[CC23] Una bella serata - Joker

Contest di Carnevale - Racconti in maschera

[CC23] Una bella serata - Joker

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Traccia n. 2 -  Luci nella notte
Boa: deve comparire almeno una maschera
Titolo: Una bella serata
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Belle donne, uomini vestiti come pinguini, orchestrina dal vivo, luci soffuse, cibo da gourmet... In quell’atmosfera ovattata e lussuosa mi ero sentito spaesato. Avrei preferito restarmene a casa a sonnecchiare davanti alla tv, ma quando il capo ti invita alla festa per il trentesimo compleanno della moglie ti devi mettere addosso il tuo completo più elegante e stamparti un’espressione allegra sulla faccia.
Solo al quarto bicchiere – di champagne vero, vitigno francese scritto sull’etichetta con caratteri dorati - avevo cominciato a divertirmi, come fa la gente quando chiacchiera amabilmente con altra gente, si rimpinza al buffet e sfoggia sorrisi veri o falsi di denti bianchi. Dopo il nono o decimo ero talmente a mio agio da attaccare bottone con qualsiasi donna mi capitasse a tiro con un vestito scollacciato. A fine serata eravamo rimasti solo io e i camerieri.  Il capo mi aveva sbattuto sul taxi e aveva dato il mio indirizzo all’autista. Io ero talmente brillo che avrei potuto dirgli che abitavo sulla luna.

Il tassista era un tipo mingherlino, socievole quanto un iceberg. Spalancò il suo finestrino; gli avevo appestato l’abitacolo con una tale puzza di alcol che rischiava di ubriacarsi al solo respirarla. Lasciai che l’aria frizzantina della notte primaverile mi schiaffeggiasse il viso restituendomi un po’ di lucidità. Avevamo svoltato su una via secondaria che faceva risparmiare un paio di miglia rispetto alla distanza che avremmo percorso restando sulla Highway. Le rade fattorie ai lati della strada erano immerse nel buio. Quella zona era desolata anche di giorno.
Dopo un po', chiesi:
“Amico, puoi chiudere il finestrino? Magari... chiudere questo e aprire l’altro?”
Fece come gli avevo chiesto senza fiatare. Avevamo ancora una decina di miglia da fare in compagnia, e non mi aveva ancora rivolto la parola.
Si sentiva un rombo di treno lontano, portato dal vento.
“Tra un po’ c’è il passaggio a livello” dissi. “Scommetti che lo troviamo chiuso?”
“Può darsi” disse lui a fatica, quasi gli avessi cavato due denti.
Mi lasciai sprofondai nel sedile; la pistola mi premeva sulle costole e perciò aprii la giacca sul petto e sganciai la fondina. Dentro l’auto c’era una luminescenza diffusa dovuta alla strumentazione e allo schermo del cruscotto; troppa poca luce perché il tassista potesse aver visto la mia manovra nello specchietto retrovisore, ma abbastanza per me per notare che vi stava guardando qualcos’altro.

Mi voltai. Dietro di noi c’era un’automobile. Una jeep, a giudicare dall’altezza e dalla forma dei fanali. La osservai per un po’. Si teneva a una distanza di sicurezza che sarebbe stata normale in mezzo a un traffico scorrevole, ma alle quattro di notte, su una strada dove c’era solo un altro veicolo in circolazione che poteva essere agevolmente sorpassato, destava l’attenzione.
Era qualcuno che non aveva voglia di correre, oppure ci stava seguendo senza curarsi di essere notata. Non era un buon segno.
“Amico, prova ad accelerare. Vediamo se ci stanno seguendo” dissi all’autista.
“Mi sembra chiaro che ci stanno seguendo. Vedetevela tra di voi. Io adesso mi fermo e scendo.”
Era un tipo sveglio. Doveva aver visto che portavo la pistola. Gliela puntai alla testa.
“Accelera!”
“Me lo diceva il mio sesto senso che non dovevo farti salire! Era una villa troppo lussuosa per appartenere a gente per bene, anche sta nella zona dei ricconi!”
La rabbia gli aveva sciolto la lingua. Mi obbedì e spinse il pedale dell’acceleratore a tavoletta. Quel modello di Ford aveva una ripresa niente male; fece un balzo in avanti che mi schiacciò contro il sedile. Guadagnammo un paio di centinaio di iarde, poi le luci dei fanali della jeep tornarono ad avvicinarsi. Sempre di più.
“Merda!” esclamò l’autista. “Ci stanno proprio seguendo!”

