[CP7] Nascita e morte dell'universo, poi nascita - e la verità?

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Commento


Traccia 1. "Lunedì o martedì” (Virginia Woolf)
Pigro e indifferente, scrollando via lo spazio dalle ali con disinvoltura, sicuro della sua direzione, l’airone passa sopra la chiesa, sotto il cielo. Bianco e lontano, assorto in se stesso, senza posa copre e scopre il cielo, si muove e resta. Un lago? Cancellane le sue rive! Una montagna? Oh, perfetta – il sole è oro sulle sue pendici. Ora sparisce ed ecco le felci, o piume bianche, per sempre, per sempre. Desiderare il vero, attenderlo, laboriosamente distillare poche parole, sempre desiderare – (si leva un grido a sinistra, un altro a destra. Ruote che tracciano strade divergenti. Omnibus che si ammassano in conflitto) – sempre desiderare – (l’orologio assicura con dodici colpi netti che è mezzogiorno; la luce sparge scaglie d’oro; i bambini sciamano) – sempre desiderare il vero. Rossa è la cupola; monete pendono dagli alberi; su dai comignoli si arrampica il fumo; abbaiare, vociare, un grido “ferro da vendere” – e la verità? Convergenti verso un punto piedi di uomini e piedi di donne, incrostati di nero o d’oro – (tempo nebbioso – Zucchero? No, grazie – la repubblica del futuro) – il caminetto lancia dardi di luce e arrossa la stanza, ma non le figure scure con i loro occhi lucenti, mentre fuori un carro scarica, Miss Thingummy beve un tè al suo tavolo, e la vetrina protegge i mantelli di pelliccia. Ondeggiante, leggera come una foglia, ammucchiata negli angoli, soffiati tra le ruote, schizzata d’argento, a casa o non a casa, raccolta, sparsa, frantumata in singole scaglie, spazzata su, giù, strappata, affondata, radunata – e la verità? Ora accanto al fuoco ricordare sulla bianca tavola di marmo. Da abissi di avorio le parole sorgendo spargono la loro nerezza, sbocciano e penetrano. Caduto il libro; nella fiamma, nel fumo, nelle scintille improvvise – o viaggiando, la tavola di marmo sollevata in volo, e al di sotto minareti e mari dell’India, mentre lo spazio corre azzurro e le stelle splendono – la verità? o qui, nella prossimità appagante? Pigro e indifferente l’airone ritorna; il cielo vela le sue stelle; poi le scopre.Pigro e indifferente, scrollando via lo spazio dalle ali con disinvoltura, sicuro della sua direzione, l’airone passa sopra la chiesa, sotto il cielo. Bianco e lontano, assorto in se stesso, senza posa copre e scopre il cielo, si muove e resta. Un lago? Cancellane le sue rive! Una montagna? Oh, perfetta – il sole è oro sulle sue pendici. Ora sparisce ed ecco le felci, o piume bianche, per sempre, per sempre. Desiderare il vero, attenderlo, laboriosamente distillare poche parole, sempre desiderare – (si leva un grido a sinistra, un altro a destra. Ruote che tracciano strade divergenti. Omnibus che si ammassano in conflitto) – sempre desiderare – (l’orologio assicura con dodici colpi netti che è mezzogiorno; la luce sparge scaglie d’oro; i bambini sciamano) – sempre desiderare il vero. Rossa è la cupola; monete pendono dagli alberi; su dai comignoli si arrampica il fumo; abbaiare, vociare, un grido “ferro da vendere” – e la verità? Convergenti verso un punto piedi di uomini e piedi di donne, incrostati di nero o d’oro – (tempo nebbioso – Zucchero? No, grazie – la repubblica del futuro) – il caminetto lancia dardi di luce e arrossa la stanza, ma non le figure scure con i loro occhi lucenti, mentre fuori un carro scarica, Miss Thingummy beve un tè al suo tavolo, e la vetrina protegge i mantelli di pelliccia. Ondeggiante, leggera come una foglia, ammucchiata negli angoli, soffiati tra le ruote, schizzata d’argento, a casa o non a casa, raccolta, sparsa, frantumata in singole scaglie, spazzata su, giù, strappata, affondata, radunata – e la verità? Ora accanto al fuoco ricordare sulla bianca tavola di marmo. Da abissi di avorio le parole sorgendo spargono la loro nerezza, sbocciano e penetrano. Caduto il libro; nella fiamma, nel fumo, nelle scintille improvvise – o viaggiando, la tavola di marmo sollevata in volo, e al di sotto minareti e mari dell’India, mentre lo spazio corre azzurro e le stelle splendono – la verità? o qui, nella prossimità appagante? Pigro e indifferente l’airone ritorna; il cielo vela le sue stelle; poi le scopre.Pigro e indifferente, scrollando via lo spazio dalle ali con disinvoltura, sicuro della sua direzione, l’airone passa sopra la chiesa, sotto il cielo. Bianco e lontano, assorto in se stesso, senza posa copre e scopre il cielo, si muove e resta. Un lago? Cancellane le sue rive! Una montagna? Oh, perfetta – il sole è oro sulle sue pendici. Ora sparisce ed ecco le felci, o piume bianche, per sempre, per sempre. Desiderare il vero, attenderlo, laboriosamente distillare poche parole, sempre desiderare – (si leva un grido a sinistra, un altro a destra. Ruote che tracciano strade divergenti. Omnibus che si ammassano in conflitto) – sempre desiderare – (l’orologio assicura con dodici colpi netti che è mezzogiorno; la luce sparge scaglie d’oro; i bambini sciamano) – sempre desiderare il vero. Rossa è la cupola; monete pendono dagli alberi; su dai comignoli si arrampica il fumo; abbaiare, vociare, un grido “ferro da vendere” – e la verità? Convergenti verso un punto piedi di uomini e piedi di donne, incrostati di nero o d’oro – (tempo nebbioso – Zucchero? No, grazie – la repubblica del futuro) – il caminetto lancia dardi di luce e arrossa la stanza, ma non le figure scure con i loro occhi lucenti, mentre fuori un carro scarica, Miss Thingummy beve un tè al suo tavolo, e la vetrina protegge i mantelli di pelliccia. Ondeggiante, leggera come una foglia, ammucchiata negli angoli, soffiati tra le ruote, schizzata d’argento, a casa o non a casa, raccolta, sparsa, frantumata in singole scaglie, spazzata su, giù, strappata, affondata, radunata – e la verità? Ora accanto al fuoco ricordare sulla bianca tavola di marmo. Da abissi di avorio le parole sorgendo spargono la loro nerezza, sbocciano e penetrano. Caduto il libro; nella fiamma, nel fumo, nelle scintille improvvise – o viaggiando, la tavola di marmo sollevata in volo, e al di sotto minareti e mari dell’India, mentre lo spazio corre azzurro e le stelle splendono – la verità? o qui, nella prossimità appagante? Pigro e indifferente l’airone ritorna; il cielo vela le sue stelle; poi le scopre.
indifferente
lo spazio si muove
e resta Un lago
Una montagna sparisce
per sempre.

