tenerezza e poesia nel suo rapportarsi con cautela a questa volpe che si avvicina per prendere il cibo che le lascia.
E’ un cercare un contatto amichevole e interattivo con l’unica entità viva presente nella solitudine del luogo in cui ha scelto di stare, un gioco di pazienza e dolcezza per guadagnare la fiducia e la confidenza del piccolo animale.
Il racconto è delicato e piacevole da leggere, commovente il finale, nel quale, mentre muore, sfiorando il pelo della bestiola, contrariamente a quanto pensava, lo trova soffice e leggero.
Una sorta di ultimo regalo della vita che lo abbandona, quasi una carezza per l’anima.
Complimenti carissima. A rileggerti. Ciao.
Un racconto bello e delicato sulla stagione finale della vita.
Un racconto sull’orgoglio di essere ancora padrone della propria mente, delle proprie convinzioni e del proprio corpo, a dispetto delle convenzioni e dei giudizi con cui una società stigmatizza la vecchiaia come un area di parcheggio di un arnese usurato e arrugginito che è diventato inutile.
La solitudine sociale dei vecchi, confinati ai giardinetti, alle sale parrocchiali, ai disadorni piccoli bar di quartiere e a osservare i lavori in corso dei cantieri stradali, soprattutto se vedovi, senza amici e con figli impegnati nelle loro frenetiche esistenze.
Questo uomo sa di essere al termine dei suoi giorni, ha un’età nella quale non si fanno più progetti, ma si guarda al giorno seguente come fosse una ripetuta vittoria sul destino il raggiungerlo.
Un uomo che ha vissuto e visto tutto ciò che desiderava nella sua vita, che conosce il valore delle piccole cose, del godimento che può regalare la natura fiorita, il sole tiepido di una nuova primavera.
Cose modeste che sa apprezzare e godere pienamente perché ne comprende la ricchezza, cosciente che in ogni momento dovrà essere pronto a separarsene.
C’è tenerezza e poesia nel suo rapportarsi con cautela a questa volpe che si avvicina per prendere il cibo che le lascia.
E’ un cercare un contatto amichevole e interattivo con l’unica entità viva presente nella solitudine del luogo in cui ha scelto di stare, un gioco di pazienza e dolcezza per guadagnare la fiducia e la confidenza del piccolo animale.
Il racconto è delicato e piacevole da leggere, commovente il finale, nel quale, mentre muore, sfiorando il pelo della bestiola, contrariamente a quanto pensava, lo trova soffice e leggero.
Una sorta di ultimo regalo della vita che lo abbandona, quasi una carezza per l’anima.
Complimenti carissima. A rileggerti. Ciao.
Re: La volpe
6Ciao @Almissima, è un piacere leggere un racconto così delizioso in officina.
Credo che "delizioso" sia l'aggettivo più adatto perché, tra le righe, adoro l'atmosfera di fondo e queste piccole "frecciate introspettive" che il protagonista manda al mondo in una condizione che lui reputa felice per se stesso. In particolare trovo molto interessante questa affermazione
Tornando al racconto, trovo anche interessante l'accostamento di due diversi concetti o, forse meglio, di due diversi ambiti. Il protagonista che osserva come sia "vecchio" il mondo dei suoi coetanei - il ruolo dei vecchi nella società, dice, dando esempi di improbabili legami con delle donne e/o di come gli anziani sono trattati - e il narratore, potrei dire questa voce narrante su di lui che, comunque, lo definisce sempre "vecchio". Non so se è voluto, ma è un accostamento interessante che trova il suo compimento in quell'ultimo viaggio alla scoperta del senso della vita, con la volpe, come fosse uno spirito guida o la stessa morte che lo accompagna in questo ultimo viaggio.
Apprezzabile anche la voce narrante della prima parte, molto ironica e non senza una punta di acidità nel descrivere il mondo al di fuori della baita per qualcuno dell'età del protagonista (in più punti mi hai strappato un sorriso di cuore!). Però, secondo me la prima parte della narrazione è un po' troppo spezzettata con molte frasi brevi interrotte da punti. Ma si tratta di un gusto personale, mi dà un po' una sensazione di singhiozzo nella lettura.