Presi il cellulare “sicuro” dalla giacca e feci il numero di Fred. Ci eravamo fatti un sacco di risate, alla festa. Stava già dormendo, e lo avevo svegliato.
“Sei ancora in piedi? Che vuoi, hai bisogno che ti canti la ninna nanna?” mi disse.
“No, tra un po’ me la cantano quelli a bordo della jeep che mi sta seguendo. Vogliono stringermi tra due fuochi, credo. O magari sono solo dei ragazzi che si divertono a spaventare la gente.”
Fred si prese qualche secondo per valutare il problema, e poi disse: “Devono essere della banda di Carly. C’era da aspettarselo. Vogliono mandare un messaggio al capo, facendotela pagare per la faccenda di Jameson. Dove ti trovi, sulla Highway?”
“Abbiamo tagliato sulla secondaria. Sono su un taxi. Il tassista li sta distanziando. Ha capito la situazione, non mi darà noie.”
“Bene. Meglio che non sei tu a guidare, con tutto quello che hai bevuto rischi di ammazzarti da solo. Pensi di farcela ad arrivare in città?”
“Dovemmo farcela. Sempre che non troviamo il passaggio a livello chiuso.”
“Cerca di tirarteli dietro fino alla fabbrica abbandonata sulla Cross Road. Io chiamo gli altri. Ci facciamo trovare là, e gli diamo l’accoglienza che si meritano.”

Chiusi la comunicazione e mi voltai indietro. La jeep continuava a tallonarci, ma aveva perso terreno. Il tassista correva come un pazzo. Il tachimetro segnava centodieci miglia all’ora.
“Hai avvertito i tuoi complici?” mi chiese.
“Come ti chiami?”
“Tom.”
Mi sentivo abbastanza lucido, ora, da risultare convincente.
“Allora, Tom, tu d’ora in poi stai zitto e fai come ti dico, ok? Se vedi qualcuno in mezzo alla strada non rallentare. Sterza per i campi, e poi rimettiti sulla carreggiata. Dobbiamo cercare di arrivare alla fabbrica abbandonata all’inizio della Cross Road. Sai dov’è?”
“Sì. E dopo che succede? Volete fare una sparatoria?”
“Succede che tu scendi dalla macchina e ti metti al riparo. Se mentre siamo ancora là chiami la polizia, poi vengo a cercarti e ti faccio un buco nella pancia. È tutto chiaro?”
“Chi mi ripaga i danni, se mi distruggete il taxi?”