l'orologio sparge il vero
                        su il fumo un grido
            - e la verità?

uomini e donne,
                incrostati di futuro
                                dardi soffiati in singole scaglie
              - e la verità ?
spargono scintille di marmo.


in volo
     e al di sotto
                    lo spazio 
                              indifferente ritorna
                                                         le stelle
                                                                       poi
                                                                           scopre.

Re: [CP7] Nascita e morte dell'universo, poi nascita - e la verità?

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Bentornata, @Talia:love:

E in grandissima forma: dall'eccezionale pagina della Woolf hai tessuto dei versi interessanti e ricchi di senso, impregnati, oltretutto, della tua passione scientifica. Dalla "tettonica a zolle" con cui apri il componimento passi alle considerazioni sul tempo e quindi sul senso della vita nel suo complesso e dell'Uomo in particolare.
Nonostante il lessico, nella sua asprezza,  rimandi a una concezione della Natura come indifferente nei confronti dell'umanità, la domanda sulla Verità che fai risuonare per ben due volte tocca temi filosofico-teologici profondi e affascinanti. Subito ho pensato alla misteriosa domanda posta da Pilato in Giovanni, 18,37-8: "Allora Pilato gli disse: 'Dunque tu sei re?' Rispose Gesù: 'Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce'. Gli dice Pilato: 'Che cos'è la verità?' E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: 'Io non trovo in lui nessuna colpa'".
Ti ringrazio e ti saluto.
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Re: [CP7] Nascita e morte dell'universo, poi nascita - e la verità?