Al di là di questo, nello specifico, posso dirti:
Però un racconto davvero bello e interessante, è stato un piacere leggerlo.
Niente da aggiungere.
Credo che "delizioso" sia l'aggettivo più adatto perché, tra le righe, adoro l'atmosfera di fondo e queste piccole "frecciate introspettive" che il protagonista manda al mondo in una condizione che lui reputa felice per se stesso. In particolare trovo molto interessante questa affermazione
Almissima ha scritto: è troppo vecchio per stare a 2.000 m isolato dal mondo, ma lui ritiene che sia meglio che essere isolati nel mondoche reputo condivisibile in generale, ma forse perché nonostante la mia età (vado per i trentasei) sono abbastanza vecchio dentro per ritrovarmi in questo passaggio. Fatico a capire la socialità degli under quaranta e me ne tengo volentieri a distanza.
Tornando al racconto, trovo anche interessante l'accostamento di due diversi concetti o, forse meglio, di due diversi ambiti. Il protagonista che osserva come sia "vecchio" il mondo dei suoi coetanei - il ruolo dei vecchi nella società, dice, dando esempi di improbabili legami con delle donne e/o di come gli anziani sono trattati - e il narratore, potrei dire questa voce narrante su di lui che, comunque, lo definisce sempre "vecchio". Non so se è voluto, ma è un accostamento interessante che trova il suo compimento in quell'ultimo viaggio alla scoperta del senso della vita, con la volpe, come fosse uno spirito guida o la stessa morte che lo accompagna in questo ultimo viaggio.
Apprezzabile anche la voce narrante della prima parte, molto ironica e non senza una punta di acidità nel descrivere il mondo al di fuori della baita per qualcuno dell'età del protagonista (in più punti mi hai strappato un sorriso di cuore!). Però, secondo me la prima parte della narrazione è un po' troppo spezzettata con molte frasi brevi interrotte da punti. Ma si tratta di un gusto personale, mi dà un po' una sensazione di singhiozzo nella lettura.
Al di là di questo, nello specifico, posso dirti:
Almissima ha scritto: La gran parte dei suoi amici sono morti, come anche sua moglie. I suoi figli, con tutto l'amore che prova per loroun po' troppi possessivi (il soggetto di riferimento, tra l'altro, è sempre lui, non ne serve neanche uno volendo);
Almissima ha scritto: dopo aver giocato delle improbabili partite di scopacredo sia "a";
Almissima ha scritto: quando sa per certo che sono solo a caccia della reversibile"reversibilità";
Almissima ha scritto: Altroché vita nella civiltà..
Però un racconto davvero bello e interessante, è stato un piacere leggerlo.
Niente da aggiungere.
https://www.facebook.com/curiosamate
Re: La volpe
8Mia cara Almissima, é dai tempi del WD che ti leggo: sei migliorata tantissimo!
Passo piú tardi a lasciarti un commento approfondito.
Passo piú tardi a lasciarti un commento approfondito.
Re: La volpe
9Ciao @Almissima
Un racconto triste, struggente. Ma la vita è anche questo, magari non sempre, ma a un certo punto sì.
Questo vecchio si è ritrovato solo quasi senza accorgersene, certo non bada ai suoi anni, pur essendone consapevole, non tanto per sé stesso ma per quello che possono pensarne gli “altri”, i giovani e meno giovani, quelli che pensano che per loro la vecchiaia non arriverà mai, vivranno l’eterna giovinezza che viene spiattellata quotidianamente come unica forma di vita possibile, dove la vecchiaia e la morte non esistono anzi, sono vergogne, colpe da cancellare.
Molto triste che il vecchio abbia constatato che quando si trova in città non trova serenità nemmeno ad andare nei giardinetti che oggi come oggi oltre a essere posti potenzialmente pericolosi, anche compiendo un atto che un tempo era normale come scambiare due parole con un bambino sconosciuto, si possa venire travisati o guardati con sospetto.