Non ebbi il tempo di replicare. Nel cono di luce dei fari, che arrivava a una lunghezza di poco più di una iarda, apparve una Chevrolet messa di traverso sulla carreggiata. Era una mossa azzardata, i complici sulla Jeep dovevano averli avvertiti della velocità a cui stavamo andando. Forse gli uomini di Carly contavano sul fatto che non avevamo abbastanza spazio di frenata dopo averli avvistati e, piazzando l’auto in prossimità del passaggio a livello, dove la strada cominciava ad essere fiancheggiata da alberi, speravano che ci finissimo contro. Con i miei tempi di reazione rallentati dall’alcol, se fossi stato alla guida sarebbe andata in quel modo. Tom invece era sobrio e sapeva il fatto suo. Riuscì a frenare quel tanto che doveva consentirgli di effettuare un testacoda di 180 gradi, poi spinse la leva e ripartì nella direzione opposta.
Ero finito lungo disteso sul sedile; mi rialzai nel momento in cui il conducente della jeep, colto di sorpresa, sterzava di lato per evitare lo scontro frontale. Aveva già ridotto l’andatura, aspettandosi di vederci cadere nella trappola; l’impatto sul tronco dell’albero non fu troppo violento.
“Bravo, ci sai fare” dissi a Tom. “Ora fermati e dammi la chiave.”
Si fermò e mi consegnò la chiave di accensione senza fare storie.
Corsi verso la jeep sparando un paio di colpi in aria, la raggiunsi. Il cofano era sfondato e fuori uso. Arii la portiera del lato passeggero. C’erano due ragazzi sulla ventina mezzo tramortiti, ma illesi grazie agli airbag che li avevano protetti. Spalancarono gli occhi, sorpresi e spaventati dalla pistola che avevo in pugno.
“Chi c’è nell’altra auto?” chiesi.
“C’è solo Rick, sarà già scappato, ha sentito gli spari. Non ci ammazzare!”  mi rispose quello che sembrava messo meglio.
Erano solo due coglioni che si erano appostati fuori alla villa sbagliata.
Sul sedile posteriore c’erano un paio di maschere di Anonymous, che probabilmente indossavano quando assalivano e rapinavano gli invitati alle feste della opulenta Icon Valley, in cui abitava il mio capo.
“Siete fortunati, non ho voglia di perdere altro tempo con voi” dissi. “Ma provate a rifare questo scherzetto a me o a qualsiasi altra persona che vedete bazzicare attorno al 56 di Ravens Road e vi ritrovate con un buco nella pancia, quando meno ve lo aspettate. Mi sono spiegato?”

Tornai al taxi, mi sedetti sul sedile posteriore e ridiedi la chiave di accensione a Tom.
“Sono feriti?” mi chiese.
“Stanno come due rose. Fai inversione di marcia, si va in città.”
“Alla fabbrica abbandonata?”
“No, non c’è più bisogno. Portami a casa."
Chiamai Fred, gli raccontai tutto. Fece un sospiro di sollievo e poi mi mandò affanculo, a nome suo e dei ragazzi che avevo tirato giù dal letto.
Tom si fermò davanti al passaggio a livello, che nel frattempo aveva abbassato le sbarre. Di lì a poco vedemmo sfrecciare decine e decine di vagoni, mentre il rombo e le luci squarciavano la notte.
Già.

Re: [CC23] Una bella serata - Joker

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Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 7:21 pmanche sta nella zona dei ricconi
anche se
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 7:21 pmun paio di centinaio di iarde
Non suona bene, forse centinaia oppure un centinaio. Il “paio” stona.

Un racconto che ha la propria forza nel ritmo. L’inseguimento pare proprio di vederlo. Le luci sono un po’ fioche, ma ci sono.
Non sono riuscita a inquadrare il periodo storico in cui si svolge la scena, pare quasi una storia di gangster anni 30 (i dialoghi sono parecchio stereotipati)
ma l’atmosfera anni 30 non c’è: la maschera anonymous, la fabbrica abbandonata mi portano a una situazione più attuale ma se fosse così, allora la storia perderebbe credibilità. Manca una parte del racconto che possa giustificare la paura di essere inseguito, non è sufficiente l’informazione che trapela nel dialogo con il (chi è? Il boss? Ma un boss si comporterebbe così?). 
Mi spiace, autore, è il contenuto che non mi convince del tutto  anche se la scrittura è ottima e alcuni passaggi sono davvero coinvolgenti.

Re: [CC23] Una bella serata - Joker

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Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 7:21 pmSolo al quarto bicchiere – di champagne vero, vitigno francese scritto sull’etichetta con caratteri dorati - avevo cominciato a divertirmi, come fa la gente quando chiacchiera amabilmente con altra gente, si rimpinza al buffet e sfoggia sorrisi veri o falsi di denti bianchi
Ciao, Joker! (sei sicuramente un uomo, forse aladicorvo).