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@Talia 
Eccoti qui, ora ti riconosco. Bella, bella. D'altra parte lo avevo detto - e quando l'ho detto non avevo ancora letto questo tuo componimento - che la traccia della Woolf era potenzialmente quella più ricca di possibilità.
Talia ha scritto: lun ago 22, 2022 8:33 amindifferente
lo spazio si muove
e resta Un lago
Una montagna sparisce
per sempre.
Bellissimi i versi iniziali. cinematograficamente parlando sembra di vedere una ripresa dall'alto, in movimento. Un volo d'uccello su un panorama incontaminato, e allo stesso tempo su quello stesso panorama in evoluzione nei secoli.
Talia ha scritto: lun ago 22, 2022 8:33 aml'orologio sparge il vero
che equivale a dire, possiamo dire, teorizzare, poetizzare quello che ci pare, ma la realtà poi si esplicita per conto suo. O forse intendi il tempo e l'avanzare verso la morte - mi pare lo avessi accennato nel tuo commento - ma in fondo è la stessa cosa. Anche in questo ti riconosco, in questo sguardo disincantato, spoglio di retorica.
Talia ha scritto: lun ago 22, 2022 8:33 am- e la verità ?
Hai fatto bene a sfruttare la ripetizione. Un'occasione che non ti è sfuggita.
Talia ha scritto: lun ago 22, 2022 8:33 amin volo
     e al di sotto
                    lo spazio 
                              indifferente ritorna
                                                         le stelle
                                                                       poi
                                                                           scopre.
Bellissima chiusa. Gli ultimi versi aprono la porta al lettore e lo invitano a entrare, a trovare significati per conto suo negli accostamenti da te fatti. Questo intendevo nel commento alla tua altra poesia. Nell'immagine di un anziano in lacrime davanti al tramonto non posso far altro, da lettore, che dire bello. E invece qui sguazzo nella libertà di interpretazione, che è una cosa bellissima, a mio avviso. Brava!

Re: [CP7] Nascita e morte dell'universo, poi nascita - e la verità?

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Talia ha scritto: lun ago 22, 2022 8:33 amindifferente
lo spazio si muove
e resta Un lago
Una montagna sparisce
per sempre.
L'uomo è in balia dei grandi sommovimenti dello spazio, che fa quello che vuole delle cime e degli abissi.
  ha scritto: l'orologio sparge il vero
Il tempo rivela il vero mentre l'orologio gira. La verità è figlia del tempo ha detto qualcuno.

Talia ha scritto: lun ago 22, 2022 8:33 amuomini e donne,
                incrostati di futuro
                                dardi soffiati in singole scaglie
              - e la verità ?
spargono scintille di marmo.
Gli umani sono pietrificati da un futuro anticipato che li trasforma in dardi proiettati in avanti senza l'interezza di una visione chiara e vera.

E la verità? I dardi ignoranti colpiscono solo marmo, che sparge scintille (e non luce).
Talia ha scritto: lun ago 22, 2022 8:33 amin volo
     e al di sotto
                    lo spazio 
                              indifferente ritorna
                                                         le stelle
                                                                       poi
                                                                           scopre.
Qui ci leggo "la verità" come soggetto che è in cielo e in terra, in volo e sotto lo spazio (sulla terra) e poi indifferente risale 
e ritorna a scoprire la luce (le stelle).
Mi è piaciuta molto la tua tecnica di esposizione, oltre alla scelta dei termini e al senso di tutto che è arrivato al mio sentire. Grazie, @Talia :rosa:

Un unico appunto sull'ultimo verso, per un'enfasi finale che io troverei suggestiva, se il soggetto è la verità:

le stelle
poi
le scopre.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CP7] Nascita e morte dell'universo, poi nascita - e la verità?