Ancora peggio i volontari, con il loro finto interesse e mielosità, che li trattano come cretini. In quanto ai figli, forse non tutti ma la maggioranza, per non far “adombrare” le mogli che non vogliono impicci tralasciano i genitori anziani o nel migliori dei casi li rinchiudono negli ospizi. Lo stesso discorso vale anche per le figlie, che non vogliono che i loro mariti si scoccino a tenere in casa i genitori anziani. Non tutte le figlie, ma la maggioranza. Il rispetto per il padre e la madre, il rispetto per gli anziani non fa quasi più parte di questa società.
La cosa bella del racconto è l’amicizia del vecchio con la volpe, animale molto diffidente e sospettoso che piano piano, per amore del cibo, si avvicina al vecchio. E sarà propria la volpe l’ultimo essere vivente che si avvicinerà a lui nel momento della morte. Non morirà solo. Non poteva che essere così. Nonostante la sua brevità ed essenzialità un racconto commovente e ben scritto.Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)
Re: La volpe
10Dal camino esce fumo
Un po’ troppo secco e asciutto, soprattutto all’inizio del racconto. Basta poco per creare un po’ di atmosfera, un aggettivo come ad esempio: “dal camino esce un fumo leggero” (o qualunque altra cosa)
Si infila il giaccone e si siede sulla rozza veranda.
Se dettagli le azioni, specifica anche che esce; si potrebbe anche arricchire un po’ la veranda (in cui meglio si sieda, non su cui ci si sieda)
Si infila il giaccone, esce e si va a sedere nella semplice e rozza veranda, oltre la quale inizia il bosco.
Una certa tristezza gli vela gli occhi.[/font]
Meglio: i suoi occhi sono velati ecc.
Il rovesciamento soggetto/complemento te lo consiglio perché tutte le frasi del periodo hanno come soggetto l’uomo (si infila il giaccone, osserva, è consapevole), mentre qui il soggetto e il complemento sono rovesciati: tristezza/l’uomo (inteso come i suoi occhi).
È consapevole che forse sarà l'ultima primavera che potrà passare in baita da solo.
Più diretto, qui, aumenta l’efficacia: …che questa è l’ultima primavera che passerà nella baita, da solo.
I suoi figli insistono a dire che è troppo vecchio per stare a 2.000 m [/font]
per starsene a 2000 metri (ancor meglio: duemila metri)
La gran parte dei suoi amici sono morti,
userei “è morta” perché la concordanza a senso è sempre un po’ al limite come musicalità ed eleganza di esecuzione (pur non essendo un errore).
I suoi figli, con tutto l'amore che prova per loro, lo vogliono controllare per qualsiasi cosa.
I figli (suoi figli lo hai appena scritto) lo vogliono controllare per qualsiasi cosa, e questo lo infastidisce un po’ (o altra frase simile che giustifichi il successivo), nonostante tutto l'amore che prova per loro.
Questo perché come è adesso l’inciso sembra entrare nel rapporto causa effetto dell’azione: i figli però non lo vogliono controllare a causa dell’amore che il vecchio prova per loro… è il vecchio che, nonostante provi amore per loro, è infastidito dal controllo che loro vogliono esercitare.
Ha anche provato a passare del tempo in parrocchia, ma i volontari trattano tutti i vecchi come se fossero rincoglioniti, facendo vedere sempre gli stessi film di Bud Spencer e Terence Hill, dopo aver giocato delle improbabili partite di scopa.
… facendo vedere loro…
…dopo averli fatti giocare a delle… (il soggetto sono ancora i volontari)
Le sue coetanee vedove poi sono insopportabili.
Virgole: …vedove, poi,
Comunque sia, lui nella sua baita ai margini del bosco si trova bene.
Via il lui
È da otto anni almeno che ha rinunciato a passarci l'inverno, perché effettivamente era troppo pesante per lui,
è troppo pesante (meglio al presente)
Ai margini della radura vede il suo nuovo amico o forse un'amica: non è ancora riuscito a capirlo.