Grazie per questo racconto molto "ammerigano" è un po' pulp, che ha nel ritmo e nell'ambientazione i suoi due più grandi pregi. Ti ho segnalato il passaggio qui sopra perché mi è piaciuta l'immagine dei denti. Fa intuire sorrisi non proprio sinceri né tranquillizzanti, quasi feroci. Efficace.
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 7:21 pmquanto un iceberg.
Bella anche questa similitudine, asciutta e diretta.

Ti riporto anche qualche piccola svista, qua di seguito:
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 7:21 pm.
Mi lasciai sprofondai nel sedile
o "mi lasciai sprofondare" o "sprofondai"
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 7:21 pmanche sta nella zona dei ricconi!”
Anche SE sta nella...
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 7:21 pmArii la portiera del lato passeggero
Aprii

Per il resto non ho molto altro da segnalarti, il racconto è ben scritto e si legge senza intoppi. Il finale smorza un po' la tensione, di certo non è un finale con il botto. Però va bene anche così, in un racconto breve ci può stare.

La boa è  rispettata, un po' meno il tema delle luci che non è molto centrale, a mio parere.
Una lettura comunque piacevole, grazie!

Re: [CC23] Una bella serata - Joker

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Ciao @Ilaris 

Il racconto per noi appassionati del genere hard boiled è una vera chicca.

Già dalle prime righe si entra in questo mood affascinante:

“Il tassista era un tipo mingherlino, socievole quanto un iceberg. Spalancò il suo finestrino; gli avevo appestato l’abitacolo con una tale puzza di alcol che rischiava di ubriacarsi al solo respirarla.“

“Il termine hard boiled nasce da un'espressione colloquiale.
Per un uovo, essere "hard boiled" equivale ad essere sodo, duro.
Il classico detective hard boiled (come il Sam Spade di Hammett o il Philip Marlowe di Chandler) non si limita a risolvere i casi, come fanno i loro colleghi più tradizionali, ma affronta il pericolo e rimane coinvolto in scontri violenti.
Il caratteristico detective hard boiled ha, difatti, un atteggiamento da "duro". Spade e Marlowe sono i due più importanti modelli grazie ai quali sono state elaborate le classiche caratteristiche del detective hard boiled: impudente, freddo, irriverente.”

Nel tuo racconto, scritto in maniera particolarmente fedele allo stile suddetto, con mano esperta e bravura narrativa,  sei riuscita a dare vita a
una situazione “tipica", col sapore e il colore di noir amricano.
Molto riuscita la sceneggiatura di questo inseguimento automobilistico notturno.
La coerenza degli elementi riescono a farti partecipare all’azione, che è coinvolgente, credibile e densa di suspense.
Nel leggerti si assiste a una visione cinematografica, si ha la concreta sensazione di assistere a un brano di un film di “genere”, con picchi di tensione, colpi di scena e relativa conclusione.
Il linguaggio e le azioni sono a mio gusto perfette.
Quindi non posso che complimentarmi per l’ottima prova, augurandomi di leggere molte altre cose tue così gratificanti.

Un saluto e un abbraccio. <3

Re: [CC23] Una bella serata - Joker

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Ciao @Nightafter

Ti ringrazio moltissimo non solo per l'apprezzamento fin troppo lusinghiero, ma perché hai colto il mio mood "letterario". Credo di essere stata ispirata, nello scrivere il racconto, dal tenente Kojak (ultimamente lo stanno trasmettendo su Iris) e in particolare da una straordinaria inquadratura presa dal basso. Espressione seria, cappotto e cappello panama neri: tipicamente hard boiled come certi suoi atteggiamenti, anche se la serie è ambientata negli anni '70.  Ha risvegliato in me tante belle letture (Chandler, soprattutto). Sono felicissima che tu abbia gradito.

Grazie ad @Almissima,
Almissima ha scritto: dom mar 05, 2023 11:15 amPensavo di essere negli anni trenta e invece mi sono trovata ai giorni nostri, questo mi ha disturbato,
volevo osare un'ambientazione più recente 

a @ScimmiaRossa e a @@Monica per l'apprezzamento, gli utili appunti e le critiche 

:) 
Già.
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