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Ciao @Talia

Davvero ottima la resa di questi versi. Le immagini che scorrono davanti agli occhi, come in un film apocalittico, bucano  il foglio e arrivano dritte alle coscienze.
Versi ruvidi, taglienti a volte ma intrisi di quella verità che chiedi con insistenza (efficacissima quella ripresa della domanda).
Una poesia filosofica che scava, scalfisce e costringe a riflessioni scomode che si aprono sui temi che da sempre intrigano l’umanità: la ricerca del perché si esista, il senso della caducità della vita, tutto è frutto di un progetto oppure è figlio del “caso”? Qual è la verità?
Ottimo utilizzo del bellissimo brano. Complimenti!

Re: [CP7] Nascita e morte dell'universo, poi nascita - e la verità?

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Devo ammettere che ho dovuto rileggerla parecchie volte, più delle altre, perchè - più delle altre - dice e non dice, si presta a immagini e sensazioni, ma non tutto ho afferrato con facilità. Si dice spesso che l'uomo passa e il mondo resta (nel senso fisico di montagne e laghi),  tu, invece, hai mandato in fumo questo luogo comune, solo lo spazio si muove e resta, verità assoluta. L'orologio è rivelatore, ben detto. Eppure, la tua verità resta lì con il suo punto interrogativo. Gli uomini, forse, possono solo sfiorarla senza mai scoprirla del tutto. 

Credo ci sia tanta roba (in senso buono) in questo testo, ma non sono brava a svelarti quali siano le mie perplessità, in sintesi: non l'ho capita fino in fondo. Colpa mia, e sono felice che altri abbiano saputo apprezzarla come sicuramente merita.
Ogni poesia racchiude in sè un mondo da esplorare che rimanda al proprio io, al proprio modo di recepire, entrare in sintonia con il poeta non sempre facile.
:rosa:

Re: [CP7] Nascita e morte dell'universo, poi nascita - e la verità?

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 Ciao Mina. Questa tua mi incuriosisce. dato che sei una accademica vedo ti entrare nel merito delle tue idee e di quelle risposte che poni. Mi hai già detto che ti affascina l'argomento sul tempo. Bene! siamo in due.


indifferente
lo spazio si muove
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Beh! che si muova indifferente non credo. Forse in silenzio. Dai l'idea che lo spazio/ tempo non si curi degli uomini. Ma questo, anche se sopravvivesse agli  uomini, nessuno potrebbe apprezzarlo. Quindi, il tempo è vita, e la vita siamo noi. Il tempo sparirebbe senza di noi, non avrebbe più motivo di esistere.
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e resta Un lago
Una montagna sparisce
per sempre.
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Mi pare l'idea che si ha sui buchi neri.
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l'orologio sparge il vero
                        su il fumo un grido
            - e la verità?
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non capisco il senso di inserire "su il fumo un grido". La domanda che ne scaturisce poi poteva stare senza essere presentata. Comunque è una scelta libera. Lo dico perché, senza, sarebbe stata più incisiva. Credo, ma non ne sono sicuro! :)
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uomini e donne,
                incrostati di futuro
                                dardi soffiati in singole scaglie
              - e la verità ?
spargono scintille di marmo.

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Qui avrei dato una sfoltita: sempre per mio gusto personale e per economia. Allargarsi con queste frasi è complicare il discorso che stai portando avanti.
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in volo
     e al di sotto
                    lo spazio 
                              indifferente ritorna
                                                         le stelle
                                                                       poi
                                                                           scopre.
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Il finale va proprio bene. Mi pare dare l'idea compiuta dello spazio/tempo. quello abissale, sconosciuto e irragiungibile. Ecco perché avrei tolto qualche verso, che dal punto poetico, appaiono belli, ma secondo me, portare il focus da altre parti. Avresti potuto condensare meglio.
Ti lascio un mio pensiero. Lo spazio/universo non è infinito, ma solo "INDEFINITO", per il fatto che non conosciamo come misurarlo. Da qui, l'evidenza che non sappiamo ancora cosa sia. Ciao, poetessa galattica.. :P
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