Ai margini della radura vede il suo nuovo amico … o forse si tratta di un’amica: non è ancora riuscito a capirlo.
Le prime volte la volpe lo osservava e appena il vecchio rientrava, velocissima si prendeva il cibo.
Arricchisci un po’ è una bella immagine, giocaci, così, o in mille altri modi:
“Le prime volte la volpe si limitava a osservarlo da lontano; appena il vecchio rientrava, velocissima, si prendeva il cibo.”
Adesso si avvicina cauta anche alla presenza del vecchio per mangiarsi quella prelibatezza.
alla sua presenza, alla presenza dell’uomo ecc: vecchio è appena stato usato e verrà usato anche nella frase successiva.
Quando mette la zampa sul primo gradino il vecchio trattiene il fiato pur di non spaventarla e si accontenta di osservarla, anche se desidererebbe affondare la mano nel pelo ruvido.
Spezza la frase con un punto e virgola, dalle più respiro:
“Quando mette la zampa sul primo gradino il vecchio trattiene il fiato, pur di non spaventarla; si accontenta di osservarla, anche se desidererebbe affondare la mano nel pelo ruvido.”
Anche stamattina appena preso il boccone la volpe si allontana e si infila nel bosco sempre nello stesso punto vicino ad un tronco ricoperto di muschio.
Utilizza di più la punteggiatura, via la d eufonica
“Anche stamattina, appena preso il boccone, la volpe si allontana e si infila nel bosco; lo fa sempre nello stesso punto, vicino a un tronco ricoperto di muschio.”
Così si avvia appoggiandosi al suo bastone.
Così si avvia, appoggiandosi al suo bastone.
o
Così, si avvia, appoggiandosi al suo bastone.
Nel suo bosco si sente perfettamente a proprio agio.
Il fruscio dei rami, i delicati giochi di luce sul terreno morbido, gli arabeschi delle radici che interrompono il sentiero, tutto lo riempie di serenità e pace.
Qui i tre puntini ci stanno benissimo: il sentiero… tutto lo riempie di serenità e pace.
Altroché vita nella civiltà. Il vecchio studia ogni arbusto, valuta quanti mirtilli potrà raccogliere quest'estate, verifica anche che i suoi posti buoni da funghi siano intatti, pronti a trattenere l'umidità necessaria.
verifica anche che i suoi posti buoni da funghi siano intatti
o
verifica anche che i suoi “posti buoni da funghi” siano intatti
Alza gli occhi al cielo per bearsi dei rami che si cullano al vento strusciandosi l'uno contro l'altro.
Alza gli occhi al cielo per bearsi dei rami che si cullano al vento, strusciandosi, l'uno contro l'altro.
Gli deve essere chiaro che è un infarto, un infarto letale, così si lascia andare e si riempie fin dove può i polmoni dell'aria speziata del terreno.
Gli è chiaro che si tratta di un infarto, un infarto letale. E allora si lascia andare, e riempie quanto può i polmoni dell'aria speziata del terreno.
Qualcosa di umido e caldo gli tocca la mano, gira gli occhi.
Così sembra che chi gira gli occhi sia il qualcosa di umido. Meglio spezzare, proprio con un punto.
Qualcosa di umido e caldo gli tocca la mano. Il vecchio gira gli occhi, e la vede.
È la volpe che per la prima volta si lascia toccare e il suo pelo non è affatto ruvido, ma soffice come la nuvola che si porta via l'anima del vecchio.
È la volpe che, per la prima volta, si lascia toccare. Il suo pelo non è affatto ruvido, ma soffice come la nuvola che si porta via l'anima del vecchio.
La volpe rimane ancora un momento di fianco a quello che avanza del vecchio e poi si allontana nel bosco con passo leggero.
Immagino che se parli di avanzi lasci presumere che la volpe si è nutrita del cadavere dell’uomo (che definirei tale per evitare la ripetizione vecchio-vecchio). Specificherei allora meglio:
“La volpe, ormai sazia, rimane ancora un momento di fianco a quello che avanza dell’uomo; poi si allontana nel bosco con passo leggero.”
Buona scrittura, testo delicato, belle immagini.
Lavorerei un po’ sull’utilizzo della punteggiatura e di qualche pennellata di “rafforzativi” (piccoli dettagli, magari degli aggettivi… qualcosa che allunghi e specifichi meglio alcune frasi, alcune immagini): tutte cose che possono aiutarti a rendere alcune frasi più incisive e pulite.
Un saluto.
Un po’ troppo secco e asciutto, soprattutto all’inizio del racconto. Basta poco per creare un po’ di atmosfera, un aggettivo come ad esempio: “dal camino esce un fumo leggero” (o qualunque altra cosa)
Si infila il giaccone e si siede sulla rozza veranda.
Se dettagli le azioni, specifica anche che esce; si potrebbe anche arricchire un po’ la veranda (in cui meglio si sieda, non su cui ci si sieda)
Si infila il giaccone, esce e si va a sedere nella semplice e rozza veranda, oltre la quale inizia il bosco.
Una certa tristezza gli vela gli occhi.[/font]
Meglio: i suoi occhi sono velati ecc.
Il rovesciamento soggetto/complemento te lo consiglio perché tutte le frasi del periodo hanno come soggetto l’uomo (si infila il giaccone, osserva, è consapevole), mentre qui il soggetto e il complemento sono rovesciati: tristezza/l’uomo (inteso come i suoi occhi).
È consapevole che forse sarà l'ultima primavera che potrà passare in baita da solo.
Più diretto, qui, aumenta l’efficacia: …che questa è l’ultima primavera che passerà nella baita, da solo.
I suoi figli insistono a dire che è troppo vecchio per stare a 2.000 m [/font]
per starsene a 2000 metri (ancor meglio: duemila metri)
La gran parte dei suoi amici sono morti,
userei “è morta” perché la concordanza a senso è sempre un po’ al limite come musicalità ed eleganza di esecuzione (pur non essendo un errore).
I suoi figli, con tutto l'amore che prova per loro, lo vogliono controllare per qualsiasi cosa.
I figli (suoi figli lo hai appena scritto) lo vogliono controllare per qualsiasi cosa, e questo lo infastidisce un po’ (o altra frase simile che giustifichi il successivo), nonostante tutto l'amore che prova per loro.
Questo perché come è adesso l’inciso sembra entrare nel rapporto causa effetto dell’azione: i figli però non lo vogliono controllare a causa dell’amore che il vecchio prova per loro… è il vecchio che, nonostante provi amore per loro, è infastidito dal controllo che loro vogliono esercitare.
Ha anche provato a passare del tempo in parrocchia, ma i volontari trattano tutti i vecchi come se fossero rincoglioniti, facendo vedere sempre gli stessi film di Bud Spencer e Terence Hill, dopo aver giocato delle improbabili partite di scopa.
… facendo vedere loro…
…dopo averli fatti giocare a delle… (il soggetto sono ancora i volontari)
Le sue coetanee vedove poi sono insopportabili.
Virgole: …vedove, poi,
Comunque sia, lui nella sua baita ai margini del bosco si trova bene.
Via il lui
È da otto anni almeno che ha rinunciato a passarci l'inverno, perché effettivamente era troppo pesante per lui,
è troppo pesante (meglio al presente)
Ai margini della radura vede il suo nuovo amico o forse un'amica: non è ancora riuscito a capirlo.
Ai margini della radura vede il suo nuovo amico … o forse si tratta di un’amica: non è ancora riuscito a capirlo.
Le prime volte la volpe lo osservava e appena il vecchio rientrava, velocissima si prendeva il cibo.
Arricchisci un po’ è una bella immagine, giocaci, così, o in mille altri modi:
“Le prime volte la volpe si limitava a osservarlo da lontano; appena il vecchio rientrava, velocissima, si prendeva il cibo.”
Adesso si avvicina cauta anche alla presenza del vecchio per mangiarsi quella prelibatezza.
alla sua presenza, alla presenza dell’uomo ecc: vecchio è appena stato usato e verrà usato anche nella frase successiva.
Quando mette la zampa sul primo gradino il vecchio trattiene il fiato pur di non spaventarla e si accontenta di osservarla, anche se desidererebbe affondare la mano nel pelo ruvido.
Spezza la frase con un punto e virgola, dalle più respiro:
“Quando mette la zampa sul primo gradino il vecchio trattiene il fiato, pur di non spaventarla; si accontenta di osservarla, anche se desidererebbe affondare la mano nel pelo ruvido.”
Anche stamattina appena preso il boccone la volpe si allontana e si infila nel bosco sempre nello stesso punto vicino ad un tronco ricoperto di muschio.
Utilizza di più la punteggiatura, via la d eufonica
“Anche stamattina, appena preso il boccone, la volpe si allontana e si infila nel bosco; lo fa sempre nello stesso punto, vicino a un tronco ricoperto di muschio.”
Così si avvia appoggiandosi al suo bastone.
Così si avvia, appoggiandosi al suo bastone.
o
Così, si avvia, appoggiandosi al suo bastone.
Nel suo bosco si sente perfettamente a proprio agio.
Il fruscio dei rami, i delicati giochi di luce sul terreno morbido, gli arabeschi delle radici che interrompono il sentiero, tutto lo riempie di serenità e pace.
Qui i tre puntini ci stanno benissimo: il sentiero… tutto lo riempie di serenità e pace.
Altroché vita nella civiltà. Il vecchio studia ogni arbusto, valuta quanti mirtilli potrà raccogliere quest'estate, verifica anche che i suoi posti buoni da funghi siano intatti, pronti a trattenere l'umidità necessaria.
verifica anche che i suoi posti buoni da funghi siano intatti
o
verifica anche che i suoi “posti buoni da funghi” siano intatti
Alza gli occhi al cielo per bearsi dei rami che si cullano al vento strusciandosi l'uno contro l'altro.
Alza gli occhi al cielo per bearsi dei rami che si cullano al vento, strusciandosi, l'uno contro l'altro.
Gli deve essere chiaro che è un infarto, un infarto letale, così si lascia andare e si riempie fin dove può i polmoni dell'aria speziata del terreno.
Gli è chiaro che si tratta di un infarto, un infarto letale. E allora si lascia andare, e riempie quanto può i polmoni dell'aria speziata del terreno.
Qualcosa di umido e caldo gli tocca la mano, gira gli occhi.
Così sembra che chi gira gli occhi sia il qualcosa di umido. Meglio spezzare, proprio con un punto.
Qualcosa di umido e caldo gli tocca la mano. Il vecchio gira gli occhi, e la vede.
È la volpe che per la prima volta si lascia toccare e il suo pelo non è affatto ruvido, ma soffice come la nuvola che si porta via l'anima del vecchio.
È la volpe che, per la prima volta, si lascia toccare. Il suo pelo non è affatto ruvido, ma soffice come la nuvola che si porta via l'anima del vecchio.
La volpe rimane ancora un momento di fianco a quello che avanza del vecchio e poi si allontana nel bosco con passo leggero.
Immagino che se parli di avanzi lasci presumere che la volpe si è nutrita del cadavere dell’uomo (che definirei tale per evitare la ripetizione vecchio-vecchio). Specificherei allora meglio:
“La volpe, ormai sazia, rimane ancora un momento di fianco a quello che avanza dell’uomo; poi si allontana nel bosco con passo leggero.”
Buona scrittura, testo delicato, belle immagini.
Lavorerei un po’ sull’utilizzo della punteggiatura e di qualche pennellata di “rafforzativi” (piccoli dettagli, magari degli aggettivi… qualcosa che allunghi e specifichi meglio alcune frasi, alcune immagini): tutte cose che possono aiutarti a rendere alcune frasi più incisive e pulite.
Un saluto.
Re: La volpe
11E niente, mi dispiace che il commento sia quasi illegibile: ci ho provato a ripulire tutto, ma non c'è stato verso...